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NUMERO CHIUSO a Giurisprudenza o Controriforma?
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Da: cnf style...11/12/2012 22:23:22
Una legge scritta da una parte dell'avvocatura, osteggiata dai giovani e in contrasto con i principi liberali in vigore negli altri Paesi europei...
Ma quale riforma forense? Una riforma che barrica l'ingresso ai giovani, si adopera per cancellare dall'ordine (vedi art. 21 pseudo riforma) anzichè aiutare la base dell'avvocatura.
Il sig. Alpa ha detto che l'anno prossimo andrà in pensione? Noialtri ci attendiamo invece le sue dimissioni!.Ma se la tenga pure sto rigurgito corporativo! Dicono che l'avvocatura aspetta da 70 anni stà riforma, ma chi l'ha chiesta? Una riforma che rispecchia esattamente una visione di 70 anni fa e ce la ripropongono come attesa e moderna oggi?
Il CNF parla per se e per quei quattro organismi che a loro volta rappresentano se stessi e quei quattro gatti iscritti a fronte quella sì  dell'intera avvocatura. Ma i vostri colleghi sono informati sulla riforma forense? Conoscono come viene eletto il CNF (in modo ben lontano dal "un avvocato un voto"!!) Fate un sondaggio nessuno sa niente o praticamente niente di ciò che meno del 2% intende invece far approvare.
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Da: sinodos11/12/2012 22:41:15
Stupenda questa riforma forense, basta biechi pluribocciati che diventano avvocati, w la casta!!!!!!
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Da: cnf style...11/12/2012 23:29:11
Devono chiudere dietro e non alzare barricate davanti.!!!!
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Da: Forza Merkel!12/12/2012 15:36:09
L'economia italiana è andata a ramengo.....
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Da: Riflettete12/12/2012 20:55:02
Così calano i redditi dei professionisti
Lunedì 10 Dicembre 2012

Da sempre considerati benestanti, notai, avvocati, dentisti, architetti vedono i propri redditi sciogliersi come neve al sole, seguendo le sorti dei propri clienti, sempre più a corto di contanti. I liberi professionisti mettono sempre in conto tempi difficili, ma di solito coincidono con il periodo di praticantato e i primissimi anni in cui esercitano, con l'ovvia eccezione di chi eredita lo studio di famiglia. Ora però i fatturati languono anche per chi ha decine di stagioni alle spalle. Il settimanale «Il Mondo» ha anticipato alcuni dati che l'Adepp (associazione che raccoglie le casse previdenziali di 26 professioni) presenterà l'11 dicembre. Lo scenario che emerge fotografa una «proletarizzazione delle libere professioni», come scrive Franco Stefanoni, autore dell'inchiesta. Tra gli esempi citati nell'articolo c'è quello di Silvia Fulvi, giovane notaio della provincia di Torino, ex avvocato, che ha registrato, dall'inizio della crisi, un crollo dei rogiti del 40%: «È un disastro», dice. Così per tentare di compensare la perdita, Fulvi ha sterzato la sua specializzazione nella costituzione di fondi patrimoniali, che rendono i beni di famiglia inattaccabili dai creditori. A livello aggregato, il reddito reale dei liberi professionisti è sceso dal 2008 al 2011 del 4,5%. Ma se si snocciolano i dati, scrive "Il Mondo", si nota come chi ha redditi alti riesce a consolidare la propria posizione mentre chi ha un fatturato medio-basso, fa pesanti passi indietro. Sono i notai e gli avvocati a subire più di altri la crisi. In sei anni hanno perso il 9,3% del reddito nominale che in termini reali vuol dire -20,3%. Questo dipende anche dalla concorrenza, sempre più numerosa e agguerrita. Nel 1985 gli avvocati erano 48.300, oggi sono 240.000. E se a questo si somma il taglio delle parcelle, si può stare certi che il futuro per chi si iscrive a legge non è più così roseo come un tempo. Sessantacinque mila iscritti all'albo degli avvocati non sono neppure registrati alla Cassa di previdenza. Dei 162 mila iscritti invece, in 5 mila dichiarano un reddito pari a zero, in 28 mila 5.600 euro all'anno, 24 mila dichiarano 13.000 euro, 57 mila denunciano invece un reddito di 27.000 euro. Tra gli architetti, il 40% degli iscritti dichiara un reddito tra lo zero e poche migliaia di euro. Per fascia di età invece, fino a 30 anni il reddito medio dichiarato è di 14.300 euro che diventa 24.500 tra i 36 e i 40 anni. Il futuro? Redditi in calo di un altro 15%, scrive il settimanale citando il sindacato di architetti e ingegneri. E per sopravvivere al blocco dei progetti della Pubblica amministrazione, c'è chi accetta parcelle che a mala pena coprono i costi.
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Da: Riflettete12/12/2012 20:56:15
devono chiudere tutte le università immediatamente......
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Da: numero chiuso!12/12/2012 21:26:43
il numero chiuso all'università è l'unica cosa sensata da fare, la controriforma forense puzza di marcio e di muffa da capo a piedi!!!
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Da: ma per piacereeeee....12/12/2012 22:10:44
Il senatore Berselli s'é inguattato in parlamento da circa trent'anni passando sotto varie bandiere ed ora si fa vanto di aver dato il via libera a questa  fetecchia di riforma in commissione. Ecco il tipico parlamentare che ascolta i potenti ed è sordo alle cose giuste e sensate!! Ah, dovete sapere che il PDmenoelle, come giustamente li ha definiti qualcuno, sono concordi! Ricordiamocene tutti!!!
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Da: no alla riforma forense!12/12/2012 23:32:20
Riforma forense è incostituzionale: scrivi così al Presidente della Repubblica perchè non promulghi

La Commissione giustizia del Senato, il 12 dicembre 2012, ha approvato in sede referente la riforma forense, senza modificare il testo già approvato dalla Camera. Il testo sarà sottoposto all'Aula del Senato a partire dal 19 dicembre 2012.

Scrivi anche ai Senatori (a partire dai membri della Commissione Prima "Affari costituzionali" e dai membri della Commissione seconda "Giustizia" ) e al Governo e, per far meglio valere il tuo diritto al libero lavoro intellettuale, aderisci e invita altri ad aderire al social network www.concorrenzaeavvocatura.ning.com (conta già centinaia di adesioni).

Ma soprattutto, per bloccare la PSEUDO riforma forense, scrivi subito una raccomandata al Presidente della Repubblica . Puoi scrivere così:

Sig. Presidente della Repubblica,
Le scrivo per segnalare sette vizi di costituzionalità che si oppongono alla promulgazione, da parte del Sua, del testo di legge di riforma forense che il Senato si accinge ad approvare senza modificare il testo licenziato dalla Camera il 31 ottobre 2012 (ora AS601-711-1171-1198-B).

Ritengo si tratti di censure di incostituzionalità che, in base alla loro evidente fondatezza, impongano al Presidente della Repubblica di non promulgare la legge che in  Senato la maggioranza delle forze politiche si dichiara pronta ad approvare solo per la ritenuta validità di una sua parte che però non intende separare nè da quegli articoli che una maggioranza ugualmente ampia riconosce inadeguati, nè da quegli articoli che sono evidentemente incostituzionali.

Le evidentissime incostituzionalità stanno:

1) nella previsione all'articolo 41, comma 11, di un vero e proprio divieto di retribuzione a favore dei praticanti avvocati nei primi sei mesi di tirocinio, in violazione evidente dell'art. 35 Cost. e, dato il diverso trattamento per il caso di pratica presso enti pubblici ed Avvocatura dello Stato, anche in evidente violazione dell'art. 3 Cost. (vedi, nel corso della seduta 366 del 26/11/2012 della Commissione Lavoro del Senato, gli interventi dei Sen. Ichino, Castro, Cristina De Luca, Passoni, e del Presidente della Commissione Giuliano, i quali, inoltre, hanno rilevato la contraddizione -incostituzionalità per disparità di trattamento- con quanto stabilito in tema di apprendistato nel decreto legislativo del 14 settembre 2011 e confermato nella legge n. 92 sul mercato del lavoro. Vedi altresì il parere della detta Commissione Lavoro).

2) nella istituzione legislativa del CNF come giudice speciale "nuovo" (per snaturamento della precedente attribuzione giurisdizionale), in violazione dell'art. 102 della Costituzione (che al secondo comma prevede che non possono essere istituiti giudici speciali).

3) nel fatto che, nonostante si realizzi un integrale ammodernamento della regolazione della professione forense, permane una grave carenza di terzietà e imparzialità del giudice speciale CNF (aggravata dal fatto che viene confermata nel CNF la promiscuità di ruoli, di natura amministrativa e giurisdizionale, rivestiti da tutti i singoli consiglieri, mentre tale promiscuità viene meno nei Consigli Nazionali delle professioni che non hanno natura di giudici della disciplina). Con ciò si viola sia l'art. 111, comma 2, della Costituzione (per cui "Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale"), sia la VI disposizione transitoria della Costituzione (che prevede che si debba procedere alla revisione degli organi speciali di giurisdizione precostituzionali -tra i quali, appunto, il CNF- rispettando la Costituzione).

4) nella previsione implicita che il CNF giudice dovrebbe operare sempre con la compresenza di tutti i suoi membri, con evidente irragionevolezza (art. 3 Cost.) per concreta impossibilità di funzionamento, dato l'elevato numero di componenti del CNF.

5) nella previsione di ingiustificabili privilegi (art. 3 Cost.), in tema di prova della continuità dell'esercizio della professione e di adempimento del dovere di formazione professionale, a vantaggio dei parlamentari avvocati e dei membri degli organi legislativi rispetto a tutti gli altri avvocati.

6) nella previsione, all'art. 19, di un divieto di iscrizione all'albo forense per gli insegnanti delle scuole elementari, in violazione evidente dell'art. 33 e 3 della Costituzione.

7) nella realizzazione di una organizzazione corporativa della professione di avvocato che, assommando in unico ente pubblico non economico, il CNF, la rappresentanza istituzionale degli avvocati e il potere giurisdizionale, amministrativo e legislativo di settore, viola gli art. 4, 41, 97, 101, 102, 108, 111, 113, 138 della Costituzione.  ...

Tratto da: avvocati part time, dell' avvocato Perelli.
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Da: Industriali contro riforma forense13/12/2012 00:01:27
Industriali contro la legge forense
di a.g.
Dopo il via libera della commissione Giustizia: «Norma incoerente. Altre le priorità».
Scontro tra lobby. L'approssimarsi della fine della legislatura ha spinto il legislatore a premere l'acceleratore sull'iter che dovrebbe portare all'approvazione della riforma della legge professionale forense.
L'iniziativa, però, è stata fortemente criticata da Confindustria che, invece, ha invitato il Parlamento a concentrare la propria attività sulle misure che «servono per il rilancio del Paese».
IL VIA LIBERA DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA. Il 12 dicembre la commissione Giustizia del Senato ha licenziato il testo della riforma forense così come era stato approvato dalla Camera dei Deputati. Il provvedimento, dunque senza modifiche, è atteso in Aula. La calendarizzazione dovrebbe essere per la seduta di mercoledì 19 dicembre.
L'approvazione è stata possibile dopo un forte lavoro di persuasione portato avanti dal presidente della commissione Filippo Berselli che, come aveva annunciato alla vigilia dell'ultimo Congresso nazionale forense, ha ottenuto che il testo non venisse affogato di emendamenti.
LA REAZIONE DI VIALE DELL'ASTRONOMIA. Sul punto, però, è intervenuta a gamba tesa Confindustria. In una nota, Viale dell'Astronomia ha sottolineato che «sarebbe incoerente e inaccettabile utilizzare questo scampolo di legislatura per approvare misure che non solo non hanno alcun impatto positivo sul'economia, ma rappresentano un netto arretramento rispetto alle riforme varate negli ultimi anni. E' questo il caso del disegno di legge di riforma forense». A parere degli industriali «l'approvazione di provvedimenti di questo tenore sarebbe irresponsabile e farebbe prevalere le ragioni elettorali sull'interesse generale del paese, mentre sembrano disperdersi, per la conclusione anticipata della legislatura, la delega fiscale e il disegno di legge semplificazioni».
PIU' URGENTI I PROVVEDIMENTI SULLA FORMAZIONE PROFESSIONALE. Tra i provvedimenti che, invece, dovrebbero essere portati a termine senza stravolgimenti, si fa riferimento alle risorse destinate alla formazione professionale dei lavoratori che, attraverso un emendamento al Ddl stabilità, sarebbero destinate al finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, anziché alla formazione. «Si tratta di una scelta non condivisibile, perché in aperto contrasto con i principi che hanno ispirato la riforma del mercato del lavoro». Osservando poi che l'investimento in formazione costituisce una leva strategica per favorire l'occupabilità delle persone e la competitività delle imprese, Confindustria «auspica che il necessario finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga non avvenga a scapito della formazione professionale».
Rispondi

Da: Riflettete13/12/2012 09:27:50
http://www.beppegrillo.it/listeciviche/forum/2012/12/universita-e-numero-chiuso.html

Significa non avere capito nulla! Fate le vostre considerazioni!
Rispondi

Da: iena plinsky13/12/2012 10:28:05
bravi, scrivete a napolitano perchè non promulghi la riforma forense.
E date retta agli industriali...avete proprio capito tutto....con voi in circolazione mi sento più tranquillo...
Rispondi

Da: Non che io sia una grande fan di questa riforma...13/12/2012 19:20:06
... ma solo perché non è completa ed arriva con 20 anni di ritardo.

Per il resto, se è vero che siamo arrivati a 'sto punto perché di barriere serie non ce ne sono proprio, non mi passerebbe neanche per l'anticamera del cervello di fare l'Avvocato-barbone... la crisi è stata solo il colpo di grazia ad una situazione che non era già più sostenibile. Capisco all'inizio... ma come si fa a spacciarsi per Avvocato senza i soldi per pagare la Cassa?! Davvero, è incomprensibile per me. Anche perché come girano le cose lo si dovrebbe capire appena dopo la laurea, quindi se uno non ha la garanzia di stare in uno studio avviato o la fortuna di avere conoscenze tali da vantare subito un'ampia gamma di clienti dovrebbe cambiare lavoro... non certo per colpa di questa riforma.
Rispondi

Da: Comunque...:13/12/2012 19:23:18
La commissione giustizia del senato ha infatti approvato ieri, senza modifiche, il disegno di legge di riordino dell'ordinamento professionale, che ora è all'ultimo passaggio: l'esame dell'aula per il via libera definitivo. Il provvedimento (As 601-B) è calendarizzato per il 18 e il 19 dicembre, e sarà esaminato dopo l'approvazione della legge di stabilità, nell'ultima data utile prima dello scioglimento delle camere.
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Da: cambiare lavoro?13/12/2012 21:17:10
certo magari fosse semplice...
Il fatto è che non è mica semplice cambiare lavoro specialmente se hai una certa età e non hai altre qualifiche particolari o conoscenze.
Almeno la speranza di poter spendere prima o poi la tua abilitazione ce l'hai ... Cosa ti fa pensare che magari, l'ordine dopo averti cancellato o indotto a cancellarti non hai poi la tua occasione di poter essere , ad esempio,fiduciario di una compagnia assicurativa o chissà altro. L'ordine forense che fa ti toglie anche la speranza la possibilità di un futuro lavoro ?E' questa la riforma forense!?
La riforma forense avrebbe dovuto tutelare, aiutare i propri iscritti la parte debole e più in difficoltà ampliando le possibilità di lavoro le competenze mentre l'ordine  nel contempo, avrebbe dovuto chiedere l'introduzione del numero chiuso all'università .Adesso invece siamo pasati dalla possibilità della cancellazione di tutti gli ordini all'ordine forense che cancella e sbarra.
Rispondi

Da: cambiare lavoro?13/12/2012 21:19:07
ops scusate... passati...
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Da: riforma forense nefasta con i deboli13/12/2012 21:47:04
Alberto Bagnoli presidente di Cassa Forense  del 13/12/2012
Il XXXI Congresso nazionale forense che si è svolto a Bari dal 22 al 24 novembre si è chiuso rispettando quelle che erano le attese della categoria. A grande maggioranza, l'Avvocatura si è espressa favorevolmente all'immediata approvazione della riforma professionale in discussione al Senato, una legge che gli avvocati aspettano ormai da decenni. Il testo contiene molte le novità, alcune particolarmente importanti sul fronte della previdenza. Un emendamento all'articolo 21 della riforma, infatti, introduce l'obbligatorietà dell'iscrizione alla Cassa forense per tutti i professionisti iscritti agli Albi indipendentemente dal reddito. Entrando definitivamente a far parte dell'ordinamento professionale, la previdenza smette di essere relegata al ruolo di istituzione che eroga servizi condizionati al reddito ma diventa bene comune. La tutela previdenziale e assistenziale, assicurata da una gestione autonoma e indipendente di categoria, è un diritto di tutti gli avvocati iscritti agli albi e in questo senso le nuove disposizioni, prevedendo l'automaticità dell'iscrizione all'albo e alla Cassa forense, pongono fine al regime ibrido dell'avvocato iscritto alla gestione separata Inps, il quale sottrae risorse alla categoria e rinuncia ai benefici dell'appartenenza al fondo professionale. Grazie al nuovo emendamento, lo statuto dell'avvocato si completa con la posizione di iscritto alla Cassa forense. Ciò rafforza non soltanto le posizioni individuali e quelle delle famiglie degli avvocati ma anche la posizione della Cassa forense stessa, che in ragione della sua appartenenza all'ordinamento professionale allontana da sé ogni sconsiderato tentativo di soppressione o di inglobamento in enti sottratti alla gestione diretta della categoria in funzione dei propri interessi. La legge in approvazione autorizza Cassa forense a regolare la gradualità dell'inserimento di quanti, nonostante l'iscrizione all'albo, non raggiungevano i redditi minimi necessari per essere iscritti alla Cassa. Ciò si realizzerà mediante la disciplina di una contribuzione d'ingresso che non penalizzerà i singoli e consentirà loro di crescere nella professione e nella società, anche con l'ausilio degli aiuti messi a disposizione dalla fondazione.

La legge in approvazione assoggetta il reddito delle società professionali alla contribuzione previdenziale e risolve quindi un'importante problematica che ancora non è stata pienamente chiarita per le altre professioni. La legge in approvazione renderà chiaro anche il regime delle incompatibilità della professione, eliminando l'anomala figura dell'avvocato che rimane iscritto all'albo anche se è dichiarato incompatibile ai fini previdenziali. Se c'è obbligo di iscrizione alla Cassa per gli iscritti all'albo, ci sarà obbligo di cancellazione dall'albo per quanti sono dichiarati incompatibili dalla Cassa.
Rispondi

Da: In effetti...13/12/2012 22:56:03
... l'Ordine avrebbe dovuto preoccuparsi di non farci proprio arrivare al titolo quasi la metà di quelli che ce l'hanno.

Il problema è proprio che uno "abbia una certa età"... se ciò significa essere un piccolo Avvocato di paese che con la crisi sta guadagnando di netto quanto un operaio è un conto... se significa che uno si è laureato a 28 anni, il titolo l'ha preso a 32-34 anni e a 35 scopre che non riesce a pagare la Cassa è un altro... ma non lo dico per polemizzare, lo dico perché è assurdo che uno s'infili in una strada senza speranza. Da anni è così, all'evidenza. Se già uno se l'è presa comoda, uno studio che lo tiene e paga non ce l'ha, cosa fa? Pensa di mettersi in proprio con 11 clienti in tutto? L'Italia è piena di gente che pur di vantare un titolo senza sostanza preferisce guadagnare meno di un impiegato (lavoro difficilmente trovabile solo con la crisi, venuta molto dopo la disfatta dell'Avvocatura).
Non si può poi pretendere di non pagare la pensione e l'assicurazione come  tutti i professionisti degli altri Stati dell'UE fanno... perché è quello il vero problema, non l'Ordine. Anche se non ci fosse la riforma le spese aggiuntive sarebbero rese obbligatorie a breve con altro provvedimento, cosa credete?

Questo vale anche per me eh... piuttosto andrò a fare la parrucchiera che l'Avvocato che non vuole/può pagare la sua stessa Cassa!!!
Molto (ma molto) più dignitosa come scelta, nonostante gli studi fatti.
Rispondi

Da: x in effetti..13/12/2012 23:16:53
...evidentemente per te la laurea è stata una passeggiata, il materiale didattico un nonnulla, il tempo speso ed anni buttati che potevano essere spesi per altro niente,ma chi ti piglia a fare la parrucchiera? Al massimo inizierai a fare la shampista e questo per evitare di avere sensi di colpa che non puoi vuoi/sostenere la cassa forense?Ma vaaaaaaaaaaa parla per te. C'è una bella differenza dal non volere e non potere. A proposito per cambiare lavoro vatti a fare un giro al sud...!
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Da: già...13/12/2012 23:29:38
Bhé io penso invece a quelli che svolgono da una vita lavori precari perchè il posto fisso non l'hanno trovato,  che alla fine dopo immani sacrifici, perchè una famiglia che li sostenga non ce l'hanno ,giungono alla desiderata laurea, che riescono a svolgere il tirocinio andando a lavorare di notte e a superare un esame di abilitazione che non ha pari in europa ...e tutto ciò inseguendo il sogno di poter elevare la propria posizione, di migliorare il mondo intorno a se ed alla fine !? Devono scontrarsi anche con un ordine ostile che tutela solo quelli che campano di posizione di rendita? Silenzio.
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Da: Infatti...14/12/2012 08:31:32
... io sto appunto dicendo che è inutile fare immani sacrifici se non ci sono possibilità di lavoro in un dato settore.
Io stessa ho fatto una full-immersion di 4 anni e mezzo per non far spendere un euro in più del dovuto ai miei genitori... e poi mi sono accorta che il lavoro che ho sempre voluto fare non è più accessibile se non a determinate condizioni che, purtroppo, ineriscono soprattutto alla fortuna...

... non faccio finta di non vederlo.

Ho (amaramente) accettato la situazione, creata dal mal governo.

"Un esame di abilitazione che non ha pari in Europa"...: sì, a livello di non serietà. Non mi riferisco al suggerimento che ci diamo tra studenti (diffidare dalle stronze che sostengono di aver fatto tutto da sole...)... ma al fatto che, dopo una laurea che solo per alcuni è stata pesantissima (nulla a che vedere con gli standard europei...), si fa una farsa con i codici annotati che permette anche ad uno che non sa cos'è un legato di apparire come un nuovo Trabucchi.

Per quanto riguarda il lavoro in generale avete solo parzialmente ragione: c'è la crisi quindi ora poco da dire... ma, come ho già detto, è meglio essere onesti: non è che non c'è lavoro, semplicemente gli italiani vogliono per la maggioranza stare dietro ad una scrivania, anche quando non ne hanno le capacità intellettuali per farlo. Poi si ritrovano a non poter pagare i contributi... perché sono in 250.000 invece che 120.000-140.000 in un settore.

Guardate che io lo dico "per voi"... io non m'infilerò in una strada che non mi dà con certezza futuro, meglio un qualsiasi altro lavoro piuttosto (con corso professionale annesso...). Se voi, invece, preferite "tirare a campare" beh... sappiate che comunque Cassa ed assicurazione vi saranno o vi sarebbero state imposte, perché anche dall'UE queste cose sono viste come "gestione ordinaria di una categoria"... e all'UE non interessa un tubo del fatto che l'Italia  abbia sfornato il doppio degli Avvocati necessari, anzi... probabilmente se fossimo sotto la Merkel vi avrebbe già mandati con la forza in campagna, perché ad uno Stato interessa molto di più che non ci sia l'evasione fiscale "per sopravvivenza" e migliaia di nullafacenti nella sostanza rispetto al "liberismo".

Fatevi meglio i calcoli!

Io li farò sicuramente perché mi rendo conto che devo farli.
Rispondi

Da: Ho messo un "ne" di troppo.14/12/2012 09:20:29
Concludo dicendo anche che io cerco di mantenermi sui discorsi che fate... ma in realtà già la storia degli "immani sacrifici" è un'esagerazione poco onesta... una strettissima minoranza ne ha fatti per laurearsi, la maggioranza dei giovani italiani sono stra-mantenuti (anche se non possono permettersi l'I-phone) o lavorano perché per scelta non vogliono chiedere ai genitori qualcosa in più. Realizzano decisamente tardi che è ora di svegliarsi, mentre subito dopo la laurea bisogna fare scelte serie e realistiche, riforma o no... se uno non le fa è inutile che passi le giornate a piangersi addosso o ad ululare contro ciò che non è il vero problema.

Moltissima gente che andrà a cancellarsi dagli albi non sta nemmeno facendo la professione o la sta facendo in nero (come vede ed ammette anche qualcun altro in 'sto forum).

Il vero problema, comunque, è non farci arrivare proprio migliaia di persone a questi livelli, come succede negli altri Paese dell'UE, che vi piaccia o no...
Rispondi

Da: Riflettete14/12/2012 09:48:57
Avevamo un serio sistema scolastico, negli anni 60 lo hanno sostituito con lo schifo!
Le idee del '68 hanno distrutto la società, tutto uguale, tutto di tutti....
Palle e puttanate!
Rispondi

Da: [Paesi]14/12/2012 11:20:38
Beh, non bloccare le porte ad uno che è stato indotto a fare scelte sbagliate quando era un ragazzino è giusto... la storia relativa al liceo classico non è accettabile dato che anche lì la maggioranza degli studenti ormai non è certo composta da "secchioni"...

... sul fatto che le Università dovrebbero essere tutte a numero chiuso (per migliaia di persone all'anno in ogni materia, non per pochi eletti di una casta) non c'è dubbio... semplicemente s'illude chiunque e poi chiunque dev'essere costretto a sgomitare in età adulta... nel nostro caso, addirittura, la selezione è fondata su fortuna e soldi. Prevale perfino il primo fattore ormai nell'Avvocatura... e questa cosa si vede e... si vedrà (quando sarà andata in pensione la generazione degli attuali ultracinquantenni a cui fa comodo non solo il praticante-facchino ma anche l'Avvocatino ultratrentenne che fa udienze, cancelleria, contabilità e d.i. a comando... a 1.000 euro  al mese e probabilmente per sempre...: sto parlando di molte migliaia di persone...).

Saluti.
Rispondi

Da: proviamo ....14/12/2012 13:50:13
Riforma forense è incostituzionale: scrivi così al Presidente della Repubblica perchè non promulghi

La Commissione giustizia del Senato, il 12 dicembre 2012, ha approvato in sede referente la riforma forense, senza modificare il testo già approvato dalla Camera. Il testo sarà sottoposto all'Aula del Senato il 19 dicembre.

Scrivi anche ai Senatori (a partire dai membri della Commissione Prima "Affari costituzionali" ) e al Governo ...Ma soprattutto, per bloccare la PSEUDO riforma forense, scrivi subito una raccomandata al Presidente della Repubblica . Puoi scrivere così:

Sig. Presidente della Repubblica,
Le scrivo per segnalare sette vizi di costituzionalità che si oppongono alla promulgazione, da parte del Sua, del testo di legge di riforma forense che il Senato si accinge ad approvare senza modificare il testo licenziato dalla Camera il 31 ottobre 2012 (ora AS601-711-1171-1198-B).

Ritengo si tratti di censure di incostituzionalità che, in base alla loro evidente fondatezza, impongano al Presidente della Repubblica di non promulgare la legge che in  Senato la maggioranza delle forze politiche si dichiara pronta ad approvare solo per la ritenuta validità di una sua parte che però non intende separare nè da quegli articoli che una maggioranza ugualmente ampia riconosce inadeguati, nè da quegli articoli che sono evidentemente incostituzionali.

Le evidentissime incostituzionalità stanno:

1) nella previsione all'articolo 41, comma 11, di un vero e proprio divieto di retribuzione a favore dei praticanti avvocati nei primi sei mesi di tirocinio, in violazione evidente dell'art. 35 Cost. e, dato il diverso trattamento per il caso di pratica presso enti pubblici ed Avvocatura dello Stato, anche in evidente violazione dell'art. 3 Cost. (vedi, nel corso della seduta 366 del 26/11/2012 della Commissione Lavoro del Senato, gli interventi dei Sen. Ichino, Castro, Cristina De Luca, Passoni, e del Presidente della Commissione Giuliano, i quali, inoltre, hanno rilevato la contraddizione -incostituzionalità per disparità di trattamento- con quanto stabilito in tema di apprendistato nel decreto legislativo del 14 settembre 2011 e confermato nella legge n. 92 sul mercato del lavoro. Vedi altresì il parere della detta Commissione Lavoro).

2) nella istituzione legislativa del CNF come giudice speciale "nuovo" (per snaturamento della precedente attribuzione giurisdizionale), in violazione dell'art. 102 della Costituzione (che al secondo comma prevede che non possono essere istituiti giudici speciali).

3) nel fatto che, nonostante si realizzi un integrale ammodernamento della regolazione della professione forense, permane una grave carenza di terzietà e imparzialità del giudice speciale CNF (aggravata dal fatto che viene confermata nel CNF la promiscuità di ruoli, di natura amministrativa e giurisdizionale, rivestiti da tutti i singoli consiglieri, mentre tale promiscuità viene meno nei Consigli Nazionali delle professioni che non hanno natura di giudici della disciplina). Con ciò si viola sia l'art. 111, comma 2, della Costituzione (per cui "Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale"), sia la VI disposizione transitoria della Costituzione (che prevede che si debba procedere alla revisione degli organi speciali di giurisdizione precostituzionali -tra i quali, appunto, il CNF- rispettando la Costituzione).

4) nella previsione implicita che il CNF giudice dovrebbe operare sempre con la compresenza di tutti i suoi membri, con evidente irragionevolezza (art. 3 Cost.) per concreta impossibilità di funzionamento, dato l'elevato numero di componenti del CNF.

5) nella previsione di ingiustificabili privilegi (art. 3 Cost.), in tema di prova della continuità dell'esercizio della professione e di adempimento del dovere di formazione professionale, a vantaggio dei parlamentari avvocati e dei membri degli organi legislativi rispetto a tutti gli altri avvocati.

6) nella previsione, all'art. 19, di un divieto di iscrizione all'albo forense per gli insegnanti delle scuole elementari, in violazione evidente dell'art. 33 e 3 della Costituzione.

7) nella realizzazione di una organizzazione corporativa della professione di avvocato che, assommando in unico ente pubblico non economico, il CNF, la rappresentanza istituzionale degli avvocati e il potere giurisdizionale, amministrativo e legislativo di settore, viola gli art. 4, 41, 97, 101, 102, 108, 111, 113, 138 della Costituzione.  ...

Fonte:Avvocati part time de avvocato Maurizio Perelli
contatti  tratti dal sito del Senato:  membri della Commissione Prima "Affari costituzionali"
Presidente
VIZZINI Carlo, UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI vizzini_c@posta.senato.it
                                                                                                                carlovizzini@carlovizzini.it
Vicepresidenti
INCOSTANTE Maria Fortuna, PD                                                 incostante_m@posta.senato.it
Membri
BASTICO Mariangela, PD                                                   bastico_m@posta.senato.it
CECCANTI Stefano, PD                                                   ceccanti_s@posta.senato.it
DIGILIO Egidio, Per il Terzo Polo:ApI-FLI                        digilio_e@posta.senato.it
DIVINA Sergio, LNP                                                            divina_s@posta.senato.it
MALAN Lucio, PdL                                                                 l.malan@senato.it
MARINO Mauro Maria, PD                                                  marino_m@posta.senato.it
PARDI Francesco, IdV                                                          pardi_f@posta.senato.it
PASTORE Andrea, PdL                                                  pastore_a@posta.senato.it
PISTORIO Giovanni, Misto                                         pistorio_g@posta.senato.it
QUAGLIARIELLO Gaetano, PdL                              quagliariello_g@posta.senato.it
SALTAMARTINI Filippo, PdL                                       saltamartini_f@posta.senato.it
SANNA Francesco, PD                                                     saro_g@posta.senato.it
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Da: è inutile lamentarsi14/12/2012 20:20:56
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Da: riforma forense servita14/12/2012 23:54:36
APPROVAZIONE RIFORMA FORENSE: I DUBBI SULL'ART. 21 E SULLA CONTINUITA' PROFESSIONALE

Sin dalla presentazione nel febbraio 2009 del progetto di legge predisposto dal CNF, l'art. 21 (allora art. 19 e in seguito 20) della riforma dell'ordinamento forense suscitò forti perplessità e notevoli critiche.

Nelle ipotesi di studio documentate e antecedenti tale progetto, addirittura c'era chi voleva subordinare la prova dell'esercizio continuativo della professione forense e la consequenziale permanenza nell' albo alle dimensioni spaziali dello studio professionale con la previsione obbligatoria di una stanza adibita a biblioteca e con la presenza di almeno una segretaria.

Dopo lunghe contrapposizioni e correttivi vari si è arrivati all'attuale versione dell'art. 21 che subordina la permanenza dell'iscrizione all'albo (e dunque, sostanzialmente, la concreta possibilità di lavorare) all'esercizio effettivo e continuativo della professione di avvocato con ogni esclusione (ed è questa la novità rispetto alle versioni precedenti) di ogni riferimento al reddito professionale.

Fra l'altro, l' esclusione di ogni riferimento al reddito professionale è, però, poi subito in un qualche modo contraddetta dal successivo comma otto che subordina comunque l'iscrizione all'albo alla iscrizione obbligatoria alla Cassa di previdenza forense.

Per la previdenza forense il criterio già in vigore esclude da una pensione effettiva tutti gli avvocati (e ci si domanda se pure tale previsione sia Costituzionalmente ineccepibile) che non riescono a tenere il passo con i minimi reddituali o di volume d'affari fissati, di anno in anno, dalla Cassa Nazionale di Previdenza.

Il citato art. 21 della legge in approvazione al Senato, ai commi 2,3,4 e 5, prevede poi l'obbligo per i Consigli dell'Ordine territoriali di provvedere ogni tre anni alla revisione ed eventuale cancellazione dall'Albo di quegli avvocati che non siano in grado di provare (sulla scorta di parametri individuati con un regolamento da emanarsi dal Ministro della Giustizia previo parere del Consiglio Nazionale Forense) l'esercizio effettivo e continuativo della professione con possibilità, in caso di omissione dei Consigli locali, di sostituzione con un Commissario ad acta nominato dal Consiglio Nazionale Forense stesso.

Ma è legittimo che in uno stato moderno, retto da una Carta che individua, all'art. 1, nel lavoro il cardine della Repubblica, avvocati (e concorrenti) anche se più anziani e affermati possano privare un loro collega (che ha conseguito il medesimo titolo di studio e la medesima abilitazione professionale) dell'iscrizione all'albo e del conseguente diritto al lavoro? E sulla scorta di quale fantomatico interesse superiore da tutelare?

Quanto, poi, alla possibilità di fornire tale prova effettiva dell'esercizio continuativo della professione non oso immaginare l'inaccettabile discrimine fra avvocati inseriti, per condizioni sociali, in determinati contesti e colleghi meno fortunati.
Si assisterebbe ad una avvilente mortificazione della dignità del malcapitato professionista che prima di essere tale (è bene ricordarlo a tutti) è persona e lavoratore.

La Carta Costituzionale nei principi fondamentali è permeata costantemente da richiami alla dignità dei cittadini e dei lavoratore (senza distinzione circa la tipologia di lavoro svolto).

Ogni cittadino ha il diritto-dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività che concorra al progresso materiale della società ( cfr. art. 4 ).

Tali richiami sono costanti anche nei successivi titoli della Carta inerenti i rapporti economici e politici.

Ora, sulla scorta di tali principi, dall'indubbio carattere precettivo, come si può ragionevolmente pensare di limitare l'esercizio di un lavoro, ovvero di una professione (e il conseguente diritto a conseguire comunque una qualsiasi forma di previdenza) subordinandolo a parametri in bianco, peraltro, da individuarsi con norme di rango regolamentare?

L'approvazione definitiva dell'art. 21 è prevista per meroledì 19 dicembre.
Fonte: AGICONSUL Associazione Giuristi e Consulenti Legali
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Da: ed ancora ...15/12/2012 00:14:03
Abrogazione della più discriminatoria norma della storia repubblicana che sta per essere varata. Reddito minimo per poter esercitare una libertà-diritto sociale.

Art. 21 della riforma forense. A rischio 100mila avvocati, quasi tuti meridionali, in prevalenza giovani e donne, che esercitano in aree economicamente svantaggiate. Gli avvocati del popolo, che sbricano le carte alla vecchietta invalida, che assumono gli incarichi a tutela dei soggetti deboli e ricattabili anche a costo zero. Il progetto di qualche anno viene annunciato nel luglio 2009, come da intervista di seguito riportata dal presidente degli avvocati italiani, di fatto ha subito pochi sostanziali mutamenti. Tutto ciò è stato taciuto alla base dell'avvocatura, che non è stata messa a conoscenza adeguatamente da parte dei cd "rappresentanti sindacali". La riforma è stata calendarizzata quale ultima legge del governo Monti per mercoledi giorno 19 pv. L'ultima occasione utile per centinaia di avvocati brontosauri La Castauris che siedono in parlamento e che presto dovranno lasciare spazio molti di loro ai nostri parlamentari, spero di estrazione sociale la più variegata possibile. cliccate sul link vedrete la faccia e ascolterete le parole di chi vorrebbe sancire la fine della aciviltà giuridica nel nostro paese, il ritorno ad un'avvocatura d'elitè. . Avv. Guido Alpa presidente del Condiglio Nazionale Forense. Intervista : http://www.videodiritto.it/blog/2009/07/13/intervista-a-guido-alpa-%E2%80%93-reddito-minimo-riforma-dell%E2%80%99ordinamento-forense-parte-3/ Senato: radicali, riforma forense atto di partitocrazia e corporazioni 11 Dicembre 2012 - 18:25 (ASCA) - Roma, 11 dic 2012 - ''Non poteva chiudersi piu' degnamente questa legislatura se non con un ultimo colpo di coda delle corporazioni nell'ultimo atto davanti al Senato: la ''riforma'' della professione forense fella legislatura: contano piu' i privilegi delle corporazioni che la salvaguardia dei dir itti''. Lo affermano i senatori Radicali Donatella Poretti e Marco Perduca. '' E' solo cosi' che si puo' spiegare l'inserimento della ''controriforma'' forense all'ultimo minuto utile dell'aula del Senato il 19 dicembre e non la legge sulla messa in prova dei detenuti'' aggiungono. ''A fronte della illegalita' delle carceri italiane, del sistema penitenziario in particolare ma della giustizia piu' in generale, i gruppi parlamentari del Senato hanno deciso che la priorita', unica e ultima di questa legislatura era approvare una legge scritta da una parte dell'avvocatura, osteggiata dai giovani e in contrasto con i principi liberali in vigore negli altri Paesi europei. Un atto di ossequio di una classe politica incapace di fare leggi per i cittadini, ma prona alle lobby - continuano -. Per quanto ci riguarda come Radicali confermiamo con atti e parole la nostra opposizione a questa legge e fin d'ora solleveremo la pregiudiziale di costituzionalita' scritta non da noi, ma dalla commissione Lavoro del Senato''. Avv. Felice Adelfio - Ragusa
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Da: Fino alla fine!15/12/2012 00:19:39
Professione forense: Senatori Radicali rinnovano invito a contribuire con emendamente e argomenti per organizzare opposizione in aula settimana prossima

Come riportato anche dal Sole 24 Ore in un articolo giovedì 13, ma non da Stella oggi sul Corriere…, i Senatori Radicali Marco Perduca e Donatella Poretti hanno lanciato un pubblico appello su Facebook e Twitter per raccogliere ulteriori emendamenti sul disegno di legge della cosiddetta "riforma" della professione forense. In un paio di giorni sono stati raccolti oltre 100 emendamenti nuovi, nonché approfondite analisi degli aspetti di possibile inconstituzionalità del provvedimento ad adiuvandum di quanto già adottato dalla commissione dal lavoro del Senato.
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Da: no alla riforma forense!15/12/2012 11:52:27
E Se Grillo avesse ragione ?
Al riparo dell'autorevolezza di Monti i partiti, trasversalmente d'accordo e con la sola opposizione della pattuglia radicale, lottano contro il tempo per far passare la riforma della professione forense alla faccia della normativa comunitaria, degli accordi internazionali e dell'interesse dei cittadini, trattati da idioti e sacrificati sull'altare del consenso elettorale. Anche "la gioiosa macchina da guerra" si è arresa ed il leader che ha legato il suo nome alle "lenzuolate" è andato a Canossa.
Così, nonostante la posizione contraria del Governo un Ddl, dettato dall'avvocatura, in meno di 4 mesi ha superato l'esame delle Commissioni Giustizia dei due rami del Parlamento (in uno i membri d'accordo non hanno presentato emendamenti e nell'altro li hanno respinti in blocco) e della Camera, così il testo blindato approderà il 19 dicembre all'Aula del Senato  per l'approvazione definitiva. Di fronte ai tanti e gravi problemi che attanagliano la vita del Paese e con un Governo in procinto di dare le dimissioni, la riforma forense ha assunto una priorità non per l'oggettiva urgenza ma per il numero degli elettori che la categoria fa credere di essere in grado di portare al seggio. E non si tratta neppure di numeri reali vista l'obbligatorietà dell'iscrizione. In corteo il 23 ottobre u.s. con striscioni e fischietti dietroAggiungi un appuntamento per oggi una bara di cartone in cui, simbolicamente, c'era il cadavere della giustizia, sfilavano, un'esigua minoranza di avvocati, pari allo 0,25% degli iscritti, nel "superiore interesse dei cittadini" i quali, invece, sono spesso costretti a difendersi dal proprio difensore, e che hanno appreso dal telegiornale, di avere nell'avvocato il disinteressato difensore dei loro diritti.

Anche il titolo del Congresso forense di Bari pone "il cittadino prima di tutto" ma in quanto cliente che, pagando la parcella, consente all'avvocato di sopravvivere. Questo cittadino dietro il quale i professionisti si nascondono, sulla cui asimmetria molti campano e del quale nessuno si preoccupa, neppure le associazioni dei consumatori che sarebbero deputate a farlo, ha ormai capito di essere il prezzo pagato dalla politica alle categorie per ottenere l'aggregazione preventiva del consenso. Il perseguimento del quale supera ogni limite anche quello della decenza.

Questa classe politica funge da cinghia di trasmissione degli interessi organizzati, asseconda servilmente un'avvocatura che ha scelto di suicidarsi, orienta le scelte con la bussola elettorale e si compatta ogni qual volta vengono messe in discussione le proprie prerogative.

E se Grillo avesse ragione ? Coglie i frutti dall'albero, forse acerbi ma certamente meno contaminati e, anche per questo, conquista il consenso degli asimmetrici
Fonte il cappio de : avv Riccardo Cappello
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