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Sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale - illegittimità incarichi dirigenziali
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Da: 18/01/2016 13:43:29
silveri = cisl

Da: ORPO SEMPLICE 18/01/2016 14:01:41
Caspita, bisogna proprio darvi gli omogeneizzati!

Stanno che evidentemente la base comincia a rumoreggiare... SALFI, ora CISL....

...

Da: 18/01/2016 17:06:10
anche dirstat
http://www.dirstat.it/pdf/lettOrlandi22dic.pdf

Da: 18/01/2016 17:48:04
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/cuccagna-equitalia-2014-92-dirigenti-92-hanno-incassato-116866.htm

Da: Tutti inattendibili 18/01/2016 18:25:30
Toh! Guarda! Avevano bisogno che i colleghi li informassero che per 26 pos la selezione è solo sui curriculum....
Al ridicolo non c'è mai fine....

Da: x da18/01/2016 18:26:11
che significa referente DIRSTAT: ?  Chi è il referente. ?

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Da: x da18/01/2016 18:27:03
che significa referente DIRSTAT: ?  Chi è il referente. ?

Da: ORPO SEMPLICE 18/01/2016 19:24:40
Adesso non x fare la solita....

Da: ORPO SEMPLICE 18/01/2016 19:30:28
Agenzia del demanio accordo x part time 80% sottoscritto.
...

Agenzia del Demanio
Come evidenziato in precedenza la sottoscrizione di questo accordo sindacale deve considerarsi un primo passo per rafforzare un tema centrale: perseguire una cultura aziendale che veda il benessere delle persone come valore positivo e che possa innescare un circolo virtuoso per generare benefici, tanto per i dipendenti quanto per l'Agenzia.
Nella piattaforma per il rinnovo del CCNL proporremo l'adozione di altre misure di flessibilità che articolino diversamente il Tempo di lavoro a partire dal secondo profilo orario -facoltativo e alternativo all'attuale, che preveda tre giornate lavorative da 6 ore e due giornate lavorative da 9 ore- e l'innalzamento dell'elasticità in entrata /uscita dell'orario giornaliero.

Da: ORPO SEMPLICE 18/01/2016 19:36:57
E x equitalia...

re". E per la prima volta anche presidente e Ad avranno una parte di compenso variabile legata ai risultati....
Ma il presidente non è ....

Da: ORPO SEMPLICE 18/01/2016 20:48:42
Pagò l'allora direttore provinciale a Firenze dell'Agenzia delle entrate, Nunzio Garagozzo, affinché gli cancellasse un debito da quasi 6 milioni di euro con il fisco. E' l'accusa per la quale un imprenditore, Emilio Petrilli, è stato condannato dal tribunale di Firenze a cinque anni di reclusione. Per Garagozzo - che ha patteggiato sia in questo procedimento sia in un altro collegato - la pena complessiva è a quattro anni di reclusione. Il tribunale ha poi disposto la confisca di una villa di Petrilli, a Bagno a Ripoli, e di un suo conto corrente, con più di un milione e mezzo di euro, trovato in una banca con sede a Panama. Un filone delle indagini, coordinate dal pm Paolo Barlucchi e condotte dal gruppo tutela spesa pubblica della guardia di finanza, ha portato anche a una nuova richiesta di rinvio a giudizio per Garagozzo e per il suo 'mediatore', Silvio Mencucci. Con loro, davanti al gup si presenteranno un altro imprenditore, Massimo Bacci, e un geometra, Alberto Castelli. Secondo l'accusa, Castelli avrebbe dato 10 mila euro a Garagozzo per risparmiare imposte per 130 mila euro. Accusa analoga per Bacci: avrebbe dato 12 mila euro a Garagozzo in cambio di uno sconto fiscale su circa 200 mila euro di maggiori ricavi.

Leggi questo articolo su: http://www.gonews.it/2016/01/18/corrusione-allagenzia-delle-entrate-per-non-pagare-6-milioni-di-tasse-condannato-un-imprenditore/
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Da: ORPO SEMPLICE 18/01/2016 21:29:22
Cinque strutture di missione, una squadra economica che si fa "unità di missione", accesso alle banche dati della Ragioneria e il progetto di porre in capo a palazzo Chigi la vigilanza di società partecipate, agenzie fiscali, nomine pubbliche. La parola d'ordine di questi primi due anni di governo di Matteo Renzi sembra essere "accentramento": ovvero accentrare il potere a palazzo Chigi, centralizzando poteri e competenze e facendo della presidenza del Consiglio la grande "cabina di regia" che tutto supervisiona.

Le mani sulla Ragioneria. Pochi giorni dopo il suo insediamento a palazzo Chigi si diffuse la notizia che Renzi avesse intenzione di spostare la Ragioneria dello Stato, supremo custode dei conti pubblici, dal ministero dell'Economia sotto l'egida della presidenza del Consiglio. Portando all'interno della "cabina di regia economica" di palazzo Chigi i poteri della Ragioneria, il premier avrebbe potuto decidere e controllare con la sua sola squadra le coperture economiche delle leggi e in primis del Bilancio dello Stato, togliendo i poteri di controllo dalle mani dei burocrati e tecnici di via XX settembre. Effettivamente lo scorso anno un emendamento al ddl Madia del relatore Ernesto Carbone (fedelissimo di Renzi) tentò di dare a Palazzo Chigi la supervisione sulle coperture finanziarie dei provvedimenti economici e sull'individuazione delle risorse necessarie a far fronte alle leggi di spesa. Il tentativo non andò in porto, l'emendamento venne ritirato e il sogno di accentrare il potere della Ragioneria si arenò. Nel frattempo però, grazie a nuovi innesti di personale, il ministero dei Rapporti con il Parlamento di Maria Elena Boschi può contare su un accesso alle banche dati della Ragioneria, con le quali, ad esempio, controllare le coperture o le giacenze nei vari fondi del bilancio dello Stato. Il controllo sperato sui conti e sulla Ragioneria non c'è, ma meglio di niente.

In origine fu la squadra economica. Il vero zoccolo duro della politica economica renziana è la squadra di consiglieri economici del premier, scelti per supportare le decisioni economiche di Renzi e metterle in pratica lavorando al fianco dei tecnici del Mef, non senza qualche mal di pancia da parte dei "burocrati" dei vari ministeri. Una sorta di ministero dell'Economia "ombra" che, subito dopo aver archiviato il voto di sfiducia al governo da votare nell'aula del Senato il 26 gennaio, verrà trasformato in "unità di missione", guidata da Tommaso Nannicini: dovrebbe avere undici componenti, per la maggior parte di stampo bocconiano, con qualche innesto anche da Bankitalia. Una struttura che si rifà al National Economic Council della Casa Bianca e che ufficializzerà uno spostamento negli assetti istituzionali: la politica economica si fa nelle stanze di palazzo Chigi, non più negli uffici dei ministeri competenti.

Unità finanza di progetto. Nella legge di Stabilità di quest'anno si è inoltre provveduto a eliminare l'Unità tecnica finanza di progetto (UTFP) istituita presso il Cipe trasferendone i poteri al Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica (Dipe) di palazzo Chigi (lo stesso in cui attualmente lavora la squadra economica di Renzi). Per le funzioni dell'Utfp e di quelle del Nucleo di consulenza per l'attuazione delle linee guida per la regolazione dei servizi di pubblica utilità (NARS), il dipartimento potrà avvalersi complessivamente di un massimo di 18 esperti in materia di investimenti pubblici e finanza di progetto.

Dall'acqua alla scuola. Ma non è solo sull'economia che Renzi vuole tenere le redini ben strette. Attraverso quelle che chiama "strutture di missione" ha creato una serie di cabine di regia a palazzo Chigi con le quali supervisionare e coordinare lavori che, di norma, spetterebbero ai competenti ministeri. È nata così la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, in materia di Ambiente. Poi è nata la Struttura di Missione per il coordinamento e impulso nell'attuazione di interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica, che quindi supervisiona e coordina interventi di competenza del Miur. E infine la struttura di missione per il coordinamento dei processi di ricostruzione dell'Abruzzo, lo sviluppo dei traffici containerizzati nel porto di Taranto e lo svolgimento delle funzioni di Autorità di gestione del POIn "attrattori culturali, naturali e del turismo". Oltre alle strutture di missione per le infrazioni Ue e quella per gli anniversari di interesse nazionale.

È di questi giorni poi la notizia che a palazzo Chigi dovrebbe arrivare come consulente un altro fedelissimo di Renzi, ovvero Marco Carrai. Come scrive Repubblica "l'annuncio del possibile approdo a Palazzo Chigi come responsabile della sicurezza cibernetica di Marco Carrai, imprenditore fiorentino legato da fraterna amicizia al Presidente del Consiglio (che è stato suo testimone di nozze e lo ha avuto come capo segreteria da Presidente della Provincia di Firenze), mette in chiaro e avvia l'infernale partita che, da almeno due mesi, ha messo in fibrillazione gli apparati della nostra sicurezza nazionale. Ne svela la posta. Il Grande Gioco che, di qui all'estate, consegnerà una nuova centralità alla nostra sicurezza cibernetica (business del millennio dalla cornice legislativa ancora appena abbozzata) agganciandola più di quanto non sia stata sin qui alla Presidenza del Consiglio e che, contestualmente, vedrà almeno sei nomine chiave al vertice di Intelligence, Polizia, Finanza, Forze Armate".

Potere su agenzie fiscali e nomine. Ma non è finita qui, come la querelle tra Chigi e il Mef sulla vigilanza sulle società partecipate ci ha dimostrato. Quest'ultima partita si gioca su due fronti: l'azzeramento dei Cda delle società a controllo pubblico, prevedendo un amministratore unico per ciascuna partecipata, e la creazione di un nuovo organo di vigilanza che risponderà direttamente a Palazzo Chigi o al Tesoro (su questo il braccio di ferro dell'ultima settimana).

Questo organismo non si sostituirà alla direzione di vigilanza sulle partecipate che resta al Mef, ma avrà non poco potere: potrà sostituirsi alle amministrazioni pubbliche che non applicano la legge, in pratica commissariandole.

Sempre sul fronte della riforma della Pubblica amministrazione, arriveranno poi, come prevede uno degli articoli del ddl Madia, nuovi decreti che aumenteranno i poteri di palazzo Chigi. La legge delega della PA prevede infatti di porre in capo a palazzo Chigi la vigilanza delle agenzie fiscali (tra cui l'Agenzia delle Entrate di Rossella Orlandi) e la scelta delle nomine pubbliche. Una norma, quella sulle agenzie fiscali, fatta per dare il potere a palazzo Chigi di verificare e far sì che agenzie come quella della Orlandi "si occupino del ruolo tecnico e di non sviare su quello politico", come spiegò il relatore Giorgio Pagliari (Pd) quando la norma venne inserita al Senato.

Secondo l'articolato del ddl Madia, altri decreti delegati dovranno sancire che la scelta delle nomine pubbliche dovrà passare per il Consiglio dei ministri e il potere del premier nella "determinazione" delle risorse finanziarie che dovranno essere utilizzare per mandare avanti gli uffici di diretta collaborazione dei ministri, tenendo conto della loro dimensione e competenze.

Da: bla bla bla18/01/2016 23:06:38
orpo hai scoperto l'acqua calda (senza offesa)
è il colpo di coda dei poteri forti
basta votare queste persone ne va del nostro futuro
w la libertà  abbasso bella ciao

Da: bla bla bla18/01/2016 23:08:37
Orban è un leader

Budapest: nazionalismo e socialismo in una città senza tempo
La svolta che Orban ha impresso al Paese sintetizza sia elementi della tradizione magiara che del passato socialista. E respingendo l'immigrazione combattendo il libero mercato il presidente ungherese è più popolare che mai


Luca Steinmann - Lun, 18/01/2016 - 20:45
commenta
La prima cosa che si nota arrivando a Budapest è il minuzioso impiego dei dipendenti statali in qualsiasi ambito sia possibile avere un'occupazione. In ognuno dei propri spostamenti si può contare sull'aiuto - e sul controllo - di un esercito di omini che, con zelo giapponese, ti sanno dire cosa fare e dove andare.




"L'Ungheria ferma i migranti, ma non piace a Bruxelles
Si è assistiti dall'omino che, all'ingresso dell'aeroporto, ti indica come fermare un taxi; da quello che ti mostra dove sia la stazione degli autobus; da quello che ti assiste nel fare il biglietto alle macchinette automatiche; e dai numerosi controllori che dirigono il traffico umano in ogni stazione della metropolitana.

A fare questi lavori sono soprattutto persone anziane o di mezza età. Il governo ungherese, infatti, deve trovare un'occupazione alle decine di migliaia di ex impiegati delle imprese socialiste che sono state immediatamente chiuse o privatizzate una volta crollato il blocco sovietico. E hanno lasciato per strada tutti i propri lavoratori, che hanno vissuto e vivono tutt'oggi come un dramma l'ingresso nel libero mercato. Molti di loro rimpiangono i servizi che venivano garantiti dal comunismo e sono oggi un massiccio bacino di voti del presidente nazionalista Viktor Orban.

Nazionalismo e socialismo: due visioni del mondo in apparente contrasto reciproco che sopravvivono nell'Ungheria del 2016. E che sono più vigorose che mai. Se infatti l'impronta e socialista e statalista è palpabile nella mentalità delle persone, lo è anche l'orgoglio nazionale. A differenza che in molti Paesi dell'Europa occidentale, infatti, l'attaccamento alla nazione viene spesso esternato senza timore o riverenze, anche e soprattutto dalle nuove generazioni. Ai dipendenti statali si affiancano molti ragazzi ungheresi volenterosi di aiutare i propri coetanei stranieri nei loro spostamenti, soprattutto se li vedono intenti a spiegazzare una cartina della città. Il loro inglese è generalmente di buon livello sia nella pronuncia che nella grammatica e non è raro sentirli elogiare le bellezze della propria città, come se volessero che il turista percepisse il meglio di ciò che c'è. E le statistiche dicono che i partiti più popolari tra i giovani sono quelli conservatori e estrema destra.

Dipendenti statali ex comunisti e studenti istruiti e anglofoni condividono gli stessi spazi e le stesse funzioni. Anche in questo si mescolano nazionalismo e socialismo. La ridefinizione dell'identità ungherese dopo il 1989 passa anche da ciò. La svolta impressa da Orban fa leva su sentimenti di patriottismo, di fede religiosa e di fedeltà alla bandiera nazionale. Ottenendo consensi, paradossalmente, in chi rimpiange il comunismo. Cioè in coloro che vedono la globalizzazione, la finanza internazionale, l'Unione europea e il liberismo economico come dei potenti nemici che affamano il Paese e contro i quali il proprio presidente si erge per difendere la patria e i diritti del popolo magiaro.

"Gli ungheresi hanno bisogno di un leader forte" mi spiega Peter Magyar, giornalista che scrive per l'Ansa. "Prima hanno avuto i re e gli imperatori, poi i dittatori nazionalisti e in seguito quelli comunisti. L'arrivo improvviso del capitalismo è stato una tragedia, perché è stato gestito malissimo dai governi liberali e socialisti che hanno promosso politiche austerità così pesanti da farsi odiare dal popolo. I lampanti casi di corruzione tra le loro fila, poi, ne hanno totalmente compromesso la credibilità. Ad Orban non vi è oggi alcuna alternativa credibile e i suoi consensi sono ai massimi storici".

Budapest, tra tradizione e palazzi sovietici
Budapest, tra tradizione e palazzi sovietici 1Budapest, tra tradizione e palazzi sovietici 2Budapest, tra tradizione e palazzi sovietici 3Budapest, tra tradizione e palazzi sovietici 4Budapest, tra tradizione e palazzi sovietici 5Budapest, tra tradizione e palazzi sovietici 6Budapest, tra tradizione e palazzi sovietici 7
Per le strade di Budapest, in effetti, sono in parecchi a dirsi soddisfatti del proprio governo. Si sentono poche lamentele su come sia stata gestita l'emergenza immigrazione della scorsa estate, anche perché di migranti in giro non se ne vedono più. Sono stati tutti caricati su treni diretti in Germania, Austria e Croazia. Alcuni passanti elogiano il presidente per "aver risolto il problema dei barboni", riferendosi al pugno duro utilizzato dalle autorità contro i senzatetto, altro fenomeno dilagato negli anno 90 a seguito dei licenziamenti di massa. Con Orban il vagabondaggio è diventato illegale ed è punito severamente, cosa che ha scatenato le proteste della Ue ma che sembra aver garantito le simpatie di chi chiede ordine e pulizia. Elementi che, non a caso, sono tipici sia dei regimi comunisti che nazionalisti.

La convivenza tra l'eredità comunista e la tradizione magiara si manifesta anche nell'architettura di Budapest. Le larghe e deleganti strade imperiali e le imponenti e sfarzose cattedrali convivono a fianco del calcestruzzo in stile sovietico. Le icone socialiste non sembrano cozzare contro le simbologie religiose e politiche. Che in Ungheria sono la stessa cosa. I simboli che adornano le chiese, infatti, sono gli stessi che si trovano nelle aule dei tribunali e degli uffici pubblici. I re magiari venivano incoronati e sepolti all'interno delle cattedrali cattoliche ed i simboli delle loro famiglie sono tutt'ora presenti in ogni contesto sia politico che confessionale. E la linea di demarcazione che divide i due ambiti è estremamente sottile.

Anche in questo è dovuto il successo di Orban. Le modifiche da lui inserite nella Costituzione durante il suo ultimo mandato collocano Dio e il Cristianesimo come valori e riferimenti fondanti della nazione ungherese e riconoscono il matrimonio tra uomo e donna come il presupposto necessario per creare una famiglia. In un popolo ancora apertamente cattolico ciò sta dando i suoi frutti, tanto che una consistente maggioranza lo appoggia e lo difende dalle accuse di Bruxelles di stare attuando una deriva autoritaria.

A levare un muro di scudi contro di lui è la stampa dissidente ungherese, che ha organizzato grosse iniziative contro di lui e il suo tentativo di rendere il mondo dell'informazione "organico all'interesse pubblico", come lui stesso ha detto. Una grossa manifestazione di protesta sì è tenuta nel 2010 nella Piazza della Libertà di Budapest. In quella stessa piazza dove si trova la statua di Miklos Horthy, dittatore conservatore che governò il Paese negli anni 30 e 40. Ai piedi di essa vi sono numerose candele accese e mazzi di fiori freschi. A testimoniare che in Ungheria, nonostante tutto, nazionalismo e leader carismatici hanno un seguito consistente. E lo si nota.

@luca_steinmann1

Da: ORPO SEMPLICE 19/01/2016 15:58:26
In partenza gli incarichi da esterni....

Da: ORPO SEMPLICE 19/01/2016 15:59:46
E per quelli nominati POT ....

Questa mattina il Segretario Generale della Federazione DIRPUBBLICA ha conferito mandato all'avv. Carmine Medici di impugnare le incostituzionali POT (Posizioni Organizzative Temporanee) delle Dogane, così come già effettuato per le incostituzionali POT delle Entrate.

Ringraziamo per primi coloro che potrebbero essere considerati estranei alla vicenda, cioè nell'ordine i due imprenditori che sono intervenuti in tutta questa vicenda, i Colleghi pensionati, quelli della Scuola, dei Ministeri della Giustizia, delle Infrastrutture e del Lavoro e quelli dell'Agenzia delle Entrate; allo stesso modo e non per ultimi ringraziamo coloro che potrebbero essere considerati direttamente interessati, cioè i Colleghi dell'Agenzia delle Dogane dei quali, vicino alla mezzanotte, sono giunte le comunicazioni di avere versato quei contributi finali che hanno fatto traboccare il vaso.
Abbiamo,  dunque, circondato le Agenzie; le abbiamo circondate con il nostro Amore, un Amore per la Nazione e lo Stato,  per la giustizia e la legalità; li abbiamo circondati di Amore per il nostro Popolo.

Da: bah !19/01/2016 16:30:17
ma del concorso si sa qualcosa ?

Da: Stiamo aspettando19/01/2016 17:26:03
il decreto del MEF

Hai presente quelli che volevano il concorso subito contro gli incarichi illegittimi?
Quelli che gridavano il loro sdegno verso un'amministrazione poco trasparente?  Ecco... Stiamo aspettando il loro decreto

Da: 19/01/2016 17:50:19
http://www.alessandrianews.it/web-tv/index.php?id=35919

Da: ORPO SEMPLICE 19/01/2016 18:04:34
Mammamia...poradonna...

Da: x orpo semplice19/01/2016 19:34:16
CONDIVIDO L'IMPRESSIONE IN PIENO!! QUESTA SIGNORA E' DIRIGENTE CON IL CONCORSO A 999. POI DIFENDE GRATUITAMENTE, A SPADA TRATTA, L'OPERATO DEI SUOI PREDECESSORI, DICHIARATO INCOSTITUZIONALE E ADESSO CERCA DI BARCAMENARSI PERCHE' UNA VOLTA CHE I FARI SONO STATI FINALMENTE PUNTATI SULL' A.E., POICHE' NON PUO' PIU' OPERARE SOLO CON PROCLAMI NE' POTREBBE CONTINUARE A BLEFFARE SUI NUMERI, ALLORA COMINCIA A METTERE LE MANI AVANTI LASCIANDO INTENDERE UN CERTO VELATO, TIMIDO, MA EVIDENTE DISAPPUNTO PER LA MANCANZA DI MEZZI.
MA NON AVEVANO RAGGIUNTO IN QUINDICI ANNI I VERTICI DELL'EFFICIENZA E DELL'EFFICACIA SOPRATTUTTO SELEZIONANDOSI LA CLASSE SEMIDIRIGENTE NELLE SEGRETE STANZE E SENZA POSSIBILITA' DI ALCUNA CRITICA??? VERAMENTE ...PORADONNA...!!! MA.....ANCHE POVERI NOI!!!

Da: x orpo semplice19/01/2016 19:58:50
ma che patetici.......ormai i ricorsi sono diventati una barzelletta!!!

Da: Sxu19/01/2016 20:42:01
Ma che e' sto concorso 999?

Da: ORPO SEMPLICE 19/01/2016 21:24:32
Saranno una barzelletta, ma alla fine è l'unica forma di controllo contro le nomine clientelari.

Da: x orpo semplice19/01/2016 21:33:18
Quindi tutte le nuove nomine Pos 189 e Pot sono clientelari secondo te? Sapresti dare dei nomi, tanto sono pubblicati?

Da: ORPO SEMPLICE 19/01/2016 21:42:15
Ma no, scherzi. Sono tutti lì xche sono i migliori...anzi come ha detto la o'hara tutti lì x merito....
Addirittura le ultime POS manco provinate...
Cmq i risultati definitivi non ci sono... Provocateur

Da: ORPO SEMPLICE 19/01/2016 21:43:05
Ti darei anche i cognomi
Ma mi piace la suspence

Da: x orpo semplice19/01/2016 21:54:02
Ma tu pensi che con un concorso, aperto a tutti, senza valutazione dei titoli di servizio, non si raggiungeranno gli stessi obiettivi? Allora cosa cambia??? Tutto tampo e fatica sprecata!!!

Da: ORPO SEMPLICE 19/01/2016 22:06:46
Guarda che all'ultimo giro di pos parecchi eccellenti sono caduti....forse non a tutti verrà dato il risultato del test!.
E quali titoli di servizio può avere una persona, figlia di commercialista con incarico dopo 5 anni di cui 4 in maternità e via così ...
Eddai è come le previsioni che si auto-avverano, ho il titolo di servizio xché ti sono passata avanti x raccomandazione. E che titolo di servizio è?

Un po' di obiettività.....

Da: x orpo semplice19/01/2016 22:13:57
Quindi, mi ripeto, secondo te i vincitori delle Pos sono stati tutti raccomandati? così tanto da scavalcare tanti "eccellenti"? Non parliamo poi delle Pos senza alcuna prova o delle Pot!!! Li solo raccomandazione vero?

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