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Sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale - illegittimità incarichi dirigenziali
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Da: ORPO SEMPLICE 14/01/2016 15:38:29
Valutazione dei percorsi di carriera... Inqualificabili.

Da: un covo14/01/2016 15:51:50
"...i principi del modello della executive agency di provenienza anglosassone, sui cui principi è tutt'ora ispirato il sistema delle Agenzie fiscali italiane..."

ah si chiama così quel che c'è stato finora e che vogliono salvare a tutti i costi! principi della executive agency, apperò!

Da: un covo14/01/2016 15:55:06
valutazione dei percorsi di carriera...valutazione da cui chissà perchè il mio pot ha un curriculum che rispetto al mio fa scompisciare dalle risate, valutazione da cui emerge che chi ha anzianità, chi è laureato benissimo, ha abilitazioni, master ecc *chissà perchè* non può reggere il confronto col neolaureato che si ritrova a gestirgli il lavoro...è la valutazione dei percorsi di carriera

Da: X CISL14/01/2016 16:08:33
I percorsi di carriera, se fruttuosi e positivamente effettuati, arricchiscono ed aiutano nel determinare quella preparazione che un concorso serio, senza lottizzazioni sindacali, è sempre stato in grado di far emergere. Chiaro CISL?? Ricordatevi quello che avete fatto nel concorso per 999 dirigenti, dove i percorsi di carriera sono stati annullati da scandalosi punteggi discrezionali attribuiti agli orali a chi rientrava nel piano di lottizzazione dei sindacati, in particolare i confederali. Spartizione da banchetto di sciacalli e iene!! E la spartizione è continuata con il metodo di conferimento degli incarichi dirigenziali!! Lo sanno tutti!!Rispondete!! Ecco perché avete taciuto in occasione della Sentenza della Corte Costituzionale!! Avreste dovuto esultare come garanti dell'equità e della legalità, ma avreste calpestato tutto il vostro pregresso operato e non ne avete avuto il coraggio civile!!! Ora tornate alla carica con posizioni "filo-governative"(Governo dell'AE), invitando a considerare i percorsi di carriera, in essi ravvisando quel  terreno fertile per l'esercizio di ogni discrezionalità necessaria ad assecondare le vostre fameliche aspettative di sottobosco del potere!! Rispondete!! Replicate per piacere!!!

Da: ancora X CISL14/01/2016 16:16:01
Per essere più precisi, il termine "discrezionalità" dovrebbe essere sostituito con "arbitrio" perché tale è stato il criterio prevalente che ha condotto a questo scandalo!! Ma i sindacati dov'erano?? Ognuno attendeva di poter occupare i propri spazi in paziente ma, a turno, premiata attesa.

Da: capra capreee14/01/2016 16:41:18
Mi piace il clima disteso e collaborativo che rende il personale dell'agenzia in perfetta armonia tra di loro.

"In generale chi si dispone a reggere lo Stato abbia sempre presenti questi due precetti di Platone:
primo salvaguardare il bene dei cittadini, di modo che, qualunque cosa facciano, quello soprattutto abbiano di mira dimentichi del loro utile; poi curare tutto il complesso dello Stato, per non trascurare le altre parti mentre ne curano una. Infatti l'amministrazione dello Stato, come la tutela privata, deve avere di mira l'utilità di quelli che ne hanno dato l'incarico, non la propria"
(Cicerone, I doveri)



Poi come tutta la guardia vischiana cade in disgrazia con il ritorno al governo di Berlusconi, nel 2008. E finisce esiliata in Piemonte come direttore dell'agenzia regionale. Qui cerca di dare un volto umano al fisco inventandosi progetti per colf e badanti, per detenuti in procinto di riconquistare la libertà e diventare piccoli imprenditori (e quindi pagatori di tasse) e per i contribuenti di domani, ovvero gli studenti. Un'intenzione ufficialmente fallita, visto che l'agenzia delle entrate torinese nel corso del suo regno finisce nelle cronache locali dei giornali per: una busta con piombini e minacce assortite indirizzata a un funzionario; una dipendente aggredita da un uomo esasperato armato di coltello; un foro di proiettile che buca la vetrina della sede di via Paolo Veronese; impiegati che si timbrano a vicenda il badge per andare a fare la spesa in orario di lavoro. L'operazione-simpatia alla Orlandi non è riuscita, speriamo ora non le riesca l'operazione-antipatia.

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Da: Disgustato 14/01/2016 18:13:26
Che merda che sono, hanno la faccia come il culo e parlano con fetore.
Continuate pure a dare voti a questi signori, poi non lamentatevi delle schifezze che proferiscono con tanta veemenza e ipocrisia.

Da: 14/01/2016 18:31:21
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hphotos-xfa1/v/t1.0-9/420319_103968213061008_949564870_n.jpg?oh=934f79bea3a31caee379f647634e97d5&oe=573BC867

Da: amateci 14/01/2016 19:08:17
Si ma usciamo dall'anonimato o continuiamo ad informarci su come ci prendono per i fondelli ....e come usciamo..... a parte i ricorsi

Da: Hiram14/01/2016 20:03:18
Rivorrere su tutto poi chiedere risarcimento danni. Oramai tutto è fuffa e il governo cadrà e con lui la Orlandi...che tornerà in Toscana...tutto tornerà. ..attenti alle idi di marzo

Da: Hiram14/01/2016 20:05:35
Infatti tornando in Toscana e non in Piemonte, significherà altro incarico fuori Agenzia...come gli altri fue che si sono dimessi oggi dalla Lombardia...meditate gente

Da: bando alle ciance14/01/2016 20:13:11
x hiram

chi sono i due che si sono dimessi in Lombardia?

Da: bandi alla ciancia.14/01/2016 21:26:15
che si sono dimessi in Toscana, Piemonte e Lombardia , se corrisponde al vero. E perchè si sono dimessi. ?

Da: leggere per giudicare.14/01/2016 21:41:35



    


a: ORPO SEMPLICE     14/01/2016 12.15.11
Dal Salfi


Audizione con l'OCSE presso l'Agenzia delle Entrate

-



Intervento della Delegazione SALFi



Si è tenuta nel pomeriggio del 13 gennaio u.s. la prevista audizione delle Organizzazioni Sindacali con l'OCSE, nelle persone del funzionario, dott. Raffaele Russo, Capo missione del team incaricato di istruire e redigere la relazione sulla due diligence, commissionata dal Ministro in ordine al buon funzionamento della macchina fiscale in Italia, e del Consigliere, dott. Ceriani.

Il precitato Organismo ha richiesto alle Delegazioni presenti al tavolo di rispondere alle seguenti due domande:

a)         Autonomia delle Agenzie fiscali;

b)        Effetti della Legge Madia sul sistema agenziale.

L'apertura dei lavori è stata preceduta da un'opportuna presentazione della Delegazione OCSE, a cura del Direttore dell'Agenzia.

Il Segretario Generale ha, sinteticamente, evidenziato i seguenti punti critici che hanno impedito ed impediscono un assetto ed un funzionamento fisiologico del sistema agenziale e che minano, oggi, qualsiasi prospettiva di consolidamento e sviluppo:

a)         Non totale comprensione del modello agenziale a cura dei diversi attori istituzionali e manageriali che ne hanno gestito, a diverso titolo, le sorti nel tempo;

b)        Errore strategico ultradecennale afferente il non tentativo di esportare il modello in seno alla P.A., concentrandosi invece su autorefenzialità, autodichia e autarchia, che hanno scatenato reazioni e interventi legislativi e giudiziari, i cui effetti sono all'evidenza di tutti;

c)         Intervenuto "pactum sceleris" tra finanziamenti, rivenienti dalle convenzioni triennali, ed autonomia gestionale, all'interno del quale si sono consumate "perdite di autonomia, sia organizzativa, sia gestionale, ma soprattutto finanziaria e mission, ruolo e DNA del sistema agenziale";

d)        Esistenza, all'interno delle patologie di cui sopra, di una serie di "concause inibitorie" del consolidamento del modello agenziale e della sua "non comprensione", sia all'esterno della P.A. che all'interno della medesima, fra le quali primeggia ancora il combinato disposto dei seguenti fattori: invadenza dell'intervento politico sull'autonomia gestionale, estremo rapporto fiduciario della dirigenza di vertice con il livello politico, inidoneità generalizzata della classe dirigente di difendere il modello, sviluppandone tutti i valori aggiunti insiti nel medesimo, laddove invece si sono concentrati, spesso, sulla conservazione dell'assetto personale e relative utilities;








              e)         Ripubblicizzazione del rapporto di lavoro, declinato sia attraverso interventi repressivi del legislatore sull'autonomia negoziale e contrattuale delle Agenzie, sia attraverso diversi interventi di razionalizzazione dei costi, lineari, che hanno nei fatti disconosciuto la specificità del Comparto ed in particolare l'autonomia regolamentare e, da ultimo, i "sistemi premiali" per il personale;
f)         Interventi legislativi di facciata, quali ad esempio Legge Delega riforma fiscale e Legge Madia, che, all'interno dell'alibi della manutenzione straordinaria del sistema e della riorganizzazione della P.A., hanno, nella sostanza e negli effetti, implicitamente abrogato la regolamentazione specifica delle Agenzie fiscali;

g)        Assenza di consenso sociale, di adeguata comunicazione esterna al sistema, di convinta difesa del modello a cura delle Confederazioni Sindacali e, da ultimo, delegittimazione governativa e giudiziaria, che hanno contribuito a indebolire il sistema agenziale, rendendolo oggetto di facili strumentalizzazioni e minandone il futuro;

h)        Legislazione fiscale assolutamente deviante sull'obiettivo politico proclamato, ma non vissuto, circa un'incisiva lotta all'evasione, che ha provocato come effetto finale non solo la non incisività dell'azione amministrativa, ma anche la non credibilità e soprattutto la non necessità di investire sul sistema agenziale in risorse, mezzi e sostegno politico;

i)          Esigenza che la storica governance, ancorata al MEF, sia rivisitata in termini di reale contributo a garantire una gestione degli obiettivi convenzionali, in termini qualitativi e di massima trasparenza;

j)          Esistenza di un'intollerabile forbice retributiva che, laddove sembra l'unico elemento positivo riveniente dal sistema per gli alti livelli retributivi della dirigenza, ha lasciato la massa delle lavoratrici e dei lavoratori senza contratto da sette anni, senza sviluppi professionali, senza salari accessori ed in particolare con politiche di formazione e di carriera e di sistemi valutativi, assolutamente fonte di contenzioso perenne, interno ed esterno;

k)         In merito alla Legge n. 124/15 (Legge Madia) e, in particolare agli artt. 8 e 11, trattasi di un intervento che, lungi dal rispettare e valorizzare le varie tipologie di autonomia del sistema agenziale, ha normato, in senso burocratico e pubblicistico, istituti non solo strategici, ma di competenza strettamente contrattuale - negoziale, quali ad esempio Testo Unico sulla trasparenza, l'assetto della dirigenza, il nuovo assetto funzionale organizzativo in materia di progressioni di carriera e semplificazione delle procedure, la rivisitazione dei sistemi di formazione, i nuovi conferimenti di incarichi dirigenziali, i relativi sistemi di valutazione, conferenza dei servizi, ecc..

In linea generale, quanto sopra dimostra che le tante criticità da tempo segnalate dalla Federazione CONFSAL-SALFi, in diverse sedi istituzionali, lungi dall'essere state sottovalutate, sono state colposamente ignorate e talvolta anche dolosamente, le cui soluzioni sono state rinviate sine die, cristallizzando così una "patologia di sistema" dalle prospettive le più imprevedibili, atteso che l'esistente "bivio" tra eliminazione delle Agenzie, ovvero ripubblicizzazione del rapporto di lavoro, hanno implicazioni complesse, delicate e tutte di rilevanza politica.

Da ultimo, il Segretario  Generale ha richiamato ulteriori aspetti patologici che impongono seri interventi, che saranno completamente esplicitati in seno al Consiglio Nazionale del 5, 6 e 7 febbraio p.v., quali, ad esempio, i sistemi premiali per il personale, il ripristino dell'attrattività delle Agenzie fiscali, i sistemi di valutazione per la "dirigenza di vertice" e la necessità, in sintesi, che il sistema dedichi attenzione oltre che ai due pilastri "pubblicitari," quali compliance e selettività dei controlli,  anche alle relazioni sindacali, fortemente penalizzate da normative quali la Brunetta et similia, alle esigenze ed alle aspettative del personale tutto, per evitarne una generale demotivazione, defidelizzazione e scollamento dagli obiettivi convenzionali, convinto com'è dell'assenza di prospettive di carriera e di remunerazione all'interno di un lavoro che, oltre ad essere eccessivamente sfidante, in termini di pretese e rendimenti, appare oggi per nulla apprezzato nel sistema Paese.



L'incipit del Segretario Generale ha registrato l'esternazione dell'orgoglio di appartenenza all'Agenzia delle Entrate e lo spirito assolutamente costruttivo nell'analizzare con "stile TAC" l'attuale situazione, laddove il pensiero era ed è rivolto alle migliaia di colleghe e colleghi che dall'esperienza del sistema agenziale, a tutt'oggi, poco o nulla hanno ricevuto.

Rispondi

Da: bla bla bla    14/01/2016 14.05.51
segaioli paraculi
Rispondi

Da: ORPO SEMPLICE     14/01/2016 15.04.51
Stessa riunione, ma per la CISL

OBIETTIVO PRIMARIO: SUPERARE L'ACCORPAMENTO DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE CON L'AGENZIA DEL TERRITORIO

In Italia la lotta all'evasione fiscale sembra, secondo molti osservatori,  non essere stata una priorità per i Governi che si sono succeduti negli ultimi anni, ciò anche dal momento che tutta una serie di norme riorganizzative, varate fin dal 2013, hanno finito per indebolire senza alcuna ragione la macchina organizzativa dell'amministrazione fiscale.
Si tratta di misure che, attraverso accorpamenti delle diverse strutture amministrative, per lo più irrazionali, hanno peggiorato l'efficacia operativa delle Agenzie e, quindi, il contrasto all'evasione.
Di conseguenza, mentre nel nostro Pese dilaga l'evasione fiscale (stimata in circa 180 miliardi di euro) , la governance dell' Agenzia delle Entrate si sta preoccupando da anni di procedere on the job all'integrazione di realtà organizzative totalmente diverse ed incompatibili.
L'una, l'Agenzia delle Entrate, composta da circa 33.000 funzionari e dirigenti preposti alla gestione dei tributi e al contrasto all'evasione fiscale, l'altra, l'Agenzia del Territorio, costituita da circa 9.000 dipendenti, per lo più tecnici, preposti alla rilevazione e misurazione del patrimonio immobiliare.
Nell'accorpamento dell'Agenzia del Territorio con quella delle Entrate, nessuna razionalizzazione, nessuna sinergia, nessun significativo efficientamento è realizzabile, tanto diverse sono la gestione dei tributi e la rilevazione e misurazione del patrimonio immobiliare. Al contrario, è facile vedere come la fusione sia solo apparente, mentre è aumentata la complessità organizzativa e rallentata la velocità dei processi decisionali.
Si tratta, in sostanza, di una tipica operazione di facciata. Vengono accorpate strutture con mission e operatività del tutto differenti, la cui unione non comporta alcuna sinergia.
Anche dal confronto con i modelli organizzativi degli altri Paesi europei non emerge una tendenza all'accorpamento di entrate e catasto né, tantomeno, dei giochi alle dogane.
A questo punto delle due l'una: o l'efficacia del fisco non è tutt'ora considerata una priorità per l'uscita dalla crisi  - anche se tutto l'attuale dibattito politico direbbe il contrario -  oppure il Ministero dell'Economia e delle Finanze si dovrà dotare di  un presidio tecnico-giuridico più adeguato, che impedisca al Parlamento di introdurre misure organizzative e operative così inconcludenti ed equivoche ed elabori da subito una nuova strategia anti-evasione basata su poche efficaci misure di sicuro valore dissuasivo e di agevole applicazione.
A questo proposito vale la pena segnalare che il Ministro Padoan non ha delegato alcun Sottosegretario alla macchina del fisco.
La CISL FP ha espresso più volte ed in tutte le sedi la propria motivata e netta contrarietà agli accorpamenti sopra descritti, proponendo un deciso passo in avanti, una vera riforma cioè che preveda la istituzione di una unica Agenzia, che potrebbe essere denominata "Agenzia del Fisco", da strutturare in cinque Dipartimenti, quattro per ciascuna attuale funzione fiscale ed uno per l'accorpamento di tutte le attività NO CORE,  riducendo dunque ad unicità tutte le funzioni sovrapponibili, a partire, esemplificatamente, dalla gestione delle risorse umane.
AGENZIA DELLE ENTRATE: PER UNA AMMINISTRAZIONE VICINA AI CITTADINI
Analogamente la CISL FP si batte per una profonda revisione dell'assetto organizzativo interno, oggi centrato sull'allocazione a livello provinciale delle strutture di controllo con progressiva riduzione degli uffici territoriali.
La CISL FP ha ripetutamente contestato questo sostanziale arretramento della presenza del fisco sul territorio che ha ridotto il numero degli uffici con funzioni di controllo fiscale e di servizio ai cittadini
STABILIZZARE IL SISTEMA DI FINANZAMENTO
Il finanziamento delle Agenzie è oggi fortemente esposto alle contingenze annuali della finanza pubblica che, come è naturale,  non tengono conto della differenza essenziale che esiste tra le Agenzie Fiscali e la generalità delle amministrazioni pubbliche: l'Agenzia delle Entrate, infatti, piuttosto che una struttura di spesa, è soprattutto una struttura di entrata, dato che assicura al bilancio dello Stato e degli enti territoriali, e quindi all'intera collettività nazionale, circa l'80% delle entrate tributarie.
Va ribadito inoltre come il costo del personale dell'Agenzia non è semplicemente una spesa a titolo "fornitura di servizi", ma è, in sé, una spesa produttiva, destinata a generare (a beneficio di tutta la collettività nazionale e dei servizi che sono chiamate a fornire le amministrazioni pubbliche) molte più risorse finanziarie di quante non ne consumi.
L'attuale sistema di finanziamento delle Agenzie presenta un'evidente contraddizione di fondo. Da un lato, le Agenzie, sulla base di una convenzione triennale, assumono precise obbligazioni di risultato nei confronti del proprio principal, rappresentato dall'autorità di Governo, e a fronte di queste obbligazioni vengono ad esse assegnate, per il triennio di riferimento, determinate risorse finanziarie. Dall'altro lato, però, l'esigibilità di queste risorse non è affatto assicurata - come sarebbe in qualunque rapporto obbligazionario giuridicamente perfetto - ma può essere sempre revocata dalla parte politica in relazione ai tagli disposti annualmente dalla legge finanziaria o dai provvedimenti di contenimento della spesa pubblica.
Una lucida considerazione dell'interesse generale dovrebbe invece portare alla conclusione che è indispensabile garantire alle Agenzie stesse risorse finanziarie certe per conseguire gli obiettivi sempre più elevati posti dall'autorità politica e dal Paese in generale.
Per le ragioni evidenziate, è di vitale importanza pervenire a un sistema di finanziamento il più possibile "sganciato" dalle logiche contingenti di equilibrio della finanza pubblica, che garantisca la disponibilità giuridica delle risorse in modo coerente con il carattere triennale della Convenzione pur in presenza di un opportuno sistema di controllo strategico, di gestione e operativo.
Andrebbe inoltre  espressamente prevista l'assoluta "blindatura" nei confronti di ogni intervento volto al contenimento della spesa pubblica. Tale blindatura rappresenta un irrinunciabile presupposto per mettere al riparo l'azione amministrativa delle Agenzie da successivi e imprevisti interventi di riduzione degli stanziamenti, che finirebbero per influire negativamente sugli effetti quali-quantitativi delle loro attività.
A tale riguardo si può citare l'esempio di un Paese europeo, la Spagna, che nel proprio ordinamento prevede espressamente che le dotazioni finanziarie assegnate alla propria Agenzia tributaria (AgenciaEstatal de Administración Tributaria) rientrano nel novero di quelle spese rispetto alle quali nessun intervento successivo di finanza pubblica può avere effetto, atteso il ruolo cruciale svolto dall'Agencia nell'interesse primario della collettività
SUPERARE LO SPOIL SYSTEM
Uno dei punti cardine della riforma dell'ex Ministero delle Finanze in Agenzie Fiscali è stato, appunto, la separazione tra indirizzo politico e gestione. Le Agenzie traducono in atti amministrativi le scelte di politica fiscale. Ciò premesso, la CISL FP contesta la motivazione che ha indotto il legislatore ad estendere le norme dello "spoil system" anche ai direttori delle Agenzie.
Il sistema dello spoil system  -  che in assoluto lascia tutt'ora spazi a dubbi e incertezze anche sul piano della legittimità costituzionale per il rischio evidente della "politicizzazione" della dirigenza a discapito del principio di imparzialità previsto dall'art.97 della Costituzione - applicato alle Agenzie Fiscali potrebbe avere un effetto devastante, laddove la sostituzione di un direttore di Agenzia non fosse legata a valutazioni di tipo meritocratico ma alla vera o presunta appartenenza a schieramenti politici di vario colore.
Non a caso, infatti, la Costituzione Italiana non ammette il referendum abrogativo  su leggi tributarie,   proprio perché il fisco, in quanto garanzia di sopravvivenza per lo Stato, non può piegarsi a interessi di natura politica (seppur diffusi). Tanto meno, ritiene la CISL FP, può essere piegato alla politica chi, la macchina del fisco la guida.
ACCESSO ALLA DIRIGENZA E PERCORSI DI CARRIERA
Anche su questi temi, secondo la CISL FP le Agenzie Fiscali debbono legittimamente chiedere al legislatore speciali e contingenti misure derogatorie al sistema di reclutamento ordinario incapace di intercettare le professionalità migliori, mantenendo cioè i principi del modello della executive agency di provenienza anglosassone, sui cui principi è tutt'ora ispirato il sistema delle Agenzie fiscali italiane. Contestiamo insomma il modello di reclutamento della dirigenza semplicemente basato su concorsi - magari a quiz -  con selezioni comunque sganciate dalla valutazione di percorsi di carriera che, inevitabilmente, se introdotte nelle Agenzie fiscali (ma non presenti in altre amministrazioni pubbliche come il settore diplomatico, le prefetture, la Banca d'Italia) provocando una sostanziale "despecializzazione" del quadro dei dirigenti del fisco rischierebbero di impedire il raggiungimento dei risultati e demotiverebbero l'iniziativa dei funzionari.

Da: ORPO SEMPLICE 15/01/2016 06:12:21
Un incarico da poco assegnato ma già contestato in sede giudiziaria. E un altro che tarda ad essere assegnato sebbene il governo si fosse impegnato a provvedere entro il 2015. Al dipartimento per le Politiche europee della Presidenza del Consiglio si fatica a trovare la quadra. Malgrado la delicatezza delle funzioni alle quali la struttura è preposta. A cominciare dalla prevenzione del contenzioso comunitario. Ossia delle multe comminate all'Italia dalla Corte di giustizia europea per violazione degli obblighi di appartenenza all'Ue e che pesano attualmente sull'erario per circa 160 milioni di euro. Un salasso per le casse dello Stato, nonostante il numero complessivo delle procedure d'infrazione a carico del nostro Paese sia sceso da 121 a 89 dall'insediamento del governo guidato da Matteo Renzi ad oggi.

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UFFICI STRATEGICI Eppure alcuni ruoli chiave continuano a rimanere scoperti o ad alimentare ricorsi in sede amministrativa. I nodi riguardano in particolare due uffici del dipartimento guidato da Diana Agosti, moglie dell'ex presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio durante il governo guidato da Mario Monti e, successivamente, vice ministro dello Sviluppo economico con Enrico Letta. Si tratta del Servizio informative parlamentari e Corte di Giustizia Ue e della Struttura di missione per le procedure d'infrazione alla normativa Ue. Tra i compiti del primo c'è quello di provvedere "all'adeguamento coerente e tempestivo delle amministrazioni pubbliche agli atti dell'Unione europea" e di "prevenire il contenzioso dinanzi alla Corte di giustizia" dell'Ue. Compiti fondamentali vista la portata economica delle multe inflitte all'Italia da Bruxelles. Sanzioni che, come disposto dall'ultima Legge di stabilità, saranno pagate con le risorse del "Fondo recepimento normativa europea", gestito dal ministero dell'Economia, la cui dotazione è stata aumentata di 50 milioni di euro per il 2016 e di 100 sia per il 2017 che per il 2018. Fermo restando il diritto di rivalsa dello Stato nei confronti delle amministrazioni responsabili delle violazioni sanzionate all'Unione europea.

TUTTI AL TAR Nel frattempo, per coprire il ruolo di dirigente del Servizio informative parlamentari, nell'aprile 2015, la presidenza del Consiglio ha attivato una procedura d'interpello con carattere d'urgenza. Una procedura, di recente, duramente contestata dalle sigle sindacali Dirstat e Unadis. Tra i candidati è stato individuato l'assegnatario dell'incarico che, tuttavia, "per sopravvenute ragioni di ordine personale e familiare" ha rinunciato. A questo punto, la scelta è ricaduta su Aurelio La Torre che ha ottenuto l'incarico lo scorso ottobre. Una decisione, però, contro la quale Pietro Maria Paolucci, uno degli esclusi risultato idoneo all'interpello, ha presentato, tramite il suo legale Francesco Vannicelli, ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio contestando la legittimità della nomina del collega avvenuta - secondo i rilievi del ricorrente sintetizzati nell'avviso di camera di consiglio - "prescindendo dalla procedura di interpello avviata". Paolucci chiede in via cautelare la sospensione del provvedimento e la rivalutazione dell'interpello in suo favore. Oltre all'annullamento della nomina. Un ricorso che chiama in causa direttamente anche la Presidenza del Consiglio e sul quale i magistrati si pronunceranno il 27 gennaio.

SEDE VACANTE Ma non è tutto. C'è da sciogliere il nodo della Struttura di missione per le procedure d'infrazione alla normativa Ue ancora priva di un coordinatore. Si tratta di un altro ufficio chiave in tema di multe comminate dall'Unione europea. Ad esso è demandato, tra gli altri, il compito di "prevenire l'insorgere del contenzioso Ue e di rafforzare il coordinamento delle attività volte alla risoluzione delle procedure d'infrazione". Intervenendo, ove possibile, in un momento "perfino anteriore all'apertura formale delle procedure" stesse. Lo scorso novembre, intervistato da Il Messaggero, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei Sandro Gozi (nella foto) aveva preso un impegno preciso: "Abbiamo ereditato una struttura indebolita e disorganizzata. Quindi serviva una rivoluzione. Riorganizzato il rapporto tra livello politico e amministrazione proprio in questi giorni è stata coperta la figura di coordinatore informative parlamentari (sulla cui nomina dovrà ora pronunciarsi il Tar, ndr). Il capo Struttura di missione sarà trovato invece entro l'anno". Solo che il 2015 è finito e la casella è ancora vuota.

Da: ORPO SEMPLICE 15/01/2016 06:13:23
Un vespaio così non si era mai visto a Palazzo Spada. Al Consiglio di Stato è scoppiata un'altra bomba dopo le polemiche seguite alla nomina del nuovo presidente. Questa volta Palazzo Chigi non ha chiesto che l'organo di autogoverno della magistratura amministrativa esprimesse un nominativo su cui apporre, come di consueto, un semplice sigillo. Ma ha invece preteso una rosa di cinque candidati su cui poter scegliere autonomamente. E alla fine ha puntato su Alessandro Pajno. Il primo effetto? Le dimissioni di Stefano Baccarini, che era in cima a quella lista di candidati e che, comunque, se ci si fosse attenuti alla prassi seguita da sempre, sarebbe oggi il nuovo presidente del Consiglio di Stato.

PORTE SBATTUTE Già segretario generale della Presidenza del Consiglio e sottosegretario all'Interno durante il governo Prodi che schierava Giuliano Amato al Viminale, Pajno è stato anche capo di gabinetto tra l'altro di Carlo Azeglio Ciampi quando era al Tesoro. E di Sergio Mattarella (all'epoca ministro della Pubblica Istruzione) a cui lo lega un solido rapporto di amicizia. Un profilo di altissimo e indiscusso valore.  Come pure quello degli altri candidati, Filippo Patroni Griffi, Sergio Santoro, Raffaele Carboni. E appunto Baccarini, da molti definito un tecnico puro. Che, dopo lo sgarbo del governo, ha deciso di sbattere la porta e andarsene. Le dimissioni, finora sono passate inosservate. Ma solo all'esterno mentre il clima è di grande scompiglio nel palazzo a due passi da Campo dei Fiori a Roma, da sempre fucina inesauribile di potentissimi mandarini di Stato chiamati in ruoli chiave nei governi più disparati.

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DEPERIMENTO ORGANICO Ma il vento  sembra essere cambiato a Palazzo Spada: qui sono in molti a temere che quella del governo Renzi non sarà una rivoluzione gentile. Perché sulla 'normalizzazione' del Consiglio di Stato e dei tar si gioca una partita decisiva, sia sul piano sostanziale che di immagine: i lacci della giustizia amministrativa sono un nemico ideale su cui costruire lo storytelling del governo del fare. Ma che gli viene impedito dal lento che non vuole farsi veloce e dal vecchio che non vuole lasciare spazio allenovità. Il gesto di Baccarini non è meno clamoroso delle dimissioni, a settembre scorso, dell'allora presidente del Consiglio di Stato, Giorgio Giannini. Che inutilmente aveva denunciato la grave carenza di organico che si sarebbe prodotta a partire dal 1 gennaio 2016 per effetto delle nuove norme che hanno abbassato l'età del pensionamento dei magistrati. Le sue sollecitazioni al governo non ricevettero alcuna risposta e Giannini prese atto che era il caso di farsi da parte. Non era mai accaduto prima.

APPALTI ROVENTI Risolto il nodo della casella più importante, a Palazzo Spada è atteso un giro di poltrone nelle diverse sezioni che riflettono la doppia natura, consultiva e giurisdizionale del Consiglio di Stato: un valzer peraltro già iniziato con l'avvicendamento di Sergio Santoro (come detto nella rosa dei cinque che ha visto però prevalere il curriculum di Pajno) alla presidenza della sesta sezione al posto del dimissionario Baccarini. Un riassetto complessivo  verrà definito a stretto giro dal neo presidente Pajno che determinerà, con decreto, la funzione di ciascuna delle sezioni (consultiva o giurisdizionale), ma soprattutto il riparto degli affari da assegnare e cioè le materie di competenza.  Prima ci sarà il suo insediamento formale previsto fra poco più di un mese alla presenza delle più alte cariche dello Stato. E sono in molti a scommettere che già in quell'occasione si comincerà a delineare il quadro della riorganizzazione della giustizia amministrativa in particolare per quel che riguarda la supervisione sulla delicata materia degli appalti.

ALLA CARICA Intanto il presidente ha già scelto il suo uomo macchina e cioè il nuovo segretario generale del Consiglio di Stato: si tratta di Mario Torsello, un curriculum che non lascia spazio all'immaginazione. Tra i tantissimi incarichi quello di consigliere giuridico alla Presidenza del consiglio durante i Governi Amato e Ciampi, di capo dipartimento a Palazzo Chigi durante i governi Prodi  e D'Alema; capo del legislativo del ministro dei Beni Culturali durante i due governi Berlusconi inframezzati dal suo incarico di capo di gabinetto al ministero per i rapporti con il Parlamento durante il governo Prodi II. Da ultimo è stato capo di gabinetto del ministro dello Sviluppo e delle infrastrutture Corrado Passera durante il governo Monti. Molto attesa è anche la nomina, da parte del Consiglio di presidenza, della figura del presidente aggiunto, una sorte di vice: anche qui la scelta sarà significativa della volontà di trovare (o meno) una corrispondenza al nuovo corso imposto dall'esecutivo Renzi.

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ARRIVANO I NOSTRI Infine sono attesi i rinforzi, sempre da Palazzo Chigi, che dovrebbe a breve nominare una decina di profili per rimpinguare l'organico delle sezioni consultive, ma anche di quelle giurisdizionali del Consiglio di Stato. Un organico che, come aveva facilmente previsto l'ex presidente Giovannini, è davvero ridotto al lumicino: attualmente sono in carica al Consiglio di Stato 18 presidenti di sezione e 38 consiglieri in tutto rispetto ad un organico complessivo che normalmente si assesta a quota 105 tra presidenti e consiglieri. Per i concorsi, con cui per legge si può coprire un quarto dei posti vacanti, ci vorrà tempo, forse un anno o più. Escluso che un apporto massiccio possa venire dei tar (anch'essi pesantemente sotto organico), l'unica strada ormai rimasta è un'infornata da parte del governo che potrà nominare professori universitari o avvocati ma anche, c'è da scommetterlo, dirigenti generali dei ministeri, degli organi costituzionali e delle altre amministrazioni pubbliche.

Da: ORPO SEMPLICE 15/01/2016 06:34:17
L'iter per la decadenza di Giancarlo Galan da deputato comincerà la prossima settimana. Il caso era all'ordine del giorno della seduta della giunta per le elezioni, ma il Pd non si è presentato, suscitando le critiche del Movimento 5 Stelle: "E' intollerabile - dice il capogruppo in commissione Davide Crippa - che Giancarlo Galan sia ancora un deputato della Repubblica nonostante la sua condanna definitiva. Questo succede perché il Partito democratico ha disertato per ben due volte la Giunta per le elezioni permettendo a Forza Italia e Ncd di prendere tempo". Secondo Crippa "la diserzione di massa del primo partito del Parlamento non può essere casuale. Evidentemente è arrivato un ordine di scuderia per permettere all'ex governatore del Veneto Giancarlo Galan di continuare a percepire soldi pubblici per più tempo possibile. Parliamo di un comportamento vergognoso che fa sponda all'illegalità".

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Ma la spiegazione dello slittamento della giunta per le elezioni arriva da Giuseppe Lauricella, capogruppo del Pd nell'organismo che dovrà dare il via all'iter per la decadenza dell'ex ministro, secondo la legge Severino. "Stupisce la dichiarazione dell'onorevole Crippa sui lavori della giunta delle Elezioni sul caso Galan - sottolinea - Avendo chiarito con lui che il Pd vuole senza dubbio andare avanti sulla decadenza di Galan nella riunione della prossima settimana, le polemiche strumentali lasciano francamente il tempo che trovano".

Galan ha patteggiato due anni e 10 mesi per corruzione nell'inchiesta sul Mose. La sentenza è definitiva dal luglio scorso, ma, oltre che parlamentare, Galan è rimasto anche presidente della commissione Cultura di Montecitorio. Questo perché non esiste un modo per sfiduciare i presidenti di commissione, Forza Italia ha sempre fatto resistenza contro questa opportunità e quindi si è dovuto attendere le dimissioni dello stesso Galan. Quest'ultimo, ad ogni modo, potrà percepire il vitalizio. Nel frattempo, però, per pagare i 2 milioni e 600mila euro di risarcimento sui quali si è accordato con il tribunale ha dovuto vendere Villa Rodella, la sua lussuosa residenza sui Colli Euganei.

Da: postato da Orpo Semplice15/01/2016 08:40:25
ACCESSO ALLA DIRIGENZA E PERCORSI DI CARRIERA
Anche su questi temi, secondo la CISL FP le Agenzie Fiscali debbono legittimamente chiedere al legislatore speciali e contingenti misure derogatorie al sistema di reclutamento ordinario incapace di intercettare le professionalità migliori, mantenendo cioè i principi del modello della executive agency di provenienza anglosassone, sui cui principi è tutt'ora ispirato il sistema delle Agenzie fiscali italiane. Contestiamo insomma il modello di reclutamento della dirigenza semplicemente basato su concorsi - magari a quiz -  con selezioni comunque sganciate dalla valutazione di percorsi di carriera che, inevitabilmente, se introdotte nelle Agenzie fiscali (ma non presenti in altre amministrazioni pubbliche come il settore diplomatico, le prefetture, la Banca d'Italia) provocando una sostanziale "despecializzazione" del quadro dei dirigenti del fisco rischierebbero di impedire il raggiungimento dei risultati e demotiverebbero l'iniziativa dei funzionari.
E SE LA CISL AVESSE RAGIONE ? e SE AVESSIMO SBAGLIATO TUTTO ?  E se ci avessimo buttato la zappa sui piedi. E se avessimo intavolato controversie legali, quanto mai costose contro,noi stessi, i nostri stessi diritti, gli stessi nostri interessi.? Abbiamo distrutto la figura dell'incaricato, poi ci apprestiamo a distruggere la figura POT e POS. Ed allora la carriera dei dipendenti fiscali si ferma a capo-team mentre a coprire i posti dirigenziali saranno chiamati elementi esterni contrariamente a quanto avviene in tutte le Amministrazioni dello Stato. Il tutto provocando una sostanziale " despecialiazzazione " del dirigenti del fisco e demotivando il lavoro dei funzionari. Vuoi vedere che i dipendenti delle altre Amministrazioni sono stati più scaltri di noi, non hanno instaurato nessuna controversia legale, non hanno perso la possibilità di fare carriera internamente, non hanno addirittura perso la possibilità di occupare posti intermedi ? E mai possibile che ci debbano difendere dall'esterno mentre noi per dispetto ci facciamo tagliare le palle , siamo l'amministrazione più conflittualizzata, mentre le altre amministrazione fanni i.....fatti loro. Chi ha avuto questa felce idea di diffidare di nominare dirigenti e vice dall'interno, di chiedere addirittura la diminuizione delle figure dirigenziali, di deuperare possibilità di carriera interna man mano che si alternavano i pensionamenti, di chiedere addirittura soppressione delle altre posizioni organizzative, facendo la fortuna e gli interessi del datore di lavoro. Le cause si dovevano impostare divero e non un'erba un fascio : si dovevano perseguire chi occupava un posto non spettante,gli incapaci, i non idonei,  non avendo i titolo e la specializzazione e farlo sostituire con chi avente diritto, sempre interno. . Si doveva fare causa esclusivamente al raccomandato, al politicizzato o al sindacalizzato privo dei requisiti per occupare quel posto e cederlo a chi ne aveva diritto MA SEMPRE DALL'INTERNO e non dall'esterno. CHI HA AVUTO QUESTA MANIA DI AUTODISTRUZIONE ? Magari, e chissà, preso dalla megalomania o, poveretto, affascinato da qualche uomo politico, che resosi conto di aver sbagliato tutto è scomparso dal video. magari iniziative prese da chi per titoli o non appartenenza all'Agenzia e quindi privo di aspirazione carrieristica ha pensato " muoia Sansone con tutti i Filistei " ben sapendo che lui non è Sansone e nè un filisteo. ? Bha, ragazzzi riflettiamo con serenità e onestà, pregando i sindacalizzati di non entrare nella discussione dal momento di guai già ne hanno fatto troppo.,

Da: ORPO SEMPLICE 15/01/2016 09:22:55
Che la CISL abbia ragione... E dopo 15 anni di assenza di concorsi e persorsi di carriera pilotati... Smettila di fumare sostanze psicotrope

Da: casso15/01/2016 09:49:57
Ma un casso di concorso, anche solo per interni, ma gestito da un organo terzo e imparziale, non si puo avere? Prove scritte, e orale. Per fare i funzionari si richiede la luna, per fare i dirigenti...basta che ci "conosciamo".
Ma questa roba è delirante...
E un funzionario che non diventa dirigente perché non supera un concorso regolare non potrà recriminarsi nulla, se non di non essere stato bravo. Con l attuale gestione invece si cercano solo relationship...ammiccamenti..intese...sottomissioni.
Che schifo.

Da: Giuseppe15/01/2016 09:53:31
Un concorso serio duro basato su quiz e colloquio è il metodo migliore legittimo per il reclutamento dei dirigenti.

Il resto è illegalità consociaticismo clientelismo inefficienza inettitudine.

Gli incaricati sono il passato l'illegittimità assoluta della loro nomina è stata acclarata dalla Suprema Corte Costituzionale.

Da: Sara15/01/2016 09:56:42
E' cosi, non è possibile essere d'accordo con le strampallate idee Cisl e direi Salfi.
Ci vuole una classe dirigente preparata assunta con trasparenza obiettività legalità, senza ricatti di amanti e compari.

E l'unica via è il concorso, per motivare i funzionari che non hanno aspettative di carriera ci sono i premi alla produttività, gli incarichi di capo team, reparto etc.

Non si può tornare indietro la strada è segnata.

Da: bla bla bla15/01/2016 12:57:21
io ho sempre sostenuto che per lavorare in agenzia o mef non occorre essere geni.
Non occorre essere un David Bowie per lavorare da voi.
Per cui concorso per tutti e vinca il migliore
ps meno male Bowie è morto felice di avere realizzato musica eccelsa.
Voi producete carta utile al 59% (la percentuale di sentenze favorevoli all'amministrazione che permette di avere premi immeritati agli incaricati di turno)

Da: ORPO SEMPLICE 15/01/2016 13:24:24
Guarda che i premi li becchi anche x un accertamento eventualmente ridotto in mediazione o perso in giudizio...

Da: FINALMENTE QUALCUNO CHE LO DICE!!!15/01/2016 13:39:09
Nell'accorpamento dell'Agenzia del Territorio con quella delle Entrate, nessuna razionalizzazione, nessuna sinergia, nessun significativo efficientamento è realizzabile, tanto diverse sono la gestione dei tributi e la rilevazione e misurazione del patrimonio immobiliare. Al contrario, è facile vedere come la fusione sia solo apparente, mentre è aumentata la complessità organizzativa e rallentata la velocità dei processi decisionali.
Si tratta, in sostanza, di una tipica operazione di facciata. Vengono accorpate strutture con mission e operatività del tutto differenti, la cui unione non comporta alcuna sinergia.
Anche dal confronto con i modelli organizzativi degli altri Paesi europei non emerge una tendenza all'accorpamento di entrate e catasto

Da: ORPO SEMPLICE 15/01/2016 16:06:45
No, così gli immobili che x loro natura... Non si spostano...li tassiamo meglio...dal 2006 è la scoperta dell'acqua calda... Più o meno come per gli studi di settore, meglio un euro da tutti che chiederne 100 a Dolce e Gabbana...

Da: bla bla bla15/01/2016 16:46:19
Gino Bartali, 60 e più anni fa, commentò ed è sempre attuale:
l'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare.
Bartali è andato, è subentrato un pagliaccio toscano che non arriva alle ginocchia del suo compaesano.

Da: SIAMO NOI I PIU'' BELLI?15/01/2016 16:56:46
Noi siamo i più bravi, i più preparati, dottori, 110/110 e lode, masterizzati, cultori della materia, nessuno è uguale a noi, il resto della P.A. e nulla in confronto; i fannulloni non siamo noi ma gli altri, siamo noi ad avere diritto alle nomine dirigenziali, ad un concorso tutto nostro, che non partecipino in tanti, diritto ad avere prima degli altri le domande e le risposte, dobbiamo essere valutati sul campo e non con normali selezioni come nelle altre aministrazioni, vanno riconosciute le nostre capacità professionali, siamo dei geni, bravi, intelligenti, e belli, lavoriamo con spirito altruistico per il bene della nazione, lo stipendio è dato in beneficenza, non ci serve, ci basta sapere che facciamo il bene degli altri, il paese e grande grazie a noi, siamo orgogliosi e gli altri sono orgogliosi di noi tutti, nessuno e paragonabile, il resto e miserevole, solo non sappiamo fare il nostro lavoro e nessuno è in grado, nessuno può arrivare dall'esterno.
I PIU' BELLI SIAMO NOI

Da: SONO D''ACCORDO15/01/2016 17:11:43
con chiunque invochi un concorso serio, trasparente,in cui vinca veramente il migliore.  E l'Agenzia vanta infiniti dipendenti e professionisti veramente capaci e meritevoli. Sono d'accordo con chi ritiene che si è sbagliato riducendo numericamente ( e in modo esagerato ) la possibilità di vincere un concorso chiesto sdallo stesso sindacato. Tutte le altre amministrazioni si sono guardate bene dal chiedere il demansionamento dei dirigenti, il loro dimezzamento, l'introduzione di elementi esterni alla loro Amministrazione. Ho paura che loro sono i diritti e noi abbiamo fatto la parte dei polli. E man mano che riduciamo a reggere l'agenzia rimarranno solo i sindacalisti che lavorano esternamente.

Da: Ma perché15/01/2016 18:27:42

Non danno un incarico art.19 comma 6 a Barra Giancarlo?
Lo meriterebbe per preparazione e sagacia

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