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Soppresso il concorso per Dirigente Scolastico in Lombardia
26491 messaggi, letto 825927 volte

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Da: Da non crederci20/03/2016 20:08:59
Al massimo puoi dirigere la scuola di Amici, Maria permettendo.
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Da: xDa non crederci20/03/2016 21:07:38
anche se trovo fastidioso il vantarsi da solo von vedo il motivo di offendere....
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Da: Da non crederci20/03/2016 22:03:16
Io non vedo dove sia l'offesa.
Semmai in certe immagini ci vedo un'offesa per l'intelligenza altrui.
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Da: Augustodisgusto21/03/2016 06:40:34
Per interrogazioni parlamentari e ricorsi pendenti
Mi auguro che chi di competenza controlli la situazione giuridica dei " presidi"bis bocciati. E' una vergogna da chiarire al piu' presto.
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Da: balle rotte21/03/2016 10:12:32
Nunzia sono veramente contenta di sapere che le tue competenze teatrali siano state riconosciute, ma per tua sfortuna lavori e sei (mal) pagata in una istituzione che si chiama "SCUOLA" che oltre ad insegnare agli alunni le difficilissime arti in cui tu sei espertissima deve insegnare agli alunni anche altre dottrine che richiedono perlomeno altrettanta attenzione e dedizione e ad organizzare il tutto rispettando leggi e regole che neanche tu ti immagini esistere, per non parlare dei problemi di assistenza agli alunni che vanno ben sicuramente oltre la didattica che dovremmo applicare.
Vedi, a mio avviso, la scuola per adesso è stata gestita come si gestisce un circolo privato, nel tinello della propria cucina, cosa non proprio corretta e che spesso tende a confondere le proprie cose con quelle della scuola. 
Il problema che ti riguarda (non se la sola) nasce  secondo me, dal fatto che tu questa istituzione ti candidi a guidarla, cosa per la quale non ti aiuta in nessun modo la tua competenza artistica o il book fotografico su facebook, anzi quest'ultimo sarebbe da cancellare per una professoressa ma da mantenere per una che cerca compagnia.
Quindi ti riformulo il mio invito a rimanere dove sei senza fare il passo più lungo delle tue gambe.             




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Da: @balle rotte21/03/2016 11:27:13
Quanta cattiveria! Si taglia a fette.
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Da: xballe rotte21/03/2016 12:17:33
non commento il pot precedente perch+ lo ritengo di una persona fuori dal mondo...negare la gestione personalistica della scuola è da folli perciò quello che dici è pienamente condivisibile...ma secondo me ci sarebbero mille altri modi per dirlo...a meno che tu non ritenga la persona a cui hai risposto "parzialmente colpevole" di qualcosa.
Rispondi

Da: xballe rotte21/03/2016 12:18:29
non commento il post precedente perchè lo ritengo di una persona fuori dal mondo...negare la gestione personalistica della scuola è da folli perciò quello che dici è pienamente condivisibile...ma secondo me ci sarebbero mille altri modi per dirlo...a meno che tu non ritenga la persona a cui hai risposto "parzialmente colpevole" di qualcosa.
Rispondi

Da: bresaola21/03/2016 12:35:00
Sciocchezze. Andiamo oltre.
Rispondi

Da: @ bresaola21/03/2016 17:23:29
oltre
Rispondi

Da: DISPERATA22/03/2016 21:31:49
CERCA  DANTE  ALIGHIERI 
SUO MESSAGGIO  DEL 30 OTTOBRE 2012  NEL FORUM  RIGUARDANTE  UNA  POESIA DANTE   ABBINATA AL CONCORSO GRAZIEEEE
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Da: La trovai e23/03/2016 07:10:03
continuo a trovarla insensata, vuota e priva di qualsiasi senso artistico e logico.
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Da: La trovai e23/03/2016 07:19:57
C'è da apprezzare solo l'auspicio di procedere dopo aver risolto l'ultimo ricorso. E' carente perchè non auspica nel contempo che la giustizia avrebbe dovuto affrontare con ponderazione giuridica la questione fino all'ultimo ricorso.
Rispondi

Da: La domanda delle cento pistole24/03/2016 01:23:09
Ma, limitando l'indagine agli ultimi due concorsi, escludendo quelli entrati con un contenzioso pendente, quelli che "sperano" d'entrare con un contenzioso pendente, quelli entrati come riservisti e poi sanati con un emendamento, quelli entrati con l'introduzione dell'interregionalità, successiva all'emanazione del bando, quelli entrati con commissioni il cui presidente, e anche alcuni componenti, sotto finiti sotto inchiesta - e mi sarò pure dimenticato qualche "categoria" - quanti dirigenti scolastici, effettivi vincitori di un concorso, saranno rimasti in Italia?
Ma quando s'incontrano ai corsi o ai convegni, si mischiano tutti insieme o vengono distinti, per esempio, con i berretti colorati, come si fa con le scolaresche in gita? Bianco per i vincitori puri (pochi), verde per i "pendenti" del 2004 ( hanno avuto il lasciapassare dalla "buona scuola"), giallo per i "pendenti" del 2011 ( per il travaso di bile perché non sono ancora entrati ), a righe per quelli sortiti dalle commissioni sotto inchiesta, rosso per i riservisti ( in ricordo del famigerato comma 620 ), grigio ( che sta bene con tutto) per quelli che hanno fruito dell'interregionalità..e chi più ne ha più ne metta.

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Da: Si cambia la divina commeddia24/03/2016 07:25:25
Beatrice segue Virginio e non il poeta. Povero dante o dente avvelenato che duole.
Rispondi

Da: X post precedente24/03/2016 10:05:37
Hai perfettamente ragione in ciò che dici. Purtroppo l'errore insanabile è stato commesso in Sicilia con la 202 del 2010. Poiché dopo l'annullamento del concorso , questo sì sarebbe dovuto espletare ex novo come in effetti sembrava poiché avevamo anche ricevuto i telegrammi della nuova convocazione. Poi si resero conto che molti protetti sarebbero stati eliminati poiché  assolutamente inadeguati a svolgere il ruolo di DS e riperpetrarono l'ennesima truffa per i concorrenti onesti. Per farla breve hanno innestato un giro talmente vizioso dal quale non si verrà fuori se non eliminando i contenziosi pendenti e studiando un regolamento a prova di bomba, altrimenti anche il prossimo si rivelerà un fallimento e soprattutto uno spreco di fondi pubblici .
Rispondi

Da: xx24/03/2016 12:14:20
a cardarell..a cardarelll... questo ci vuole.
Rispondi

Da: @ 100 pistole24/03/2016 21:57:31
Marrone per chi?
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Da: Separiamo il grano dalloglio25/03/2016 16:04:29
Per sgomberare il campo dagli equivoci e capire fino in fondo di cosa stiamo parlando in tema di sanatorie, propongo quanto segue.
Perché, espungendo dai provvedimenti i dati identificativi, in modo da garantire la protezione dei dati personali, non pubblichiamo le sentenze emesse dalla giustizia amministrativa in relazione ai cosiddetti contenziosi pendenti, che tali in diversi casi non sarebbero? Con specifico riferimento, al momento, al bando di concorso del 2004, che attraverso le norme della buona scuola, ha già sanato tanti di questi contenziosi, fino alla nomina dei neodirigenti scolastici. Il tutto, dopo averle scaricate con ricerche effettuate attraverso l'apposito motore della Giustizia amministrativa, presente al seguente link: https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/Ricerca/index.html%3FtipoRicerca%3DProvvedimenti%26showadv%3Dtrue 
Che dite: iniziamo dal concorrente che, bocciato la prima volta alle prove scritte, ottiene attraverso il ricorso al TAR, una nuova correzione degli elaborati con una diversa commissione e che, dopo una nuova bocciatura da parte della seconda commissione, ricorre ancora - tale secondo ricorso però viene bocciato dal TAR ma impugnato presso il Consiglio di Stato e, pertanto, dopo circa dieci anni, il candidato in questione si ritrova con un contenzioso pendente; oppure si principia dal concorrente che chiedeva di partecipare al bando di concorso del 2006, anch'esso sanato dalle legge sulla buona scuola - concorso che, come ricorderete, era riservato solo a coloro che avevano svolto, almeno per un anno  la funzione di preside incaricato, laddove invece il concorrente in questione non aveva svolto neppure un giorno in tale veste, e, ciò non pertanto, pretendeva comunque di parteciparvi. Intanto il TAR, per dichiarare tale ricorso "improcedibile" con sentenza, impiegava quasi due lustri e, pertanto, all'atto dell'entrata in vigore della L. 107/2015, il contenzioso risultava ancora pendente presso il Consiglio di Stato?
Se riterrete, dopo la lettura di questi due casi, estratti da altri analoghi - e ce ne sono tantissimi -, che essi avrebbero potuto sortire una sentenza definitiva favorevole ai ricorrenti, allora si sarà sancito che la norma richiamata abbia effettivamente raggiunto l'obiettivo di "tutelare le esigenze di economicità dell'azione amministrativa e di prevenire le ripercussioni sul sistema scolastico dei possibili esiti del contenzioso pendente relativo ai concorsi per dirigente scolastico", come recita il comma 88 dell'art. 1 della legge succitata. In caso contrario si sarà trattato di un grave vulnus alla Giustizia, con la G maiuscola - per non dire altro - che ha consentito, a persone pluribocciate o che non avevano neppure i prerequisiti prescritti nel bando, di diventare dirigenti scolastici al pari di coloro che regolarmente vi hanno partecipato sostenendo le prove  e superandole, risultando infine inclusi, a giusta ragione, nelle graduatorie dei vincitori.

Rispondi

Da: dsinpensione25/03/2016 18:28:45
Guardiamo avanti, non al passato:
" La mobilitazione dei dirigenti scolastici e lo stato di agitazione indetti da FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS CONFSAL hanno come obiettivi anche l'apertura di un tavolo di confronto sulla valutazione e l'AVVIO delle procedure per lo svolgimento del concorso.
Il prossimo anno scolastico i dirigenti scolastici in servizio, che saranno meno di 7.000, dovranno gestire tutte le scuole italiane e sopportare l'aggravio di lavoro di oltre 1.500 reggenze. Se non si avvia subito il concorso per dirigenti scolastici neanche nell'a.s. 2017/18 ci saranno nuovi assunti e la situazione sarà insostenibile. "
Rispondi

Da: dsinpensione25/03/2016 18:41:21
Dimenticavo: mi sembra chiaro che se le principali organizzazioni sindacali nazionali del comparto scuola non hanno la più pallida idea circa l'avvio delle procedure per lo svolgimento del concorso, tutte le chiacchere di questo forum sono appunto tutto fumo e niente arrosto.
Rispondi

Da: bresaola25/03/2016 19:02:34
Pensateci bene, prima che esca il bando (non è farina del mio sacco ma lo stralcio di un articolo dell'Ispettore Tecnico Franco De Anna dal titolo "La valutazione del dirigente scolastico"):
1.    Il DS è un "dirigente pubblico".
Come ogni altro dirigente è coinvolto nel lungo processo di riforma dell'amministrazione (in qualche modo ne è anche un "prodotto").
2.    Il DS è un "dirigente pubblico" responsabile di una "strategia pubblica" a titolarità concorrente.
Si veda il complesso delle argomentazioni precedenti sul sistema di governance
3.    Il DS è un dirigente di una organizzazione che produce servizi alla persona.
La sua attività è dunque di direzione di una organizzazione che produce un servizio che fa riferimento ad un diritto di cittadinanza.
4.    Il DS è dirigente di una organizzazione a elevatissima permeabilità sociale.
L'orientamento alla domanda, comune alla produzione di tutti i servizi pubblici, è per la scuola molto accentuato, sia perché fa riferimento all'universo intero delle nuove generazioni, sia perché l'impatto sociale è mediato da un basso livello di "protocolli tecnici" (a differenza per esempio della sanità).
5.    Il DS è un dirigente di una organizzazione a "legami deboli".
6.    Il DS è un dirigente di una organizzazione ad alta intensità di personale e a basso tasso di gerarchia.
Le interpretazioni della leadership hanno, per il DS una rilevanza particolare.
7.    Il DS è un dirigente orientato al "prodotto".
Rispetto al quadro della dirigenza dell'Amministrazione scolastica, i DS rappresentano il management di prodotto dell'intero sistema, essendo le altre figure dirigenziali legate all'amministrazione ed alla gestione finanziaria.
8.    Il DS è un professionista le cui funzioni non sono complessivamente "ordinabili".
Come dirigente di una unità "produttiva" autonoma, ed essendo responsabile complessivo di un "prodotto" e non di un ufficio o di un segmento di procedura amministrativa, non è reperibile un "mansionario" precostituito formalmente.
9.    Il DS è un professionista il cui profilo ha un elevato contenuto deontologico.
Il "prodotto" di cui è responsabile è in realtà un "rapporto". Non è "stoccabile" o immagazzinabile. Il prodotto si consuma nel suo stesso "farsi", ed è riferito ad un diritto generale di cittadinanza.
Non è interpretabile se non in un quadro di "valori".

Rispondi

Da: Prrrrrrrrrrrrr !26/03/2016 00:21:03
Pppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppppprrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr !!!!!!
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Da: Della giustizia e della ingiustizia26/03/2016 01:47:53
Si dice in genere che per natura è bene commettere ingiustizia e male subirla, e che subirla è un male peggiore di quanto sia bene commetterla. Quando dunque gli uomini si offendono a vicenda e provano entrambe le condizioni, quelli che non giungono a evitare l'una e a ottenere l'altra, stimano opportuno accordarsi per non recare né subire ingiustizia. Questa è stata l'origine delle loro leggi e dei loro patti, e alle loro prescrizioni diedero il nome di legalità e di giustizia. Questa è l'origine e la natura della giustizia, che sta in mezzo fra la condizione migliore - quella di chi offende impunemente - e la peggiore - quella di chi viene offeso senza potersi vendicare. Ma la giustizia, appunto perché intermedia fra questi due estremi, non viene amata come un bene, ma soltanto come qualcosa che si apprezza quando si è incapaci di prevalere. Chi infatti potesse commettere ingiustizia e fosse un vero uomo, non acconsentirebbe mai a non recare né a subire ingiustizia: da parte sua sarebbe una follia! Questa dunque, Socrate, è la natura della giustizia, e tale la sua origine secondo l'opinione comune. Per comprendere che anche chi pratica la giustizia si comporta così suo malgrado e solo perché non può commettere ingiustizia, l'espediente più opportuno è ricorrere a una situazione immaginaria. Concediamo ad entrambi, all'uomo giusto e all'ingiusto, la possibilità di fare ciò che vogliono, e poi seguiamoli osservando dove i loro desideri guideranno l'uno e l'altro. Allora sorprenderemo l'uomo giusto a percorrere la stessa strada dell'ingiusto a causa dell'avidità, che per natura ogni essere insegue come il proprio bene, quantunque la legge lo costringa con la forza ad onorare l'uguaglianza. E tale possibilità si realizzerebbe al più alto grado, se essi avessero quella risorsa che ebbe un tempo, a quanto si racconta, Gige, l'antenato di Creso re di Lidia. Egli era al servizio, in qualità di pastore, del sovrano che allora regnava in Lidia. Un giorno, durante un violento terremoto accompagnato dal temporale, la terra si spaccò e produsse una fenditura nel luogo in cui egli faceva pascolare il gregge. Gige la vide e scese giù pieno di stupore. Fra le molte meraviglie che scorse c'era, a quanto si narra, un cavallo di bronzo, cavo, con delle aperture. Egli v'infilò il capo e vide là dentro un cadavere di dimensioni sovrumane, assolutamente spoglio ma con un anello d'oro a una mano. Gige se lo mise al dito e uscì. Con tale anello partecipò anch'egli alla consueta riunione dei pastori per dare al re il rendiconto mensile sullo stato del gregge. Ma mentre era seduto con i compagni girò per caso il castone dell'anello verso di sé, all'interno della mano; e così divenne invisibile, e quelli seduti accanto a lui dissero che se n'era andato via. Egli allora, stupefatto, toccò di nuovo l'anello, voltò il castone verso l'esterno e appena l'ebbe voltato ritornò visibile. In considerazione di ciò, Gige ripeté il tentativo, per controllare il potere dell'anello: effettivamente constatò che quando voltava il castone verso l'interno egli diventava invisibile, e ritornava visibile quando lo voltava verso l'esterno. Non appena ebbe compreso ciò, fece in modo di essere incluso fra gli informatori del re. Giunse alla reggia, divenne l'amante della regina e con lei congiurò contro il re, lo uccise e prese il potere. Se dunque esistessero due anelli così e l'uno se lo infilasse al dito l'uomo giusto e l'altro l'uomo ingiusto, credo che nessuno sarebbe così costante da persistere nella giustizia e avere il coraggio di astenersi dai beni altrui senza neppure toccarli, malgrado la possibilità di prendere al mercato ciò che volesse, di entrare nelle case e unirsi con chi gli piacesse, e di uccidere qualcuno e liberare qualcun altro a suo arbitrio, e di fare tutto quanto lo rendesse fra gli uomini simile a un dio. Ma comportandosi così non sarebbe affatto diverso dall'altro uomo, anzi percorrerebbero entrambi la medesima strada. E in ciò si potrebbe scorgere una grande prova del fatto che nessuno è giusto di propria volontà, ma solo per forza, non perché ritenga la giustizia vantaggiosa di per sé: infatti ognuno, quando ritiene di poter commettere ingiustizia, la commette. E ognuno crede che l'ingiustizia gli sia molto più utile della giustizia; e ha ragione di crederlo, secondo il difensore di questa tesi. Chi infatti possedesse un simile potere eppure non volesse mai prevalere e nemmeno toccare i beni altrui, parrebbe a chi ne fosse al corrente l'uomo più infelice e più stolto; ma in pubblico lo. loderebbero, ingannandosi a vicenda per timore di ricevere un danno. Proprio così stanno le cose!
Rispondi

Da: Della giustizia e della ingiustizia26/03/2016 01:53:50
Tratto da La Repubblica di Platone
Rispondi

Da: Prrrrrrrrrrrrr !26/03/2016 06:42:57
Interessante e verissimo .
Rispondi

Da: Dal forum campano26/03/2016 07:33:06
Disoccupata trova portafogli con 500 euro e lo restituisce, �«Ti offro un lavoro�»
PER APPROFONDIRE: disoccupata, lavoro, portafogli, senigallia

SENIGALLIA - Giovane disoccupata trova un portafoglio con 500 euro, lo porta ai carabinieri e riceve in cambio una proposta di lavoro.



Quel portafoglio era infatti dell'imprenditore Giovanni Radicchi, titolare della Iwoodmarine di Mondolfo che ha voluto sdebitarsi per il nobile gesto. Radicchi, dopo aver effettuato un prelievo dal bancomat , nel pomeriggio di ieri, si è accorto di aver perso il portafogli in cui aveva riposto il denaro. Lungo il suo tragitto però è passato suo angelo custode.



Una giovane disoccupata che, notando a terra il portafoglio, senza nemmeno aprirlo, lo ha preso e portato ai carabinieri. Sono stati proprio loro a chiamare Radicchi per informarlo del ritrovamento.



"Ho offerto a questa ragazza 100 euro di ricompensa - racconta - ma pur insistendo lei non ha voluto. Allora le ho chiesto cosa facesse, mi ha risposto che era una grafica disoccupata e quindi le ho offerto un posto di lavoro. Non so se accetterà, le ho lasciato il numero di telefono sperando che accetti di lavorare con noi".
Rispondi

Da: In Italia ci sono26/03/2016 10:41:52
circa 60.000.000 di persone. Al massimo 5.000.000 di essi  potrebbero essere disonesti. Costituiscono una minoranza che per il movimento che producono sembrano essere molti di più. Sono talmente disonesti che vorrebbero far pensare che gli altri 55.000.000 di abitanti siano onesti perchè non sia stata offerta a loro la possibilità di essere disonesti.Chi è disonesto trova la forma e il modo per essere ciò che è. Quello che è maggiormente preoccupante è che alcuni disonesti vorrebbero pensare di essere educatori o formatori delle future generazioni, credendo che la disonestà sia una condizione naturale dell'essere umano. Addirittura qualcuno pensa e crede che solo con la disonestà si potrebbe legittimare la dirigenza delle agenzie formative (scuole). Queste persone vanno assolutamente fermate.
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Da: Ma da chi mai prenderanno esempio?26/03/2016 12:12:09
Disonestà scolastica
Tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La disonestà scolastica (o, in un diverso contesto, la disonestà accademica) è una condotta fraudolenta messa in atto da scolari, allievi, e studenti, a vari livelli del percorso di istruzione, soprattutto in occasione di momenti di snodo di particolare importanza, come l'esecuzione di compiti in classe, la partecipazione a prove d'esame e a concorsi, la redazione di elaborati scolastici, tesi di laurea e tesine. Tra gli effetti di una pratica di diffusa disonestà, vi sono la distorsione delle logiche meritocratiche e la perdita di valore e di prestigio dei titoli scolastici e accademici, con conseguenze di lungo termine anche sull'economia.
La disonestà scolastica, intesa sia come pratica individuale, sia come fenomeno collettivo, interessa vari gradi del percorso educativo, dall'istruzione elementare fino all'alta formazione universitaria e accademica (diplomi accademici, diplomi di laurea nei vari livelli, dottorati, concorsi pubblici per l'accesso all'insegnamento e al pubblico impiego, ecc.). La disonestà nelle prove d'esame può riguardare anche il superamento di vari tipi di selezioni, come quelle per l'ammissione alla frequenza di corsi d'istruzione, per l'assunzione al lavoro, per l'accesso a funzioni pubbliche e amministrative tramite concorso pubblico, ecc.
In Italia, il fenomeno della disonestà scolastica e accademica è molto esteso ed endemico. Nonostante questo, risulta molto attenuata la percezione della gravità del fenomeno e della necessità di interventi nel sistema scolastico. Nella società italiana, ad esempio, il problema della corruzione dei valori etici che si realizza nell'esperienza scolastica quotidiana non è neppure percepito come problema politico, o a qualunque altro livello, una situazione che è stata espressa, in modo amaro e icastico, dalle parole del politico democristiano Nino Andreatta, che, in controtendenza, annetteva al problema un'importanza fondamentale:
"Nessuno ha mai voluto aggredire la vera struttura corruttiva della società italiana, la classe scolastica. Questi ragazzini che vengono addestrati, nei comportamenti quotidiani, a sviluppare una mentalità mafiosa, fatta di complicità contro le istituzioni (...) una solidarietà omertosa, in cui l'obiettivo comune è dato dall'ingannare chi è in cattedra (...) e dove gli individui, anziché perseguire il loro scopo, cioè primeggiare per merito, si coalizzano per lucrare il massimo risultato con il minimo sforzo (...) tradendo ogni principio etico individuale, la trasparenza dei comportamenti, la franchezza, l'onestà, il libero confronto, l'assunzione delle responsabilità."
Rispondi

Da: bresaola26/03/2016 12:13:18
@ Prrrrrrrrrrrrrrr !
Sei fortunato: siamo in democrazia.
Possono scrivere i loro commenti (del tutto inutili, volgari e ripetitivi fino alla nausea) anche i fessi.
Rispondi

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