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DIRIGENTE TECNICO MIUR
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Da: ciaociao06/11/2011 16:36:05
Si va in pensione a 67 anni credo, come i docenti universitari si può arrivare fino ai 70 anni.
Comunque sperare non costa nulla anche in tempi di risparmi,
dipende sempre dalle priorità.
In questo bailamme un controllo da parte del ministero dovrebbe essere utile  e auspicabile anche per dare sostegno alla riforma degli ordinamenti della scuola superiore in atto.
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Da: x tutti.06/11/2011 16:47:57
Sognare è l'unico diritto che nessuno ci può togliere!
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Da: ex giulia06/11/2011 17:31:30
certo il sospetto che le correzioni non vengano fatte procedere più rapidamente per obbedire a logiche interne poco chiare è legittimo

potremmo fare accesso agli atti e verificare se la commissione ha inviato la " motivata relazione" al CDM, così come previsto dalla normativa e, se lo ha fatto,  conoscere quali sono questi motivi che ritardano la procedura
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Da: io penso06/11/2011 17:48:28
che la "3^ gamba" sia necessaria per ottimizzare i Sistemi che, altrimenti, senza controllo ripiegherebbero su se stessi e perderebbero in efficienza.
Ricordiamo che oltre ai dimensionamenti scolastici, siamo in corsa in Europa per il raggiungimento di numerosi standard di qualità e i DT, in numero congruo, servono eccome!!
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Da: DT di ruolo06/11/2011 18:09:38
non credo che i 39 DT di ruolo, sparpagliati in tutta Italia, possano remare contro la conclusione del concorso per qualche soldino in più di indennità.
Piuttosto penso che gli stessi 39 DT (con requisiti da pensione)  attendano di coordinare i nuovi servizi ispettivi centrali e periferici, magari anche con laute consulenze dopo la pensione, dal momento che è impensabile che i neossunti si possano formare da soli sul campo. In questo caso il piatto diventa più ghiotto...
Rispondi

Da: X tutti06/11/2011 18:19:29
secondo voi i dt sono veramente necessari in questo momento di crisi?
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Da: gelpi 06/11/2011 19:12:23
proprio nei momenti di crisi servono professionalità coraggiose, altamente qualificate, visionarie e carismatiche: anche una sola idea, ma davvero valida, può giustificarne il reclutamento
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Da: x gelpi06/11/2011 19:15:38
dimmene una
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Da: osservazione06/11/2011 19:49:11
Confrontiamoci sul concorso per DT e cerchiamo di avere informazioni sui tempi
Rispondi

Da: DS206/11/2011 19:52:33
Ehm, qualcuno ha conoscenze ministeriali per raccattare informazioni?
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Da: a tutti i DS06/11/2011 20:08:18
Non avete conoscenze ministeriali che ci possano illuminare sull'andamento delle correzioni ?
Rispondi

Da: gelpi 06/11/2011 20:10:25
generosità. L'intera vita può essere un gesto di generosità con cui mettere a disposizione tutte le sue energie intellettuali e fisiche al servizio della causa civile in ogni sua forma, da quella eclatante della lotta alla mafia e alla corruzione, a quella meno appariscente del contatto educativo con i giovani nelle scuole. Questo tipo di generosità è nel suo fondo un atto di intelligenza sociale, percepibile soprattutto nell'umiltà con cui ci si dispone all'ascolto, cioè al riconoscimento dell'altro, al rispetto della sua centralità e della sua irripetibile unicità. L'impressione di ricevere sempre e comunque è semplice sentimento del nostro esistere in autentica pienezza, oltre i ruoli e le funzioni.
coraggio. ciascuno di noi ha la capacità di reagire alle grandi e piccole ingiustizie laddove e comunque si verifichino, anche quando non ci tocchino direttamente e personalmente; che questa capacità non è cosa da eroi, ma di individui comuni che assumono interamente la direzione del proprio vivere da soli e con gli altri; che il non scegliere e lasciarsi vivere senza progetto comporta più sofferenza, e più cieca, del prendersi seriamente cura di sé. Soprattutto, capire che reagire alla sofferenza nostra e altrui è andare oltre il rifiuto rancoroso, gratuitamente provocatorio e in molti casi stereotipato della trasgressione, fin troppo complementare al conformismo ottuso, per iniziare un silenzioso processo di rivoluzione interiore. Coraggio è provare a cambiare se stessi prima di pensare di poter cambiare il mondo.
semplicità. E' saper cogliere l'essenziale nelle cose, il rifiuto delle inutili complicazioni che capovolgono il rapporto mezzi-fini nell'esistenza; il fine della vita è la vita stessa: è lo specifico di una semplicità che non ci è facile cogliere, disabituati come siamo all'autenticità, disorientati da noi stessi, come siamo, da crescenti, in fondo diseconomiche, distrazioni.
fantasia. L'immaginare se stessi in condizioni in cui si possa stare meglio nel nostro specifico mondo-ambiente è fare della necessaria dipendenza dagli altri e dalle cose non un vincolo opprimente e castigante, ma una fonte di perenne arricchimento. Il gusto per la vita è un atto morale che necessita di un senso estetico, scevro di condizionamenti consumistici, per le relazioni di cui ogni vita è intessuta nel presente e nella prospettiva del futuro. La vera esperienza consiste nell'arte di inventare la vita accrescendone la potenza, in un gioco espansivo di innesti esistenziali che traduce l'utopia in gioioso progetto concretabile ed evita gli eccessi individualistici del narcisismo e quelli opposti dell'abnegazione.
Rispondi

Da: intervista06/11/2011 20:52:47
Su Vivalascuola del 24 Ott. 2011, a proposito del concorso per dirigenti scolastici, Marina Boscaino modera un dibattito tra:
Gianni Carlini (GC), responsabile nazionale dei dirigenti scolastici Flc Cgil;
Manuela Ghizzoni, deputato della Repubblica e capogruppo PD presso la Commissione Cultura, Scienza e Istruzione;
Giorgio Israel (GI), professore ordinario presso il dipartimento di Matematica della Sapienza di Roma, coordinatore del gruppo di lavoro per la Formazione degli Insegnanti presso il Miur, impegnato sulle tematiche della valutazione e della didattica;
Corrado Mauceri (CM), avvocato, ispiratore ed animatore di battaglie fondamentali sulla laicità della scuola pubblica, uno dei fondatori dell'associazione Per la scuola della Repubblica; ha patrocinato i ricorsi di genitori, docenti, studenti contro la circolare sugli organici dopo la "riforma" Gelmini delle superiori, dichiarata illegittima dal Tar e dal Consiglio di Stato, che ha respinto l'appello del Miur contro quella sentenza;
Francesca Puglisi (FP), responsabile scuola nella segreteria nazionale del PD;
Maurizio Tiriticco (MT), ispettore emerito, è stato in passato dirigente tecnico nell'istruzione media, in quella tecnica e in quella professionale e ha lavorato in sede Ue sulle tematiche della Dimensione Europea dell'Educazione.
Grandi assenti: il centro destra e l'amministrazione.


(1). Ritiene che una selezione dei futuri dirigenti scolastici basata su test, così come sono stati approntati, sia una procedura di selezione e prereclutamento rispettosa dei requisiti che dovrebbero essere richiesti per un tale ruolo?


     CM: Anzitutto è necessaria una premessa: a seguito della riforma Berlinguer (quella che introdusse la cosiddetta autonomia) la figura del dirigente scolastico è stata trasformata nella figura del Dirigente-manager subordinato all'Amministrazione in una scuola tendenzialmente aziendalizzata; la figura del Dirigente scolastico ha perso la sua natura essenzialmente didattica per diventare una figura quantomeno ambigua, tendenzialmente manageriale ed amministrativa. Le norme sul dimensionamento ne sono uno degli esempi più rilevanti. Ciò premesso, riguardo ai singoli quesiti penso di deludere le comprensibili aspettative degli aspiranti Dirigenti scolastici, che pensano di poter ancora svolgere un ruolo prevalentemente didattico. La figura del Dirigente scolastico, come prima molto succintamente rilevato, è ambigua: la procedura di preselezione basata sui test è funzionale al carattere pseudo-manageriale attribuito alla figura del Dirigente.
     MG: No. Prima di spiegare il motivo di tale dissenso, mi pare necessaria una premessa: i concorsi per figure così importanti e complesse, qual è quella del dirigente scolastico, devono avere una cadenza più ravvicinata (almeno biennale) per poter effettuare una selezione che valuti approfonditamente le competenze e l'attitudine di ogni singolo candidato. Si tratta di una pre-condizione, a tutela della qualità del nostro sistema di istruzione e di chi si candida a svolgere la funzione di dirigente. Poiché dal precedente concorso sono trascorsi ben 7 anni, i candidati dell'attuale reclutamento sono stati 42.000! Un numero impressionante che, di fatto, impone una preselezione; ma non sarebbe stato più onesto e rispettoso della dignità dei candidati optare per una batteria di test psico-attitudinali, ai quali accedere sulla scorta dell'esperienza e dei saperi già acquisiti? Quello messo in campo dal Miur è stato invece un test dalla forma spuria e ambigua, perché composto da domande di contenuto e materie (a tale proposito rimando anche alla risposta 2) riferibili al ruolo da selezionare ma poste in forma di quiz, ai quali rispondere in tempi ristrettissimi: si è trattato quindi di un test destinato a premiare più la preparazione di carattere mnemonico-percettivo-analitico che non le competenze e il profilo attitudinale richiesto dal ruolo.
     GC: La procedura di selezione dei dirigenti scolastici, come per tutti i dirigenti pubblici, si basa su un percorso di prove scritte e orali e prevede un periodo di tirocinio. La preselezione ha la funzione di ridurre il numero di partecipanti alla fase concorsuale nella quale deve essere valutato il possesso dei requisiti necessari a svolgere le funzioni previste. Molti docenti possiedono i requisiti culturali necessari per potersi candidare al ruolo di dirigente scolastico; il percorso concorsuale ha la funzione di selezionare i migliori. Il costo delle procedure concorsuali è una variabile importante, come lo è il tempo di svolgimento. Ridurre il numero di concorrenti per i quali si devono valutare le prove di esame è il fine della preselezione. Anche la preselezione, oltre ad essere efficace ed efficiente, deve ovviamente riferirsi al quadro di conoscenze e competenze necessarie a svolgere il ruolo di dirigente scolastico. Quindi sì, la preselezione è uno strumento idoneo a garantire economicità e rapidità nello svolgimento del concorso, ma deve avere caratteristiche tali da renderla comunque coerente al profilo professionale della figura dirigenziale. L'affidamento dell'incarico di predisporre i quesiti, il controllo di essi prima della pubblicazione e la stessa pubblicazione e l'eliminazione dei quesiti errati o inadatti sono state tutte fasi effettuate in modo poco trasparente e sono state inadeguate alla necessità di "proteggere" il concorso dalle critiche e dai sospetti. I quasi mille quesiti eliminati dimostrano che tutto il percorso per la loro predisposizione è stato inadeguato e carente. Di questo fatto hanno integralmente responsabilità il Ministro ed il Ministero.
     MT: In linea teorica sì, perché in una società in cui i concorrenti ormai affluiscono in massa - e non solo per il concorso in oggetto - una preselezione è assolutamente necessaria. Nella fattispecie, il test che è stato predisposto, non solo contiene un gran numero di errori, ma è anche scorretto nella grande maggioranza degli item sotto il profilo docimologico. Chi ha scritto gli item, salvo rare eccezioni, non ha alcuna pratica in materia di test.
     GI: È comprensibile che, di fronte a un numero enorme di candidati, sia necessario fare una prova di selezione preliminare che accerti la presenza di requisiti essenziali minimi senza i quali è impensabile che uno possa fare il dirigente scolastico. Ma deve trattarsi, per l'appunto, di una prova agile ed essenziale che riguardi requisiti di base. Quali sono questi requisiti? Essenzialmente, la conoscenza piena della legislazione e dei regolamenti che governano la gestione e la vita di un istituto scolastico. A ciò si può aggiungere una verifica della conoscenza di base delle principali lingue che vengono insegnate nelle scuole. Siamo franchi: se poi si nutre il dubbio che vi siano candidati a livelli di ignoranza abissali, malgrado si tratti di insegnanti, si possono anche introdurre verifiche di base delle capacità grammaticali e sintattiche. Oltre non si può andare. La verifica dello spessore culturali e delle attitudini alla dirigenza scolastica non possono che essere fatte attraverso colloqui ed esami diretti.
     FP: Innanzitutto voglio rilevare che il concorso si sarebbe potuto organizzare un anno fa. Nell'ossessione dei tagli degli organici e delle razionalizzazioni fasulle, è mancata ogni programmazione basata sul fabbisogno e molte scuole soffrono da tempo di gravi disfunzioni per l'assenza di dirigenti titolari. Tutto ciò appare quasi come programmato per aumentare le condizioni di disagio nel funzionamento della scuola pubblica.
L'uso dei test è, a livello internazionale, ben accettato per selezioni, prove attitudinali, ammissione università ecc, tuttavia sappiamo anche che per livelli superiori alcuni tipi di test non bastano, o meglio assomigliano troppo a quiz. Se debbo selezionare mille lavoratori per il censimento, forse mi posso basare su test simili a quiz, ma se debbo selezionare figure come quelle di dirigente scolastico, ebbene ho bisogno di altro. Vorrei dire che non basta essere un esperto in docimologia per poter fare un buon test e non basta essere un esperto disciplinare per improvvisarsi preparatori di test! E' mancata, probabilmente, una buona sinergia per adeguare la prova ai soggetti che dovevano essere 'misurati' in livelli di apprendimento, in responsabilità professionali, in capacità gestionali e relazionali.


(2). Qual è il profilo del dirigente scolastico che emerge da questi quesiti?


     CM: Il profilo che emerge dai test è quello di un funzionario sempre più subalterno sia funzionalmente che culturalmente al potere politico, che governa la scuola con buona pace dell'autonomia scolastica; nello stesso tempo è sempre più ridimensionato il ruolo, in qualche modo definito nei decreti del 1974, di un soggetto che deve rapportarsi con le diverse realtà ed esigenze della scuola.
     MG: Un profilo aderente all'idea che la ministra Gelmini ha della scuola e della dirigenza e che potrebbe essere sintetizzato dal motto "usi obbedir tacendo…". Fermo restando le felicitazioni per coloro che hanno superato i quiz della preselezione, seppur costretti ad adattarsi alle forzature del ministero, è chiaro che i quesiti - anche al netto di quelli successivamente cancellati - sono stati composti da chi ha in mente un profilo di dirigente scolastico che deve essere mero esecutore, sottoposto esclusivamente a compiti gestionali e all'applicazione di leggi e circolari (emblematiche le domande dell'area 6, che chiaramente teorizzano la "scuola-azienda"), mentre per esercitare la funzione di leadership educativa e diffusa occorrono soprattutto spirito critico, intelligenza delle cose e capacità relazionali.
     GC: Sono state espresse numerose critiche ai quesiti e in molti sono intervenuti per denunciare la distanza fra le domande e la preparazione che dovrebbe avere il futuro dirigente scolastico. Una scelta sbagliata nell'individuare le competenze che deve avere il dirigente scolastico, oltre a rendere meno efficace la preselezione, ha anche l'effetto di dis-orientare il lavoro di preparazione alla funzione dirigenziale che pure decine di migliaia di docenti motivati hanno affrontato. La maggiore capacità richiesta ai candidati è stata quella di saper memorizzare le risposte ai quesiti. Le modalità di somministrazione dei quesiti hanno poi richiesto una particolare abilità nel destreggiarsi, in un tempo molto limitato, fra librone, elenco delle domande e foglio risposte che non è certo essenziale per fare il dirigente. L'insieme dei quesiti, anche dopo l'eliminazione dei mille, è continuato ad essere poco coerente con il lavoro concreto del dirigente scolastico.
     MT:  Di fatto non emerge nulla! La sventagliata di item non ha centrato alcun profilo professionale credibile. Sarebbe stato anche il caso che una serie di item rilevassero alcuni aspetti psicoattitudinali degli aspiranti dirigenti. Ma così non è stato - è forse è meglio, altrimenti chissà che cosa avrebbero proposto - perché gli item sono stati formulati solo sulla base delle indicazioni del bando in merito alle materie del concorso.
     GI: Il profilo di un automa, di un burocrate confezionato sul modello imposto dal ministero secondo un'ideologia che non ci si dovrebbe permettere di considerare come un requisito per fare il dirigente scolastico. Chi è riuscito a superare quelle prove, rispondendo positivamente alla maggior parte dei quesiti, ha dovuto già piegarsi a una prova di servilismo semplicemente disgustosa, apprendendo a memoria migliaia di domande e risposte e assimilando quelle ritenute "giuste" secondo il dettato (del tutto opinabile in moltissimi casi) del Ministero. Se poi il candidato è giunto al punto di "credere" anche a quel che ha dovuto apprendere, allora è ancora peggio: vuol dire che l'opera di asservimento ideologico è giunta a livelli da lavaggio del cervello.
     FP: L'idea gelminiana di dirigente scolastico è totalmente appiattita su un profilo aziendale e centralistico dove il Miur si configura come un potente e invasivo amministratore delegato. Non è richiesta una vera assunzione di responsabilità, ma solo una prova di obbedienza. Questo vorrebbe il ministro Gelmini, ma non lo avrà, poiché la scuola italiana è storicamente - e lo è stata perfino, a volte, durante il fascismo - un luogo dove il sapere critico rappresenta la spina per il Potere. La legge di autonomia scolastica e la riforma del Titolo V della Costituzione, non spingono verso un modello aziendalista della scuola, bensì verso una gestione responsabile e condivisa, senza sprechi ma con le giuste risorse, rapportata al territorio locale, con un organico funzionale, con capacità di costruzione di progetti innovativi, ma senza la competitività forte e radicale del mercato, perché uno studente non è 'prodotto' da acquistare e vendere.


(3). Ritiene che coloro che ne avevano l'opportunità hanno fatto il possibile per scongiurare una ipotesi di selezione indiscriminata e fondata sull'incertezza del diritto?


     CM: No nel modo più assoluto.
     MG: Questo concorso è partito con il piede sbagliato: lo testimonia la lentezza estenuante che ha caratterizzato la definizione del bando e l'avvio delle procedure, espressione di una mancata volontà di procedere alla selezione, tanto della Gelmini quanto di Tremonti. Già in quella fase il gruppo del PD non ha mancato di interrogare reiteratamente la ministra sui tempi previsti e sui motivi del ritardo. Ma le cose non sono migliorate da quando la macchina si è messa effettivamente in moto: esclusioni di candidati, fughe di notizie sui quiz, una "valanga" di test con risposte errate o di opinione di cui il ministero ha dato notizia in modo intempestivo e che sono stati poi cancellati solo a pochi giorni dalle prove, organizzazione bislacca delle prove stesse… Su ognuno di questi fatti abbiamo chiesto conto alla ministra, nelle sedi opportune: fino ad ora, con sussiego, ha risposto con il silenzio.
     GC: Non ritengo che il Ministero, nei suoi massimi responsabili politici e tecnici, abbia fatto quanto era necessario per assicurare ai candidati la necessaria fiducia nella trasparenza della prova preselettiva. La FLC CGIL ha in più occasioni segnalato, negli incontri di informazione sindacale (obbligatori sulla base del CCNL dell'Area V della dirigenza scolastica) e con lettere specifiche, quali erano i punti critici. Per ognuna delle problematiche erano state formulate proposte specifiche. In particolare sul tema sulla individuazione degli esperti per la formulazione dei quesiti era stato chiesto quali fossero stati i criteri utilizzati e le modalità seguite per evitare di coinvolgere soggetti che erano stati impegnati nei numerosi corsi di preparazione al concorso. Solo a seguito di una formale richiesta del segretario della FLC CGIL sono stati resi pubblici i nominativi degli esperti ed è stata avviata una fase di maggiore trasparenza. In ritardo quindi e senza cancellare più i sospetti che hanno caratterizzato questa prima fase del concorso.
     MT: Ritengo che tutta l'operazione sia stata attivata senza alcuna competenza e con estrema leggerezza e disinvoltura. A fronte di una tale vicenda un ministro serio avrebbe già chiesto la testa di coloro che hanno diretto l'operazione e si sarebbe dimesso!
     GI: Francamente mi riesce difficile pensare a intenzioni positive in questa procedura. Mi sembra che l'unica intenzione discernibile sia stata di sottoporre i candidati a un "tour de force" adatto a stroncare il massimo numero possibile di persone. Ripeto che, dato l'elevato numero di candidati, una selezione dura era ed è inevitabile. Ma questa andava fatta su contenuti sensati e di difficile contestazione. Invece, si è scelta una linea diversa: apprestare domande che rispondono alle idee e, diciamo pure, alle idiosincrasie dominanti nei corridoi di Viale Trastevere. È come se chi ha preparato le domande, invece di chiedersi quali dovrebbero essere i requisiti minimi di un dirigente scolastico - mi piacerebbe ancora chiamarlo preside - fosse stato guidato dall'idea di imporre il modello che egli ne ha in testa. È chiaro che quando si procede in questo modo l'arbitrarietà è un risultato inevitabile.
     FP: Certo che non hanno fatto tutto ciò che potevano. Noi avevamo richiesto il rinvio della prova, per eliminare domande sbagliate, quesiti faziosi e per permettere a tutti di prepararsi in modo adeguato.


(4). Come valuta le incursioni "ideologiche" contenute nei test, che si vanno ad aggiungere ai numerosissimi errori e all'inintelligibilità di molte domande?


     CM: Coerenti con l'idea di un Dirigente scolastico subalterno, anche culturalmente.
     MG: Molto negativamente. Abbiamo denunciato con fermezza queste incursioni "ideologiche", prova tangibile del profilo di dirigente apprezzato dalla ministra (rinvio alla risposta 2). È evidente che questi test volevano fare assumere alla prova di preselezione una curvatura politica: purtroppo, non si può dire che il pericolo sia stato scampato con la cancellazione di oltre 900 domande, poiché molte sono state lasciate nel paniere dal quale sorteggiare la batteria finale. Per scongiurare l'eventualità che la "pulizia" non avvenisse in modo approfondito, avevamo suggerito un rinvio delle preselezioni: anche su questo punto la ministra non ha voluto sentire ragioni, assumendo un atteggiamento intransigente che ha contribuito ad alimentare il clima di sospetto già aleggiante sulle prove.
     GC: Il "furore" ideologico è sempre un cattivo consigliere. Sarebbe stato sicuramente necessario evitare i numerosi giudizi di approvazione dell'operato del Ministro presenti nei quesiti, ma questo succede sempre quando si chiede la collaborazione a chi è "vicino" al potere; una successiva fase di valutazione dei quesiti predisposti avrebbe consentito, volendolo fare, di eliminare prima della pubblicazione i quesiti "ideologici". Avrebbe inoltre permesso di escludere i quesiti errati e di riequilibrare il peso delle aree e migliorare l'approssimazione al patrimonio culturale che dovrebbe caratterizzare il dirigente scolastico.
     MT: Anche le incursioni ideologiche sono state così povere e banali da non meritare neanche un giudizio di merito.
     GI: Come ho già fatto intendere nelle precedenti risposte, questo è l'aspetto più grave di tutta la faccenda. Non intendo minimizzare la gravità degli errori o delle domande insensate, che rivelano in taluni casi la profonda ignoranza di chi le ha formulate, e che contengono persino sgrammaticature e locuzioni asintattiche. Ma il fatto più scandaloso è che una massa imponente di domande e risposte era improntata a una precisa ideologia pedagogica di tipo costruttivista. La pretesa che un candidato conosca una certa letteratura - che può benissimo essere considerata irrilevante o di scarso interesse o comunque legittimamente non condivisibile - e che la conosca con adesione, come un testo rivelato, è semplicemente indecente. Questa è roba da regime totalitario. Ci manca soltanto chiedere al futuro dirigente un giuramento di fedeltà ideologica. Per esempio, capisco che il dirigente debba conoscere i termini della legge sui disturbi specifici di apprendimento: personalmente, la considero una legge delirante, ma è legge dello stato, e un dirigente deve applicarla e basta. Ma non capisco con quale diritto si pretenda che conosca le teorie di un certo psicologo (menzionato con nome e cognome e con la pretesa che uno abbia letto i suoi libri) e che dia risposte "giuste" circa la sua concezione della dislessia. Scherziamo? Esistono leggi da rispettare ma non esistono verità culturali di stato. Invece, si è arrivati al punto di chiedere quale sia la concezione di cultura prevalente nelle scienze sociali, prefigurando una risposta univoca! Non esiste una concezione "prevalente" in merito, e la questione è assolutamente opinabile. Ma al Ministero evidentemente credono che esista una cultura "vera", quella decisa dalla dirigenza. Ora costoro non soltanto manifestano in tal modo di essere oltre che degli ignoranti, dei prepotenti, ma non si comportano come dovrebbe comportarsi un funzionario dello stato: attenersi soltanto all'applicazione delle leggi, sotto la guida del potere politico (gli piaccia oppure no), e non impicciarsi di dare direttive culturali, perché nessuno l'ha eletto democraticamente e legittimato a tale funzione.
     FP: Sono la prova della povertà culturale e della sindrome da accerchiamento di cui soffre il ministro Gelmini. Di scuola non sa nulla, non fa altro che applicare i diktat di Tremonti innestati sull'impianto ideologico della sua predecessora Moratti. Ed è anche un ministro mal consigliato: basti pensare che il suo ex portavoce ma attuale dirigente Miur, tale Zennaro, è quello del tunnel Cern-Gran Sasso, quello dell'esclusione dei disabili dai giochi studenteschi, quello del prolungato occultamento dei dati sulla scuola.


(5). E che dire delle altre scorrettezze, come la fuga di notizie, la tardiva pubblicazione degli errata corrige, il fatto che questi contengano altri errori ancora, la presenza nella lista di chi ha selezionato i test di docenti che hanno tenuto corsi di preparazione a pagamento, ecc?


     CM: Tutto nella normalità; sarebbe stato sorprendente un concorso regolare volto a selezionare il personale più idoneo a "dirigere" una realtà complessa come la scuola.
     MG: Come ho già detto, si tratta di scorrettezze gravi, che hanno reso opaco il contesto in cui si sono svolte le prove di preselezione: le abbiamo denunciate tutte con puntualità, ma siamo rimasti inascoltati. Gli eventi citati nella domanda sono la manifestazione plastica della situazione di incertezza e di pessima affidabilità in cui è piombato il ministero: a questa gravissima responsabilità non può sottrarsi la ministra.
     GC: Sono tutti aspetti dello svolgimento del concorso per dirigente scolastico che vanno criticati e giustificano un giudizio negativo sulla conduzione del concorso e sulle responsabilità del Ministero.
Se ci saranno riscontri obiettivi e responsabilità accertate con rilevanza penale o con una ricaduta di compromissione dei requisiti che deve avere un concorso, oltre al giudizio politico che di questi riscontri non ha bisogno, occorrerà trarne le conseguenze sul terreno della regolarità e della legittimità del concorso.
     MT: Dico che l'intera operazione è stata pensata, diretta, organizzata e realizzata con il massimo dell'incompetenza, dell'ignoranza e dell'arroganza! E' accaduto di tutto e chissà quante altre "cose" ancora emergeranno, di cui non abbiamo ancora conoscenza. Non resta che aspettare la valanga dei ricorsi! Ad esempio, la vicenda dei pallini! Il pallino deve essere cliccato in digitale, perché allora ha un senso! Non può essere annerito manualmente, perché basta una sbavatura e il programma lo scarta! Le solite nozze con i fichi secchi. O si sceglie l'informatica o si sceglie il cartaceo. Ma nessuno ci ha pensato! Che dire dei nostri amministratori del Miur?
     GI: Questo è il corteo indecente che accompagna ogni concorso o prova d'esame in Italia. Da un lato, abbiamo la mancanza di serietà da parte di chi ha organizzato la prova. Dall'altro un modo di pensare purtroppo diffuso a tutti i livelli, per cui diffondere i risultati a parenti e amici violando la segretezza, "copiare", "imbrogliare", "cavarsela", "arrangiarsi", "fare fesso qualcuno", non è cosa di cui vergognarsi, ma anzi qualcosa di indispensabile e di cui quasi vantarsi. Quanto ai conflitti d'interesse, non mi sorprendono affatto. Tempo fa ho constatato con scandalo che persone che hanno avuto compensi imponenti (dell'ordine di più di 30.000 euro) per preparare dei test Invalsi (i tabulati sono in rete) sono anche autori di libercoli che spiegano come superare i test, e che vengono imposti alle scuole come qualcosa di indispensabile. In altri termini, hanno lucrato due volte, sui due fronti. Ho provato a denunciare la cosa ma mi sono trovato di fronte a reazioni infastidite, come di fronte a un moralista, o a un "fesso" che non si capisce perché non abbia partecipato alla spartizione della torta.
     FP: Il concorso è stato pieno di inesattezze, domande contraddittorie, errori marchiani. I docenti hanno segnalato centinaia di questi errori, e alla fine si sono pure meritati il triste e insultante sarcasmo del presidente di Formez, col silenzio complice del ministro. Neanche ciò, tuttavia, deve sorprenderci: questo è il governo presieduto da un signore che sin dal primo giorno ha insultato gli insegnanti, trattandoli alla stregua di pericolosi nemici, di plagiatori di fanciulli, di scansafatiche irrecuperabili. Che si può pretendere da tanta miseria intellettuale e civile?


(6). Non pensa che si sia configurata una violazione - oltre che dell'interesse e dei diritti dei diretti interessati (i candidati) - anche dell'interesse della scuola italiana, nonché dell'interesse generale del Paese?


     CM: L'interesse per la scuola e quello generale per il Paese sono ormai affermazioni utopistiche.
La scuola è un tema ricorrente per la demagogia ufficiale all'inizio dell'anno scolastico; dopo non interessa più a nessuno, nemmeno ai genitori e al personale della scuola (un milione di lavoratori avrebbero un potere fortissimo per imporre una svolta).
     MG: Per questi tre anni e mezzo di Governo Berlusconi-Bossi e di guida Gelmini del dicastero non credo sia possibile ricordare una sola azione assunta nell'interesse della scuola italiana e, conseguentemente, del Paese (con l'eccezione della legge che riconosce i disturbi specifici di apprendimento, ma si tratta di una iniziativa parlamentare). L'unica via d'uscita è "politica" e sta nel voltare pagina, definitivamente, mandando a casa questo Governo.
     GC: Dal punto di vista politico certamente sì: ogni volta che vengono pregiudicate procedure così importanti per la scuola ed il paese e per le singole persone che investono tempo e impegno e risorse economiche sempre più esigue, bisogna chiederne conto, correggere, garantire i diritti e creare le condizioni perché non si ripetano. Per questo sarebbe necessario, prima di tutto, che l'Amministrazione riconoscesse gli errori commessi e cercasse di rimediare ai danni prodotti. Ma non è a questo che ci hanno abituato i politici e così si alimenta la sfiducia nella gestione della "res" pubblica. Una reazione fondata sul senso di responsabilità e un segno di discontinuità con una prassi negativa sarebbero utili. Altro è affermare che si sia in presenza di una compromissione di interessi legittimi perché in una procedura concorsuale, che mette in concorrenza più soggetti e vede in campo un interesse pubblico, è la magistratura amministrativa che si deve esprimere valutando tutte le ragioni che vengono rappresentate.
     MT: Lo penso, l'ho scritto, lo riscrivo e lo sottoscrivo! Tutta l'operazione ha suonato come una profonda offesa verso tutti gli insegnanti i quali hanno studiato, e tanto, per affrontare, poi, una prova assolutamente ignobile!
     GI: Senza dubbio. È soprattutto un colpo inferto alla scuola italiana. Non soltanto in termini di credibilità ma perché con una prova organizzata e gestita in tal modo non si ha la minima garanzia che vengano assunti i migliori. So di persone di valore che hanno rinunciato perché non riuscivano a destreggiarsi a trovare le cento domande in mezzo a un volumone immenso, quindi semplicemente per un fatto materiale del tutto ammissibile e che non ha niente a che vedere con le capacità da verificare. Per contro, chi ha risposto in modo esatto a certe domande ideologiche è persona sospetta: se lo ha fatto perché aveva appreso tutto a memoria e voleva cavare le gambe da questo inferno, nulla da dire, avrei fatto la stessa cosa; se invece ci ha anche creduto, allora si rischia di assumere un pessimo dirigente scolastico, un clone ministeriale privo di autonomia culturale e di pensiero.
     FP: Per le violazioni della legge ci sono i tribunali, a noi politici spetta un altro compito: quello di indicare le cose che non vanno e di proporre le soluzioni più adeguate. Ho già detto che non si possono più fare concorsi imbastiti e gestiti in questo modo, perché sono una umiliazione nei confronti di tutti coloro che vi partecipano.


(7). Dobbiamo dare proprio per persa la battaglia per una modalità di reclutamento più corretta o c'è ancora la possibilità di intervenire in qualche modo a livello legale, sindacale, politico?


     CM: La vertenza legale si può tentare; ma gli esiti possibili sono aleatori e soprattutto di scarsa efficacia.
Le vertenze legali su questioni di questa natura e di questa portata possono avere una qualche efficacia se sono gestite nell'ambito di un forte impegno politico: in caso contrario si verifica quello che è successo con i tagli agli organici; le battaglie legali sono stata vinte, nessuno (nemmeno i precari che sarebbero stati i diretti interessati) si è mobilitato per esigere l'attuazione della sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato i tagli illegittimi: la Gelmini ha di conseguenza ignorato la sentenza del Consiglio ed i tagli, dichiarati illegittimi, non sono stati toccati.
     MG: Dalla nostra posizione di opposizione parlamentare, continueremo a sorvegliare attentamente su ogni singolo passaggio del concorso. Ad esempio, già nei prossimi giorni chiederemo ufficialmente al ministro come intenda affrontare le due prove previste per i candidati che hanno superato la preselezione, e se sia intenzionata a declinare "ideologicamente" anche il tema e la prova di caso: quanto successo nella redazione dei test è un precedente pericoloso che merita una denuncia rinnovata, affinché nell'opinione pubblica maturi una sanzione sociale di quanto accaduto e per impedire al ministro e ai suoi sodali di perseverare in questo atteggiamento. Modalità di reclutamento più corrette sono certamente possibili, come ci insegnano molti Paesi europei, e tutte sono ben lontane da questo reclutamento ideologico e pasticciato.
     GC: Non è in questione, a mio giudizio, la modalità di reclutamento ma il come questa è stata realizzata in questa prima parte del concorso. Ogni volta che si sostiene un concorso pubblico esiste la possibilità di non vincerlo e di non superare prove che debbono essere selettive perché è la loro funzione. La FLC CGIL non ha il compito né è in grado di decidere se le ragioni di lamentela, certamente però meritevoli di attenzione, dei docenti esclusi dalle prove scritte siano tali da determinare la sospensione della non ammissione alle prove scritte. Altrettanto meritevoli di rispetto sono le aspettative di coloro che le prove preselettive le hanno superate. Nel merito deciderà la giustizia amministrativa. La FLC CGIL fornirà a tutti i lavoratori iscritti i migliori strumenti di tutela legale che è in grado di mettere a disposizione. Altra questione è assicurare che rispetto ai concorsi pubblici si lavori meglio e soprattutto in modo tale da eliminare le ragioni e la possibilità di contestazioni sulle procedure seguite. La scuola per prima ed insieme ad essa la dirigenza scolastica hanno bisogno che le procedure di accesso ad una funzione così importante siano trasparenti ed efficaci e non consentano alcun dubbio sulla qualità del reclutamento. A questo obiettivo è stato finalizzato l'impegno della FLC CGIL e ad esso è stato dedicato il massimo dell'impegno.
      MT: La battaglia è già persa! Ancora mi chiedo perché gli esperti o cosiddetti tali hanno accettato di partecipare ad un'operazione che già in partenza conteneva tutte le premesse del fallimento a cui si è giunti! E ancora! Finché non avremo a dirigere il Miur ministri, direttori e funzionari competenti, tutte le battaglie saranno perse! Eppure nel Paese non mancano esperti di problemi educativi! Il fatto è che il Miur costituisce sempre un primo gradino per l'ambiziosetto di turno che vuole darsi alla direzione delle cose del Paese. Ma coloro che contano non affidano agli ultimi arrivati né il Mef né gli Esteri, tanto meno lo Sviluppo economico. Il fatto è che l'Istruzione, e la Ricerca e l'Università non sono percepite come dovrebbero, cioè come l'insieme della prima grande scommessa per il nostro futuro, ma come il trampolino di lancio degli ambiziosetti… o delle ambiziosette!!! Così va il mondo? No! Così va l'Italietta di oggi!
     GI: Lasciamo perdere gli interventi sindacali o legali. I sindacati (quantomeno certi sindacati) hanno fatto già troppi guasti nella scuola impicciandosi di questioni didattiche su cui non avrebbero mai dovuto metter bocca. E si sa che le questioni che investono la dimensione della cultura e dell'educazione non si risolvono a livello giudiziario: tanto varrebbe che le commissioni preposte alla selezione siano formate da magistrati… È il potere politico che deve assumersi le sue responsabilità, invece di lavarsene le mani. Perché è chiaro che questo è un pasticcio di cui è responsabile in primo luogo la dirigenza ministeriale. La colpa della politica è di aver lasciato mano libera, senza controlli, e ora di non far pagare chi ha la responsabilità del malfatto. Un insegnante mi ha fatto notare la domanda n. 206 dell'area 6: «A valle di un'azione di delega gestionale, di fronte all'organizzazione, la responsabilità del risultato è: - risposta esatta - del solo delegante». Bene, se si pretende che un dirigente scolastico abbia questo livello di responsabilità, a maggior ragione deve averlo un dirigente ministeriale. Si applichi questa norma e si inizi con l'individuare il o i "deleganti" e col sanzionarne le responsabilità. E, se necessario, si annulli l'intero procedimento e se ne progetti uno rigoroso. È molto meglio per la credibilità dell'intera operazione.
     FP: Il Partito Democratico, dentro un'azione riformatrice e innovatrice complessiva del sistema nazionale di istruzione pubblica, sta approntando, a partire dai docenti, una proposta sul reclutamento e sulla valutazione che vuole condividere e costruire con il consenso più ampio possibile. Partiamo da considerazioni di buon senso, come la cadenza regolare che deve avere il reclutamento o il dimensionamento degli istituti fatto per aumentare la qualità ed eliminare le reggenze.


Occorre inaugurare una nuova stagione (Conclusioni di Marina Boscaino)


     La scuola "irresponsabile": il più possibile come l'impresa; il più possibile come l'impresa del finanzcapitalismo così ben descritta e "accusata" da Luciano Gallino: arrembante, solo profitto e subito, senza preoccuparsi delle conseguenze sociali e ambientali delle sue scelte di disinvestimento. Come abbiamo potuto piegarci in maniera tanto acquiescente al progredire - che non è stato repentino, ma lento, progressivo, incalzante - di un'idea tanto distante da quello che la scuola della e nella Costituzione configura? Come abbiamo potuto non prevedere che il finale della vicenda sarebbe stato proprio questo, senza alcun colpo di scena?
     Ci siamo a poco a poco adattati - chi rassegnato, chi mosso, magari in buona fede, da un anelito alla "modernità", chi convinto che il modello aziendale potesse rappresentare l'alternativa a una scuola che non riusciva più a rispondere alle domande - e adesso ci guardiamo intorno e ci chiediamo, chi ha ancora la forza di stupirsi, come ci siamo arrivati. Leggiamo le domande di quei test: sono lontane dalla scuola, configurano un altro modello, sottolineano altre urgenze. Sono intrise di ambiguità, volano basso - culturalmente parlando - a confermare che la cultura, oggi, non deve essere più che un optional. Eppure su quelle i candidati hanno dovuto cimentarsi.
     La considerazione delle implicazioni a lungo termine di questo imbarbarimento non interessa a nessuno. La scuola del centrodestra - sintomaticamente - è stata nel 2003 e ancor più di recente la scuola dei tagli e delle violazioni. E basta. È stata quella che ha avuto il coraggio di far partire un "riordino" dei cicli - con il doppio coraggio di chiamarlo "riforma" - da un articolo di una legge - la 64 - collocata all'interno del Titolo III, capo II, emblematicamente intitolato "Contenimento di spesa nel pubblico impiego". È stata, è, quella del bilancio/risparmio/taglio immediati, presto e subito, e alla malora l'interesse generale! Il nuovo dirigente sarà il responsabile dell'obbedienza culturale e professionale in/a una scuola ridotta a essere irresponsabile, nel significato che a questa espressione abbiamo dato in apertura, di luogo costretto a rinunciare al suo compito istituzionale di inclusione e di educazione al pensiero critico.
     L'obbedienza è stata del resto la parola chiave su cui maggiormente hanno insistito gli intervistati. E non può essere considerata una fantasia dietrologica l'idea che dietro l'armamentario di dilettantismo, sciatteria, menefreghismo, ignoranza, ci fosse un trasversale diktat: non dimenticate il Pensiero Unico. La piegatura ideologica, come la chiama Manuela Ghizzoni, c'è stata eccome. Lo prova il fatto che - proprio la legge 133/08 è stata indicata nei test come "quella in cui è previsto un piano programmatico per migliorare (sic!) la scuola italiana".
     I candidati, cioè, hanno dovuto imparare che il nostro ministro ha segnato un passaggio significativo per le sorti della scuola italiana con quella legge, e non perché attraverso di essa ha previsto il taglio di 140.000 posti di lavoro, di discipline, di sapere per i nostri studenti, di diritto all'apprendimento e allo studio. È roba d'altri tempi, di tempi che avevamo immaginato di aver superato. Tira un'aria non bella. Gli insegnanti sono stati trattati come automi imbecilli, come un "burocrate confezionato sul modello del ministero", come ha affermato Israel. Sono stati dis-orientati, sono parole di Carlini, dal "lavoro di preparazione alla funzione dirigenziale che pure decine di migliaia di docenti motivati hanno affrontato". Attraverso la persuasione (non occulta) di quesiti formulati da gente che "non ha alcuna pratica in materia di test", come sostiene Tiriticco, ma che - probabilmente - si allena quotidianamente a manipolare coscienza.
     E ora? Ci sarebbe piaciuto concludere  con una parola di speranza: ma è una storia tutta italiana, dell'Italia di oggi. E il pessimismo è quasi obbligatorio. Quali sono i nostri referenti? Il sindacato, come afferma Carlini, è impegnato nella determinazione di procedure trasparenti ed efficaci, che non consentano alcun dubbio sulla qualità del reclutamento; "per le violazioni di legge ci sono i tribunali; a noi politici spetta il compito di indicare le cose che non vanno e proporre le soluzioni più adeguate" dice Puglisi. E quelli che non hanno superato la prova non per demerito, ma per inadeguatezza della procedura (al momento le stime indicano circa 8.300 candidati idonei su 32.000 partecipanti, le correzioni relative a tutte le regioni dovrebbero concludersi la prossima settimana)? E la certezza del diritto? Mauceri osserva che "le vertenze legali su questioni di questa natura e di questa portata possono avere una qualche efficacia se sono gestite nell'ambito di un forte impegno politico". Lo sappiamo bene tutti noi che abbiamo partecipato al ricorso contro la circolare sugli organici che ha tagliato posti prima che la "riforma" Gelmini fosse legge: il silenzio di molti ha consentito alla Gelmini di proseguire per la sua strada, ignorando le sentenze di Tar e Consiglio di Stato, che quei tagli avevano dichiarato illegittimi.
     Occorre, ora più che mai, inaugurare una nuova stagione, in cui ciascuno faccia la sua parte. Questa storia non è che una delle tante, brutte storie italiane che stanno umiliando la scuola della Costituzione. È urgente trovare accordo e sinergie tra coloro che hanno a cuore la difesa della scuola pubblica e dell'interesse generale. Sono parole che molti di noi spendono da tempo: potrebbero risultare antiche, retoriche, demodé. Sono invece l'unica proposta che oggi possa essere fatta. Come dimostra l'incrocio degli interventi che abbiamo registrato. E come dimostra, soprattutto, l'incuria nella quale la nostra scuola, giorno dopo giorno, affonda.

(a cura di G. Sicali, redazioneataetnanet.org)

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Da: DS206/11/2011 21:14:03
A tutti...noi DS di provincia in effetti andiamo tutti i giorni a pranzo e cena con il CDP Biondi!
Sicuramente c'è chi, maggiormente vicino ai centri di potere, è in grado di sapere qualcosa di più.
Io ho al MIUR, nella direzione gen. che ha organizzato il concorso, uno stretto parente e qualche altra conoscenza negli uffici di diretta collaborazione, tuttavia non riesco ad avere notizie precise; sembra ci sia una sorta di cappa di silenzio e a mio parere di questo concorso non importa un fico a nessuno, tranne ai concorrenti.
Comunque ripeto che in settimana chiamerò la direzione della Dott.Cautilli, chissà che la donna riveli qualcosa; per inciso, ci ho parlato qualche minuto dopo la terza prova e mi ha confermato che la commissione é unica, fatta salva la nomina di esperti settoriali.
Per disgrazia, o fortuna,  dei candidati dei settori linguistico-letterario, il commissario tecnico Dott.Favini è più che competente in materia. Beati i filologi e studiosi dei lirici greci!
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Da: ciaociao06/11/2011 21:15:52
Scusa ma perchè hai intasato il forum?
Non potevi darci il link?
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Da: x tutti.06/11/2011 21:16:46
"occorre, ora più che mai, inaugurare una nuova stagione, in cui ciascuno faccia la sua parte"
questa frase, vi giuro, l'ho sentita trent'anni fa, poi vent'anni fa, poi
dieci anni fa,
mi piacerebbe che la scuola funzionasse come quarant'anni fa.

Parole che sono servite per concludere "brillantemente" delle carriere.

Ma sognare è un diritto di tutti.
Rispondi

Da: DS206/11/2011 21:24:10
Gelpi, sospetto di essere sprovvista del software e forse anche dell'hardware necessari per capire ciò che hai scritto; potresti tradurre in linguaggio casereccio?
Per avere notizie ipotizzo altre due possibilità:
scrivere o chiamare Nuzzaci, che è in distacco con Dirpresidi e dovrebbe saperne più di noi(gli auguro fra l'altre di vincere, anzi lo do speranzosamente per scontato): sicuramente i pugliesi fra voi lo conoscono
chiamare il collega distaccato al Miur del quale molto si è maliziosamente detto su questo forum(il num.tel. è sul sito ); do anche lui per vincitore scontato, visto il tenore della III prova, però è da dirsi che ha un CV di tutto rispetto, quindi la cosa mi sta anche bene.
Rispondi

Da: DS206/11/2011 21:40:26
X tutti, i DT sono mai stati veramente necessari???
non essendo visionaria nè carismatica, dopo aver sostenuto la preselezione per liberarmi per due gg di quel bordello che è la scuola che dirigo, sostenuto le prove scritte senza eccessiva convinzione(risultato positivo finora: due giorni di passeggiate per il centro di Roma, una veretta di brillanti acquistata nella gioelleria da cui si serve il Berlusca), ora ho solide e pragmatiche ragioni:
euro 30.000 annue in più sul C/C
non avere nulla a che fare con Dsga, bidelli a mansioni ridotte, geometri dell'Amm.provinciale
far diventare verdi certi personaggi dell'USR
per ciò che riguarda le sorti della scuola, tornerei a cinquant'anni fa e vieterei la TV ai minori di 12 anni
Rispondi

Da: Mik06/11/2011 21:43:10
Il concorso procede lentamente probabilmente perché esaminano minuziosamente gli scritti
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Da: ricorsi&ricorsi06/11/2011 22:56:32
Anche DISAL e ADI contro i ricorsi di massa.
"Tutti hanno avuto le stesse opportunità e la correzione delle prove è stata gestita in forma trasparente, obiettiva, tempestiva e verificabile". Così scrivono.
Più che opportunità a me sono sembrate "condizioni demenziali". Ma anche a questo siamo abituati ogni giorno.

http://www.disal.it/Objects/Pagina.asp?ID=14577&Titolo=Le%20richieste%20di%20DiSAL%20e%20ADI%20al%20Ministro%20per%20il%20concorso%20dirigenti%20scolastici
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Da: xxxxxx06/11/2011 22:58:40
In questi tempi di difficoltà non so se sia più scandaloso leggere la supponenza, a mio parere soltanto ingenua, dei futuri e probabili DS dell'altro forum, o la sfacciataggine di chi afferma che la sua scuola è un bordello e che i giorni di permesso per fare gli scritti ad altro non son serviti che a fare una passeggiata tra le vie di Roma con tanto di veretta con brillanti al dito!
Non capisco come facciate a non vergognarvi!
Non so scrivere, faccio errori, ho molti dubbi e tanta strada ancora da fare, se Dio vuole, ma spero con tutto il cuore di non arrivare mai a dire quanto scritto in questo forum da qualcuno qualche oretta fa.
E che la felicità sia con voi!
Rispondi

Da: x intervista06/11/2011 23:26:06
Rispondi

Da: DS206/11/2011 23:29:21
XXXX, sicuramente l'autoironia non è fra le tue doti; quanto alla scuola bordello, non sono adusa a vantare meriti o a nascondere la cruda realtà di una scuola dissestata da anni di incuria, abbandono e gestione allegra di incaricati e vicari politicanti da strapazzo; altrettanto sicuramente, non avendo i poteri della fata turchina, sarebbe stato difficile ad un anno dal mio insediamento, rifare tutto con un colpo di bacchetta magica.
Trovo francamente patetico il messianesimo di quanti qui credono di salvare il sistema scolastico  vincendo un concorso.
Egregio/a, io ho fatto gli scritti senza per questo sentirmi unta dal Signore, i giri li ho fatti nei due giorni di pausa fra una prova e l'altra, visto che ho dovuto trascorrere 6 gg a Roma, con un certo dispendio di denaro.
Abbassa la cresta e scendi fra i mortali che gestiscono le scuole senza fondi e personale, pulendo anche  i cessi quando è necessario  e con 36 gg di ferie non godute dell'anno decorso, con redazione in proprio di contratti arretrati a Natale, Dsga e docenti in beata vacanza.
Quanto alla veretta, Eleuteri, Via Condotti, lato sinistro verso Piazza di Spagna
Rispondi

Da: DS206/11/2011 23:38:05
Per ricorsi; sono associata ADI e non mi spiego il voltafaccia degli ultimi giorni, perdipiù dopo la pubblicazione di svariati interventi, fra i quali quello di Bottani, che smontavano il meccanismo della preselezione per i difetti e la scarsa significatività dei quesiti della prova preselettiva.
Forse si pensa che il fine di assumere un certo numero di dirigenti che limitino il ricorso alle reggenze nelle regioni del Nord giustifichi i mezzi; si dimentica però che, causa mancato dimensionamento della rete scolastica dal 2000 in poi, i dirigenti saranno in esubero nelle regioni del Sud e nelle isole per effetto della finanziaria.
Rispondi

Da: smallstar 06/11/2011 23:39:25
Ma davvero siamo arrivati a questo! Leggo poco il forum e leggendo Gelpi si era spalancato il cielo, poi leggo il resto e mi viene da piangere!
Ma chi sono questi supponenti che si sono permessi di offendere alla grande chi ha passato le prove in quel modo terribile nell'intervista!! Nomi dei quali avevo grande stima e che mi sono proprio calati dimostrando faziosità, visione ristrettissima, asservimento al potere.....e loro come shanno conquistato le posizioni di potere dalle quali pontificano?
Pessimismo e grettezza da questi sapientoni!
Scuola bordello...   ca..o   ma avete ecceduto con gli alcolici spero!!  Nella mia scuola ci sono i vostri figli e nipoti e io non so se vi fa piacere pensare che partecipino alle attività di un bordello.....e  i colleghi possono essere un pò stanchi ma sono delle ottime persone... vergognatevi di dire queste cose!!!
Prof. Israel che delusione!!
Gelpi  sostieni la nostra speranza nella persona!!
Rispondi

Da: italietta06/11/2011 23:40:10
Giorgio Israel, nell'intervista postata sopra, dice "è chiaro che questo è un pasticcio di cui è responsabile in primo luogo la dirigenza ministeriale. La colpa della politica è di aver lasciato mano libera, senza controlli, e ora di non far pagare chi ha la responsabilità del malfatto".
Anch'io avevo espresso nel forum lo stesso concetto...
E cosa è successo dopo la pubblicazione della lista degli esperti?
Sapremo mai chi ha lavorato bene e chi ha sbagliato? Perchè almeno uno solo non è uscito a dire che i suoi test erano preparati come si deve?
Ha ragione anche Tirittico: la solita Italietta...

Rispondi

Da: smallstar  06/11/2011 23.39.2506/11/2011 23:53:50
Quando leggo interventi di persone che non sanno leggere ... povera scuola...altro che bordello!
Ma dove le hai tovate le offese alla grande chi ha passato le prove?
O forse ti riconosci nel ritratto dell'automa-burocrate che ha imparato tutto a memoria avendo già interiorizzato il servilismo richiesto?
Rispondi

Da: controricorso07/11/2011 00:59:43
Organizzazioni fameliche nel Concorso DS
Sab, 05/11/2011 - 06:53
Ignance Silos - Quanti sono usciti NON idonei dalla prova preselettiva del recente concorso per Dirigente Scolastico avevano un sentimento imprevisto. Insieme alla rabbia o all'amarezza prevedibile, qualcosa di inedito è iniziato a spuntare: la speranza.

In un'Italia che concede
· condoni seriali agli evasori fiscali,
· sanatorie a chi costruisce case abusive,
· concordati a chi commette atti illeciti,
· assunzioni politiche, spianate da microscopici commi, ai non aventi diritto

beh, in questa Italia si poteva sperare che qualcosa potesse succedere. Così i NON idonei, dopo le batoste della dura prova preselettiva, hanno spaccato il capello in quattro, convinti che qualche difetto si sarebbe trovato, poiché non esiste nulla di perfetto nelle vicende umane. E poi faceva sorridere la diffusa convinzione che il TAR un'ammissione con riserva non la nega a nessuno. Questo ha spinto a sperare che tutto potesse finire a TAR-allucci a vino. Nella migliore tradizione della commedia all'italiana alla Mario Monicelli.

Ma lungo la strada i poveri NON idonei hanno incontrato, come succede nelle belle favole per bambini, una fata buona e una strega cattiva. La strega cattiva era il ministero. Dopo gli svarioni del bando e il catastrofico avvio del concorso, il ministero ha capito benissimo che i giochi si stavano facendo pesanti, maledettamente pesanti. Così ha deciso di giocare duro. Ha serrato i ranghi non dilazionando i tempi oltre il 12 ottobre, ha ignorato i piagnistei sindacali, ha curato la prova nei minimi dettagli, ha imposto al Formez la massima trasparenza possibile. E per la prima volta in Italia abbiamo assistito, come in un Grande Fratello televisivo, alla correzione a tempi di record di una prova preselettiva. Dietro le telecamere, tra barcode e marcature, la selezione è stata di una oggettività assoluta. Insomma una vera strega cattiva per i sogni dei tanti NON
idonei ammessi.

Ma poi girando la curva, sull'altro lato della strada, è comparsa la fata buona, o meglio le fatine buone. Erano le varie organizzazioni che avevano l'interesse a promuovere i ricorsi a tappeto. Farli significava:
· accaparrarsi una bella quota di tesserati;
· foraggiare una platea di legulei con guadagni che l'enormità dei ricorsi rendeva stratosferici;
· vendere corsi di formazione alle prove scritte a tante persone che, ma guarda che cattiveria, erano state non ammesse al concorso.

Cosi queste organizzazioni hanno giocato pesante. Qualche settimana prima insultavano il ministero che affidava le istituzioni scolastiche alla mercè dei reggenti. "Questo impedisce il buon funzionamento delle scuole" dicevano. Ora, facendo entrare migliaia di ricorsisti, giocavano a mandare il concorso a TAR-allucci e vino e a far esplodere la situazione patologica delle reggenze per il prossimo anno scolastico. Ma come dice un monsignore che conosco: "E' importante il Dio trino, ma lo è di più il dio quat-trino".

Queste fatine premurose (di denaro) hanno sposato in pieno gli interessi di una parte in causa (quella dei NON idonei), a scapito dell'altra parte che pure era iscritta o simpatizzante di qualche organizzazione.
Un cinico gioco al massacro per la scuola pubblica e soprattutto per i poveri idonei. Dopo una prova tremenda superata senza la raccomandazione del potente di turno, devono ora affrontare la preparazione agli scritti senza sapere con chi si confronteranno e senza avere la serenità, che occorre loro e che è loro diritto, per affrontare gli scritti.

In questo gioco ANP, ADI e qualche altro hanno avuto il merito della coerenza. Hanno detto di schierarsi con gli idonei. E questo non è poco. In un'Italia schiacciata dagli interessi corporativi di lobby fameliche e maneggione, dalla devastazione delle regole e delle leggi, che qualcuno dica con chi sta è già una grande novità.

Quei poveri italiani onesti, che non vivono nella certezza del diritto, apprezzano almeno il conforto della certezza della coerenza.
Rispondi

Da: raccolta firme07/11/2011 01:05:09
Dirigenti Scolastici: petizione in difesa degli idonei alla preselezione del concorso

Dirigenti Scolastici: petizione in difesa degli idonei alla preselezione del concorso

LaScuolaIblea.com lancia Petizione pubblica online in difesa degli idonei alla prova di preselezione del Concorso per dirigenti scolastici

SIAMO OLTRE 800 ad avere già firmato - obiettivo 3000 firme
FIRMA E PASSA PAROLA

Difendiamo gli idonei, dagli attacchi di quanti puntano a far saltare il concorso per dirigenti scolastici.

Difendiamo gli idonei, perché hanno rispettato le regole del gioco, conosciute a tutti, impegnandosi con serietà e tenacia per il superamento della prova preselettiva.

Difendiamo gli idonei, garantendo loro il diritto a proseguire il naturale percorso concorsuale, nel rispetto delle leggi e del bando. lancia Petizione pubblica online in difesa degli idonei alla prova di preselezione del Concorso per dirigenti scolastici

SIAMO OLTRE 1200 ad avere già firmato - obiettivo 3000 firme
FIRMA E PASSA PAROLA

Difendiamo gli idonei, dagli attacchi di quanti puntano a far saltare il concorso per dirigenti scolastici.

Difendiamo gli idonei, perché hanno rispettato le regole del gioco, conosciute a tutti, impegnandosi con serietà e tenacia per il superamento della prova preselettiva.

Difendiamo gli idonei, garantendo loro il diritto a proseguire il naturale percorso concorsuale, nel rispetto delle leggi e del bando.
Rispondi

Da: x tutti.07/11/2011 07:09:02
"Vuoi parlarne? Parliamone pure, facciamoci del male!"
       (da un film di Nanni Moretti)

Però, è anche vero che a non parlarne saremmo un po'........
Rispondi

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