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Quanti di voi sono avvocati ma hanno lasciato per un concorso pubblico?
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Da: io sono avvocato29/09/2015 23:14:16
lo uso per mandare il curriculum
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Da: poveri avvocati01/10/2015 07:38:56
Invece di spremerli con nuove tasse ci vuole il reddito di cittadinanza anche per loro.
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Da: 03/10/2015 09:01:55
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Da: avvocati nuovi poveri03/10/2015 09:04:42
Quattro nuove professioni con uno stipendio a partire dai 45 mila euro l'anno, non solo nella new economy ma anche nei settori tradizionali: le ha individuate l'Osservatorio Michael Page, una delle maggiori società del mondo nella ricerca e selezione di personale qualificato. Si tratta di: e-commerce manager, food & beverage manager, medical advisor, export area manager. "E' in atto una considerevole evoluzione nel mondo del lavoro, che riguarda sia le nuove professioni nell'area digitale sia la ridefinizione di molte figure già presenti nei settori tradizionali", spiega Tomaso Mainini, managing director di Michael Page. "Quello che cambia è il livello delle competenze e le attitudini innovative rispetto al passato: requisiti nell'insieme non facili da trovare sul mercato e che per questo possono offrire compensi di tutto rispetto, già all'inizio della carriera".  Ecco i profili:

E-commerce manager.

Cosa fa. E' responsabile del canale di vendita on line.

Requisiti chiave. Competenze specifiche sul web e l'e-commerce, competenze di marketing e web marketing, ottima conoscenza dell'inglese.

Retribuzione media nei primi 5 anni. Da 45.000 a 70.000 euro lordi annui.

Prospettive di carriera. Direttore di divisione, direttore marketing, country manager.



Food & beverage manager.

Cosa fa. Responsabile della gestione di ristorante, cucina, bar di alberghi o grandi ristoranti; controllo della qualità del servizio, della soddisfazione dei clienti, dei costi operativi.

Requisiti chiave. Ottima conoscenza dell'inglese e dei principali programmi informatici. Competenze organizzative e gestionali. Capacità di instaurare buone relazioni interpersonali.

Retribuzione media nei primi 5 anni. Da 45.000 a 55.000 euro lordi annui.

Prospettive di carriera. Direttore di hotel, direttore di catene della ristorazione.



Medical advisor.

Cosa fa. Direttore di un'area terapeutica, collabora con le diverse funzioni aziendali e gestisce gli studi clinici della sua area, a livello nazionale e internazionale.

Requisiti chiave. Laurea in medicina e chirurgia, breve esperienza nella direzione medica di una multinazionale farmaceutica, ottima conoscenza dell'inglese.

Retribuzione media nei primi 5 anni. Da 45.000 a 70.000 euro lordi annui.

Prospettive di carriera. Area medica, medical manager.



Export area manager.

Cosa fa. Responsabile di raggiungere il budget di vendita attraverso la gestione dei paesi di propria competenza.

Requisiti chiave. Laurea economica, plurilinguismo, competenze tecniche sui prodotti di vendita.

Retribuzione media nei primi 5 anni. Da 45.000 a 70.000 euro lordi annui.

Prospettive di carriera. Direttore commerciale, country manager.

    Medical  Food  Ecco  Export  professioni  Michael

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Da: avvocati nuovi agronomi03/10/2015 09:11:00
Associazioni tra avvocati aperte anche ai periti industriali. Lo afferma il Consiglio di stato, con il parere (n. 01400/2015 del 10 settembre scorso) sullo schema di regolamento del ministero della giustizia recante le norme di attuazione della nuova disciplina dell'ordinamento forense (art. 4, comma 2, legge n. 247/2012), in tema di individuazione delle categorie di liberi professionisti che possono partecipare alle associazioni tra avvocato.

Associazioni tra avvocati. L'osservazione, da parte di Palazzo Spada, si è resa necessaria anche alla luce di una nota inviata proprio dal Consiglio nazionale dei periti industriali e dei periti industriali laureati, esclusi dall'elenco delle categorie individuate dal decreto, che dovrebbe rivolgersi invece a tutte le categorie organizzate in ordini e collegi. In particolare, secondo il Consiglio di stato, «va indubbiamente considerata anche la posizione dei periti industriali e periti industriali laureati, categoria professionale articolata a livello centrale in un Consiglio nazionale ed a livello territoriale in collegi su base provinciale, per la quale parimenti non può escludersi, al pari dei periti agrari e dei periti agrari laureati, degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati, nonché dei geometri, tutti già inseriti, l'utilità di forme collaborative sinergiche nell'ambito delle associazioni di professionisti del libero foro».

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Da: economista laureato03/10/2015 11:02:39
e allora??
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Da: e allora03/10/2015 14:08:36
I PROBLEMI SONO ALTRI E NON SI RISOLVONO INVENTANDO L'AVVOCATO AGRARIO O GASTRONOMICO. MANCA UN CONTRATTO COLLETTIVO DI LAVORO CHE GARANTISCA AGLI SCHIAVETTI DI STUDIO, UN ORARIO UMANO, CONTRIBUTI PREVIDENZIALI, FERIE ED INDENNITA' DI MALATTIA OLTRE AD UNA RETRIBUZIONE DI BASE, PARI ALMENO A QUELLA DI UN NETTURBINO CON LA QUINTA ELEMENTARE.
MA COSA BISOGNA ASPETTARSI DI RENZIE  E BANDA BASSOTTA, QUANDO IL MINISTRO PREPOSTO E' DIPLOMATO PERITO MECCANICO.
http://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/guidaAlDiritto/dirittoCivile/2015-05-14/aiga-precari-studi-legali-10-ore-lavoro-senza-contratto-184551.php?refresh_ce=1
Lavorano anche dieci ore al giorno, spesso nello stesso studio legale in cui hanno svolto il praticantato, percepiscono un compenso mensile fisso, non hanno quasi mai rapporti diretti con i clienti. Di fatto lavorano come dipendenti dello studio, anche se questo rapporto non è quasi mai regolato da un contratto e, almeno nelle forme, sono liberi professionisti. Sono gli avvocati "collaboratori di studio", ai quali Aiga, Associazione italiana giovani avvocati, ha dedicato un'indagine - intervistandone 448 su tutto il territorio nazionale - che restituisce una fotografia precisa di una categoria sempre più numerosa e sempre meno tutelata dell'universo forense italiano.

L'indagine, che sarà presentata domani a Trani in un focus dedicato al cambiamento delle professioni legali "mostra dati alla mano che esiste un fenomeno che non è più possibile ignorare: quello di migliaia di avvocati che, pur collaborando stabilmente con un singolo studio legale e percependo un compenso fisso mensile, non possono contare sulle tutele di un lavoro dipendente", sottolinea la presidente dell'Aiga Nicoletta Giorgi.

Di qui la richiesta agli organi di autogoverno dell'avvocatura di intervenire "con provvedimenti urgenti e risolutivi, capaci di regolamentare il fenomeno". Secondo quanto emerso dalla ricerca in 4 casi su 5, il rapporto tra il collaboratore fisso e lo studio per il quale lavora non è normato da alcun tipo di contratto, un dato che sembra confliggere con la presenza di una corresponsione di compenso che, sia fissa (49,4%) o variabile (27%), caratterizza oltre il 76% dei rapporti di collaborazione presi in esami.

E il tempo trascorso nello studio legale è più della media lavorativa di un dipendente subordinato: in genere almeno 10 ore giornaliere. Generalmente il collaboratore si occupa di tutte le attività tipiche della professione: la sostituzione in udienza, la redazione degli atti e l'attività stragiudiziale.

Moltissimi collaboratori dichiarano di non avere visto aumentare la propria autonomia nella gestione delle pratiche e di avere comunque molto raramente, anche dopo anni di collaborazione, la possibilità di interfacciarsi direttamente con i clienti dello studio. Ciò - sottolinea l'Aiga - "a discapito dell'indipendenza e dell'autonomia della professione che dovrebbe consentire a un avvocato di gestire la difesa e la tutela dei diritti del proprio cliente e non solo di predisporre un atto ad 'occhi chiusì seguendo le mere indicazioni del dominus o del titolare dello studio.
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Da: ex praticante03/10/2015 22:32:34
E comunque mi sembra che tra i requisiti chiave delle "quattro nuove professioni" da 45.000 euro annui nessuna richieda la laurea in giurisprudenza... Come al solito, purtroppo!
Rispondi

Da: e allora04/10/2015 08:17:59
Preciso che la laurea in giurisprudenza, non solo non ti fa rientrare nel range reddituale  delle 4 nuove professioni da 45.000 a 70.000 euro lordi (tranne per chi fa il notaio), ma nemmeno ti garantisce lo status economico assicurativo e previdenziale del netturbino con la quinta elementare.
Schematicamente:

Avvocato 40enne: spese previdenziali, spese di assicurazione, spese di commercialista, spese di studio, 10 ore di lavoro(50ore settimanali), niente ferie e niente malattia e infortuni sul lavoro, pensione di 600 euro al mese a 70anni(pagando 5000 euro l'anno per 35 anni.

Netturbino40enne: contributi previdenziali e assicurativi pagati dal datore di lavoro, ferie pagate, malattia a carico dell'INPS, infortuni a carico dell'INAIL, se inizi a fare il netturbino a 18anni già hai 20 anni di contributi previdenziali e quindi vai in pensione 10 anni prima dell'avvocato, cioè a 60 anni e prendi più del doppio di pensione, 1300 euro al mese.
Rispondi

Da: operatore ecologico@ 04/10/2015 09:36:41
Certo avvocato 40 enne non avrà pensione come netturbino, ma guadagna molto di piu' e accantonerà risparmi per la vecchi aia
Rispondi

Da: basta andate a lavorare04/10/2015 11:09:42
si il netturbino e' meglio di un avvocato quarantenne? Ma quante idiozie si leggono
Rispondi

Da: solo il notaio04/10/2015 15:36:04
Ha garantite 4000 euro al mese anche senza avere un cliente.
L'avvocato per guadagnare 4000 euro al mese deve emigrare in Inghilterra.
Rispondi

Da: ...............................04/10/2015 16:52:05
Concordo.... ad eccezione dei privilegiati che fanno parte della casta
Rispondi

Da: vero pero''....04/10/2015 20:00:21
non guadagnera' 4000 minimi netti come un notaro,   ma di questi tempi anche ne guadagnasse solo  2500 non sarebbe malaccio.
Rispondi

Da: paladino dell''avvocatura04/10/2015 22:23:18
Studiate giurisprudenza lasciate stare i gufi !
Se non riuscite ad ablitarvi in Italia, fate fare un prestito ai vostri genitori ed abilitatevi in Spagna.
Poi dopo 3 anni che farete gli schiavetti dell'avvocato che deve co-firmare tutte le vostre pratiche poichè non siete pienamente avvocati ma abogados stabiliti, fate fare un mutuo ai vostri genitori perchè siete avvocati e dovrete aprirvi lo studio.
Poi dopo 8 anni che non pagherete più i contributi previdenziali in misura ridotta, fate fare l'ultimo sforzo ai vostri genitori, fate loro cedere il quinto della pensione, convincendoli che ormai siete all'ultimo step e che dopo i 40 anni emergerete......... gallegerete ........se siete eccellenza........
Rispondi

Da: magari sbaglio ma,05/10/2015 09:33:11
Bhe un mutuo per aprire uno studio? Mi sembra eccessivo,  con 250e  al massimo ti affitti una stanza in condivisione con giovani colleghi!  Si la cassa costa, ma non da necessitare un mutuo credo ,  poi qualche soldo entrera' pure!
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Da: per emergere06/10/2015 08:11:46
E' la formazione il reale problema dei giovani a livello lavorativo: è questo l'allarme lanciato da Manageritalia che propone un progetto di unione tra scuola e lavoro per fare in modo che chi esce dal sistema scolastico possa essere pronto a inserirsi nel mercato del lavoro.
Il progetto vedrà già la luce in due scuole e aziende della Lombardia, poi l'obiettivo è allargarlo in tutta Italia: "Serve maggior dialogo tra aziende e scuole - le parole di Marisa Montegiove, presidente Manageritalia Servizi - perché il percorso scolastico non prepara i ragazzi a inserirsi a livello lavorativo".
In particolare, secondo i dati di un'indagine realizzata per Manageritalia su un campione di 1200  dirigenti italiani del settore privato, ben il 68,3% pensa che la scuola italiana non sia meritocratica, non valorizzi e metta in evidenza le qualità degli studenti migliori. Inoltre, i manager chiedono più dialogo tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro, maggiore qualità dei docenti, anche tramite nuovi criteri di selezione, aggiornamento e qualificazione. Infine, tra le pecche dei ragazzi elencate dai manager ci sono soprattutto capacità decisionali, relazioni, manageriali e anche linguistiche
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Da: aspirante sognatore06/10/2015 12:10:56
un avvocato come fa ad emergere e a farsi i clienti?
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Da: per emergere06/10/2015 21:21:24
Diventando idraulico.
Rispondi

Da: opzione n.1 valida06/10/2015 21:45:35
Facoltà di giurisprudenza a numero chiuso e limitazioni all'accesso alla professione forense: fa ancora discutere il progetto comunicato dal ministro della Giustizia qualche mese fa e che, stando a indiscrezioni di corridoio, non sarebbe mai tramontato. Alla bozza starebbero lavorando il Ministero della Giustizia, di concerto con il Ministero dell'Università. Lo scopo è quello di rivedere i criteri di accesso alla professione forense. L'intento è quello di limitare il numero di legali che accedono alla professione.



Il progetto doveva essere presentato lo scorso 28 settembre, ma i problemi del Governo che tutti conosciamo, le continue minacce di crisi e di caduta dell'esecutivo, hanno fatto slittare i tempi. Di fatto, la bozza è ancora allo studio e, a quanto sembra, sulla scrivania del Ministro.



In particolare, sono state avanzate tre possibili soluzioni:

1) la prima sarebbe quella di applicare uno sbarramento immediato all'iscrizione universitaria, prevedendo così un numero chiuso a tutti gli iscritti a giurisprudenza;

2) la seconda è quella di applicare il filtro dopo tre anni di università, attraverso un percorso formativo su misura. In questo modo, si valorizzerebbero solo gli studenti più meritevoli, mettendo da parte i cosiddetti "frequentatori occasionali";

3) la terza invece comporterebbe lo sbarramento nella fase post-laurea, prima delle scuole di specializzazione.



Gli avvocati si dividono. Che vi sia una forte spinta di chiusura, sia dal vertice che dalle basi, è innegabile: chiusura determinata soprattutto dall'eccessivo sovraffollamento della professione e dalla recente crisi del settore "giustizia". L'esubero di avvocati viene spesso considerato come una delle cause del recente decadimento della professione, che avrebbe accomunato professionisti "a tempo continuativo" a coloro che, invece, utilizzano la professione come "riempitivo".



Attualmente in Italia, su una popolazione di quasi 61 milioni di persone, ci sono ben 247 mila avvocati. Il numero maggiore è presente in Campania (38 mila), seguita dalla Lombardia (30 mila) e dalla Puglia (23 mila). All'ultimo posto c'è la Valle d'Aosta con 178 avvocati e il Trentino con 1.643.

In Germania il numero dei legali è di 150 mila; in Francia invece è di 20 mila, quanto quelli presenti solo a Roma.


- See more at: http://www.laleggepertutti.it/15465_troppi-avvocati-in-italia-al-via-il-numero-chiuso#sthash.u3nYtRHL.dpuf
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Da: riforma università07/10/2015 17:48:34
"È il nuovo sacerdozio, bambino. Tu lo sai che ci sono più studenti alla facoltà di legge di quanti avvocati popolano la Terra?". Così esordiva il mostro sacro del cinema Al Pacino nel film "L'avvocato del diavolo". Una frase che fu pronunciata nel lontano 1997, ma che oggi a distanza di quasi 20 anni sembra essere più che mai attuale, soprattutto qui in Italia.
Troppi avvocati popolano oggi le caotiche aule giudiziarie, che sono già a loro volta ingolfate da fascicoli che reggono anche i più sommi soffitti. Riforme, spostamenti e tagli sono sempre stati effettuati a valle, quale sterile tentativo di risolvere il famigerato numero ipertrofico di avvocati.
Per la prima volta il problema viene risolto a monte, almeno quanto previsto dalla bozza che darà il via a un Decreto del Ministero dell'Istruzione..Sono previsti due modelli: il primo 3 + 2, che include un minor numero di crediti ma consentirà agli studenti di inoltrarsi in esperienze di ampio raggio, come ad esempio gli scambi culturali, vista la continua interazione del diritto con realtà d'oltralpe, in modo da essere anche più aderenti alle esigenze di un mercato che ha ormai portata internazionale; il secondo modello invece è previsto per coloro che vogliono intraprendere la professione dell'avvocato e del notaio. Il modello è 4 + 1, dove all'ultimo anno c'è la facoltà di scegliere il percorso professionale, con la possibilità di svolgere contestualmente 6 mesi (dei 18 in totale) di praticantato, così come previsto dalla legge 247/12.
Una riforma interessante, che sicuramente assottiglierà il numero di avvocati, ma che al contempo verrà incontro alle esigenze del mercato del lavoro, troppe volte vittima di enormi gap tra domanda e offerta.
Se la riforma andrà in porto, darà quindi la possibilità di scelta a molti studenti già dal primo giorno di Università, saranno consapevoli di intraprendere la strada del notariato o quello dell'avvocatura, senza dover più scegliere quest'ultima come alternativa di un mercato che spinge alla disoccupazione, vista la crescente esigenza di specializzazione che l'Università spesse volte non offre.
Rispondi

Da: scettico07/10/2015 21:06:58
Gli effetti si vedranno solo tra un ventennio.
Poi troppo poco un anno di percorso specialistico.
Rispondi

Da: abc08/10/2015 13:37:03
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/08/avvocato-a-new-york-in-italia-non-volevano-neanche-farmi-laureare/2097284/
Rispondi

Da: c''e'' trippa per gatti x tutti08/10/2015 14:02:00
250.000 avvocati perche' gli italici sono litigiosi!!  come mai tutti fanno gli avvocati se non rende? qualche cosa non torna...
Rispondi

Da: x "c''è trippa per gatti"08/10/2015 14:26:13
perché, appena conseguita la laurea in legge, è paradossalmente la strada più facile. Basta bussare a 10 studi legali in un giorno e almeno 8 ti prendono, tanto sei manodopera gratuita. Il problema, però, è che quando hai iniziato quel percorso, poi è difficile tornare indietro. Uno, due, mille anni di pratica, per le aziende valgono zero.
In sintesi mi sento di dire che molti dottori in legge non fanno gli avvocati, ma "si sono trovati" a fare gli avvocati..

Non ultimo il fatto che per molti il praticantato sembra quasi la continuazione naturale del corso di laurea in giurisprudenza, senza chiedersi se possano, al contrario, spendere il titolo, ma sopratutto la loro persona (cioè quanto realmente valgono), anche in campi non strettamente attinenti allo "ius" (conosco ingegneri chimici che sono manager di grandi agenzia di stampa internazionali...).

Poi ci sono quelli che fanno gli Avvocati perché lo volevano realmente fare.
Rispondi

Da: .................08/10/2015 14:59:47
è una professione finita....
Rispondi

Da: novizio . 08/10/2015 15:07:58
Si ma anche se poi diventi avvocato come conseguenza poi il lavoro c'e'? Riesci a guadagnare decorosamente negli anni in proprio come professionista?
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Da: x "novizio"08/10/2015 15:37:26
spannometricamente...
quando diventi avvocato ti immergi nel mercato di quella libera professione. tendenzialmente quelli più giovani e meno coperti economicamente vanno a lavorare in uno studio. Grasso che cola prendi 1000 euro (da fatturare). Diventano dipendenti del titolare dello studio, senza però un contratto di lavoro subordinato (e le sue tutele), perché sono pur sempre liberi professionisti. Difficilmente potrebbero curarsi loro clienti.
Se si ha la possibilità di mettersi subito in proprio, allora li sei sostanzialmente un imprenditore, con i rischi del caso.

Quello che c'è da capire è che essendo una libera professione, il lavoro c'è e ci sarà sempre. Basta andarselo a trovare, facendosi un culo imperiale. Il problema, a mio avviso, è proprio questo. Chè essendo tanti, troppi, lo sforzo richiesto per emergere è mostruoso, che importa una qualità della vita pari a zero. Non è un discorso di essere bamboccioni o meno. E' un discorso che nella professione forense, attualmente, non ci sono vie di mezzo. O, come dicevo, sacrifichi la tua vita per ottenere una posizione e allora lavori bene, o fai comunque uno sforzo "normale" (ossia quello comunemente richiesto dalla società a una persona) e stenti a campare.
Se conoscete qualche psicologo o psichiatra, andategli a chiedere quanti clienti hanno che appartengono alla classe forense...

Come ho premesso, il mio è un discorso spannometrico, nel senso che ci sono le eccezioni, per carità.
Rispondi

Da: bha sara''08/10/2015 17:04:28
io ne conosco uno che mi sembra sempre tranquillo e non si ammazza di certo,  alle 9 esce di casa se va bene e se la passa piu' che bene da come vive. ( mai visto stressato )
Rispondi

Da: x sopra08/10/2015 20:30:58
E' stato ripetuto diverse volte che ci sono le eccezioni. Tu stesso dici conosco uno che se la passa bene.
Io ti dico conosco centinaia che stanno malissimo.
Rispondi

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