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Ma c'è lavoro in Italia ? altro che ripresa.....
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Da: Italian | 20/05/2011 14:45:13 |
Avete sentito c'è la ripresa della produzione industriale del 12%, voi ci credete?????? boh ma !!!!!!! | |
Da: SIIIIIIII | 20/05/2011 14:49:24 |
c'è la ripresa del pil, della produzione industriale, dell'occupazione, si certo!!!!!!!! c'è la RIPRESA per il culo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! | |
Da: ..... | 20/05/2011 20:58:25 |
ahahah dicono sempre cavolate....in TV | |
Da: 1848 | 21/05/2011 11:11:15 |
Dalla Spagna gli 'Indignati' sbarcano in Italia Sabato 21.05.2011 10:30 Non solo Spagna. E non solo web. La protesta spagnola degli 'Indignati', iniziata su Facebook e Twitter, sbarca anche nelle piazze italiane. E promette di portare in strada giovani con i palloncini bianchi, da piazza di Spagna a Roma a piazza Nettuno a Bologna e ancora Torino e Padova. La pagina Facebook del movimento italiano conta già oltre 6000 membri: "I problemi dei giovani spagnoli non sono tanto differenti da quelli che ci attanagliano ormai da troppo tempo. Questo è un movimento che nasce dal basso, quindi durante le prossime manifestazioni conosciamoci, incontriamoci, pianifichiamo una strategia comune e vediamo se anche noi siamo interessati a seguire l'esempio spagnolo, ricordandoci che si tratta di un movimento apartitico e soprattutto pacifico". Protagonisti i precari italiani, che non vogliono essere strumentalizzati a livello politico: "Questa deve rimanere la ribellione dei semplici cittadini; senza colore, senza bandiere e senza religione". ARRIVA L'APPOGGIO DI GRILLO - La protesta del movimento giovanile degli "Indignati" di Spagna trova il sostegno di Beppe Grillo. L'animatore del MoVimento 5 Stelle e' a Barcellona e sottolinea come la protesta spagnola e quella italiana, che ha raccolto positivi risultati alle ultime amministrative, si siano "sviluppate entrambe su Internet; sono formate in prevalenza dalle giovani generazioni che non vedono prospettive per il loro futuro; si chiamano Movimento e hanno un 5 nel nome ("Gimme five!"); vogliono una riforma del sistema elettorale, l'abolizione di leggi ingiuste, l'esclusione degli indagati dalle liste elettorali, il divieto di finanziamento ai partiti, rifiutano il monopolio della politica da parte dei due partiti maggiori, i loro Pdl e Pdmenoelle, che sono il Psoe e il Pp, sono contro l'oligarchia dei partiti e per una democrazia partecipata". Grillo, sul suo blog, sottolinea: "Domenica ci sono le elezioni amministrative in Spagna, ma giornali e televisioni parlano solo delle nuova rivoluzione spagnola. I politici sembrano diventati di colpo relitti del passato, statue di cera del museo di madame Tussaud. La rivoluzione dal basso ha superato Gibilterra ed e' arrivata in Spagna dai Paesi del Maghreb. Il 2011 potrebbe diventare come il 1848, quando le vecchie istituzioni vennero travolte e la questione sociale divenne parte della politica... Un 'indignado' aveva un cartello ben visibile: 'E' il sistema che e' contro di noi, non noi contro il sistema'. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure". IN SPAGNA LA PROTESTA SI ALLARGA - Si allarga la protesta del "Movimento 15-M" contro la precarietà. Come riporta il sito web del Mundo, alle centinaia di giovani che da giorni hanno occupato la madrilena Puerta del Sol, si sono uniti da ieri anche molti pensionati. Lunedì e martedì la piazza della capitale era stata occupata dai giovani, ma ieri sera al chilometro zero della capitale era visibile la presenza di pensionati e anziani. "Sono qui per appoggiare questa gente", dice Victoria Espadas, 78 anni. "Mia figlia viene qui tutti i giorni, ci sono molti giovani preparati che non possono lavorare". Nonostante la pioggia e il divieto posto dalle autorità, per la quarta notte consecutiva centinaia di persone hanno passato la notte in piazza, con volontari che hanno distribuito riso, spaghetti al pomodoro e biscotti. Altri si sono invece attrezzati per ripulire la piazza dalla spazzatura. | |
Da: ... | 21/05/2011 12:07:57 |
ragazzi perchè in italia non ci organizziamo anche noi? | |
Da: hai ragione | 21/05/2011 13:02:29 |
facciamo qualcosa, | |
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Da: RIPRESA | 21/05/2011 16:16:03 |
per il culo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! | |
Da: ......... | 23/05/2011 11:08:41 |
La crisi butta a terra gli italiani. Donne, giovani e Mezzogiorno arrancano sempre di piu' e le famiglie continuano a faticare nel loro ruolo di ammortizzatori sociali. E' questa la fotografia dell'Italia scattata dal ''Rapporto annuale sulla situazione del Paese nel 2010'' diffuso oggi dall'Istat. Dal punto di vista economico, l'intensita' della crisi del 2008-2009 e la velocita' della ripresa in corso sono state disomogenee tra le economie europee e, al loro interno, tra i settori produttivi. Tra i grandi paesi dell'unione economica e monetaria dell'Unione europea, l'Italia ha subito la maggior caduta del prodotto insieme alla Germania, mostrando pero', al contrario di quest'ultima, un recupero molto modesto: a marzo 2011, al netto degli effetti di calendario e della stagionalita', il Pil in Italia e' ancora inferiore di 5,1 punti percentuali rispetto al primo trimestre 2008, mentre il recupero e' stato completo in Germania e, per l'insieme dei paesi dell'Uem, il divario da colmare e' di 2,1 punti percentuali. Non solo, l'Italia e' l'economia europea cresciuta meno nel'intero decennio 2001-2010 con un tasso medio annuo pari allo 0,2% contro l'1,1% dell'Uem. In questo quadro, sul fronte sociale, gli italiani sostengono la crisi con grandi difficolta': il mercato del lavoro e' piu' debole ed e' minore la qualita' dell'occupazione (nel biennio 2009-2010 gli occupati sono scesi di 532 mila unita', di cui piu' della meta' nel Mezzogiorno). Per questo, ritenere di non riuscire a trovare un impiego e attendere gli esiti di passate azioni di ricerca sono state le principali ragioni che hanno indotto a non cercare lavoro: nel 2010 questi motivi hanno interessato circa 2 milioni di persone, una cifra vicina a quella dello stock dei disoccupati. Una situazione che non risparmia neanche i giovani: nell'anno trascorso sono poco oltre 2,1 milioni (134 mila in piu' rispetto a un anno prima) i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non frequentano alcun corso di istruzione o formazione (i cosidetti 'Neet', Not in education, employment or training). Essi rappresentano il 22,1% della popolazione nella stessa fascia di eta' (20,5% nel 2009). Una condizione di difficile soluzione, tant'e' che il 50% di loro resta tale per almeno due anni: piu' si rimane fuori dal circuito formativo o lavorativo, piu' e' difficile rientrarvi. Anche per le donne la situazione e' tutt'altro che rosea: nel 2010 infatti la loro occupazione rimane stabile, ma peggiora la qualita' del loro lavoro. E' scesa l'occupazione qualificata, tecnica e operaia (-170 mila unita') ed e' aumentata soprattutto quella non qualificata (+108 mila unita'). Secondo fattore di peggioramento e' dato dalla crescita del part-time (+104 mila unita' rispetto all'anno prima) quasi interamente involontaria. Infine, crescono le donne sovraistruite, quelle con un lavoro che richiede una qualifica piu' bassa rispetto a quella posseduta: fra le laureate, il fenomeno interessa il 40% delle occupate. Nel 2010 permane poi la disparita' salariale con gli uomini e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro continua a essere molto piu' bassa in Italia rispetto all'Europa: nell'anno trascorso il tasso femminile di occupazione si e' attestato al 46,1%, 12 punti percentuali in meno di quello medio europeo. L'Istat rileva anche un dato allarmante sul fronte del rapporto delle donne con il lavoro: nel 2008-2009, infatti, circa 800 mila madri hanno dichiarato che nel corso della loro vita lavorativa sono state licenziate o messe in condizioni di doversi dimettere in occasione o a seguito di una gravidanza. La situazione delle donne non puo' che ripercuotersi sulle famiglie italiane: le tendenze demografiche e i cambiamenti nel rapporto delle donne con il mercato del lavoro sono state alla base di difficolta' crescenti della rete informale di aiuti. La catena di solidarieta' femminile tra madri e figlie su cui si e' fondata questa rete rischia ora di spezzarsi: le donne occupate con figli sono infatti sovraccariche per il lavoro di cura all'interno della famiglia e le nonne sono sempre piu' schiacciate tra cura dei nipoti, dei genitori anziani non autosufficienti e dei figli adulti. Nonostante tutto, le donne continuano ad essere il pilastro di questa ''catena'' di aiuti e assistenza svolgendo in un anno 2,1 miliardi di ore di aiuto a componenti di altre famiglie, pari ai due terzi del totale erogato. Intanto, aumentano gli aiuti informali di tipo economico. Le famiglie, infatti, nel 2010, hanno visto crescere il loro reddito disponibile (+1%), ma, considerando la variazione dei prezzi, il potere di acquisto ha subito un'ulteriore riduzione dello 0,5%. In calo anche la propensione al risparmio delle famiglie: al 9,1%, il valore piu' basso dal 1990. Una situazione che al Sud Italia e' addirittura peggiore: nel Mezzogiorno, infatti, sono state aiutate meno famiglie per quanto i bisogni siano stati maggiori a causa di una poverta' diffusa, delle peggiori condizioni di salute degli anziani e un maggior numero di disabili. Anche sul fronte occupazione, il Sud soffre piu' del Nord: nel 2010 e' occupato circa 1 giovane ogni 2 nel Nord, meno di 3 su 10 nel Mezzogiorno. In questo quadro generale, gli stranieri che si trovano in Italia non se la passano proprio benissimo: guadagnano meno dei cittadini del Belpaese, hanno visto il loro tasso di occupazione scendere dal 64,5% del 2009 al 63,1% del 2010, un calo piu' che doppio in confronto a quello degli italiani e, nel 2010, sono stati 880 mila quelli che hanno un livello di istruzione e un profilo culturale piu' elevato rispetto al lavoro svolto. Ed e' cosi', dal Pil alle donne, dai giovani disoccupati alle famiglie, che nella Ue le persone a rischio poverta' (dopo i trasferimenti sociali) sono il 16,3% e in Italia il 18,4% e che nel nostro paese circa un quarto della popolazione (24,7%) sperimenta il rischio di poverta' o esclusione, un valore superiore alla media Ue (23,1%). | |
Da: Lici865 | 23/05/2011 11:19:32 |
MA QUALE LAVORO, TI PROPONGONO SOLTANTO LAVORO COME VENDITORI | |
Da: AXC | 23/05/2011 11:55:13 |
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-628a42e0-0941-4626-949e-c35ed176cb46.html | |
Da: ... | 23/05/2011 12:58:52 |
infatti dopo aver visto report ieri sera.... il mio sconforto è ulteriormente aumentato... purtroppo non sono tra i fortunati che sono riusciti a fuggire all'estero.... | |
Da: Neuman | 23/05/2011 13:01:21 |
L'Italia non è un paese per giovani, o meglio non lo è più da un pezzo. Perché il nostro paese non riesce più a progettare il proprio futuro? Un paese nel quale gli anziani hanno superato numericamente i giovani, non solo perché si e' allungata la vita ma perché da più di 30 anni si fanno meno figli a causa di ripetute crisi economiche scaricate sempre sulle fasce più deboli della società e per mancanza di adeguate politiche di welfare. Se facciamo un paragone con la Francia, un paese demograficamente confrontabile con l'Italia e con adeguate politiche di welfare, da noi manca all'appello un'intera fascia generazionale: 4 milioni di giovani tra i 25 e i 35 anni. Dobbiamo quindi pensare che per chi decide le strategie politiche del nostro Paese i giovani contino poco, dal punto di vista politico siano invisibili, salvo poi giocarsi il loro stato di precarietà nelle campagne elettorali, promettendo loro un futuro migliore che non arriva mai. E allora ai ragazzi non rimane che "mettere la collera nella valigia" e andare via. La nuova emigrazione è fatta di laureati, ricercatori che non ritorneranno indietro perché trovano solo all'estero un'adeguata collocazione. Lasciando alle spalle un Paese che sta erodendo il risparmio privato per mantenere i figli, sempre più povero di risorse umane, sempre più vecchio | |
Da: daddy -banned!- | 23/05/2011 13:08:09 |
Paese di merda. Evasori totali che girano col SUV e che si lamentano per le buche nell'asfalto, del nido per il pargoletto vestito Ralph lauren che non trovano, politici che parlano per slogan e che non sanno nemmeno chi è Lukashenko, troie d'alto bordo che non sanno distinguere la bandiera di Hamas da una bandiera pacifista che sembrano uscite da un trattato di chirurgia plastica, cazzoni che promettono ministeri sotto casa come fossero noccioline. Paese di merda. | |
Da: +++ | 23/05/2011 13:18:37 |
fortunello chi riesce ad andare all'estero ed è scappato da questo paese schifoso e rivoltante, x tutti gli altri (me compreso) c'è e ci sarà ancora da soffrire..... | |
Da: RIPRESA | 23/05/2011 15:39:04 |
per il culo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! | |
Da: ... | 23/05/2011 15:54:15 |
questa è la cosa che mi terrorizza di più.... non sapere quando e se ci sarà l'uscita dal tunnel.... | |
Da: Tommaso G. | 23/05/2011 16:49:47 |
Mi è capitato per motivi di lavoro di passare qualche mese in germania: vi posso assicurare che anche li c'è stata la crisi, ma a differenza dell'Italia le aziende hanno investito e si rinforzate sul mercato senza chiedere aiuto allo stato, ora sono molto più competitive. In Italia le grandi aziende hanno scelto di non investire e hanno chiesto l'aiuto dello stato dietro la minaccia di tagliare posti di lavoro. Risultato: le aziende italiane hanno perso competività, inoltre lo stato italiano si è indebitato maggiormente. Alla fine le scelte sbagliate si pagano...... | |
Da: NO | 23/05/2011 17:02:04 |
è una vostra impressione, in Italia le cose vanno benissimo, c'è la ripresa, si c'è la RIPRESA per il culo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! | |
Da: che | 23/05/2011 17:03:41 |
vergogna | |
Da: ........... | 23/05/2011 17:29:00 |
Sono i giovani la categoria piu' colpita dalla crisi economica in Italia. A testimoniarlo e' il rapporto annuale dell'Istat da cui emerge che nel biennio 2009-2010 si registrano 501 mila occupati in meno nella fascia d'eta' compresa tra i 15 e i 29 anni. In totale, il numero degli occupati e' diminuito di 532 mila unita'. Al saldo negativo dei giovani si aggiunge infatti il calo di 322 mila unita nella fascia d'eta' compresa tra i 30 e i 49 anni cui si contrappone l'incremento di 291 mila unita' tra gli over 50. | |
Da: incazzato nero | 23/05/2011 17:46:06 |
fino a un pò di tempo fa si diceva che la colpa era dei giovani, troppo bamboccioni x trovare lavoro, ora invece si parla di rassegnazione alla disoccupazione e alla povertà..... | |
Da: u pil | 23/05/2011 22:39:05 |
se siete giovani andate all'estero | |
Da: ... | 24/05/2011 09:59:24 |
infatti quello è il punto.... ci abbandonano al nostro triste destino.... | |
Da: Sunshine | 24/05/2011 11:09:55 |
Oggi ho visto in edicola una rivista economica, "IL MONDO", con, in copertina, un servizio intitolato "Rivoluzione Concorsopoli", forse potrebbe essere interessante. | |
Da: Sunshine | 24/05/2011 11:55:56 |
Ecco il link che mi ha fornito un gentile utente su un altro topic: http://www.innovazionepa.gov.it/rassegna/pdf/2011/maggio/vinca-ilmondo-20.pdf | |
Da: per | 24/05/2011 15:32:06 |
l'Italia le cose si mettono male | |
Da: RIPRESA | 24/05/2011 15:32:52 |
per il culo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! | |
Da: ciccia | 24/05/2011 15:41:21 |
scusate, ma se sono laureata in giurisprudenza che me ne vado a fare all'estero???abbiamo sbagliato laurea...è stato il II errore, dopo quello di essere nati in italia... | |
Da: ... | 24/05/2011 16:07:44 |
uhm.... vero anche io sono superpentita di questa laurea del c.... | |
Da: ... | 24/05/2011 16:07:49 |
uhm.... vero anche io sono superpentita di questa laurea del c.... | |
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