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Ma c'è lavoro in Italia ? altro che ripresa.....
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Da: news26/02/2011 11:04:27
fra un pò con il casino in Libia.....il governo italiano sta preparando una situazione previlegiata per questi extracomunitari.....altro che lavoro per i giovani italiani?????

Da: Io penso26/02/2011 12:40:12
che si commnti da solo:
Il 10% della popolazione possiede il 50% della ricchezza: i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre di più.

La benzina e le tariffe aumentano continuamente, mentre gli stipendi vengono bloccati.

Il Ministero delle Difesa applica il decreto 150/09 di Brunetta come strumento repressivo dei diritti e a danno di un salario già abbondantemente insufficiente.

La scuola e l'università con la riforma taglia posti di lavoro per docenti e personale ATA e dal prossimo 1° luglio vi è il rischio per la perdita di lavoro per circa 13.000 addetti ai servizi di pulizie nelle scuole.

Il Ministero del Tesoro da 1° di marzo sopprime tutte le direzioni territoriali con la perdita secca di circa 3500 posti di lavoro.

La Sanità riduce posti letto, chiude strutture ospedaliere, accorpa le ASL e nella logica del risparmio esternalizza le attività ed i servizi, creando ancor di più sacche di precarietà gestite della politica e dai manager con la complicità dei sindacati collaborazionisti.

Da: i tempi non sono maturi27/02/2011 17:30:05
..... le differenze ci sono e quando gli italiani saranno esasperati davvero forse ci sarà  un aribellione come in libia .... ma a differenza loro l'età media degli italiani è di 46 anni ... per fare la rivoluzione ci vogliono entusiasmo giovanile e coraggio giovanile . da noi già a 25 anni  ci si sente bambini e a 40  troppo vecchi

Da: news27/02/2011 23:24:02
comunque il paese delle banane.....

Da: news27/02/2011 23:28:29
più che altro apparenza della situazione sotto controllo invece c'è una situazione da crisi sociale lavorativa e giovanile......SVEGLIA GIOVANI!!!!!!! solamente i politici vivono in questo paese ? a sparare cazzate dalla mattina alla sera....?????

Da: Albe27/02/2011 23:30:18
apriamo gli occhi. ci stanno rubando il futuro.

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Da: .......27/02/2011 23:41:41
quando arriva il boom economico degli anni 60 ??????

Da: si arriva28/02/2011 00:25:15
esattamente nel 2060!

Hai pazienza?

Da: news28/02/2011 17:55:14
ahahah che schifo, come va la situazione al nord? con il lavoro

Da: x news28/02/2011 19:39:07
vorrei sapere se anche l'Emilia Romagna ed in particolare a bologna e dintorni si può avere ancora speranza di lavorare , chi vive da quelle parti può raccontare che " aria tira "????? grazie . vorrei sapere prima di trasferirmi eventualmente là

Da: news01/03/2011 11:24:04
in italia devi essere un bandito per trovare un lavoro....

Da: 29,4 nuovo record01/03/2011 11:53:14
disoccupazione record da gennaio 2004 , aumento di + 5,0% da gennaio 2011 . dati istat disoccupazione giovanile sempre peggio .....

Da: Siddal 01/03/2011 14:06:56
Certo che siamo proprio in un paese strano, c'è il vincolo del turn-over, le graduatorie dei concorsi sono bloccate da anni, non parliamo degli idonei, ma anche dei vincitori, ed io devo vedere che in un'amministrazione di primaria importanza viene immesso nei ruoli del personale proveniente dai posti più disparati, dalle Aziende Sanitarie Locali, dagli Ospedali, dagli Enti di Ricerca, da varie Agenzie, per delle mansioni che nulla avrebbero a che fare con i luoghi di provenienza, e non si tratta del Ministero della Salute, come magari potreste immaginare, tanto per essere chiari.

Da: news01/03/2011 21:19:59
Che cosa pensate delle agenzie interinali......la funzione che hanno in Italia?

Da: fabius7501/03/2011 23:25:47
una vera presa in giro.....

Da: Silvin02/03/2011 15:43:55
hanno il monopolio sul lavoro in italia....

Da: news02/03/2011 15:47:07
nuovo record disoccupazione, quasi al 30% !!!!!!!!!

Da: Serpente7502/03/2011 15:51:46
Le agenzie interinali hanno tutto il vantaggio ad avere i disoccupati e mantenere gli individui disoccupati!!!!!!!!!!!!!!!!!

Da: Serpente7502/03/2011 15:54:40
Le agenzie interinali hanno tutto il vantaggio ad avere i disoccupati e mantenere gli individui disoccupati!!!!!!!!!!!!!!!!!

Da: news04/03/2011 18:34:23
Ma un ragazzo per lavorare in italia che deve fare ?

Da: ......04/03/2011 18:37:32
I ragazzi italiani devono far sentire di più i propri problemi lavorativi con varie manifestazioni......siamo un paese troppo silenzioso!!!!!!!!

Da: ......05/03/2011 14:57:03
ma quando lavorano questi giovani italiani ?????????????

Da: news05/03/2011 22:44:56
con berlusconi al governo......ormai mi sembra che la situazione sia veramente da paese delle banane......per lavorare devi essere un super raccomandato anche per dei miseri lavori da poco.

Da: news05/03/2011 23:01:13
«PAESE DELLE BANANE» - «Ogni giorno vi sono persone di ogni categoria sociale che protestano e non ne possono più di essere presi in giro da lei e dal suo governo - ha detto il leader del'Idv - . Fuori di qui addirittura i poliziotti hanno protestato, perchè stanchi di pagarsi la benzina per correre appresso ai delinquenti. Fuori di qui ci sono migliaia di studenti e docenti, che non sono delinquenti per il solo fatto che protestano, ma sono giovani disperati a cui avete tolto pure il futuro». Di Pietro ha detto ancora: «Fuori di qui ci sono i lavoratori senza contratto, ricattati dai tanti Marchionni strozzini di turno. Fuori di qui ci sono i precari senza futuro di ogni categoria, fuori di qui non c'è quel paese delle meraviglie che descrivete, ci sono i giovani e i meno giovani che hanno perso il lavoro o non l'hanno mai avuto. Fuori di qui ci sono i cittadini dell'Aquila, terremotati due volte prima dal destino poi dalle sue frottole. Fuori di qui ci sono tante persone bisognose a cui avete tolto la solidarietà e ogni speranza. Voi avete ridotto l'Italia a un paese delle banane. Fuori di qui, prima se ne va meglio è».

Da: tom08/03/2011 21:55:23
che schifo questa situazione italiana...tutta apparenza, poi alla fine stiamo messi male.....con questo lavoro!!!!!!!!

Da: Io penso08/03/2011 23:34:09
che si commenti da solo:

Laureati travolti dalla crisi bassi stipendi e più precarietà
Peggiorano ancora i dati su retribuzioni, occupazione e stabilità. Raddoppia il fenomeno di chi non ha neppure un contratto LA CRISI non smette di far male. Anche a chi, come i laureati, possiede più strumenti culturali e professionali per reagire ai mutamenti. I numeri parlano chiaro. Gli stipendi perdono ancora potere d'acquisto, le chance di trovare un posto si riducono ulteriormente e i contratti precari sono ormai routine. Intanto risuonano altri due campanelli d'allarme: il lavoro nero raddoppia e la classe sociale di provenienza non smette di condizionare i destini dei giovani. Tanto che tra i "figli" si perpetuano le differenze e le disparità dei "padri", anche laddove non avrebbero più alcuna giustificazione. Sia in termini di euro guadagnati che di riconoscimenti e identificazione nel lavoro.
A richiamare l'attenzione sulla questione giovanile, è il nuovo rapporto di AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei neolaureati. Presentata oggi a Roma presso la sede della Crui, l'indagine ha coinvolto 400 mila ragazzi e, con una gran mole di dati, invita operatori e politici a considerare con attenzione la necessità di approntare strumenti per evitare che una risorsa preziosa vada dissipata con inevitabili danni per l'intero Paese. I risultati saranno discussi anche nell'ambito della conferenza internazionale sul capitale umano e  l'occupazione che a Bologna, tra giovedì e venerdì prossimi, vedrà confrontarsi decisori, responsabili d'azienda, operatori e esperti del settore.

La disoccupazione non smette di crescere. Sia che si esca con la "triennale", sia che lo si faccia con la specialistica, i senza lavoro continuano ad aumentare. Oggi, il 16,2 per cento dei laureati "brevi" è disoccupato a un anno dal conseguimento del titolo di studio. Nel 2008 erano l'11 per cento. Dalla specialistica non arrivano numero migliori. L'involuzione, semmai, è ancora più accentuata: i disoccupati quest'anno sono il 17,7 per cento (erano  il 10,8 per cento). Certo è che comunque i laureati nel tempo dimostrano performance migliori dei diplomati. Durante l'intera vita lavorativa, hanno un tasso di occupazione superiore di undici punti percentuali a quella dei diplomati che, senza dubbio, stanno pagando più dolorosamente la crisi. Ad ogni modo, dice l'indagine, diminuisce anche la quota dei laureati che risultano impiegati cinque anni dopo aver conseguito il titolo. In questo caso il campione osservato è quello dei laureati pre-riforma. Tra il 2005 e il 2010 la contrazione è di quasi cinque punti percentuali. Cinque anni fa erano il 90,3 per cento quelli che erano riusciti a trovare impiego. Oggi sono l'85,6 per cento.

Ancora più incertezza. Il peggioramento delle condizioni contrattuali dei primi impieghi è comunque costante. I contratti atipici oggi interessano più di quattro laureati "brevi" su dieci. Allo stesso tempo i rapporti di lavoro stabili sono passati dal 50,7 per cento al 46,2. Peggiori sono anche le performance, a un anno dalla laurea, di chi consegue la specialistica. Quest'anno hanno un contratto atipico il 46,4 per cento (erano il 41,4 nel 2008) mentre solo il 35 per cento è riuscito a strappare un contratto stabile. Per chi è uscito dagli atenei cinque anni fa, dato questo che riguarda in particolare i laureati pre-riforma, la stabilità dell'occupazione coinvolge il 71 per cento dei casi.

Il lavoro nero. La cifra che desta più di qualche preoccupazione è quella relativa alla crescita dei "senza contratto". Sempre più giovani laureati lavorano senza avere avuto la possibilità di firmare un contratto. Con il conseguente venire meno di quei diritti che spettano a ogni lavoratore. Niente contributi e niente assicurazione, tanto per fare un esempio. Tra chi ha concluso la specialistica, i laureati occupati senza contratto sono quest'anno il 7 per cento (il doppio di quanti erano nel 2008). Sono aumentati anche i laureati "brevi": oggi sono costretti a lavorare in nero il 6 per cento (erano il 3,8 per cento). Tra gli specialistici a ciclo unico, la quota è quasi dell'11 per cento.

Il continuo arretramento degli stipendi. I guadagni perdono ancora di peso e la paga smette, ancor di più, di essere una retribuzione capace di pagare quello che serve per una vita da adulto. In questi anni lo stipendio dei laureati "brevi", in termini reali, è scesa del 5 per cento. Andamento ancora più penalizzante per chi porta a compimento la specialistica. Per loro la caduta del potere di acquisto è stata del 10 per cento. E' chiaro che a chi entra nel mondo del lavoro, a ragione o a torto, le imprese stanno dando sempre meno. Ma anche chi ha alle spalle un po' di anni di esperienza vede peggiorare la propria condizione. A cinque anni dalla laurea, il potere d'acquisto delle retribuzioni dei laureati con un impiego è diminuito, in cinque anni, di quasi il dieci per cento.

La società immobile. C'è poi la questione dell'ascensore sociale. O meglio della sua assenza. Chi merita di salire i gradini delle classi sociali e realizzare ambizioni, in Italia ci riesce meno che altrove. A cinque anni dal titolo, dicono gli autori dell'indagine, il 73 per cento dei laureati di estrazione borghese ha un contratto stabile. Riesce lo stesso solo al 68 per cento dei loro coetanei di famiglie operaie. Simili disparità si ripropongono nell'ambito retributivo. I laureati della borghesia, dopo cinque anni, hanno uno stipendio di 1.404 euro mentre per chi ha un'estrazione operaia la retribuzione mensile si ferma a 1.249 euro.

La fuga dei cervelli. Non si arresta così il fenomeno di chi, volente o nolente, lascia l'Italia. Quest'anno tra i laureati specialistici quelli che hanno scelto di lavorare all'estero sono il 4,5 per cento. Anche qui, in qualche modo, si ripropone il tema della famiglia. E dell'aiuto, in diverse forme, che essa può dare. La maggior parte di loro proviene da famiglie economicamente favorite, risiede e ha studiato al Nord. E già durante l'università ha avuto esperienze di studio al di fuori del proprio Paese. Fuori dall'Italia spesso le condizioni sono migliori. Ad un anno dalla laurea, ha un lavoro stabile il 48% degli italiani occupati all'estero, 14 punti percentuali in più rispetto al complesso degli specialistici italiani occupati in patria. Inoltre, gli specialistici che si sono trasferiti all'estero guadagnano 1.568 euro. Chi rimane si deve accontentare di 1.054 euro.

La Commissione Europea ha fissato al 40 per cento l'obiettivo strategico della quota di laureati per la popolazione di età tra 30 e 34 anni. Da raggiungere entro il 2020. Oggi in Italia non siamo neppure alla metà, mentre poca attenzione viene riservata anche agli investimenti nell'istruzione e nella ricerca. Sbaglia, ci dice  l'Europa, chi crede che il destino dei laureati appartenga solo a loro e non a quello di tutto una nazione.

Da: QQQ09/03/2011 09:53:21
Sono anni che i redditi dei lavoratori dipendenti non crescono, anzi perdono terreno di fronte all'avanzare dei prezzi, da quelli della benzina e del gasolio a quelli dei generi di prima necessità. Secondo i dati ricavati dall'Agenzia delle Entrate sulle dichiarazioni dei redditi del 2008, emerge che oltre 15 milioni di lavoratori dipendenti, privati e pubblici, guadagnano meno di 1.300 euro netti al mese e circa 7 milioni ne guadagnano meno di 1.000. Il 60% di questi sono donne.




La ricchezza netta del paese è detenuta per il 45% dal 10% delle famiglie mentre la metà più povera della popolazione possiede meno del 10% della ricchezza complessiva. La Banca d'Italia ha stimato che mentre le famiglie di lavoratori dipendenti hanno perso nel periodo 2008/2010 mediamente oltre 3.300 euro, le famiglie con a capo un imprenditore o un libero professionista hanno guadagnato, nello stesso periodo, circa 6.000 euro. Per effetto del prelievo fiscale, per il lavoro dipendente alla perdita di 3.384 euro, va aggiunta un'ulteriore erosione di circa 2.100 euro per un totale di quasi 5.500 euro. Per non parlare poi delle condizioni economiche di precari e disoccupati per i quali non è prevista, nel nostro Paese, alcuna forma di sostegno al reddito.




Nel frattempo impazza la cassa integrazione con i più alti picchi di ore erogate degli ultimi decenni - ciò significa che ci sono centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici costrette a vivere con meno di 900 euro al mese e con la prospettiva del licenziamento -, migliaia di famiglie sono in difficoltà a pagare le rate dei mutui contratti nella fase precedente l'esplodere della crisi, i contratti dei lavoratori pubblici saranno bloccati ancora per tre anni e i salari attuali sono insufficienti.





Arrivare alla terza settimana è sempre più difficile e faticoso!




Questa situazione di grave difficoltà economica sta producendo un forte abbassamento del livello dei consumi delle famiglie che, per la prima volta da molti anni, hanno ripreso a risparmiare sui generi alimentari e di prima necessità per cercare di arrivare almeno al 20 del mese mentre sono ripartiti, soprattutto nelle grandi città, gli sfratti per morosità che sono già migliaia.




L'attuale struttura del fisco è pensata in larga parte per favorire le aziende e le imprese, producendo una  impressionante sproporzione della pressione fiscale per i redditi da lavoro dipendente. Dal 1980 al 2008 le ritenute fiscali operate "alla fonte" sono aumentate per questi redditi dal 40% al 52%, mentre le entrate fiscali provenienti da redditi diversi da quelli da lavoro dipendente sono scesi dal 37% al 24%. Le rendite finanziarie (la speculazione!) sono tassate al 12,50%, la metà della prima aliquota Irpef per il lavoro dipendente. A questo va aggiunta l'enormità del fenomeno dell'evasione fiscale, che genera un buco sul saldo di bilancio stimato in circa 120 miliardi di euro annui. Questa è la cifra che manca all'appello delle entrate tributarie, proprio per effetto dell'evasione fiscale, mentre i costi della corruzione nella pubblica amministrazione sono quantificati dalla stessa Corte dei Conti in almeno 50/60 miliardi di euro l'anno.




Eppure tutte le dotte discussioni a cui assistiamo, in televisione o tra gli economisti, si pongono unicamente il problema di come ridurre il peso fiscale sulle aziende per poter far ripartire la produzione e gli investimenti senza mai mettere mano alla rovinosa condizione dei salari e dei redditi delle famiglie.

Da: fabius 7509/03/2011 16:54:19
fra un pò tutti in bicicletta.....

Da: MANDIAMOLI A LAVORARE :09/03/2011 19:34:12


Sull'Espresso di qualche settimana fa c'era un articoletto che spiega che recentemente il Parlamento ha votato all'UNANIMITA' e senza astenuti (ma và?!)  un aumento di stipendio per i parlamentari  pari a circa ¤ 1.135,00 al mese.

Inoltre la mozione e stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.


STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE
 
STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese

PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare)

RIMBORSO SPESE AFFITTO circa  Euro 2.900,00 al mese

INDENNITA' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00)
TUTTI ESENTASSE
                   +

TELEFONO CELLULARE gratis

TESSERA DEL CINEMA  gratis

TESSERA TEATRO gratis

TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis 

FRANCOBOLLI gratis

VIAGGI AEREO NAZIONALI  gratis

CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis

PISCINE E PALESTRE  gratis

FS gratis

AEREO DI STATO  gratis

AMBASCIATE gratis

CLINICHE gratis 

ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis

ASSICURAZIONE MORTE gratis 

AUTO BLU CON AUTISTA gratis

RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00). Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi ( per ora!!!)

Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera.
La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO.

La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO !!


Da: silvin09/03/2011 21:25:41
i politici stanno bene in Italia.....!!!!!!!

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