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Esame avvocato Spagna
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Da: common law  11/12/2013 09:51:12

Scusate... Premesso che io sono sempre stata contraria al conto altrui... Ma avete deciso di rompere le scatole agli iscritti in ajena?

Comunque, sempre che esista qualcuno che abbia davvero sottiscritto tale contratto di lavoro dipendente, questo contratto e' validissimo in. spagna ... Non e' un falso contratto. In italia non ha alcun valore perche' la legge italiana proibisce il lavoro dipendente in italia ( cosa peraltro falsa xche migliaia di avvocati italuani sono di fatto lavoratori dipendenti in nero).

Inoltre, se un datore di lavoro non paga i contributi questo rende falso il conteatto? Direi che e' illecito contributivo.. Non falsita' del contratto.

Il consigliere bolognese avra' alluso a ben altro. E se proprio vogliamo andare a spaccare il capello in 4 quanti iscritti in propria han dichiarato domicilo farlocco? E la pratica professionale dimostrata vogliamo parlare della sua veriidicita''?

Attenzione a fare i franchi tiratori degli ex amici... Perche se si va a fondo si salvano in 10...

Da: Berseker 11/12/2013 10:05:10
Già... tanto per spaccare il capello in 4... E che dire dei vari cuenta propria che hanno eletto domicilio in un capannone nel sud della Spagna ?
Come fanno a starci 40 avvocati in un capannone industriale ?
Sembra una barzelletta (come fanno 30 cinesi ad entrare in una 500... ve la ricordate?), ma è meglio stendere un velo pietoso e soprattutto non permettersi di fare la morale a nessuno.

Da: corsario 11/12/2013 11:43:13
Se qualcuno ha prodotto documenti non veritieri, attestato improbabili domiciliazioni o simili furbate, ha fatto molto male, ed ora sono affari suoi.
Fuor di dubbio che però, per tale motivo, butteranno tutto (tutti) in un'identica situazione.
Sono d'accordo con i colleghi sopra: attenzione a sparare sui colleghi (anche se hanno commesso errori) perché se salta il tappo, probabilmente giù uno giù tutti senza distinzioni. Erra chi pensa che i distinguo lo possono salvare: non è così e lo scoprirà

Da: corsario 11/12/2013 11:53:11
poi, intendiamoci, che, in particolare da un certo anno in poi, in spagna siano andati pecoroni inaccettabili, mediante biechi agenti (cioè tutti gli agenti), o magari abbiano preso il titolo spagnolo con modalità ancora più inquietanti, è realtà incontrovertibile.
Ne è prova la serie di domande raccapriccianti (es. posso chiamarmi avvocato? come si redige l'intesa?) che vengono fatte da neostabilendi o neo stabiliti, nonché gli sprovveduti bamboccioni che incitavano alla rivolta

Da: Berseker 11/12/2013 11:55:05
Non, non penso butteranno tutto nel medesimo calderone. In caso di illegittima cancellazione i danni da pagare saranno salatissimi, senza contare le (probabili) conseguenze penali.
Vale la pena pagare un conto così alto ?
Pertanto, meglio stare zitti, da parte di tutti. Chi parla lo fa solo perchè ha un interesse economico.
A buon intenditor........

Da: abogado del diablo 11/12/2013 12:06:39
La violenza verbale, i modi incivili, da cafone, arrogante, sprezzante ecc di qualcuno sembra non abbiano mai fine....certe persone ingiuriano e poi dicono alle altre che sono loro a farlo incredibile...deve essere una cuenta ajena ecco perchè si scalda tanto! Altro che "farci la birra" la persona in questione intendeva ben altro....e ora vuole mettere una pezza alla sua carenza assoluta di educazione....il fatto che nemmeno si rende conto del modo in cui si comporta conferma pienamente quanto da me sostenuto.

Quanto alla pratica professionale spagnola è da un bel pezzo che non viene chiesta.....roba da archeologia!!
Ma chi l'ha fatta veramente ed ha portato atti ad un COA può stare sereno....ha adempiuto ad una cosa non necessaria (anche secondo quello che dice la Cassazione nella "nota" sentenza) ma non rischia nulla....chi ha fatto cose strane allora dovrebbe allarmarsi!!

Quanto ai 40 avvocati del capannone mi sembra strano ma chi dice ciò potrebbe metterci la faccia e segnalare tutto a chi di dovere....in modo che questi colleghi possano dire la loro visto che qui sono assenti....ed in caso poter smentire ed eventualmente controdenunciare....

Mi pongo una domanda poi...ma questi 40 si saranno iscritti in momenti diversi al collegio in spagna? Quindi non erano presenti tutti insieme....e poi sempre in momenti diversi immagino si siano stabiliti in Italia. E' chiaro che se ora stanno nello stivale proprio perchè AVV. STABILITI risiedono in Italia e non convivono tutti insieme in Spagna....e ammesso poi che quello sia veramente un capannone.


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Da: lii03 11/12/2013 12:11:22
Ma si, secondo me, qualcuno pensando che il filone non si sarebbe esaurito, si deve essere sbilanciato e oggi è in difficoltà.

(e ne sta pensando una più del diavolo, mah, sempre per modo di dire)

A ciò si aggiunge qualche sfigato invidioso, ecco che si comprende gli attuali attacchi.

Il percorso spagnolo, è stato perfettamente legittimo, se è vero che esiste l'Unione Europea.

Oggi quel percorso, in base alle leggi attuali, non esiste più, ovvero deve essere integrato con master ed esame finale!

Da: AbogadoMi32 11/12/2013 12:12:49
Io davvero non capisco alcuni interventi.

Sono anni che utenti del forum, anche storici, entrano e con toni epici minacciano azioni che coinvolgerebbero la massa, con conseguente eliminazione di tutti i titoli (ci manca solo che annullino la laurea italiana).

Nel frattempo, a Madrid il Collegio ha dato il via all'apertura di una sezione italiana, a tacer del fatto che alcune associazioni, che non nomino, collaborano attivamente con i maggiori COA italiani, se non altro per far si che chi c'è rispetti certe regole (non sempre tutte corrette, ad onor del vero).

Ora, sappiamo che pende un giudizio davanti alla Corte; la sentenza sarà, ritengo, di fondamentale importanza non tanto per le cancellazioni paventate, ma per il valore da attribuirsi a percorsi abilitativi infranazionali (se fatti in maniera adesiva alle norme, ed in questo il master aiuterà moltissimo).

Tutti gli agenti, o chi per loro, che creano tensioni o vengono sul forum a rimarcare eventuali irregolarità, hanno a mio avviso il solo scopo di fidelizzare persone.

Con questo non voglio dire che non ci sia un sentimento di chiusura verso il percorso spagnolo, tutt'altro, c'è e fa il paio con quello di cancellazione di avvocati ordinari che non arrivano ad un reddito giudicato "sufficiente" alla permanenza nell'albo (questione ancora non esplosa che forse non esploderà mai, pena, credo, la rivolta sociale).

La nota agenzia che, per meri scopi pubblicitari, ha illustrato a suo dire alcune irregolarità, è ampiamente scorretta, dal momento che utilizza una metodologia atta a screditare un percorso che in Spagna è perfettamente lecito.
Sul punto, vorrei ricordare, pur non essendo iscritto in ajena, che in Spagna, l'Abogado in ajena non può esercitare in proprio, secondo la legge di quel paese; deve pagare, ove abbia un reddito, le relative tasse. Ove reddito non ci sia, deve fare una dichiarazione dei redditi "a 0".
Ove eserciti in altra nazione, è obbligato a pagare le tasse previste dalla nazione ospitante (ciò vale per entrambe le iscrizioni, salvo smentite).
Sul punto, si è espressa anche Cassa Forense, non più tardi di qualche mese fa.

Ora, arrivare a dire che "dal momento che hai dichiarato l'ajena in spagna non hai diritto di esercitare in Italia in via autonoma", è un tema che deve essere supportato dalle norme.

Vi prego a questo punto di riepilogarmele, stante la mia ignoranza sul punto.

Grazie!

Da: El chico 11/12/2013 12:26:10
@ Berseker
Siccome qui si invoca il rispetto delle leggi, mi limitavo a condividere, secondo quanto postato da Mannagia, nulladi  più di quanto si può leggere  e ricavare dalle normative spagnole, italiane e comunitarie.
Oltretutto è stato in passato più volte postato da altri utenti anche abituali del forum

Da: corsario 11/12/2013 12:30:05
conti salatissimi, conseguenze penali....... Sono ani ed anni che sento parlare di querele e risarcimenti colossali
Fantasia

Da: corsario 11/12/2013 12:31:34
ovviamente volevo scrivere anni e non ani.
Ma l'errore può indicare il rischio che corre chi vuole produrre troppo

Da: Lucio Quinzio Cincinnato 11/12/2013 12:35:38
@  AbogadoMi32


Scusa tu hai detto quanto segue:

"Nel frattempo, a Madrid il Collegio ha dato il via all'apertura di una sezione italiana, a tacer del fatto che alcune associazioni, che non nomino, collaborano attivamente con i maggiori COA italiani, se non altro per far si che chi c'è rispetti certe regole (non sempre tutte corrette, ad onor del vero)."

Puoi spiegare meglio in cosa consiste questa sezione italiana, cosa comporta starci dentro ecc.

Inoltre potresti chiarirmi perchè sarebbe deprecabile e/o illecito che delle associazioni colloborino con i COA. Questo a livello di avvocati ordinari succede tutti i giorni e gli stabiliti hanno anche loro diritto ad una tutela oppure no?

Quali sono queste regole non corrette alle quali gli stabiliti si devono piegare?

Grazie


Da: 100fuegos 11/12/2013 12:35:39
Concordo anch'io con chi sopra dice di smorzare il tono degli interventi. Non mi sembra il caso di mettersi a farci la guerra tra di noi. Cos'è il Natale alle porte? O inconsciamente si ritorna con la memoria dentro quei palazzetti per 3 gg.?
Con toni più o meno moderati anche negli ultimi mesi si è intervenuti in più di un'occasione sul tema. Ognuno vada avanti con le proprie convinzioni. Le norme sono lì. Siamo tutti giuristi. Se, anche non lo credo, saremo chiamati a dare delle spiegazioni, ciascuno argomenterà come crede.

Da: AbogadoMi32 11/12/2013 12:37:25
@Lucio: al contrario, apprezzo molto la collaborazione con i COA. Ora devo uscire, poi chiarisco meglio quanto richiesto.
Ma, ripeto, a me la collaborazione piace, non dispiace.

Buona giornata.

Da: vinz86 11/12/2013 12:48:10
Ragazzi scusate se torno sull'argomento.. Ma ho contattato Cepu  e mi hanno confermato che l'esame  di omologazione con loro  non si fa,  perché hanno una convenzione con l'ordine di Madrid.  Si sostiene  solo la prova finale del master in italiano a Bari.. È  una truffa?? Com'è possibile un iter così articolato??

Da: Lucio Quinzio Cincinnato 11/12/2013 12:49:00
@  AbogadoMi32

ottimo grazie!

Buona giornata anche a te.

Da: El chico 11/12/2013 13:26:00
@  vinz86
Il regolamento di applicazione della ley 34/06 prevede che l'esame di abilitazione a la profesion de abogado si svolga nel capoluogo de cada comunidad autonoma (le nostre regione con più poteri).
Ora, non mi risulta che Bari sia capoluogo di comunità autonoma spagnola.

Da: Berseker 11/12/2013 13:28:42
Non si sono stati risarcimenti salati perchè nessun ordine, al di la delle grandi parole, ha mai cancellato nessuno.
Semplice.

Da: common law  11/12/2013 13:36:31

Diablo... Forse non ci siamo capiti. Tu devo cessare di alludere alla mia persona . Punto. Mi sembra di avere una gatta pelosa addosso

Ti senti offeso da me? Chissenefrega.

Tu invece non potrai mai pffendermi perche tu ai miei occhi sei inesistente.

Mi hai accusata di reati. Avanti... Sporgi querela. Ti sto aspettando. Ma poi cerca di trovarti in buon difensore sia per la calunnia. Se sapro chi di nasconde dietro il nuo nick  potro anche verificare il percorso che hai fatto nel dettaglio ed informare di conseguenza

Potrai cosi capire che non si accusa a vanvera di fatti illeciti nessuno ne' si  disposti a tollerare affermazooni ed illazioni partorite da una fantasia morbosa.

Non sono io che me la prendo diavoletto . Sei tu che indulti e poi fai la vittima.

Puoi farlo con chi ti pare non con me. Quindi aria.

E impara a scrivere almeno qual e' in italiano.  Bah...

Ti saluto. Vedi di smammare

Da: abogado del diablo 11/12/2013 13:38:45
@tutti

Il master spagnolo non è gestito dai Collegi ma dalle singole università.

Gli esami di omologazione non può abolirli alcun Collegio poichè è lo stato spagnolo a richiederlo a chi vuole rendere valida la propria laurea (in legge, economia, ingegneria ecc) italiana o polacca o olandese ecc in Spagna quindi anche ciò è destituito di fondamento.

Uno spunto interessante di riflessione, che ripropongo, è anche il seguente quindi per chi ha idee a riguardo ben vengano:

Che pensate riguardo al fatto che alcuni ordini in base alla legge di riforma dell'avvocatura invitano a dichiarare dove si svolge l'attività prevalente. Quante cause si possono fare secondo voi fuori dal proprio distretto? Ad esempio se sono iscritto a Genova ed ho 10 procedimenti quanti ne posso trattare a Napoli? Magari fino a 3 processi è ok?

A mio avviso bisognerebbe stimolare i COA a scrivere almeno qualcosa nei loro verbali di riunione mensile in modo che stabiliscano delle percentuali....ad esempio come ho detto io sopra di 10 a 3 in modo che sia gli stabiliti che gli ordinari abbiano parametri certi su come muoversi e non rischiare di finire preda dell'arbitrio...."quello è uno stabilito allora lo bastono e se supera il rapporto 10 a 1 gli faccio un bel processo disciplinare di Norimberga.... oppure quello è un ordinario e faciamo 10 a 4....non sarebbe giusto!!

Tutto si basa su come interpretare la parola "prevalente"....la mia modesta opinione è che in tempi di crisi non si dovrebbe interpretare in modo restrittivo poichè una volta l'avvocato faceva tutto in tutta Italia e oggi si vuole traformare in una specie di super praticante abilitato con restrizioni territoriali quando ormai l'Europa parla di patrocinio in tutta l'Unione....in Italia torniamo indietro come i gamberi e sottraiamo libertà fondamentali non mi sembra giusto.

Da: abogado del diablo 11/12/2013 13:44:47
La maleducata continua con il suo comportamento arrogante, sprezzante ed aggressivo....ma la migliore cosa a questo punto è fare ciò che ha scritto Dante nella Divina Commedia: "Non ti curar di loro ma guarda e passa".

Addio ho compassione per la tua situazione emotiva molto instabile e fragile!

Avrà problemi economici e non quindi bisogna capirla ed un buono psichiatra potrebbe essere di aiuto

Da: vinz86 11/12/2013 14:02:52
@el chico

Allora mi domando cosa propone Cepu.. Eppure è una azienda seria (o quantomeno conosciuta).. Non riesco proprio a capire.. Parlano di convenzione con l'ordine di Madrid.. Bha!

Da: corsario 11/12/2013 14:20:24
si ma da ultimo non credo che differenzieranno. Purtroppo.
Se lo facessero avrei solo da guadagnarci

Da: lii03 11/12/2013 14:21:01
oggi ho incontrato la nonna del capostazione, mi ha detto che la cepu ha fatto una convenzione con i nonni delle università spagnole, per cui basta una semplice domanda alla nonna del ministro spagnolo e per cui e  per tanto ci sarà immediata iscrizione dove meglio si desidera.. ah ah ah

Ma allora ha ragione lillo a proposito di agienti....

Da: Lucio Quinzio Cincinnato 11/12/2013 14:24:15
In effetti nessuna convenzione con un Collegio può abolire la necessità degli esami di omologazione anche perchè per fare il
master si deve prima essere licenciados e ciò si ottiene solo facendo gli esami di omologazione ed ha ragione "el chico" quando dice che la legge spagnola non permette di fare esami in Italia salvo che non ci sia qualche possibilità in più prevista da altre norme che non conosciamo.

Da: El chico 11/12/2013 14:53:57
@ vinz86
Come ben sai, prima di sottoscrivere un cotratatto è diritto dei contraenti avere tutte le informazioni che ritengono opportune affinché la loro volontà si formi correttamente.
Quindi , ritelefona e chiedi info sulla necessità o meno di omologazione, sul master e sull'esame finale a Bari, questa è davvero bella... a Bari!!
A meno che tu non abbia capito male e che non sia Bari, ma altra città oltre lo stretto di Otranto con nome analogo??

Da: lillolallo1 11/12/2013 15:02:35
common, l'intento provocatore di "abogado del diablo" è alquanto chiaro e le tecniche usate sono arciscontate. devo notare che sta riuscendo a farti incavolare, me ne accorgo dai "typos" :)

quanto al resto: qualcuno ha detto chiaramente che certe "trovate" sono "marketing". Sarà, ripeto, ma si tratta comunque di volgarate e in alcuni casi si rasenta la truffa.
inoltre le "trovate" degli agenti/traghettatori sono usate dalle frange meno nobili - qui8ndi ignobili :) - dell'avvocatura per perseguire squallidi interessi corporativi di casta pezzentella.

un quadretto proprio entusiasmante, non c'è che dire :)

Da: abogado del diablo 11/12/2013 15:34:08
lillolallo1, ho già arcidetto 100 volte che era "marketing vecchio"....pensare che il consumatore si beva tutto....non è colpa mia se però lo fanno...io lo critico come si può leggere dai vecchi post. Se vuoi chiamarla "volgarata" fai pure....

Se ci sono truffe mi auguro che un laureato in legge e forse anche praticante abilitato sia capace da solo di capirlo....altrimenti sarebbe grave per se stesso ed i suoi clienti presenti e futuri....e auspico che qualora ci si imbatta (anche per il bene di tutti) possa denunciare alla magistratura. Non mi pare esista nel diritto penale "rasentare la truffa"....:) :) :) :)

Ad oggi però non mi sono giunte notizie di processi ad agenti truffaldini (tu hai più notizie a rigurdo?) fatta eccezione per la vicenda rumena....forse quella storia ha innervosito molti....

Da: El chico 11/12/2013 15:35:56
@ AbogadoMi32

In spagna differentemente che in Italia un avvocato può essere dipendente di un altro avvocato,  comunque eccoti la norma spagnola, in Italia ovviamente non c'è.

Real Decreto 1331/2006, de 17 de noviembre, por el que se regula la relación laboral de carácter especial de los abogados que prestan servicios en despachos de abogados, individuales o colectivos.

CAPÍTULO I
Disposiciones generales

Artículo 1. Objeto y ámbito de aplicación.

1. El presente real decreto, de acuerdo con lo previsto en la disposición adicional primera, apartado 1, de la Ley 22/2005, de 18 de noviembre, por la que se incorporan al ordenamiento jurídico espa±ol diversas directivas comunitarias en materia de fiscalidad de productos energéticos y de electricidad y del régimen fiscal comºn aplicable a las sociedades matrices y filiales de estados miembros diferentes, y se regula el régimen fiscal de las aportaciones transfronterizas a fondos de pensiones en el ámbito de la Unión Europea, regula la relación laboral de carácter especial de los abogados que prestan servicios retribuidos, por cuenta ajena y dentro del ámbito de organización y dirección del titular de un despacho de abogados, individual o colectivo.

No están incluidos en el ámbito de aplicación de la relación laboral especial que se regula en este real decreto:

a) Los abogados que ejerzan la profesión por cuenta propia, individualmente o agrupados con otros, como socios en régimen societario o bajo cualquier otra forma admitida en derecho.

b) Las colaboraciones profesionales que se concierten entre abogados cuando se mantenga la independencia de los respectivos despachos.

2. De conformidad con lo previsto en el apartado anterior no están incluidos en el ámbito de aplicación de la relación laboral que se regula en este real decreto específicamente:

a) El ejercicio en comºn de la profesión de abogado como socio a través de sociedades profesionales constituidas de acuerdo con lo previsto en el ordenamiento jurídico.

b) Las relaciones que concierten los abogados con empresas o entidades, pºblicas o privadas, que no tengan el carácter de despachos de abogados.

c) Las relaciones que se establezcan entre abogados que se limiten a compartir locales, instalaciones u otros medios o servicios de cualquier naturaleza, siempre que se mantenga la independencia entre ellos, no se identifiquen de forma conjunta ante los clientes y no se atribuyan a la sociedad que eventualmente pudieran constituir los derechos y obligaciones inherentes a la relación establecida con los clientes.

d) Las relaciones que se establezcan entre los despachos y los abogados cuando la actividad profesional concertada a favor de los despachos se realice con criterios organizativos propios de los abogados y la contraprestación económica percibida por éstos por dicha actividad profesional esté vinculada enteramente a la obtención de un resultado o a los honorarios que se generen para el despacho por la misma. Se exceptºan de este supuesto las relaciones en las que se garantice a los abogados por la actividad profesional concertada, periódicamente, unos ingresos mínimos.

e) Las actividades profesionales que desarrollen los abogados contratados por un despacho, con autorización de éste, a favor de sus propios clientes cuando cobren los honorarios devengados por tales actividades profesionales directamente de los mismos.

f) Las actividades profesionales que realicen los abogados contratados por un despacho derivadas del turno de oficio, sin perjuicio de lo dispuesto en el apartado 3 del artículo 10 de este real decreto.

3. Asimismo, de conformidad con lo previsto en el apartado 1 de este artículo, no estarán incluidos en el ámbito de aplicación de la relación laboral que se regula en este real decreto, los abogados que prestan servicios en un despacho con cuyo titular tengan una relación familiar y convivan con él, salvo que se demuestre la condición de asalariados de los mismos.

A estos efectos se considerarán familiares el cónyuge, los descendientes, ascendientes y demás parientes por consanguinidad o afinidad hasta el segundo grado inclusive y, en su caso, por adopción.

Artículo 2. Fuentes de la relación laboral especial.

Los derechos y obligaciones concernientes a la relación laboral de carácter especial que se establece entre los abogados y los despachos de abogados para los que trabajan se regulan:

a) Por las disposiciones de este real decreto.

b) Por los convenios colectivos específicos y de aplicación exclusiva a los despachos de abogados.

c) Por la voluntad de las partes, expresada en el contrato de trabajo, que habrá de respetar lo dispuesto en las disposiciones y convenios colectivos antes citados.

d) Por los usos y costumbres profesionales.

CAPÍTULO II
Elementos básicos de la relación laboral especial

Artículo 3. Objeto de la relación laboral especial.

El objeto de la relación laboral especial que se regula en este real decreto es la prestación de la actividad profesional de abogado en despachos de abogados.

Artículo 4. Sujetos de la relación laboral especial.

1. Podrán ser sujetos de la relación laboral de carácter especial que se regula en este real decreto, en concepto de trabajador, quienes, de acuerdo con la normativa que resulte de aplicación, estén habilitados para ejercer la profesión de abogado.

2. Podrán ser sujetos de la relación laboral de carácter especial que se regula en este real decreto, en concepto de empleadores, quienes sean titulares de despachos de abogados, individuales o colectivos.

A efectos de lo previsto en este real decreto, se entenderá por despacho colectivo aquel cuya titularidad corresponda conjuntamente a dos o más abogados agrupados, en régimen societario o bajo cualquier otra forma admitida en derecho, para el ejercicio profesional de la abogacía de forma conjunta, siempre que así aparezcan identificados ante los clientes y se atribuyan a la sociedad que eventualmente pudieran constituir los derechos y obligaciones inherentes a la relación establecida con los clientes.

3. A efectos de lo previsto en el apartado anterior, tendrán la consideración de despachos de abogados los despachos multiprofesionales legalmente constituidos que incluyan entre los servicios profesionales que ofrezcan a sus clientes, los correspondientes al ejercicio profesional de la abogacía, siempre que se cumplan las condiciones establecidas para esta forma de ejercer la profesión de abogados en las normas que regulan la misma.

Artículo 5. Derechos y deberes de los abogados.

1. Los abogados, en su condición de trabajadores de la relación laboral especial que se regula en este real decreto, tendrán los derechos que se establecen en el artícu­lo 4.1 y 2 de la Ley del Estatuto de los Trabajadores, con el contenido y alcance que, para cada uno de ellos, se establecen en la presente norma.

2. Además de los indicados derechos, los abogados tendrán, en la relación de trabajo concertada con los despachos, los siguientes:

a) Poder actuar, en todo momento, de acuerdo con los principios, valores, obligaciones y responsabilidades que imponen a los mismos las normas que rigen la profesión de abogado, incluidas las éticas y deontológicas.

b) Recibir durante el desarrollo de la relación laboral la formación necesaria para mantener un nivel adecuado de capacitación técnica y profesional, en los términos previstos en este real decreto, en el convenio colectivo de aplicación o en el contrato de trabajo.

c) Participar en las actividades docentes e investigadoras que desarrolle el despacho, en los términos que se acuerde en los convenios colectivos que resulten de aplicación o en el contrato de trabajo que se concierte.

d) Poder asesorar y defender al cónyuge y demás familiares por consanguinidad o afinidad hasta el segundo grado inclusive, y en su caso por adopción, sin perjuicio del régimen de exclusividad que se concierte.

3. Los abogados, en el ejercicio de su actividad profesional, asumen respecto de los despachos los siguientes deberes:

a) Cumplir las obligaciones inherentes a los servicios profesionales contratados correspondientes a la profesión de abogado, de conformidad con las reglas de la buena fe y con la diligencia exigida en las normas que rigen la indicada profesión.

b) Cumplir las obligaciones impuestas a los trabajadores en la normativa de prevención de riesgos laborales y observar las medidas de prevención que se adopten para proteger su seguridad y salud en el trabajo y la de aquellas otras personas a que pueda afectar su actividad profesional.

c) Cumplir las órdenes e instrucciones del titular del despacho, salvo que contravengan los principios y valores de la abogacía o las obligaciones que imponen a los abogados las normas que rigen la profesión.

d) No concurrir profesionalmente con la actividad del despacho, en los términos previstos en este real decreto, en el convenio colectivo o en el contrato.

e) Contribuir a la mejora del funcionamiento del despacho mediante la mejora de la calidad de los servicios prestados por el mismo.

f) Completar y perfeccionar su formación y capacitación profesional siguiendo las directrices del titular del despacho.

Artículo 6. El ejercicio del poder de dirección de los titulares de los despachos.

1. A los titulares de los despachos de abogados, en el ejercicio de su poder de dirección, les corresponde:

a) La organización, planificación y dirección del trabajo de los abogados que trabajen para el despacho, y ello sin perjuicio de la participación que en tales cometidos se reconozca a los mismos, que se determinará, en su caso, en los convenios colectivos o en los acuerdos alcanzados entre los despachos y los representantes de los abogados.

b) Distribuir los clientes y los asuntos del despacho entre todos los abogados que trabajan en el mismo así como dar las órdenes o instrucciones oportunas sobre la forma en que se hayan de prestar los servicios profesionales de los mismos.

c) Verificar el cumplimiento por parte de los abogados que trabajan en los despachos de las obligaciones laborales que hubieran asumido en el contrato, así como controlar la actividad profesional que desarrollen, respetando en todo caso lo establecido en el apartado siguiente.

2. Los titulares de los despachos deberán ejercer el poder de dirección que se les reconoce respetando, en todo caso, los principios y valores que son inherentes al ejercicio profesional de la abogacía y preservando en todo momento el cumplimiento de las obligaciones y responsabilidades que imponen a los abogados las normas que rigen el ejercicio de la profesión de abogado. En particular, los titulares de los despachos deberán respetar la libertad y la independencia profesional de los abogados en el ejercicio de la profesión.

Asimismo, los titulares de los despachos, en el ejercicio de su poder de dirección, no podrán dar órdenes o instrucciones ni encomendar asuntos a los abogados que trabajan en los despachos que impliquen la realización de actividades que sean legalmente incompatibles, o que vulneren las obligaciones que legalmente tienen los abogados de no actuar en defensa de intereses en conflicto o de guardar el secreto profesional.

CAPíTULO III
El contrato de trabajo

Artículo 7. Forma y contenido del contrato.

1. Los contratos de trabajo que se concierten al amparo de lo previsto en este real decreto deberán formalizarse por escrito y podrán concertarse bajo cualquiera de las modalidades previstas legalmente, siempre que se cumplan los requisitos y condiciones establecidos para la modalidad elegida en la normativa comºn o en la presente norma.

De los indicados contratos se extenderán dos copias firmadas por las partes contratantes, entregándose una a cada una de ellas. Una copia básica del contrato se remitirá al servicio pºblico de empleo correspondiente y otra a los representantes legales de los abogados.

2. En los referidos contratos deberán constar, como mínimo, las siguientes especificaciones:

a) La identidad de las partes contratantes, incluyendo el domicilio del despacho.

b) El objeto y la modalidad del contrato.

c) La duración del contrato y del periodo de prueba, en su caso.

d) El régimen de jornada, horarios de trabajo, vacaciones y descansos.

e) La retribución convenida.

f) El régimen de la prestación de los servicios.

g) El pacto de no competencia postcontractual, en caso de que se acuerde.

Artículo 8. Duración del contrato y periodo de prueba.

1. Los contratos de trabajo que se concierten al amparo de lo establecido en este real decreto podrán celebrarse por tiempo indefinido o por duración determinada en los términos que están previstos en el Estatuto de los Trabajadores y sus normas de desarrollo, con las peculiaridades que se establecen en esta norma.

2. Los contratos que concierten los abogados y los despachos podrán someterse a un periodo de prueba que en todo caso deberá constar por escrito.

En defecto de pacto en convenio colectivo, el periodo de prueba no podrá exceder de seis meses en el caso de contratos de carácter indefinido y de dos meses en el caso de contratos de duración determinada, si su duración es superior a dicho periodo de tiempo.

Artículo 9. El contrato en prácticas.

1. Podrán celebrarse contratos de trabajo en prácticas con quienes estando habilitados para ejercer la profesión de abogado deseen iniciarse en el ejercicio profesional de la abogacía y adquirir el aprendizaje práctico de dicha profesión, colaborando o participando para ello en la actividad profesional del despacho.

2. Las condiciones en que habrán de realizarse los indicados contratos en prácticas serán las previstas en el artículo 11 del Estatuto de los Trabajadores, con las siguientes peculiaridades:

a) El plazo de cuatro a±os a que se refiere el citado precepto legal se empezará a contar desde la fecha en que se hubiera obtenido el título que habilite para el ejercicio de la profesión de abogado.

b) La actividad laboral que el trabajador desarrolle en el despacho deberá permitir adquirir el aprendizaje práctico de la profesión de abogado.

c) Al trabajador se le asignará como tutor de las prácticas que realice a un abogado del despacho, que deberá tener más de 5 a±os de antigüedad en el ejercicio de la profesión.

d) El trabajador tendrá derecho a adaptar su jornada y horario de trabajo para asistir a actividades formativas externas que tengan la misma finalidad, en los términos previstos en el convenio colectivo o en el contrato de trabajo.

e) Si el trabajador continºa prestando servicios después de agotar la duración máxima del contrato, éste se transformará en indefinido y se seguirá rigiendo por lo dispuesto en este real decreto.

3. En todo caso, no podrá celebrarse el contrato en prácticas a que se refieren los apartados anteriores:

a) Con quienes hubieran estado vinculados con el mismo u otro despacho con otro contrato de trabajo en prácticas que haya agotado su duración máxima.

b) Con quienes hubieran estado vinculados con el mismo u otro despacho con el contrato de trabajo que se regula en este real decreto, por un período superior a dos a±os.

c) Con quienes hubieran ejercido con anterioridad la profesión de abogado por cuenta propia o en virtud de un contrato suscrito con empresas o entidades, pºblicas o privadas, que no tengan el carácter de despachos, por un período superior a dos a±os.

4. El titular del despacho en que se hubieran realizado las prácticas a que se refiere este artículo, deberá entregar al trabajador a la finalización del contrato un certificado en el que conste la naturaleza de las actividades realizadas, el grado de prácticas alcanzado y la duración de las prácticas.

CAPÍTULO IV
La organización del trabajo y el régimen de prestación de la actividad laboral

Artículo 10. Régimen de exclusividad.

1. Los abogados prestarán sus servicios a los despachos en régimen de dedicación exclusiva, salvo que el contrato de trabajo concertado lo sea a tiempo parcial o establezca lo contrario.

2. Cuando los abogados presten sus servicios profesionales para un ºnico despacho en régimen de exclusividad:

a) No podrán ejercer la profesión de abogado por cuenta propia ni podrán celebrar otros contratos de trabajo con otros despachos o con otras entidades, pºblicas o privadas, para ejercer la profesión de abogado y, si así se hubiera pactado, para ejercer cualquier otra actividad profesional.

b) Tendrán derecho a percibir una compensación económica adecuada por la exclusividad, que se determinará en el convenio colectivo o, en su caso, en el contrato de trabajo.

3. En todo caso, será compatible con el régimen de exclusividad, la prestación de asistencia letrada y defensa jurídica derivada del turno de oficio o la que afecte a los familiares a que se refiere el párrafo d) del apartado 2 del artículo 5 de este real decreto, u otras obligaciones que por imperativo legal debieran realizar los abogados.

Asimismo será compatible con el indicado régimen, la realización de actividades compatibles con la abogacía y complementarias de ésta tales como las docentes, las representativas u otras de similar naturaleza.

Las condiciones en que se podrán prestar las indicadas actividades se determinarán en los convenios colectivos o en su caso en el contrato de trabajo.

4. Los abogados que prestan servicios profesionales en los despachos podrán asesorar o defender a sus propios clientes y cobrar los honorarios directamente de los mismos cuando así se hubiera pactado expresamente en el contrato de trabajo, en el que se establecerán las condiciones en que se compatibilizarán las actividades por cuenta ajena y por cuenta propia.

En todo caso, la compatibilidad de las indicadas actividades no puede dar lugar a conflictos de intereses o interferir el cumplimiento de las obligaciones asumidas con el despacho.

Artículo 11. El pacto de permanencia.

1. Las partes de la relación laboral que se regula en este real decreto podrán establecer el pacto de permanencia a que se refiere el apartado 4 del artículo 21 del Estatuto de los Trabajadores y en consecuencia pactar que los abogados deban permanecer en los despachos durante un cierto tiempo, cuando aquéllos hubieran recibido, con cargo a los mismos, una formación o especialización profesional durante un cierto tiempo y un determinado coste, en los términos que se establezcan en los convenios colectivos o en el contrato de trabajo.

2. El pacto de permanencia no podrá tener una duración superior a dos a±os, se formalizará siempre por escrito y sólo será válido cuando concurran los requisitos que se establezcan en el convenio colectivo o en su caso, en el contrato de trabajo.

3. Si el abogado abandona el despacho antes de terminar el plazo pactado de permanencia, el despacho tendrá derecho a la indemnización de da±os y perjuicios que se hubiera pactado en el convenio colectivo o en el contrato de trabajo, que en ningºn caso podrá ser superior a los gastos que hubiera soportado el despacho como consecuencia de la formación o especialización.

Artículo 12. El pacto de no competencia postcontractual.

1. Las partes de la relación laboral que se regula en este real decreto podrán acordar el pacto de no competencia postcontractual a que se refiere el apartado 2 del artículo 21 de la Ley del Estatuto de los Trabajadores.

En dicho pacto se podrán establecer restricciones o limitaciones respecto a futuras actuaciones de los abogados en relación con los clientes del despacho, o con asuntos en que hubieran intervenido durante su relación contractual; se exceptuarán de dichas limitaciones los clientes que el abogado hubiese aportado al despacho al inicio de la relación laboral, salvo pacto expreso en contrario.

En ningºn caso, la no competencia postcontractual que se establezca puede actuar como limitación general del ejercicio de la profesión de abogado ni como limitación para actuar en los campos o especialidades del derecho a que se dedique el despacho.

2. En todo caso, el pacto de no competencia después de extinguido el contrato de trabajo no podrá exceder de un periodo máximo de dos a±os desde la finalización del contrato y sólo será válido si se pacta una indemnización adecuada para compensar económicamente las restricciones o limitaciones que se le impondrán a los abogados en el ejercicio de su profesión, incluidas las que se puedan establecer en relación con los clientes aportados al despacho al inicio de la relación laboral.

Artículo 13. La clientela.

Los abogados tendrán derecho a que se les reconozca, por parte de los despachos, la clientela que hayan aportado a los mismos al inicio de la relación laboral y que se les compense económicamente por la misma en los términos que se acuerde en los convenios colectivos o en el contrato de trabajo.

CAPÍTULO V
Tiempo de trabajo

Artículo 14. Jornada y horarios de trabajo.

1. La duración de la jornada de trabajo de los abogados será la que se pacte en convenio colectivo o, en su defecto, en el contrato de trabajo, no pudiéndose superar en ningºn caso los límites de duración de la jornada que se establecen en la Ley del Estatuto de los Trabajadores, calculados en cómputo anual.

A efectos de lo previsto en el párrafo anterior se considerará tiempo de trabajo el tiempo que los abogados permanezcan en el despacho realizando actividades propias de su profesión y el que dediquen fuera del despacho para la asistencia y defensa de los clientes.

No se computará a efectos de la duración máxima de la jornada de trabajo, sin perjuicio de su compensación económica, el tiempo que empleen los abogados en los desplazamientos o esperas, salvo que durante los mismos realicen actividades propias de su profesión. En los convenios colectivos se determinarán los supuestos concretos de desplazamientos y esperas que no se computarán a efectos de la duración máxima de la jornada.

2. La jornada de trabajo de los abogados se podrá distribuir de forma irregular a lo largo del a±o por convenio colectivo, acuerdo entre el despacho y los representantes de los abogados o acuerdo individual entre el despacho y el abogado.

En todo caso, la distribución de la jornada de trabajo deberá hacerse de tal manera que se asegure el servicio a los clientes y el cumplimiento de los plazos procesales.

Artículo 15. Descansos, vacaciones, fiestas y permisos.

Los abogados tendrán derecho a los descansos, vacaciones, fiestas y permisos que disfruten el resto de los trabajadores, si bien podrán establecerse fechas o momentos distintos de su disfrute en atención al carácter perentorio o improrrogable de los plazos o de las actuaciones profesionales que tengan que realizar y de los asuntos que tengan encomendados.

CAPÍTULO VI
Derechos y deberes derivados del contrato de trabajo

Artículo 16. Formación permanente.

1. Los abogados tienen el derecho y el deber de obtener la formación continua necesaria para mantener un nivel adecuado de capacitación técnica y profesional en el ejercicio de su profesión y con ello prestar un mejor servicio a los clientes, y los titulares de los despachos tienen la obligación de proporcionar o de facilitar la indicada formación a los abogados.

2. A efectos de lo previsto en el apartado anterior, los abogados tendrán derecho a:

a) Obtener permisos retribuidos para concurrir a actividades formativas para el reciclaje y perfeccionamiento profesional en las que tengan interés el despacho y el abogado.

b) Disfrutar de permisos no retribuidos con finalidades formativas distintas de las anteriores.

3. En los convenios colectivos o en el contrato de trabajo se pactarán los términos en que se podrán disfrutar los derechos indicados en los apartados anteriores.

Artículo 17. Promoción profesional y económica.

1. Los abogados que presten servicios en los despachos se integrarán en una ºnica categoría profesional.

2. La promoción profesional y económica de los abogados se producirá dentro de la indicada categoría, mediante la progresión en los grados que se establezcan para la carrera profesional de los mismos, teniendo en cuenta para ello, entre otras circunstancias, el nivel de perfeccionamiento profesional y de rendimiento alcanzados, los puestos ocupados en los despachos y los cometidos o responsabilidades desempe±adas dentro de la estructura de los mismos.

3. Los términos en que se hará efectiva la promoción profesional y económica de los abogados se determinará en los convenios colectivos o en el contrato de trabajo.

Artículo 18. Retribuciones.

1. Los abogados, por los servicios prestados a los despachos, tendrán derecho a percibir de los mismos las retribuciones que se acuerden en el contrato de trabajo, que deberán respetar, en todo caso las cuantías mínimas y las garantías establecidas legalmente, o las acordadas en convenios colectivos.

Los titulares de los despachos deberán abonar las retribuciones acordadas a los abogados aunque los clientes no hubieren realizado pago alguno por las actividades realizadas por los mismos.

2. Tendrán la consideración de salario todas las percepciones que los abogados reciban de los despachos como contraprestación de sus servicios profesionales, incluidas las que puedan estar vinculadas a los ingresos obtenidos por los mismos.

3. Los abogados sometidos a la relación laboral que se regula en este real decreto no devengarán ni podrán facturar a los clientes del despacho honorarios por los servicios prestados a los mismos.

Artículo 19. Derechos colectivos.

1. Los abogados que trabajan en los despachos tienen los derechos colectivos reconocidos a los trabajadores en la legislación vigente.

2. Los convenios colectivos específicos de los despachos de abogados podrán establecer la forma y condiciones en que se podrán ejercer los indicados derechos colectivos teniendo en cuenta el carácter especial de la relación laboral que se establece entre los despachos y los abogados.

CAPÍTULO VII
Vicisitudes de la relación laboral especial

Artículo 20. La suspensión del contrato de trabajo.

1. El contrato de trabajo especial que se regula en este real decreto se suspenderá por las causas y con los efectos previstos en el artículo 45 y siguientes de la Ley del Estatuto de los Trabajadores. En caso de excedencia voluntaria, el abogado que durante la misma ejerza la profesión en otro despacho, sin la correspondiente autorización, perderá el derecho al reingreso, lo que determinará la extinción del contrato de trabajo.

2. Además de los supuestos previstos en el apartado anterior, el contrato de trabajo especial quedará suspendido, durante dos a±os, cuando el abogado pase a tener la condición de socio del despacho y, en consecuencia, pase a estar vinculado con el mismo con una relación de carácter no laboral. Si el abogado mantiene esta relación más de dos a±os, el contrato de trabajo especial se extinguirá sin derecho a obtener ninguna indemnización.

Artículo 21. La extinción del contrato de trabajo.

1. El contrato de trabajo especial que se regula en este real decreto podrá extinguirse por las causas y con los efectos previstos en los artículos 49 a 56 de la Ley del Estatuto de los Trabajadores, con las modulaciones o adaptaciones que se establecen en este real decreto.

2. En atención a la especial confianza que caracteriza a esta relación laboral especial, y dejando a salvo el acuerdo al que puedan llegar las partes, la readmisión del abogado será obligatoria en caso de despido de un representante legal o sindical de los abogados o cuando el despido se hubiera declarado nulo por ser discriminatorio o haberse vulnerado derechos fundamentales.

Artículo 22. La extinción del contrato por voluntad del abogado.

1. El abogado podrá solicitar la extinción del contrato de trabajo que tenga concertado con el despacho por las causas y con los efectos previstos en el artículo 50 de la Ley del Estatuto de los Trabajadores.

Asimismo, el abogado podrá extinguir el contrato de trabajo preavisando con una antelación suficiente para que el titular del despacho pueda adoptar las medidas que resulten necesarias para evitar perjuicios a los intereses de los clientes y a los del despacho.

La duración del preaviso se podrá acordar en convenio colectivo o, en su caso, en el contrato de trabajo, no pudiendo ser inferior a 45 días ni superior a tres meses.

2. En todo caso, el abogado que ejercite las acciones resolutoria y de desistimiento a que se refiere el apartado anterior deberá informar al titular del despacho sobre la situación en que se encuentran los asuntos que tuviera encomendados y poner a disposición del mismo la documentación correspondiente con el fin de que pueda encauzar los asuntos y dar continuidad al asesoramiento y defensa de los clientes por parte del despacho.

3. El titular del despacho podrá exigir al abogado el resarcimiento de da±os y perjuicios en el caso de que éste no respete el plazo de preaviso o no cumpla con la obligación de informar de los asuntos que tenga encomendados, si de ello se derivan perjuicios para el despacho.

Artículo 23. Extinción del contrato por voluntad del titular del despacho.

1. El titular del despacho podrá extinguir el contrato de trabajo especial que se regula en este real decreto por las causas y con los efectos previstos en el artículo 49 y siguientes de la Ley del Estatuto de los Trabajadores.

2. Además de en los supuestos previstos en el apartado anterior el titular del despacho podrá extinguir el contrato de trabajo, en las condiciones previstas en el artículo 53 de la Ley del Estatuto de los Trabajadores, en los siguientes supuestos:

a) Cuando exista una manifiesta y grave quiebra de la confianza entre el abogado y el titular del despacho que tenga su origen en la actuación profesional del abogado o en su relación con los clientes y así se acredite por el titular del despacho.

b) Cuando se acredite asimismo, por el titular del despacho, que el abogado no mantiene un nivel profesional adecuado y, en consecuencia, no puede ejercer la profesión con plenas garantías para los intereses de los clientes.

3. En todo caso, para que el acuerdo de extinción del contrato de trabajo al amparo de lo previsto en el apartado anterior sea válido será necesario que en la comunicación que se haga al abogado consten con suficiente detalle las actuaciones profesionales o las relaciones con los clientes en que se base la pérdida de la confianza o el inadecuado nivel profesional y que el preaviso que se conceda al abogado tenga una duración de al menos 45 días.

4. El abogado, producido el preaviso, y con independencia de que impugne la decisión extintiva, deberá informar al titular del despacho de la situación de los asuntos que tuviera encomendados y poner a disposición del mismo la documentación correspondiente.

CAPÍTULO VIII
Régimen disciplinario

Artículo 24. La responsabilidad disciplinaria de los abogados.

1. Los abogados están sometidos a responsabilidad disciplinaria en la ejecución del contrato de trabajo que tengan concertado con los despachos al amparo de lo establecido en este real decreto, y ello con independencia de que pueda exigírseles otro tipo de responsabilidades.

2. Los abogados incurrirán en responsabilidad disciplinaria laboral en los supuestos previstos en el artículo 54 de la Ley del Estatuto de los Trabajadores y en caso de incumplimiento de las obligaciones que hubieran asumido en el contrato de trabajo.

Se consideran incluidas entre las infracciones laborales a que se refiere el párrafo anterior los siguientes comportamientos o conductas de los abogados:

a) El incumplimiento de los deberes de confidencialidad, secreto profesional y fidelidad.

b) La negativa infundada a asumir los asuntos encomendados por el titular del despacho.

c) La negativa a informar al titular del despacho de la situación de los asuntos que le hubiera encomendado.

d) Girar minutas de honorarios u otros gastos a los clientes por los asuntos en que hubieran intervenido.

3. Corresponderá a los titulares de los despachos, de conformidad con lo previsto en este real decreto y en los convenios colectivos o en el contrato de trabajo, exigir la responsabilidad disciplinaria laboral en que puedan incurrir los abogados.

Artículo 25. Procedimiento sancionador.

1. Los titulares de los despachos sancionarán los incumplimientos de las obligaciones laborales de los abogados atendiendo a la graduación de las faltas y sanciones que se establezcan en el convenio.

2. La sanción de las faltas requerirá la comunicación escrita al abogado en la que se haga constar la fecha y los hechos que la motivan. Antes de adoptar la decisión sancionadora, deberá darse el trámite de audiencia al abogado.

3. En todo caso, la valoración de las faltas y de las correspondientes sanciones impuestas por el titular del despacho serán recurribles ante la jurisdicción social.

Disposición adicional primera. Régimen de aplicación de este real decreto y respeto de las condiciones más beneficiosas.

1. A partir de la entrada en vigor de este real decreto las relaciones celebradas entre los abogados y los despachos que reºnan los requisitos de esta relación laboral de carácter especial se regirán por lo dispuesto en esta norma, con independencia de la fecha en que se hubieran concertado.

2. No obstante lo anterior, se respetarán las condiciones más beneficiosas que tuvieran pactadas con anterioridad.

Disposición adicional segunda. Prácticas profesionales y contrato en prácticas.

Las prácticas realizadas, en su caso, para acceder a la profesión de abogado conforme a lo previsto en la Ley 34/2006, de 30 de octubre, sobre el acceso a las profesiones de abogado y procurador de los tribunales, no impedirán que obtenida esta habilitación legal se puedan concertar con el mismo trabajador y en los términos del presente real decreto contratos de trabajo en prácticas de cuya duración en todo caso se deducirá el tiempo de realización de aquéllas.

Disposición adicional tercera. Jurisdicción competente.

1. De conformidad con lo establecido en la Ley de Procedimiento Laboral, texto refundido aprobado por el Real Decreto Legislativo 2/1995, de 7 de abril, los conflictos que surjan entre las partes de la relación laboral que se regula en este real decreto, tanto individuales como colectivos, serán competencia de la jurisdicción social, salvo lo dispuesto en la Ley Concursal.

2. Sin perjuicio de lo dispuesto en los artículos 63 a 68 de la citada Ley de Procedimiento Laboral, por acuerdo entre los abogados y los titulares de los despachos, se podrá someter la resolución de sus discrepancias a la mediación o arbitraje a través de los procedimientos que se acuerden.

Disposición adicional cuarta. Derecho supletorio.

En lo no regulado en este real decreto será de aplicación lo dispuesto en la Ley del Estatuto de los Trabajadores y las demás normas laborales de general aplicación en cuanto no sean incompatibles con la naturaleza y características especiales que concurren en esta relación laboral.

Disposición final ºnica. Entrada en vigor.

El presente real decreto entrará en vigor el mismo día de su publicación en el «Boletín Oficial del Estado».

Dado en Madrid, el 17 de noviembre de 2006.

Da: Lucio Quinzio Cincinnato 11/12/2013 16:05:07
@ todos


Nel certificato c'è scritto solo esercente senza specificare se in proprio o per conto altrui. OK perfetto ma se i COA chiedono info al collegio di appartenenza?

In italia non esiste per conto altrui e l'avvocato non può essere anche dipendente di qualcuno allora che succede?

Siamo certi che nessun COA contesterà questa forma di iscrizione? Un procedimento comunque partirà e voi dite che perderanno. Potete spiegare perchè perderanno. E nelle more del processo c'è questa bella grana da sopportare e le spese legali vanno pur pagate per difendersi e se la Cassazione alla fine le compensa come spesso accade i costi potrebbero essere simili a quelli dell'iscrizione per conto proprio e con in più lo stress.

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