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Concorso DIRIGENTI SCOLASTICI 2017
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Da: Quando a breve scoppierà la bomba 21/11/2016 18:33:49
Con l'accesso agli atti per le pendenze del 2004, bisognerà sanare necessariamente anche le pendenze del 2011, pure per sostituire coloro che potrebbero essere rimandati a casa.

Da: cavaliererrante 21/11/2016 18:38:38
Scusate,
con vera modestia vorrei chiedere a chi ne sa più di me una cosa molto semplice. Se il concorso Lombardia 2011 venisse nuovamente annullato cosa succedrebbe con riguardo ai restanti 300 che avevano superato la preselezione e non il resto? Chiarisco la mia posizione: avevo superato la preselezione ma non gli scritti. Non ho mai fatto ricorso alcuno perchè ho deciso, giusto o no, condivisibile o no, di accettare le regole del gioco anche se tra le regole ci fossero, eventualmente, imbrogli, scorrettezze, eccetera: chi sono io per giudicare i miei scritti e/o quelli degli altri? A dire la verità ho letto su internet cose raccapriccianti ma tant'è: non sono un guerriero e chi ha letto i miei scritti probabilmente l'ha capito. Nel tema sul bullismo avevo scritto che le vittime erano due: chi aveva subito le bruciature (visibili), e chi le aveva provocate (invisibili, le sue bruciature).
Tuttavia non nascondo che un po' (solo un po', credetemi) di amaro mi è rimasto.
Un cordiale saluto a tutti e un grazie a chi volesse eventualmente rispondermi.

Da: @cavalier errante21/11/2016 19:09:10
In caso di conferma dell'annullamento del concorso Lombardia ci sono due possibilità: la prima si rifà a un precedente legislativo, cioè la legge 202/2010, cosiddetta "Salva sistema scolastico siciliano" che prevedeva la conferma di chi era già in ruolo da qualche anno tramite una prova da 4 soldi che tutti superarano... Per gli altri, i "bocciati", fu prevista la "ricorrezione" degli scritti, che vide una vera e propria mattanza dei candidati. Alla fine solo una parte esigua rispetto alla platea riuscì ad entrare nel ruolo di ds, quindi i bocciati dopo anni di attesa, videro sostanzialmente riconfermata la loro posizione. La seconda possibilità sarebbe un'estensione dei commi 87/88 dell'art. 1 della L. 107/15 anche ai bocciati lombardi. Vedo più probabile la prima che ho detto...

Da: x cavaliererrante21/11/2016 19:18:02
A giorni usciranno le 2 sentenze del CdS su conferma annullamento TAR Lombardia.
Nel caso (probabile) di conferma annullamento l'amministrazione deve per forza ricorreggere i compiti per la terza volta come da sentenza di I grado.
Cosa che vedo improrobabile.
Personalmente penso che l'unica soluzione sarebbe per via legislativa.
Staremo a vedere

Da: @Quando a breve scoppiera'' la bomba 21/11/2016 19:30:27
Certo. Giusto stavo per scriverlo ed ho trovato la tua risposta. Quando i pendenti farlocchi torneranno alla docenza???? ....ci saranno altri posti liberi .

Da: @x cavaliererrante21/11/2016 19:36:04
La ricorrezione solo per i bocciati, per gli altri una prova da 4 soldi, confermativa. L'unico dubbio riguardi quelli entrati con il corso intensivo sui quali non saprei che dire, infatti la loro posizione giuridica è più complessa.

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Da: Non dai risposte21/11/2016 19:39:27
Perchè non conosci le domande ?

1) Sei sicura che scoppierà qualcosa?

Da: @non dai risposte21/11/2016 19:41:14
Solo un ingenuo potrebbe aspettarsi una bomba che mai scoppierà, non prendiamoci in giro.

Da: Non dai risposte21/11/2016 20:11:13
Ho compreso, non conosci le domande e non puoi dare risposte.

Da: cavaliererrante 21/11/2016 20:27:01
Grazie per le risposte!

Da: So excited21/11/2016 20:34:21
I'm hot, come on, so get it ready
And I'll open my spot for you
Anytime you want me to
So you can
Act bad
Don't hurt me
Look sexy
Talk dirty
And I'll open my spot for you
Anytime you want me to
Get me so excited

Da: So excited21/11/2016 21:23:02
Qualcuno sarebbe disposto a farmi la riforma del senato??

Da: Articoli seri22/11/2016 08:04:44
Una valida riforma della Costituzione comincia con il No

Dal "no" alla deforma Renzi, attraverso il voto del 4 dicembre, al no contro precarietà, disoccupazione e bassi salari, attraverso il conflitto sociale



Sulla presunta lentezza del Parlamento Italiano.

Uno degli assi portanti della campagna referendaria del "sì" è la necessità di superare il bicameralismo perfetto al fine di aumentare l'efficacia e la velocità dell'azione parlamentare. Questo cavallo di battaglia si appoggia e trova un utile terreno di corsa nell'ideologia oggi imperante della "rapidità".

"Non importa cosa si fa ma in quanto tempo lo si fa perché i tempi contano molto" (a volte più del contenuto), si dice nell'epoca del digitale. Sarebbe interessante una disamina attenta di questa ideologia borghese del "risultato", come è nata e a cosa serve, ma in questa sede vogliamo prendere invece qualche dato per dimostrare come non sia assolutamente vero che il parlamento italiano sia lento: siamo di fronte ad una bufala a uso e consumo del consenso.

I dati a cui ci riferiamo sono facilmente reperibili ed è possibile sfogliarli online grazie al lavoro di raccolta e analisi svolto dall'Osservatorio sulla legislazione della Camera dei deputati. In questo caso abbiamo preso un rapporto del 2012 ed uno del 2013 che ci sembravano più significativi. Anche senza svolgere un lavoro raffinato di aggregazione dei dati, è possibile notare come quantitativamente non stia in piedi nessuna critica di lentezza dell'attività del nostro assetto istituzionale: dai dati che troviamo nel rapporto del 2012, scopriamo infatti che in Italia, dal 1996 al 2012, sono state prodotte 3985 leggi, mentre in Francia, su un periodo più lungo che va dal 1990 al 2012, sono state prodotte 4076 leggi, in Germania, dal 1972 al 2011, sono state emanate 4566 leggi e, per finire, in Inghilterra 1165 leggi dal 1990 al 2011 . Ovviamente questo tipo di paragone esclusivamente quantitativo è grossolano, essendo molto diverse le caratteristiche degli Stati presi in considerazione. Ma altrettanto grossolana, d'altra parte, è la vulgata sulla lentezza del processo normativo italiano che invece dimostra di essere perfettamente in linea rispetto agli altri paesi europei, se non addirittura maggiormente attivo.

E' interessante osservare, grazie ai dati presenti nel rapporto 2013, una questione più qualitativa che riguarda cioè come stia aumentando nel corso del tempo il ricorso alla legiferazione d'urgenza. Comparando la produzione italiana di leggi nel corso di un arco temporale molto lungo ('62, '78, '91, '12) , si nota che la produzione complessiva di leggi parlamentari diminuisce nel tempo ma percentualmente aumenta l'attività di "conversione", cioè quella legata più strettamente alla decretazione d'urgenza.

Dunque, anche se la materia richiederebbe riflessioni più approfondite, possiamo sicuramente tracciare un paio di conclusioni: se da un lato non è assolutamente vero che il nostro parlamento è "lento", come sicuramente non lo è stato in passato, da un altro l'azione dell'organo esecutivo negli ultimi anni è stata sempre più marcata rispetto a quella del Parlamento.

Se poi posiamo lo sguardo sugli ultimissimi anni montiani-lettiani e renziani, non possiamo non notare come alcune "riforme" su aspetti strategici e fondamentali del nostro paese (pensioni, scuola, lavoro) si siano ottenute in brevissimo tempo. Dunque a noi pare che l'argomento cardine che legittima la riforma della Costituzione nella propaganda del "si", ovvero quello di velocizzare i procedimenti legislativi, non regga nemmeno al confronto coi numeri che hanno sempre la testa dura.

Sul "fronte" del NO.

In questi giorni ha fatto molto discutere l'eterogeneità del fronte del "no". A giudicare da alcune analisi semplicistiche sembrerebbe che il tentativo, a dire il vero ben riuscito, sia quello di dipingere il fronte del NO come un calderone indistinto di "gufi". E' bene invece chiarire che esistono diverse prospettive e punti di vista all'interno della coalizione.

C'è il "no" degli opportunisti di destra, i quali pur essendo pienamente d'accordo con la deforma (e infatti l'hanno anche votata come ha fatto Forza Italia), sono vinti dall'opportunismo del momento. Dare un colpo al governo Renzi e al Partito Democratico può essere un collante utile a ricostituire un polo della destra, oggi dilaniato dalla perdita del leader carismatico e dall'assottigliamento degli spazi politici conquistati apertamente dalla politica renziana.

Esiste il "no" dei "disperati", cioè quello della sinistra Dem, i quali, con un sussulto di gloria, sono spinti a risalire sulle barricate per evitare di essere sbranati dal mostro che loro stessi hanno creato, Renzi. Solo che i barricaderos del PD sono senza prospettiva: infatti, l'essenza filopadronale della politica renziana non viene messa granché in discussione, non essendoci stato nessun sollevamento su questioni concrete importantissime come Jobs Act , Buona scuola e DDL Madia.

Esiste infine il "no" Sociale. Il "no" di chi sfida le forze conservatrici del paese sul piano dell'applicazionedella Costituzione e non della sua decostruzione, cioè sul piano del rinnovamento reale del paese, perché a ben vedere la riforma che propone Renzi ci riporta indietro di diversi decenni. Altro che progresso!

La Costituzione ancorché meritevole di cambiamenti in senso progressista rappresenta ancora oggi un terreno di difesa dei diritti della classe lavoratrice estremamente avanzato che purtroppo rimane largamente insondato in assenza del conflitto di classe.

Sulla "difesa" della Costituzione.

Ci venga infine concessa una breve replica contro quella penosissima e patetica retorica renziana del "fare fare fare" e del referendum come "derby tra passato immobile e futuro dinamico" che (ahinoi) rimanda alla mente gli anni delle declamatorie futuriste e pre-fasciste: gli anni in cui si proclamava l'abbattimento dell' "immobilità pensosa, dell'estasi e del sonno" del passato attraverso l'esaltazione del "movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo e il pugno"[1].

Uno degli argomenti maggiormente contestati, infatti, riguardo il "no" alla riforma Renzi-Boschi è proprio l'accusa di immobilismo e di conservazione irriducibile del dettato costituzionale del '48. E' senz'altro vero che tra i sostenitori del "no" ci siano quelli che sostengono ostinatamente che la Costituzione "non si tocca"; ma questa non è affatto una posizione condivisa tra chi, invece, si pone neiconfronti della questione della deforma costituzionalein un'ottica che dev'essere necessariamente progressista. E' infatti noto a tutti che la Costituzione italiana nata dalla Resistenza, a seguito di un compromesso tra componenti ideologiche che difendevano differenti interessi politici, abbia impostato un discorso di stampo marcatamente antifascista, che favorisse il più possibile un pluralismo sociale e politico e le condizioni per lo sviluppo di una maggior dignità economica e sociale della classe lavoratrice. Ciò non toglie tuttavia che â€' e utilizziamo non a caso le parole dell'allora presidente dell'Assemblea costituente e dirigente del PCI, Umberto Terracini â€' "è stato così raggiunto in misura apprezzabile l'obiettivo di assicurare in generale ai cittadini uno standard di vita migliore per quanto compatibile col sistema storicamente in atto" e che quando saranno finalmente maturate le condizioni per passare ad un sistema più avanzato, ovverosia quello socialista, "si porrà il problema non già di questa o quella revisione parziale della costituzione democratica, ma della sua sostituzione totale" [2].

È bene rimarcare ancora una volta, quindi, il significato politico del "no" dei comunisti di fronte a questo genere di riforme che altro non sono se non il tentativo smaccato di fare coincidere la forma, ossia la legge scritta nero su bianco, con la sostanza che oggi, com'è sotto gli occhi di tutti, si concreta in una formula che unisce alla diminuzione della democrazia e allo smantellamento dei diritti della classe lavoratrice, l'autoritarismo politico, economico, militare e culturale imposto a diversi livelli dalla classe dirigente nazionale e sovranazionale dell'UE e degli Stati Uniti. Quindi non certo un "no" generico e indiscriminato nei confronti del cambiamento, come vorrebbe propagandare la retorica populistica e futuristica di Renzi, ma un "no" specifico a questa riforma e a tutte quelle precedenti e successive che miravano, mirano e mireranno a modificare la Costituzione rendendola più vuota e regressiva anziché maggiormente progressista rispetto all'impianto originale.

Se sono stati persi i rapporti di forza che nel '48 avevano consentito ai comunisti di realizzare una Costituzione di compromesso â€' e non di combinazione â€' con le altre forze politiche, oggi non possiamo certo consentire di svuotare di significato politico l'approdo di quello sforzo, il frutto di quelle condizioni più favorevoli alla classe lavoratrice, in nome di un cambiamento che ha il sapore di una corsa all'indietro. Motivo per cui non possiamo che chiedere la reale e concreta applicazione della Costituzione del '48, nella parte in cui legittima il popolo ad essere sovrano (e non i rappresentanti nominati dai capi partito) e fa del lavoro e del diritto al lavoro (e non certo del precariato ai massimi storici, del lavoro gratuito e dei voucher) l'elemento fondante della Repubblica; o ancora, nella parte in cui sancisce che il principale compito di chi governa è quello di favorire lo sviluppo e la dignità della persona umana e di rimuovere gli ostacoli economici e sociali alla partecipazione effettiva sia politica che economica e sociale dei lavoratori, motivo per cui la Costituzione impone oltre alla tutela del lavoro anche i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali. E via dicendo.

La Costituzione è migliorabile?

Tuttavia, volgendo uno sguardo critico alla nostra carta costituzionale (e checché ne dica Renzi o JP Morgan) anche oggi ci sarebbe molto da modificare se la si volesse rendere maggiormente progressista.

Cominciando, innanzitutto, con l'eliminazione del vincolo di pareggio di bilancio contenuto nel nuovo articolo 81 e con l'eliminazione del principio di preminenza del diritto comunitario su quello nazionale attraverso l'eliminazione del vincolo contenuto nell'articolo 117 comma. E una corretta lettura dell'art. 11; articolo che, anziché venire utilizzato per dare "copertura" giuridica alla preminenza dell'UE, dovrebbe essere enfatizzato nella previsione fondamentale del ripudio della guerra per avviare un processo di fuoriuscita dell'Italia dalla NATO.

Ci sarebbe inoltre da introdurre esplicitamente il termine "laicità" con riferimento ai rapporti del nostro paese in relazione alle tematiche religiose. Dall'attuale impianto della Costituzione (artt. 7 e 8), infatti, è indubbio che si possa ricavare un "principio" di laicità dello Stato il quale, tuttavia, oltre a non venire esplicitamente menzionato in questi termini nel dettato normativo (in questo caso con l'intento di impedire la famosa unità conseguente tra forma e sostanza), resta purtroppo un principio tradito: le ingerenze della Chiesa cattolica nei fatti politici italiani e nella vita delle persone, infatti, rappresentano un fenomeno mai sopito e nemmeno nascosto, come dimostrano i molteplici modi attraverso i quali essa fornisce o ha fornito indicazioni di voto su leggi specifiche fuori e dentro il Parlamento (legge 40 su tutte), l'influenza cruciale sui temi dell'aborto, dell'obiezione (che anche recentemente ha provocato la morte delle donne in ospedale), del testamento biologico e dell'eutanasia, della sessualità e dei diritti civili ad essa collegati. Senza contare la chiara e netta preminenza accordata alla Chiesa cattolica rispetto alle altre religioni, sia in termini confessionali, nella prassi, sia in termini politici, visto il richiamo contenuto nell'articolo 7 ai Patti Lateranensi che solo attraverso una modifica della Costituzione potrebbero finalmente venire sciolti unilateralmente.

In considerazione delle differenti forme familistiche e non ortodosse che si sono venute sempre più a creare e che naturalmente dovrebbero possedere pari dignità e tutela rispetto al modello tradizionale di stampo cattolico, vi sarebbe anche da riformulare la parte dell'articolo 29 in cui si incentra sul contratto matrimoniale la rilevanza di un nucleo familiare. Sarebbe migliorabile anche la formulazione dell'articolo 37 nella parte in cui fa riferimento esclusivamente alla donna con riguardo all' "adempimento della sua essenziale funzione familiare", poiché, sebbene il dettato costituzionale paia concentrarsi unicamente sul rapporto di maternità, presta il fianco ad interpretazioni che andrebbero surclassate e di odore patriarcale.

Non è possibile in questa sede dilungarsi in modo organico in merito ai possibili miglioramenti che potrebbero rendere ancora più avanzata "la Costituzione più bella del mondo" â€' per usare una nota espressione di benigniana memoria, prima che lo stesso reputasse preferibile "votare si, pur comprendendo il no" perché il fatto che lo stimatissimo Renzi voglia cambiare in questo modo la Costituzione "è meglio del nulla". Quello che è certo è che il 4 dicembre non ci resta che dire "no" ad un cambiamento che non farebbe altro che acuire tutto quello che già conosciamo nei suoi aspetti più bui e regressivi. Il cambiamento vero lo otterremo solamente lavorando nella direzione ostinata e contraria, che ci porti verso la strada che non abbiamo ancora mai battuto: quella in cui saranno finalmente i lavoratori nella posizione di concedere l'elemosina agli arroganti oppressori di sempre.


Da: @@@@@@@..........22/11/2016 10:40:06



                    NO

Da: @@@@@@@..........22/11/2016 10:40:49



   NO
E FATE VOTARE

NO

Da: Elena Maria Foresta 22/11/2016 10:51:26
Come si permette di tentare di impedire che mi venga fatta la riforma del senato?

Da: NO 22/11/2016 15:18:12
al referendum è anche un secco NO a questo governo.

Da: Il conrso concorso 22/11/2016 15:37:56
I dirigenti entrati con ricorso pendente restano ai loro posti di DS in quanto sanati per applicazione di una legge dello Stato.

Da: E... 22/11/2016 17:17:16
... i restanti non sanati? Come la mettiamo? 2004

Da: Brutte notizie per22/11/2016 17:33:52
"Nasce ufficialmente il Comitato Nazionale "Imprenditori per il NO", a guidarlo è l'imprenditore irpino Gerardo Santoli vice presidente nazionale di Confimprenditori.
"Qualcuno vuol fare credere che gli imprenditori italiani siano tutti schierati per il SI al Referendum, non è assolutamente così, ci sono migliaia di piccoli imprenditori che sono apertamente schierati per Il NO e la nascita di questo comitato ne è la testimonianza- ha affermato Gerardo Santoli- Si cerca di far passare lo stravolgimento della carta Costituzionale come la panacea di tutti i mali, ma non è così. Se in Italia le piccole imprese vengono strozzate dalla tassazione elevata, dalla burocrazia pesante, dalla lentezza della giustizia, dagli scandali della corruzione, dal costo del lavoro eccessivo , dal costo della politica e dell'apparato pubblico e dalla mancanza di credito cosa c'entra la Costituzione. La responsabilità è soprattutto della classe dirigente che ci ha ridotto in queste condizioni, ma guardate bene non mi riferisco solo a quella politica. C'è un solo modo per risollevarsi: merito e libertà siano i valori fondanti della rinascita e della riscossa del nostro paese partendo proprio dalla difesa della nostra Costituzione".

Da: Sempre che22/11/2016 17:34:40
il ricorso fosse davvero pendente, cosa che si potrà appurare quando finalmente dalla Magistraturaa verrà consentito, nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge, l'accesso ad alcuni atti, cosa fin qui ostacolata dal diniego di alcuni controinteressati.

Da: Ritengo 22/11/2016 19:05:21
La sanatoria andrebbe estesa alle posizioni analoghe dei Pedndenti 2004

Da: @Ritengo22/11/2016 19:12:40
Il corso intensivo per i pendenti 2011 sarebbe un ottimo affare per lo Stato: eliminazione dei contenziosi, copertura di molti posti vacanti attualmente in reggenza che il nuovo concorso non potrà coprire nonostante la proroga al 31/12/2017 delle eventuali assunzioni dei vincitori (il concorso non potrà mai concludersi entro quella data anche se partisse domani), costi pari a zero perchè i tutor dei corsi sono già pagati e la loro attività di docenza rientrerebbe nei loro compiti istituzionali. Più di così cosa vogliono, la luna forse???

Da: Ma! 22/11/2016 19:39:12
I vari Governi che si sono succeduti hanno previsto forme di corsi riservati per docenti e dirigenti. La legge 107 ha previsto il corso concorso e non vedo quale è il problema. I dirigenti sono tropo pochi e ci sono molte scuole in reggenza. Chi ha partecipato alla sanatoria ha dato la disponibilità ad andare in regioni lontane. Ormai i tempi del concorso non saneranno la situazione per il prossimo anno . La soluzione sarebbe sanare le situazioni analoghe a quelle già sanate.

Da: Pur di non scoprire gli altarini22/11/2016 21:07:07
la qual cosa potrebbe avere implicazioni di notevole rilevanza, anche sul piano penale oltre che amministrativo, e, presumibilmente, non solo per gli interessati, dal momento che di certo non hanno fatto tutto da soli quelli per i quali si vocifera che sarebbero stati assunti sulla scorta di un contenzioso pendente farlocco, anche se di certo ne sono stati gli unici beneficiari, c'è chi, a questo punto, sarebbe disponibile ad ammettere, finalmente, l'assurdità di una palese disparità di trattamento che si è verificata tra i contenziosi pendenti del 2004 e quelli del 2011, che, di certo, non può essere giustificata, come ha tentato di fare qualcuno, dalla diversa datazione. Qui si parla di contenziosi e non di vino d'annata che notoriamente aumenta di pregio col passare del tempo.

Da: Chi pende e chi no?22/11/2016 22:08:57
@ @ Ritengo

Ma quali ricorsi sono da considerare pendenti?

Da: Passione per la storia antica23/11/2016 17:22:38
Quando veniva sepolto il faraone nella sua sfarzosa tomba, venivano messi, assieme al sul corpo mummificato, le statuette in argilla dei suoi fedeli servitori, i quali venivano liberati perchè non avrebbero dovuto servire nessun'altro re. La loro vita da quel momento era morta. Questo affinchè potessero essere risvegliati quando fosse ritornato in vita il faraone defunto. Perchè egli era un Dio in terra. In tutto c'è del vero e del falso. Il faraone non era Dio in terra. I servitori di un falso dio son morti prima di morire. Questo è vero. Chi vive può essere servitore ma non servo dicono gli ebrei, perchè il servo è morto prima di morire. Questo è vero e coincide con la verità egiziana. Se poi si ci risveglia dalla morte non si può sapere con certezza. Cristo si dice sia risorto ed ha promesso che lo stesso avvenga per i cuori puri. Pure gli egizi affermavano lo stesso.  Ci si può svegliare dalla morte in vita ? Certo che si, se si smette di essere servitori e ci si mette a servizio degli altri senza essere servi. Questo è vero.

Da: #Chi pende e chi no? 23/11/2016 17:27:22
Pende chi era negli elenchi stilati con la supervisione dell 'Ufficio Scolastico Regionale di riferimento, fino a dimostrazione del contrario.

Da: @ post precedente23/11/2016 18:17:07
"Pende chi era negli elenchi stilati con la..ecc.". Beh...dipende dal modo in cui  pendeva e dal modo in cui è stata avallata la sua pendenza.

Da: Passione per la storia antica23/11/2016 19:36:11
Volevo dire nessun altro. e al suo corpo. Sorry.

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