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Quanti di voi sono avvocati ma hanno lasciato per un concorso pubblico?
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Da: ..........................14/04/2016 12:30:55
si si..
Rispondi

Da: Surplus14/04/2016 19:52:58
Gli AVVOCATI che valgono veramente non credo debbano preoccuparsi di cercare un'altra professione!
A voi avvocati le considerazioni......
Rispondi

Da: ......................14/04/2016 19:57:43
Sì sì/bis...
Rispondi

Da: ........................14/04/2016 20:32:03
i bravi fanno gli avvocati e guadagnano un sacco di soldi...
gli scarsoni si buttano sui concorsini da falliti e vengono a piangere su questo forum..
la volpe e l'uva...... vi ricorda niente?
Rispondi

Da: ......................14/04/2016 20:36:38
Sì sì/ter...
Rispondi

Da: ........................14/04/2016 20:39:30
invece di dire si si datti da fare...
Rispondi

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Da: ......................14/04/2016 21:32:18
E' quello che sto facendo...
Rispondi

Da: reticente15/04/2016 21:20:47
Le professione dove si guadagna effettivamente per un laureato in giurisprudenza sono il notariato e la magistratura, basta guardare i loro redditi medi.
L'avvocatura è alla fame.
Rispondi

Da: verità15/04/2016 22:41:56
purtroppo la verità è che non si guadagna, i soldi magari li vedrete pure ma in tarda età e non è il massimo.
C'è chi lo stipendio lo prende a  19 anni perchè inizia a lavorare, un praticante avvocato di 30 anni non guadagna ancora niente e così per altri anni ancora........perciò fare l'avvocato non conviene più, avrebbero dovuto mettere il numero chiuso ma non lo fanno perchè ci guadagnano tutti........ragazzi ci hanno guadagnati tutti, professori, scuole forensi, ordini e fori degli avvocati....
triste verità e la cosa brutta è che nessuno alza la voce tutti zitti....nessuna manifestazione, eppure studiamo diritto.......mah!....pentito amaramente
Rispondi

Da: Susy0315/04/2016 23:19:57
Uno schifo, potessi tornare indietro...
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Da: soluzione possibile16/04/2016 20:12:55
Contratto di lavoro dipendente anche per gli avvocati.
Rispondi

Da: eccellenza avvocatizia17/04/2016 09:05:20
. Il cliente deve pagare i compensi al legale che collabora con un altro avvocato se la procura alle liti è stata rilasciata al primo. La Cassazione (sentenza 7382) respinge il ricorso di una società che aveva corrisposto quanto dovuto per l'assistenza al titolare e non al suo collaboratore, sebbene non interno allo studio. Secondo i ricorrenti la corte d'Appello aveva sbagliato nel supporre l'instaurazione di un contratto di patrocinio basandosi soltanto sul rilascio di una procura alle liti, che avrebbe invece rilievo solo ai fini processuali. Per la società era semmai il titolare, che aveva di fatto conferito l'incarico, a dover corrispondere al suo collaboratore i compensi professionali per l'attività svolta.
La Cassazione conferma però la correttezza della decisione presa dai giudici di merito. La Corte d'appello, infatti, oltre a valorizzare la procura alle liti, ha precisato che il rapporto professionale con il collaboratore si era aggiunto a quello regolato dal contratto di patrocinio esistente tra questo e il legale "titolare".
Rispondi

Da: 17/04/2016 13:19:05
               
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Da: eccellentia forense17/04/2016 16:53:04
Cervelli di rientro: 400mila laureati cinesi all'estero tornati in patria nel 2015
Secondo il settimanale economico Caixin, il merito è dei piani per l'attrazione di eccellenze lanciati nell'ultimo decennio dal governo, come il "Mille talenti", avviato nel 2008, e il "Diecimila Talenti" del 2012, pensati per attirare esperti e accademici da tutto il mondo

Il numero più rappresentativo del "rientro dei cervelli" in salsa cinese è 400mila. Tanti sono i laureati all'estero che nel 2015 hanno deciso di ritornare nell'ex Impero celeste. Quella dell'immigrazione di ritorno verso la Repubblica popolare è una tendenza in crescita. Rispetto al 2014, dicono le statistiche ufficiali, c'è stato un incremento del 10 per cento. In totale ad oggi gli haigui â€" "tartarughe di mare", così sono soprannominati in Cina i laureati all'estero rientrati in patria â€" sono 2,2 milioni. Merito, scrive l'autorevole settimanale economico Caixin, di piani specifici per l'attrazione di talenti dall'estero lanciati nell'ultimo decennio dal governo, come il "Mille talenti", avviato nel 2008, e il "Diecimila Talenti" del 2012, pensati per attirare esperti e accademici da tutto il mondo.

Questi provvedimenti, fa notare Caixin, hanno invertito la tendenza alla "fuga dei cervelli" iniziata con le riforme di mercato tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80 del secolo scorso. Merito anche, aggiunge il governo, di specifiche misure prese in campo economico, come lo sviluppo di centinaia di parchi industriali in tutto il paese in modo da attirare talenti, e capitali, locali e stranieri. Oggi sono 321 e ospitano oltre 24mila aziende. Per la Cina, infatti, è di cruciale importanza dotarsi di una classe di lavoratori specializzati, imprenditori ed esperti di ogni genere. E nei palazzi del potere di Pechino sembrano averlo capito: il "rientro dei cervelli" può portare nuova linfa vitale all'economia cinese, in cerca di una "nuova normalità" fissata al tasso di crescita del 6,5 per cento annuo. A maggio 2015, il presidente della Repubblica popolare Xi Jinping aveva sottolineato che i cinesi educati all'estero, insieme ai media e ad alcuni imprenditori del settore privato, sarebbero stati al centro dell'azione del Partito comunista di rafforzamento della "solidarietà sociale" nell'ex Impero celeste.

Il Quotidiano del Popolo, organo ufficiale del Pcc, aveva ripreso le parole del leader e notato come gli studenti cinesi educati all'estero avessero "una prospettiva più ampia, che può portare nuovo vigore allo sviluppo economico cinese". Non sono solo i settori chiave per l'economia del terzo millennio, come l'IT, a giovare del rientro dei cervelli. Anche settori "tradizionali" come l'amministrazione della cosa pubblica potrebbero trarne vantaggio. Alcuni quadri del partito, scriveva mesi fa il Global Times, spin-off in lingua inglese del Quotidiano del Popolo, vedrebbero di buon occhio un maggiore coinvolgimento politico di personalità formate all'estero, in prospettiva di un rinnovamento dall'interno delle istituzioni. Anche per questo nel 2016 lo stato intende aggiornare i suoi programmi di "rientro di cervelli" e fornire più assistenza a chi decide di tornare.
Rispondi

Da: @Susy0319/04/2016 16:05:04
magari si potesse tornare indietro.

Pensate che tra pratica forense ed esame di abilitazione, in genere passano sempre 2 anni o 3. Magari i più sfortunati vengono anche bocciati e quindi gli anni diventano di più.

C'era tutto il tempo di prendere una seconda laurea triennale.
Utile però.

Rispondi

Da: verit19/04/2016 19:55:51
laurea triennale per fare cosa?

Tolti gli ingegneri(che lavoricchiano con stage e cazzatine simili) e i medici, gli altri laureati stanno tutti con le pacche nell'acqua.

Rispondi

Da: marcolex 20/04/2016 09:39:14
Once I was 20 years old, papa told me, don't waste your time with the law school...
Rispondi

Da: gli avvocati moltitudine di poveracci20/04/2016 20:42:24

http://www.liberoquotidiano.it/news/libero-pensiero/372488/Laureati--piu-poveri-e-disoccupati.html

Settore per settore - Anche analizzando i dati raggruppati per settore economico o per mansioni svolte, l'ambito medico-farmaceutico (1.719 euro) si conferma quello che registra la media più alta di retribuzione passati 5 anni dal conseguimento della laurea. Le attività strettamente collegate con la laurea in ingegneria consentono stipendi di 1.600 euro e oltre (come la metalmeccanica, la meccanica di precisione o la chimica) mentre
chi lavora nel settore del credito e delle assicurazioni arriva a 1.513 euro di media. Subito dopo un'altra sorpresa: chi riesce ad entrare nella pubblica amministrazione, nella quale sono comprese anche le forze armate, guadagna 1.476 euro di media, collocandosi in una fascia alta di retribuzione, quasi il doppio
di chi si occupa, ad esempio, di servizi sociali (989 euro al mese). Un altro dato sfata il mito del lavoro indipendente: la differenza di stipendio tra un consulente e un addetto allo sportello è soltanto di 10 euro al mese, 1.323 contro 1.313. Ecco una tabella con le retribuzioni medie incrociando i valori per gruppo disciplinare di laurea, per ramo di attività economica e per mansioni svolte.



Guadagno a 5 anni dalla Laurea



Medico                                             2.018
Ingegnere                                             1.620
Credito/assicurazioni                             1.513
Pubblica amministrazione/forze armate     1.476
Informatica                                     1.458
Progettazione edile/architettonica     1.414
Commercio                                     1.331
Consulente                                     1.323
Addetti allo sportell                             1.313
Impiegato/contabile                             1.218
Istruzione e ricerca                             1.137
Insegnante                                     1.112
Psicologo                                             1.038
Educatore                                             1.035
Avvocato                                                962
Media                                             1.328

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Da: eccedenza avvocatizia21/04/2016 16:29:05


Roma - Cresce in maniera esponenziale la concorrenza nel mondo dell'avvocatura e i piccoli studi, insieme agli avvocati 'di famiglia' fanno fatica a sopravvivere. La soluzione, secondo Roberto Pessi, prorettore della Luiss e ordinario di diritto del lavoro, potrebbe essere contingentare l'accesso alla professione parametrandola a quanti avvocati vanno in pensione.

"Come in tutte le professioni, e' un problema di numeri" dice Pessi all'Agi, "quando l'offerta e' superiore alla domanda, e' chiaro che si crea una situazione di debolezza negoziale, concorrenza accentuata, ribasso del valore della prestazione e potenzialmente molta disoccupazione e nuove poverta'". Pessi pero' avverte che si tratta di un "fenomeno macro e mircoeconomico che esiste da sempre". "Ormai abbiamo un numero di avvocati superiore a quello di metalmeccanici e infermieri" aggiunge "e l'eccesso di professione porta al calo dei prezzi. I grandi studi sopravvivono perche' hanno grandi clienti, ma l'avvocato di famiglia soffre anche se la litigiosita' con la crisi non e' calata".

"L'unica soluzione" conclude il docente "e' il numero chiuso a giurisprudenza e tenere conto di quanti avvocati vanno in pensione per valutare e regolare il flusso rendendolo standard. E' evidente che non possiamo impedire al cittadino di scegliere l'avvocato, ma il rapporto numerico va regolato in basse al tasso di contenzioso che consenta la convivenza tra una dignitosa professione, una giusta concorrenza e la garanzia di un'equa tutela legale". Pessi sottolinea che il fenomeno della negoziazione della tariffa e' in crescita. "Il soggetto pubblico, ad esempio, tende a distribuire il lavoro su piu' avvocati o addirittura indice un appalto. Un fenomeno mutuato dal privato, con una propensione al calmieramento del mercato e ad accettare compensi piu' bassi". (AGI) .


Rispondi

Da: reddito di cittadinanza per tutti21/04/2016 21:36:51
http://lacittadisalerno.gelocal.it/salerno/cronaca/2016/04/20/news/le-voci-della-generazione-perduta-1.13336265?refresh_ce

Gaia, avvocato, 33 anni, un figlio: «Ho lavorato per importanti studi legali e per l'università, ma per assurdo il migliore contratto che ho avuto me lo ha fatto "Blockbuster", la catena di videoteche, dove lavoravo part-time durante gli studi. Dopo la laurea, invece, ho fatto la borsista al fianco di un grande avvocato finché non ho lasciato il suo studio per un dottorato di ricerca. Ora sto provando ad aprire un mio studio legale, ma i miei fatturati sono bassissimi. Per il futuro non conto sulla pensione, mi piacerebbe un giorno potermi permettere di comprare un immobile in modo da mantenermi con il suo affitto nella vecchiaia. Non so come ci arriverò a
75 anni»,

Rispondi

Da: progresso culturale27/04/2016 14:53:18
Elevata la mobilità territoriale che, «sebbene sia un fenomeno positivo, mediante il quale studenti e atenei possono valorizzare a pieno le proprie potenzialità, allo stesso tempo riflette il profondo divario sociale ed economico che caratterizza le regioni italiane», si legge nel Rapporto. Negli ultimi dieci anni, le regioni del Mezzogiorno hanno perso costantemente capitale umano: migra al Centro-Nord per motivi di studio il 20% dei ragazzi, mentre al nord si sposta solo il 2%. Le discipline che mettono in movimento plotoni di studenti sono soprattutto Psicologia (32%), Chimica (27%), Agraria e Veterinaria (26%), Lingue (25%). Meno mobili gli studenti dei percorsi economico-statistico (15%), insegnamento (16%), giuridico (18%), ingegneria (19%).

noltre, mobilità richiama mobilità: si sposta per lavorare più frequentemente chi ha già sperimentato uno spostamento per motivi di studio o un'esperienza di studio all'estero durante gli studi. L'analisi mostra particolari differenze rispetto al percorso di studi intrapreso: i laureati del gruppo scientifico sono i più mobili (43%), seguiti da agraria e veterinaria (42%) e dal linguistico (41%). Si spostano nettamente meno dei loro colleghi i laureati nei percorsi di insegnamento (25%), delle professioni sanitarie (26%) e giuridico (27%).

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Da: comunque.... 27/04/2016 15:36:35
Le eccellenze emergono....
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Da: Confusa89 28/04/2016 10:35:53
Io ho iniziato la pratica ma vorrei smettere perché non è mai stato il mio sogno fare l'avvocato.. Vedendo il loro mondo da dentro mi sono decisa sempre di più che non ho l stoffa per competere in questo mondo di squali.. Poi non ho nemmeno una famiglia che può coprirmi le spalle fino ai 35 anni... Sono davvero indecisa non so che fare!!
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Da: progresso culturale28/04/2016 14:10:20
Cosa credevi mentre imparavi a memoria i manuali universitari,  che diventare giudice o notaio fosse stata una passeggiata senza avere le spalle coperte? Una continuazione per un paio d'anni della memorizzazione del nozionismo giuridico delle università nostrane?
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Da: schiavetto di studio28/04/2016 21:41:10
Altri dieci anni di gavetta a fare fotocopie e notificare atti  e poi diventerò un principe.
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Da: laureati italiani disoccupati30/04/2016 16:50:19
Cresce la percentuale dei laureati italiani under 35 che trova lavoro entro i tre anni dal titolo ma il nostro Paese resta penultimo in Ue in questa graduatoria: nel 2015, secondo i dati appena pubblicati da Eurostat - solo il 57,5% dei laureati italiani aveva trovato lavoro entro tre anni dalla laurea (52,8% nel 2014) a fronte dell'81,8% nell'Ue a 28. In Germania la percentuale è salita al 93,3%. Peggio di noi fa solo la Grecia (49,9%). La percentuale era al 70,5% nel 2008, prima della crisi economica. Il 57,5% dei laureati, secondo l'Eurostat risulta occupato tra uno e tre anni dal termine degli studi ma se si considera l'intero triennio la percentuale italiana scende ancora (al 53,5% ma comunque in aumento dal 49,6% del 2014).
Rispondi

Da: comunque.... 30/04/2016 18:17:37
Dopo 10 anni si fanno i soldi veri...dopo i 35....
Rispondi

Da: ......................30/04/2016 18:30:44
Qui ormai siamo alla coazione a ripetere autistica.
Rispondi

Da: pazienza ci.... 30/04/2016 18:45:17
Ci va tempo in effetti
Rispondi

Da: ......................30/04/2016 19:09:21
"Sono un ottimo guidatore, sono un ottimo guidatore..." (cit. Rain Man).
Rispondi

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