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Quanti di voi sono avvocati ma hanno lasciato per un concorso pubblico?
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Da: ............. 08/03/2016 20:00:52
C'e' grano per tutti coraggio...
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Da: coraggio coraggio08/03/2016 21:23:59
Se 300.000 avvocati vi sembran pochi,consolatevi che  a breve raggiungeranno il mezzo milione!
Venghino, venghino pure!
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Da: .......................08/03/2016 22:47:53
quei numeri non fanno testo.. solo una minima parte fa realmente l'avvocato, i bravi non hanno nulla da temere..
gli scarsoni possono provare i concorsini da laureati falliti o aprirsi un bar..
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Da: pa09/03/2016 08:54:32
La pa per un laureato in giurisprudenza ormai è un ripiego. Perché allora conseguire detta laurea se la sua finalità è quella di preparare avvocati e magistrati? Tra l'altro un laureato in giurisprudenza ha una preparazione monoarea.
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Da: 09/03/2016 21:30:04
       
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Da: .......................09/03/2016 22:55:55
infatti iscriversi all'università non serve a niente..
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Da: M O T10/03/2016 07:33:58
I bravi e fortunati laureati in giurisprudenza vincono i concorsi in magistratura ed in notariato ove i guadagni sono dieci volte superiori a ciò che guadagna la stragrande maggioranza degli avvocati.
Rispondi

Da: Sid10/03/2016 08:31:28
MOT, però pure tu sei de coccio, eddai...
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Da: un vero avvocato10/03/2016 10:21:59
è quello che gira sui tribunali con le cause in mano, non chi fa il concorsello da funzionario.ah volevo sottolineare che al mio ultimo concorso per funzionario ho avuto modo di conoscere nella commissione una funzionaria frustrata che mentre parlavo invece di argomentare il mio discorso rideva e faceva la parte della saccente.ovviamente mi ha dato un voto basso e risulto solo idoneo ma se si deve essere cosi basta una corda e un albero e il gioco è fatto anzi finito...una frustrata del genere deve solo impiccarsi non trovo altri modi di vivere la vita. cioè io come voi tutti possiamo anche non condividere il modo in cui una persona si pone ma da qui a fare pagliacciate del genere ridendo sentendosi superiore ce ne passa.
Rispondi

Da: 10/03/2016 15:41:38
                        
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Da: .......................10/03/2016 15:59:32
avvocato fallito che ha fatto un concorsino da laureato fallito..
Rispondi

Da: coraggio coraggio10/03/2016 21:13:00
Una volta esistevano i concorsi con vastissima platea di avvocati partecipanti.
Ora niente di tutto ciò.
Rispondi

Da: .......................10/03/2016 23:44:50
i concorsi non ci sono...
gli avvocati sono più numerosi delle mosche...
insomma che dobbiamo fare...
Rispondi

Da: 11/03/2016 20:01:49
                  
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Da: trailer13/03/2016 05:39:10
I motivi per i quali gli avvocati italiani sono in gravissimo disagio economico, cioè con le pezze al culo, sono tanti ma il principale è quello che vale per tutti e cioè la crisi e  l'eccesso di offerta che incide ancor più della crisi.
Quando mancano i soldi si rinuncia alla tutela dei propri diritti ed anche quando si è innocenti si paga un decreto di condanna piuttosto che opporvisi.
Si faccia scrivere a chi si iscrive a giurisprudenza un foglio di responsabilità, cioè chi frequenta quella facoltà sa che rischia di non lavorare stante l'elevato numero di professionisti rispetto alle necessità del paese e dei cittadini.
Rispondi

Da: Convergono diverse variabili13/03/2016 09:15:46
Oltre alla crisi economica, che ha colpito generalmente tutte le libere professioni, vanno considerati pure l'inflazione d'iscritti all'albo, con la conseguente saturazione del mercato, le liberalizzazioni, che hanno implicato un gioco al ribasso nella quantificazione degl'onorari, e il decadimento della figura dell'avvocato, soprattutto nei rapporti coi clienti.
Rispondi

Da: trailer13/03/2016 09:46:42
http://www.oua.it/lintervento1-servono-meno-avvocati-ma-piu-bravi-di-mario-napoli-presidente-dellordine-degli-avvocati-di-torino-la-stampa/


L'INTERVENTO/1: Servono meno avvocati ma più bravi di Mario Napoli - Presidente dell`Ordine degli Avvocati di Torino (La Stampa)

LA STAMPA

Servono meno avvocati ma più bravi

di Mario Napoli - Presidente dell`Ordine degli Avvocati di Torino

Nel dibattito sulla riforma della Giustizia, lodevolmente promosso da «La Stampa», una voce non secondaria riguarda l`Avvocatura: una Avvocatura «alta», cioè corretta e preparata, è garanzia di una giurisdizione altrettanto virtuosa e facilita l`opera del magistrato.
L`opera di chi difende (all`avvocato la legge assegna la funzione di garantire al cittadino l`effettività della tutela dei diritti) e quella di chi giudica rappresentano vasi comunicanti: inevitabilmente pregi e difetti possono tracimare dall`uno all`altro.
Il nodo centrale è uno solo e cioè che il livello qualitativo, professionale ed etico, dell`Avvocatura è inevitabilmente diminuito nel tempo con l`aumentare della quantità degli iscritti: negli ultimi trent`anni gli avvocati sono passati dai 37.495 iscritti alla Cassa forense del 1985 agli oltre 235.000 alla fine dell`anno scorso, una crescita del tutto sproporzionata rispetto a quella dell`utenza se vero è che il rapporto con la popolazione residente è passato da 0,7 avvocati ogni mille abitanti del 1985 all`attuale dato di 3,9 (si tratta di un riferimento medio nazionale, ancora differenziato tra il 2,2 della nostra regione ed il 6,6 di una regione del Sud).
Se, dunque, si vogliono tracciare i binari lungo i quali fare correre nuove norme disciplinanti la professione di avvocato, la prima (se non l`unica)
preoccupazione dovrebbe riguardare l`accesso, con l`obiettivo di incidere sull`attuale patologico livello quantitativo, perché così facendo migliorerebbe
anche la qualità della prestazione: una Avvocatura contenuta e migliore (il rapporto italiano avvocati/giudici mediamente è tre volte quello europeo) abbasserebbe i toni del contenzioso e potrebbe rappresentare, come per tanti anni è avvenuto, il principale filtro alla giurisdizione evitandone
l`intasamento (l`avvocato deve essere il pubblico ministero più rigoroso nel consigliare il suo assistito). Naturalmente, perché ciò non costituisca un abbassamento nella tutela dei diritti dei cittadini, si dovrà potenziare
il patrocinio a spese dello Stato ed il suo effettivo controllo, affinché sia assicurata una adeguata difesa a chi è nel giusto e non dispone di mezzi
sufficienti.
Come sarà possibile calmierare l`offerta degli avvocati senza ricorrere al numero chiuso? Occorrerà riservare l`accesso alla pratica ed all`esame
per avvocato ad un corso di laurea al quale possano mantenere la frequentazione solo gli studenti che abbiano ottenuto una media molto alta nei primi anni: la selezione, dunque, sarà solo meritocratica, ogni anno potrà variare e non dipenderà da un numero chiuso di dubbia legittimità e certamente ingiusto.
Mi sia consentita, inoltre, una breve parentesi che si stacca dai binari del futuro per ricadere pesantemente ai giorni nostri, sul ddl «concorrenza»
in discussione in questi giorni in Parlamento e sul previsto ingresso di soci di puro capitale (cioè non avvocati) nelle nostre società professionali.
La previsione del ddl, non solo annienterà l`indipendenza ed il segreto professionale, ma andrà palesemente contro gli stessi obiettivi che il legislatore parrebbe essersi posto: da un lato diminuirà e non aumenterà
la concorrenza perché ci saranno grosse concentrazioni e molti studi scompariranno; e dall`altro crescerà enormemente il contenzioso perché sarà impossibile spiegare ad un socio di capitale le ragioni che ogni giorno portano
gli avvocati a prodigarsi per una conciliazione (sconveniente sotto l`aspetto parcellare) prima di ricorrere al Giudice.
E così aumenteranno le cause perché saranno più redditizie e costituiranno l`unico riferimento interessante per un socio investitore.
Tornando alle prospettive di riforma, molti altri aspetti potrebbero essere toccati anche se è parere di chi scrive che questi inciderebbero in maniera
ben più contenuta sulla professione di avvocato di quanto possano fare nuove regole di accesso. Quel che certo non possiamo permetterci è non
pensare ad un intervento forte e totale, anche scomodo e difficile ma che eviti la lenta eutanasia dei valori istituzionali dell`Avvocatura: chi vive alla
giornata, nel mondo delle istituzioni, muore al crepuscolo.
Rispondi

Da: trailer13/03/2016 10:27:04
Il report di Cassa forense. Dal 2007 il calo maggiore è stato in Friuli Venezia Giulia
Avvocati, redditi da dimenticare
Per gli under 30 meno di 10 mila euro l'anno dichiarati

Redditi professionali degli avvocati sotto i 30 mila euro fino ai 45 anni di età. Con il 26,6%, vale a dire circa 57 mila legali, che per il 2014 ha dichiarato tra gli 1 e i 10.600 euro. E, oltre 70 mila avvocati, hanno un volume d'affari medio ai fini Iva di 8 mila euro. Più precisamente, i legali under 30 hanno dichiarato meno di 10 mila euro l'anno di reddito Irpef, tra i 30 e i 34 anni meno di 14 mila euro, entro i 40 anni di età poco più di 20 mila euro e tra i 40 e i 44 anni la media è di 29.346 euro l'anno di reddito. Sono i numeri dell'avvocatura relativi all'anno 2015 contenuti nel rapporto di Cassa forense. L'ente, infatti, ha fotografato l'evoluzione dei legali iscritti, che hanno superato quota 235 mila, dei relativi redditi professionali e il volume d'affari dichiarati per il 2014, oltre al numero e all'importo medio delle pensioni. Nel dettaglio, per quanto riguarda l'andamento del reddito medio, è continuato il calo in atto ormai dal 2007: nel 2014 gli iscritti alla Cassa hanno dichiarato in media 37.505 euro, il 2,9% in meno rispetto al 2013, quando era pari a 38.627 euro. Dal 2007, quando il reddito medio era pari a 51.314 euro, se ne sono andati in fumo quasi 14 mila euro. Stesso discorso per il volume d'affari, pari a 57.571 euro, il 4% in meno rispetto ai 59.978 euro del 2013 e quasi 20 mila euro in meno rispetto al 2008, ultimo anno di crescita con il raggiungimento di quota 76.012 euro. Andando a vedere i valori raggruppati per classi di importo, si nota che 17.427 avvocati (8,1%) dichiarano un reddito pari a zero euro, mentre la maggior parte (26,6%) è nella classe compresa tra gli 1 e i 10.600 euro, con una media pari a 5.105 euro. Il 20% degli avvocati è nella classe successiva, tra i 10.600 e i 19.857 euro e il 25,5% dichiara tra i 19.857 e il 48.300 euro, con una media pari a 30.715 euro. Vedendo poi la distribuzione per regione, dai dati emerge che la distanza tra Nord e Sud è di oltre 30 mila euro dichiarati all'anno: si passa dai 54.463 euro del Settentrione, ai 41.509 del Centro Italia fino ai 22.398 euro dichiarati in media ai fini Irpef al Sud e Isole. In particolare, la regione dove i redditi sono più bassi è la Calabria (16.657 euro), seguita dal Molise (17.922 euro) e dalla Basilicata (19.725 euro). I redditi più alti, invece, tralasciando Trento e Bolzano, sono in Lombardia (66.397), seguita dal Trentino Alto Adige (61.099 euro), dalla Liguria (47.702 euro) e dal Lazio (46.995 euro).
Quanto al volume d'affari dichiarato ai fini Iva, invece, al Nord la media è pari a 87.918 euro, al Centro 64.608 euro euro e al Sud e Isole a 30.599 euro. Il calo maggiore del reddito, invece, ha interessato più di tutti il Friuli Venezia Giulia (-6,1%), seguito dalla Liguria e dalla Sardegna (-5,7%). Le uniche regioni che hanno avuto un calo percentuale inferiore all'1% sono state la Lombardia (-0,2%), la Calabria (-0,3%) e la Valle d'Aosta (-0,9%). Infine, è interessante notare quali siano le regioni con il maggior numero di avvocati ogni mille abitanti: la prima è la Calabria, che come detto vanta anche i redditi minori, con 6,6 legali ogni mille persone, seguita dalla Campania (5,8) e dal Lazio (5,6). In media, in Italia ci sono 3,9 avvocati ogni 1.000 abitanti.
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Da: La proposta del presidente13/03/2016 12:23:37
dell'ordine di Torino è risibile, per vari motivi.
Comunque il mercato si sta regolando da solo: gli immatricolati ai corsi di Studio in Giurisprudenza negli ultimi anni sono clamorosamente in calo
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Da: .......................13/03/2016 12:57:30
ha perfettamente ragione, servono meno avvocati ma più bravi...
gente mediocre finisce solo per morire di fame..
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Da: ha ragione13/03/2016 13:40:51
Una laurea in legge non la si nega a nessuno.
Poi una decina di migliaia di euro e si ottiene l'abilitazione di abogado, per iscriversi immediatamente in Italia nella sezione speciale degli avvocati stranieri stabiliti, che di straniero non hanno un bel niente.
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Da: 13/03/2016 21:13:17
            
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Da: eccellenza forense14/03/2016 06:28:01
Avvocati: una professione prestigiosa ma in declino
Photo Credit ilquotidianodellapa.it
Avvocati: una professione prestigiosa ma in declino

Nelle professioni d'eccellenza i medici, seguiti dai magistrati, professori universitari, notai, ingegneri. Gli esiti del Rapporto CENSIS.

Per il 60% degli italiani l'immagine degli avvocati è danneggiata dal cattivo funzionamento del sistema giudiziario. Il 51% dei cittadini ha rinunciato a far valere i propri diritti a causa delle sue inefficienze.
Presso l'Auditorium di Cassa Forense, è stato presentato il «Rapporto annuale sull'avvocatura» realizzato dal Censis per Cassa Forense, illustrato da Andrea Toma del Censis e discusso dal Presidente della Cassa, Nunzio Luciano, e da Giuseppe De Rita, Presidente del Censis.

In sintesi, i risultati del rapporto. Una professione ancora prestigiosa, ma non più al top. Ai primi posti nella classifica delle professioni d'eccellenza secondo gli italiani si collocano i medici (il 37% ha attribuito il punteggio massimo su una scala da 1 a 10), seguiti dai magistrati (25%), i professori universitari (19,5%), i notai (17%), gli ingegneri (15%), gli imprenditori (15%) e i dirigenti d'azienda (13%). Politici (9%), avvocati (9%) e dirigenti di banca (8%) occupano la metà della classifica, mentre in coda figurano commercialisti (5%) e geometri (4%). Per il 16% degli italiani il prestigio della professione forense è aumentato nel corso degli ultimi anni, per il 47% è rimasto invariato, per il restante 37% è invece diminuito.

Gli avvocati sono troppi? Ad aver fatto ricorso alle prestazioni professionali di un avvocato nell'ultimo quinquennio è stato il 42% degli italiani. Il ricorso alla consulenza legale aumenta al crescere del livello di istruzione della clientela: il 24% degli italiani con la licenza media, il 43% di quelli con un diploma, il 48% dei laureati. Per l'85% degli italiani però il numero degli avvocati oggi in Italia è eccessivo. Pregi e difetti degli avvocati secondo gli italiani. Nell'immaginario collettivo l'attrattività della professione forense è dovuta in primo luogo alla sua dinamicità, indicata dall'82% degli italiani. Seguono l'autonomia nell'organizzazione dell'attività (81%), i guadagni elevati (74%), gli interessanti sviluppi di carriera che la professione può assicurare e la possibilità di avere relazioni significative con il mondo politico e imprenditoriale (72% in entrambi i casi). Tra i pregi dell'essere avvocato c'è il fatto di godere di una grande reputazione sociale secondo il 62% degli italiani (e il dato sale al 72% tra i giovani di 18-34 anni).

Tra gli aspetti che non invogliano alla professione emerge invece in primo luogo la necessità di aggiornamento continuo, segnalata dall'83% degli italiani. Seguono l'eccessiva concorrenza (74%) e la difficoltà di crescita professionale in un sistema percepito come chiuso (67%). Tra gli aspetti negativi della professione il 57,5% indica poi la perdita di prestigio sociale avvenuta nel tempo, il 56% la scarsa capacità di innovazione, il 55,5% il poco tempo libero lasciato per sé e per la famiglia, il 28% gli scarsi margini di guadagno.
Rispondi

Da: ma va la''14/03/2016 13:34:34
Le eccellenze non hanno problemi.
Soffriranno all'inizio ma poi ......
Rispondi

Da: eccellenza forense16/03/2016 07:39:30
Il caso più delicato e talvolta perfino drammatico è quello degli avvocati. «Io parlo spesso di proletarizzazione della categoria», dice Nunzio Luciano, presidente della Cassa Forense. «Colpa anche nostra, in passato avremmo potuto pensare a un accesso più ragionato alla professione», spiega. «Un po' come hanno fatto i medici con l' istituzione del numero chiuso nelle facoltà di medicina».
Ora a ridurre i ranghi ci pensano, volontariamente, gli studenti: nel 2014 il calo delle iscrizioni a Giurisprudenza ha raggiunto una media del 22%.
Rispondi

Da: M O T17/03/2016 20:12:33
Le vere eccellenze diventano notai o magistrati, guadagnando dieci volte di più di quanto guadagna un avvocato.
Rispondi

Da: casta19/03/2016 06:49:52
http://www.giornatanazionaledellaprevidenza.it/site/home/il-punto/la-casta-degli-avvocati-giovani-carini-e-a-basso-reddito.html

La "casta" degli avvocati: giovani, carini e a basso reddito

Diciamoci la verità, a voi gli avvocati non piacciono.

Azzecca-garbugli, dai tempi della scuola, è un personaggio che non piace.

Se, poi, a scrivere questo articolo è uno della "casta", vi è ancora meno stimolo a proseguire nella lettura.

Quanti siamo? E perché siamo così tanti?

In attesa del bilancio per il 2014, gli iscritti a Cassa Forense nel 2013 erano 177.088. Se a ciò aggiungiamo i famosi legali sotto i 10.300 euro di reddito l'anno, la cifra si fa più corposa. Digilex stima 247.040 avvocati.

Quanti avvocati per singolo abitante? Circa 250.000 avvocati per 60.000.000 di abitanti: 1 avvocato ogni 240 persone. Servizio su misura e gestione fiduciaria del cliente.

Scorrendo i dati di Cassa Forense (ripetesi, al netto dei nuovi ingressi per gli avvocati a basso reddito, circa 50.000) si scopre che gli iscritti all'Ente di previdenza sono raddoppiati nel giro degli ultimi 13 anni: 88.658 nel 2000; 177.088 nel 2013.

In un paese che conta circa 5 milioni di giudizi civili (sebbene in calo) e circa 7 anni di media per percorrere i tre gradi di giudizio, qualcuno potrebbe chiedersi se siamo veramente un Paese di litigiosi o la domanda sia stimolata da una notevole offerta.

La perdita in termini di attrattività per gli investimenti (si pensi al tempo necessario per recuperare un credito), secondo autorevoli stime, è nell'ordine di oltre un miliardo di euro l'anno. Non avremo mai un dato preciso, ma è certo che una giustizia (ancora) "lumaca" è un forte disincentivo per chi vuole produrre o lavorare in Italia.

Tornando a noi, quali redditi hanno i giovani avvocati?

Il reddito Irpef medio degli avvocati under 40 è più o meno il seguente:

13.166 euro tra i 24 e i 29 anni
20.087 euro tra i 30 e i 34 anni
27.177 euro tra i 35 e i 39 anni
Volendo, pure, sostenere che non tutto venga dichiarato, siamo a livelli molto bassi (se si guardi a quanto la professione rendeva in passato) e, per di più, si registrano notevoli differenze a seconda di quale sia il luogo di esercizio della professione.

Il meccanismo di computo della pensione è il seguente: "Per coloro che maturano i requisiti dal 1° gennaio 2010… la quota di base della pensione di vecchiaia è calcolata sulla media dei redditi professionali … L'importo medio, cosi determinato, viene moltiplicato, per ciascun anno di effettiva iscrizione e contribuzione, per un coefficiente del 1,40 per cento".

Fatti i conti, lavorando 40 anni, si avrà una pensione pari al 56% del reddito professionale medio della vita.

Visti i redditi poc'anzi elencati, non certo una pensione d'oro.

Ora, tre sono i fattori che rischiano di portare la stima ad ulteriore ribasso, e nessuno dei tre è - in sé considerato - un fattore negativo:

ogni anno, la lista degli avvocati si allunga in termini sensibili. Poche uscite e molte entrate a seguito del superamento dell'esame di abilitazione (ciò significa che, a parità di lavoro, la fetta da dividersi è sempre più piccola; e i giovani hanno già la porzione ridotta);
il processo civile telematico. Se e quando sarà pienamente a regime, la necessità di avvocati in loco - i c.d. domiciliatari - verrà a ridursi (ciò significa che una fetta non trascurabile della categoria, rischia di vedersi ulteriormente ridotto il lavoro);
le spinte legislative per la riduzione del contenzioso. Ove si diffondesse nella popolazione una cultura della risoluzione delle controversie fuori giudizio, beh, anche i 5 milioni di giudizi potrebbero ridursi (sarà utopia, ma piano piano si dovrà arrivare anche a questo).
Cosa fare?

Questa è la domanda più complessa. Ridurre i nuovi ingressi, estendere ad altri settori l'attività forense, ...? E' molto difficile comprendere quale sia la soluzione. Qualcosa va pur fatto, pena tradire le speranze di chi ha studiato tanti anni e speso quattrini per ottenere il titolo.
Rispondi

Da: ma certo20/03/2016 11:02:37
Una casta di 250.000 avvocati.
Basta prendere una laurea a crocette anche in SpagnA e far parte della casta.
L'unica casta accessibile a quisque de populo spendendo solo 10.000 euro.
Rispondi

Da: comunicato stampa20/03/2016 16:06:56
GIUSTIZIA, DALL'OUA UN APPELLO ALL'AVVOCATURA: SERVE MAGGIORE ATTENZIONE ALLE DIFFICOLTÀ ECONOMICHE DELLA CATEGORIA, SOPRATTUTTO GIOVANI E DONNE

L'ORGANISMO UNITARIO DELL'AVVOCATURA, ALLA VIGILIA DELLA MANIFESTAZIONE DI DOMANI DI MGA, INVITA LE REALTÀ DI BASE DELL'ASSOCIAZIONISMO FORENSE A UN MOMENTO DI CONFRONTO A MILANO L'8 APRILE

MIRELLA CASIELLO, PRESIDENTE OUA: "Il rapporto Censis della Cassa Forense fotografa, ancora una volta, la drammatica situazione economica in cui versano gli avvocati, contraddicendo così alcune improprie e populiste semplificazioni, come quella fatta dal Premier Renzi, la scorsa settimana, sui presunti arricchimenti degli avvocati italiani a scapito della realizzazione delle grandi opere pubbliche". "I problemi sono ben altri - attacca la presidente Oua - la giustizia italiana è ancora un cantiere aperto, tra provvedimenti varati e altri in itinere, ma all'appello mancano intanto risorse e personale, ma soprattutto la prospettiva di una riforma complessiva del settore".

Non solo, conclude Casiello: "Dalla base dell'avvocatura, anche con la manifestazione di domani di una realtà giovane come Mga, arrivano forti sollecitazioni, forse non tutte condivisibili, ma che meritano di essere prese in seria considerazione innanzitutto dalla Politica, ma anche dalle istituzioni forensi. Le proteste e le proposte, sia chiaro, devono avere come luogo naturale di confronto democratico, e sintesi quando possibile, il Congresso Nazionale e, quindi, l'Organismo Unitario dell'Avvocatura. L'assemblea dell'Oua di Milano dell'8 aprile è il primo appuntamento utile, un'importante occasione di dialogo".

Roma, 17 marzo 2016
Rispondi

Da: ex avvocato21/03/2016 22:50:25
Meglio lasciare subito la toga senza pentimenti.....e inventarsi altro finché si è in tempo!
Rispondi

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