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Sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale - illegittimità incarichi dirigenziali
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Da: bla bla bla26/01/2016 20:31:39
poi coprire le opere del Campidoglio a roma perchè l'assassino iraniano è in visita in itaglia dà il senso al politically correct di questi farabutti.
Deboli con i forti, forti con i deboli

Da: Grandi contribuenti26/01/2016 21:00:49
Gira voce che hanno dato gli incarichi art. 19 comma 6.


A Giancarlo lo hanno dato?

Da: ORPO SEMPLICE 26/01/2016 21:34:11
Lunedi...sorpresa. Chi ha owa o venerdì pomeriggio è in servizio, x curiosità monitori la pubblicazione.

Da: RIMBORSO27/01/2016 07:21:47
RIMBORSO DOVUTO 10 EURO
EMOLUMENTI AGENZIA DELLE DOGANE DATA REGOLAMENTO: ******** DATA ACCREDITO: ******* BANCA ORDINANTE: 01000/03203-BITAITRR CRO: 0100061000920210270323003230IT NOTE: /BENEF/STIPENDIO RATA CONTINUATIVA MESE DI GEN NAIO 2016 ID.OPERAZIONE: NOTPROVIDED ID.BENEFICIARIO: *********************

Da: Sara27/01/2016 09:54:00
Corruzione, Italia tra i "cattivi": migliora, ma è 61esima al mondoCorruzione,

Italia tra i "cattivi": migliora, ma è 61esima al mondo
Il malaffare permea la macchina pubblica, secondo il parere di uomini d'affari ed esperti. Transparency International dà i voti alla Penisola: solo 44 punti su 100, la media globale è di 43.

Eppure l'Italia risale leggermente la classifica dei più puliti. La vetta è tutta per il Nord Europa: Danimarca, Finalndia e Svezia (dove ci sono i concorsi per DIRIGENTI)

Da: Sara27/01/2016 09:55:07
L'Italia ha un serio problema con la corruzione nel suo settore pubblico e, nonostante faccia qualche passo avanti e con il massimo rispetto per tutti, deve ancora guardare da dietro Paesi come Oman, Romania, Grecia, Ghana, Cuba o Kuwait. E' quanto emerge dal nuovo rapporto di Transparency International, che presenta oggi il Corruption Preceptions Index del 2015, cioè l'indice che misura quanto uomini d'affari e esperti del settore credano che nel loro Paese il settore pubblico sia permeato dal malaffare. La classifica mette l'Italia al 61esimo posto globale, con un punteggio di 44 su 100. Si tratta di un miglioramento di otto posizioni rispetto alla classifica del 2014, ma è dovuto più che altro al peggioramento degli altri, se si considera che il nostro score è salito soltanto di un punto. Un passettino colto comunque positivamente dal vicepresidente di Transparency International, Virginio Carnevali: "Constatiamo con piacere che finalmente si è avuta un'inversione di tendenza, seppur minima, rispetto al passato, che ci fa sperare in un ulteriore miglioramento per i prossimi anni". L'organizzazione cita le norme recenti sul 'whistleblowing' e i passi avanti della Pa come elementi di miglioramento del Paese.

INFOGRAFICA. TUTTE LE PAGELLE

In cima alla lista, la Danimarca sfiora l'en-plein con 91 punti su 100 e conferma il primato dell'anno scorso, seguita a stretto giro dalla Finlandia (90 punti) e quindi dalla Svezia a completare il podio tutto nord-europeo. Scivola ai bordi la Nuova Zelanda, che nel 2014 era medaglia d'argento di trasparenza. Nella parte bassa della graduatoria, invece, ci sono la Corea del Nord e la Somalia, con meno di dieci punti ciascuna. Se si considera la dinamica negli ultimi anni (dal 2012 ad oggi), la Grecia è quella che ha fatto i progressi maggiori, mentre Australia, Brasile, Spagna e Turchia sono scivolate in basso nella classifica.

L'indice è stato pubblicato per la prima volta nel 1995 e viene usato per misurare la percezione della corruzione nel settore pubblico in diversi Paesi di tutto il mondo (168 nell'edizione 2015). Non è un semplice questionario rivolto ai cittadini, ma l'aggregazione di fonti divese che definiscono la percezione di uomini d'affari e di esperti nazionali sul livello di corruzione nel settore pubblico. Il Cpi del 2015 è calcolato utilizzando 12 differenti fonti di dati, provenienti da 11 diverse istituzioni che hanno catturano la percezione della corruzione negli ultimi due anni. Per entrare nell'indice, un Paese deve disporre almeno di tre fonti di dati (nel caso dell'Italia sono ben sette). I dati vengono poi riportati in una scala che va da zero a 100, dove 0 indica il più alto livello di corruzione percepita e 100 il più basso. Si parla di 'percezione' proprio perché è difficile quantificare la corruzione reale; è poi questa l'unica misura che permette di confrontare i Paesi, visto che le normative sono differenti, così come la sensibilità e le capacità repressive.

Il quadro mondiale non è certo tutto rose e fiori, se si considera che il punteggio medio globale è di 43 punti. Transparency International dice che sotto quota 50 punti c'è un "serio problema di corruzione" e quindi tutto il mondo ne è vittima: ben due Paesi su tre hanno un punteggio inveriore a quella soglia. Un mal comune anche nel G20, se si considera che il 53% dei Paesi membri del consesso hanno un punteggio sotto 50. Si sale addirittura al 100% dei Brics. A pagarne le conseguenze sono gli oltre 6 miliardi di individui che vivono in Paesi con questi "seri problemi di corruzione".

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Da: Sara27/01/2016 10:01:23
Denunciate la corruzione figli di illegalità e illegittimità

Da: Una domanda 27/01/2016 11:27:14
Ma Barra è in pensione ?
Perché continua a chiedere lo scorrimento di graduatorie vecchie, anche se questo è illegittimo?

Da: Una domanda 27/01/2016 11:28:04
Scusate, le domande erano due...

Da: ORPO SEMPLICE 27/01/2016 11:38:14
Il governo ha approvato la riforma della Pa digitale che contiene il suo Freedom of information act (FOIA), adattamento alla legge Usa che garantisce l'accesso ad ogni informazione in possesso dello Stato. Pubblichiamo in esclusiva i testi che da sette giorni (a proposito di trasparenza) girano solo tra gli addetti ai lavori, molti dei quali storcono il naso: le troppe scappatoie prestano il fianco a maggiori dinieghi. Sette motivi per cambiarlo
di Thomas Mackinson | 27 gennaio 2016
COMMENTI (0)   
   
Più informazioni su: Corruzione, Marianna Madia, Pubblica Amministrazione, Trasparenza
Sui "Rolex degli emiri" non sapremo nulla di più. Basterà paventare il rischio di un "pregiudizio alle relazioni internazionali dell'Italia". Gli scontrini dei politici? Potranno restare ancora sepolti sotto la parola "privacy", mentre la pietra tombale sui conti di Expo, sulle concessioni dello Stato e i derivati dei comuni sarà il rischio di determinare "un pregiudizio alla politica di stabilità finanziaria ed economica dello Stato". Abbonda di motivi per negare dati e documenti anche la riforma della Pa digitale che prometteva maggiore trasparenza delle amministrazioni, difetto che vale all'Italia due record poco invidiati: siamo campioni assoluti in corruzione e quintultimi nella classifica dell'accesso alle informazioni di interesse pubblico tra ben 103 Paesi (Rti).

Per recuperare posizioni il governo ha appena varato la sua trasposizione in chiave nazionale del celebre Freedom of information act (Foia), la legge americana che dal 1966 garantisce al cittadino l'accesso ad ogni informazione in possesso dello Stato che non contrasti con la privacy e la sicurezza nazionale. A distanza di una settimana, a proposito di trasparenza, il testo della riforma entrato a Palazzo Chigi sul sito della Pcdm ancora non c'è. Circola da giorni tra gli addetti ai lavori che dibattono tra loro. Chi lo difende, sostenendo che sia un passo avanti rispetto alla legge 241/1990 perché amplia la legittimazione soggettiva dei richiedenti a tutti e non a chi può rivendicare un interesse "diretto, concreto e attuale corrispondente a una situazione giuridicamente tutelata e collegata al dato al quale si chiede di accedere". I detrattori lo hanno ribattezzato invece il "Foia all'amatriciana", ritenendolo più vicino alla supercazzola che allo standard americano.

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Lo pubblichiamo integralmente sul nostro sito, sia lo schema di decreto da 42 articoli (sotto) che la relazione illustrativa (scarica). Il testo, va precisato, dovrà ottenere il parere - non vincolante - del Parlamento e fare un ulteriore passaggio in Consiglio, ma chi temeva un provvedimento "annacquato" troverà almeno sette spiacevoli conferme. Eccole, punto per punto.



1) Gratuità dell'accesso. Il ministro Madia ha sostenuto che l'accesso civico è gratuito perché così si incentivano i cittadini a pretendere la trasparenza. In realtà l'art. 6 a pagina 5 specifica che "il rilascio di dati in formato elettronico o cartaceo è subordinato soltanto al rimborso del costo sostenuto dall'amministrazione". Senza specificare però come viene calcolato.

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2) Le eccezioni. Sono elencate all'art. 5 e rappresentano altrettante scappatoie per non divulgare un bel nulla: sicurezza nazionale, difesa e questioni militari, relazioni internazionali, politica e stabilità finanziaria dello Stato, indagini sui reati e loro perseguimento, attività ispettive, segreto di Stato.

3) Il pregiudizio "verosimile". A decidere quando rigettare o accogliere la richiesta è la stessa amministrazione secondo un criterio soggettivo ("verosimile") rimesso alla valutazione del dirigente.

4) La responsabilità. Se non perviene alcuna risposta dopo 30 giorni significa che la richiesta è stata rigettata e non viene fornita alcuna motivazione, così nessuno si assume la responsabilità di spiegare all'esterno perché cela la documentazione richiesta.

5) I costi. Resta la possibilità di fare un ricorso al Tar che costa 500 euro di tasse, l'onorario dell'avvocato e sei mesi per arrivare a sentenza. E se poi si scopre che il dirigente ha sbagliato?

6) La sanzione. L'amministrazione e il suo personale che nega illegittimamente l'accesso non ha sanzioni o altre forme di deterrenza e piena rispondenza alle prescrizioni di legge. Neppure a seguito di giudizio soccombente.

7) Complessità. La legge non abolisce le precedenti, in particolare la 241/90 che norma l'accesso. Una sovrapposizione di prescrizioni che sarà recepita dagli uffici come ulteriore onere e non come adempimento civico a tutela di un diritto che nella società della conoscenza è divenuto primario.

Da: Una domanda 27/01/2016 11:44:09

Ma Barra è in pensione ?
Perché continua a chiedere lo scorrimento di graduatorie vecchie, anche se questo è illegittimo?

Da: ORPO SEMPLICE 27/01/2016 11:53:00
Mandagli una mail e chidiglielo?

Da: Una domanda 27/01/2016 12:03:31
Grazie per la risposta
Ho capito

Da: ORPO SEMPLICE 27/01/2016 12:40:30
You are wellcome....

Da: Una domanda 27/01/2016 12:47:11
Quindi la strategia di Barra è finanziare la cause contro l'agenzia chiedendo ai funzionari di contribuire in modo da evitare i concorsi e far scorrere le graduatorie?
Ma lui è in pensione si' o no?
Può usufruire dello scorrimento eventuale (ma al momento illegittimo) si' o no?
Junk puoi rispondere tu?

Da: Giancarlo27/01/2016 13:13:15
Ti hanno dato l'incarico art.19 grandi contribuenti?

Facci sapere! In bocca al lupo!

Da: ORPO SEMPLICE 27/01/2016 15:27:02
Crepi!

Da: Tutti inattendibili 27/01/2016 15:30:48
Certo che tirare in mezzo sempre Barra la dice lunga sugli argomenti degli scaricati (magari adesso scaricati posizionati).....

Da: ciao27/01/2016 16:07:58
leggete unadis oggi...

Da: Junk Panena 27/01/2016 16:23:44
x una domanda:

tutte cazzate, non so come fanno a venirvi in mente.

Le graduatorie dei precedenti concorsi sono ormai inutilizzabili (sono passati 16 anni!) e Barra è in pensione da quel dì.....

Da: BARRA E'' IN PENSIONE....27/01/2016 16:31:27
...ED E' 1190.MO NEL FAMIGERATO CONCORSO DEI 999 DIRIGENTI PER TITOLI E COLLOQUIO, CON VOTAZIONE DI 91,15.
CONSIDERATE CHE IL 999.MO AVEVA IL PUNTEGGIO DI 92,20:
CHIARO CHE SI STA ANCORA MANGIANDO I COGLIONI, NON TANTO PER GLI INCARICHI E GLI STIPENDI PERSI, QUANTO PER IL FATTO CHE STA PRENDENDO UNA PENSIONE DI MERDA, QUANDO CON 5 ANNI DI DIRIGENZA ED IL METODO RETRIBUTIVO, ADESSO CAMPAVA CON PIU' DI TREMILA EURO/MESE.
ECCO, UNO SCORRIMENTO DI GRADUATORIA NON GLI AVREBBE FATTO SCHIFO.
CIO' NON SMINUISCE IL SUO CORAGGIO DA "DAVIDE" (quello dello scontro con Golia).

Da: Zanettli27/01/2016 17:31:52

Da: Una domanda27/01/2016 17:34:00
Grazie per le risposte
Ma allora perché continuano a chiedere lo scorrimento di graduatorie illegittime?
C'è ancora qualcuno che potrebbe ambire, tipo Mauro o simili?

P.s.: Zanetti forse avrà la poltrona che qualcuno sul forum aveva previsto

Da: bla bla bla27/01/2016 17:57:54
ahiahiahiahiahi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!soddolori

NATA DELLA MEMORIA • HASSAN ROHANI • MARÃ' • TRANSPARENCY INTERNATIONAL • UNIONI CIVILI
IlFattoQuotidiano.it / Politica

Lotta all'evasione, con Zanetti vice di Padoan a rischio la poltrona della Orlandi all'Agenzia delle Entrate
Lotta all'evasione, con Zanetti vice di Padoan a rischio la poltrona della Orlandi all'Agenzia delle Entrate
Politica
Se il sottosegretario otterrà la nomina (data per certa), e tanto più se avrà la delega al fisco, la direttrice scelta da Renzi nel giugno 2014 sarà la prima a farne le spese: il leader di Scelta Civica ne ha chiesto le dimissioni già lo scorso ottobre. Il suo obiettivo è riformare la riscossione portando Equitalia nell'orbita del Tesoro e attribuendole il compito di controllare gli eventuali errori degli enti impositori
di F. Q. | 27 gennaio 2016
COMMENTI (62)   
   
Più informazioni su: Agenzia delle Entrate, Dirigenti, Evasione Fiscale, Fisco, Matteo Renzi, Pier Carlo Padoan
Traballa la poltrona di Rossella Orlandi alla guida dell'Agenzia delle Entrate. Se Enrico Zanetti sarà promosso da sottosegretario a vice ministro dell'Economia, cosa che viene data per certa, e tanto più se otterrà davvero la delega al fisco che oggi è di Luigi Casero, la direttrice scelta da Matteo Renzi nel giugno 2014 rischia di essere la prima a farne le spese. Dopodiché Zanetti metterà mano al sistema della lotta all'evasione attuando il piano che ha spiegato più volte: Equitalia, ente partecipato al 51% dalle Entrate che si occupa della riscossione, verrà sottratto al controllo dell'Agenzia e passerà alle dipendenze di via XX Settembre. Trasformandosi, come auspicato dal sottosegretario, da "braccio armato degli enti impositori" a società autonoma con il compito di vagliare anche la qualità dei ruoli (gli elenchi dei contribuenti associati alla somma dovuta) trasmessi dall'Agenzia, dall'Inps e dagli enti locali e rimandare indietro quelli scaduti e non più esigibili. In modo da scongiurare nuovi casi di "cartelle pazze" e trasformare il gruppo in un presidio contro gli eventuali errori. Va in questa direzione, del resto, la scelta come amministratore delegato di Equitalia del tributarista Ernesto Maria Ruffini, a cui la direttrice delle Entrate avrebbe preferito l'attuale direttore di Equitalia Veneto Mauro Pastore.

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La posizione del leader di Scelta civica nei confronti di Orlandi è nota da tempo. Lo scorso ottobre ne ha chiesto le dimissioni definendo "incompatibili con qualsiasi ipotesi di leale collaborazione col governo" i suoi allarmi sulla situazione di stallo dell'agenzia dopo la sentenza della Corte costituzionale che aveva dichiarato illegittimi quasi 800 funzionari con ruoli dirigenziali. "Se non si sente in grado, lasci", aveva attaccato Zanetti. "Passa il tempo a chiedere soluzioni giuridicamente impraticabili. Vuole forse una sanatoria?". La soluzione, secondo Zanetti, era già stata trovata: un concorso per esami a cui potrà partecipare anche chi era stato nominato dirigente senza averne titolo. Ma i tempi, inevitabilmente, sono lunghi: l'esito del concorso non arriverà prima dell'autunno. E nel frattempo, oltre all'ordinaria amministrazione, l'agenzia deve anche far fronte ai controlli sui fascicoli di chi ha aderito alla voluntary disclosure.

Per calmare le acque è dovuto intervenire direttamente il ministro Pier Carlo Padoan, che ha confermato la "stima" del governo nei confronti della Orlandi pur ricordando in una nota che "il governo ha cambiato alla radice il modo di contrastare l'evasione fiscale". Basta con i famigerati "blitz di Cortina", molto criticati dal premier, in favore del cosiddetto adempimento spontaneo. Mentre sul piano giuridico molte delle norme approvate lo scorso anno vanno nella direzione di alzare le soglie di non punibilità e ridurre il perimetro degli illeciti penali in campo fiscale.

I dati sulle somme recuperate dalle Entrate nel 2015 non sono ancora noti, per cui resta da vedere che impatto abbia effettivamente avuto il problema dei dirigenti decaduti. Martedì Casero, intervistato da Repubblica, ha garantito che "supereremo il record di 14,2 miliardi di incassi del 2014″. Nessuna conferma dalle Entrate. In compenso in serata il Tesoro ha smentito le dichiarazioni del viceministro sull'eliminazione di una decina di tasse che "danno poco gettito e molto disturbo" puntualizzando che "si è in una fase di studio" e "la scelta dei tributi da cancellare è ancora lontana".

Da: Junk Panena 27/01/2016 18:04:56
"l'esito del concorso non arriverà prima dell'autunno"... Si sono scordati di specificare l'autunno di quale anno.

Da: 27/01/2016 18:11:10
http://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/comunicato_stampa_agenzia_entrate_territorio-1506367.html

Da: 27/01/2016 18:35:40
http://www.unadis.it/agenzia-delle-entrate-nota-unadis-su-concorso/

Da: ORPO SEMPLICE 27/01/2016 20:59:56
Pervengono a questa Organizzazione Sindacale segnalazioni, da parte dei propri iscritti, circa la volontà dell'Agenzia delle Entrate di proseguire nell'iter del concorso a 175 posti per l'accesso alla qualifica di dirigente, bandito con atto prot. 146687 del 29 ottobre 2010.
In tal senso sembrerebbe infatti imminente l'attività di nomina della commissione, per procedere celermente all'espletamento delle successive fasi del citato concorso.
Al riguardo, si vuole invitare codesta Amministrazione ad effettuare ogni ponderata riflessione sull'opportunità di continuare ad avvalersi della menzionata procedura concorsuale per titoli e colloquio o, piuttosto, di annullare tale procedura in forza di quanto disposto dall'art. 4 bis del D.L. 19 giugno 2015, n. 78 - articolo inserito dalla legge di conversione 6 agosto 2015, n. 125 - il quale ha contestualmente autorizzato ad indire un nuovo concorso per soli esami.
Sorprenderebbe - anche sotto il profilo della coerenza d'azione di codesta amministrazione che, per la parte concernente le Posizioni Organizzative Temporanee, ha inteso dare immediata e pedissequa attuazione agli indirizzi legislativi forniti con il menzionato articolo 4 bis - la eventuale "riesumazione" di tale vecchio concorso che porterebbe, inevitabilmente, ad inaccettabili e pericolose conseguenze.
Infatti, una eventuale riattivazione della vecchia procedura concorsuale a 175 posti risulterebbe, allo stato, difficilmente giustificabile sotto diversi profili, non solo di opportunità ma anche di coerenza con la ratio sottesa ai più recenti interventi sia della giurisprudenza, sia del legislatore.
A tale proposito si evidenzia infatti che il menzionato concorso a 175 posti non solo era impostato su uno schema che si pone oggi in netta distonia con gli attuali orientamenti giuridici, ma, inoltre, era stato bandito dall'Agenzia delle Entrate nella configurazione che la stessa aveva all'epoca del bando: come noto, a seguito della incorporazione dell'Agenzia del Territorio, codesta Amministrazione ha mutato sostanzialmente assetti organizzativi ed attività, anche acquisendo competenze totalmente nuove in materia catastale, cartografica, estimativa ed ipotecaria, competenze non contemplate nel bando.
Inoltre, rilevano, tra l'altro, sia la riserva del 50% dei posti in favore dei funzionari di ruolo dell'Agenzia in servizio presso la medesima alla data di emanazione del bando, sia le modalità di svolgimento della selezione, articolata nella valutazione e verifica di requisiti ed attitudini professionali, consistente nell'esposizione da parte del candidato del proprio percorso formativo/professionale ed integrata da un colloquio su determinate materie, individuate secondo le esigenze dell'epoca.
Ma quel che più assume rilievo in tale contesto è il fatto che i posti oggetto di tale vecchia procedura concorsuale sono stati per anni occupati, in forza dell'autonomia regolamentare riconosciuta all'Agenzia e sulla base della intervenuta approvazione del competente Ministro, con incarichi dirigenziali a tempo determinato conferiti a funzionari.
Al riguardo, si rammenta che tali funzionari, improvvisamente ed illegittimamente revocati dai loro incarichi, all'attualità hanno incardinato su tutto il territorio nazionale centinaia di cause tendenti all'accertamento della violazione dei principi sovranazionali in materia di abuso nella reiterazione dei contratti di lavoro a tempo determinato ed al conseguente riconoscimento della qualifica dirigenziale con diritto alla reintegrazione nelle posizioni dirigenziali in contestazione. Peraltro, la medesima questione, oltre che essere attualmente sottoposta alle decisioni dell'autorità giudiziaria nazionale, è stata altresì portata al vaglio della Commissione Europea nell'ambito di numerose denunce presentate allo scopo di ottenere l'attivazione di una procedura di infrazione a carico delle autorità italiane, analogamente a quanto già avvenuto per casi simili nel settore del precariato della scuola e della sanità.
Ciò posto, una eventuale riattivazione del sopra citato concorso a 175 posti, oltre che incoerente con l'attuale assetto, risulterebbe allo stato del tutto inopportuna ed avventata in quanto comporterebbe il prevedibile e concreto rischio di produrre effetti che risulterebbero in inconciliabile contrasto con l'efficacia di un giudicato che dovesse affermare il diritto degli istanti al riconoscimento della qualifica dirigenziale o con l'intervento in tal senso da parte degli organi sovranazionali.
Ove si procedesse ora con il menzionato concorso, infatti, si profilerebbe una inaccettabile duplicazione di posizioni dirigenziali che potrebbe esporre l'Amministrazione, tra l'altro, ad un ingente danno erariale.
Per tali motivazioni sembra opportuno, oltre che legittimo, congelare allo stato tale procedura in attesa che vengano definite le reali esigenze in ordine alle posizioni dirigenziali effettivamente vacanti, peraltro al momento assicurate nella loro copertura anche con lo strumento delle Posizioni Organizzative Temporanee introdotte dal citato articolo 4 bis del D.L. n. 78/2015. Salvis iuribus.
Questa Organizzazione chiede di attivare ogni forma di concertazione e di preventivo confronto sul tema.

Da: ORPO SEMPLICE 27/01/2016 21:01:43
E cosa facciamo con le POL posizioni organizzative libere ex art. 19?

Da: La dipendente27/01/2016 22:03:40
vergogna Unadis vergogna

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