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Sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale - illegittimità incarichi dirigenziali
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Da: Viva zanetti28/01/2016 21:04:37
....ed ora cominciamo a fare pulizia degli imbroglioni,ignavi,RACCOMANDATI che pullulano in ae soprattutto come Pot.
NON SE NE PUO PIU!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Soprattutto via i pensionati che continuano a gestire l'ae al posto di una donnetta serva di Visco e Romano....e tutelano l'asse Pavia Milano Roma garantendo incredibilmente l'oscura presenza di un delinquente

Da: blog??????????????28/01/2016 21:07:36
...e come si chiama?????????????????

Da: ORPO SEMPLICE 28/01/2016 21:11:01
Più di un anno è trascorso dallo scandalo di Luxleaks, che ha mostrato con chiarezza l'inaccettabile dimensione dell'evasione e dell'elusione fiscale portate avanti dalle multinazionali e le complicità degli stati europei. È triste costatare che assai poco è cambiato in Unione Europea. Mancano infatti la volontà politica e il quadro istituzionale per prendere le decisioni necessarie a combattere efficacemente evasione ed elusione.

La Commissione Europea si è limitata finora a colpire (giustamente) alcuni atteggiamenti irregolari di stati europei che fornivano condizioni troppo vantaggiose e sleali a multinazionali per portarle a pagare le tasse nei loro paesi. Tali giuste decisioni sono però accompagnate dalla conseguenza paradossale che le imprese avvantaggiate devono restituire i benefici illeciti agli stati che si sono comportati in maniera scorretta. Insomma un premio per i paesi europei che non hanno rispettato le regole.

Nel frattempo i governi hanno bloccato, in sede di Consiglio, la discussione su un'imposta comune consolidata sulle società, che avrebbe permesso di limitare l'elusione fiscale delle multinazionali, ed hanno impedito maggiore trasparenza sui cosiddetti 'tax rulings', che erano stati al cuore dello scandalo Luxleaks. Tali accordi preventivi sulle tasse da pagare tra imprese e stati resteranno quindi nell'ombra.

Manca la volontà di colpire evasione ed elusione perfino sul tema della trasparenza fiscale. Il Parlamento Europeo ha proposto in luglio che le grandi multinazionali debbano rendere pubbliche alcune informazioni sulle loro attività e le tasse che pagano paese per paese. Tale rendicontazione permetterebbe alle autorità fiscali e al pubblico di sapere quali multinazionali portano avanti strategie fiscali aggressive, a danno dei bilanci degli stati e delle PMI. La Commissione Europea e i governi (incluso ahimè quello italiano) non supportano però questa proposta e stanno bloccando l'avanzamento della discussione.

Nel frattempo l'entità di evasione ed elusione e dei danni da loro prodotti diventa sempre più evidente. Sono stati recentemente pubblicati in questo senso due importanti rapporti, "Un'economia per l'1%" di Oxfam e "50 sfumature di fisco creativo" di Eurodad, che sottolineano la dimensione scandalosa di questi fenomeni e la loro influenza nell'aumento d'ingiustizia e disuguaglianza a livello nazionale, europeo e mondiale.

Azioni incisive a livello europeo per combattere le strategie di evasione ed elusione fiscale portate avanti dalle multinazionali sono necessarie e sempre più urgenti. Bisogna proporre un cambiamento dei trattati che garantisca un meccanismo decisionale più democratico e comunitario sul tema della tassazione, per favorire cambiamenti reali. Nel frattempo però i governi, a partire, per necessaria coerenza, da quelli più critici verso l'attuale direzione delle istituzioni europee, devono assumersi le loro responsabilità e favorire i passi avanti che sono già oggi possibili.

Un primo obiettivo nella lotta a evasione ed elusione fiscale è oggettivamente a portata di mano: i governi dimostrino di difendere gli interessi dei loro cittadini e non quelli delle lobbies, sostenendo le misure di trasparenza fiscale per le grandi multinazionali proposte dal Parlamento Europeo.

Da: 28/01/2016 21:13:22
http://incaricatiagenziefiscali.blogspot.it/

Da: ORPO SEMPLICE 28/01/2016 21:14:08
Che sia questo?

http://incaricatiagenziefiscali.blogspot.it/

Da: 28/01/2016 21:17:13
https://twitter.com/InaricatiUNADIS?ref_src=twsrc%5Etfw

E' disponibile l'App ufficiale di Mininterno per Android.
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Da: Zanettii 28/01/2016 21:57:21
Bravi. Vedete che se vi impegnate...

Da: ORPO SEMPLICE 28/01/2016 22:10:10
Non ho twitter sorry

Da: La dipendente28/01/2016 23:15:20
ma la Direzione Centrale OMISE a cosa m**** serve?

Da: Bingoo29/01/2016 07:40:24
Appena visto il blog di cui sopra.
Non so se ridere....per le cantonate che scrivono oggi...o piangere...per il "glorioso" passato che oggi rivendicano.
Ora inizio a capire i vecchi criteri di selezione..

Da: ORPO SEMPLICE 29/01/2016 09:04:52
Dopo il piccolo Lord, il cucciolo, senza famiglia...i senza incarico... Mah

Da: bla bla bla29/01/2016 09:18:32
notizia che puoi leggere solamente  sul giornale online "LA NOTIZIA"


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Redazione
Agenzia delle Entrate e del Territorio si sono fuse. Ma lo Stato ci rimette i soldi
28 gennaio 2016 di Stefano IannacconePrimo piano
Governo:incognita Tesoro,spunta ipotesi spacchettamento
di Stefano Iannaccone

Una fusione tra Agenzia delle Entrate e del Territorio in nome della spending review. Ma che dopo tre anni non porta alcun beneficio alle casse statali. Anzi. Può trasformarsi in un costo a causa della mancata applicazione delle norme contrattuali a tutti dipendenti. Creando una disparità di trattamento: in tanti sono pronti ad aprire un contenzioso per aver quanto gli spetta. Più gli interessi. E il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, finge di non vedere la questione, evitando addirittura di rispondere alle interrogazioni depositate alla Camera dal deputato del Gruppo Misto, Walter Rizzetto. Il parlamentare ha lanciato una precisa accusa: "La responsabilità è del ministro dell'economia e delle finanze che dovrebbe svolgere il suo ruolo di alta vigilanza".

MANCATI TAGLI - Il bilancio della fusione, voluta dal governo Monti nel 2012, si sta rivelando deludente sotto tutti i punti di vista. "Il provvedimento non ha comportato nessuna riorganizzazione che fosse finalizzata a  garantire una maggiore efficienza della nuova struttura", afferma Pietro Paolo Boiano, vice segretario della Dirstat, la Federazione di associazioni e sindacati del pubblico impiego. Non c'è stato infatti alcun intervento sulle  funzioni né tantomeno lo snellimento delle competenze. "È avvenuta una semplice operazione addizionale, aggiungendo all'Agenzia dell'Entrate quella del Territorio, con la sola eliminazione del direttore centrale di quest'ultima", racconta Boiano. E Rizzetto rilancia le responsabilità del governo: "È inammissibile che, nel silenzio del ministro Padoan, si stia attuando da anni una grave discriminazione nei confronti dei dipendenti dell'ex Territorio, che oltre a determinare un grave danno economico, incide sul funzionamento dell'amministrazione fiscale". Il deputato del Gruppo Misto ricorda: "Ho denunciato questa vicenda più di sette mesi fa con un'interrogazione, di cui nel tempo ho anche sollecitato una risposta che non è mai giunta. Ho così presentato un'ulteriore interrogazione ribadendo che non è concepibile una disparità di trattamento tra dipendenti in palese violazione della legge".

GENESI DI UN ERRORE - Il pomo della discordia, nello specifico, è l'applicazione dei contratti integrativi, che portano una retribuzione extra variabile dai 2.500 ai 10mila euro. I lavoratori dell'Agenzia delle Entrate l'hanno avuta sin dal 2009, mentre gli ex lavoratori del Territorio - pur essendo ora nella stessa società - non hanno ricevuto quei soldi. Creando una disparità che ha provocato tra gli stessi lavoratori in un clima di scontro interno. Boiano parla quindi di "fusione scriteriata compiuta per compiacere l'Unione europea per fingere di tagliare la spesa". "E adesso - chiosa il vicesegretario Dirstat - i danni sono sotto gli occhi di tutti. L'amministrazione finanziaria è allo sfascio, non c'è stato alcun risparmio. E gioiscono gli evasori"

Da: Un giudice a Berlino 29/01/2016 10:37:58
Da leggere l'intervista del neo-viceministro Zanetti al Sole 24 ore - Telefisco 2016.
Potete consultarla anche sull'intranet dell'Agenzia delle entrate e del MEF.

Da: Tutti inattendibili 29/01/2016 12:01:06
Che bel blog....aggiornato fino a novembre....chissà come mai....

Da: ORPO SEMPLICE 29/01/2016 12:33:43
Fisco sopra tutto
Di Valerio Stroppa
Fisco sopra tutto


Cassazione schiacciata dal fisco. Sui 30 mila ricorsi civili pervenuti nel 2015, oltre un terzo riguarda la materia tributaria. E nonostante 26 mila sentenze civili depositate, l'arretrato cresce ancora: le 105 mila cause pendenti alla data del 31 dicembre scorso rappresentano il valore più elevato di sempre. L'incremento delle giacenze rispetto alla fine del 2014 sfiora il 4%, ma presso la sezione tributaria il balzo è del 17%. Una circostanza che allunga ulteriormente i tempi medi del giudizio di legittimità, ormai arrivato per le cause fiscali a 4 anni (contro i 3 anni e 8 mesi del civile e gli 8 mesi del penale). Il grido d'allarme è arrivato ieri da Giovanni Canzio, neo-primo presidente della Corte di cassazione, durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2016 a Roma. Canzio auspica «rapidi interventi di riforma e autoriforma». Anche per quanto riguarda la giustizia tributaria di merito, valutando se al posto di Ctp e Ctr «non sia preferibile istituire presso i tribunali e le corti d'appello sezioni specializzate in materia di tributi». Riguardo alle liti con il fisco, «va rimarcato il dato patologico del 38,5% delle iscrizioni». Numeri che evidenziano «l'inidoneità del pur altissimo tasso di definizioni e di produttività del singolo magistrato a fronteggiare l'impatto della domanda, a causa dell'ormai avvenuto superamento del limite di impiego delle risorse dell'apparato».

Da: PER   Junk Panena29/01/2016 13:05:23
Scusa , ma ho perso il conto dei contenziosi in ordine al concorso per 403 posti.
Oltre al ricorso di Manduca c'è un altro ricorso promosso da Dirpubblica ?
E quando è previsto che il CS discuterà il merito ?
Grazie.

Da: ORPO SEMPLICE 29/01/2016 13:27:38
Quelli degli altri componenti dell'esecutivo, dal presidente del Consiglio Matteo Renzi al ministro Padoan, sono accessibili in tempo reale, basta compilare un modulo e pagare un bollo. Per Maria Elena e i suoi parenti invece servono imprecise autorizzazioni che la legge non prevede e l'ok del prefetto. Solo dopo la denuncia del Fatto Quotidiano gli atti sono diventati accessibili. Ecco il risultato delle nostre verifiche
di Antonio Massari e Valeria Pacelli | 29 gennaio 2016
COMMENTI (492)   
   
Più informazioni su: Maria Elena Boschi, Pier Luigi Boschi
L'ufficiale di anagrafe rilascia a chiunque ne faccia richiesta, i certificati concernenti la residenza e lo stato di famiglia". Trattasi di una norma ancora in vigore, che non prevede "autorizzazioni" e può essere limitata solo con "leggi speciali", eppure, quando pronunciamo il nome di Pier Luigi Boschi all'ufficio anagrafe del Comune di Laterina (Arezzo), la vicenda si complica. L'imbarazzo delle impiegate prende la scena. Un imbarazzo comprensibile, poiché quel che avviene normalmente, per qualsiasi cittadino italiano, qui trova un'interessante eccezione: per ottenere lo stato di famiglia del signor Boschi, padre della ministra Maria Elena, ci dicono che bisogna scomodare la Prefettura e attendere imprecisate autorizzazioni.

Siamo qui, a Laterina, per provare a capire qualcosa in più sull'uomo che sta mettendo in imbarazzo il governo. Parliamo del signor Boschi già vicepresidente di Banca Etruria, già indagato e archiviato per una compravendita di terre e casali in provincia di Arezzo, frequentatore di personaggi oscuri come Flavio Carboni. Vorremmo conoscere qualche elemento in più sulla sua storia, sui suoi parenti, considerate anche le indiscrezioni divulgate ieri da Aldo Giannuli, storico dei Servizi e delle più segrete vicende italiane, sospetta la frequentazione "organica" di tale Francesco Boschi, - che secondo Giannuli potrebbe essere parente di Pier Luigi e Maria Elena Boschi - con la P2 e Licio Gelli. E quando chiediamo all'impiegata di darci copia dello stato di famiglia, ecco la risposta: "Non sono certa di poterglielo rilasciare". "Scusi", ribattiamo, "ma se le chiedo lo stato di famiglia di qualcun altro, lei me lo dà?". "Sì, anche in giornata". "Quindi - continuiamo - questa regola vale solo per Boschi?". "Sì", replica l'impiegata sempre più paonazza.

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"Abbiamo ricevuto una direttiva interna, con comunicazioni del prefetto di Arezzo, che non ci consente di rilasciare il documento immediatamente. Inoltriamo la sua richiesta, se avremo l'autorizzazione, la contatteremo per consegnarglielo; se le negheranno il documento, saranno tenuti a spiegarle il perché. Ora protocolliamo, poi le faremo sapere, non dipende da noi, se la risposta sarà negativa le comunicheremo il motivo. Per lo stato di famiglia del ministro sono state impartite queste direttive". Ribattiamo per l'ultima volta: "Chiediamo lo stato di famiglia del padre della ministra, Pier Luigi, non del ministro". "Fa lo stesso", stringe le spalle l'impiegata.

Sorge il dubbio che la Prefettura abbia adottato una prassi a noi sconosciuta, che forse riguarda ogni ministro della Repubblica, così proviamo a verificare se esistano norme speciali che riguardano i ministri e i loro parenti.

Telefoniamo all'ufficio anagrafe di Agrigento, per chiedere se possiamo avere copia dello stato di famiglia di Angelino Alfano, ministro dell'Interno. "Ci invii una lettera con la richiesta e alleghi un suo documento d'identità, glielo spediamo appena possibile, oppure venga di persona con una marca da bollo da 16 euro e glielo consegniamo", è la risposta dell'impiegato. Restrizioni? Direttive? Autorizzazioni? "Assolutamente no", è la risposta. Proviamo con il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che risiede a Roma.

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All'ufficio anagrafe di via Petroselli la faccenda si risolve in pochi minuti: compilato il modulo, pagati 16 euro in marca da bollo, lo stato di famiglia di Padoan ci viene consegnato all'istante. Telefoniamo all'ufficio anagrafe di Firenze e chiediamo se è possibile avere l'atto che certifica lo stato di famiglia del premier Matteo Renzi. L'unica condizione - ci spiegano - è che il presidente del Consiglio sia ancora residente a Firenze: possiamo richiedere l'atto "anche online", se abbiamo la pazienza di aspettare un mese, altrimenti ce lo consegnano di persona, "allo sportello anagrafe", come avviene per tutti i cittadini italiani. A eccezione, a quanto pare, di Maria Elena Boschi e famiglia.

L'impiegata di Laterina ci ha parlato di un "atto interno, dal prefetto a noi", così contattiamo la Prefettura. "Non c'è alcuna direttiva del prefetto", ci dicono, "la legge non ci consente di porre altri limiti, oltre quelli già previsti, quindi non esiste nessuna limitazione che riguardi Pier Luigi Boschi. Dopo la sua telefonata, piuttosto, siamo stati noi a contattare i vertici dell'amministrazione comunale, rimuovendo questo presunto e inesistente limite". Insomma, la prefettura nega di aver emanato direttive che dispongano, per lo stato di famiglia Boschi, alcuna autorizzazione. Proviamo a ricontattare l'impiegata, per capire se la sua è stata un'iniziativa personale. "No", ci assicura, "esiste una direttiva interna che ci impone, se qualcuno chiede un documento che riguarda la famiglia Boschi, di chiedere l'autorizzazione per rilasciarlo".

Dobbiamo dedurne che si tratta di una direttiva comunale e non più prefettizia. L'impiegata ci richiama: "Il sindaco ci ha autorizzato, passi domani mattina". Vedremo. Resta il fatto che, dopo un'intera giornata, il documento non l'abbiamo ancora ottenuto; che in tutta Italia - a meno di non chiamarsi Boschi - la legge non prevede alcun tipo di autorizzazione. E che inspiegabilmente, come ammette l'impiegata, "in un'altra occasione, il certificato della ministra, è stato negato".

AGGIORNAMENTO

Ieri alle 11 del mattino il certificato viene consegnato. Non è più segretato. Lo stato di famiglia di Pier Luigi Boschi, padre del ministro Maria Elena, torna a essere un documento come gli altri, può essere rilasciato al pari di qualsiasi cittadino italiano, come impone la legge. Due giorni fa, al comune di Laterina, in provincia di Arezzo, gli impiegati avevano avanzato strane ragioni: "Dobbiamo attendere - diceva l'ufficiale dell'anagrafe - c'è un atto interno che mi blocca, un provvedimento nostro (del Comune, ndr) sul rilascio della certificazione del ministro, le faremo sapere se possiamo rilasciarlo, se mi dicono che non posso darglielo, le sarà spiegato ufficialmente il perché". Ieri mattina tutto torna nella norma. Strano. Dal sindaco non arriva alcuna smentita sul nostro articolo e sulla segretazione che vi abbiamo raccontato. Il segretario comunale invece nega l'esistenza di alcun "provvedimento". E così tutto ricade sull'ufficiale dell'anagrafe.

da Il Fatto Quotidiano del 28 gennaio 2016, aggiornato il 29 gennaio

Da: Pulitzer 29/01/2016 14:52:58
Ammazza che articolone
E c'è pure chi lo posta

Da: ORPO SEMPLICE 29/01/2016 15:23:18
E, pensa, c'è chi lo commenta!

Siamo qua ad aspettare lunedì.... Si cincischia

Da: Pulitzer 29/01/2016 15:27:34
Ma tu che sei di scelta civica Lazio, mi spieghi perché ce l'avete tanto con la Boschi?
E dire che il tuo mentore Zanetti ultimamente non fa che parlare del decreto salvabanche

Da: Tutti inattendibili 29/01/2016 16:21:15
Ma sulle pos assegnate in base ai curriculum nessuno ha detto qualcosa?

Da: un covo29/01/2016 16:32:48
Io si, ma fra me e me e cioè conta sempre il curriculum quando non mi interessa la posizione, quando mi interessa la posizione i curriculum vengono accantonati sulla base di altri criteri.
Se hai il curriculum serve altro, se non ti interessa serve il curriculum (purchè di qualcun altro).
In ogni caso auspico vengano impugnati.

Da: pro Zanetti29/01/2016 16:34:41
Zanetti pensaci tu, quello che succede in agenzia è grottesco!

Da: Hiram29/01/2016 16:47:02
....Ma sulle pos assegnate in base ai curriculum nessuno ha detto qualcosa?

Te la dice lunga sui sindacati

Da: Dimissioni29/01/2016 16:58:51
Scene di panico in Agenzia a Via Carucci su nomina Zanetti a Viceministro ... ordine di scuderia: muti, testa bassa e raccomandarsi a San Gennaro ... che nessuno continui ad accorgersi di cosa stanno facendo (o che comunque, come Casero e company, facciano finta di non accorgersene).
Mi sa che ne vedremo delle belle ... Ucci, ucci, ... sento odor

Da: ORPO SEMPLICE 29/01/2016 17:07:12
Per il Pulitzer attendiamo l'art. 19... E le alte professionalità... (Se era x le mie copia incollate).
Più che impugnati, auspico che vengano imputati...
Du caz... È finito il bando di concorso?

Da: ORPO SEMPLICE 29/01/2016 17:14:29
Ops...
Ennesima brutta notizia per i lavoratori. Il pagamento per la produttività individuale 2013 avverrà nel mese di aprile, anziché marzo, poiché non sarà possibile chiudere entro il 29 gennaio 2016 le operazioni di inserimento dei dati nella procedura informatica per la liquidazione dell' FPSRUP 2013, causa malfunzionamento della procedura stessa.

Potremmo fare molte considerazioni, che rinviamo ad un successivo comunicato, su questa ennesima batosta che si abbatte sulla pelle (e sulle tasche) dei lavoratori, per ora ci limitiamo a sottolineare che siamo arrivati a ben 27 mesi di ritardo nei pagamenti.

Tra ritardi nella sottoscrizione di accordi e malfunzionamenti del sistema siamo all'interno di un trend che allunga in maniera esponenziale i tempi di corresponsione del nostro salario accessorio.

Da: Dimissioni29/01/2016 17:16:36
Scusate ... ma se il sottosegretario che ha chiesto le tue dimissioni, dopo poche settimane viene promosso dal Presidente del Consiglio a Viceministro ... e gli danno magari anche la delega su Agenzie Fiscali ... forse forse qualcuno dovrebbe capire il messaggio recondito?
Una persona normale, anche solo alla notizia della possibile promozione a viceministro di chi ha chiesto le tue dimissioni, quanto meno per dignità personale, avrebbe presentato le proprie dimissioni .... o no?

Da: Tutti inattendibili 29/01/2016 17:30:48
Soprattutto se la parte politica che ti appoggia non ottiene neppure un misero sottosegretario....
Il messaggio parrebbe chiaro....

Da: legittimo29/01/2016 17:45:19
Promoveatur ut amoveatur
Temo che il buon Zanetti ci abbandonerà !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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