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docenti inidonei - decreto 104- 12/09/2013 novitá
6016 messaggi, letto 156479 volte

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Da: ab 26/01/2014 17:39:24
ripeto a mio parere, leggi alla mano, la determinazione di un eventuale esubero derivante dai combinati disposti di diverse norme, a partire da un determinato momento, dovrà obbligatoriamente essere definita da un provvedimento attuativo, in quanto, al momento, la legge non risulta applicabile senza un atto regolamentare.
infatti, per esempio, dove, come, quando ed a chi si dovrà presentare istanza? verso quali amministrazioni? quali sono le qualifiche corrispondenti (peraltro questa è materia di contrattazione sindacale)?
pertanto, finchè non sarà emanata una norma attuativa nulla potrà essere definito, nemmeno eventuali esuberi, che potranno eventualmente essere individuati solo dopo che saranno state prodotte le domande per il passaggio nelle altre amministrazioni sulla base dei posti messi a disposizione dalle amministrazioni medesime.
non so se sono stato chiaro...
Rispondi

Da: mmm26/01/2014 17:53:07
3500 famiglie sono preoccupatissime, io ho chiesto la visita anche se sono permanentemente inidonea. Nel frattempo ho perso 10 kg non mangio più e non dormo più. Chissà dove finiremo e come ci accoglieranno, se va tutto bene saranno ostili con noi.
Come faremo ad integrarci con gli altri che non hanno problemi di salute?
Rispondi

Da: ab 26/01/2014 17:57:08
in altre parole finchè tutte le amministrazioni coinvolte non dicono (con un atto ufficiale) quanti posti sono disponibili, ovvero che non ci sono posti, come faranno a dire che ci sono esuberi?
ancora: se non viene definita una graduatoria dei docenti inidonei, come si fa a determinare chi è in esubero e chi no? dovrebbero poi essere indicati anche i criteri per la formazione delle graduatorie...
se non vengono definite le corrispondenze tra le diverse qualifiche dei docenti (primaria, secondaria, diplomati, laureati ecc.) e le qualifiche amministrative, come si farà a determinare l'eventuale edubero?
di conseguenza fino a quando non saranno definite queste ed altre situazioni non potrà partire la mobilità coatta e nessuno potrà essere messo in esubero all'80% dello stipendio.
Rispondi

Da: riccardina  -banned!- 26/01/2014 18:59:14
Si.mi trovo perfettamente d'accordo con te. Sicuramente se dovessero nel 2016 considerarci esubero,sarâ necessaria un decreto o una circolare attuativa o applicativa.
La legge non parla dell'80% stipendiale obbligatorio.quindi chi già ha prodotto il modello b è tecnicamente in mobilità a stipendio intero. A me preoccupa non tanto il qui e ora...a me preoccupa il futuro dopo il 2016.
E mi preoccupa anche il fatto come giustamente affermi tu...che non sia stato prodotto alcun documento che disciplini questa benedetta mobilitá o che ne indighi almeno superficialmente i criteri...
E passato giá un mese...
Rispondi

Da: riccardina  -banned!- 26/01/2014 19:14:24
X ab
Inoltre riflettevo...se nessuna pubblica amministrazione ci vuole...non è tenuta ad informarci, semmai a farsi avanti e proporci dei ruoli, delle mansioni specifiche e il miur a chiedere a noi quali titoli possediamo.
Quindi mi aspetterei quanto prima che il miur...disciplini con richiesta titoli, documenti questo futuro transito...ovviamente mi riferisco a chi ha prodotto il modello B
Perchè non accade nulla? Non avevano fretta di collocarci per far salire sto pil?
Penso inoltre che l'esubero non debba essere necessariamente dichiarato ma possa essere una condizione di fatto.
Si attende 2 anni (2016) non c'è collocazione quindi.... esubero, non credi? Boh!
Rispondi

Da: riccardina  -banned!- 26/01/2014 19:17:52
XMmm m

Perchè hai richiesto la visita?
Se non compilavi a o b ti chiamavano loro...vuoi tornare in classe?
Rispondi

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Da: galogero 26/01/2014 19:26:58
riccardina stai calma in base alle tipologie vostre una volta effettuate tutte le visiti forse avete piu' chiarimenti in merito il miur come puo' offrire un eventuale trasferimento in un altro compartimento della p.a ..non sapendo i risultato della visita del soggetto... queste domande te li devi porre..dopo il tutto.....cmq sicuramente si troverà una situazione congrua..rimarrete nelle scuole dv siete ....sempre come docenti ..ma con altre mansioni!

Rispondi

Da: mmm26/01/2014 19:29:31
Non ho fatto in tempo a rispondere entro il 15 Dic. perchè ero ammalata.Sono 10 anni che non insegno. Non so se mi ci rimetteranno, ho seri problemi di salute.
Rispondi

Da: riccardina  -banned!- 26/01/2014 19:36:57
Info sulla mobilitá   fonte linea amica

Mobilità: importo dell'indennità e durata di percezione08/03/2013Domanda: 
Mobilità: quanto spetta e per quanto tempo?Risposta: 
L'indennità di mobilità
 spetta nella misura dell'80% della retribuzione teorica lorda spettante, che comprende le sole voci fisse che compongono la busta paga. Per i primi dodici mesi, è pari al 100% del trattamento straordinario di integrazione salariale, detratta una aliquota contributiva del 5,84%. Dal 13° mese è pari all'80% dell'importo lordo corrisposto nel primo anno.
L'indennità non può superare i massimali stabiliti annualmente, che per il 2013, come precisato dalla Circolare Inps n. 14 del 30/01/2013
, sono di euro 959,22 lordi (pari a euro 903,20 netti) per retribuzioni fino ad euro 2.075,21 e di euro 1.152,90 lordi (pari a euro 1.085,57 netti) per retribuzioni superiori ad euro 2.075,21.

L'importo dell'indennità non può mai essere superiore all'importo della retribuzione percepita durante il rapporto di lavoro.
Sulla prestazione compete l'assegno al nucleo familiare.
L'indennità di mobilità varia in relazione all'età del lavoratore al momento del licenziamento e all'area geografica in cui l'impresa ha deciso di organizzare stabilmente il lavoro del soggetto interessato (Circolare Inps n. 95 del 06/11/2008
). Nella Circolare Inps n. 2 del 07/01/2013
 è indicata la durata dell'indennità di mobilità in relazione al periodo di decorrenza a partire dal 01/01/2013.
Dal 01/01/2013 al 31/12/2014 in particolare la durata collegata all'età del lavoratore all'atto del licenziamento è la seguente:
  * fino a 40 anni (non compiuti): la durata sarà di 12 mesi (fino a un massimo di 24 mesi per le aziende del Mezzogiorno);
  * da 40 a 50 anni (non compiuti): la durata sarà di 24 mesi (fino a un massimo di 36 mesi per le aziende del Mezzogiorno);
  * oltre 50 anni: la durata sarà di 36 mesi (fino a un massimo di 48 mesi per le aziende del Mezzogiorno).
L'indennità di mobilità non può essere, di regola, superiore all'anzianità lavorativa maturata presso l'azienda che ha effettuato il licenziamento.
L'indennità viene pagata direttamente dall'Inps, con una delle seguenti modalità a scelta dell'interessato: 1. tramite bonifico bancario o postale. Devono essere indicati anche gli estremi dell'IBAN (27 caratteri: stato, CIN, ABI, CAB e numero di c/c); 2. allo sportello di un qualsiasi Ufficio Postale del territorio nazionale o localizzato per CAP previo accertamento dell'identità del percettore, presentando: un documento di riconoscimento; il codice fiscale;  consegnando l'originale della lettera di avviso della disponibilità del pagamento trasmessa all'interessato via Postel in Posta Prioritaria.
 
ASpI: dal 1° gennaio 2013 e con riferimento agli eventi di disoccupazione involontaria determinatisi a partire da tale data è stata introdotta la nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego (ASpi
), che sostituisce l'indennità di disoccupazione non agricola ordinaria, l'indennità di disoccupazione speciale nell'edilizia e dal 1° gennaio 2017, l'indennità di mobilità di cui all'art. 7 della Legge 23 luglio 1991, n. 223
 (Circolare Inps n. 140 del 14/12/2012
;Circolare Inps n. 142 del
Rispondi

Da: riccardina  -banned!- 26/01/2014 19:40:40
X galo

Grazie...ti adoro...mi rassereni...aspettiamo ste visite...poi chi ha fede...si fa il segno della croce e spera...non ti preoccupare...docente fino alla morte:))))))

Xmmm
Quindi non hai scritto niente ?giusto?bene ,hai fatto bene!!!:)
Rispondi

Da: riccardina  -banned!- 26/01/2014 19:48:07
Quindi se capisco bene.i primi 12 mesi di mobilità sono al 100% dal 13' al 80%.

Ora non mi è chiaro...in mobilità ci si va appena si firma sto modello b o nel 2016 (io ho capito che quella è obbligatoria) che diffetenza sussiste tra l'una e l'altra?

Ariboh!!!!! E qui cade l'asino :)
Rispondi

Da: riccardina  -banned!-26/01/2014 21:42:28
per conoscere   Panorama


di Andrea Telara
Le leggi ci sono già, basterebbe soltanto applicarle bene. Licenziare i dipendenti statali, soprattutto i fannulloni o gli assenteisti, oggi in Italia non è affatto impossibile, grazie ad alcune norme approvate nel nostro paese tra il 2001 e il 2009. Eppure, su questo tema, il ministro del welfare Elsa Fornero e il responsabile della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, hanno dato ugualmente vita, nei giorni scorsi, a una polemica dai toni abbastanza accesi.

A ben guardare, lo scontro  tra i due ministri ha avuto come materia del contendere una questione un po' più complessa: gli effetti dell'ultima riforma del welfare, che ha modificato i contenuti dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ma soltanto per i dipendenti delle aziende private. Gli impiegati pubblici hanno infatti conservato il  regime precedentemente in vigore, che consente a chi viene licenziato senza una giusta causa di essere sempre reintegrato al proprio posto, senza se e senza ma. E' una regola che vale per qualsiasi ente pubblico, di qualunque dimensione, cioè anche per un piccolo Comune o per un minuscolo ufficio con una manciata di addetti.

TUTTO SULLA RIFORMA DEL LAVORO .

Ciò non significa affatto, però, che la legge italiana impedisca di lasciare a casa un dipendente statale  "lavativo"o  disonesto, anche se molti dirigenti sono purtroppo restii a farlo .

Ecco di seguito una panoramica su come funzionano oggi (o dovrebbero funzionare) i licenziamenti degli statali.

LICENZIAMENTI INDIVIDUALI. Una legge approvata 11 anni fa dal centrosinistra (il decreto legislativo n. 165 del 2001) ha già assimilato la disciplina degli impiegati pubblici a quella dei dipendenti delle aziende private, stabilendo che i contratti  di lavoro degli statali devono essere regolati da accordi collettivi con i sindacati (e non dalla legge) mentre le controversie sui licenziamenti spettano sempre al giudice ordinario e sono sottoposte alle norme dell'articolo 18 (seppur nella versione precedente all'ultima riforma del welfare, che sta per essere approvata dal Parlamento).

Tre anni or sono, il governo Berlusconi è poi intervenuto introducendo una nuova legge (fortemente voluta dall'ex-ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta). Si tratta del  decreto legislativo n.150 del 2009 che specifica meglio i casi in cui un dipendente pubblico può essere lasciato a casa per un valido motivo: per esempio quando si è assentato dall'ufficio senza giustificazione per più di 3 giorni nell'arco di 2 anni o per 7 giorni negli ultimi 10 anni, oppure quando presenta al datore di lavoro una certificazione medica falsa.

Il licenziamento, per la legge, è giusto anche nel caso in cui l'impiegato rifiuti un trasferimento ad altro ufficio dovuto a esigenze di servizio, quando mette in atto delle condotte aggressive e minacciose sul luogo di lavoro o viene condannato in sede penale (con sentenza definitiva che comporta l'interdizione dai pubblici uffici). Inoltre, è possibile lasciare a casa un dipendente statale anche per scarso rendimento, purché le sue performance vengano valutate con criteri e parametri oggettivi, stabiliti dalla legge.

Infine, le norme approvate nel 2009 consentono addirittura di licenziare un dipendente pubblico che risulti inabile a svolgere le proprie mansioni (se non può essere destinato ad altro ruolo) o che,  dopo aver subito un infortunio e una malattia, abbia già terminato il periodo di comporto, cioè il lasso di tempo entro il quale il lavoratore mantiene il diritto a conservare il proprio posto. I contratti collettivi, tuttavia, prevedono di solito alcune eccezioni a questa regola, consentendo agli impiegati di mettersi in aspettativa per un periodo più lungo, senza però ricevere lo stipendio.

LICENZIAMENTI COLLETTIVI. A molti sembrerà strano, ma i dipendenti pubblici possono subire anche un licenziamento collettivo, seppur con procedure particolari. E' quanto prevedono alcune norme della Legge di Stabilità per il 2012, approvate dal governo Berlusconi nel novembre scorso (sempre con la regia del ministro Brunetta) e destinate però a entrare in vigore soltanto nel 2013.

In particolare, ciascun ente pubblico dovrà effettuare ogni anno una ricognizione del personale, per verificare se vi sono delle eccedenze nell'organico. In tal caso, l'ente sarà obbligato a informare degli esuberi la stessa pubblica amministrazione e i sindacati. Gli enti che non effettuano regolarmente questa ricognizione, non potranno assumere nuovi dipendenti.

Il personale di ogni ufficio che risulta in eccedenza e che ha già maturato il diritto alla pensione, può essere licenziato immediatamente. Gli impiegati meno anziani, invece, dovranno essere destinati preferibilmente ad altri organi o enti. Se lo spostamento non è possibile, però, dopo 90 giorni il  rapporto di lavoro verrà sciolto e il dipendente lasciato a casa potrà percepire una sorta di cassa integrazione, cioè sussidio pari all'80% dello stipendio (più altre indennità integrative), per un periodo massimo di 24 mesi.
Rispondi

Da: riccardina  -banned!-26/01/2014 22:06:41

dunque... questa è la mia opinione ( dopo studio pazzo e disperato) se nel 2016 non si è trovata collocazione in altro ente... 90 giorni + 24 mesi all'80% e poi a casa

bisogna lottare per impedire che la legge vada avanti... soprattutto noi più giovani che vorremmo continuare a lavorare...

smetto di studiare ... lo faccio da tre mesi e ne ho piene le bip ormai i miei non sono dubbi, ma certezze

not....
Rispondi

Da: ab 27/01/2014 06:57:25
riccardina,
c'è scritto anche negli articoli che hai postato...
per metterti in mobilitá prima devi essere LICENZIATO. in quel caso lo stato ti paga altri 24 mesi in attesa che tu trovi un altro lavoro.
il nostro caso ha connotati diversi.
si tratta di un trasferimento in altre amministrazioni disposto per legge. il trasferimento avverrá (se mai avverrà...) con modalitá e a cura dall'amministrazione, NON a pena del licenziamento.
pertanto io mi preoccuperei eventualmente se dovesse essere emanato un provvedimento attuativo e non per il contrario.
no decreto? no trasferimento.


Rispondi

Da: ab 27/01/2014 07:05:02
ps
chi ha compilato il mod. B NON é tecnicamente in mobilità. ha solo manifestato un desiderio.
sei in "mobilità", come la intendi tu, quando ti hanno LICENZIATO e, quindi, NON ti rechi più fisicamente al lavoro.
Rispondi

Da: ab 27/01/2014 07:19:58
peraltro la legge parla di trasferimento anche in deroga delle facoltà di assunzione previste dalle norme vigenti...
Rispondi

Da: riccardina  -banned!- 27/01/2014 09:18:01
Bene...mi fido di te:)))quindi se qualcosa arrivasse satebbe un decreto entro quando? e poi?
Mi spieghi meglio la tua tesi? Grazie
Rispondi

Da: riccardina  -banned!- 27/01/2014 09:27:50
Ho bisogno di un esempio pratico per capire.

Cosa puó succedere in positivo o in negativo secondo la tua tesi?(moolto convincente!)

Arigrazie e buon lavoro :)
Rispondi

Da: riccardina  -banned!- 27/01/2014 09:30:48
Mentre tu spieghi...io prego che non ci sia alcun decreto o circolare...

Hahahahaha;)
Rispondi

Da: ab 27/01/2014 10:27:56
sarà emanato un provvedimento di concerto con le altre amministrazioni, nel quale saranno indicati i posti disponibili, le modalità di presentazione delle domande, i criteri per formare le graduatorie, le qualifiche corrispondenti, ecc. ecc.
secondo te quanto ci vuole per mettere a punto una cosa del genere?
(negli anni passati non ci sono proprio riusciti...)

solo in tale provvedimento, eventualmente, potrà essere indicato che fine faranno tutti coloro per i quali non si fosse trovato il posto
Rispondi

Da: riccardina  -banned!- 27/01/2014 11:45:32
Boh!secondo me dipende...se vogliono ci mettono poco...se non vogliono...ci mettono sempre :)

Speriamo...la speranza è l'ultima a morire!!!;)
Graz...sei eccezionale!
Rispondi

Da: blusky 27/01/2014 12:20:29
Mi sa che prima di riuscire a fare una graduatoria, trovare i posti disponibili in altre amministrazioni, e farci firmare una altro contratto ( al momento siamo ancora docenti , inidonei, ma docenti) ci vorrà molto tempo. Nell'attesa cerchiamo di stare sereni, che la salute ne risente. Poi mi chiedo cha avrà voglia di mettere le menii su dei lavoratori con malattie e licenziarli? Per me vanno a esaurimento. Ogni anno qualcuno andrà in pensione e quindi...
Rispondi

Da: riccardina  -banned!- 27/01/2014 14:39:35
X blusky
Oggi a Roma, freddo e pioggia.

Anche secondo me...avrebbero dovuto cambiare le leggi...e lasciarci...sparire piano, piano ad esaurimento...

Ma non è cosí...

La legge parla cmq di mobilità obbligatoria nel 2016.
Io mi sto imponendo di stare calma...del resto la salute è la prima cosa hai ragione.
Rispondi

Da: Magic Excalibur 27/01/2014 16:08:46
Lo avete da sempre saputo. Mobilità eventualmente nel 2016.
Game Over.
Rispondi

Da: blusk27/01/2014 17:04:42
Eventualmente!
Rispondi

Da: ortini 227/01/2014 21:06:17
magic grazie ..io speriamo me la cavo e tu anche..


.comunque NOTIZIONA!!!!!!

una collega visitata in Emilia è stata confermata fino al 2018 nel suo posto di lavoro!!!!!...la Cmv era molto gentile e lei ha spiegato al rappresentante Miur le attività che svolgeva in biblioteca e che non avrebbe voluto firmare né a né B perché voleva rimanere dov'era...

questa notizia è davvero confortante....le ipotesi di ab e galo sulla mobilità,ovvero trasferimento in altra amministrazione sono corrette ma a questo punto loro hanno ammesso che i posti ata non ci sono perché( giustamente) devono sistemare molti precari e le amministrazioni hanno problemi ad assumere...
insomma mi sembra si giochi a carte scoperte e spero sia così anche in altre CMV..comunque ora c'è un precedente importante,,
,la possibilità di essere confermati nel proprio posto di lavoro non era contemplata da nessuna parte del decreto....la collega ha l'impressione che se uno riesce a dimostrare di essere indispensabile all'andamento di una biblioteca e delle sue attività  culturali correlate la CMV e il rappresentante Miur riconfermano il docente nel ruolo attuale....

insomma superato lo scoglio del 2016....che ne pensate???...non vorrei essere troppo ottimista....
Rispondi

Da: Magic Excalibur 27/01/2014 21:11:07
Ortini andrà bene x entrambi.....ormai siamo al conto alla rovescia....x me avere il tanto agognato ruolo é come vincere al Super enalotto.....
Rispondi

Da: riccardina  -banned!- 27/01/2014 23:14:18
XOrtini

A me sembra una cosa senza senso.la commissione medica cosa c'entra con la legge...??puõ confermarci fino al 2090!!!
No...io non mi esalterei...l'avevo dato per scontato...cmq 2016+ 24 mesi (mobilitá)=2018...hanno dimenticato i 90 giorni? :))
Rispondi

Da: riccardina  -banned!- 27/01/2014 23:19:47
X ortini

Mi dispiace...:((( darti questa notiziaccia...ti ho sentita felice:(((
Rispondi

Da: A.A. Precario nn per scelta 28/01/2014 06:23:09
Lettera di una collega passata ATA
Sono una docente inidonea che nel 2011, in base alla legge 111, aderì alla mobilità accedendo così ai ruoli ATA. Ho 35 anni di servizio e quasi 60 di età.
Dopo un anno e mezzo in segreteria mi trovo ridotta alla depressione più nera, al ricorso costante allo psichiatra e all'ansia insistente, quotidiana. Non riesco a svolgere i compiti che mi vengono richiesti perché ho difficoltà a memorizzare tutte le procedure delle pratiche, non conosco tutta la marea di leggi e regolamenti che il lavoro in segreteria richiede, non riesco ad imparare ulteriori procedure.

Finora mi hanno consentito mansioni meno complesse, ora però mi hanno messo di fronte al fatto che devo sapermi disimpegnare con tutte le incombenze del profilo amministrativo: sono uno dei componenti il contingente di segreteria e come tale devo fare il lavoro come gli altri (che peraltro lamentano che io non contribuisco equamente  al lavoro complessivo).
Capisco quanto le loro richieste siano logiche, ma proprio non so adeguarmi.
Al momento mi occupo della posta, del protocollo, delle circolari, dei certificati, dell'Invalsi e di altre incombenze generiche, ma Dirigente scolastico  e Segretario sostengono che non è abbastanza, anche se  -per la verità-  non mi rimane del tempo inutilizzato.

Mi hanno detto che una via d'uscita potrebbe essere una nuova richiesta di visita medica collegiale. Non so come muovermi. E' meglio che la chieda io o che la faccia richiedere dalla scuola? Che cosa è bene evidenziare nella documentazione medica? Il dirigente  mi ha concesso pochi giorni per dare una risposta. Qualcuno mi può aiutare?
(segue firma)

Questa è una recentissima, disperante testimonianza, arrivata al Conbs, dei guasti prodotti da norme drastiche e grossolane che trattano i docenti  inidonei all'insegnamento come numeri, senza alcun riguardo per lo stato di salute e per la preparazione professionale acquisita in una vita da un lavoratore ormai anziano...
Con la L.111/2011 il MIUR aveva mobilitato nel ruolo ATA (e dequalificato, sradicandoli dalle loro competenze…)  circa 600 docenti,  consenzienti per timore del peggio,  che si trovano ora in condizioni simili a quelle della "sfortunata" collega.
Con la L. 128 si predispone un nuovo transito (sempre "volontario") di circa altri 200 "richiedenti", buona parte dei quali lamentano di aver praticato in realtà una autentica scelta al buio, accettata  per non affrontare il trauma della mobilità in altri enti (che non è stato possibile conoscere prima e quindi valutare) oppure per problemi logistici (determinanti quando ci siano di mezzo età e salute).
Tra questi "mobilitati-Ata volontari"  c'erano persone utilizzate  esclusivamente in biblioteca, quindi senza alcuna  esperienza di attività in segreteria.
Il Conbs ha girato la testimonianza alle Parlamentari che hanno seguito l'iter legislativo della mobilità. Una di queste, sconsolata, suggerisce di avviare istanza per tentare la dispensa.
Fosse tutto così semplice…  La dispensa, stando alle normative più recenti,  è ormai ristretta ai soli casi di chi "non è assolutamente in grado di lavorare".  Inoltre fra i docenti inidonei ci sono persone relativamente giovani -eppure con gravi handicap- a cui la dispensa lascerebbe  una pensione da fame.
Il legislatore avrebbe dovuto prevedere questi casi, o almeno avrebbe dovuto "ascoltare" chi li conosce bene per farne parte e perché raccoglie quotidianamente testimonianze e valuta quindi problemi e possibili rimedi, senza per questo chiedere la luna.
Il nostro coordinamento richiama a questo punto l'attenzione su quella che riteniamo essere già ora  una "piccola" emergenza (piccola per il numero di coinvolti: "qualche migliaio" di insegnanti) ma che senza interventi immediati emergerà lacerante e dannosa. Non si può lasciare la categoria insegnante, abbandonata a se stessa e "punita" per il suo lavoro, da tutti riconosciuto come un pilastro della società futura ma visibilmente esposto a diffuse malattie da stress.
Rispondi

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