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Sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale - illegittimità incarichi dirigenziali
56952 messaggi, letto 1785518 volte
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Da: ROMA LADRONA27/06/2016 07:19:10
Sto par di palle. Eccome ci arriva ai 3000 di soldini pubblici....

Da: Ma é possibile27/06/2016 14:18:20
che non si sappia niente sull'esito dei ricorsi? Pazzesco

Da: sui ricorsi...27/06/2016 14:59:50
ci vorrebbe il pendolino.
Male che va ci arrabbieremo a Trastevere

Da: Giuanni27/06/2016 15:24:51
Io non studio

Da: x Giuanni27/06/2016 15:26:18
e si vuede!

Da: x  tutti.....27/06/2016 15:26:38
Articolo de L'Huffington Post sull'analisi effettuata dalla Corte dei Conti nella sua relazione annuale sulla lotta all'evasione fiscale.



Luca Maragna

Confsal-Salfi - Cuneo - Esecutivo di settore provinciale - Agenzia Entrate



Corte dei Conti, flop della lotta all'evasione nel 2015: crollano controlli e incassi

L'Huffington Post | Di Luciano Cerasa

Pubblicato: 24/06/2016 20:18 CEST Aggiornato: 24/06/2016 20:19 CEST



Il 2015 è stato un anno particolarmente felice per i grandi evasori italiani. Lo certifica la Corte dei Conti, che tra le tante statistiche analizzate per fare le pulci al bilancio dello Stato, pubblicate nella sua relazione annuale, dedica un intero capitolo ai risultati assai scarsi della lotta all'evasione condotta dall'Agenzia delle entrate. E il quadro che ne esce è quasi fallimentare per l'amministrazione guidata da Rossella Orlandi. Il numero dei controlli fiscali eseguiti nello scorso anno sono poco più di 621mila e si sono drasticamente ridotti rispetto agli anni precedenti: di quasi il 4 per cento sul 2014 e di oltre il 16 per cento rispetto all'attività del 2012. Allora gli 007 del fisco erano riusciti a trovare il tempo per andare a controllare 120mila contribuenti sospetti in più. Oggi, con la stessa amministrazione, molte norme fiscali e tanti annunci in più sul contrasto all'evasione, i conti per le casse dello Stato sul recupero del gettito sottratto al fisco peggiorano a vista d'occhio.

Gli incassi versati dagli evasori individuati negli anni e costretti a pagare nel corso del 2015, arrivano ad appena 7,7 miliardi di euro, con una flessione rispetto al 2014 del 3,87 per cento. L'ammontare delle imposte evase che gli ispettori del fisco sono riusciti a trovare è calato del 17,7 per cento da un anno all'altro. Nel complesso le entrate dello Stato dovute all'attività di contrasto all'evasione dell'amministrazione finanziaria sono tornate tristemente ai livelli dell'inizio del decennio. E anche in questo caso non tutti i contribuenti sono uguali, agli occhi del fisco italiano. Dipendenti e piccole imprese sono stati attentamente monitorati. Le categorie che l'Agenzia delle entrate ha maggiormente risparmiato sono state invece quelle dei grandi contribuenti e delle medie imprese. La regola seguita in passato dal fisco di concentrare i controlli su tutti gli enti e i redditieri più ricchi, dove è più facile individuare con pochi sforzi grosse quantità di "nero", sembra sia stata abbandonata.

Scrivono i magistrati della Corte dei conti che la distribuzione dei controlli effettuati fra le diverse tipologie di reddito "mette in luce un'accentuata flessione degli accertamenti" proprio in quelli operati nei confronti delle maggiori società (-12,2 per cento). Di conseguenza si è più che triplicato il valore delle imposte evase in queste fasce di reddito e sfuggito agli ispettori del fisco, rispetto all'anno prima (-38,2 per cento).

Aumentano invece i fenomeni patologici, come l'enorme crescita delle imposte dichiarate e non versate e l'abnorme numero di accertamenti fatti dall'Agenzia delle entrate in automatico e per inerzia. Sono le cartelle che seminano il panico tra i malcapitati destinatari e che sono in gran parte condannate a diventare poi inesigibili. Secondo la Corte dei conti questi risultati negativi vanno messi in stretta correlazione con la riduzione delle risorse umane destinate all'attività di accertamento e controllo, che, si osserva, sono diminuite del 6,5 per cento nell'ultimo quinquennio. Una tendenza aggravata l'anno scorso, per la magistratura contabile, dalla sentenza con cui la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le norme che davano la possibilità di attribuire incarichi dirigenziali e potere di firma delle cartelle esattoriali, ai funzionari di terza fascia. Troppo poco per spiegare ingiustizie e drammatiche inefficienze.

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Da: x  tutti .................27/06/2016 15:28:37
Articolo de L'Huffington Post sull'analisi effettuata dalla Corte dei Conti nella sua relazione annuale sulla lotta all'evasione fiscale.

Corte dei Conti, flop della lotta all'evasione nel 2015: crollano controlli e incassi

L'Huffington Post | Di Luciano Cerasa

Pubblicato: 24/06/2016 20:18 CEST Aggiornato: 24/06/2016 20:19 CEST



Il 2015 è stato un anno particolarmente felice per i grandi evasori italiani. Lo certifica la Corte dei Conti, che tra le tante statistiche analizzate per fare le pulci al bilancio dello Stato, pubblicate nella sua relazione annuale, dedica un intero capitolo ai risultati assai scarsi della lotta all'evasione condotta dall'Agenzia delle entrate. E il quadro che ne esce è quasi fallimentare per l'amministrazione guidata da Rossella Orlandi. Il numero dei controlli fiscali eseguiti nello scorso anno sono poco più di 621mila e si sono drasticamente ridotti rispetto agli anni precedenti: di quasi il 4 per cento sul 2014 e di oltre il 16 per cento rispetto all'attività del 2012. Allora gli 007 del fisco erano riusciti a trovare il tempo per andare a controllare 120mila contribuenti sospetti in più. Oggi, con la stessa amministrazione, molte norme fiscali e tanti annunci in più sul contrasto all'evasione, i conti per le casse dello Stato sul recupero del gettito sottratto al fisco peggiorano a vista d'occhio.

Gli incassi versati dagli evasori individuati negli anni e costretti a pagare nel corso del 2015, arrivano ad appena 7,7 miliardi di euro, con una flessione rispetto al 2014 del 3,87 per cento. L'ammontare delle imposte evase che gli ispettori del fisco sono riusciti a trovare è calato del 17,7 per cento da un anno all'altro. Nel complesso le entrate dello Stato dovute all'attività di contrasto all'evasione dell'amministrazione finanziaria sono tornate tristemente ai livelli dell'inizio del decennio. E anche in questo caso non tutti i contribuenti sono uguali, agli occhi del fisco italiano. Dipendenti e piccole imprese sono stati attentamente monitorati. Le categorie che l'Agenzia delle entrate ha maggiormente risparmiato sono state invece quelle dei grandi contribuenti e delle medie imprese. La regola seguita in passato dal fisco di concentrare i controlli su tutti gli enti e i redditieri più ricchi, dove è più facile individuare con pochi sforzi grosse quantità di "nero", sembra sia stata abbandonata.

Scrivono i magistrati della Corte dei conti che la distribuzione dei controlli effettuati fra le diverse tipologie di reddito "mette in luce un'accentuata flessione degli accertamenti" proprio in quelli operati nei confronti delle maggiori società (-12,2 per cento). Di conseguenza si è più che triplicato il valore delle imposte evase in queste fasce di reddito e sfuggito agli ispettori del fisco, rispetto all'anno prima (-38,2 per cento).

Aumentano invece i fenomeni patologici, come l'enorme crescita delle imposte dichiarate e non versate e l'abnorme numero di accertamenti fatti dall'Agenzia delle entrate in automatico e per inerzia. Sono le cartelle che seminano il panico tra i malcapitati destinatari e che sono in gran parte condannate a diventare poi inesigibili. Secondo la Corte dei conti questi risultati negativi vanno messi in stretta correlazione con la riduzione delle risorse umane destinate all'attività di accertamento e controllo, che, si osserva, sono diminuite del 6,5 per cento nell'ultimo quinquennio. Una tendenza aggravata l'anno scorso, per la magistratura contabile, dalla sentenza con cui la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le norme che davano la possibilità di attribuire incarichi dirigenziali e potere di firma delle cartelle esattoriali, ai funzionari di terza fascia. Troppo poco per spiegare ingiustizie e drammatiche inefficienze.

Da: ROMA LADRONA27/06/2016 17:08:40
Aggravata...ma va là

Da: Bravissimi 27/06/2016 17:46:29
Dite che cazzo volete, ma prima Monti e poi la sentenza 37 hanno distrutto l'unico esempio di buona riforma della PA
Adesso ci restano le pezze che metterà il TAR rigettando i ricorsi di  Dirpubblica: li perderà tutti e alla fine ne uscirà uno schifo

Da: anti-antares x bravissimi 27/06/2016 17:55:42
L'unico esempio di buona amministrazione ( per tutti I soggetti coinvolti ) e' il pubblico impiego a regime pienamente pubblicistico...Il "privatizzato" - e le agenzie in particolare - ha favorito pochissimi...a detrimento Dei diritti ( d'ogni tipo ) Dei piu'...Almeno, cerchiamo di esser intellettualmente onesti...

Da: Bravissimi27/06/2016 19:00:05
Non sono d'accordo

Da: ROMA LADRONA27/06/2016 19:01:48
Una unica parola...vergognatevi! Altro che riforma...avete mandato a lucciole l'economia e siete illegittimi, altro che pezza... Clientes

Da: amateci 27/06/2016 19:02:04
Concordo con anti-antares

Da: Bravissimi 27/06/2016 21:26:37
Dire quello che volete, ma in ufficio ci stiamo tutti e le cose sono peggiorate esponenzialmente nell'ultimo anno e mezzo
Io lo posso dire con onestà, non avendo mai avuto incarichi

Da: X bravissimi27/06/2016 21:36:54
Secondo me avevi un incarico e probabilmente sei una donna

Da: operaio finanziario27/06/2016 21:46:09
Tribunale Amministrativo regionale del Lazio - Roma    


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Dettaglio fascicolo
NRG 201514044
Sezione  3
Data deposito 25/11/2015
Tipologia ORDINARIO

Oggetto ANNULLAMENTO DELLA GRADUATORIA DELLA PROCEDURA SELETTIVA DI INTERPELLO PER L'ATTRIBUZIONE DI 189 POSIZIONI ORGANIZZATIVE DI LIVELLO NON DIRIGENZIALE (POS)

Domanda cautelare monocratica 
Domanda cautelare collegiale S



Elenco parti del fascicolo 
 
  
Tipo Data costituzione Data rinuncia
Ricorrente 26/11/2015  
Resistente 07/12/2015  
Controinteressato    
Controinteressato    
Controinteressato    
Controinteressato 19/05/2016  
Altre parti 23/05/2016  
Recupero dei dati in corso...Atti depositati 
   
Tipo atto Numero Parte Data deposito
DEPOSITO > DOCUMENTI 2016049970 Ricorrente 22/06/2016
MEMORIA DI REPLICA 2016044630 Ricorrente 01/06/2016
DEPOSITO > DOCUMENTI 2016041960 Altre parti 23/05/2016
MEMORIA > DI COSTITUZIONE 2016041955 Altre parti 23/05/2016
MEMORIA > 2016041833 Resistente 21/05/2016
MEMORIA > DI COSTITUZIONE 2016040892 Controinteressato 19/05/2016
ADEMPIMENTO > A INTEGRAZIONE CONTRADDITTORIO 2016005246 Ricorrente 20/01/2016
DEPOSITO > CARTOLINA RICEVIMENTO NOTIFICA 2015093448 Ricorrente 16/12/2015
DEPOSITO > DOCUMENTI 2015093447 Resistente 16/12/2015
MEMORIA > 2015092345 Resistente 12/12/2015
DEPOSITO > DOCUMENTI 2015092375 Resistente 12/12/2015
ATTO > DI COSTITUZIONE 2015091015 Resistente 07/12/2015
DOMANDA > INCIDENTALE SOSPENSIVA 2015087736 Ricorrente 26/11/2015
DOMANDA > FISSAZIONE UDIENZA 2015016987 Ricorrente 26/11/2015
RICORSO 2015087518 Ricorrente 25/11/2015
Recupero dei dati in corso...Discussioni 
     
Data udienza Tipo udienza Esito discussione Relatore Raggruppamento Ordine ruolo
22/06/2016 UDIENZA PUBBLICA DISCUSSO SINATRA Merito 21
16/12/2015 CAMERA DI CONSIGLIO DISCUSSO SINATRA Giudizio Cautelare 22
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Tipo Numero Relatore Data pubblicazione Data udienza Tipo udienza Esiti
ORDINANZA CAUTELARE 201505696 ACHILLE SINATRA 17/12/2015 16/12/2015 CC INTEGRAZIONE DEL CONTRADDITTORIO FISSA UDIENZA PUBBLICA 
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Tipo Numero Relatore Data pubblicazione Esiti
Nessun dato presente

Da: operaio finanziario27/06/2016 22:05:51
Tribunale Amministrativo regionale del Lazio - Roma    


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Dettaglio fascicolo
NRG 201408028
Sezione  3
Data deposito 17/06/2014
Tipologia ORDINARIO

Oggetto ANNULLAMENTO DEL PROVVEDIMENTO PROT. N. 65107/14 CON IL QUALE E' STATO DISPOSTO L'AVVIO DI UN CONCORSO PUBBLICO PER IL CONFERIMENTO DI 403 POSTI DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA

Domanda cautelare monocratica 
Domanda cautelare collegiale S



Elenco parti del fascicolo 
 
  
Tipo Data costituzione Data rinuncia
Ricorrente 17/06/2014  
Resistente 02/07/2014  
Resistente 02/07/2014  
Altre parti    
Recupero dei dati in corso...Atti depositati 
   
Tipo atto Numero Parte Data deposito
ADEMPIMENTO > A INTEGRAZIONE CONTRADDITTORIO 2016024073 Ricorrente 23/03/2016
COMUNICAZIONE > 2016017595 Altre parti 01/03/2016
DOMANDA > RINVIO 2015083590 Resistente 12/11/2015
MEMORIA DI REPLICA 2015078340 Ricorrente 28/10/2015
MEMORIA > DIFENSIVA 2015074712 Ricorrente 16/10/2015
MEMORIA > 2015074789 Resistente 16/10/2015
MOTIVI AGGIUNTI > 2015049400 Ricorrente 18/06/2015
MEMORIA > 2014057488 Resistente 12/07/2014
ATTO > DI COSTITUZIONE 2014054862 Resistente 02/07/2014
DOMANDA > FISSAZIONE UDIENZA 2014009866 Ricorrente 17/06/2014
RICORSO 2014050935 Ricorrente 17/06/2014
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Data udienza Tipo udienza Esito discussione Relatore Raggruppamento Ordine ruolo
22/06/2016 UDIENZA PUBBLICA DISCUSSO BLANDA Merito 6
10/02/2016 UDIENZA PUBBLICA DISCUSSO BLANDA Merito 4
18/11/2015 UDIENZA PUBBLICA RINVIO AD ALTRA DATA SINATRA Merito 17
16/07/2014 CAMERA DI CONSIGLIO DISCUSSO LORIA Giudizio Cautelare 74
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Tipo Numero Relatore Data pubblicazione Data udienza Tipo udienza Esiti
ORDINANZA COLLEGIALE 201602285 VINCENZO BLANDA 22/02/2016 10/02/2016 UP INTEGRAZIONE DEL CONTRADDITTORIO FISSA UDIENZA PUBBLICA 
ORDINANZA CAUTELARE 201403387 EMANUELA LORIA 18/07/2014 16/07/2014 CC RESPINGE 
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Tipo Numero Relatore Data pubblicazione Esiti
Nessun dato presente

Da: operaio finanziario27/06/2016 22:10:12
Tribunale Amministrativo regionale del Lazio - Roma    


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Dettaglio fascicolo
NRG 201605626
Sezione  2T
Data deposito 10/05/2016
Tipologia ORDINARIO

Oggetto ANNULLAMENTO DEI PROVVEDIMENTI DI NOMINA DI COMMISSIONE D'ESAME, DI SOSTITUZIONE DI UN SUO COMPONENTE, DI NOMINA DI CINQUE SOTTOCOMMISSIONI E DI SOSTITUZIONE DI ALCUNI LORO COMPONENTI, RELATIVAMENTE AL CONCORSO A 175 POSTI PER L'ACCESSO ALLA QUALIFICA DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA, IN PROVA, NEL RUOLO DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE

Domanda cautelare monocratica 
Domanda cautelare collegiale S



Elenco parti del fascicolo 
 
  
Tipo Data costituzione Data rinuncia
Ricorrente 10/05/2016  
Resistente 26/05/2016  
Resistente 26/05/2016  
Recupero dei dati in corso...Atti depositati 
   
Tipo atto Numero Parte Data deposito
MEMORIA > 2016047198 Resistente 11/06/2016
ATTO > DI COSTITUZIONE 2016043297 Resistente 26/05/2016
DOMANDA > FISSAZIONE UDIENZA 2016007606 Ricorrente 10/05/2016
RICORSO 2016037782 Ricorrente 10/05/2016
Recupero dei dati in corso...Discussioni 
     
Data udienza Tipo udienza Esito discussione Relatore Raggruppamento Ordine ruolo
14/06/2016 CAMERA DI CONSIGLIO DISCUSSO CAMINITI Giudizio Cautelare 30
Recupero dei dati in corso...Provvedimenti collegiali 
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Tipo Numero Relatore Data pubblicazione Data udienza Tipo udienza Esiti
ORDINANZA CAUTELARE 201603231 MARIANGELA CAMINITI 15/06/2016 14/06/2016 CC RESPINGE 
Recupero dei dati in corso...Provvedimenti monocratici 
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Tipo Numero Relatore Data pubblicazione Esiti
Nessun dato presente

Da: operaio finanziario27/06/2016 22:19:16
La classe operaia si fa in tre. Al top l'aristocrazia della fabbrica digitale
Nel mezzo le tute blu dei reparti fordisti insieme con le cassiere del super.
E al terzo posto gli addetti della logistica e le badanti, in gran parte stranieri

di Dario Di Vico

Non una ma tre. Ormai gli studiosi cominciano a sostenere che di classe operaia ne esiste più d'una e la tendenza alla differenziazione è sempre più veloce. Non basta essere sotto lo stesso capannone per avere una condizione di lavoro omogenea, anzi per molti versi lo schema organizzativo rigido applicato agli operai delle linee di montaggio è più vicino a quello di una cassiera del supermercato o di un addetto al call center di quanto lo sia rispetto alle nuove figure di lavoratore manual-cognitivo che la tecnologia richiede. I cambiamenti investono la qualità del lavoro ma si intravedono processi di distinzione che nel medio periodo investiranno i sistemi di retribuzione, il rapporto con il sindacato e più in generale l'identità. Anche perché nel frattempo si sono sviluppati segmenti del lavoro manuale con caratteristiche in parte nuove dentro settori come la logistica (i facchini) e i servizi alla persona (le badanti) e di conseguenza «le classi operaie sono tre», come sostiene il sociologo Antonio Schizzerotto.
Chance di mobilità professionale
Per ridisegnare una mappa conviene partire dalle novità della tecnologia, dalle imprese che applicano tecniche di lean production e Kaizen per passare a quelle che hanno adottato il sistema Wcm fino ai primi esperimenti di Industria 4.0, tutte richiedono una forza lavoro cognitiva molto coinvolta nei processi di controllo/regolazione delle macchine. In termini quantitativi limitando l'osservazione al settore metalmeccanico (1,5 milioni di addetti) le stime parlano di un 20% medio di dipendenti già entrati nella nuova dimensione professionale, la prima classe operaia. «Sono figure tenute in palmo di mano dai datori di lavoro perché, oltre a interagire con sistemi tecnologici complessi, hanno fatto proprio un concetto di responsabilizzazione â€" dice lo studioso Luciano Pero â€". Quando succede qualcosa questi operai non parlano con il loro capo ma interrogano il sistema e la soluzione che viene fuori fa scuola». Aggiunge il sociologo Daniele Marini: «Quando un imprenditore innova sospinge verso l'alto tutte le professionalità della sua fabbrica. Cambia lo spartito e i codici di comportamento e si crea potenzialmente una chance di mobilità professionale».
Competenze non del tutto riconosciute
Il lavoro si libera dall'ideologia e vincono le persone con le loro competenze individuali. Queste figure operaie già apprezzatissime dovrebbero in un futuro immediato essere ulteriormente motivate ma inquadramenti e paghe non li premiano. Superminimi, ad personam e fuori busta non sono sufficienti a gratificare operai che hanno bisogno di un aggiornamento continuo, sono parte integrante del cambiamento e all'estero vengono pagati di più. Sostiene lo storico dell'impresa Giuseppe Berta: «Spesso macchine da oltre 300 milioni sono controllate da addetti che guadagnano poco più di 1.500 euro e la loro partecipazione non è remunerata». Non si hanno però notizie di frizioni con il sindacato, prevale un comportamento prudente. Sanno che dovranno giocare le loro chance individuali ma temono opposizioni e veti. L'innovazione riguarda un po' tutti i settori ed è difficile oggi descrivere una mappa esauriente ma anche industrie come la siderurgia non sono più quelle di una volta. In passato questa prima classe operaia sarebbe stata definita come una aristocrazia del lavoro, oggi stenta a venire fuori un'identificazione altrettanto precisa, a dimostrazione che si tratta di un processo in corso.
I fordisti legati ai tempi-macchina
La seconda classe operaia è quella che potremmo definire «fordista» con un termine in verità abusato. Sono gli operai delle linee di montaggio che sono cambiate moltissimo in questi anni ma continuano comunque ad avere vincoli organizzativi rigidi e di conseguenza a predeterminare la mansione degli operatori. Gli operai fordisti hanno un salario medio attorno ai 1.350 euro, rappresentano il cuore della partecipazione sindacale e come materia di scambio hanno principalmente la flessibilità. Ogni elemento di discontinuità organizzativa viene di conseguenza negoziato e monetizzato. L'età media è appena sotto i 50 anni e in questa categoria si possono inglobare altre figure come i carrellisti e soprattutto, pur non legati in linea, gli operai delle Pmi. Che spesso lavorano a una macchina singola ma hanno comunque un raggio di professionalità limitato e bisogni formativi ridotti. A caratterizzare il tipo di impegno più che lo stress della partecipazione a processi complessi prevale il vincolo di star dietro ai tempi-macchina, accompagnato in molti casi dalla pura fatica fisica. Non dimentichiamo che a fronte di tante postazioni che sono state automatizzate restano comunque nella manifattura vaste aree che hanno bisogno dell'intervento umano. O quelle che per tipo di applicazione â€" penso all'occhialeria â€" richiedono un'applicazione minuziosa da parte dell'operatore e non sono robotizzabili. È chiaro che questo tipo di classe operaia è più portata a ragionare in termini di egualitarismo e non vede ascensori sociali nei paraggi.
Al secondo posto anche cassiere e operatori dei call center
Se volgiamo l'attenzione fuori della fabbrica tradizionale altre figure fordiste le possiamo rintracciare in settori e modalità di organizzazione come la grande distribuzione. Un grande supermercato ne richiede molte e la più conosciuta è la cassiera, legata anch'essa a una sequenza di operazioni piuttosto rigida. La prevalenza delle donne è forte e l'elemento di flessibilità è legato all'orario (part time). Possiamo inserire nella stessa categoria anche gli operatori dei call center? Le opinioni degli esperti divergono perché se è vero che la risposta al cliente è comunque legata a un tempo-standard e quindi a un vincolo rigido c'è comunque l'elemento di interazione con le persone che rende la mansione meno ripetitiva e più ricca. È interessante però annotare come l'operaio delle linee di montaggio, la cassiera e l'operatore call center abbiano tra di loro elementi di omogeneità superiori a quelli che legano l'operaio cognitivo e quello fordista.
Sul gradino più basso facchini e badanti
Resta la terza classe operaia, il proletariato dei servizi che sta fuori dei cancelli ed è destinato a crescere soprattutto per il peso che assume il settore della logistica. È chiaro che questo segmento riguarda per lo più facchini â€" le stime parlano di 400 mila â€" che lavorano alle dipendenze delle cooperative spurie, al 90% sono extracomunitari (marocchini, tunisini, pachistani) e spesso vengono reclutati grazie a un filtro di caporalato etnico. La loro relazione con il sindacato passa attraverso il contratto nazionale di lavoro â€" tutt'altro che disprezzabile â€" che però viene frequentemente disatteso con forme di dumping che partono dall'applicazione di un livello di inquadramento inferiore (che li porta a prendere 1.050 euro in media). Stiamo parlando di lavori che anche in virtù degli orari di impiego in cui si svolgono sono di fatto invisibili e infatti non ci sono lavori di indagine che li studino. Un altro segmento di lavoro che fa parte del proletariato dei servizi è composto dalle badanti (stima: 200 mila), una mansione che si apprende in una settimana e «spesso è solo erogazione di sforzo fisico», secondo il sociologo Asher Colombo. Per l'80% sono straniere e il loro fordismo è mitigato però dall'impegno psicologico che richiede la cura dell'anziano e la relazione con i parenti. Cosa dimostrano le tre classi operaie? Che i processi di disuguaglianza sono più estesi di quanto si racconti e che siamo solo all'inizio.

17 giugno 2016 Corriere della Sera

Da: ma27/06/2016 22:42:59
Perché non ve ne andate a f....... pezzenti di m......??????????

Da: ROMA LADRONA27/06/2016 23:06:24
L'aristocrazia digitale...a proposito...

Da: anti-antares x ma 27/06/2016 23:48:50
Cio' che hai scritto connota adeguatamente la tua persona...

Da: X dirpubblica28/06/2016 07:31:47
Ho finanziato i ricorsi vorrei delle notizie sugli esiti a chi devo rivolgermi? Posso chiamare in segreteria? Mi sembra assurdo che non venga comunicato niente

Da: ROMA LADRONA28/06/2016 08:50:20
Mi sembra corretto. Chiama

Da: ROMA LADRONA28/06/2016 09:14:01
Sono 60 anni che Giorgio Napolitano insegna ai popoli (non solo il nostro, tutti) come devono e non devono votare. E l'aspetto più frustrante è che, da 60 anni, i popoli (e non solo il nostro, tutti) votano come pare loro, cioè esattamente al contrario di come auspica Giorgio Napolitano. La prima volta è nel 1956, quando il futuro Emerito esorta gli ungheresi in rivolta contro l'Urss ad accogliere con applausi e petali rosa l'Armata rossa entrata in Budapest per «salvare la pace nel mondo». Ma quelli niente, continuano a combattere, pronti a farsi ammazzare pur di non dargli ascolto. Marco Travaglio. Il Fatto.

Da: ROMA LADRONA28/06/2016 09:18:15
Più informazioni su: Fisco, Governo Renzi, PD, Tasse
"Fate presto". E' questo il grido di dolore lanciato da Mario Cavallaro, capo del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, l'organo di autogoverno della categoria. Che negli ultimi mesi è stata travolta da scandali e arresti. E che ora è al centro di un braccio di ferro tra chi vorrebbe inglobare il settore tra le competenze della magistratura ordinaria. E chi, come Cavallaro, ne difende l'autonomia. Ma il rischio è che passata la buriana, gli annunci e la confusione, tutto resti com'è: "Se si vuole cambiare davvero e limitare il rischio di altri scandali bisogna professionalizzare i giudici. Ma servono soldi, altrimenti saranno state solo chiacchiere. Per di più molto pericolose perché producono incertezza".

BALLETTO MILIARDARIO Il presidente della giustizia tributaria insiste: "Qualunque sia la decisione che spetta al governo auspichiamo una soluzione rapida: ballano controversie per 30 miliardi di euro e non so quale Paese possa permettersi di rinunciare ad incassi che in via prudenziale si aggirano intorno ai 15 miliardi", dice Cavallaro a ilfattoquotidiano.it alla vigilia di una serie di confronti istituzionali con il ministero dell'Economia e delle finanze (Mef) e della Giustizia. Eppure del tavolo interministeriale annunciato con grande enfasi si sono perse le tracce. Tanto che Cavallaro, marchigiano senza peli sulla lingua ad un certo punto sbotta: "E chi li ha sentiti più?". Riferimento a Palazzo Chigi che, per ora, non batte un colpo.

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COLPO D'ALA "Credo che la giustizia tributaria debba essere ricondotta sotto l'ala della Presidenza del Consiglio come succede per la giustizia contabile e quella amministrativa. Il nodo fondamentale è però svincolare il settore dalla relazione con il Mef", dice Cavallaro spiegando anche il perché va reciso questo vincolo. "Il ministero delle Finanze è un portatore legittimo degli interessi di una delle parti processuali e cioè quella delle agenzie interessate alla riscossione. Evidentemente ciò è in contraddizione con la funzione di regolamentazione del conflitto che deve essere necessariamente terza. Oggi, invece, ha un controllo diretto sulla giurisdizione oltre che sul personale amministrativo che dovrebbe invece rispondere esclusivamente ai giudici tributari".

FUORI I CONCORSI Ma chi sono esattamente costoro? Al 30 marzo la categoria risulta composta da una pattuglia di 3.186 giudici dei quali 1.584 togati (il 49,7 per cento) "che svolgono l'incarico a mezzo servizio, come secondo lavoro rispetto alle altre giurisdizioni da cui dipendono", spiega Cavallaro. Poi ci sono 1.602 giudici laici (il 50,2 per cento del totale), quelli che sono più spesso finiti nel mirino delle inchieste. "E' stato un anno orribile e purtroppo nessuno può garantire che certi episodi non avvengano più per quanto ci si impegni con le ispezioni e i controlli. L'unico rimedio è passare ad un sistema di giudici professionisti pagati adeguatamente e che svolgano esclusivamente questo mestiere. Se il governo vuole si può riformare il sistema in una paio d'anni. Ma servono risposte subito, magari attraverso la delega fiscale in modo che si possano fare i concorsi e garantire le risorse per qualificare sensibilmente il sistema. Già oggi però vorrei ricordare che i tempi di definizione del contenzioso sono pari ad un anno e mezzo. Sfido la magistratura ordinaria a fare altrettanto".

ORDINARIA INGIUSTIZIA Il riferimento alla giustizia ordinaria non è casuale. Specie dopo che alla Camera due esponenti del Pd  e cioè Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia e David Ermini, che del partito è responsabile per il settore, hanno presentato come primi firmatari un progetto di legge che vorrebbe abolire l'attuale assetto della giustizia tributaria per ricondurla nel perimetro di quella ordinaria. E cancellando con un tratto di penna il Consiglio di presidenza oggi guidato da Cavallaro che, secondo questo schema, non avrebbe più alcuna ragione d'essere. Dal momento che la magistratura ordinaria ha già un suo organo di autogoverno e cioè il Consiglio superiore della magistratura (Csm).

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SIAMO SERI "Più che un progetto di legge è un pastrocchio. E badi  - dice l'avvocato Cavallaro che è maestro di sarcasmo ma solo via social - che non sono preoccupato per la poltrona che occupo: faccio solo notare che per abolire la Commissione tributaria centrale ci sono voluti vent'anni: l'ultimo ricorso è del 1992, ma l'organismo ha lavorato fino al 2014. Se tanto mi dà tanto io starei al mio posto per un bel pezzo. Il problema vero dell'incertezza generata dagli annunci è invece tutto dei contribuenti alle prese con gli accertamenti tributari. E che hanno diritto di sapere quali sono le regole, qual è il giudice di fronte al quale devono difendersi e soprattutto se devono pagare o no. Mi pare il minimo. Quello della riforma della giustizia tributaria è insomma un percorso che richiederebbe maggiore serietà. Anche perché ballano diversi miliardi: mi dicano lorsignori cosa devo dire ai contribuenti della Lombardia dove pendono controversie che pesano per un terzo del valore complessivo del contenzioso italiano. Anche in quella regione cominciano a mancare i giudici, molti sono andati in pensioni e molti altri si stanno dimettendo perché non sanno che fine faranno".

MANDARINI GUASTI Del resto sul progetto di cancellare la giustizia tributaria per sottoporre il contenzioso anche solo quello futuro alla giustizia ordinaria si sono levate già molte critiche. A partire da quella dell'Associazione nazionale magistrati che ha stroncato senza appello il progetto Ferranti-Ermini. Un colpo mortale e forse definitivo alla giustizia civile a detta dell'Anm: "Se si vuole fare sul serio la strada non è questa. Bastano poche cose ma ben pensate. Dovrebbero saperlo tutti", dice Cavallaro: "Io capisco che ci sia qualcuno che accarezzi l'idea di mettere le mani direttamente o indirettamente su una partita così rilevante. Ma si tratta di mandarini che rischiano di trascinarci nel caos".

Da: Bravissimi28/06/2016 11:34:27
Tar Lazio sulle graduatorie della p.a.


Testata: Italia Oggi    

Di Dario Ferrara

Addio alle delibere con cui l'ente pubblico dà il via a un nuovo concorso senza prima pescare fra gli idonei con lo scorrimento delle graduatorie ancora in vigore, peraltro già utilizzate con l'instaurazione di rapporti di lavoro a termine. E ciò perché il decreto «razionalizzazione p.a.» punta a evitare nuove procedure selettive quando nel «bacino» dell'ente esistono profili equivalenti cui attingere: sbaglia allora l'istituto quando lancia il nuovo concorso sostenendo che non c'è una «perfetta identità» fra le professionalità necessarie e quelle già sussistenti, dal momento che l'equivalenza risulta sufficiente in proposito. È quanto emerge dalla sentenza 7254/16, pubblicata il 21 giugno dalla sezione terza bis del Tar Lazio.

Controllori perplessi

Accolto il ricorso di due ricercatori a tempo determinato difesi dagli avvocati Sergio Fiorenzano e Paolo Mauriello. Nel 2010 i due lavoratori partecipano a un concorso nazionale per soli tre posti e risultano idonei non vincitori, piazzandosi al sedicesimo e al diciassettesimo posto. Ma poi il consiglio d'amministrazione dell'istituto dà il via a un mega-piano di assunzioni sulla base del dl istruzione, il decreto legge 104/13. Il punto è che l'ente avrebbe dovuto guardare alle professionalità già ritenute idonee prima di emanare bandi per la selezione di profili che risultano in sostanza analoghi. La scelta del nuovo concorso, infatti, non convince fino in fondo anche i controllori interni ed esterni, vale a dire il collegio dei revisori e lo stesso dipartimento della Funzione pubblica.

Effettiva carenza

Dopo il dl 101/13, invero, l'ente deve motivare l'effettiva carenza di profili lavorativi prima di mettere in moto ulteriori e onerose selezioni. Oggi i due ricercatori con il contratto a termine risultano adibiti in pratica a mansioni equivalenti a quelle messe a concorso con il piano assunzioni. E in effetti, osservano i giudici amministrativi, la decisione di aprire un'ulteriore tornata di selezione si rivela «sostanzialmente non motivabile» visto che le figure richieste e quelle disponibili appaiono «tendenzialmente» prevalente sovrapponibili.

Da: ROMA LADRONA28/06/2016 15:19:34
La Corte dei Conti ha registrato il DM comma 165 anno 2014. IL DM IN ANTEPRIMA !

A giorni la convocazione al MEF per l'accordo di ripartizione delle somme al personale del Ministero.
Per le Agenzie fiscali,  dove le somme del comma 165 confluiscono nei Fondi di produttività, la FLP ha sollecitato i Direttori del personale alla convocazione delle riunioni per la definizione degli accordi complessivi dei Fondi 2014.

Da: ROMA LADRONA28/06/2016 19:45:19
VIVIAMO L'EPOCA DEL MEDIOCRE - IL MONDO DOMINATO DAI MEDIOCRAZIA: UN SAGGIO DI ALAIN DENEAULT DENUNCIA IL PREDOMINIO, NEGLI ATENEI COME NELLE STANZE DEI BOTTONI, DI UN ESERCITO DI PECORONI, PERSONE MEDIAMENTE INFORMATE, ASSIMILATE, PIGRE E SBIADITE (MA CHE E' IL RITRATTO DI RENZI?)

Le prestigiose università degli Stati Uniti sfornano un gregge di conformisti senza talento, persone destinate a occupare posti chiave nella società ma prive di curiosità, coraggio e incapaci di esercitare il pensiero critico…

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ALAIN DENEAULT
ALAIN DENEAULT
Curiosità, coraggio, talento? No, per essere cooptati, nelle imprese come nelle organizzazioni e nei posti decisionali, vince il conformismo, denuncia in un saggio il filosofo canadese Alain Deneault.

Il primo allarme era venuto dagli Stati Uniti: le prestigiose università della Ivy League, quelle da cinquantamila dollari l' anno (retta più vitto e alloggio) sfornano «pecoroni di eccellenza», un gregge di conformisti, un' élite - ci mancherebbe - preparata e competente ma incapace di «curiosità, ribellione, coraggio morale, stravaganza appassionata», aveva tuonato poco più di un anno fa in un polemicissimo pamphlet William Deresiewicz, professore scartato sì da Yale, ma appassionatamente informato di quel che succede lì.
DENEAULT MEDIOCRATIE
DENEAULT MEDIOCRATIE

Adesso a puntare il dito contro il conformismo vincente è un altro autore sempre dal continente americano. Il filosofo canadese Alain Deneault ha da poco pubblicato un saggio (non ancora tradotto in Italia) dal titolo eloquente: La Médiocratie (La Mediocrazia, edizioni Lux). Dov' è finito il genio? Il talento e il pensiero critico e scomodo sono scomparsi? Le idee luminose ma per questo anche fastidiose non sono più apprezzate.

L' audacia delle scoperte sgradita, schiacciata dall'«estremismo del centro», della normalità. Se Deneault ha ragione saremmo già sprofondati in un nuovo modello socio-economico fondato sul predominio sociale e culturale dei «mediocri». O, forse sarebbe meglio chiamarli, i «mediani», nel senso di persone che sono mediamente competenti, mediamente informate e mediamente esperte. In altre parole normali. Ma proprio per questo assimilate, pigre, sbiadite.
WILLIAM DERESIEWICZ
WILLIAM DERESIEWICZ

Cooptate, nelle imprese come nelle organizzazioni e nei posti decisionali, non tanto per le loro doti ma perché leali e affidabili, certamente esperte ma noiose, che fanno funzionare gli ingranaggi meglio di colleghi magari talentuosi ma fuori dagli schemi e dunque inaccettabili.

È una rivisitazione del principio di Peter (in una gerarchia ognuno arriva svolgere il lavoro per cui è incompetente) adattata al nuovo millennio quella contenuta nel Médiocratie di Deneault, un modello che porta secondo l' autore alla corruzione e alla disintegrazione della società.
MASSIMILIANO BUCCHI
MASSIMILIANO BUCCHI

Una visione poco meno catastrofica di altra letteratura sull' argomento, che va da Flaubert a Marinetti fino al filone fantascientifico con il racconto «Null-P» di William Tenn, dell' inizio degli anni Cinquanta, che comincia con l' individuazione del modello dell' uomo medio e finisce con l' estinzione - nell' indifferenza dell' Universo - dell' umanità.

Nel caso di Deresiewicz e di Deneault il dito è puntato innanzitutto contro il sistema educativo, le Università in primis che tendono, a loro avviso, a sfornare esperti di problem solving «disposti a compromessi pur di essere invitati al tavolo d' onore», fornitori di legittimità scientifica a chi li paga.
MASSIMILIANO BUCCHI PER UN PUGNO DI IDEE
MASSIMILIANO BUCCHI PER UN PUGNO DI IDEE

Un tema che non è estraneo al dibattito nell' Università italiana e che spazia dalla critica ai sistemi rigidi di valutazione, come dimostra anche l' ultima ricerca pubblicata da Vincenzo Nesi della Sapienza, alla discussione sullo scopo stesso degli studi universitari.
Ma neppure alla politica come si legge nel saggio di Andrea Mattozzi dell' European University Institute di Firenze e Antonio Merlo della Rice University di Houston: hanno dimostrato che i partiti possono scientemente scegliere di non ingaggiare i politici migliori per vincere le elezioni.

WILLIAM TENN
WILLIAM TENN
Giudizi, questi sulla mediocrazia, invece un po' troppo generici e tranchant secondo Massimiano Bucchi, professore di sociologia della scienza a Trento e autore del saggio «Per un pugno di idee, storie di innovazioni che hanno cambiato la nostra vita» (Bompiani): «È vero che oggi le istituzioni specialmente quelle scientifiche sono diventate sistemi molto grandi e complessi e devono poter funzionare a prescindere da chi c' è in quel momento.

Ma non dobbiamo sottovalutare il fatto che siamo passati da una comunità scientifica di pochi scienziati a una professione, quella della ricerca scientifica, che riguarda ormai milioni di persone.

E dunque io sono più d' accordo con Robert Merton quando sostiene che certe scoperte scientifiche sono inevitabili in un dato momento storico, che il genio che le interpreta è sì un acceleratore necessario ma il progresso ha uno sviluppo di sistema». Senza Albert Einstein la teoria della relatività si sarebbe scoperta lo stesso? «Probabilmente se la relatività non l' avesse scoperta Einstein l' avrebbe ricavata qualcun altro qualche anno dopo».

Da: Johnny Pot29/06/2016 07:42:18
Stiamo organizzando un comitato che avrà l'ingrato compito di esercitare un'azione di lobbing in parlamento, appunto per sensibilizzare le forze politiche sulla necessità di rendere le pot a tempo indeterminato visto il delicato ruolo che svolgono. Chi volesse appoggiare la nostra campagna di sensibilizzazione ci contattati sul nostro sito web www.jhonnypotforever.net.

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