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Quanti di voi sono avvocati ma hanno lasciato per un concorso pubblico?
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Da: A 36 anni | 28/08/2019 09:49:39 |
Senza altra esperienza che quella degli studi legali l'unica alternativa è vincere un concorso pubblico, pure per diplomati (comuni e comunelli ne fanno di tanto in tanto). Almeno dopo avrai la tranquillità di lavorare a orario fisso, senza responsabilità (o quasi), che nessuno ti manderà a casa da un momento all'altro e avrai uno stipendio dignitoso con tutte le tutele del caso. Io ho lasciato perdere la professione subito dopo l'abilitazione visto che la massima prospettiva era percepire 900euro lordi/mese per 10 ore minimo in studio. L'unico che guadagnava bene era il titolare dello studio (una specie di truffatore spennapolli che si intascava i soldi di gente disperata per fare cause inutili e dannose). Insomma, uno schifoso che tra l'altro pagava pure in ritardo. Roba da radiarlo dall'albo ma, ovviamente, in Italia è un'utopia a meno che non uccidi qualcuno (un altro avvocato, altrimenti manco per omicidio ti radiano). Leggevo sopra che qualcuno incitava alla rivolta: mi associo, è l'unica vera strada. Tutte le soluzioni alternative proposte qui sono solo un rimedio alla mancanza di una disciplina che tuteli i giovani avvocati. Se ne parla da anni e nessuno fa nulla, manco parlarne debitamente. | |
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Da: A riprova | 28/08/2019 11:00:58 |
Questo è la sintesi finale del report di Anpal servizi sui laureati del gruppo giuridico (2018). I laureati di II livello del Gruppo Giuridico, invece, mostrano alcune difficoltà nel processo di inserimento lavorativo. Per tale tipologia di laurea, il tasso di occupazione è il più basso tra tutti i Gruppi Disciplinari, così come maggiori sono i tempi di attesa per la prima opportunità lavorativa, considerando anche il tempo necessario al conseguimento dell'abilitazione. Spesso l'occasione lavorativa è frutto della libera iniziativa del laureato e dunque della scelta di intraprendere un lavoro autonomo: il 57,2%, infatti, è occupato come indipendente. Come è naturale attendersi, solo una piccola quota ha ottenuto un contratto alle dipendenze (29,0%) e poco più di un laureato occupato dipendente su due può contare su un contratto a tempo indeterminato. Con riferimento alla retribuzione, i laureati di II livello percepiscono una remunerazione che è la più bassa in assoluto se posta a confronto con quella degli altri Gruppi Disciplinari. Ciò si spiega in parte con il fatto che le retribuzioni stimate fanno riferimento a condizioni lavorative ad inizio carriera e che spesso coincidono con il percorso necessario al conseguimento dell'abilitazione all'esercizio della professione. Inoltre, a quattro anni dal conseguimento del titolo, più di un laureato magistrale su quattro non lavora e non studia. Le più penalizzate sono le donne. Tra tutti i Gruppi Disciplinari di II livello, il Gruppo Giuridico registra non solo il più basso tasso di occupazione femminile, ma anche il più elevato gap di genere in termini occupazionali. Inoltre, una volta trovata un'occupazione, le donne guadagnano il 16,2% in meno degli uomini. Per i laureati occupati di II livello, l'analisi della coerenza tra titolo di studio e lavoro svolto mostra come più di otto laureati su dieci sono impiegati in posizioni high skill. Se consideriamo poi la percezione soggettiva, due laureati occupati su tre dichiarano di svolgere un lavoro coerente al titolo di studio. Quest'ultimo dato positivo è spiegabile in virtù di un'elevata soddisfazione manifestata dai laureati di II livello per le conoscenze acquisite all'Università, superiore a quella espressa dalla media dei laureati degli altri Gruppi Disciplinari (43,0% vs 39,4%). La maggiore insoddisfazione, di contro, si rileva per le prospettive di stabilità e di sicurezza sul lavoro e per il trattamento economico. | |
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Da: ... x a riprova | 28/08/2019 11:17:06 |
Per forza, affidarsi un avvocato donna, nella maggior parte dei casi, per il cliente è la rovina: spesso la collega sfogherà un' inutile aggressività di tipo isterico su controparte, sul suo avvocato, sui cancellieri, ecc. ... precludendo al proprio cliente di raggiungere una composizione della controversia, fino al giudizio di riassunzione dalla Cassazione. Tra l'altro, riuscirà a trasformare pure una separazione consensuale in giudiziale ... Anche perchè è solitamente una zittella di circa 50 anni, che odia il genere umano! Anche gli uomini sono divenuti pericolosi: se annusano ingenuità, aperta fiducia e la presenza di denaro ... oggidì incardinano una molteplicità di cause senza senso. Vedasi i gruppi di concorsi, dove c'è sempre l'avvocato miaconosciuto che offre ricorsi di gruppo, a prezzi stracciati, contro i bandi di concorso (come se al TAR lo stessero pure ad ascoltare). Vi avviso che - per gli appassionati di diritto del lavoro - oggi è uscito un bando da 1400 posti ad Inps, Inail e Dpl. | |
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Da: Tanto valeva | 29/08/2019 10:06:58 |
Andare a fare il commesso appena diplomato, a parità di ore di lavoro almeno adesso questi sedicenti avvocati non farebbero la fame o non sarebbero ancora mantenuti dai genitori. Un commesso piglia tra i 900 e i 1100 euro netti in busta, l'avvocaticchio prende quella cifra lorda (e magari pagata pure tardi). E se la cifra è quella deve pure dire grazie. Senza contare le varie assicurazioni e la vampirica Cassa forense che mette le mani nelle tasche delle giacche logore degli avvocazzi per pagare le pensioni d'oro dei vecchi azzeccagarbugli ormai in pensione. Un avvocato oggi deve invidiare le entrate di un qualunque cazzo di commesso, senza studi o qualifiche, che può almeno vantarsi di mantenersi da solo. E cosa fanno gli avvocatucoli negli studietti più o meno grandi? Ovvio, stanno zitti e muti e ringraziano mendicando il rimborso spese del padroncino! Pigliarlo nel culo e ringraziare. Ecco cosa fanno! | |
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Da: Un consiglio | 29/08/2019 11:28:22 |
Ragazzi...ma si sa da anni che è così. Giurisprudenza non apre più niente e le università non si adeguano (forse quelle private perché in fondo sono interessate a vendere un prodotto formativo a prezzi stellari e quindi è loro primo dovere innovare l'offerta). Consiglio vivamente di leggere "Muovete il culo" di A. Forchielli e di divulgarlo a tutti quelli che conoscete. Un libercolo febbrile di circa 130 pagine che disegna, tra le altre cose, un quadro chiaro di come gli studenti operano la propria scelta universitaria e di come nessuno li indirizzo adeguatamente. Io personalmente sono andato a distribuire all'ingresso della segreteria della mia università le statistiche Almalaurea: almeno mi sono sentito utile a qualcuno. E di ragazzi senza la minima idea di cosa studiare e perché ce ne sono parecchi, fidatevi. | |
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Da: 123abc | 29/08/2019 14:41:20 |
Ma è ovvio! A 13 anni ti viene chiesto cosa vuoi fare. Tu non lo sai, tu non vuoi studiare perché a nessuno piace. Quindi che fai? Intraprendi la strada dell'amichetto, o ti convinci che una determinata scuola possa fare per te, purtroppo basandoti su puro istinto e qualche dettaglio che noti nella breve e inutile visita della scuola. A 19 anni il discorso non cambia. Lì puoi scegliere: o inizi a lavorare (ahahahaha), o ti crei un lavoro, o continui a studiare. Il problema è che tu a 19 anni non sai nemmeno se ti piace il caffè oppure no. Non sai nulla! Non sai cosa vuoi, ma ne puoi avere una vaga idea. E allora che fai? Segui quell'idea. Io all'epoca ho scelto ciò che volevano i miei poiché la mia strada era quella "ribelle", era la "cattiva scelta". Un po' come la giovane che sogna di diventare una famosa cantante, per me era così ma nell'ambito della programmazione. A 19 anni non sai cosa vuoi ma devi scegliere praticamente la tua vita. Se sbagli, l'unica tua via è quella di mettere da parte l'orgoglio e cambiare percorso. Il neoabilitato a volte lo fa. Il fatto è che le tariffe minime non andavano tolte. L'albo andrebbe reso a numero chiuso. L'esame post-tirocinio andrebbe rimosso a favore di un percorso simile a quelli dei colleghi inglesi (2 anni di tirocinio e nessun esame). Dal lato suo Giurisprudenza va completamente rivista e ripensata: 2 anni generici e uguali per tutti; poi la scelta tra 3 specializzazioni (avvocatura e magistratura, notariato, internazionale); ultimo anno di pratica svolto facendo tirocinio. Poi 24 mesi di pratica forense, nessun esame e automatico conseguimento dell'abilitazione. Arrivi a 27-28 anni, nel migliore dei casi, ma almeno è un percorso certo. | |
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Da: ... perchè vuoi abolire l''esame?!? | 29/08/2019 16:35:18 |
... gli scritti dell'esame d'avvocato sono l'unica cosa che ha una parvenze di fondatezza nella professione. Perchè abrogarli?!? Da quelli capisci chi sa scrivere un po' in italiano; e chi sa leggere una sentenza (l'esame, infatti, si supera con un'impostazione casistica, tipica dei paesi di common law; non certo mandandosi a memoria il Bianca). L'orale - di per sè - è quasi ridicolo: 2 domande sulla deontologia più ipocrita del mondo (in genere, "quando puoi denunciare il tuo cliente" e la "pubblicità dello studio"), nonchè una di procedura (come incardini un giudizio dal g.d.p o la notifica dell'appello); con il resto delle domande su materie a scelta, spesso ridicole (ecclesiastico ed internazionale) od ignote pure alla commissione (il diritto tributario si riduce sempre all'emissione di fattura e alla sua registrazione). Cosa c'è di così difficile in un simile esame?!? Un concorso da cancelliere è 3 volte più difficile. A non funzionare è l'università, dove non c'è numero chiuso, dove puoi fare 5 esami di diritto romano, più uno di diritto medioevale ed uno delle codificazioni moderne (trasformando il corso di laurea in giurisprudenza, in un corso di storia); da dove tutti escono convinti che "il diritto civile" serva a qualcosa. Il diritto civile lo sanno tutti perchè e uguale dai tempi di Paolo ed Ulpiano e, quindi, costituisce solo le basi per studi più approfonditi (che non verranno mai fatti). Se uno non vuole radicalmente cambiare l'università è necessario mettere il numero chiuso: sia per chi fa l'università, sia per gli avvocati. Nel 2001, quando iniziai la pratica, mi ricordo ancora di un vecchio collega di 83 anni: lui lo diceva sempre che,,nel 1948, l'esame da avvocati era come un vero concorso: vi era un numero massimo di posti e venivano messi in palio solo quelli vacanti. Così si risolveva - già allora - il problema. | |
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Da: eccellenza notarizia | 29/08/2019 21:42:49 |
Il sistema inglese o americano è tutto un altro mondo. L'università è molto più seria, ma anche più costosa e a numero chiuso. Gli avvocati rispetto alla popolazione sono un decimo di quelli italiani. Il giudice è elettivo e per i suoi sbagli paga personalmente e viene mandato a casa. La mia categoria non esiste, il mio lavoro lo fanno gli avvocati. Se qualcuno truffa un altra persona, fa ad esempio un atto di vendita falso, o un testamento falso, in tre mesi si arriva alla sentenza di condanna. La pena è certa ed ha finalità di retribuzione della condotta illecita anzichè risocializativa. In Usa si applica anche la sedia elettrica. | |
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Da: CHE SCHIFO | 31/08/2019 21:43:44 |
Tra i grandi paesi dell'Unione Europea l'Italia è quello che ha meno scienziati e ingegneri, superata nettamente da Regno Unito, Germania e Francia, ma anche da Stati membri più piccoli come Spagna e Polonia. Lo rivelano alcuni dati pubblicati da Eurostat relativi al 2018. https://www.repubblica.it/scienze/2019/08/30/news/eurostat_italia_grande_paese_con_meno_scienziati_e_ingegneri_nell_unione_europea-234708075/?ref=RHPPLF-BH-I0-C4-P14-S1.4-T1 Mentre siamo i primi per numero di avvocati. | |
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Da: Nuovo programma di governo | 03/09/2019 14:09:51 |
Al punto 2 del neo pubblicato programma di governo giallo rosso si legge: "Occorre:... d) individuare il giusto compenso anche per i lavoratori non dipendenti, al fine di evitare forme di abuso e di sfruttamento in particolare a danno dei giovani professionisti;.... Ragazzi, se mai si formasse questo governo io un po' di pressione fossi in voi la farei. | |
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Da: 9 euro all''ora | 03/09/2019 15:04:40 |
Se Di Maio fosse riuscito a farsi dare 9,00 euro all'ora, ci sarebbe andato pure lui in studio legale (invece di vendere bibite al San Paolo). 😂 Del resto, la pratica legale può essere iniziata anche quando ti mancano 4-5 esami per laurearti ... La realtà è che andrebbe imposto pure l'obbligo di concludere il contratto di collaborazione per iscritto ... ed, inoltre, servirebbe prescrivere l'obbligo di rilevazione automatica delle presenze. Con la sanzione che, se il collaboratore è in ufficio dopo avere badgiatto e si fa male, l'assicurazione professionale del dominus non copre il sinistro! Tutto il resto è mero flatus voci. | |
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Da: Serie B | 04/09/2019 10:53:35 |
Stamattina si parla del numero chiuso a medicina e delle professioni sanitarie. Gente che (stupidamente) protesta per toglierlo quando è ovvio che se è una laurea che ancora funziona è anche grazie al numero chiuso. Giurisprudenza per dirla in termini calcistici è diventata una laurea di serie B che si può regalare a cani e porci, senza selezione e senza programmazione. Per forza che non vale nulla. Ragazzi muovete le chiappe per ridare lustro a questo percorso di studi oppure fate in modo che naufraghi del tutto per poi essere ricostruito. | |
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Da: Elijah392 | 05/09/2019 17:41:03 |
Secondo me la nostra generazione ha fatto un errore di valutazione. Non ha considerato che fino a 25/30 anni fa professioni come l'ingegnere, l'avvocato, il commercialista, l'architetto o comunque il libero professionista laureato (escludendo quindi geometri etc.) erano quasi esclusivamente svolte da persone che provenivano già da contesti socio-economici elevati o anche molto elevati. Gente, insomma, che già poteva permettersi un tenore di vita alto a prescindere grazie agli averi di famiglia. Tutto ciò però ha falsato, nell'immaginario collettivo, la percezione dei reali guadagni di queste professioni, non permettendo più di distinguere fino a che punto l'agiatezza di chi le svolgeva fosse dovuta ai proventi della professione o piuttosto anche, e forse soprattutto, alle già agiate condizioni economiche di partenza di chi le esercitava. Con la conseguenza di avere sovrastimato, e forse anche di un bel po', questi guadagni e soprattutto con la conseguenza che appena l'università ha cominciato a diventare alla portata di tutti ci siamo riversati negli atenei pensando di arricchirci diventando tutti avvocati, architetti, ecc. ma scontrandoci poi con la realtà dei fatti, e capendo che in realtà non è per niente facile rendere veramente lucrative queste professioni e che non basta solo aver raggiunto il titolo per avere gloria e soldi. Anzi, la parte più difficile arriva dopo, quando ti accorgi che anche se sei bravo, preparato, hai il giusto carisma e tutte le caratteristiche caratteriali per svolgere la libera professione (che non è per tutti, ricordiamolo), il vero problema è che nella stragrande maggioranza dei casi, se non hai sponsor o agganci di qualsiasi tipo, avrai a che fare con clienti farabutti che non vogliono pagare, gente squattrinata che vuole solo scroccarti pareri, clienti ricchi dal braccino cortissimo per i quali, per far tirare fuori anche solo i soldi per le spese vive devi letteralmente buttare il sangue ecc. ecc. E a quel punto pensi che sarebbe stato meglio andare a lavorare in fabbrica, avresti guadagnato di più e ti saresti stancato di meno, invece che arrivare a 35-40 anni con poco in mano solo per inseguire un'illusione nata negli anni 70-80 del secolo scorso. | |
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Da: Negli anni ''80 | 05/09/2019 21:18:06 |
... un avvocato di 40 anni poteva fatturare anche 90 milioni di lire annui (e all'epoca, non erano pochi): ciò sia perchè i professionisti erano 70-80.000 in tutta Italia, sia perchè il denaro all'epoca girava. Adesso di denaro ne gira pochissimo e gli avvocati / praticanti sono circa 306.000. Certo, se l'ascensore sociale è bloccato e il fenomeno dei c.d. "laureati-contadini" - figli di agricoltori che si elevavano socialmente, grazie ai risparmi del padre ed allo studio personale - non esiste più, perdere tempo dietro alle libere professioni diventa del tutto controproducente (per chi non abbia solide "basi" familiari)! Ma non pensiate che fare un lavoro da non laureati possa essere ancora possibile nei tempi a venire: magari, quando sei giovane, ti tengono pure ... ma prova tu a caricare/scaricare dei camion a 50 anni. Con la concorrenza di milioni di ventenni "palestrati" fatti venire dall'Africa al fine primario di creare deflazione salariale ... Sarebbe preferibile riuscire a scegliere bene il percorso di studio a 19 anni, lasciando stare certe facoltà desuete! Una persona di umili origini che ci finisca dentro si rovina la vita con le sue mani ... Per una donna, poi, è un disastro: arriva alla menopausa prima di guadagnare 1.000 euro netti al mese! Per chi vi e rimasto giá invischiato, c'è sempre la soluzione di andare "a lavare i piatti a Londra, o Berlino": non credete nè alle balle di chi dice che ci va perchè fa carriera e soldi, nè alla versione di Fusaro per cui gli espatriati sarebbero degli "euroinomani" impenitenti. La maggior parte della gente ci va per sfuggire ai creditori: nelle cittá universitarie del nord è pieno di studenti fuori sede che non pagano la pigione di casa ... ed il modo più comodo per sfuggire ai decreti ingiuntivi è scappare all'estero. | |
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Da: Ale1204 | 12/09/2019 09:40:45 |
Sono diventato Avvocato 2018 e, ciononostante, percepivo una retribuzione di 1200 euro lordi. Al netto se andava bene erano 900 euro al mese. Una vergogna. Ovviamente senza tutele né orario. Ho preso e me ne sono andato e ora sto cercando opportunità fuori dal contesto degli studi legali. Nulla di speciale, è la situazione di quasi tutti i neo professionisti. Talmente diffusa che crediamo sia normale. Questo mi sembra incredibile. Però stiamo tutti, o quasi tutti, zitti e ci facciamo calpestare come nulla fosse, con la speranza che un giorno le cose andranno diversamente. Come si fa a impostare una vita dignitosa con uno stipendio che se rapportato all'orario di lavoro equivale praticamente a capolarato, senza la benché minima tutela ( mi dovevo considerare fortunato perché avevo le ferie retribuite, molti no, come se si trattasse di una concessione e non di un diritto costituzionalmente garantito). Tutto ciò è il segreto di pulcinella, tutti lo sappiamo ma preferiamo tacere e aggrapparci al culo del titolare dello studio. Mi ricorda lo scandalo Bellomo: tutti, ma dico tutti, quelli che frequentavano il mondo dei corsi per il concorso sapevano dei contratti di Bellomo, ma nessuno ha mai detto ne fatto nulla, fino a quando non è scoppiato lo scandalo. Questo per dire che se siamo in questa situazione, dobbiamo anche noi fare un po di autocritica. Concludo con una proposta. Ma se tutti i praticanti non pagati o sotto pagati e i professionisti sfruttati e alle dipendenze ( perché di questo si tratta, non certo di liberi professionisti) dei titolari di studio protestassero civilmente, con un'astensione dal lavoro, quanto durerebbero questi fantomatici studi. Il mio titolare, per dire, non sapeva nemmeno usare la consolle, perché tanto c'eravamo noi. Scusate se mi sono dilungato. | |
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Da: Nel mondo lavorativo | 13/09/2019 10:40:33 |
... è normale che il datore di lavoro non sappia usare gli strumenti informatici. Il ruolo del datore di lavoro è quello di procacciare clientela e/o commesse e, quindi, sostanzialmente si occupa di "relazioni pubbliche". Anche pensare che dal giudice di pace e/o avanti al tribunale monocratico si vinca per ciò che si scrive, è assolutamente "ingenuo": può accadere, se controparte è difeso da un "signor nessuno"; ma in genere, non funziona affatto così. Si vince in base al "nome" del professionista e alla sua capacità di creare contatti: quindi, per il professionista/imprenditore è più importante frequentare il golf club (o il tiro a segno) dove vanno pure i potenziali clienti e/o il giudice, piuttosto che stare in studio "a scrivere" al computer. Altrimenti, perchè la gente spenderebbe più di 5.000 euro l'anno, per stare iscritti al Rotary (o al Lions) club?!? Non avrebbe alcun senso: le riunioni sono noiose, si mangia male (e si rimorchiano, al limite, solo delle milf giá passate). Uno "sciopero" dei collaboratori degli studi legali non è materialmente possibile, e per un duplice ordine di ragione: 1 - Perchè è un lavoro principalmente di relazioni pubbliche e, per le specifiche modalità organizzative di tale attività, uno sciopero non ha effetti rilevanti (se il ricorso per separazione lo depositi dopo 2 mesi; non accade nulla). Infatti chi ha mai visto un agente di commercio fare sciopero? Se dal cliente ci vai venerdì, invece di lunedì, al tuo mandante che cosa cambia? 2 - ci sono troppi professionisti: avvocati e praticanti sono presenti in un numero di almeno 4 volte quello necessario. Per agire sul punto due, serve il numero chiuso (sia per l'iscrizione alla facoltà, sia per quella all'Albo); sul punto 1 si può agire solo marginalmente, in via legislativa, introducendo la figura del "procuratore dipendente". È chiaro che, se anche fosse possibile esertira come impiegati di una law firm, il titolare dello studio non potrebbe essere costretto ad assumere un dipendente, ben potendo scegliere una partita Iva (come succede nell'edilizia, ove un muratore può essere sia autonomo, che dipendente). Ma, a quel punto, per chi accetta di lavorare a partita iva, i compensi aumenterebbero ... Non vi è altra strada, e non è neppure una strada breve: i medici hanno avuto una simil crisi alla fine degli anni '70; e ne sono usciti a fine anni '90. 25 anni sono tanti, perchè chi è entrato oggi possa beneficiare di eventuali riforme. | |
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Da: Ale1204 | 13/09/2019 13:31:26 |
Ho letto attentamente quello che hai scritto e sono d accordo su molte cose che hai detto, ma non su tutto. Dire che uno sciopero è materialmente impossibile è un non senso, soprattutto con le motivazioni che hai fornito. La professione è continua e poco importa che se sciopero oggi, l atto scade tra due mesi perché oggi potrebbe esserci una scadenza di due mesi prima. Non accetto l idea del materialmente impossibile perché facendo le cose con merito e ragionate tutto è possibile. Mi sembra una facile scorciatoia per non agire. Del resto basta volgere lo sguardo ai tanto odiati cugini francesi per rendersi conto che storicamente le battaglie le hanno fatte e continuano a farle, sovente con risultati. Manca lo spirito di comunanza e il dire " tanto non è possibile" o "tanto non cambia nienre" è fin troppo agevole. Sono d accordo sul fatto che forse non porterebbe risultati apprezzabili sul breve periodo considerato il numero rilevante di professionisti, ma potrebbe accendere anche nell'opinione pubblica una consapevolezza che mi pare inesistente al momento. | |
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Da: I tempi | 13/09/2019 15:04:42 |
Di un'eventuale riforma legislativa sarebbero più corti oggi rispetto a una volta. Oggi abbiamo il diritto dell'UE a livelli avanzati e abbiamo possibilità tecnologiche di comunicazione un tempo inesistenti. Adagiarsi e non agire mai è totalmente controproducente: da qualche parte si deve partire per cambiare le cose. Se non agiamo mai le cose rimarranno così come sono e altri giovani rimarranno fregati da un sistema che li sfrutta nel peggiore dei modi anziché tutelarli. Gente, la ricchezza e il welfare non vengono redistribuiti da soli, ci vogliono le picconate! Farsi sentire, urlare in piazza, essere costanti, chiedere tutele e sì, anche scioperare, pur se questo per molti significherebbe perdere il lavoro. È imbarazzante che le nuove generazioni di giuristi accettino acriticamente un sistema che li sfrutta in questa maniera e che li costringe a un eterno precariato. Con uno sciopero organizzato coi crismi gli studi legali li paralizzi: chi scrive l'atto che scade domani? Chi va in cancelleria a chiedere e ritirare le copie facendosi ore di fila? Chi va a chiedere il rinvio al giudice aspettando ore in piedi in aula? Chi deposita gli atti se il dominus (lo scemo titolare) non sa usare ma consolle? Gli studi hanno BISOGNO di gente che lavora ma non li vogliono pagare e si approfittano di un vuoto normativo. Purtroppo siamo troppi, e il ricambio e semplice in assenza di tutele. Ma si possono cambiare le cose! Basta l'impegno! Tirate fuori le palle, fatevi valere! Cagategli in testa a quello stronzo/a che vi paga nulla per il vostro lavoro! | |
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Da: 3000 euro al mese per un | 13/09/2019 15:19:25 |
avvocato di 40 anni e' buono come cifra? parlo di titolare di studio. | |
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Da: ................ | 13/09/2019 15:59:41 |
TOLTE LE SPESE? | |
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Da: 3000 euro al mese ..... | 13/09/2019 16:00:40 |
netti netti | |
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Da: Lo stakanov | 13/09/2019 22:41:44 |
Che ha talmente tanto tempo da buttare che scrive su forum tipo questo. Altro che 3000 netti. | |
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Da: 3000 | 14/09/2019 22:13:17 |
... pedate nel culo all'anno, prendi! 😂😂😂 | |
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Da: per come la vedo io | 17/09/2019 11:02:49 |
Non battere i piedi significa sottostare al sistema così come ve lo hanno imposto. Non reagire significa accettarlo passivamente. Facendo due considerazioni: scioperi: zero, proteste di altra natura: zero, media che informino della situazione: pochi e con scarsa visibilità, rappresentanze di categoria: dio ce ne scampi, voi oltre a scrivere qui non fate un beneamato. Cosa pretendete che cambi? Allocchi | |
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Da: bhe 3000 mensili netti | 17/09/2019 11:16:59 |
non e'molto per un professionista | |
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Da: Max Cumb | 18/09/2019 09:32:41 |
Dalla mia esperienza. La mia collega guadagna 45000 euro lordi l'anno, uscita di casa a 50 anni, ha in essere un fido in banca per poter pagare (rateizzate) iva e varie tasse. | |
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Da: ... 45 euro lordi | 18/09/2019 19:06:20 |
Non sono pochi, ma - se va bene - tolti tutti i costi rimangono sui 20.000 euro netti. Il problema è che a 50 anni uno/a è ormai vecchio/a : sia per avere una famiglia, sia per comprare casa, sia - eventualmente - per divertirsi. Per avere un senso, un professionista dovrebbe fatturare 45.000 euro a 35-36 anni: altrimenti, sta buttando via la sua vita. | |
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Da: Boh | 18/09/2019 23:16:19 |
45 euro lordi ma che cazzo dici. 45000 euro a 35 anni? Ma sei serio? In quale pianeta vivi? | |
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Da: ... x boh | 19/09/2019 08:58:49 |
Non in marucconia, da dove evidentemente vieni te. Professioni serie (come il medico, l'ingegnere, ecc.) permettono anche oggi di fatturare quegli importi a 35-36 anni Un dipendente pubblico sfigato prende circa 30.000 euro lordi a 28 anni ... Se consideri, poi, che un/una pornostar (scarsa) fattura addirittura 150.000-180.000 euro all'anno a 25 anni, capisce che gli unici pirla solo coloro che studiano giurisprudenza (e a fare pratica legale). | |
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Da: Lu_ca_M | 19/09/2019 15:20:26 |
La differenza tra il medico e l'avvocato la si vede nel lavoro dipendente: il medico ha un contratto nazionale che obbliga ad assumerlo da dirigente mentre l'avvocato potrebbe essere un banale impiegato. Non è il numero chiuso la via per uscire da questa fogna: il numero chiuso ad accesso programmato nazionale ce l'hanno anche gli architetti ma in mancanza di un ccnl non è servito ad un bel niente, oggi il numero di architetti è inferiore rispetto alla domanda ma continuano ad essere sottopagati perchè la legge lo consente. E' ingenuo pensare che basti la legge della domanda e dell'offerta per rialzare gli stipendi, perchè esiste sempre una persona disposta a fare il tuo stesso lavoro per uno stipendio più basso, l'unica soluzione è imporre tariffari per i professionisti e ccnl di tutto rispetto per i dipendenti. | |
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