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Quanti di voi sono avvocati ma hanno lasciato per un concorso pubblico?
10148 messaggi

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Da: 2 milioni di avvocati19/06/2017 21:46:36
Un netturbino guadagna più di un avvocato medio
Rispondi

Da: ahahaaha19/06/2017 23:38:51
aahahahahahha
Rispondi

Da: ...      ...... .......20/06/2017 08:31:40
Non diciamo fesserie
Rispondi

Da: ma davvero20/06/2017 09:30:55
dopo l'abilitazione, per esercitare nello studio come associata avrei dovuto darla.
Mi pento di non averlo fatto.
Per questo accarezzavo l'idea di far marchette.
Rispondi

Da: ammiraglio Nelson20/06/2017 11:13:00
Donnine, non preoccupatevi se non siete riuscite ad abilitarvi, quello che conta è la "sostanza". Mettetevi un bel Tailler, curatevi tanto nell'aspetto, ma nel senso buono, "Olgettine" non si nasce, si diventa! Dopo avere "spazzolato" nelle sede opportune avrete fatto già l'80% del vostro lavoro e avrete un futuro da raccontare ai vostri figli (sempre se ne avrete voglia di farne). In mancanza di tutto ciò c è sempre "l'ebano" dei tanti neretti che affollano l'Italia e vengono da lontano! Con la sicurezza di un negretto accanto avrete appagato ogni desiderio fisico e psichico e non cercherete altro. Nessuna ambizione, nessuna illusione, avrete trovato il Paradiso in terra... 
Rispondi

Da: l''ebano20/06/2017 11:35:43
non paga, ha solo il pocket money che riceve dalle cooperrative, per comprare il mercedes serve il faggio
Rispondi

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Da: smart45620/06/2017 11:39:03
Perchè con l'abilitazione si ha la svolta?........AHAHAHAHAAA

#CREDICI  #SIETE PROPRIO CONVINTI #AHAHAHAAHA
Rispondi

Da: laurea in legge carta igienica20/06/2017 14:11:42
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/09/29/universita-ora-e-ufficiale-alcune-lauree-sono-inutili/3065693/

Poco più di un anno fa su questo sito si è accesa una furibonda polemica innescata da un mio post che sottolineava l'ovvio, anche se forse in maniera un po' troppo franca: studiare è sempre importante, ma quando si sceglie l'università è bene sapere che ci sono alcune lauree utili (a trovare lavoro, ad avere uno stipendio che permetta di mantenersi e di avere una famiglia) e altre che, nel migliore dei casi, sono divertenti o formative, un investimento che non prevede alcun ritorno concreto. E altre ancora che sono proprio inutili, perfino dannose visto che il tempo è una risorsa scarsa da non dissipare.

Si è scatenato l'assalto molto italiano di quelli che difendevano la cultura umanistica (come se io avessi criticato quella), che sostenevano, per fede e non sulla base di dati, che gli studi letterari o filosofici aprono qualunque carriera. Stabilire un legame tra disciplina di studi e percorso di carriera era indice, stando ai commenti più benevoli, di una mia aridità di spirito, di una deformazione della mia mente, sicuramente plagiata dai cinque anni che ho passato alla Bocconi. E così via.

Bene. Ora arriva un'interessante indagine dell'Istat, appena pubblicata, su "I percorsi di studio e lavoro dei diplomati e laureati". Il campione è piuttosto ampio, hanno risposto 36.468 laureati del 2011, a quattro anni dalla fine del loro percorso di studi. Quindi possiamo prendere per buone - e definitive - le conclusioni di questa ricerca.

Riporto in modo letterale le parti che chiudono, spero per sempre, la polemica sulla scarsa utilità di alcuni corsi di laurea.


Primo: se scegli l'università sbagliata trovi lavoro più difficilmente.

"L'inserimento nel mercato del lavoro è più difficile per i laureati, sia di I che di II livello, nei gruppi Letterario e Geo-biologico. Lavora infatti il 61,7% dei laureati di I livello e il 73,4% di quelli di II livello del gruppo Letterario, il 58,6% dei laureati di I livello e il 76,5% di quelli di II livello del gruppo Geo-biologico. Critica è anche la situazione dei laureati di I livello nel gruppo Psicologico (lavora il 54,4%) e dei laureati di II livello nel gruppo Giuridico (lavora il 67,6%)".

Secondo: ci sono lauree che non interessano a chi deve pagarti lo stipendio.

"Il 64,2% dei laureati di I livello e il 74,9% dei laureati di II livello dichiarano che la laurea era espressamente richiesta per accedere all'attività lavorativa mentre è stata utile rispettivamente nel 23,8% e 17,8% dei casi. La laurea sembra non premiare chi l'ha conseguita nei gruppi Letterario e Politico-sociale, dal momento che per l'attività lavorativa svolta non era richiesta e non è stata nemmeno utile".

Magari chi ha fatto scienze della comunicazione o filosofia si sente comunque appagato, perché ha sviluppato la propria personalità, cultura e flessibilità mentale. Ma dal punto di vista professionale sembra decisamente scontento.

"Relativamente ad alcuni aspetti del lavoro svolto, i laureati di I e II livello esprimono livelli di soddisfazione analoghi. La soddisfazione è più alta riguardo al grado di autonomia e alle mansioni assegnate (7,7 e 7,6 punti rispettivamente), e più bassa per le possibilità di carriera e il trattamento economico (5,8 e 6,0 punti). I laureati di I livello nei gruppi Letterario e Psicologico manifestano su tutti gli aspetti i livelli di soddisfazione più bassi, il contrario si verifica per quelli del gruppo Difesa e sicurezza (9,2 per le prospettive di stabilità e 8,7 per il grado di autonomia)".

La morale resta la stessa di un anno fa: se all'università chiedete di aiutarvi a entrare nel mercato del lavoro e se pensate all'istruzione come la garanzia per raggiungere un lavoro stabile e un reddito che vi garantisca indipendenza, state lontani dalle facoltà che sfornano disoccupati.

Questo non significa rinunciare alla cultura, avere la busta paga come unico orizzonte e il conto corrente come priorità. Ma visto che la scelta dell'università avviene molto presto, quando è impossibile avere già un quadro preciso delle dinamiche del mondo in cui si entrerà di lì a pochi anni, è giusto che ai diciottenni venga sottoposta l'evidenza dei numeri e non qualche convinzione priva di basi fattuali.

Rispondi

Da: Aspirante zoccola 20/06/2017 14:15:31
Come sono i piedini carini? Tu sembri cartuccia a parte il seno che scende un poco
Rispondi

Da: laurea in legge carta igienica20/06/2017 16:38:02
Giustamente i baroni luminari della medicina, si accontentano di avere meno galline da spennare nell'attività universitaria, in cambio di minore concorrenza nella libera professione.
I baroni avvocatizi invece spennano per bene lo studente, negli anni migliori della sua vita, illudendolo di entrare a far parte della casta avvocatizia, che in realtà si rivela poi una giungla che assicura un reddito pari ad un quarto di quello di un operaio metalmeccanico.
I baroni notarili sono i più crudeli di tutti. Niente barriere all'università e al tirocinio, salvo poi attribuire l'abilitazione professionale a uno sparuto numero di individui che si tramandano la professione per legami parentali all'interno della BELLA FAMIGLIA.

La casta notarizia è più crudele di quella medica, perchè prima ti fa investire soldi e gli anni migliori della tua vita e poi non ti dà nemmeno l'abilitazione ad esercitare come gli avvocati, che prima o poi riusciranno ad affigere la loro targhetta all'ingresso del loro studio, ricorrendo se necessario all'esame in Spagna o in Romania. I camici bianchi oggettivamente sono più seri, con il numero chiuso all'università non ti illudono e nemmeno ti fanno sprecare soldi e gli anni migliori della tua vita per diventare un professionista proletario.
Rispondi

Da: una volta però20/06/2017 19:10:26
Che si ha l'abilitazione si e' a posto.
Rispondi

Da: laurea in legge carta igienica20/06/2017 22:11:58
http://www.lezioneonline.com/migliori-facolta-per-sbocchi-lavorativi/

Migliori Facoltà Universitarie Per Sbocchi Professionali

Per schiarirci un pò le idee, giunge in nostro aiuto l'annuale rapporto Almalaurea su "Profilo e Condizione Occupazionale dei Laureati". Il Consorzio, a cui aderiscono 73 università, ha infatti intervistato oltre 570 mila laureati a uno, tre e cinque anni dal titolo per saperne di più sulla loro performance occupazionale. Vediamo quindi i risultati della ricerca, da cui emergono le 5 facoltà universitarie con più sbocchi lavorativi.
1. Facoltà di Medicina e Chirurgia

Come quasi ogni anno, Medicina e chirurgia si conferma tra le migliori facoltà per sbocchi professionali offerti, con un tasso di disoccupazione a tre anni dalla laurea di solo 1,4%. Ad un anno dal conseguimento di una laurea triennale in ambito sanitario la percentuale degli occupati è di circa il 63%. A tre anni dalla laurea magistrale invece la quasi totalità degli ex studenti è occupata stabilmente.
2. Facoltà di Ingegneria

facoltàche sembra garantire un'occupazione certa ai propri laureati è quella di Ingegneria. Anche se è impegnativa sia per la durata del corso di studi, sia per la selezione che viene effettuata al suo interno, allo stesso tempo garantisce ottime prospettive lavorative, con un tasso di disoccupazione a tre anni dalla laurea del 3,1%. Nelle prime posizioni della classifica assoluta troviamo i laureati in Ingegneria informatica, col 93,3% dei laureati che ad un anno dalla proclamazione ha già un lavoro. Seguono Ingegneria dell'automazione (93,1%), Ingegneria navale (92,9%), Ingegneria meccanica (91,2%) e Ingegneria delle telecomunicazioni (90,7%). Subito dietro, Scienza e ingegneria dei materiali (89,8%), Ingegneria elettronica (89,3%), Ingegneria aerospaziale e astronautica (87,3%), Ingegneria chimica (87,2%). Chiudono la classifica i laureati in Ingegneria elettrica (86,2%), Ingegneria gestionale (86,1%), Ingegneria energetica e nucleare (85,7%) e Ingegneria della sicurezza (85,0%).
3. Facoltà Informatiche

Se è vero che Medicina e Ingegneria fanno sempre la parte del leone nelle classifiche occupazionali, è anche vero che c'è un terzo settore che da almeno 20 anni garantisce ai suoi laureati di trovare lavoro: quello dell'informatica. Già nella laurea triennale, infatti, al secondo posto assoluto troviamo Scienze e tecnologie informatiche, che porta, a un anno dalla proclamazione, il 64% dei laureati a trovare un impiego. Ancora meglio vanno poi, ovviamente, i titoli di studio che ai primi tre anni aggiungono i due della Magistrale. Informatica è, ad esempio, il quinto corso in assoluto per capacità occupazionale, col 93,3% dei laureati che ha un lavoro dopo 12 mesi dalla laurea. Discretamente bene, ma più staccate, Tecniche e metodi per la società dell'informazione (legata a internet e alle reti informatiche, col 70,6%) e Teorie e metodologie dell'e-learning e della media education (più orientata all'aspetto educativo, col 63,4%).
4. Facoltà Economico-Statistiche

Il conseguimento di una laurea in campo economico-statistico garantiscono ottimi e vari sbocchi professionali, con un tasso di occupazione a cinque anni dalla laurea del 90%. Delle leggere differenze si registrano però tra l'ambito economico e quello più propriamente statistico. Quest'ultimo ramo infatti ha un tasso di disoccupazione del 7,4%, mentre economia si attesta al 9%.
5. Facoltà Chimico-Farmaceutiche

A cinque anni dalla laurea magistrale in ambito chimico-farmaceutico il tasso di occupati è di circa il 90%. Molti di questi laureati intraprendono dopo la laurea percorsi formativi come per esempio tirocini, dottorati e specializzazioni, che di fatto rimandano il loro ingresso nel mondo lavorativo di qualche anno.
Rispondi

Da: ma davvero20/06/2017 22:20:38
Ringrazio per i complimenti.
Qualche smagliatura a parte, non sono poi da buttare.
Il punto è che vorrei al più presto  rientrare economicamente di tutti questi infruttuosi anni di studio.
Non sono esperta del settore, ma secondo voi si guadagna di più con due alle volta, insieme?
Tanto per capire le dinamiche...
Rispondi

Da: x ma davvero20/06/2017 23:00:19
dipende, se vai con una eccellenza avvocatizia sicuramente guadagni di più
Rispondi

Da: Svegliaaaaaaaaaa 21/06/2017 13:49:57
I professionisti si lamentano poi pero' li vedi sul Mercedes e in crociera se la passano ancora bene....
Rispondi

Da: Svegliaaaaaaaaaa 21/06/2017 13:49:59
I professionisti si lamentano poi pero' li vedi sul Mercedes e in crociera se la passano ancora bene....
Rispondi

Da: laurea in legge carta igienica21/06/2017 14:42:14
Stai parlando per caso dei professionisti notai?
Rispondi

Da: ma davvero21/06/2017 14:46:15
scusate l'ignoranza, ma cosa avrebbe di più un'eccellenza avvocaticchia?
Non mi sembra che il nome sia di uno che se la passa così bene...
Rispondi

Da: laurea in legge carta igienica21/06/2017 20:15:47
Eccellenza avvocaticchia un cavolo.
Guardate le ultime notizie si parla di una futura decimazione degli avvocati.

Prosegue, lento ma inesorabile, il trend di cancellazione dall'Albo degli Avvocati. Abbiamo già visto come a questo abbia contribuito l'obbligo di cancellazione Albo per gli Avvocati non attivi. Ma l'analisi apre anche altre riflessioni. Secondo il Presidente di Cassa Forense, Nunzio Luciano, a breve i legali italiani saranno non più di 100mila, al massimo 120mila. Le ragioni? La professione non ha più appeal perché un avvocato guadagna poco, soprattutto se lo stipendio viene messo a paragone con l'impegno richiesto dal percorso di studi e di aggiornamento continuo e dalle responsabilità connesse alla professione.


Crisi degli avvocati: la professione legale tra ieri e oggi, cambiamenti e novità

Secondo questa analisi, la cancellazione degli avvocati dall'albo in massa nasconde un problema di fondo: la professione è oggi inadeguata se intesa in senso tradizionale e, quindi, ancorata a vecchi retaggi.

Per superare la crisi gli avvocati dovrebbero puntare sulla consulenza più che sull'assistenza in senso stretto: questo significa prendere atto del fatto che non tutte le richieste di cittadini e imprese passano poi di fatto nelle aule dei tribunali. L'avvocato, quindi, non opera più in ambito esclusivamente giurisdizionale. Ammodernare la professione appare imprescindibile se si tiene conto anche dell'allarme per l'avvento dei robot nel mondo del lavoro, che non risparmiare neanche gli avvocati a quanto pare (a tal proposito leggi il nostro articolo sul futuro degli avvocati robot).

Si tratta poi anche di ritornare a restituire prestigio e credibilità alla professione: alcuni recenti sondaggi confermano che gli italiani hanno perso fiducia nella giustizia e, con questa, anche nel ruolo di giudici e avvocati. La percentuale di cittadini che non si sente tutelata dalla giustizia italiana è salita addirittura del 71,6%.

Leggi anche: Briatore ai giovani, gli avvocati sono troppi: fate l'idraulico!

Argomenti:   Contributi avvocato
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Da: ma davvero22/06/2017 11:31:21
eh, appunto, mi sembra proprio avvocaticchia nel senso letterale del termine, ovvero: roba da poco.
Io devo rifarmi degli anni di studio.
Le marchette sono sicuramente utili, ma occorre farle con le persone giuste.
Non certo con un avvocato, che nell'80% dei casi appena galleggia.
Sapete suggerirmi qualcosa?
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Da: tops4322/06/2017 14:32:23
meglio fare il cameriere......
Rispondi

Da: eccellenza avvocaticchia22/06/2017 21:38:39
Il contenzioso dal 2010 in poi è diminuito insieme alle tariffe.
Gli avvocati sono arrivati a 250.000 + 50.000 aspiranti tali.
Tra questi quanti saranno le eccellenze avvocaticchie?
Rispondi

Da: laurea in legge carta igienica23/06/2017 07:57:57
http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/06/22/news/milano_la_scomparsa_delle_sarte-168845659/?ref=nrct-26

Milano, stilista cerca cinque sarte e non le trova: "Nessuno più vuole fare questo mestiere"

La titolare della Sartoria Angela Alta Moda: "Paradossale che manchino artigiane nell'alta moda, uno dei settori trainanti del made in Italy"

"Gli italiani sono famosi nel mondo per la capacità di fare cose belle. Ma dove sono finite le mani per realizzare queste cose?": è la domanda che si pone Angela Formaggia, da 30 anni anima della Sartoria Angela Alta Moda di viale Majno, nel centro di Milano.

Nel suo atelier attualmente lavorano sette sarte, ma per far fronte agli ordini delle clienti (che arrivano soprattutto dall'estero) ne servirebbero almeno altre cinque: "Le sto cercando da prima di Natale, anche perché tre delle mie collaboratrici nell'ultimo periodo sono andate in pensione, ma sembra sia impossibile trovarle. È paradossale, eppure mancano artigiane che vogliano lavorare in uno dei settori trainanti del made in Italy, ovvero quello dell'alta moda".

Al momento nell'atelier lavorano due stagiste, di 17 e 18 anni, provenienti da una scuola di moda. "Sono entusiaste di imparare, si capisce che rubano il mestiere con gli occhi alle colleghe più anziane - continua Formaggia - È una rarità. Io però oltre alle nuove leve e alle mie dipendenti storiche, tutte con me da almeno 15 anni, avrei bisogno di sarte con almeno tre o quattro anni di esperienza alle spalle".

Le uniche a bussare alla porta della sartoria sono donne straniere, "provenienti, per la maggior parte, dalla Cina e dal Senegal.
Rispondi

Da: eh23/06/2017 10:34:16
si lamenta perchè vorrebbe sarte con 4-5 anni di esperienza.
Ma magari sarte con esperienza si mettono in proprio, esattamente come ha fatto lei 30 anni prima.
Perchè, allora, non investire di più invece su gente giovane al primo impiego?
Forse perchè vorrebbe assumere solo stagiste che ti lavorano a gratis?
E, magari, qualcuna, dopo questo tran tran, dopo un pò le avrà detto: senti è già un anno che lavoro così, a gratis, a quando i primi soldi?- per sentirsi poi sbattere la porta in faccia.
A me questi piccoli imprenditori che si lamentano perchè non trovano abbastanza persone che lavorino per loro a costo zero fanno solo ridere.
Al netto dell'eccessivo carico fiscale, è proprio questa mentalità che sta uccidendo questo paese.
Rispondi

Da: laurea in legge carta igienica23/06/2017 19:29:13
Scusa ma non è un vizietto che hanno anche gli avvocaticchi.
Hai visto i loro annunci?
Cercano quasi sempre praticanti, che gli lavorano gratis, cioè gli eterni schiavetti di studio.
Appena si abilitano e cominciano a pretendere un minimo vitale, pari ad almeno quanto la segretaria diplomata, ti indicano la porta d'uscita e mettono un altro annuncio  per un nuovo praticante da formare.
Quanto amore per l'nsegnamento.
Ben venga l'introduzione del contratto di lavoro subordinato anche tra avvocati.
Rispondi

Da: ius.Relativo 24/06/2017 10:16:31
Imparare a fare la professione razza di incapaci!!! Ha ragione eccellenza, pochi di Voi sono degni. Ma pensavate che a 30 anni sareste diventati automaticamente Perry Mason??? Umilta', umilta', umilta'. Luride merdacce vi manca,l'umilta'!!! Abbandonate la professione e ammettete che e' solo colpa vostra!!!
Rispondi

Da: ius.Relativo 24/06/2017 10:20:09
Il neo dottore in legge si e' gia' fottuto il,cervello! E' presuntuoso, arrogante. Si sente arrivato gia' a 30 anni, ovvero prima di iniziare a lavorare!! W Eccellenza Avvocatizia a questo punto!!! Ha ragione!! Il mercato vi seleziona, il resto puo'tranquillamente attaccarsi al tubo del gas!
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Da: Ognuno fa le sue scelte24/06/2017 11:07:23
ma le università hanno il dovere di informare i 18enni neodiplomati che il mercato legale è saturo. Uomo avvisato, uomo mezzo salvato, ma invece non lo fanno ed io sospetto che dietro a questo silenzio reticente ci siano interessi economici legati soprattutto al mercato dei testi universitari che spesso vengono scritti dagli stessi professori di facoltà

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Da: max47524/06/2017 11:52:46
I miei amici si sono aperti lo studio con i soldi di mamma e papà e camminano con la macchina  e la benzina di mamma e papà.........e pensano di essere dei grandi professionisti sono pieni di se e non guadagnano un c.a.z.z.o....MAH!!

Io questa gente non la vedo un'eccellenza ma solo dei grandi I.D.I.O.T.I
Rispondi

Da: laurea in legge carta igienica24/06/2017 11:54:52
Almeno tu hai scoperto la punta dell'iceberg.
Interessi economici.
Interessi dei baroni universitari che si inventano tutte le cattedre possibili, e non sono mai sazi di finanziamenti statali, per sistemare figli, mogli, nipoti, amanti, tanto poi, con la presa in giro del diritto allo studio paga pantalone.
Se i signori del diritto allo studio fossero coerenti, dovrebbero rinunciare al copyright dei libri che stampano.
Tanti professorini baronelli di provincia ho visto che scrivevano libri che non servivano a niente, ma,  se non dimostravi di aver comprato tali eccelse opere dell'ingegno, l'esame non te lo facevano passare, anche se conoscevi a menadito i manuali classici sull'acquisto dei quali non potevano specularci.
I baroni luminari della medicina, hanno pietà del 18enne che sogna di fare il medico e se non c'è spazio non gli fanno sprecare gli anni migliori della loro vita e appena laureato, quanto entra nelle scuole di specializzazione gli fanno guadagnare 2000 euro al mese e una professione meno satura e spendibile anche all'estero.
I baroni luminari avvocaticchi, dal clima fantozziano venghino venghino signori, all'illuso aspirante eccellenza avvocatizia gli dicono ora devi l'umiltà di fare per un decennio lo schiavetto di studio gratis, e poi se non sei adatto è colpa della natura che non ti fatto così logoroico da sopravvivere al mercato delle vacche.
Rispondi

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