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Sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale - illegittimità incarichi dirigenziali
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Da: anti-antares x gli amici di Zanetti 04/11/2015 23:29:17
Infatti, come ho scritto, io non parteggio ne' per gli uni ne' per gli altri...Ma ritengo che ae debba diventare altro...E debba finirla di lesinare tutto ai propri dipendenti....

Da: cuneo05/11/2015 05:29:45
Zanetti baluardo della legalità. È' una dato di fatto.  

Da: Nos05/11/2015 07:55:03
ATTENZIONE
nella legge di stabilità stanno tagliando pesantemente il ns FUA
Voi continuate a prendervela con L'AGENZIA,  la Orlandi,  i dirigenti e gli incaricati,  quando il vero colpevole è il PARLAMENTO

Da: Incaricati 05/11/2015 08:08:39
Scusate, torno brevemente perché Zanetti baluardo di legalità non ce la posso fare.
Zanetti che osanna le sanatorie fiscali, la voluntary ecc., come concilia questa cosa con il legalitarismo anti incaricati?
Dove sono le pari opportunità di quei coglioni che pagano le tasse regolarmente? Perché nel caso degli evasori la Legge può disporre diversamente? Non prendiamoci per il culo. Pure l'anomia dobbiamo sentire! Vi do una notizia dirompente: c'è un organo superiore alla Corte Costituzionale: la Corte di Giustizia Europea. Vediamo come va a finire. Addio di nuovo

Da: Mah 05/11/2015 08:15:13
Che Zanetti sia l unico parlamentale che al momento porta avanti la battaglia della legalità nell ae e un dato di fatto. Peccato che i nostri vertici hanno avuto a cuore solo gli incaricati negli ultimi 8 mesi, mentre il nostro fua sta andando a farsi benedire. By By

Da: Mah 05/11/2015 08:18:19
La corte europea di giustizia non e superiore alla corte costituzionale.

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Da: ORPO SEMPLICE 05/11/2015 08:38:21
e poi - hanno fatto ricorso o presentato la letterina di protesta col modulo UNADIS?

Da: gli amici di Zanetti 05/11/2015 08:51:56
A Zanetti della legalità non frega nulla
mira solo allo sfascio dell'ADE (mediante paralisi post sentenza 37/2015). Il fatto che sia l'idolo di ordini professionali e P.IVa del Triveneto (Arzignano & .co. ) lo capisco che lo sia di utili idioti dipendenti ADE no. Sveglia

Da: Incaricati 05/11/2015 08:57:53
Ogni cosa a suo tempo, ogni cosa a suo tempo
Il futuro è di chi sa aspettare

Da: cogliati paola05/11/2015 09:28:57
Ci sono risposte discordanti: c'è chi dice che sarà solo motivazionale e chi dice anche tecnico

Da: x legalità05/11/2015 09:31:57
Pienamente d'accordo! Quadro perfetto!! Non si può non concordare!! E' l'analisi più puntuale che si possa fare!! Basta essere presi in giro!!

Da: Un giudice a Berlino 05/11/2015 09:35:30
Siamo alla censura sistematica della rassegna stampa.

Due articoli riguardanti l'Agenzia delle entrate, presenti nella rassegna stampa del Ministro, sono stati censurati in quella dell'Agenzia.

Pagina 6 di "La Nazione" "Il Giorno" "Il resto del Carlino"
Titolo:
"Fisco, nuovo fronte anti Orlandi: nomine sospette
Grillini e Scelta civica contro la direttrice delle Entrate. Nel mirino incarichi a chi è in aspettativa

Pagina 13 de "Il Mattino"
Agenzia entrate
Dirigente illegittima riassunta
In aspettativa, ritorna a tempo determinato: le è stata affidata la selezione delle posizioni speciali


Da: Un giudice a Berlino 05/11/2015 09:38:38
Errata corrige
Volevo dire Ministero, non Ministro

Da: pro Zanetti05/11/2015 09:39:43
Contano i fatti e Zanetti è colui che ha fermato la sanatoria degli illegittmi, ovvero il più grave scandalo deglia anni 2000.
La Corte Costituzionale le da ragione, l'Ocse le da ragione ora anche il  FMI.

Comunque è giuusto stare guardinghi i commercialisti sono una classe pericolosa, infatti sono proprio loro i più conniventi a fare convegni invitando gli amici di Visco, la Orlandi (vedasi la vergogna di Siracusa), a ricorrere a D'Ali per stabilizzare (vedasi emendamento al DL Enti locali).

Il sistema è duro da scardinare ma ce ti fermi ogni volta che un cane abbaia, non arriverai mai a destino.

Non so se legge questo forum ma voglio dire a Zanetti

di ANDARE AVANTI LA PARTE SANA DELL'AGENZIA NON PUO' CHE ESSERE CON LUI

NON PUO' CHE ESSERE PER LA LEGALITA'

Da: Mah x pro Zanetti 05/11/2015 10:14:55
Concordo, è finita un era oscura, ora l opinione pubblica e a conoscenza dello scempio perpetrato. L unica azione sensata e il rispetto della sentenza 37 e l applicazione della legge.

Da: x mah e orpo semplice05/11/2015 10:15:14
Alla corte europea non si può presentare un bel niente fino che non sei arrivato ad un giudizio di  3° grado di giustizia dello stato aderente UE. Ecco perchè gli ex incaricati si sono rivolti al tribunale di Roma (primo grado) contro la AE e Stato italiano che è rappresentato dal Governo  (motivazione ricorso:  abuso reiterato di contratti a termine oltre i perentori 36 mesi).
Parallelamente, per rafforzativo dell'iter giurisdizioanle nazioanle,  i circa 400 ex dirigenti incaricati hanno mandato una segnalazione (se trovate troppo forte o improprio il termine denucia chiamiamola così...!) al Consiglio europeo (non corte di giustizia europea...!!) per informare/sensibilizzare l'organo legistlativo/esecutivo della Ue, su come uno degli stati membri continui a non rispettare la direttiva vigente su tutto il terirtorio della UE ,ormai, da molti anni...!.
E' chiaro adesso...!!??
Nella vita bisogna far lo sforzo di leggere i testi , compendendoli nel modo più oggettivo ed equilibrato possibile e senza " incaponirsi" a capirli come uno vorebbe che fossero !!

Da: confucio05/11/2015 10:18:26
Siediti lungo la riva del fiume e aspetta, prima o poi vedrai passare il tuo cadavere

Da: domanda x chi voglia risp05/11/2015 10:51:34
Ma se lamentano l'aver subito contratti a termine per oltre 36 mesi, l'amministrazione puo' dargli una pot cioe' un altro contratto a termine?

Chi e' bravo in queste cose puo' spiegarmi?

Da: Incaricati 05/11/2015 10:57:08
È possibile

Da: Mah x mah...... 05/11/2015 12:08:31
Ho solo puntualizzato che la corte costituzionale non sta sotto a nessuno altro organo politico o giurisdizionale nazionale o sovranazionale; mi sembra che qualcun altro asseriva il contrario, solo precisazioni. Per il resto non mi sembra che colgono nel segno gli incaricati che auspicano in ambito comunitario l applicazione del principio in materia di tempo determinato applicato ai precari della scuola. Non mi dilungo nell esporre le mie considerazioni giuridiche al riguardo ma trovo aberrante ricorrere avverso l istituzione che arbitrariamente ha arrecato vantaggio agli stessi ricorrenti. Mi fermo qui, penso che le persone dotate di media intelligenza possono comprendere il resto. By By

Da: Mah x mah...... 05/11/2015 12:11:31
Ricordatevi che gli incarichi sono stati dichiarato radicalmente nulli. Non mi sembra che qualcuno comprende il significato giuridico costituzionale del termine. Buon ricorso a tutti, agli altri buon concorso!

Da: ORPO SEMPLICE 05/11/2015 12:55:11
X mah... Mi pareva di aver scritto lo stesso, ma estremamente semplificato. Alla corte europea non ci sono arrivati. Infatti nei post precedenti segnalavo che Unadis mette a disposizione il modello di denuncia e al più si può spedirlo anche noi. Sto seguendo con interesse  la proposta della FLP x una azione collettiva. Vedremo.
Quanto al tribunale di roma. La sentenza che girava era per i precari della scuola. E lì la situazione è un cisncinin diversa. Mi vergogno profondamente per la signora che cerca di eludere una sentenza della corte costituzionale.
Grazie per il resto del chiarimenti

Da: x domanda x chi voglia risp05/11/2015 12:55:38
Assolutamente no, sarebbe assurdo. Possono (solo!) ottenere la stabilizzazione

Da: ORPO SEMPLICE 05/11/2015 12:57:41
Ho visto passare un paio di cadaveri... Alcune stelle non brillano più così alto.

Da: dimissioni05/11/2015 13:30:57
Adda cade' lo stellone

Da: gli amici di Zanetti x pro Zanetti 05/11/2015 13:38:43
Si si pensare che Zanetti sia il baluardo della legalità e non invece che persegua altri interessi suoi e degli amici e' come mettere il lupo a guardia del pollaio. A proposito di convegni quello di valdobbiadene con evasori e dirpubblica invece era un ottimo esempio di dove voglia andare a parare

Da: stampa on line...05/11/2015 14:07:39
Da La Voce . IT
Agenzie fiscali
Chi ha paura dell'autonomia delle agenzie fiscali?
03.11.15  di Vincenzo Visco

La vicenda delle agenzie fiscali è un esempio di come il formalismo giuridico possa paralizzare la pubblica amministrazione. Hanno contribuito a cambiare radicalmente il funzionamento del fisco italiano. Ma per molti rimangono una anomalia da superare. Selezione del personale e interessi in gioco.
Due concezioni della Pa

La vicenda delle agenzie fiscali è un esempio da manuale di come il formalismo giuridico che regola il funzionamento del nostro sistema pubblico possa paralizzare e persino distruggere la pubblica amministrazione. Si tratta della cultura di una ampia parte dei cultori del diritto amministrativo (accademici, magistrati dei Tar, consiglieri di Stato, consiglieri della Corte dei conti, avvocati dello Stato) che vedono e concepiscono la Pa come un tutt'uno, un insieme di uffici da regolare e gestire secondo regole omogenee, uniformi nel tempo e nello spazio. Un unico sistema, un unico insieme di regole, una unica normativa.
Questo approccio poteva forse avere un senso subito dopo l'unità d'Italia e nella prima metà del secolo scorso, ma risulta evidentemente anacronistico oggi.
Il motivo è semplice: la pubblica amministrazione come concetto astratto e organismo unitario non esiste.
Esistono invece beni e servizi con un diverso grado di indivisibilità prodotti o forniti dallo Stato e dagli altri enti pubblici. Si tratta di beni pubblici in senso stretto - caratterizzati da una presenza di esternalità più o meno rilevante, prodotti in regime di monopolio naturale - ma anche di altri che presentano le caratteristiche dei normali beni privati.
Per garantire regolarità e trasparenza gestionale ai primi è inevitabile ricorrere a forme di gestione proceduralizzate con regole di garanzia e di cautela organizzativa e contabile, secondo il classico modello ministeriale.
Ma non è così per altri settori. Per esempio la riscossione dei tributi e gli altri servizi che le agenzie fiscali forniscono, sono perfettamente divisibili, sicché è ben possibile cercare di organizzare questi uffici come se fossero aziende private. E quindi procedere dal diritto amministrativo e dalla contabilità di Stato verso il diritto privato e bilanci di tipo aziendale.
Questo ragionamento fu alla base della decisione di riorganizzare il ministero delle Finanze in agenzie alla metà degli anni Novanta. La scelta era obbligata anche perché il ministero tradizionale era in uno stato comatoso, incapace di stare al passo dei tempi o di funzionare decentemente.

Quattro agenzie e un dipartimento

La riforma ebbe un successo straordinario; in pochi mesi il fatto di aver consentito un'autonomia organizzativa, contabile e finanziaria, unita a una corrispondente responsabilità, trasformò radicalmente il funzionamento del vecchio ministero consentendo recuperi di efficienza e di operatività importanti. E ciò è stato possibile proprio grazie al contributo di quegli ottocento dirigenti che oggi sono stati "precarizzati".
La riforma prevedeva la costituzione di quattro agenzie autonome e del Dipartimento delle politiche fiscali con il compito di definire le linee e le strategie del settore, compiere gli studi necessari, mantenere i rapporti internazionali, elaborare i testi legislativi, stabilire le convenzioni con le agenzie stesse e altro ancora. Il Dipartimento doveva essere il centro del sistema, rimanendo incardinato nel ministero ed esprimendo quindi anche gli indirizzi politici del governo. I governi successivi preferirono relegarlo a un ruolo minore, appoggiandosi soprattutto sull'Agenzia delle entrate, che si è così trovata spesso sovraesposta e talvolta a svolgere un ruolo improprio.
Pur con questi limiti, la riforma si è dimostrata molto valida e ha contribuito a cambiare radicalmente il funzionamento del fisco italiano. Fin dall'inizio tuttavia ha dovuto fare i conti con le riserve e le opposizioni dei cultori del diritto amministrativo. Per esempio, Sabino Cassese la criticò inizialmente, salvo riconoscere qualche tempo dopo che si era sbagliato. Ma per molti l'esistenza delle agenzie rimaneva e rimane una "anomalia" da superare.
E infatti benché la legge istitutiva prevedesse l'autonomia gestionale anche riguardo al personale, e in particolare nella determinazione delle "regole per l'accesso alla dirigenza", il primo concorso per dirigenti bandito nel 2001 fu subito impugnato e bocciato dal Tar del Lazio, approfittando del generico riferimento contenuto nella norma al fatto che i regolamenti delle agenzie dovevano conformarsi ai "principi generali" dell'ordinamento.
In altre parole, il principio della autonomia veniva negato alla radice fin dall'inizio dai cultori di una visione organicistica, totalitaria e quasi da stato etico della pubblica amministrazione. La vicenda si è così protratta per oltre dieci anni con successivi bandi di concorso, ricorsi, interventi del Tar e del Consiglio di Stato, interventi normativi inadeguati, fino alla recente sentenza della Corte Costituzionale, in verità relativa a un aspetto marginale della questione.
È difficile immaginare una sequenza di vicende più grottesca e irrazionale, che in nome di formalismi giuridici e di interpretazioni infondate della legge, mette a repentaglio una delle strutture amministrative più delicate del paese e - fino a ieri - una delle poche ben funzionanti.
Tuttavia dietro l'apparente irrazionalità esistono interessi specifici evidenti: l'attenuarsi della autonomia delle agenzie, o addirittura il suo venir meno attraverso un riassorbimento nella struttura ministeriale, renderebbe molto più agevole per i governi di intervenire e interferire nel processo di applicazione concreta delle norme tributarie - uno dei rischi che il modello delle agenzie autonome voleva evitare.
Vi è poi il mondo di esperti, capi di gabinetto, magistrati amministrativi che gravita intorno alla Scuola Superiore della Pa che aspira a gestire i futuri concorsi per dirigenti dell'intera pubblica amministrazione, in modo da estendere e perpetuare un potere già eccessivo. Così che si avranno dirigenti incaricati di gestire materie complicatissime e ipertecniche selezionati mediante un classico concorso pubblico su materie generali, accademiche e non collegate in alcun modo al lavoro che dovrebbero svolgere.
I danni prodotti nel corso del tempo da questa visione e cultura del settore pubblico sono evidenti nel pessimo funzionamento della Pa in Italia. Oggi si sta perpetrando, nell'indifferenza generale, l'ennesimo delitto.

Da: Junk Panena 05/11/2015 14:15:24
Visco chi? Quello ex PCI ex PDS ex DS? Quelli che la costituzione e la magistratura guai a chi li tocca? È proprio lui?

Da: Mah 05/11/2015 14:15:39
Gli scopi di Zanetti non li conosco, ma concordo sulle sue riflessioni in merito alla vicenda ex incaricati. Se è vero che ha scopi occulti contro l ae o i suoi funzionari, allora questo non può che essere un ulteriore pecca a sfavore del modus operandi seguito fino alla sentenza 37. Quel tipo di gestione degli incarichi ha reso più fragile l ae in tutti i sensi ed espone la nostra organizzazione ad ulteriori rischi se non si cambia la rotta.

Da: BAH !!!05/11/2015 14:21:28
E' PROPRIO VERO CHE "ogni scarrafone è bello a mamma sua"

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