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Dirigenti scolastici, il ricorso - messaggi fino al 2012
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Da: @ Gino C31/07/2012 23:18:15
hai perfettamente ragione. Credo che la traccia della prima prova laziale sia fuori traccia. Hanno preso per buone tutte le prove che parlavano dei compiti del dirigente secondo il D. LGS. 165 mentre la traccia chiedeva altro. Nessuno ha messo in evidenza che i valutatori fossero docenti di matematica o altro, nessun docente di lettere o pedagogia, nessuna pubblicazione. Come si fa a valutare uno scritto se lo stesso valutatore ha prodotto poco o niente di scritto nella sua carriera?

Da: @ daltronte31/07/2012 23:24:00
ringraziamo invece la commissione che ti ha sdoganato poiché i momenti esilaranti li offrirai ai tuoi docenti

Da: @ Gino C31/07/2012 23:29:16
ovviamente ex docenti

Da: Uomosessuale e donna sessuale01/08/2012 01:04:23
Voi cosa ne pensate di quelli che si piacciono da soli ?
Cioè omo con omo e femmina con altra femmina?

Adesso non sono cussi' solo li poco normali  ma anche quelli che tu guardandoli essi stessi mai non diresti che ad essi ci piacerebbe un antro specialmente fatto come esso nella natura.

Come ad esempio un cane che inca pretta un altro cane o una cagnone ssa cin altra cagnolessa.

Da: canguro 01/08/2012 01:32:35
l'errore che ho commesso è di aver creduto che le prove successive alla preselettiva sarebbero state valutate imparzialmente come la preselettiva.

Da: una valutazione imparziale?01/08/2012 02:32:15
a Roma dicono: ..........."""""ma de' che????""""

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Scaricala subito GRATIS!

Da: uomini o caporali01/08/2012 08:27:48
L'errore che hai commesso è stato semplicemente di aver creduto che superata la preselettiva ed arginati i ricorrenti sarebbe bastato!
Prova con Trivial Pursuit........... Forse vinci :D

Da: ,,,,,,,,,,,01/08/2012 09:03:48
L'errore che hai commesso è stato semplicemente di aver creduto che superata la preselettiva ed arginati i ricorrenti sarebbe bastato!



verissimo, e non eri l'unico: e poi, possibile che tu non abbia finalmente compreso che sei una persona senza umanità??????

Da: ,,,,,,,,,,,01/08/2012 09:07:36
naturalmente mi riferisco a canguro (ed ai cangurei) che sono appunto senza umanità e a cui auguriamo di NON avere mai possibilità di carriera!!!!!!!

Invece auguro a coloro che, senza raccomandazioni, studiando, ed avendone le capacità (Non solo teoriche, infatti  mi riferisco a capacità vere), hanno superato il concorso, auguro a costoro (purché dotati di umanità) di diventare dirigenti!!!!

Da: x calabresi01/08/2012 09:12:13
sull'altro forum si parla di articoli che saranno pubblicati in provincia di RC. Fateci sapere anche a noi delle altre province la testata e la data.
Siamo in agosto, le informazioni circolano con difficoltà...........

Da: Calabrese  doc01/08/2012 09:16:08
per Canguro
"l'errore che ho commesso è di aver creduto che le prove successive alla preselettiva sarebbero state valutate imparzialmente come la preselettiva."

per Canguro
Strano il tuo errore....perche' di certo sapevi, prima di partorire l'errore, che con queste modalita'  concorsuali l'oggettività delle prove e' solo parziale sopratutto agli orali. Considerato che il tutto avviene nel chiuso di una stanza, per quanto riguarda gli scritti, e in pubblico, per quanto riguarda gli orali, ma in assenza di anonimato e con valutazione insindacabile della commissione giudicatrice. Il contrario, invece, e' quel che si verifica nella fase preselettiva in cui sono garantiti sia l'anonimato dei candidati sia la correzione pubblica delle schede. Mi domando ....come mai questo tuo errore? Credevi  forse possibile una prova veramente oggettiva con queste modalita' concorsuali? Io Non credo!

Da: uomini o caporali01/08/2012 09:42:58
Era semplicemente convinto di superare gli scritti, è stato trombato e rosica come hanno fatto tutti gli altri prima di lui.................solo che ci mette un pò più di tempo, sorride di meno :D e novello Don Chisciotte combatte contro buste e bustarelle.
: )

Da: ,,,,,,,,,,,01/08/2012 10:25:38
Calabrese doc e uomini o caporali siete dei SOMMI!!!!!!!

Da: ppppppppppppppp01/08/2012 10:35:36
Ah ah ah, Calabrese doc ha perfettamente ragione: neanche un alunno di prima elementare crede più alle valutazioni oggettive dei temini e degli orali, semplicemente perché, in tali contesti, l'oggettività è IMPOSSIBILE!!

Eh, cangurello, però tu, dall'alto della tua sapienza, avresti dovuto sapere che è così, dovresti ben conoscere gli estesissimi margini di discrezionalità concessi alle commissioni nella correzione degli scritti e nella valutazione degli orali (o non hai fatto mai gli esami di stato dove prima si decide il voto e poi si riempie la famigerata griglietta di valutazione??? -E, se ci sono raccomandazioni, i colleghi scorretti fanno carte false senza problemi, figuriamoci allora ad un concorso per dirigenti cosa accade!!!!!!-: infatti tutti i ricorsi per gli scritti del nostro concorso vertono su cose formali, cioè su cose banali, diciamolo chiaramente: se si potesse infatti entrare nel merito, che è quello che effettivamente conta, ne vedremmo delle belle!!!! Purtroppo il merito e la meritocrazia è lontana mille miglia dalla scuola italiana, da questo concorso e dalle stanze del ministero, cioèdalle stanze  di coloro che tu ritenevi tuoi amici e che poi ti hanno trombato alla grande!! Ah ah ah ah ah ah ah ah).

Da: ppppppppppppppp01/08/2012 10:46:33
.....Purtroppo il merito e la meritocrazia è lontana mille miglia dalla scuola italiana, da questo concorso e dalle stanze del ministero, cioè dalle stanze  di coloro che tu CANGUREO CANGURELLO ritenevi tuoi amici e che poi ti hanno trombato alla grande!! Ah ah ah ah ah ah ah ah).

Da: @ tutti01/08/2012 10:52:20
ma che fate la crociata contro Caguro quando vi ritroverere un esercito di raccomandati ed incompetenti a dirigere delle scuole smembrate e avvizzite? Se pure succederà, perché nemmeno è sicuro!

Da: Bloccare concorso Presidi-denunciate ovunque01/08/2012 11:26:59
Leggete e meditate, se gli idonei vanno avanti, saturano per 20 anni la dirigenza, si bruciano due generazioni di bravi professori
Dopo il concorso/corrida, ci sarà un futuro per dirigenti scolastici?
DIRIGENTI SCOLASTICI

di Ivana Summa Educazione & Scuola 31.7.2012

Non vi pare che sia giunto il momento di fare qualche seria di riflessione sul Concorso per dirigenti scolastici che si sta concludendo, in quasi tutte le regioni, proprio in questi giorni di canicola leonina? Taciamo volutamente sui numerosi ricorsi amministrativi non ancora conclusi, sul dimezzamento dei posti messi a concorso con il D.D.G. 13 luglio 2011, sulla preselezione realizzata con più di 5.000 astruse domande, sulla nomina dei membri delle commissioni e della correlata incompetenza esperta e via di questo passo. Se scorriamo velocemente tutto l'iter concorsuale, ci si accorge che esso è basato - con una ferrea coerenza che attraversa tutte le fasi compreso il colloquio orale - sull'idea che per diventare dirigente scolastico occorra una "testa piena", piuttosto che una "testa ben fatta". Una testa piena di minutaglie psico-pedagogiche e di tecnicismi pseudomanageriali, per tacere della mera conoscenza mnemonica di leggi e leggine che nulla hanno a che vedere con la padronanza dei concetti fondamentali del diritto costituzionale, pubblico, amministrativo, ecc..

Ed ecco che decine di migliaia di insegnanti, privi di qualsiasi forma di carriera, hanno deciso di partecipare ad un concorso che, rispetto al precedente del 2004, si presenta irto di ostacoli. Alcuni insegnanti, carichi di titoli (doppie e triple lauree, master, attività di aggiornamento, incarichi istituzionali) lo hanno affrontato pieni di speranze meritocratiche, tanto evocate in questi ultimi anni; altri, dopo una frettolosa preparazione mirata esclusivamente al superamento delle prove, hanno affrontato il concorso confidando nella fortuna, peraltro da tutti ritenuta componente essenziale per concludere l'iter con successo.

E' inutile sottolineare che gli uni e gli altri possono essere iscritti nella categoria "dilettanti allo sbaraglio", considerato che il concorso assomiglia molto allo storico gioco radiofonico e televisivo che chiamava alla sfida chi aveva il coraggio di esibirsi, a prescindere dal possesso di competenze di base e trasversali per entrare in scena.

Rinunciando ad analogie divertenti ma amare, entriamo decisamente nel discorso che più ci preme e che riguarda il reclutamento dei dirigenti scolastici dopo l'attribuzione dell'autonomia alle scuole e della dirigenza ai capi d'istituto. La legge, come è noto, prevede un profilo - specificato chiaramente nell'art. 25 del D.Lgvo n. 165/2001 - che in quest'ultimo decennio si è profondamente evoluto a seguito del disegno riformistico contenuto nella cosiddetta riforma Brunetta del 2009. D'altra parte, la concreta interpretazione, in più di un decennio, di una funzione così articolata e complessa ha visto all'azione dirigenti scolastici che, nella stragrande maggioranza dei casi, dopo aver messo velocemente da parte la connotazione educativa della dirigenza scolastica, si sono trasformati in burocrati attenti a non commettere errori, intenti ad applicare le leggi - comprese quelle riguardanti gli assetti ordinamentali, curriculari e valutativi- rinunciando ad implementare processi di innovazione e miglioramento della qualità della didattica, di cui il nostro sistema scolastico ha un irrinunciabile bisogno e che possono essere realizzati soltanto facendo costante ricerca educativa, didattica, valutativa.

Da queste considerazioni emerge con chiarezza come non ci sia ancora una un modello professionale di dirigenza scolastica in grado di connotare in modo specifico le competenze educative, giuridiche ed organizzative più adeguate, in base alle quali preparare e poi selezionare i docenti che aspirano a guidare una scuola non per una scelta di comodo o ispirata ad un generico cambiamento o, peggio, ad un desiderio di fuga dall'insegnamento, ma perché motivati a dare un personale contributo "di servizio" per migliorare la qualità del nostro sistema scolastico.

Questa idea/proposta può sembrare presuntuosa e velleitaria, ma così non è se si pensa che tutte le ricerche che correlano la qualità della leadership scolastica con la qualità delle scuole ci dicono che l' apporto del capo d'istituto - comunque venga denominato - sia particolarmente significativo, anzi rappresenti il valore aggiunto di una scuola. Il sociologo francese Alaine Touraine, nella sua relazione tenuta al Convegno Nazionale del C.I.D.I. del marzo 2007 a Roma, riferendo gli esiti di una sua ricerca comparativa tra due collége della banlieu parigina, ha messo in evidenza come le capacità di guida del dirigente di una delle due scuole abbiano saputo creare forte motivazione fra gli insegnanti sostenendoli nella difficile sfida educativa cui erano chiamati, operando in un contesto sociale molto difficile. Come dire, non di soli ordinamenti e curricoli vive e cresce la qualità educativa delle scuole, perché sono altrettanto importanti le persone che vi lavorano e soprattutto la capacità di un capo di istituto di mettere in moto le risorse professionali esistenti.

In Italia non sono mai state realizzate ricerche focalizzate in questo ambito[1], eppure tutti noi possiamo agevolmente constatare come l'interpretazione di ruolo da parte del singolo dirigente scolastico - a prescindere dalle provenienze concorsuali - sia determinante per le nostre scuole, considerata la cornice normativa ed istituzionale entro cui si muovono, che provoca spinte sia verso la burocratizzazione, che verso l'"anarchia organizzativa"[2].

Oggi, osservando il nostro sistema scolastico, abbiamo la percezione nitida che non esista una visione condivisa della funzione del dirigente scolastico, radicata dentro una più vasta funzione istituzionale riconosciuta irrinunciabile per la qualità delle scuole. Soltanto in questa prospettiva assume rilevanza la scelta - contenuta nell'art. 25 del D. Lgvo n. 165/2001 - di selezionare questa particolare tipologia di dirigenti esclusivamente tra il personale docente al quale, peraltro, non possono essere richieste, naturaliter, competenze amministrative ed organizzative.

Come mai allora, in più di un decennio, si è rinunciato a creare specifici percorsi di sviluppo professionale di un certo numero di docenti ai quali far acquisire quel quid specifico della dirigenza scolastica, che altrimenti viene lasciato al caso o alle aspirazioni personali?

Una prima causa è da individuare nella progressiva involuzione e/o implosione subita dall'autonomia scolastica durante il suo primo decennio, sballottata da innumerevoli e imprevedibili ondate di cambiamento, da un anno scolastico all'altro, in direzioni spesso contrastanti. I cambiamenti voluti dalle riforme di questi ultimi dieci anni, infatti, hanno chiamato i dirigenti scolastici a far "applicare" ai docenti le nuove indicazioni didattiche ed ordinamentali quasi fossero dei "semplici" caporali di giornata, dimenticando che le leve di gestione privilegiate (e privilegiabili) dentro una scuola davvero autonoma sono altre: la collegialità tecnico-professionale, la partecipazione, la ricerca e la sperimentazione, perché le scuole sono innanzitutto "comunità di pratiche" con le loro routines e conoscenze, con i loro valori e le loro "storie di vita".

Una seconda causa va ricercata nella sottovalutazione della funzione dirigenziale nelle pubbliche amministrazioni, ancorata, nonostante vent'anni di riforme, a vecchie interpretazioni di ruolo, più attenti agli aspetti formali e procedurali che agli aspetti connessi con l'attivazione di processi e con il raggiungimento di risultati. Abbiamo motivo di ritenere che il vecchio modello dirigenziale si possa addirittura rafforzare con le ultime riforme del 2009 che, pur introducendo sistemi di premialità e di performances affidati alla dirigenza, di fatti comporteranno cambiamenti di facciata, sovrapproduzione di documentazione, salvo lasciare intatti ed irrisolti tutti i problemi connessi con la gestione delle risorse umane nel pubblico impiego.



Ma quale dirigenza scolastica vogliamo?

Nella prospettiva appena tratteggiata, anche il dirigente scolastico meglio attrezzato sul piano delle conoscenze corre il rischio di utilizzarle a prescindere dal fatto che dirige innanzitutto una scuola e non ufficio amministrativo qualsiasi.

Come afferma L. Benadusi[3], la scuola è un'organizzazione sui generis, perché le dimensioni strutturali e formali sono meno importanti di ciò che vive al loro interno: i valori, le tradizioni, le culture, i linguaggi, i significati e le modalità delle interazioni soggettive. Questi aspetti, che il noto sociologo dell'educazione definisce "fluidi ed immateriali", debbono essere pienamente compresi prima di essere fatti oggetto di politiche gestionali.

Ne deriva che l'interpretazione di un ruolo istituzionale come quello del dirigente scolastico non può essere soltanto il risultato della cornice normativa specifica e generale entro cui è tenuto ad esprimersi, perché è agito in un'arena[4] sociale che, non essendo determinabile, impone capacità ermeneutiche (comprendere il senso di ciò che avviene) ed euristiche (agire come un ricercatore competente).

Assume poi un particolare rilievo il contesto sociale, interno ed esterno alla scuola, e tutte le aspettative espresse nei confronti di una funzione che viene troppo spesso vista e vissuta in termini di semplice gestione del funzionamento quotidiano ma anche come simbolo di un potere estraneo ed intrusivo.

Se si scorre la letteratura organizzativa sulla dirigenza scolastica - cresciuta in Italia dall'inizio degli anni '80 parallelamente alla richiesta di autonomia per i singoli istituti scolastici - si può rilevare come si sia molto riflettuto sulle competenze da richiedere a tale figura fino all'avvento dell'autonomia e della dirigenza. Sia pure con accenti diversi, si è andato delineando, in quegli anni di fermento politico, culturale e professionale, la figura di un dirigente scolastico che agisce, nel rispetto della professionalità docente, in un'organizzazione scolastica dotata di autonomia funzionale, ispirandosi ad un profilo che riesce a coniugare aspetti attribuibili al management con aspetti riferibili alla leadership. L'una e l'altra connotazione non sono da ritenere antitetiche ma complementari, in quanto entrambe fanno riferimento a competenze di coordinamento, di controllo, di programmazione, di guida, chiamando in causa modalità di gestione ispirate alle teorie organizzative piuttosto che a modelli burocratici che non possono garantire, per la loro stessa natura, né efficienza né efficacia. Ma quali sono le differenze sostanziali, considerato che sia il manager che il leader lavorano con le persone convogliando gli sforzi dei singoli e dei gruppi verso gli obiettivi organizzativi? La differenza può essere colta in un tratto distintivo: il management si confronta con la complessità e la sua efficacia si misura con il grado di ordine e coerenza che riesce a realizzare a livello organizzativo; al contrario, la leadership si misura con il cambiamento e, dunque, agisce indicandone la direzione e la visione. E, tuttavia, non esiste un buon manager che non sia anche un buon leader.

Dunque, questo è il modello professionale che riteniamo debba essere ripreso anche sul piano culturale per essere poi assunto - sul piano normativo e concorsuale- come riferimento per il dirigente scolastico "di nuova generazione", collocato dentro una concezione di scuola come comunità di persone che agiscono come attori politici (perché fanno delle scelte responsabili) e professionali, in quanto possiedono competenze di alto livello e di alta responsabilità .

Facciamo in modo - fin da subito - che la prossima volta si scelgano modalità di formazione e di selezione dei docenti che rispondano a questa idea di dirigenza scolastica.


______________________________________

[1] Il movimento internazionale dello School Effectiveness Research (SER), pur utilizzando differenti filoni di ricerca, ha individuato e testato empiricamente l'effetto di variabili di efficacia per comprendere se le modalità di management e di leadership con le quali viene organizzata e gestita una scuola incidono - e in quale misura - sugli apprendimenti degli studenti.

[2] Si veda, per questo costrutto, il contributo di March J.G., Decisioni e organizzazioni, Il Mulino, Bologna, 1993. In estrema sintesi, possiamo descrivere l'anarchia organizzativa una modalità di funzionamento di organizzazioni che privilegia l'esperienza (ciò che si è fatto in passato) l'intuizione (così dovrebbe funzionare) e l'approccio pragmatico (risolvere i problemi mano a mano che si presentano.

[3] Benadusi l., Politica ed organizzazione della scuola, in Morgagni E., Russo A., L'educazione in sociologia. Testi scelti, Bologna, Clueb, 1997.

[4] Morgan G., Images. Le metafore dell'organizzazione,Milano, Franco Angeli, 1994. La metafora dell'arena politica prende l'avvio dalla concezione aristotelica della politica, originata dalla diversità degli interessi delle persone che vivono insieme. Tale diversità mette in moto processi di mediazione, negoziazione, formazione di coalizioni, di lotta, di influenza reciproca che contribuiscono in modo rilevante alla "vita organizzativa" di un determinato contesto.

Da: Viva l''Italia01/08/2012 11:30:03
@ tutti hai ragione, si sta esagerando contro canguro che almeno ci mette la faccia nelle cose,  ma il fatto è che canguro (che evidentemente raccomandato non era...) non ha compreso bene queste cose, come altri qui hanno compreso, e si è scagliato contro i proveri cristi di turno, senza vedere il vero problema (su cui ora ha sbattuto il grugno) che è il concorso fatto malissimo e pilotato.

Il vero problema sarà, oltre agli eserciti di raccomandati (ma questo già lo sapevamo), il problema saranno le centinaia di dirigenti che avranno solo una preparazione teorica ma non una pratica, gente che non sa che per fare il dirigente ci vuole al 90% pratica ed al 10% teoria, invece in questo concorso ci hanno fatto credere il contrario, il che è ASSURDO.
Sto vedendo vincitori di concorso preparati ma che sono persone ansiose, insicure, che non sanno assolutamente come si gestisce una scuola, che è una cosa che non si improvvisa; sto vedendo gente diventare dirigente che non sa tenere la disciplina in una classe con 13 ragazzine e vorrebbe dirigere una scuola, sto vedendo futuri dirigenti che quando hanno fatto la funzione strumentale non sono stati capaci di coordinare 3 colleghi ed ora dovrebbe coordinarne 90!!!! Purtroppo questa non è l'eccezione, spesso,  ma la regola, e ciò è dovuto al mpodo in cui si è fatto questo concorso.

Ma sarebbe stato tanto difficile fare un concorso a dirigenti, civile, ogni 3 anni, sarebbero sufficienti due anni di ruolo per accedere, con test non pubblicati in anticipo: un tale concorso servirebbe a dare l' "abilitazione" per fare il dirigente (logicamente a più persone del necessario). Le commissioni dovrebbero essere rigorosamente di fuori regione, inoltre nella scelta dei commissari ci dovrebbe essere, tra quelli individuati dalle varie direzioni scolastiche regionali, anche il sorteggio; inoltre ogni prova dovrebbe essere valutata da commissioni totalmente diverse senza legami tra loro (cioè una commissione "controlla" le preslelezioni, un'altra corregge il primo scritto, un'altra il secondo, un'altra fa l'orale, evitando cioè che uno venga valutato sempre dalla stessa commissione); la correzione dei compiti, letti ad alta voce,  dovrebbe essere registrata o ripresa  e così l'orale (è sufficiente un semplice registratore).

Poi solo tra questi "abilitati" che hanno superato il concorso  il collegio docenti (con votazione segreta) dovrebbe indicare una rosa di 5 nomi per scuola,  e tra costoro i dirigenti  dovrebbero scegliere i 2 collaboratori. Poi, dopo che uno ha fatto il collaboratore per almeno, diciamo, 4 anni, entrerebbe in una graduatoria per soli titoli da cui si attingerebbe per nominare i dirigenti delle scuole.
Per coloro che dicono che loro non riescono a fare il collaboratore in una scuola, si potrebbe dare la possibilità di avere la precedenza assoluta nei trasferimenti per almeno due volte, in modo da cercare di fare i collaboratori in altra scuola (se poi nessuno ti nomina, significa che sei proprio scemo...).

Il mio sistema è migliorabile, ma permette di avere gente preparata teoricamente (con il concorso per l'"abilitazione"), eviterebbe di fare i concorsi ogni 10 anni, eviterebbe un po' di raccomandazioni, eviterebbe di avere dirigenti che non hanno mai diretto neanche un coretto di periferia poi mandati di colpo, per selezione solo teorica, a fare i dirigenti.

Da: Viva lItalia01/08/2012 11:35:29
Vi dico una cosa: se c'è la volontà politica e popolare di fare le cose per bene, le cose per bene si possono fare (come dimostro anche qui sopra: tra l'altro nel mio esempio di percorso per diventare preside c'è insieme il vecchio sistema dei  concorsi che comunque dei lati positivi li ha ma migliorandolo, ed inoltre viene data la possibilità anche ai Collegi docenti di esprimersi in merito, dando anche un po' ragione a quelli che vorrebbero l'elezione diretta dei dirigenti da parte del Collegio, cosa secondo me buona ma solo epr ALCUNI aspetti), ma se non c'è questa volontà di fare le cose bene ed onsetamente, allora l'alternativa è lo schifo a cui stiamo assistendo!!!!

Da: @ tutti01/08/2012 11:58:48
@ Viva lItalia
meno male che qualcuno ogni tanto dice la verita!

Da: Calabrese  doc01/08/2012 12:05:12
A che punto sono quella "specie" di ricorsi presentati dai trombati Calabresi?Il Tar  Li ha gia' segati? o ancora no?

Da: Viva lItalia01/08/2012 12:06:31
@ tutti, grazie!

Purtroppo, però, alla fine, la mia è solo "vox clamantis in deserto"...

Da: IVAN...ANCA01/08/2012 12:41:30
Ho dimenticato di aggiungere che io sono stata formatrice  e ho pubblicato numerosi libri per questo concorso....
Riempiendo le "teste", ma anche le mie tasche.

Da: e Sticazzi01/08/2012 13:22:11
.....dice: brava IVAN......ANCA

Da: ma non è proprio possibile....01/08/2012 14:41:23
non adoperare parole a sfondo fallico?
La comprensione del messaggio ne risulterebbe compromessa o si tratta di - un vezzo - da adulti con problemi di frustrazione adolescenziale?
In ogni caso è un lessico povero e penoso.

Da: promo01/08/2012 14:56:24
credo che Sticazzi sia un personaggio di un programma di Radio 2 Sei Uno Zero, che commenta notizie non degne di cronaca.

Da: PER CANGURO01/08/2012 14:58:06
Da: canguro  01/08/2012 1.32.35
l'errore che ho commesso è di aver creduto che le prove successive alla preselettiva sarebbero state valutate imparzialmente come la preselettiva.

Il tuo errore parte proprio da quella fase, se fossi stato meno credulone ritenendo la prelezione imparziale e oggettiva, forse non saresti arrivato a questo punto.
Forse saresti stato idoneo anche allo scritto, vedi canguro dovevi aprire gli occhi prima e sicuramente ti si sarebbe aperto un mondo anzichè arroccarti sulla posizione prelezione=onestà.
No! Il sistema era marcio fin da allora, ma tu continui a dire diversamente con la presunzione di convincere gli altri, trattandoci come al solito da stupidi.
Hai dato per scontato che la prova fosse corretta, ma se invece avessi torto? Se, al contrario, ci fosse davvero qualcosa di torbido che fino ad ora non hai voluto vedere?
Prova a metterti in discussione, magari vedrai l'oceano.

Sbagliando si impara, ma tu di errori non ne hai fatti ... neanche L'opponendum Santo può essere considerato errore, semmai una cosa desiderata, voluta e sentita, una testimonianza di affetto e amicizia nei confronti dei colleghi conosciuti e sconosciuti, insomma un'opera di bene.

Da: daltronte01/08/2012 15:05:09
1. daltronte;
2. daccordo;
3. qual'è;
4. qualch'uno;
5. ogniuno;

Ovviamente sono tutti errori di battitura :-)

Ringraziate le commissioni che vi hanno "fermato", perchè vi hanno evitato figuracce enormi e continue, oltre a ridicole ed imbarazzanti situazioni!

Buonanotte ;-)

P.S.: se qualcuno ricorda altre "chicche", l'elenco è sempre aperto

Da: daltronte01/08/2012 15:05:56
Aggiornamento:

1. daltronte;
2. daccordo;
3. qual'è;
4. qualch'uno;
5. ogniuno;
6. avvolte;
7. quoco;

Ovviamente sono tutti errori di battitura :-)

P.S.: se qualcuno ricorda altre "chicche", l'elenco è sempre aperto.

Da: PER REDAZIONE mininterno01/08/2012 15:16:46
L'INTERVENTO DI "DALTRONTE" RISULTA INOPPORTUNO E MOLESTO.
Inopportuno in quanto fuori luogo e decontestualizzato, molesto in quanto tendente a deridere i frequentatori di questo forum.

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