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DIRIGENTE TECNICO MIUR
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Da: D.S.10/06/2011 19:04:21
"Non ho mai avuto l'opportunità di trovare nella mia vita di docente un dirigente capace: o inetti o disastri".
Qual è il tuo punto di vista? Quali aparametri utilizzi per vautare o, meglio, giudicare, il lavoro dei DS che hai incrociato nel tuo percorso di censore, giudice e critico?
Ti sei mai chiesto se, forse, hai sbagliato a giudicare? Oppure credi di essere eternamente nel giusto, di essere il giusto, l'eletto, il perfetto?
Proviamo ad eleveare il livello della discussione: quali sono i descrittori da utlizzare per valutare il lavoro di un DS?
Rispondi

Da: renza cest moi10/06/2011 19:45:01
Un ds 'capace' partecipa ai consigli di classe senza delegare troppo e segue quanto si insegna e come si valuta intervenendo con competenza per 'elevare' il tasso di promozione.
Un ds 'capace' lavora, organizza, ascolta.
Un ds 'capace' non rincorre le spese ed i risparmi della scuola per favorire l'arrichimento suo e della sua corte ma reinveste quanto guadagnato per la scuola.
Un dirigente capace gira per la scuola, parla con docenti ed alunni e 'suda' con loro.
Rispondi

Da: A tutti i Ds10/06/2011 20:36:52
Senza volre offendere nessuno, ma la responsabilità del pessimo funzionamento della scuola italiana è almeno per l'80% da attribuire all'impreparazione dei DS.
Non sono né dei manager né esperti di didattica.
La maggior parte di essi ha vinto il concorso grazie ai sindacati o alle raccomandazioni politiche
Rispondi

Da: x a tutti i DS10/06/2011 20:42:14
mi dissocio
Rispondi

Da: livelli10/06/2011 22:18:26
Ci fu un tempo in cui si chiamavano "presidi" o "direttori didattici".
Essi godevano di grande prestigio. Anche la remunerazione era
interessante. Alcuni di loro concludevano la carriera come provveditori agli studi o ispettori centrali. Nessun funzionario amministrativo si sognava di interferire sulla didattica o sulla vita interna di una scuola. Poi qualcuno pensò di chiamarli "dirigenti"
senza dar loro né la retribuzione né gli strumenti per la dirigenza.
Il loro reclutamento venne effettuato in maniera schizofrenica e
caotica. I maestri diressero licei e i professori scuole elementari.
Indipendentemete dal valore e capacità individuali sono stati mortificati e sottomessi oltre che malpagati. La tragedia è che
"indietro non si torna". Negli ambienti ministeriali e negli uffici
periferici, a proposito dei "dirigenti scolastici" si ripete il ritornello:
"hanno voluto la bicicletta, che pedalino!" L'ultimo ministro che sapeva di scuola si chiamava Franca Falcucci.

Rispondi

Da: livelli10/06/2011 23:31:51
Poi accorparono le scuole, ripristinarono le reggenze,  aumentarono gli alunni per classe, ridimensionarono gli organici, non fecero più
concorsi per ispettori tecnici ma aumentarono i direttori generali e le loro retribuzioni. Si inventarono gli "incarichi triennali" per dirigenti amministrativi e tecnici. Gli "incaricati" ne ebbero più danno che vantaggi (salvo quelli che, opportunamente, se ne andarono in pensione potendolo fare).
Rispondi

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Da: andate a votare10/06/2011 23:33:15
Domenica e lunedì tutti a votare, è per il nostro futuro
Rispondi

Da: AVOTAR11/06/2011 00:09:24
esprimetevi con coscenza ma il 12 e 13 giugno
AVOTAR
Rispondi

Da: livelli11/06/2011 09:04:40
Per i dirigenti scolastici dovrebbe essere previsto l'obbligo del celibato.
Per quanto concerne la castità, il problema non esiste già.
Rispondi

Da: Stefano 11/06/2011 10:58:59
Questa mattina facevo una considerazione, quando le persone hanno due morali, o due concetti di democrazia, o due concetti del dovere, per sé e per gli altri, inutile discuterci.
Ciao a tutti
Rispondi

Da: ins11/06/2011 11:23:59
attenzione agli errori!!
Rispondi

Da: D.S.11/06/2011 12:00:18
Bene, la nostra discussione sui livelli, gli standard, la qualità dei D.S. sta lasciando i bassifondi dell'offesa gratuita e cominciando a veleggiare verso gli aspetti critici della professione e della professionalità del personale della scuola.
Il mio contributo adesso: dirigo una scuola da "appena" quattro anni e ho potuto constatare che solo la passione, la voglia di fare e di essere di tutti noi (personale ausiliario in primis) riescono a rendere la scuola efficace. Come ottenere il coinvolgimento di tutti? Semplice: facendo sì che tutti possano sentirsi protagonisti, artefici del cambiamento, che tutti possano dire con orgoglio: "questa è la mia scuola".
Il ruolo del dirigente è quello di non avere un ruolo definito. Anzi, meno serve la figura del dirigente più questi ha lavorato bene. Insomma, il vero dirigente è colui il quale non invade il terreno degli altri, ma interviene stimolando, suggerendo, sollecitando, controllando, gestendo....senza far capire a tutti gli altri che lo sta facendo. Solo così il personale docente e non potrà sentirsi facente parte di un gruppo di professionisti "riflessivi".
Ecco perchè diffido sempre dalle etichettature e dalle facili critiche sui dirigenti.
Rispondi

Da: D.S.11/06/2011 12:04:01
Pardon: "diffido sempre delle..." e non "dalle".
Rispondi

Da: livelli11/06/2011 15:34:17
Caro D.S. da "appena" quattro anni.
Mi piacerebbe condividere la tua dichiarata passione, la tua voglia di fare. Mi piacerebbe sapere anche che tutto il personale della tua scuola la condivida.
Ma non ci riesco! E non ci riesco perché so, attingendo anche ai commenti dei tuoi colleghi che, fuori dall'ufficialità, si confessano
e dicono che le cose non stanno esattamente così. E lo dicono
anche i loro diretti collaboratori, che si lamentano di dover sopperire
alle carenze della dirigenza.
Non te l'avere a male, ma mi viene in mente Leonardo Sciascia che
in un minuscolo libricino ("kermesse", Sellerio Editore) ha voluto
raccogliere alcuni modi di dire sentiti nel suo luogo natìo ed ha
cercato di darne una spiegazione.
A BON'é CA si mori.  E meno male che si muore.
Frase pronunciata da uno zolfataro dedito al vino e al gioco di carte,
che una sera di sabato, sotto Natale, avendo perso il denaro che aveva e "indettandosi" (indebitandosi) su quello che non aveva,
tristemente rincasando si sentì piovere addosso, da una finestra rapidamente aperta e richiusa, il copioso contenuto di una "commoda" ("commoda", comoda, era un vaso cilindrico di coccio stagnato, alto quanto una sedia, gli orli robustamente slabbrati in modo da potercisi sedere - comodamente - sopra:
il vaso, insomma, che la seggetta conteneva). Si dice " a bon'è ca si mori" a commento conclusivo delle proprie o altrui sventure.
Rispondi

Da: livelli11/06/2011 15:34:21
Caro D.S. da "appena" quattro anni.
Mi piacerebbe condividere la tua dichiarata passione, la tua voglia di fare. Mi piacerebbe sapere anche che tutto il personale della tua scuola la condivida.
Ma non ci riesco! E non ci riesco perché so, attingendo anche ai commenti dei tuoi colleghi che, fuori dall'ufficialità, si confessano
e dicono che le cose non stanno esattamente così. E lo dicono
anche i loro diretti collaboratori, che si lamentano di dover sopperire
alle carenze della dirigenza.
Non te l'avere a male, ma mi viene in mente Leonardo Sciascia che
in un minuscolo libricino ("kermesse", Sellerio Editore) ha voluto
raccogliere alcuni modi di dire sentiti nel suo luogo natìo ed ha
cercato di darne una spiegazione.
A BON'é CA si mori.  E meno male che si muore.
Frase pronunciata da uno zolfataro dedito al vino e al gioco di carte,
che una sera di sabato, sotto Natale, avendo perso il denaro che aveva e "indettandosi" (indebitandosi) su quello che non aveva,
tristemente rincasando si sentì piovere addosso, da una finestra rapidamente aperta e richiusa, il copioso contenuto di una "commoda" ("commoda", comoda, era un vaso cilindrico di coccio stagnato, alto quanto una sedia, gli orli robustamente slabbrati in modo da potercisi sedere - comodamente - sopra:
il vaso, insomma, che la seggetta conteneva). Si dice " a bon'è ca si mori" a commento conclusivo delle proprie o altrui sventure.
Rispondi

Da: livelli11/06/2011 15:52:01
Ma una via d'uscita c'è o ci sarebbe.
Gli stessi interessati non la vogliono prendere in considerazione per una forma di "pudicizia" o di "vergogna". Vogliono far capire di far
parte di un "sistema" che li ha cooptati ma non li ha gratificati.
Mai e poi mai ammetterebbero che, alla fin fine, hanno le stesse
esigenze (e lo stesso "stomaco") degli altri lavofratori.
Rispondi

Da: ds da qualche anno in più11/06/2011 17:47:51
Devo dire che sono d'accordo con DS.
L a passione con il passare degli anni non diminuisce, nè in me, nè nei docenti miei coetanei o quasi. Trovo che, purtroppo, la maggior parte dei docenti giovani e giovanissimi, anche quelli che pur giovanissimi sono già a tempo indeterminato (al centro Italia nella scuola primaria accade, soprattutto per il sostegno) pensa con troppa assiduità ai propri dirittti veri o presunti, rincorrendo possibilità di attività retribuite, utilizzando tutte le forme possibili di congedi retribuiti.
Questi giovani docenti quasi sempre provenienti dalla formazione universitaria, sono preparati sul piano pedagogico, tecnicamente hanno molto da comunicare ai colleghi di esperienza, ma sono critici sul piano relazionale: non investono nel rapporto con gli alunni, sono frettolosi con i colleghi.
Come mettere a frutto le conoscenze acquisite da loro, come aiutarli a costruire le necessarie competenze professionali, come farli "appassionare"?
D'altro canto, i docenti di esperienza attenti e ricchi sul piano delle relazioni, troppo spesso confidano sul già vissuto, diffidano di metodologie, sussidi, prospettive didattiche "nuove" o, meglio, non consolidate, si tricerano dietro "devo essere capace prima io, sicuro, e poi, allora, potrò con gli alunni, lasciando passere inesorabilmente tempo e prospettive, distanziandosi nei fatti da quegli alunni che tanto amano, li appassionano, ma differiscono sempre più dal loro modello ideale,
Come far contaminare le diverse anime che vivono nella scuola?
Penso che questo, per un DS, sia hard core del compito da svolgere.
Non è facile, vista anche la condizione di "diritto" che la formazione riveste oggi nel profilo contrattuale del personale del comparto scuola.
Ci si prova, a volte anche con successo.
Rispondi

Da: ds da qualche anno in più11/06/2011 17:53:09
Devo dire che sono d'accordo con DS.
L a passione con il passare degli anni non diminuisce, nè in me, nè nei docenti miei coetanei o quasi. Trovo che, purtroppo, la maggior parte dei docenti giovani e giovanissimi, anche quelli che pur giovanissimi sono già a tempo indeterminato (al centro Italia nella scuola primaria accade, soprattutto per il sostegno) pensa con troppa assiduità ai propri dirittti veri o presunti, rincorrendo possibilità di attività retribuite, utilizzando tutte le forme possibili di congedi retribuiti.
Questi giovani docenti quasi sempre provenienti dalla formazione universitaria, sono preparati sul piano pedagogico, tecnicamente hanno molto da comunicare ai colleghi di esperienza, ma sono critici sul piano relazionale: non investono nel rapporto con gli alunni, sono frettolosi con i colleghi.
Come mettere a frutto le conoscenze acquisite da loro, come aiutarli a costruire le necessarie competenze professionali, come farli "appassionare"?
D'altro canto, i docenti di esperienza attenti e ricchi sul piano delle relazioni, troppo spesso confidano sul già vissuto, diffidano di metodologie, sussidi, prospettive didattiche "nuove" o, meglio, non consolidate, si tricerano dietro "devo essere capace prima io, sicuro, e poi, allora, potrò con gli alunni, lasciando passere inesorabilmente tempo e prospettive, distanziandosi nei fatti da quegli alunni che tanto amano, li appassionano, ma differiscono sempre più dal loro modello ideale,
Come far contaminare le diverse anime che vivono nella scuola?
Penso che questo, per un DS, sia hard core del compito da svolgere.
Non è facile, vista anche la condizione di "diritto" che la formazione riveste oggi nel profilo contrattuale del personale del comparto scuola.
Ci si prova, a volte anche con successo.
Rispondi

Da: ds da qualche anno in più11/06/2011 18:15:22
A chi sostiene la generela incapacità della categoria DS, chiedo: perchè quasi tutti i docenti frequentanti questo sito intendono concorrere al concorso DS?
Per la differenza stipendiale o per la sfida con se stessi che pone un ruolo così articolato e complesso?
Se la risposta è la prima opzione rispondo di lasciar stare visto il rapporto tra le remunerazioni indicato qualche post fa; se è la seconda, chi pensa di poter affrontare il compito senza tanta passione e competenze di vario tipo?
E se qualcuno mi chiedesse: ma allora perchè sei in questo sito, perchè hai partecipato a questo concorso, forse per il diverso stipendio, forse perchè tutta questa presunta passione è aria fritta?
Certamente concludere la carriera (o vita professionale che è meglio) da DT consente un maggior agio, ma per me il motivo non è solo questo.
E' una sfida con me stessa, è la voglia di partecipare ad un altro livello alla vita della scuola, è la speranza di poter dedicare il mio studio e il mio impegno e contribuire a qualche decisione.
Sono certa che questo non accadrà perchè la mia terza prova non è sicuramente sufficiente.
Comunque, è anche necessario che si avvii una nuova stagione, quindi andiamo tutti a votare domani e dopo e facciamo votare più persone possibile.
Rispondi

Da: Ippazia11/06/2011 18:57:02

- Messaggio eliminato -

Rispondi

Da: livelli11/06/2011 18:57:24
Cara DS con qualche anno in più.
La conclusione del tuo ultimo post è una boccata di ossigeno e di speranza.
Vorrei che anche i tuoi colleghi la smettessero di negare (per   orgoglio di appartenenza o per malinteso dovere d'ufficio) le grosse difficoltà che sono sotto gli occhi di tutti. E sopra tutto non scaricassero sugli altri lavoratori della scuola le responsabilità di
un disagio diffuso. Ti auguro di passare il concorso, ma non ti illudere che con il tuo studio e il tuo impegno contribuirai a qualche decisione. Almeno fino a quando ci sarà questo regime e
questa mentalità codina.
Rispondi

Da: renza cest moi11/06/2011 19:20:52
condivido e rispetto quanto scritto da livelli, da DS e ds.
Non dirigo nulla e forse non lo farò mai.
Ho sperimentato però che a volte in una scuola avvengono delle piccole magie. Basta intervenire nel modo giusto ed alcune cose funzionano. La mia lotta è contro l'ignoranza, l'egoismo, la cattiveria.
Domani voterò 4 sì.
Rispondi

Da: renza cest moi11/06/2011 19:26:56
però non condivido l'intervento sul celibato e la castità.
Rispondi

Da: teo11/06/2011 21:03:45
tutti a votare... mi raccomando
Rispondi

Da: livelli11/06/2011 21:19:46
@ renza (tu, proprio tu?)
Anche nella Chiesa ci sono le "regole" ma anche le "dispense";
il "peccato" e il "perdono".
Le norme possono avere carattere " tassativo" o "ordinatorio".
E, in ogni caso, "semel in anno licet insanire".
Ma che sia chiaro: "semel in anno", non di più!
Rispondi

Da: x livelli, renza e company11/06/2011 21:48:10
Non siete in grado di giudicare ora nerssuno e non lo sarete neanche dopo l'improbabile superamento di questo ""concorso"".
Dirigere, dirigente, organizzare, motivare, efficienza, efficacia, sono termini un poco ostici da capire per voi, figuriamoci da implementare.
Chi vorreste e con quali criteri giudicare?
Al massimo qualche alunno...
Intanto fare il D T richiede competenze di DIRIGENZA e voi siete al massimo dei discreti docenti, e poi il termine dirigente, visto che non dirigerete nessuno direttamente, non vi entrerà mai in testa.
Alla selezione dovevano partecipare solo i "Dirigenti scolastici" e tra questi i migliori.
Come?
Con la volontà di selezionare appunto i migliori...
Non si manda a controllare il padrone del negozio promuovendo a ruolo di controllore il garzone della bottega...
Con tutto il rispetto per i docenti validi e competenti.
Credete ancora che selezionare con delle domande con risposte a scelta multipla si siano individuati veramente i più capaci?
I più capaci sono quelli che meritano con i fatti ed i meriti "sul campo" di fare i Dirigenti.
Il tutto con le dovute eccezioni ed i relativi distinguo.
Rispondi

Da: livelli11/06/2011 22:40:02
@ x livelli, renza e company.
Grazie per avermi dato l'opportunità di una conferma di quanto da me affermato!
Ormai è assodato che l'autodichiarazione sostituisce ogni accertamento a tutti gli effetti.
Sei autopromosso a pieni voti "magna cum laude".
Complimenti vivissimi.
Rispondi

Da: livelli11/06/2011 22:45:06
Complimenti anche per l'originale sequela dei verbi all'infinito.
Segno anche di fantasia.
Rispondi

Da: livelli11/06/2011 23:06:39
Buona notte, Signor Preside!
Rispondi

Da: livelli12/06/2011 08:36:43
Buon giorno, Signor Preside!
Ha dormito bene? Si è sognato?
Rispondi

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