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Giustizia: bando mobilità per 1.031 posti personale amministrativo
14158 messaggi, letto 559316 volte

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Da: idoneosi05/10/2015 09:42:01
stamattina non va il sito del ministero voi riuscite ad entrare?
Rispondi

Da: Lupo66 05/10/2015 09:43:20
Se hanno problemi di copertura finanziaria non avrebbero pensato di bandire altri mega bandi di mobilità per altri 2.000 persone, bandi previsti per il 2016.
Che debbano verificare non c'è dubbio ma sono speranzoso.
E prevedo anche scorrimenti. Si parla già di rinunciatari....un conto è presentare la domanda, un conto vedersi in graduatoria.....
Rispondi

Da: idoneosi05/10/2015 09:44:57
speriamo io sono idoneo funzionario giuridico a Milano
Rispondi

Da: DAP05/10/2015 09:49:18
Cari colleghi del ,
vi dico apertamente che alcuni sindacati già l'anno scorso remarono contro ai 37 nostri colleghi che transitarono al Dog e comunque il nulla osta fu dato e l'anno scorso era ancora in vigore la vecchia pianta organica MOLTO PIU' SOSTANZIOSA e che non aveva problemi di esuberi.

Ora con il DPCM 84/15 di riordino del MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

il DAP in area terza può avere solo 2219 dipendenti AL MASSIMO!!!

In servizio attualmente solo fra FGP/CONTABILI/FOR siamo 2500, mi chiedo come faccia a dire il referente SAGUNSA che il DAP non è in eseburo in area terza

MENTE SAPENDO DI MENTIRE
PERCHE' PER LORO E' MEGLIO TENERCI AL DAP

I sindacati grossi CISL/CGIL/UIL che stanno in tutte le amministrazioni secondo me sono più affidabili, perché comunque vada loro ci sono sempre in tutte le amministrazioni...
Rispondi

Da: Mymma 05/10/2015 10:02:39
Scusa"per dap",quanto dici in merito alle carenze in terza area e ad eventuali nuove assunzioni dalle graduatorie,volevo chiederti se ti sono state fornite da fonti certe o si tratta di voci di corridoio,perche' se effettivamente stanno cosi' le cose,penso non ci siano speranze...Grazie se vorrai rispondermi...
Rispondi

Da: Provinciale in attesa05/10/2015 10:03:47
Grande Lupo...
vorrei avere solo la meta' del tuo "ottimismo"...
il fatto è che ne ho viste tante...e adesso spero si diano una mossa!
A proposito, visto che ci azzecchi sempre...
quando credi che prenderemo effettivamente servizio???
Secondo te andranno per scaglioni? Perché non credo valga la stessa data per tutti...c'è gia' chi ha presentato a suo tempo il nulla osta e quindi potrebbe prendere servizio a breve...
Rispondi

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Da: DAP05/10/2015 10:09:04
A tutti i colleghi DAP

potremmo inviare una pec al dog e per conoscenza alla nostra amministrazione richiedendo l'applicazione dell'art. 4 L. 114/2014 in materia di mobilità, facendo esplicito riferimento al dato di fatto che in base al DPCM 84/15, di cui si attendeno con urgenza i decreti attuativi, la nostra Amministrazione si ritrova in area terza a poter avere un numero massimo di dipendenti pari a 2219 (da tabella allegata al DPCM 84/15) e che allo stato risultano in servizio solo come FGP/CONTABILI/FOR circa 2500 dipendenti, e che quindi la nostra Amministrazione non può non concedere il nulla osta, anche con riferimento alle carenze di organico del Dog che sono, invece, abissali.

Che ne dite?
Rispondi

Da: Lupo66 05/10/2015 10:14:50
Grazie per l'ottimista ! Io sono un pessimista-realista, uno di quelli che vede il bicchiere non mezzo vuoto ma proprio rotto....
Se salta questa mobilità, salta tutto il decreto Madia sulla mobilità del provinciali. Siamo solo agli inizi. Magari i soldi potranno finire ma non adesso.
Si prevede una mobilità di provinciali epocale...se finiscono adesso la benzina, non arrivano neanche alla prima tappa.....poi tutto pò esse.

Presa di servizio? Voci da me dicono di metà ottobre ma ora, come il Secondo Tragico Fantozzi, girano le voci più incontrollate tipo che l'Italia stava vincendo 20-0 con l'Inghilterra e che avesse pure segnato Zoff di testa su calcio d'angolo....
A mio parere, uno di novembre con presa effettiva di servizio due di novembre (lunedì) (e mi ci metto pure io nelle voci incontrollate...)
Rispondi

Da: cave canem05/10/2015 10:23:19
L'intera pagina 5 del Sole 24 ore di oggi 5 ottobre è interamente dedicata
alla mobilità dei provinciali.
Rispondi

Da: DAP05/10/2015 10:26:37
Estratto da Tabella E - allegata al DPCM 84/15

Ministero della Giustizia
Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria
Dotazione organica complessiva del personale amministrativo

Terza area 2219
Seconda area 2377
Prima area 93
TOTALE AREE 4.689


Rispondi

Da: Provinciale in attesa05/10/2015 10:27:12
Grazie Lupo66 sei molto incoraggiante!
Pure io sono pessimista-realista di natura...e...i bicchieri nn li vedo proprio...(e nn x miopia).
Vedi pure io sono convinta che si prendera' servizio il 1 nov. o il 2...ma purtroppo finche' non tocco con mano...nn credo!!!
E il tuo:  "tutto po' esse"  e la tua voce "incontrollata"...mi hanno fatto ripiombare nel realistico pessimismo italico!
Fiduciosa cmq che per "i morti" saremo "vivi" da qualche altra parte...
Rispondi

Da: Bah05/10/2015 10:27:35
Si parla di date nell articolo?
Rispondi

Da: DAP05/10/2015 10:30:55
Qualcuno ha il dato preciso di quanti sono i FOR in servizio al DAP?
Io volendomi tenere basso ne ho calcolati 700 ma probabilmente sono di più, se qualcuno conosce il dato preciso potrei fare dei dati ancora più accurati sulle nuove piante organiche che verranno fuori dai decreti attuativi del DPCM 84/15


Rispondi

Da: Lupo66 05/10/2015 10:31:17



Province, mobilità in stallo e rischio dissesto

di Gianni Trovati



A Lecco il riscaldamento delle scuole è garantito fino alle vacanze di Natale, grazie a un finanziamento che il Pirellone è riuscito a costruire per le Province più in difficoltà: soldi arrivati anche lontano dal lago, per esempio a Monza, dove per chiudere il bilancio si è deciso di rimandare a data da destinarsi la costruzione delle nuove scuole di Arcore e Brugherio. Anche in Umbria la Regione sta provando a metterci una pezza, ma la coperta è corta e sia a Perugia sia a Terni l'agenda delle Province per le prossime settimane parla apertamente di dissesto. Lo stesso accade più a Nord, a Verbania, nonostante un indennizzo parziale arrivato da Torino dopo che i tagli fatti dalla Regione nel 2012 e 2013 sono stati dichiarati incostituzionali.
Mercoledì scorso è stato un giorno importante per le Province: quel giorno sono scaduti i termini, ultra-prorogati, per chiudere i bilanci "preventivi" di quest'anno, ed è arrivato in Gazzetta Ufficiale il decreto della Funzione pubblica che fissa i criteri per la mobilità del personale in esubero (si veda l'articolo del Quotidiano degli enti locali e Pa del 30 settembre 2015): entrambi i passaggi, però, finiscono per certificare uno stallo che coinvolge i 43mila dipendenti degli enti di area vasta (50mila se si calcolano anche le Regioni autonome) e le migliaia di persone che hanno vinto un concorso in altri enti pubblici e ora aspettano la ricollocazione degli esuberi; in ballo, però, ci sono anche i cittadini, che anche quest'anno stanno versando più di 3,7 miliardi di tasse "provinciali" ma vedono strade e servizi in stato di abbandono anche perché metà di queste imposte finiscono in realtà allo Stato. L'anno prossimo, se la manovra non pescherà un jolly anche per le disastrate province nel difficile gioco delle coperture, finiranno nel bilancio statale 2,7 miliardi di imposta «provinciale» di trascrizione e di addizionale, altrettanto «provinciale», sull'Rc Auto: in pratica 7 euro ogni 10 chiesti agli automobilisti.

La macchina della mobilità
Il caos nasce dal fatto che a un anno e mezzo dall'approvazione della legge Delrio, e dieci mesi dopo il taglio del 50% (30% nelle Città metropolitane) alle spese di personale chiesto dall'ultima manovra, la macchina della mobilità che avrebbe dovuto spostare diventato "di troppo" nelle Province alleggerite di funzioni non è ancora partita. I bilanci locali, quindi, sono stati super-tagliati ma i costi sono ancora a loro carico, in un corto-circuito che sposta le risorse superstiti dai servizi agli stipendi e nelle realtà più zoppicanti mette a rischio lo stesso pagamento delle buste paga. Il «Portale nazionale della mobilità», cioè il cervellone che dovrebbe incrociare la domanda di lavoro dei dipendenti provinciali in uscita e l'offerta da parte delle altre amministrazioni è ancora desolatamente vuoto, perché nell'incertezza su funzioni e prospettive le Province si sono ben guardate dallo scrivere gli elenchi nominativi degli esuberi, così come le altre amministrazioni non hanno inserito i dati sui posti disponibili.

Il decreto della Funzione pubblica
Ad attivare il cervellone dovrebbe essere proprio il decreto della Funzione pubblica, che era pronto da prima dell'estate ma solo la scorsa settimana ha ottenuto il via libera della Corte dei conti. Il decreto fissa un calendario ambizioso, che dà 30 giorni a Città metropolitane e Province per indicare gli esuberi e 60 a Comuni, Regioni e Pa centrale per comunicare le disponibilità. Nei 30 giorni successivi Palazzo Vidoni dovrà verificare il tutto e comunicare i dati, dopo di che i dipendenti in via di spostamento avranno un mese di tempo per esprimere la propria preferenza sulla destinazione: a quel punto, nei 30 giorni successivi la Funzione pubblica assegnerà al loro nuovo ufficio i diretti interessati, che avranno un mese di tempo per spostarsi.

La resistenza delle Regioni
La riscrittura della geografia del pubblico impiego, dunque, non si dovrebbe concludere prima della prossima primavera, ammesso che tutto fili liscio. Ma, ovviamente, non è detto, perché la resistenza passiva delle Regioni. Solo sette su 15 a Statuto ordinario hanno approvato la legge sul riordino delle funzioni, spesso rinviando a provvedimenti successivi la grana del personale: ma se le Province e le Città metropolitane non sanno quali sono i compiti che rimangono nella loro competenza difficilmente possono capire quali dipendenti non servono più. Entro fine mese, minaccia il decreto enti locali approvato prima dell'estate, le Regioni dovranno chiudere la trafila, altrimenti saranno costrette a pagare alle Province il costo delle funzioni rimaste appese agli enti di area vasta: una sanzione pesante, che non basterebbe a dare certezze definitive al personale ma almeno offrirebbe qualche garanzia in più sulle risorse. C'è però da scommettere che anche su questo si aprirà un braccio di ferro con le Regioni, nel nome dell'«autonomia finanziaria» dei governatori. L'altro conflitto in arrivo è quello con i sindacati, perché la mobilità non offre una garanzia automatica su tutto il trattamento accessorio (si veda Il Sole 24 Ore dell'8 settembre) e sono già stati annunciati ricorsi in tutti i casi in cui le buste paga dovessero alleggerirsi. La partita, insomma, è ancora lunga, e pone un altro problema da affrontare nel tavolo già ricco della manovra.

Una riforma schiacciata dal «tutti contro tutti»

di Gianni Trovati

La riforma delle Province è in vigore da 82 settimane, ma finora non è riuscita a spostare i dipendenti e tantomeno a ridisegnare l'architettura delle amministrazioni locali. Nella sua lunga vita (il conto delle settimane cresce parecchio se si contano anche quelle occupate ossessivamente dal dibattito che ha preceduto l'approvazione) ha offerto però un Bignami completo dei problemi che spesso affossano le riforme italiane.

Le criticità
Il primo è rappresentato dalla distanza spesso siderale tra l'ambizione che anima la scrittura delle leggi e l'apatia che ne accompagna l'attuazione. Rallentato da incertezze, polemiche e dai tempi lunghi dell'iter burocratico, il decreto chiave sulla mobilità è arrivato in Gazzetta Ufficiale solo mercoledì scorso, cioè dieci mesi dopo la manovra che ha dimezzato per legge le spese di personale delle Province. Quando il passo è così lento, è inevitabile che le regole attuative arrivino in un contesto profondamente diverso da quello in cui è nata la legge, con il risultato che spesso parlano una lingua diversa. Secondo la legge Delrio, per esempio, i dipendenti in uscita dalle Province avrebbero portato con sè uno «zainetto» con le risorse per garantirsi tutta la busta paga. Dopo i tagli della manovra, i soldi da infilare nello «zainetto» non ci sono più, e sono gli uffici di destinazione a doversi far carico di tutti i costi, assicurando solo le voci «fisse e continuative» del trattamento accessorio se hanno in bilancio la copertura finanziaria. Non si tratta propriamente di un dettaglio, soprattutto quando gli stipendi medi non arrivano a 2mila euro lordi, ed è ovvio che in un'intercapedine così larga fra la legge e i decreti attuativi si infilino le promesse di ricorsi da parte dei sindacati.

Il ruolo delle Regioni
Proprio il conflitto perenne è l'altro grande problema per qualsiasi riforma, aggravato quando il conflitto non si accende fra «controparti» (come sono i sindacati) ma fra pezzi dello Stato. In prima fila fra i "resistenti" ci sono in questo caso le Regioni, a cui la legge Delrio chiedeva di decidere quali compiti lasciare alle Province e quali invece spostare: i governatori hanno usato questa autonomia per non decidere, per fingere di decidere (con le catene di leggi locali che rimandano a successivi provvedimenti attuativi) o semplicemente di non toccare nulla. Ora si tenta di rilanciare il tutto, tra prove di intesa sui centri per l'impiego e minaccie di sanzioni sui bilanci, ma la soluzione è lontana. In questo «tutti contro tutti» si arriva anche a battaglie intestine fra gli stessi enti locali, con qualche città che prova a pescare i dipendenti migliori della Provincia lasciando nel vecchio ente quelli meno appetibili: quando la Città metropolitana e la Provincia sono guidate dalla stessa persona, il paradosso è completo. E i risparmi per i cittadini? Tolta qualche decina di milioni per indennità e gettoni di presenza, per ora è difficile vederne di strutturali. Certo, i bilanci provinciali sono stati tagliati di un miliardo, ma i costi non sono diminuiti. La prova del nove arriva dalle tasse provinciali, che hanno solo cambiato destinazione: sono provinciali di nome, ma per metà statali di fatto perché finiscono nella colonna delle entrate del bilancio centrale.​




Rispondi

Da: Lupo66 05/10/2015 10:32:42
Da buona pessimista non hai approfondito il mio passaggio:

"Se salta questa mobilità, salta tutto il decreto Madia sulla mobilità del provinciali. Siamo solo agli inizi. Magari i soldi potranno finire ma non adesso.
Si prevede una mobilità di provinciali epocale...se finiscono adesso la benzina, non arrivano neanche alla prima tappa.....poi tutto pò esse.
"

Io sono pessimista, seguace di San Tommaso
Rispondi

Da: idoneosi05/10/2015 10:33:43
qualcuno piò mettere l'articolo del sole 24 ore
Rispondi

Da: Lupo66 05/10/2015 10:36:00



Province, mobilità in stallo e rischio dissesto

di Gianni Trovati



A Lecco il riscaldamento delle scuole è garantito fino alle vacanze di Natale, grazie a un finanziamento che il Pirellone è riuscito a costruire per le Province più in difficoltà: soldi arrivati anche lontano dal lago, per esempio a Monza, dove per chiudere il bilancio si è deciso di rimandare a data da destinarsi la costruzione delle nuove scuole di Arcore e Brugherio. Anche in Umbria la Regione sta provando a metterci una pezza, ma la coperta è corta e sia a Perugia sia a Terni l'agenda delle Province per le prossime settimane parla apertamente di dissesto. Lo stesso accade più a Nord, a Verbania, nonostante un indennizzo parziale arrivato da Torino dopo che i tagli fatti dalla Regione nel 2012 e 2013 sono stati dichiarati incostituzionali.
Mercoledì scorso è stato un giorno importante per le Province: quel giorno sono scaduti i termini, ultra-prorogati, per chiudere i bilanci "preventivi" di quest'anno, ed è arrivato in Gazzetta Ufficiale il decreto della Funzione pubblica che fissa i criteri per la mobilità del personale in esubero (si veda l'articolo del Quotidiano degli enti locali e Pa del 30 settembre 2015): entrambi i passaggi, però, finiscono per certificare uno stallo che coinvolge i 43mila dipendenti degli enti di area vasta (50mila se si calcolano anche le Regioni autonome) e le migliaia di persone che hanno vinto un concorso in altri enti pubblici e ora aspettano la ricollocazione degli esuberi; in ballo, però, ci sono anche i cittadini, che anche quest'anno stanno versando più di 3,7 miliardi di tasse "provinciali" ma vedono strade e servizi in stato di abbandono anche perché metà di queste imposte finiscono in realtà allo Stato. L'anno prossimo, se la manovra non pescherà un jolly anche per le disastrate province nel difficile gioco delle coperture, finiranno nel bilancio statale 2,7 miliardi di imposta «provinciale» di trascrizione e di addizionale, altrettanto «provinciale», sull'Rc Auto: in pratica 7 euro ogni 10 chiesti agli automobilisti.

La macchina della mobilità
Il caos nasce dal fatto che a un anno e mezzo dall'approvazione della legge Delrio, e dieci mesi dopo il taglio del 50% (30% nelle Città metropolitane) alle spese di personale chiesto dall'ultima manovra, la macchina della mobilità che avrebbe dovuto spostare diventato "di troppo" nelle Province alleggerite di funzioni non è ancora partita. I bilanci locali, quindi, sono stati super-tagliati ma i costi sono ancora a loro carico, in un corto-circuito che sposta le risorse superstiti dai servizi agli stipendi e nelle realtà più zoppicanti mette a rischio lo stesso pagamento delle buste paga. Il «Portale nazionale della mobilità», cioè il cervellone che dovrebbe incrociare la domanda di lavoro dei dipendenti provinciali in uscita e l'offerta da parte delle altre amministrazioni è ancora desolatamente vuoto, perché nell'incertezza su funzioni e prospettive le Province si sono ben guardate dallo scrivere gli elenchi nominativi degli esuberi, così come le altre amministrazioni non hanno inserito i dati sui posti disponibili.

Il decreto della Funzione pubblica
Ad attivare il cervellone dovrebbe essere proprio il decreto della Funzione pubblica, che era pronto da prima dell'estate ma solo la scorsa settimana ha ottenuto il via libera della Corte dei conti. Il decreto fissa un calendario ambizioso, che dà 30 giorni a Città metropolitane e Province per indicare gli esuberi e 60 a Comuni, Regioni e Pa centrale per comunicare le disponibilità. Nei 30 giorni successivi Palazzo Vidoni dovrà verificare il tutto e comunicare i dati, dopo di che i dipendenti in via di spostamento avranno un mese di tempo per esprimere la propria preferenza sulla destinazione: a quel punto, nei 30 giorni successivi la Funzione pubblica assegnerà al loro nuovo ufficio i diretti interessati, che avranno un mese di tempo per spostarsi.

La resistenza delle Regioni
La riscrittura della geografia del pubblico impiego, dunque, non si dovrebbe concludere prima della prossima primavera, ammesso che tutto fili liscio. Ma, ovviamente, non è detto, perché la resistenza passiva delle Regioni. Solo sette su 15 a Statuto ordinario hanno approvato la legge sul riordino delle funzioni, spesso rinviando a provvedimenti successivi la grana del personale: ma se le Province e le Città metropolitane non sanno quali sono i compiti che rimangono nella loro competenza difficilmente possono capire quali dipendenti non servono più. Entro fine mese, minaccia il decreto enti locali approvato prima dell'estate, le Regioni dovranno chiudere la trafila, altrimenti saranno costrette a pagare alle Province il costo delle funzioni rimaste appese agli enti di area vasta: una sanzione pesante, che non basterebbe a dare certezze definitive al personale ma almeno offrirebbe qualche garanzia in più sulle risorse. C'è però da scommettere che anche su questo si aprirà un braccio di ferro con le Regioni, nel nome dell'«autonomia finanziaria» dei governatori. L'altro conflitto in arrivo è quello con i sindacati, perché la mobilità non offre una garanzia automatica su tutto il trattamento accessorio (si veda Il Sole 24 Ore dell'8 settembre) e sono già stati annunciati ricorsi in tutti i casi in cui le buste paga dovessero alleggerirsi. La partita, insomma, è ancora lunga, e pone un altro problema da affrontare nel tavolo già ricco della manovra.

Una riforma schiacciata dal «tutti contro tutti»

di Gianni Trovati

La riforma delle Province è in vigore da 82 settimane, ma finora non è riuscita a spostare i dipendenti e tantomeno a ridisegnare l'architettura delle amministrazioni locali. Nella sua lunga vita (il conto delle settimane cresce parecchio se si contano anche quelle occupate ossessivamente dal dibattito che ha preceduto l'approvazione) ha offerto però un Bignami completo dei problemi che spesso affossano le riforme italiane.

Le criticità
Il primo è rappresentato dalla distanza spesso siderale tra l'ambizione che anima la scrittura delle leggi e l'apatia che ne accompagna l'attuazione. Rallentato da incertezze, polemiche e dai tempi lunghi dell'iter burocratico, il decreto chiave sulla mobilità è arrivato in Gazzetta Ufficiale solo mercoledì scorso, cioè dieci mesi dopo la manovra che ha dimezzato per legge le spese di personale delle Province. Quando il passo è così lento, è inevitabile che le regole attuative arrivino in un contesto profondamente diverso da quello in cui è nata la legge, con il risultato che spesso parlano una lingua diversa. Secondo la legge Delrio, per esempio, i dipendenti in uscita dalle Province avrebbero portato con sè uno «zainetto» con le risorse per garantirsi tutta la busta paga. Dopo i tagli della manovra, i soldi da infilare nello «zainetto» non ci sono più, e sono gli uffici di destinazione a doversi far carico di tutti i costi, assicurando solo le voci «fisse e continuative» del trattamento accessorio se hanno in bilancio la copertura finanziaria. Non si tratta propriamente di un dettaglio, soprattutto quando gli stipendi medi non arrivano a 2mila euro lordi, ed è ovvio che in un'intercapedine così larga fra la legge e i decreti attuativi si infilino le promesse di ricorsi da parte dei sindacati.

Il ruolo delle Regioni
Proprio il conflitto perenne è l'altro grande problema per qualsiasi riforma, aggravato quando il conflitto non si accende fra «controparti» (come sono i sindacati) ma fra pezzi dello Stato. In prima fila fra i "resistenti" ci sono in questo caso le Regioni, a cui la legge Delrio chiedeva di decidere quali compiti lasciare alle Province e quali invece spostare: i governatori hanno usato questa autonomia per non decidere, per fingere di decidere (con le catene di leggi locali che rimandano a successivi provvedimenti attuativi) o semplicemente di non toccare nulla. Ora si tenta di rilanciare il tutto, tra prove di intesa sui centri per l'impiego e minaccie di sanzioni sui bilanci, ma la soluzione è lontana. In questo «tutti contro tutti» si arriva anche a battaglie intestine fra gli stessi enti locali, con qualche città che prova a pescare i dipendenti migliori della Provincia lasciando nel vecchio ente quelli meno appetibili: quando la Città metropolitana e la Provincia sono guidate dalla stessa persona, il paradosso è completo. E i risparmi per i cittadini? Tolta qualche decina di milioni per indennità e gettoni di presenza, per ora è difficile vederne di strutturali. Certo, i bilanci provinciali sono stati tagliati di un miliardo, ma i costi non sono diminuiti. La prova del nove arriva dalle tasse provinciali, che hanno solo cambiato destinazione: sono provinciali di nome, ma per metà statali di fatto perché finiscono nella colonna delle entrate del bilancio centrale.​




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Da: Anche io dap05/10/2015 10:38:49
X dap io sono d'accordo a qualunque iniziativa congiunta..hai la mia mail se c'è da venire da qualche parte per firmare o dare mandato ad avvocato non c'è problema
Rispondi

Da: Anche io dap05/10/2015 10:44:01
X dap
Sei sicuro di questo dato 2500 tra fgp for e fc, dunque senza contare funzionari servizio sociale? Se me lo fai per certo riscrivo al Sagunsa con questi dati, vediamo come mi risponde
Rispondi

Da: ges05/10/2015 10:53:52
Sono d' accordo con la proposta di Dap.
Rispondi

Da: idoneosi05/10/2015 10:58:25
non riesco ad andare sul sito del ministero come mai?
Rispondi

Da: prov.05/10/2015 11:11:36
Io ho provato e da me funziona
Rispondi

Da: idoneosi05/10/2015 11:12:36
a me non va
Rispondi

Da: DAP05/10/2015 11:14:15
FGP 943 in servizio al 31/08/2015
contabili 850 in servizio al 31/08/2015
FOR 700 (?) in servizio - il dato dei FOR non e' sicuro ma mi sono mantenuto basso, probabilmente sono anche di più e quindi l'esebero sarebbe ancora maggiore

questi sono i dati

se qualcuno di voi sa quanti sono i FOR area III in tutto il DAP posso fare dei calcoli ancora più accurati

Rispondi

Da: Giudiziario Entrante05/10/2015 11:18:50
Qualche settimana fa un collega qui dentro mi ha scritto, a precisa domanda, che nel passaggio al Min. Giustizia sarebbe stata mantenuta integralmente la Retribuzione Individuale di Anzianità maturata nell'ente di provenienza.
Qualcuno ha un riferimento normativo certo su questo assunto?
Lo chiedo anche perché con me stanno facendo gli stronzi, per cui potrebbe essere una questione che riguarda anche molti altri!
Rispondi

Da: per DAP05/10/2015 11:25:32
Previsti nell'attuale pianta organica 1376 educatori (fgp) con i tagli l'organico sarà di 1100.
In servizio attualmente 943 ...
Mi spiace, ma non ci sarà esubero, bensì carenza ...
La strada da percorrere non è certo quella dell'esubero perché - dati alla mano - è perdente ...
Rispondi

Da: DAP05/10/2015 11:32:23
assolutamente no...

se sai con esattezza i FOR quanti sono ti calcolo quanti dovranno essere fgp e contabili

e ribadisco i dati comunque non si discostano tanto da quelli che ho già pubblicato ieri

tutta l'area terza debbono essere 2219
non possono essere solo gli fpg 1100 (da dove lo tiri fuori questo 1100?)

Rispondi

Da: per Mymma05/10/2015 11:39:13
La fonte è certa: uffici competenti del DAP e sindacati ...
Comunque è cosa nota che educatori e contabili siano costantemente sotto i numeri delle piante organiche.
Infatti a me risulta che rispetto all'interpello dello scorso anno, soltanto due dei vincitori del DAP (e non si capisce per quale strana congiuntura) siano riusciti a ottenere il nulla osta ...
Gli altri no e infatti si sono già aperti alcuni contenziosi con l'amministrazione.
Mi spiace, ma la situazione è questa ... Non voglio essere pessimista, ma solo aprire gli occhi sul fatto che la strada dell'esubero è perdente ...
Forse conviene fare un'azione legale collettiva ... In fondo il DAP è l'unico dipartimento con graduatorie pronte e aperte per queste figure e potrebbe sempre coprire le sue carenze in modo rapido ...
Gli idonei in attesa ci sono ...
Rispondi

Da: DAP05/10/2015 11:44:47
L'anno scorso il DAP ha sfornato 37 NULLA OSTA
non scriviamo cose se non si conoscono i dati

e ribadisco il DAP con il DPCM 84/15

IN AREA TERZA E' IN ESUBERO!!!

Rispondi

Da: DAP05/10/2015 11:50:27
http://www.cislfpgiudiziario.org/index.php?option=com_content&view=article&id=1379:21-mobilita-verso-lorganizzazione-giudiziaria-il-dap-da-il-nulla-osta-&catid=40:amministrazione-penitenziaria&Itemid=65 

Al link sorpa trovale sul sito della CISL la notizia CERTA che il DAP l'anno scorso diede 37 NULLA OSTA

Rispondi

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