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Abolizione esame avvocato
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Da: X TUCO30/01/2012 15:10:00
POSSIBILE CHE TU NON VOGLIA CAPIRE: "TI DEVI FARE I MALEDETTI CAZZI TUOI!".

Da: secondo me và riformato....30/01/2012 15:46:44
 
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Lauree, i Punti del Contrasto - A favore Francesco Giavazzi (Bocconi)
«Non diamo più agli atenei lo stesso peso»
Vanno aboliti anche gli esami di Stato per esercitare le professioni
ROMA - Francesco Giavazzi, professore di Politica economica alla Bocconi, è a Boston, dove tiene un corso al Massachussets Institute of Technology.
Deluso, professore? Il governo non ha deciso l'abolizione del valore legale della laurea.
«L'importante è che questo passo venga fatto, e bene. Se sarà fra tre settimane, non importa».
Con altri 80 accademici lei ha firmato un appello. Perché è così importante?
«In Italia abbiamo ormai 100 università. Alcune buone, altre meno. Ma le lauree che rilasciano, ai fini dei concorsi pubblici, hanno identico peso».
E se viene abolito il valore legale?
«La laurea diventerebbe solo il requisito di base per partecipare ai concorsi pubblici».
La laurea magistrale di cinque anni?
«No, la triennale. Ma non di qualsiasi facoltà».
E da quali facoltà?
«Solo da quelle accreditate dall'Agenzia di valutazione del sistema universitario. Spero che le "università telematiche" fiorite in questi anni non vengano accreditate».
Il voto conterebbe?
«No, perché un 90 alla Normale di Pisa può essere migliore di un 110 in un ateneo scadente».
Risultato: ci saranno poche università ambite da tutti.
«Ci saranno università molto buone, buone, meno buone. Ogni università sarà incentivata a migliorare. Qui negli Usa quello che subito ti viene chiesto è: dove ti sei laureato?».
Il rischio è che solo i benestanti possano accedere a università di alto livello.
«I test d'ingresso dovranno essere rigorosi».
Voi proponete anche la liberalizzazione delle rette accademiche.
«Oggi uno studente costa in media allo Stato italiano 7.000 euro l'anno, ma paga di tasse fra i 1.000 e i 2.000 euro. La differenza la mette, appunto, lo Stato: un trasferimento di denaro dai poveri ai ricchi».
E con la liberalizzazione?
«Le università potranno far pagare agli studenti il costo reale degli studi. E usare i nuovi introiti anche per assegnare borse di studio a chi ha meno mezzi».
E gli esami di Stato per esercitare le professioni?
«Vanno aboliti. Ciascuno deve essere valutato per la qualità degli studi fatti e la capacità personale».
E gli avanzamenti delle carriere nel pubblico impiego in base ai titoli di studio?
«Via, via, cancellare. Oggi i vigili urbani si iscrivono tutti a Scienze politiche, considerata la facoltà meno dura, per poter aumentare di grado».
Monti ce la farà?
«Penso di sì. È sinceramente convinto che Einaudi avesse ragione quando scriveva contro il valore legale dei titoli di studio».
Cosa pensa della «consultazione via Internet»?
«Sono contrario alla concertazione. Il governo deve prendere decisioni, non stare a sentire la gente».


A. Gar.


E gli esami di Stato per esercitare le professioni?
«Vanno aboliti. Ciascuno deve essere valutato per la qualità degli studi fatti e la capacità personale».
E gli esami di Stato per esercitare le professioni?
«Vanno aboliti. Ciascuno deve essere valutato per la qualità degli studi fatti e la capacità personale».
E gli esami di Stato per esercitare le professioni?
«Vanno aboliti. Ciascuno deve essere valutato per la qualità degli studi fatti e la capacità personale».
E gli esami di Stato per esercitare le professioni?
«Vanno aboliti. Ciascuno deve essere valutato per la qualità degli studi fatti e la capacità personale».
E gli esami di Stato per esercitare le professioni?
«Vanno aboliti. Ciascuno deve essere valutato per la qualità degli studi fatti e la capacità personale».
E gli esami di Stato per esercitare le professioni?
«Vanno aboliti. Ciascuno deve essere valutato per la qualità degli studi fatti e la capacità personale».

Da: secondo me v riformato....30/01/2012 15:50:59
caro jebel l'esame secondo me deve essere in linea con altre professioni molto più serie (vedi i medici) che fanno i quiz....
poi la differenza la farà il mercato, sai quanti sfigati hanno passato l'esame e quanta gente con le palle no...altro che storie, se capiti nella tagliola delle percentuali non c'è storia per nessuno, ed in un esame di stato non ci può essere posto per il caso, per la fortuna...figurati per i raccomandati...

Da: veramente...30/01/2012 15:51:42
http://www.notapolitica.it/2012/1/30/punzi_politica-30-01.aspx

articolo interessante, anche se il sito non è "istituzionale"

Da: secondo me v riformato....30/01/2012 15:56:32
"DEPENALIZZARE E CI SONO TROPPI AVVOCATI"
gennaio 26, 2012



Il primo presidente della Corte di Cassazione Ernesto Lupo è stato piuttosto chiaro nell'indicare i problemi della giustizia, specie della sua estenuante lentezza, all'inaugurazione dell'anno giudiziario.

Primo, è necessaria una "incisiva depenalizzazione". Troppi comportamenti sono qualificati come reato. Per esperienza diretta, confermata anche dai dati, quelli che maggiormente intasano tribunali e carceri sono legati allo spaccio di droghe, spesso leggere. Estremamente impopolare da proporre e quasi sicuramente impossibile da attuare, un serio piano di legalizzazione sarebbe una buona soluzione ad alcuni problemi della giustizia. Avrebbe degli immediati ritorni anche in campo economico. Se accompagnato da prevenzione e informazione potrebbe anche ridurre il consumo di droghe e comunque diminuirne i costi sociali. Senza contare gli immediati ritorni nel campo della lotta alla criminalità.

Secondo, ci sono troppi avvocati. E continuano a crescere. Allora si riconferma l'esigenza di riorganizzare l'accesso alla professione. Va probabilmente inserito un test d'ingresso alle facoltà di giurisprudenza. Allo stesso modo va riformato l'esame di Stato in modo che sia più oggettivo (si è già indicato in un precedente articolo l'esempio della facoltà di medicina). Con un numero adeguato di avvocati si potrebbe anche tornare a parlare dell'abolizione di un grado della giustizia civile, misura che sarebbe fondamentale per ridurre i tempi del contenzioso. Sarebbe meglio per i cittadini e per le imprese.

Ma considerato il numero di condizionali usati fin qui, c'è da dubitare che si possa essere ottimisti sulla soluzione dei problemi indicati dal presidente Lupo.

Tommaso Canetta



precedente articolo:

RIFORMA DEGLI ESAMI DI STATO
gennaio 22, 2012


Il governo vuole veramente aprire il mercato ai giovani? Allora è imperativo che si agisca sul fronte degli esami di Stato che regolamentano l'accesso alle professioni. Fino ad ora l'unica misura presa dall'esecutivo guidato da Mario Monti  in materia è consentire che si svolga un semestre di pratica quando si è ancora studenti universitari. Niente di male, ma nemmeno niente di risolutivo. Da questa misura è previsto che rimangano esclusi medici e veterinari. Nel loro percorso di studi, del resto, esista già una fortissima compenetrazione tra attività di studio teorico e di pratica: non c'era evidentemente bisogno di andare a complicare una situazione non problematica.

Ma dai medici gli altri ordini professionali dovrebbero prendere maggiore ispirazione, in particolare proprio per quanto riguarda l'esame di Stato. Ai laureati in medicina viene infatti sottoposta una prova scritta, di qualche centinaia di crocette estratte da un insieme di quasi 7 mila, già conosciute dagli studenti. Accanto a questa prova si affianca un periodo di tirocinio. E' immediatamente evidente il pregio di una prova a crocette: l'oggettività. Se pensiamo ai problemi che dà a tal proposito l'esame di Stato da avvocato o da giornalista, si capisce come il tema non sia affatto secondario. Se l'esame dev'essere gestito dai professionisti stessi, cioè in una situazione di palese conflitto di interessi, almeno che la prova sia la più oggettiva possibile.

Quanto alle obiezioni che un avvocato non dovrebbe essere valutato sulle crocette, è facile rispondere che un medico dovrebbe esserlo ancora meno. Il governo affronti anche questa questione, già che tra liberalizzazioni e valore giuridico del titolo di studio è già attivo in campi attigui. Coinvolga anche i rappresentanti delle categorie, e li metta di fronte a una scelta secca: o si riforma l'esame di Stato in modo che diventi oggettivo (non è pensabile che lo stesso compito venga promosso a Bari e bocciato a Venezia), oppure lo si sottrae alla competenza degli ordini. Non saranno in grado di scegliere tra le due opzioni? Si reintroduca la spada di Damocle dell'abolizione degli Ordini se una decisione non dovesse essere presa entro un dato termine.

Tommaso Canetta

Da: secondo me v riformato....30/01/2012 16:00:51
Avvocati, si può fare di più
mercoledì 25 gennaio 2012   |   Redazione   |   6 commenti
Il Governo in questi giorni  ha approvato il decreto legge sulle liberalizzazioni mentre l'Avvocatura attende ancora da anni  una seria riforma che sembra essersi definitivamente impantanata alla Camera.

Sgombriamo il campo da un equivoco che è oggetto di una malevola interpretazione della politica secondo cui  la  c.d. sinistra  culturalmente non si occuperebbe dei temi delle professioni '.Il tema delle professioni e in  particolare di quella di cui mi occupo, dell' avvocatura, è un tema che deve essere al centro dell'attenzione di un programma di riforma della giustizia con forza e convinzione. Ci sono tante e tanti che svolgono con impegno la professione di avvocato i quali  si vedono spesso non adeguatamente rappresentati.  Si pensi soprattutto alle donne che non vedono tutele e dal punto di vista professionale che previdenziale nel momento della gravidanza o del parto, oppure ai giovani  etc.

Liberalizzazioni e avvocatura: non sono a priori contraria a quanto ci richiede l'Europa , purché sia preservata la qualità, l'autonomia e l'indipendenza della professione stessa a tutela dei cittadini.

L'attuale testo sulle liberalizzazioni ha provocato forti reazione da parte del mondo dell'avvocatura e in particolare delle associazioni rappresentative in quanto le riforme vanno a smantellare quei principi fondamentali  sanciti dall'art.24 della Costituzione.

La spinta a liberalizzare il settore dei servizi professionali scaturisce, come è noto, dalle richieste esplicitamente pervenute da Confindustria e altri soggetti sociali i quali, evidentemente, ritengono che l'economia del Paese sia ridotta allo stato attuale anche per colpa di (quelli che loro definiscono) privilegi di cui ancora godono i professionisti.

Ma analizziamo qui di seguito le norme previste dal decreto legge:

Uno degli argomenti più dibattuti è certamente l'abolizione della tariffa minima delle prestazioni professionali.

La precedente bozza di riforma come era stata approvata al Senato prevedeva all'art. 12 che il compenso professionale doveva essere pattuito anticipatamente tra le parti nel rispetto della libera determinazione di cui all'art. 2233 c.c., con l'assoluto obbligo di rispetto dei minimi tariffari , pena la nullità dell'accordo. Inoltre era prevista la possibilità di concordare un ulteriore compenso rispetto a quello tariffario, per il caso di conciliazione o di esito positivo della causa, fermi i limiti preposti dal Codice Deontologico. Veniva abolito il patto di quota lite introdotto dal c.d decreto Bersani.

L'attuale testo di legge all'art. 9 prevede l'abolizione delle tariffe professionali( Disposizioni sulle professioni regolamentate) . sono abrogate le tariffe delle professioni regolamentate nel sistema ordinistico.

Il comma 3 dell'art. 9 prevede a pena di illecito disciplinare del professionista l'obbligo di pattuire per iscritto al momento del conferimento dell'incarico il compenso per le prestazioni professionali ancora dovrà rendere noto al cliente il grado di complessità dell'incarico(….).

Ciò comporterà di fatto una concorrenza " selvaggia" come sostenuto anche dalle autorevoli rappresentanze dell'avvocatura.

Difatti si paventa il pericolo di una dequalificazione della professione con la conseguenza che al cittadino verrà offerto un servizio, che in nome delle logiche concorrenziali di mercato ,non garantirà stardard qualitativi adeguati.

Bisogna invece difendere l'avvocatura di qualità, e la qualità certamente ha dei costi come sostenuto anche da Guido Alpa il quale definisce l'abolizione delle tariffe minime una misura a dir poco "scandalosa".

Non si tratta di voler conservare dei privilegi quanto evitare che, data l' importanza del servizio in questione che investe il rapporto tra l'individuo e la sua possibilità di difendersi per ottenere giustizia, la concorrenza di prezzo finisca per svantaggiare i soggetti più deboli, che si rivolgeranno ad avvocati meno preparati professionalmente, che offriranno servizi a tariffe più basse.

Un punto apprezzabile del testo invece è rappresentato dalla norma prevista al comma 5 dell'art. 9 sull'accesso al tirocinio formativo dei giovani.

Infatti è stato stabilito un tirocinio non superiore ai 18 mesi di cui i primi sei mesi possono essere svolti in concomitanza con il corso di studi, in determinati enti.

La norma prevede che il tirocinio potrà essere svolto in presenza di un'apposita convenzione quadro stipulata tra i consigli nazionali degli ordini e il Ministro dell'istruzione , università e ricerca, in concomitanza con il corso di studio per il conseguimento della laura di primo livello o della laurea magistrale o specialistica.

Il tirocinio professionale è un passaggio essenziale della professione purché sia svolto in maniera rigorosa.

Sarebbe stato opportuno intervenire anche riformando l'esame di Stato e non solo.

Opportuno ancora modificare le norme sul gratuito patrocinio e sulla difesa d' ufficio fornendo ai cittadini una difesa effettiva e di qualità

A mio avviso bisognerebbe partire da una riforma degli studi universitari che sia in grado di assicurare agli studenti che intendono esercitare la professione di avvocato percorsi formativi professionalizzanti adeguati  anche nei primi anni della loro carriera universitaria.

Fino a quando questa riforma non verrà realizzata , il problema dell'accesso resterà invariato.

Inoltre il percorso formativo post laurea non deve essere la mera ripetizione di quanto già studiato all'università ( come accade praticamente nelle scuole forense già attive oggi).

Un percorso formativo moderno dovrebbe lasciare ai giovani professionisti la libertà di acquisire , con le modalità che preferiscono e nel paese estero che privilegiano, quelle competenze che saranno poi necessarie a garantire la qualità nell'esercizio della professione.

E' necessario abbandonare le tradizionali modalità di svolgimento dell'esame di stato, che dovrà diventare il momento in cui il giovane viene chiamato a dimostrare, attraverso prove teorico pratico, le abilità effettivamente acquisite durante il periodo formativo. Se si vuole riconoscere, come a mio giudizio si dovrebbe, che c'è un non trascurabile problema di preparazione in molti professionisti, credo che si dovrebbe pensare di intervenire a monte, sull'Università, sul praticantato e sullo stesso esame di abilitazione, senza puntare solo su corsi estemporanei che non sempre si dimostrano all'altezza delle aspettative. Finche non si lavora su questo credo che qualsiasi riforma non potrà che deludere le aspettative della categoria.

In ultima analisi ritengo che l'impianto tradizionale della nostra professione forense sia da riformare in profondità e che occorra un nuovo «patto sociale» tra utenti ed avvocati basato sulla massima chiarezza, riconoscimento e rispetto dei reciproci ruoli e più comunicazione possibile tra le parti.

Ancora molto c'è da fare e credo che, al di là delle singole normative, il punto di partenza debba essere quello della qualità da parte di professionisti competenti.

Il timore  che l'attuale Governo, riguardo anche il mantenimento della disciplina sulle società di avvocati e di capitali, (art.4 del testo di riforma della professione forense che giace attualmente  alla Camera)  possa ignorare tutto questo, rischia di  sostituire l'avvocatura fondata su qualità tecniche ed etiche  ad un' avvocatura piegata alla logica di mercato.

Paola Balducci

(coordinamento Forum Istituzioni Giustizia Democrazia)
anche qui si parla di RIFORMA ESAME......L'HANNO CAPITO TUTTI

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Da: secondo me v riformato....30/01/2012 16:05:29
UN RICHIAMO ALL'ORDINE
di Michele Pellizzari, Categoria Concorrenza e Mercati, Data 24.01.2012
Il decreto sulle liberalizzazioni contiene interventi significativi che potrebbero modernizzare i servizi professionali in maniera incisiva. Il difetto è che non modificano la struttura istituzionale del settore. Le categorie interessate potrebbero così utilizzare il principio di autoregolamentazione per neutralizzarne gli effetti. Una riforma efficace dovrebbe impedire che l'esame di abilitazione sia gestito dagli stessi professionisti che saranno i diretti concorrenti dei candidati promossi. E allargare la composizione degli organi dirigenziali degli ordini.

COMMENTI PRESENTI SULLA NOTIZIA
Notai?
Nome: Maurizio  Data: 28.01.2012
Caro Professore purtroppo l'argomento non viene affrontato nei termini corretti. C'è un primo problema che riguarda la figura del notaio, le sue funzioni e requisiti per accedere alla professione. Il secondo è di gran lunga più importante viene sottovalutato se non emarginato. In Italia è vietato al cittadino/impresa negoziare un immobile o fare moltissimi atti societari senza l'assistenza del notaio. I divieti in una società libera e liberale sono posti solo a tutela di diritti altrui. Ad esempio: non rubare. Se voglio comprare un immobile e ho la capacità per redigere l'atto (verifiche ipocatastali ventennali, ecc…) perché mi è vietato? Perché il notaio mi tutela? Bene, non voglio essere tutelato, non sono minorato! Pochi giorni or sono ho spostato la sede legale della mia società da due comuni limitrofi nel milanese. Di solo parcella notarile 1.350,00euro . Assurdo. Ho le competenze per fare da solo. I saperi non sono più di esclusiva competenza dei notai. Pertanto devono essere tolte ai notai, come agli avvocati, tutte le riserve di attività. Facciano pure la loro professione, ma io non devo essere obbligato in virtù di una legge illiberale a recarmi da loro.

Riformare gli accessi eliminando le ridondanze
Nome: Vittorio Paniccia  Data: 26.01.2012
La Costituzione prevede che l'accesso alla professione sia subordinato ad un esame di Stato, attualmente gestito dagli Ordini nel senso che alcuni appartenenti decidono se altri possono fare loro concorrenza, spesso accompagnato da un periodo di tirocinio. Se lo scopo è abilitare persone preparate, dal momento che di norma l'esame di Stato non fa altro (nè può fare altro) che accertare conoscenze che sono già state oggetto di esami universitari, che sono esami di Stato anch'essi, nel rispetto del dettato costituzionale, perchè non far conseguire l'abilitazione in modo automatico al superamento di detti esami universitari (ed alla certificazione del tirocinio ove previsto)? Quanto è lecito subire due esami di Stato distinti per accertare le stesse conoscenze? L'obiezione non può essere che alcune sedi universitarie non sono sufficientemente severe, visto che anche alcune sedi dell'Ordine potrebbero non esserlo e, d'altra parte, si tratterebbe di un problema da risolvere in quanto tale.

2000 Giovani
Nome: Randal  Data: 26.01.2012
Forse è proprio vero che non si trovano "2000 giovani" adeguatamente preparati per questa professione, visto che all'ultimo concorso hanno consegnato i tre elaborati soltanto 1992 candidati.

Riformare gli ordini o gli esami?
Nome: luciano pontiroli  Data: 25.01.2012
Se non si vuole affidare gli esami di Stato agli ordini, è inevitabile assegnarli alla burocrazia ministeriale. Non credo che sia un progresso, come non lo sarebbe l'inserimento di burocrati negli organi dirigenziali degli ordini. Ma, in ogni caso, l'onere della prova grava su chi chiede una riforma, attendo di conoscere cose si dovrebbe fare e perché. Sarebbe anche bello capire per quali ragioni le innovazioni - definite interventi significativi - meritino apprezzamento. A prima vista, le disposizioni del decreto rappresentano limitazioni dell'autonomia delle parti, non liberalizzazioni: ma, da professionista ignorante, attendo lumi.

UN PARADOSSO: GLI AVVOCATI SEMBRANO NON TEMERE LA CONCORRENZA
Nome: armando plaia  Data: 25.01.2012
In qualità di docente universitario sono stato membro di una commissione per l'abilitazione alla professione di avvocato due volte. Ho imparato che: 1) per superare la prova basta scrivere in un dignitoso italiano senza dire sciocchezze nel merito: 2) tra i commissari, docenti, magistrati, avvocati. questi ultimi sono sempre i più indulgenti e spesso premono, spesso in buona fede, perché si ammettano anche candidati molto scarsi (ciò si deve in parte anche ad un livello medio piuttosto basso della classe forense).

Liberalizzazioni timide
Nome: Giuliano  Data: 24.01.2012
Queste sono liberalizzazioni troppo timide, che non vogliono pestare troppi calli. Io avrei fatto alcune cosettine in più, ad esempio: (1) abilitare automaticamente ciascun avvocato alla fornitura di servizi di notariato --un avvocato può tranquillamente imparare a fare quello che fa un notaio (2) non fissare il numero di farmacie; se vuoi aprire una farmacia, la apri (3) permettere ai supermercati di vendere l'aspirina, il moment e lo sciroppo per la tosse, e senza farmacisti che ci facciano da badanti (4) richiedere a tutti i professionisti (medici, avvocati, notai, architetti, ecc.) di pubblicare il loro profilo dettagliato su linkedin, o su un sito simile

un richiamo alla professionalità
Nome: sara 78  Data: 24.01.2012
Sinceramente non capisco perchè ci si preoccupi tanto del fatto che gli esami di abilitazione siano gestiti dagli stessi professionisti "futuri ed eventuali" concorrenti dei primi: magari gli avvocati avessero messo i bastoni fra le ruote ai candidati! Oggi non avremmo il numero spaventoso di professionisti che abbiamo in Italia (in confronto ai numeri europei è un'esagerazione), e i "pochi" che superano l'esame non sono certo l'élite professionale di cui i cittadini avrebbero bisogno. Quando l'esame da avvocato era gestito dai magistrati ne passavano molti meno, strano? In realtà no, forse vuol dire solo che una volta l'esame era più difficile, come lo è ancora per i magistrati infatti... Non viene in mente a nessuno che forse i posti da notaio (e da magistrato - li cito anche se non sono professionisti perchè vedo analogie nel problema) non sono completamente coperti perchè in questo paese mancano altri 2.200 candidati in grado di superare le prove? Vi riempite tanto la bocca con la parola "liberalizzazioni", manco fosse una panacea, quando in questo Paese mancano istruzione, serietà e professionalità. Da cittadina preferirei avere meno avvocati, ma più preparazione.

Risposta:
L'ordine si dovrebbe occupare di garantire la qualita' degli operatori senza alcuna considerazione per il numero. Il fatto che ci siano molti avvocati non ha alcuna rilevanza ai fini di una potenziale riforma del settore. Quello che rileva a' la qualita' degli operatori e, come rileva anche lei, la sensazione e' che l'ordine non svolga adeguatamente questa azione di selezione.

Posti messi a concorso e candidati idonei
Nome: Randal  Data: 24.01.2012
Francamente non riesco a seguire completamente il suo ragionamento. Mi sembra ovvio che i posti messi a concorso dal ministero siano meno di quelli teoricamente disponibili. Se la pianta organica è per 100 posti come fa il ministero a mettere a concorso 200 posti? Facendo un esempio concreto: se un'università ha un posto in organico da coprire come potrebbe bandire un concorso per due posti? Cio' non esclude infatti che la commissione promuova piu' candidati idonei rispetto ai posti messi a concorso e questo, per i notai, è esattamente quello che è successo recentemente nel concorso bandito nel 1999 e in quello bandito nel 2006. RP

Risposta:
Francamente a me non sembra ovvio che si mettano a concorso un numero inferiore di posti disponibili. E non trovo nemmeno molto convincente l'idea che non si trovino 2000 giovani adeguatamente preparati per questa professione.

esami avvocato
Nome: Mariano  Data: 24.01.2012
I praticanti avvocati sanno benissimo che il vero scoglio è l'esame di stato. Nella maggior parte dei casi, non solo non si viene formati all'università ma nemeno negli studi professionali, dove i professionisti non hanno alcun interesse a insegnare una professione. Sicché, all'esame di stato la maggior parte dei praticanti non sa scrivere o non conosce gli istituti oggetto d'esame e viene ripetutamente bocciata per colpe che sono da imputare soprattutto agli ordini professionali. Ai poveri praticanti non reste che ripeterlo perdendo altri anni di vita! Il bello è che le stringenti maglie dell'esame sono giustificate in ragione dell'enorme numero di avvocati. Se fosse vero, non si capirebbe il motivo per il quale ogni anno si consente l'accesso alle Facoltà di Giurisprudenza a migliaia di ragazzi e dopo anni di studio e di soldi dei genitori buttati, si blocca l'accesso con l'esame di stato. La realtà è che fa comodo "spolpare" i giovani all'università consentendo a tutti di accedere e di pagare tasse scandalose, per poi una volta terminata l'università bloccarli negli studi legali per qualche euro! A meno che non sei figlio di papà. Questa è la realtà!

Risposta:
Forse sarebbe anche utile segnalare ai laureati in materie giuridiche che la professione forense non e' l'unica opzione a loro disposizione.

Da: secondo me v riformato....30/01/2012 16:07:55
VI POSTO ANCHE ARTICOLI CHE NON SEMBRANO "FAVOREVOLI" SOLO PER FARVI VEDERE CHE ORMAI L'ESAME DI STATO, LA SUA ABOLIZIONE E/O RIFORMA, E' DIVENTATO UN ARGOMENTO ALL'ORDINE DEL GIORNO....

Da: Avv. Prof. FETENTE30/01/2012 16:10:12
Tenuto conto del discorso del Primo Presidente della Cassazione, per il quale uno dei drammi della giustizia italiana è il numero eccessivamente elevato di Avvocati;
Dato atto che chi ha già acquisito il titolo di Avvocato non ne può essere privato;
Dato ulteriormente atto che il numero degli Avvocati che vanno in pensione ogni anno è più o meno 10 mila;

                                              P.Q.M.

Cosa credete che accadrà, praticantelli ??????????????
Chi credete ne pagherà le conseguenze ??????????????

Da: secondo me v riformato....30/01/2012 16:21:01
Un altro argomento spinoso è quello dell'accesso alla professione forense. "È stato ridotto il tirocinio da due anni a 18 mesi, sei dei quali si possono frequentare all'università, praticamente si diventerà avvocati senza mai mettere piede in un tribunale, per fortuna che l'esame di abilitazione è previsto dalla Costituzione, altrimenti sarebbe stato cancellato anche quello".

http://www.abruzzoweb.it/contenuti/liberalizzazioni-avvocati-protestano-disertiamo-lanno-giudiziario/45274-4/

TUTTTTIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII NE PARLANO TUTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!

Da: secondo me v riformato....30/01/2012 16:29:34
Terni/ AVVOCATI SUL PIEDE DI GUERA: POCHI GIUDICI, PROCESSI FERMI, CAOS IN TRIBUNALE
29 gennaio 2012
By Redazione
Anche gli avvocati ternani si uniscono alle proteste che sta coinvolgendo l'intera categoria a livello nazionale contro il decreto sulle liberalizzazioni del Governo, lo hanno fatto disertando la cerimonia d'inaugurazione dell'anno giudiziario, presso la Corte d'Appello di Perugia, su decisione del Consiglio nazionale forense, è stato inviato un solo avvocato, e convocando una conferenza stampa presieduta dal presidente dell'Ordine provinciale degli avvocati, Renato Chiaranti, per esporre un disagio che ormai dura da tempo. La formula criticatissima delle liberalizzazioni è soltanto la punta di iceberg di un sistema ormai saturo. "Saturo e saturazione" sono senza dubbio le parole chiave in grado di descrivere al meglio quanto sta avvenendo da mesi all'interno del tribunale di Terni. "Tre giudici sono stati trasferiti, Paesano, Barbieri e Riga", ha dichiarato Chiaranti, senza essere sostituiti, e su 13 togati attivi a Terni tre è un numero pesante, lo stesso per chi è andato in pensione: nessun rimpiazzo, ora chi c'è si trova nelle condizioni di dover ricoprire incarichi di altra competenza: penalisti, compreso il presidente della sezione penale Zanetti, costretti a occuparsi di sfratti, lo stesso giudice fallimentare, Paola Vella, fa esecuzioni immobiliari, insomma, è un vero caos con cause arretrate e ferme da anni che poi finiscono in prescrizione e costi stratosferici". "A rimetterci", sostengono gli avvocati, "sono solo i cittadini messi davanti a possibili abusi con i liberi tariffari e obbligati spesso a dover rinunciare alla qualità di un vero professionista, non è un caso che si stanno triplicando le cause civili col patrocinio dello Stato: solo a Terni ci sono 560 avvocati e oltre 130 praticanti. Ricambio generazionale, neanche a pensarci, ma gli esami si continuano a fare". "Le critiche della categoria", precisa Chiaranti, "non sono dovute ai possibili danni per la professione, ma sono volte a tutelare il cittadino nei confronti dei "poteri forti". Secondo l'avvocato Enrico De Luca, membro del consiglio dell'Ordine, l'obiettivo di ridurre i costi è in contrasto con quanto fatto fino ad oggi: «Gli avvocati - afferma - vengono considerati alla stregua di un'impresa commerciale, vista la possibilità introdotta dal decreto di istituire società di capitale che potranno essere costituite anche da persone che fanno un altro lavoro. Così si sminuisce la professione». E in tutto questo risulta una sorta di beffa anche l'organismo di mediazione, introdotto nel marzo scorso: su 93 conciliazioni richieste fino ad oggi solo in nove casi sono stati raggiunti accordi tra le parti. Rendere la giustizia efficiente", "scommettere sulle proprie capacita'", "ridisegnare un'Italia migliore". E' questa, secondo il ministro per la Giustizia, Paola Severino, la sfida che attende l'Italia. A Catania per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, il guardasigilli garantisce "l'attenzione costante del governo" a tutte le procure esposte sul fronte della lotta contro la mafia, invita a condividere lo "spirito di servizio" e la "spinta nobile" dei giudici e ribadisce che "il livello di civilta' di un Paese si misura dallo stato delle carceri", perche' "lo Stato non ripaga mai con la vendetta ma vince con le armi del giudizio e dell'applicazione scrupolosa delle regole e delle leggi". Da Milano a Roma, da Firenze a Palermo, da Torino a Lecce, l'apertura dell'anno giudiziario e' l'occasione per fare il punto sui vecchi problemi del settore nella speranza che il "mutato clima politico" aiuti ad avviarli a soluzione.
 
               (Fonti: Giornale dell'Umbria, Ansa)


QUI SIAMO IN UMBRIA....ED IN UN PASSAGGIO DELL'ARTICOLO SI DICE:"Ricambio generazionale, neanche a pensarci, ma gli esami si continuano a fare".

TTTTTTTTTTTTTUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUTTTTTTTTTTTTTTTTTIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Da: Tuco30/01/2012 16:41:32
Mi diverto così tanto a leggere che non mi posso fare i cazzi miei, è più forte di me.

Da: X Tuco30/01/2012 16:48:39
Piuttosto che perdere tempo a postare commenti inutili, perché non vai a lavorare? Non saresti più produttivo in questo modo?

Da: jebel30/01/2012 17:01:24
i commenti inutili sarebbero quelli di tuco???
ma badate alle fregnacce senza senso che scrivete voi (in pessimo italiano, peraltro)
a dicembre tutti in fila cari piagnoni!

Da: kidhjdn cugtfllll30/01/2012 17:19:01
inviato da Antonio il 20 gennaio 2012 - 18:28
Gentile Luciano,

rispondo a Lei perche' era tra i piu' recenti commenti fatti da un avvocato, ma naturalmente e' estesa a tutti e non e' assolutamente un attacco personale. Sono laureato in Finanza ed esercito la professione senza aver sostenuto alcun esame di stato; la mia universita' (e non la laura, noti la differenza), e' stata la certificazione che mi ha permesso di entrare nel mercato
Un qualsiasi avvocato, se vuole, puo' esercitare la mia stessa professione, senza dover chiedere il "permesso" allo stato (o meglio, ad altri uomini della finanza). Io sono sottoposto alla concorrenza di chiunque, voi dall'altro lato avete creato, e volete mantenere, questa placenta per proteggervi dall'esterno. Il motivo e' molto semplice, mantenere una rendita di posizione che sicuramente verrebbe erosa dall'apertura alla concorrenza. Naturalmente questa rendita grava sulle spalle di tutto il sistema, cosa non piu' accettabile nel 2012
L'equazione: abolizione dei tariffari (e dell'esame) = avvilimento della professione e peggioramento della qualita', non regge! Vorreste affermare che in media gli avvocati italiani sono migliori di quelli americani (dove non esistono tariffari) o che un avvocato americano sia professionalmente "meno rispettato" di un avvocato italiano. Porto come esempio la mia esperienza professionale, tra i primi 15 studi professionali non esiste nessun italiano. Non solo, ma anche in Italia hanno la prevalenza gli studi stranieri
L'esame di stato e' una inutile perdita di tempo, di soldi ed un perfetto nido per raccomandazioni e baronato. Anche io ho dovuto sostenere un "esame" per lavorare (chiamasi colloquio) ma il rapporto tra il mio ed il vostro e' completamente diverso. La qualita' nel mio lavoro incide notevolmente sulla qualita' del lavoro di chi mi ha scelto, mentre nel vostro caso c'e' una completa mancanza di relazione tra ente certificatore e aspirante avvocato (non mi si dica che la relazione esiste in termini di immagine, perche' seppur vero, e' talmente marginale che non incide sul giudizio finale, ricadendo l'effetto su una non meglio definita "immagine dell'avvocatura" e non direttamente sull'intervistatore)
Dopo aver smontato tecnicamente gli unici 2 appigli, vengo ad una considerazione da figlio (considerato che ho 26 anni) e da futuro padre. Io e la mia generazione stiamo pagando gli eccessi dei nostri genitori. Hanno vissuto sopra le loro possibilita' scaricando l'intero loro benessere sulle nostre spalle. La creazione di corporazione ricade in questo, padri avidi hanno scaricato sui figli l'impossibilita' di una scalata sociale per continuare a mantenere le loro posizioni di privilegio
Sono comunque convinto che la forza che l'avvocatura esprime in parlamento e' notevole e che quindi nonostante le buone intenzione di Monti la miopia/ingnoranza bipartisan impedira' queste modifiche. Allo stesso tempo sono convinto che tra 30 anni (purtroppo in questo paese bisogna aspettare 50 per avere posizioni di ruolo per per le cause esposte prima), vi daremo uno schiaffo morale lasciano ai vostri nipoti un futuro migliore



Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/avvocati#ixzz1kxXQaAMs

Da: Tuco30/01/2012 17:48:28
Ma questo sopra che ha scritto l'articolo chi è? Ma di che parla?
Già una laurea in Finanza non l'avevo mai sentita..ma dove l'hanno trovato? Ma soprattutto non ho capito cosa vuol dire.
Se postate tutti gli articoli scritti su internet state freschi...

Da: liberalizacion30/01/2012 17:57:11
er tizio che ha scritto r commento è 'sto gran filosofo de stami.
Nun ce se capisce gniente sur che vor dì,nun è chiaro.
Ma a voi va bbene lo stesso o so,ve basta legge "abolizzione" da quarche parte e siete già esartati. Ah gente!Svegliateve!Dateve da fà invece de piagnucolà.

Da: Avv. Prof. FETENTE30/01/2012 18:03:04
Non male, liberalizacion !!!!!

Forse un po' troppo "TRILUSSIANO", ma, cmq, davvero non male !!!!!

Da: X JEBEL30/01/2012 18:06:47
MA COSA CAZZO PARLI, STRONZO...MA TACI E NON DIRE FREGNATE!
VORREI CAPIRE COSA VI PASSA PER LA TESTA A TE E A QUEL COGLIONE DI TUCO....CHE GUSTO SI PROVA A PRENDERE PER IL CULO RAGAZZI CHE LAVORANO ANCHE 12 ORE AL GIORNO E NON VEDONO UN EURO!
L'UNICA COSA CHE MI VIENE DA PENSARE E' CHE SEI UN FOTTUTO LURIDO ROSICONE CHE HA ABBANDONATO GLI STUDI PER INADEGUATEZZA E ORA ROMPI IL CAZZO A CHI è ANDATO AVANTI!

Da: X AVV. FETENTE30/01/2012 18:08:34
CE NE è ANCHE PER TE......COGLIONE!!!
SEI EMPRE QUI A NON FARE UN CAZZO TUTTO IL GIORNO...MA QUALE LAVORO...SEI UN FALLITO!!!

Da: x jebel30/01/2012 18:11:34
A maggior ragione un compito con incipit "se si dovrebbe" non necessiterebbe quantomeno di una, almeno una, correzione? Sbaglio? Va bene non vagliarlo per intero, ma se ci fossero errori sarebbe compito del commissario individuarli e SEGNARLI...

Da: x jebel30/01/2012 18:11:40
A maggior ragione un compito con incipit "se si dovrebbe" non necessiterebbe quantomeno di una, almeno una, correzione? Sbaglio? Va bene non vagliarlo per intero, ma se ci fossero errori sarebbe compito del commissario individuarli e SEGNARLI...

Da: Avv. Prof. FETENTE30/01/2012 18:17:13
Sei pieno di rabbia, amico !!!

Non sapendo con chi sfogarti, te la prendi con chi cerca di aprirti gli occhi, con chi ti dice solo come stanno realmente le cose !!!!!

Se ti calmi e cerchi di ragionare, capirai che io e gli altri utenti del forum non siamo causa della tua infelice situazione !!!!!

Come si dice, AMBASCIATOR NON PORTA PENA !!!!!!!

Da: Avvocati GAME OVER30/01/2012 18:18:04
Ormai gli avvocati sono tutti qui perche con le multinazionali che gli anno portato via i clienti non anno piu lavoro, hahah ahahah ahahah forza tutti in fila davanti alla Caritas avanti marchhhh ah hahah ahhaha

Da: jrt30/01/2012 18:23:26
AI esposto ottimi argomenti. Complimenti. Probabilmente questo è uno dei vantaggi della liberalizzazione che consentirà a te e a tutte le capre come te di svenderti con un titolo professionale del quale non sei degno

Da: jrt30/01/2012 18:24:45
svenderSi, non svenderTi

Da: X AVV. FETENTE e JRT30/01/2012 18:26:52
Ma fatti i cazzi tuoi, ma quale rabbia.....è proprio che ti piace rompere i coglioni.
Qualcuno ti ha chiesto un parere?No,allora taci.


E tu AI capito tutto invece,vero?
Caprone ci sarai tu.....perdente.

Da: jrt30/01/2012 18:28:29
Uffa, anche tu ti ci metti? io sono con te!

Da: jrt, quello vero30/01/2012 18:30:58
tutto potevo pensare, tranne che essere clonato. Lascio il passo e tolgo il disturbo. Io O capito quel che basta. Capre arroganti

Da: Avv. Prof. FETENTE30/01/2012 18:34:02
L'ira è un sentimento terribile: ti rende ancor più cieco di un cieco vero !!!!!

Mi dispiace per te !!!!!

Se potessi, farei qualcosa !!!!!

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