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Sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale - illegittimità incarichi dirigenziali
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Da: x jarod il coglione07/02/2017 19:49:11
È stato presentato sto cazzo!!!! Che minchia dici minchione!!!!!!

Da: Revenge1 07/02/2017 20:09:11
Non notate molte analogie tra quello che sta avvenendo nel comune di Roma alla Raggi (abuso d'ufficio) e la nostra situazione? Perché la procura qui non interviene secondo voi?

Da: Vyssia 07/02/2017 20:12:42
ELIMINARE POSIZIONI DIRIGENZIALI E CONVERTIRLE IN POS  È AGGIRARE LA SENTENZA O NO ?

Da: diretta streaming.. 07/02/2017 20:19:27
E' vero..in più di 15 anni sono stati conferiti agli amici e agli amici degli amici con procedure ad minchiam migliaia di incarichi dirigenziali ..... Nessun abuso d'ufficio?????? Mah...la giustizia e' più giusta solo per qualcuno...

Da: ORPO__UNICUM07/02/2017 20:30:30
Ad minchiam


Il filosofo della Boschi scriverà leggi e regolamenti di quel che resta dell' Italia. Dopo aver clamorosamente fallito la riforma della Costituzione, Maria Etruria ci riprova dal basso e nomina il fido Roberto Cerreto, detto Richelieu, alla guida dell' ufficio giuridico di Palazzo Chigi. Cerreto, quarant' anni, ex dirigente locale dei Ds in Toscana, ha già preso possesso del nuovo ufficio dalla fine della scorsa settimana. Ma fino a ieri mancavano tanto il decreto di nomina quanto la registrazione della Corte dei conti.

E c' è da capirlo, perché la legge prevede che per quest' incarico si debba avere una laurea in giurisprudenza, che il nostro non ha perché è laureato in filosofia. Chissà come la prenderà il premier Paolo Gentiloni, che nei confronti della straripante sottosegretaria non sembra avere la medesima, rapita, accondiscendenza che aveva Matteo Renzi.
BOSCHI
BOSCHI

Che la Boschi smaniasse per piazzare un suo uomo in un posto strategico come il Dagl, come si chiama in gergo chigiesco il dipartimento legislativo, era faccenda nota da oltre un anno. Il suo responsabile era l' avvocato versiliese Antonella Manzione, ex direttore generale del comune di Firenze, chiamata con una punta di disprezzo «la vigilessa» perché aveva fatto la gavetta come comandante della polizia municipale in giro per l' Italia. Una gavetta che forse avrebbe fatto bene anche alla Boschi. Quando Renzi la portò con sé al governo, si disse che la Corte dei conti inizialmente avesse bocciato la nomina sostenendo che la Manzione aveva sì ricoperto incarichi dirigenziali, ma solo in amministrazioni locali.

Antonella Manzione Libro
ANTONELLA MANZIONE LIBRO
Insomma, era dirigente di serie «B». In realtà era uno dei tanti veleni usciti nel momento di nascita di un governo che si era tenuto lontano dalla casta dei mandarini di Stato, abituata a mietere incarichi fuori ruolo sempre e comunque. E alla fine la Corte dei conti smentì ufficialmente qualunque censura sulla nomina della Manzione.

Una volta insediata, Manzione si è chiusa nei suoi uffici per una media disumana di 18 ore al giorno, ha tenuto a distanza i lobbisti, non si è fatta vedere in alcuna terrazza della capitale e ha mantenuto un rapporto di fedeltà assoluta a Renzi, che le ha sempre chiesto pareri giuridici su qualunque cosa. Il risultato inevitabile è che in capo a pochi mesi dalla nascita del passato governo la Manzione è entrata nel cono d' ombra della gelosissima Boschi, al pari di Marianna Madia.
GIULIANO AMATO E ROBERTO CERRETO
GIULIANO AMATO E ROBERTO CERRETO

E il risultato ancora più inevitabile è stato che, dovendo scegliere tra le due, l' ex premier ha optato per Maria Etruria. L' ex capo del Dagl è stato dunque, contro la sua volontà, piazzato al Consiglio di Stato all' età di 53 anni soltanto, in una poltrona per la quale di solito ne sono richie sti due in più.

La piccola guerra della Boschi si è dunque conclusa con l' imposizione di Cerreto, fino a poche settimane fa suo capo di gabinetto al ministero per le Riforme, alla guida dell' ufficio sforna-leggi. La scorsa settimana è già stato chiesto il via libera alla Camera dei deputati, amministrazione dalla quale dipende il futuro stregone di commi e rimandi, Il fedelissimo della Boschi, come detto, è laureato in filosofia alla Normale di Pisa e tra il 1998 e il 2003 è stato segretario comunale dei Ds a Pisa, dov' era entrato anche nelle maniche di Enrico Letta.
enrico letta matteo renzi campanella
ENRICO LETTA MATTEO RENZI CAMPANELLA

Ha un brillante curriculum, ma la legge numero 400 del 1988, che disciplina il funzionamento della presidenza del Consiglio, prevede che a dirigere il Dagl vada «un magistrato delle giurisdizioni superiori, ordinaria o amministrativa, ovvero un dirigente generale dello Stato o un avvocato dello Stato o un professore universitario di ruolo di discipline giuridiche» (articolo 23, comma 7). Il filosofo, insomma, non è previsto.
GENTILONI BOSCHI
GENTILONI BOSCHI

Sicuramente, forte dei suoi alti studi, Maria Etruria deve aver pensato che una profonda conoscenza di Hegel garantisca una sapiente analisi giuridica. E anche padroneggiare Schopenhauer, e la sua arte di avere sempre ragione, può sempre tornare utile. Il primo vero banco di prova del duo Cerreto-Boschi alla redazione delle leggi? Gli emendamenti governativi al decreto salva banche.

Da: ORPO__UNICUM07/02/2017 20:32:18
Forte dei suoi alti studi ....ha già cannato una riforma

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Da: x vyssia07/02/2017 21:18:07
Non si aggira un bel niente ma si rimettono a posto le posizioni così come erano ante 1999, quando hanno istituito le numerosissime posizioni dirigenziali per omaggiare i vincitori del concorso a punti della miralanza, ora finalmente ad esaurimento!!!! prossimamente ci saranno altre numerosissime riclassificazioni di posizioni dirigenziali in POS!!!!!! E verranno attribuite ai più meritevoli, non ai coglioni come te!!!

Da: Ergo sum07/02/2017 23:09:04
X revenge1: bravo hai colto nel segno. Se promuovere un funzionario a dirigente è abuso d'ufficio ( per la Raggi) quanti cazzo di abuso d'ufficio sono stati commessi in Ae ? Mi rispondo da solo : almeno 867 .

Da: Ergo sum07/02/2017 23:12:38
Dov'è Cantonaaaaa ? Che cazzo fanno le procure ?

Da: Revenge1 08/02/2017 00:14:30
"Raineri avvisò la sindaca Raggi che poteva configurarsi l'abuso d'ufficio se fosse stato accertato che il fine fosse stato quello «di attribuire a un dipendente un vantaggio economico altrimenti non conseguibile"

Estratto dalle dichiarazioni che hanno portato al rinvio a giudizio della Raggi.  Mi pare che il contesto sia assolutamente sovrapponibile a quello che è capitato e sta capitando nell'Ade. Quindi? Perché non si interviene in presenza di reato per di più ripetuto?
Altro abuso d'ufficio?

Da: Revenge1 08/02/2017 00:16:48
Il PD non si tocca? Possono fare che cazzo vogliono?

Da: basta cerchio magico 08/02/2017 08:01:26
...la legge non e' proprio uguale per tutti....

Da: E fatelo 08/02/2017 08:04:04
E fatelo questo esposto se ci credete davvero che metterr un funzionario in aspettativa e nominarlo dirigente 19 co.6 prefiguri abuso di Ufficio e non onore al merito!

Da: Revenge1 08/02/2017 09:45:12
Forza 5stelle, avete cartucce per le vostre armi!

Da: Revenge1 08/02/2017 09:55:54
Quanti Marra ci sono o ci sono stati nell'Ade?

Una domanda, a questo punto, sorge spontanea.
La magistratura è di parte? Nelle mani di chi siamo?
L'azione penale si applica a senso alterno, in base all'appartenenza politica di chi ha commesso il reato?
Siamo in Europa o in sud America?
Se qualcuno riesce a darmi una risposta, grazie.

Da: Revenge1 08/02/2017 12:25:58
Nulla di nuovo sotto il sole, purtroppo.

http://mobile.agoravox.it/Corruzione-vs-Festival.html

Da: NOTIZIE08/02/2017 12:42:08
su  l'informativa di ieri per le  prossime assunzioni (idonei concorsi relativi ai centri di assistenza multicanale, ai centri operativi e agli uffici provinciali-territorio) ?
Grazie.

Da: ORPO__UNICUM08/02/2017 13:06:40
Da Panorama 14/10/2016

Stefano Caviglia
Assumere dirigenti in modo regolare e senza contestazioni è un compito che si rivela ogni giorno più arduo per la Pubblica amministrazione italiana.

La sequenza del mese scorso, qui rivista a ritroso, è impressionante: il 22 settembre il Consiglio di Stato sospende il concorso per 175 dirigenti all'Agenzia delle entrate; il 21 i carabinieri perquisiscono gli uffici di vari funzionari dell'Agenzia delle dogane (Ministero dell'Economia), accusati di aver passato il tema di un concorso nel 2013; il 15 il presidente dell'Anac Raffaele Cantone boccia 11 assunzioni fatte da Antonio Campo dall'Orto in violazione dei criteri di trasparenza stabiliti dalla Rai.

E all'inizio di settembre, la bufera che rischia di travolgere la giunta del Movimento 5 Stelle a Roma, nasce proprio dalla goffaggine con cui la sindaca Virginia Raggi ha cercato di piazzare tre figure chiave in Campidoglio.

- LEGGI ANCHE: PA senza concorso, la legge "scorciatoia"!

Si potrebbe obiettare che le storie citate sono troppo diverse per essere accomunate, ma non è così.

Un filo robusto le lega, fra loro e a molte altre: è la disinvoltura con cui si aggirano le norme per il reclutamento dei dirigenti nel settore pubblico. Talvolta i concorsi appaiono chiaramente «aggiustati» (come nell'esempio, riportato il 23 settembre dallo stesso Cantone, delle assunzioni incrociate dei figli dei professori universitari), più spesso si saltano direttamente a piè pari.

È il caso dell'Agenzia delle entrate, che a marzo 2015 si è vista retrocedere da una sentenza della Corte Costituzionale ben 800 dirigenti in quanto nominati senza prove pubbliche, dunque violando l'articolo 97 della Costituzione, secondo cui «agli impieghi nella Pubblica amministrazione si accede mediante concorso».

La sentenza dava tempo fino a fine 2016 per dar luogo a quei concorsi che, in 14 anni di vita dell'Agenzia delle entrate, non si sono mai fatti. Nel frattempo, per non azzopparne le capacità operative (fondamentali nella lotta all'evasione fiscale), la Consulta chiese di attribuire ai funzionari più alti in grado le deleghe tolte ai retrocessi, compreso il fondamentale potere di firma.

Peccato che queste indicazioni non siano state seguite. In quasi due anni l'Agenzia non ha saputo far altro che rimettere in pista due concorsi, già invalidati in passato, che nelle settimane scorse sono stati nuovamente stoppati dalla giustizia amministrativa. Nel frattempo molti dei dirigenti bocciati hanno ottenuto posizioni organizzative speciali a tempo determinato che li collocano in ruoli simili a quelli giudicati illegittimi dalla Coorte Costituzionale (anche se ora sono pagati un po' meno). E poiché queste posizioni scadono tutte a fine anno ed è impensabile organizzare concorsi a così breve scadenza, nessuno è in grado di dire che cosa succederà fra tre mesi all'Agenzia delle entrate.

Per aggirare l'ostacolo dei concorsi c'è perfino chi si mette in aspettativa come funzionario, facendosi poi riassumere immediatamente dopo come dirigente esterno a tempo determinato. Nella stessa amministrazione! A consentire la magia è il comma 6 dell'articolo 19 del decreto legislativo 165 del 2001 (riforma Bassanini), di cui prevale da tempo un'interpretazione a dir poco elastica.

La dubbia regolarità di queste pratiche è testimoniata da numerose sentenze. In una di queste, nel 2012, il Tribunale di Roma ha condannato il ministero della Difesa a pagare 80 mila euro di danni e spese legali al dirigente Cataldo Bongermino, scavalcato ingiustamente da tre colleghi che non avevano titoli sufficienti (uno di loro, nominato capo del personale, provvide a prepensionare d'ufficio il malcapitato, con un atto poi invalidato dal Tribunale del lavoro). Più recentemente è finita nei guai la presidenza del Consiglio, dove l'interpretazione spregiudicata della legge (sempre la famosa 165 del 2001) ha generato contenziosi a ripetizione.

Solo nel 2015 il Tribunale del lavoro ha disposto centinaia di migliaia di euro di risarcimenti a vantaggio di diversi dirigenti. Per sapere la cifra esatta (che chiaramente potrebbe dar luogo a una denuncia per danno erariale) il sindacato dei dirigenti Dirstat ha presentato un quesito formale, ma ancora non è stato ritenuto degno di una risposta.

In questa gara a chi è più bravo ad aggirare la legge, la pubblica amministrazione locale non è da meno di quella centrale. Così come i dirigenti dell'Agenzia delle entrate, anche il capo della segreteria della sindaca di Roma Virginia Raggi, Salvatore Romeo, è stato messo in aspettativa come funzionario per essere subito riassunto a tempo determinato come dirigente.

E l'attuale capo del personale del Campidoglio, Raffaele Marra, fu assunto nel 2011, per uno stipendio di 307 mila euro lordi l'anno, come direttore del personale dalla Regione Lazio dell'allora presidente Renata Polverini. Ovviamente come esterno, in quanto già allora era al Comune di Roma.

I sindacati fecero ricorso e sia il Tar che il Consiglio di Stato diedero loro ragione, in quanto c'erano all'interno figure più qualificate, ma non servì a nulla. Della questione fu investita anche la Corte dei conti, che all'inizio di quest'anno ha chiesto alla Giunta regionale e al direttore del personale di allora giustificare la loro decisione. Danno erariale ipotizzato: 324 mila euro.

Forse per non essere da meno, la Giunta di Nicola Zingaretti ha appena creato un altro caso: la funzionaria dell'Azienda regionale per l'edilizia territoriale (Ater) di Roma Estella Marino, già consigliere comunale del Pd nonché assessore all'Ambiente in Campidoglio con Ignazio Marino, è stata appena destinata a un nuovo incarico di grande responsabilità in fatto di lavori pubblici e organizzazione del lavoro.

La nomina non comporta al momento remunerazioni aggiuntive, ma il punto è proprio che, secondo i sindacati, questo potrà avvenire in tempi ravvicinati, essendo l'incarico conferito esorbitante rispetto alla sua qualifica attuale. E non rassicura certo che il direttore generale dell'Ater abbia disposto nella stessa delibera di non pubblicare l'atto di nomina sul sito web dell'azienda, in contrasto con quanto prevede la legge.

Ai vertici di ministeri, agenzie, aziende statali, regionali e comunali, sono evidentemente in molti a pensare che le procedure di un concorso, e perfino quelle di un "interpello" (selezione meno impegnativa che in alcuni casi può sostituire il concorso), siano troppo lunghe e vincolanti. Ammesso e non concesso che abbiano le loro ragioni, perché non le sostengono alla luce del sole anziché andare alla ricerca di ogni cavillo buono a spianare la strada agli amici e a lasciare al palo tutti gli altri?

Da: evvai1 08/02/2017 13:40:11
L'odierna riunione, prosecuzione di quella del 1° febbraio, non ha consentito alle scriventi sigle (che comunque avevano consegnato all'Agenzia nei giorni scorsi una piattaforma unitaria, inviata anche a tutti i lavoratori) alcun passo in avanti per la pervicace ostinazione dell'Agenzia in ordine alla valutazione delle prestazioni individuali nonché su altri criteri anche legati al requisito minimo di partecipazione alla procedura.

         La proposta dell'Amministrazione sulla valutazione si è modificata, infatti, solo sulla percentuale che ieri è passata dal 70% al 50%.

         Proposta ritenuta dalle scriventi ugualmente INACCETTABILE.

         Il "Ricatto" poi si è consumato quando il Capo del Personale, preso atto della netta chiusura delle Scriventi, ha deciso di non proseguire più la trattativa neanche sugli altri importanti punti all'ordine del giorno decidendo di rinviare l'incontro al 16 febbraio p.v.

         L'indisponibilità alla prosecuzione del confronto ha impedito alle Scriventi  di affrontare  la questione, anch'essa strategica, delle posizioni organizzative sulla quale, come è noto,  avevamo espressamente e formalmente richiesto una complessiva rivisitazione anche alla luce del nuovo modello organizzativo scaturente dalla definizione dell'accorpamento con l'ex Agenzia del Territorio.

         Poiché l'intesa del 14 dicembre u.s. ricomprende la pianificazione di entrambi gli istituti (passaggi e posizioni), per le Scriventi la chiusura dell'Agenzia su uno dei due punti mette in discussione l'intero impianto, anche sotto il profilo del finanziamento.

Roma, 7 febbraio 2017

 

CONFSAL-SALFi                                FP CGIL                               CISL FP                      UILPA

Sempreboni                                       Boldorini                              Silveri                        Cavallaro

Sparacino                                           Di Leo

Da: Revenge1 08/02/2017 14:28:08
. . . . . . . INGIUSTO VANTAGGIO PATRIMONIALE


Capo d'accusa per la Raggi!

DA 39.000 euro  a 110.000 euro

Vi ricorda qualcosa?

Da: Revenge1 08/02/2017 14:29:41
Come ci batte il Tg3! .  Che facce di culo!

Da: benissimo!!!!!08/02/2017 18:35:14
Nessun accordo con i sindacati inutili e controproducenti!!!! La valutazione dei dirigenti deve essere portata almeno all'90%!!!!

Da: Junk Panena  08/02/2017 20:52:39
Chissà a te qua sopra che valutazione ti dava il professore di italiano (sempre che ne hai avuto uno...)

Da: Junk Panena  08/02/2017 20:52:40
Chissà a te qua sopra che valutazione ti dava il professore di italiano (sempre che ne hai avuto uno...)

Da: ORPO__UNICUM08/02/2017 21:02:30
         Poiché l'intesa del 14 dicembre u.s. ricomprende la pianificazione di entrambi gli istituti (passaggi e posizioni), per le Scriventi la chiusura dell'Agenzia su uno dei due punti mette in discussione l'intero impianto, anche sotto il profilo del finanziamento.

Da: benissimo!!!!!08/02/2017 21:33:36
Suca coglione, volevo scrivere 80 ma forse sarebbe meglio 90%!!!! Tu sarai valutato come gran coglion, megastrunzon, straminchion!!! Ahahahahahahahahaaha

Da: x revenge08/02/2017 21:38:30
Mi ricordi sto cazzo!!!!!!

Da: +++++LA PENTOLACCIA++++++08/02/2017 22:09:06
++++++++LA MAGISTRATURA+++++++++++

+++++++PERQUISIZIONI DI DOCUMENTI+++++++


+++++++++++SALTA IL BANCO++++++++++++++

Da: Revenge1 08/02/2017 23:22:27
X x revenge. . . . . . .  De sorete!

Da: ORPO__UNICUM09/02/2017 10:37:59

armando spataro
ARMANDO SPATARO
Giù le mani dal segreto investigativo. Che, codici alla mano, è nelle mani della sola magistratura. Arriva da Torino e dai procuratori di tutto il Piemonte un netto "altolà" alle polizie e alla possibilità di trasmettere ai capi - e quindi, inevitabilmente, anche ai responsabili politici - i rapporti con le notizie di reato.

La circolare del procuratore di Torino Armando Spataro viene condivisa da tutti i colleghi. Sarà il capo dell'ufficio a chiedere formalmente il rispetto del segreto. Le polizie potranno controbattere, ma qualora dovessero insistere in quello che Spataro e i suoi colleghi considerano «un vulnus», un'aperta violazione del segreto delle indagini, non resterebbe che la via di un conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale.
franco gabrielli prefetto di roma (3)
FRANCO GABRIELLI PREFETTO DI ROMA (3)

Che succede tra toghe e investigatori? Tutto nasce dal decreto legislativo del 19 agosto 2016 sulle polizie che, all'ultimo articolo, nelle «disposizioni finali e transitorie», posiziona una "bomba", l'obbligo di trasmettere alla scala gerarchica i rapporti inviati alla magistratura «indipendentemente dagli obblighi prescritti dalle norme del codice di procedura penale». Giusto quelli che mettono in capo al solo pm il coordinamento delle indagini.

Una norma «singolare» che da subito crea grande allarme nella magistratura. Il capo della polizia Franco Gabrielli, a dicembre, emana una circolare in cui cerca di limitare i danni e insiste sul solo coordinamento, ma questo non basta alle toghe. Preoccupate dalle scontate conseguenze del decreto di agosto: un'indagine delicata che riguarda esponenti politici potrebbe immediatamente finire sul tavolo del ministro, risalendo per la scala gerachica.

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INTERCETTAZIONI-TELEFONICHE-FOTOGRAMMA-258.JPEG
A Torino si muove Spataro. Discute con i suoi pm. Scrive una circolare in cui si paventa «il rischio di compromettere il segreto investigativo» e in cui si ribadisce che «il coordinamento è esercitato in via esclusiva dal pubblico ministero». Se, violando queste regole, la polizia trasmette notizie viola le regole e danneggia e le indagini. Per questo i singoli pm dovranno segnalare al capo dell'ufficio le notizie da tenere rigorosamente riservate, il capo lo comunicherà alla polizia che potrà opporre le sue ragioni. Ma qualora dovesse insistere nella trasmissione dei rapporti non resterebbe per i pm che la via della Consulta.

Una linea motivata e netta. Pienamente condivisa dal procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo che il primo febbraio ha riunito i procuratori del Piemonte. Tutti d'accordo nel niet a una norma che, già a dicembre, Spataro non aveva esitato a definire viziata «da profili di incostituzionalità» per il contrasto con le altre norme del codice.
MAGISTRATI
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