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Concorso dirigenti scolastici - Aspettando il bando e i quiz
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Da: free forum21/12/2010 19:31:50
A pappalessa che forma un altro gruppo e stabilisce le regole
di moderazione:

VIVA MININTERNO senza regole!

Da: flo21/12/2010 19:35:07
ma certo annabella...e mi raccomando alla ricompensa!
Ma fatemi il piacere!!!!!!!!!!
@ annabella
i benedetti test te li mando subito, ma per favore non sentirti in obbligo di ricambiare in alcun modo...ho tanto di quel materiale accumulato i questi anni che solo vederlo mi mette in angoscia!
A proposito Calipso...ti serve niente?
Chiedo scusa ai poco tolleranti!

Da: annabella21/12/2010 19:39:05
Ti ringrazio della tua gentilezza. Sto frequentando anch'io un master. Se posso essere utile ai partecipanti al forum lo faccio volentieri.

Da: calipso 21/12/2010 19:41:41
pappalessa, fatto

Da: pappalessa 21/12/2010 19:43:35
free forum

frequento questo forum da ottobre, credo. se hai voglia di leggere i miei post scoprirai tante cose interessanti. una di queste è che non ho mai insultato nè disprezzato nessuno, a parte quel tipo o tipa che postava messaggi col mio nick. dacchè mi sono dovuto registrare. ieri ti ho risposto circa la tua osservazione sulla "proprietà" di questo gruppo. ho anche scritto che questo gruppo è bello quando non degenera. ma se ci fosse stato un moderatore certi personaggi sarebbero stati bannati  e secondo me la qualità ne avrebbe guadagnato. per il resto, massima stima per tutti.
ciao, senza polemica, davvero :)

Da: calipso 21/12/2010 19:48:49
flo, ho avuto una giornata pesante, mi servirebbe una tisana alla menta per riprendermi, grazie mille!!

mariano il forum scade ogni qual volta intervengono le donnine servizievoli e caritatevoli che fanno da cameriere!!

E' disponibile l'App ufficiale di Mininterno per Android.
Scaricala subito GRATIS!

Da: raff6921/12/2010 19:50:35
Ok, flo: sulla cultura che ti possono dare certe letture, hai pienamente ragione, purtroppo quando come me il tempo è più prezioso dell'oro, allora uno è costretto a prendere certe (dolorose...) decisioni: per ora, credo, continuerò a studiare solo (o soprattutto) la parte legislativa.

x  Joda
Per me, personalmente, un dirigente eletto dal Collegio sarebbe una cosa ottima (io infatti sono stato eletto da un Collegio e successivamente confermato da due dirigenti: ora ho mi sono dimesso da vicario  -perché mi sentivo sfruttato da quasi tutti- ma sicuramente, se si votasse, sarei nuovamente eletto -visto che il nuovo staff di dirigenza è malvisto, e non poco...-), però ritengo che eleggere il dirigente significherebbe quasi solo trasformare il Dirigente in una via di mezzo tra un politicante ed un accontentapopolo. Ad esempio nella mia scuola già è difficile fare l'orario perché tutti vorrebbero il sabato libero, figuriamoci se il dirigente fosse eletto dal... popolo (cioè da noi). La proposta mi sa un po' di demagogia, e mi pare fatta da Di Pietro per raccattare un po' di voti da parte dei docenti, pur sapendo che questa proposta non passerà mai, almeno con questo governo (poi sarebbe da vedere se una simile proposta sarebbe accettata dal Partito democratico.... ho i miei dubbi). Poi, figuriamoci, con questa maggioranza (che è per l'uomo... forte...), mi sembra quasi impossibile che possano decidere di far eleggere il dirigente dagli stessi docenti, trasformando così lo stesso in un uomo... debole (e pericolosamente di sinistra...).

Da: flo21/12/2010 20:05:01
Difatti quei testi li ho letti durante l'estate!
ciao

Da: Mario21/12/2010 20:11:46
Leggo questo forum dalla sua costituzione e, come voi, dopo più di un anno di attesa, studio, discussioni, approfondimenti e soprattutto COLLOQUI anche con persone abbastanza IMPORTANTI  e INFLUENTI scolasticamente mi sono fatto le mie opinioni che di qui a poco illustrerò.
Prima lasciatemi affermare che l'elezione del preside è una vera e propria baggianata perché, in poche parole, è contro lo spirito dell'Autonomia e contro il concetto di  qualifica Dirigenziale: un preside a tempo ed eletto dal popolo non è contemplato nel nostro ordinamento.

Ma quello che ci tengo ad affermare con la sola finalità di avviare con voi una discussione in merito è quanto segue:

Con questo andazzo il CONCORSO NON SARA' BANDITO, se non prima di un anno, per i seguenti motivi che un po' tutti sapete:

1)    grandissimi interessi in gioco per i Master di II livello da parte delle Università private e delle Agenzie di Formazione;

2)    interessi dei Sindacati per i Corsi di preparazione (con l'organizzazione di un Corso si fanno un sacco di deleghe);

3)    (non di meno) grandissimo giro di affare per le Case editrici (come sapete la stima più attendibile è di non meno di 100 mila partecipanti che acquisteranno almeno un libro).

Ma voglio aggiungere una cosa che molti di voi non sanno:
c'è un grandissimo interesse politico a dare le REGGENZE ad amici e parenti (come sapete non c'è nessun criterio OGGETTIVO per l'attribuzione delle stesse) perchè in ballo, oltre all'amicizia,  c'è una cospicua indennità che si aggira sui 10 mila euro lordi annuali.

Ma l'interesse è anche un altro. L'interesse non è solo l'indennità che comunque non sono spiccioli visti  gli stipendi dei presidi, il VERO INTERESSE è il beneficio economico che ne deriva a livello pensionistico e di TFR.

La maggior parte dei presidi è prossimo alla pensione o già in proroga, ma soprattutto è in regime RETRIBUTIVO ossia il calcolo della sua PENSIONE e della sua BUONAUSCITA viene fatto in base all'ultimo periodo di retribuzione. Questo significa che con 10 mila euro in più al mese sullo stipendio prenderà fino al 50 per cento in più di pensione e dai 40 ai 50 mila euro in più di buonuscita. (i calcoli sono approssimativi, ma rendono chiaro il concetto)

Rendendo pubbliche queste mie considerazioni voglio aprire un dibattito costruttivo e soprattutto, attraverso voi,  sollecitare chi di competenza  AD EMANARE IMMEDIATAMENTE IL BANDO  senza guardare agli interessi di parte ma a pensare solo al bene della SCUOLA.

Qualora la mancata emanazione del Bando dipendesse da ragioni non menzionate allora dico BASTA con queste REGGENZE che stanno distruggendo la figura e il ruolo del DIRIGENTE SCOLASTICO che tanto ha contribuito a cambiare in positivo la scuola. Meglio un INCARICO ad un altro docente che un preside che si barcamena con mediocrità tra due scuole.

MI ASPETTO  UNA BELLA DISCUSSIONE.

Da: flo21/12/2010 20:14:05
cara calipso se fossimo vis a vis te la offrirei per davvero una tisana, ma al bar, giacchè DETESTO le tisane e non ne so preparare!
Sarei proprio curiosa di vedere di cosa mai potremmo parlare!
Forse dei sindacati e dei sindacalisti?
Ti avviso però che proprio a causa della tua ostinata ostilità a riguardo...è molto probabile che io cambi la mia idea sull'argomento!
ciao

Da: MARIA221/12/2010 20:51:51
Oggi ho telefonato al miur.Manca ancora l'autorizzazione delMEF.Tutto slittera' dopo Natale!

Da: Joda21/12/2010 20:59:15

per raff69,
condivido le tue considerazioni sul D.S. eletto dal collegio, ma il punto non è quello che  pensiamo noi (anche se con ragione) , il punto è:
come si stanno muovendo nelle alte sfere nei nostri confronti?

Ignoravo le considerazioni di Mario sul vantaggio derivante ai D.S. prossimi alla pensione e se aggiungo anche questa, a tutta un'altra serie di informazioni  ufficiose che  circolano in questi giorni, giungo a una conclusione:
il concorso è lontano o forse non si farà più (molto improbabile la seconda, ma non  la prima).

Da: ....!21/12/2010 21:22:25
da ScuolaOggi


Le reggenze 2010-2011: metafora di un paese sbagliato
di Antonio Valentino

Ci sono fatti eclatanti in questo nostro vacillante paese che non si capisce perché non abbiano il loro giusto rilievo "mediatico", come ora si dice, e perché, comunque, non scatenino indignazione generalizzata. Qualcuno può pensare che, oggi come oggi, ben altri, rispetto a quelli di cui qui si parla, siano i mal di pancia. Può darsi. Anche se non ne sono convinto. Sono dell'avviso invece che tutto alla fine si leghi.
Mi sto riferendo qui al fatto che quest'anno scolastico fa registrare ben 1497 reggenze (dato attendibilissimo della struttura nazionale dei DS della FLC - CGIL) per 10431 scuole; questo significa che un numero pari al 14% del totale delle nostre scuole ha un dirigente che è contemporaneamente dirigente di un'altra scuola. In alcune regioni, questo dato, in sé drammatico, diventa tragico. Come, ad esempio, in Lombardia dove un quarto di tutte le istituzioni scolastiche non ha un suo dirigente, ma lo condivide con un altro Istituto: 291 su 1286 (25% circa)
Il dato in sé non esprime a pieno la gravità della situazione. Perché i casi di governo a dir poco problematico delle nostre scuole, per via delle reggenze, vanno moltiplicati per due. Le sofferenze infatti riguardano non solo le scuole con "reggenti", ma anche le scuole di titolarità dei dirigenti impegnati in altro Istituto. Probabilmente ci sono tra questi tanti colleghi "navigati" per i quali la gestione di due scuole non rappresenta un grande problema. Può darsi ci siano casi del genere. Anche se ritengo che il problema della gestione di un Istituto scolastico, se si affronta sottovalutando l'"esserci" a scuola anche come presenza fisica, non abbia grosse possibilità di essere risolto al meglio.
Va inoltre considerato che oggi non ci sono scuole semplici e scuole complesse. Oggi tutte le situazioni sono difficili. Ci sono certo differenze, anche sostanziali. Ma, in nessun caso, per quanto ne sappia, ti trovi davanti a situazioni "indolori". Perché una scuola di massa non è per definizione semplice, perché in questi anni il numero degli stranieri è molto cresciuto, perché il problema dei disabili è ormai un problema consistente, perché la demotivazione dei nostri insegnanti, abbandonati a se stesi, è ormai patologia, perché le nostre scuole sono sempre più povere e i bisogni sempre più urgenti e pesanti, perché i saperi disciplinari e quelli pedagogici e didattici richiederebbero una manutenzione continua delle professionalità, ma la formazione è ancora un optional praticato positivamente, nella maggior parte dei casi, solo dai già formati, eccetera, eccetera.
Ma c'è ancora un altro aspetto paradossale che va segnalato. Quest'anno ha preso l'avvio il riordino della scuola superiore, una riforma "epocale" per il nostro ministro, che penso non sappia con precisione di cosa si tratta. Un'opportunità per tanti (al netto dei tagli che pure rappresentano, per come sono stati fatti, una scelta sbagliata e controproducente sotto vari aspetti). Tanti che, ora come ora, non possono che prendere atto, ancora una volta, a. che le riforme fatte così non servono; b. che permettere che tante scuole abbiano dirigenti "dimidiati" - nelle loro competenze di motivare, promuovere, organizzare e gestire le innovazioni - significa non credere nelle riforme che si dice di volere. E questo per la semplice ragione, di cui c'è ormai diffusa consapevolezza, che i cambiamenti non li determinano gli ordinamenti che si emanano, ma le azioni mirate e convergenti, espressioni di una governance diffusa e responsabile del sistema scuola ai vari livelli. Che sia in grado di registrare allineamenti, scostamenti, accomodamenti, diversificazioni, rispetto agli obiettivi proposti negli ordinamenti; ma anche di individuare misure di accompagnamento che permettano di procedere per approssimazioni successive (non, molto probabilmente, le stesse ad Acireale e a Vipiteno).
Chiedete in giro nelle scuole - a studenti, genitori, docenti - che ne è di questa riforma, dei nuovi percorsi formativi, degli obiettivi formativi, della laboratorialità, della certificazione delle competenze, che quest'anno dovrebbe essere garantita a tutti i ragazzi che escono dai nostri bienni e di cui nessuno sa niente. Ma io lo chiederei in primo luogo al nostro ministro.

Aveva sollevato una qualche ventata di speranza l'idea di poter svolgere i concorsi per futuri dirigenti nel corso di quest'anno scolastico, per rendere possibile la copertura di tutti i posti vacanti già nel prossimo. E per garantire, se pur rinviata di un anno, una situazione di simil - regolarità alle nostre scuole. Ma ragionamenti miopi, se non sono lucidamente irresponsabili - perché dettati da logiche di "risparmio" dissennate - hanno portato a tenere nei cassetti ministeriali per mesi e mesi il bando di concorso. Così che si arriverà probabilmente a marzo per sapere se si potranno attivare tutti i passaggi previsti dalle procedure concorsuali. Passaggi che non potranno ovviamente concludersi che nel corso del prossimo anno scolastico. E così, il numero delle reggenze, sulla base di dati stimati addirittura al ribasso, si teme arriverà a 2500 (e quindi il numero delle scuole a vario titolo coinvolte arriverà alla metà).
Sciatteria amministrativa o miope calcolo tremontiano? In nessun caso però ci si salva. I risparmi, derivanti dalle reggenze (il 60% della somma complessiva che sarebbe necessaria per coprire i posti vacanti con dirigenti di ruolo), rappresenterebbero comunque ben poca cosa nelle politiche di risanamento della nostra finanza pubblica; mentre già ora si tocca con mano il danno enorme per il funzionamento delle nostre scuole, costrette per due anni di seguito a fare a meno di dirigenti nel pieno delle loro funzioni, non solo formali.
Qualcuno dirà: ma perché i dirigenti non si ribellano a questo stato di cose? Le risposte possibili sono tante. Qualcuno dirà che fanno comodo 600 euro circa in più al mese, soprattutto se si è alla fine della propria carriera e quindi la somma può incidere sulla buona uscita; altri diranno che l'accettazione nasce da senso di responsabilità. Ma la spiegazione che in genere si dà, formalmente ineccepibile, è che il CCNL 2006 dei Dirigenti scolastici prevede l'obbligo dell'accettazione a seguito di nomina da parte del Direttore Scolastico Regionale. Si tratta però di capire a questo punto se l'obbligo è legittimo in tutti i casi o solo in situazioni eccezionali e quindi su numeri assolutamente contenuti (fisiologici). Ma è questo il caso? Anche perché, delle due, una: o l'Autonomia scolastica è scelta strategica del nostro ordinamento e quindi è fondamentale la figura del DS per il suo mantenimento e il suo sviluppo (come è chiaro dalla L. 59 del 2007, art. 21) oppure si tratta di un orpello da tirare in ballo per riempirsi la bocca quando fa comodo.

Qualche altro si chiederà invece perché non si ribellano le scuole. O le associazioni professionali, le associazioni dei genitori e quanti hanno a cuore le sorti della nostra scuola Bella domanda. Ma di ardua e complessa risposta, che qui si preferisce considerare un po' "fuori" rispetto dagli intenti di questa nota. Va comunque detto che, probabilmente, neanche la pressione dei sindacati è stata quella che era doveroso aspettarsi per una questione così grave. La percezione che si ha comunque è che il nostro Ministero ascolti solo se stessa attraverso l'udito di Tremonti.

Oltre che clamorosa in sé, non è, questa storia, una metafora possibile del nostro malconcio paese? A me pare proprio di sì.
_________________

Da: dany21/12/2010 23:26:21
vedo che abbiamo lo stesso nick!
io con l'iniziale minuscola e tu con la maiuscola.....

Da: dany21/12/2010 23:47:31
da adi

La scuola dell'obbligo in Finlandia. Eliminata la selezione?
10 novembre 2010


Dall'intervista fatta da Jeanne Claire Fumet a Claude Antilla per il Cafè Pédagogique


Claude Antilla
In Francia è in atto un grande dibattito sul collège, la scuola media unica di 4 anni, dove è ancora presente una forte selezione. In questo quadro si inserisce l'intervista che il Café Pédagogique ha fatto a Claude Antilla, una docente francese, distaccata dal Ministero, che ha insegnato per 35 anni in Finlandia.
Poiché la situazione della nostra scuola media non differisce molto da quella francese ci è parso interessante proporvela in italiano.
Scrive Jeanne Claire Fumet che ha intervistato Claude Antilla:

"Con il suo tasso di riuscita del 99,7%, il modello finlandese di scuola obbligatoria ha dei buoni motivi per fare sognare. E'  difficile quindi non cercare di trovare in questa scuola qualche spunto che ci aiuti a combattere la selezione e i fallimenti del nostro sistema scolastico".

Poiché da questo punto di vista la situazione italiana non è diversa da quella francese, cerchiamo anche noi di capire cosa capita in Finlandia.


LA SCUOLA DELL'OBBLIGO  IN FINLANDIA
Una scolarizzazione tardiva ma efficace
In Francia la scolarizzazione precoce è considerata determinante. E' così anche in Finlandia?

In Finlandia la scuola comincia a 7 anni, ma i bambini vi arrivano preparati e imparano molto velocemente. Esiste anche una sorta di anticipo a 6 anni, non è obbligatorio, ma gratuito e in realtà è seguito dal 100% dei bambini.

La scuola obbligatoria costituisce un tronco unico fino a 15 o 16 anni (a seconda che si inizi a 6 o 7 anni), senza filiere differenziate, senza ripetenze, il successo per tutti è un obbligo, qualunque siano le difficoltà di ciascuno.

Tutti i bambini sono integrati e curati, anche quelli con handicap, e tutti vengono portati alla conclusione dell'obbligo scolastico. Non ci sono abbandoni prima dei 16 anni.

Tenere i bambini a casa fino a 6 anni non crea problemi alle famiglie?

La Finlandia ha dovuto far fronte a notevoli problemi demografici: con una scarsa immigrazione e una bassa natalità, ha dovuto necessariamente stabilire una vera politica a sostegno della famiglia. I Comuni hanno predisposto  sistemi di nidi, di giardini d'infanzia, fatti pagare in proporzione al reddito dei genitori. Il congedo per maternità dura 11 mesi e si raccomanda a uno dei genitori di rimanere a casa per i primi tre anni, dando la certezza di ritrovare il posto di lavoro al ritorno.

Altre misure importanti sono la cura sanitaria delle donne gravide e dei bambini fino alla scolarizzazione. Ci si sforza  di affrontare molto precocemente i problemi di apprendimento che potrebbero presentarsi. Si giunge per esempio a diagnosi molto precoci della dislessia, e si evitano successivi fallimenti a scuola.

Quale aiuto ricevono i bambini in difficoltà?

Ogni scuola dispone di un'assistente sociale e di un insegnante di sostegno che gestiscono i problemi individuali.

L'insegnante di sostegno è esonerato dall'insegnamento in classe e interviene puntualmente con azioni di sostegno personalizzato, di concerto con i colleghi in particolare sull'utilizzo del tempo scuola. Si evita per esempio di appesantire la giornata scolastica. I ritmi scolastici sono molto diversi da quelli delle scuole francesi.

In generale si alternano 45 minuti di concentrazione con 15 minuti di pausa, per mantenere negli alunni un buon livello di attenzione. Le giornate scolastiche finiscono presto, alle 13 per i più giovani, alle 16 all'università. Si stima che questa sia una condizione per rendere l'insegnamento efficace.

Valutazione ponderata e programmi flessibili
Tutto questo è sufficiente per garantire il successo a tutti?

Bisogna considerare un insieme di cose: la valutazione e i programmi sono pensati in modo diverso rispetto alla Francia. Non c'è valutazione degli alunni prima che compiano 10 anni e si ricorre molto all'autovalutazione. Dopo, i voti vanno dal 4 (insufficiente) al 10. Ma non si lasciano indietro i bambini che hanno preso 4: si fa di tutto per aiutarli a migliorare.  E alla fine tutti arrivano alla sufficienza! In realtà non si valuta la performance scolastica, ma piuttosto il grado globale di riuscita, tenendo conto sia delle capacità sia dell'impegno di ciascun bambino. E a volte si trovano soluzioni impreviste: così per esempio si è utilizzata la tecnologia digitale per aiutare i maschi che sono più in difficoltà delle femmine, e si sono ottenuti buoni risultati. Oggi sono le bambine ad essere più indietro dei maschi, perché hanno più difficoltà a familiarizzare con questi strumenti che a loro sono meno congeniali che ai maschi.

Contenuti e metodi sono molto liberi  perché non c'è una valutazione nazionale. Ma per la licenza dell'obbligo, l'alunno deve raggiungere un livello medio in tutte le discipline, che sono varie e molteplici, affinché ciascuno possa trovare quelle che gli sono congeniali. I programmi sono meno rigidi: si attribuisce una quota oraria a ogni materia e degli obiettivi di apprendimento. Si definiscono le competenze e il saper fare che devono essere acquisiti, senza dettagliare i contenuti. Questo quadro di riferimento è oggetto di consultazione molto frequente soprattutto da parte delle équipe comunali, che in genere sono insegnanti messi a disposizione per redigere i contenuti, poi ciascun gruppo di insegnanti l'affina in funzione della propria popolazione scolastica. E' una gestione molto decentralizzata.

C'è competizione fra gli istituti scolastici?

Assolutamente no: il principio è quello dell'uguaglianza e dell'omogeneità fra tutti e su tutto il territorio. E' peraltro proibito pubblicare classifiche delle scuole, che le metterebbero in concorrenza. Il ministro effettua dei test , ma sono anonimi e confidenziali, e servono a trovare soluzioni di sostegno  quando si verificano dei problemi. Un particolare importante: c'è solo il 5% di scuole private in Finlandia ( straniere, steineriane, internazionali ecc..), tutte le altre sono all'interno del circuito pubblico gestito dai Comuni.

Ma nella realtà dei fatti non ci sono proprio disuguaglianze fra  gli istituti scolastici?

Ce ne sono veramente poche, perché la Finlandia ha tratto insegnamento dagli errori commessi altrove: dagli anni '70  è stata attuata una politica di "mescolanza" sociale su tutto il territorio nazionale. Non si separano gli alunni deboli da quelli brillanti. Gli ambienti sociali e le origini sociali  sono mescolati e rappresentati in tutte le scuole. Si favorisce la mescolanza per evitare i ghetti.

In Finlandia la politica d'immigrazione è rigorosa ma generosa. I bambini sono integrati nella scuola di quartiere e, in generale, funziona piuttosto bene. Di fronte all'evoluzione dell'immigrazione (essenzialmente proveniente dai Paesi dell'Est), è stato fissato un  tasso del 15% di stranieri per classe nella regione di Helsinki, ma da qualche anno si pensa di arrivare al 25%

Un liceo professionale più selettivo
Dopo la scuola obbligatoria dove vanno gli alunni?

Vanno al liceo generale o professionale , nei quali le condizioni di accesso sono piuttosto selettive.

L'esame alla maturità richiede solo 4 discipline. Gli alunni più deboli possono  rimanere un anno in più per raggiungere i livelli richiesti. Il liceo professionale è più selettivo: oltre alla formazione tecnica, richiede una formazione generale e linguistica . Circa il 53% degli alunni vanno al liceo generale e il 47% a quello professionale. Il  tasso di riuscita complessiva alla maturità è del 95% . Bisogna precisare che ci sono due sessioni all'anno e si può ripetere l'esame di diploma per tre sessioni successive, e questo limita la selezione.

C'è un aumento della selezione dopo la licenza dell'obbligo?

Al liceo generale si conta il 4,5% di abbandoni e in quello professionale il 9,8%. L'ingresso nella scuola secondaria superiore è regolato da esami di accesso e, secondo le varie specializzazioni, è anche previsto il numero chiuso. Il tasso di abbandono è del 5,8% all'università e del 9% nell'Alta Formazione Professionale. Ma questa percentuale di insuccessi sta diminuendo di anno in anno grazie agli sforzi che si compiono nell'orientamento.

Per meglio preparare gli studenti all'università, si è messo in funzione un sistema di licei a moduli con specializzazioni «à la carte». I risultati non consentono ancora di trarre le dovute conclusioni, perché questa impostazione vige solo da 10 anni e mancano ancora dati sufficienti per dare una valutazione complessiva. Ad ogni modo gli apprendimenti appaiono frammentati, discontinui e si perde la coesione del gruppo classe. A mio avviso la modularizzazione non è una buona soluzione. La Finlandia rimane comunque uno dei Paesi con il maggior numero di diplomi a livello superiore, e c'è un enorme sforzo nei confronti della ricerca, a cui è dedicato il 4% del PIL .

Pensa che la Francia potrebbe adottare alcuni di questi metodi?

Le condizioni sono molto diverse, ma c'è materia di riflessione: evitare le valutazioni negative e le sanzioni a favore del sostegno e dell'incoraggiamento, rendere l'alunno autonomo, responsabile del suo apprendimento, tenere conto delle capacità reali di ciascuno e sforzarsi di fare riuscire tutti, evitare la specializzazione precoce, favorire il lavoro di gruppo. Tutto questo è noto, ma si deve ancora lottare per fare capire che è utile per combattere la selezione e gli insuccessi scolastici.

Da: dany22/12/2010 00:03:16
condivido quanto detto da Mario .....per le reggenze...si fa a cazzotti...altro che concorso...anzi danno un colpo al cerchio( reggenze) ed uno alla botte (al concorso) ....

Da: derosa70 22/12/2010 15:50:21
Scusate mi sono iscritta solo adesso: sono molto curiosa di leggere questi quiz di cui tutti parlano in questo forum. C'è qualcuno che potrebbe mandarmeli?

grazie anticipatamente

derosasilvia70@gmail.com

Da: Fabietto22/12/2010 19:04:02
Anch'io sarei interessato ai quiz.
Naturalmente sono pronto a ricambiare
fabio.grossi@istruzione.it

Da: flo22/12/2010 19:30:07
Scusatemi la franchezza...ma la volete finire con questa storia del ricambiare?
IO NON VOGLIO NIENTE!
Se superiamo le prove, in qualunque stadio esse siano, e il caso ci riserva il piacere di incontrarci, facciamo che andiamo a prendere un caffè insieme?...ovviamente paga chi tra noi avrà conseguito il miglior punteggio nell'ultima delle prove effettuate!
Che ne dite?
Ah ah ah ...io no di certo!
Adesso li invio anche a te, Fabio!
Ciao e felice sera

Da: flo22/12/2010 20:43:05
Scusa cara docente... ma cosa ti mando se già ce li hanno tutti i miei celeberrimi quiz?! pappalessa compreso!
Quanto all'adesione al gruppo, mi spiace... i gruppi ristretti non fanno per me... troppo impegnativi!
E' già tanto se riesco a trovare qualche briciola di tempo da dedicare allo studio!!!!!!!!!!
Ciao e grazie per avermi pensato!

Da: dany23/12/2010 09:42:09
la privatizzazione del pubblico impiego
articolo di tecla squillaci
Il d.lgs 29 del 1993 inizia la stagione del cambiamento del rapporto di lavoro pubblico; cioè tale rapporto di lavoro non è più regolato da leggi ma dalla Contrattazione nazionale di lavoro sottoscritta dall'Aran e le organizzazioni sindacali.
Questa fase è anche chiamata "privatizzazione" del pubblico impiego che rimane in contrapposizione al rapporto di tipo pubblicistico che ancora permane per alcune categorie ( magistrati, professori universitari, agenti di polizia etc.). Si chiama rapporto privatistico perché viene regolato dalle norme del diritto privato.
A seguito di questa "metamorfosi" del pubblico impiego anche il dirigente scolastico assume la qualifica di Capo d'istituto nonché di datore di lavoro con un contratto parimenti disciplinato dal comparto scuola( la V area per la dirigenza scolastica).
Tuttavia,  si tratta di una connotazione atipica se considerata nel quadro dei poteri direttivi propri in senso privatistico del datore di lavoro: ovvero  quelli regolati dall'art. 2104 c.c. Per il dirigente esiste il potere gerarchico ( art. 2086 c.c.) nonché quello conformativo di specificare l'attività lavorativa attraverso concrete modalità di svolgimento ( sulla base dei criteri generali dettati dal ministero) ed ancora quello sanzionatorio ma non ha ancora facoltà né di assunzione né di licenziamento. Né  quello direttivo in senso stretto perché l'organizzazione tecnica della scuola ( es. orari delle attività scolastica) rimane ancora di pertinenza del consiglio d'istituto.. Ecco perché parliamo di una funzione direttiva atipica rispetto ad un'interpretazione più ristretta.
Stando così le cose e nonostante sporadici ritorni di revanscismo centralistico e pubblicistico, possiamo affermare, in tutta onestà, che appare difficile pensare ad un profilo elettivo della carica di dirigente scolastico, ovvero del datore di lavoro. Cosa estremamente diversa, invece, per il settore dei professori universitari che permangono sottoposti ad un regime di tipo pubblicistico.
Inoltre, la tendenza a demandare al privato molti settori finora pubblici ( come quello della sanità e, appunto, dell'istruzione) pare una tendenza evidente le cui ragioni richiederebbero ore di approfondimenti storici, sociali, economici e politici riguardo il nostro paese e oltre.
Vorremmo , quindi, alla luce di quanto detto, tranquillizzare Polibio o tutti coloro i quali non dormono la notte per l'annoso dilemma se e come quella di dirigente scolastico può diventare carica elettiva perché il problema non sussiste. Infatti, appare probabile che in futuro il dirigente scolastico non sia né eletto dai docenti né assunto per concorso ma molto semplicemente cooptato da un "bel" consiglio d'amministrazione composto in massima parte da privati, con un profilo prettamente manageriale e del tutto estraneo alle finalità didattiche ed educative della scuola. E buonanotte al secchio.

Da: valerianna23/12/2010 10:05:39
Ma qualcuno di voi ha conseguito il Master della Mnemosine? Quello che è interamente on-line? Vorrei capire se è valido oppure è solo l'acquisto di un titolo. Grazie

Da: Odette23/12/2010 11:21:35
Tanti Auguri  di Buone Feste a tutti. Qualcuno sa qualcosa sul bando?

Da: Dany23/12/2010 11:34:44
x dany

infatti...
io continuerò con l'iniziale maiuscola e tu minuscola per non fare confusione
a presto

Da: mariella ...23/12/2010 15:06:01
per coloro che pensano sia possibile una delibera collegiale per eleggere il ds


nei ruoli dello stato si accede mediante concorso...
chi vuol fare il ds deve superare il concorso!
parola della costituzione!!

Da: dany23/12/2010 15:24:19
x mariella
su questo non c'erano dubbi...si parla di avere una idonietà a dirigente per poi essere scelti dal collegio!!!!

Da: mariella ...23/12/2010 15:27:03
cioè superi il concorso e poi vieni nominato dal collegio o peggio dal
consiglio di circolo?

Da: nila6823/12/2010 15:59:51
Chi sa dirmi se esiste una norma che stabilisce se il vicepreside è tenuto anche a predisporre per legge l'orario dei docenti, o se tale compito può essere affidato anche ad un docente pagato per questo dal FIS?
Lo so che in molte scuole le due figure coesistono, ma mi chiedevo se per caso ci fosse l'obbligo di tale compito per chi svolge il ruolo di vicepreside....delibera su ciò il CdI?

Da: mariella ...23/12/2010 16:36:36
nella mia scuola c'è una commissione orari...dove è presente anche la vice.
se nella nomina ( mandato) che ti ha dato il ds non c'è tale incarico in teoria non mi sembra tu sia obbligata, in pratica, però,
il ds si fida di te!

Da: nila6823/12/2010 17:22:10
Grazie Mariella...
non sono io cmq l'interessata (non farei mai il vicepreside), ma una mia amica che chiede ragguagli!
Grazie ancora!

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