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Preparazione al concorso referendario TAR
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Da: e già14/09/2013 21:55:27
cominciare con quella non sarebbe male.

Invece  "la maggiore completezza sistematica, dottrinale e giurisprudenziale possibile", nientemeno, è più che una chimera: una categoria dello spirito. Roba per gente spiritosa, insomma.

Forse non sbaglia, troppo, chi sostiene che la giustizia amministrativa dovrebbe essere abolita, abrogata. Non succederà, che venga abolita, ma è o è diventata un pozzo nero; luogo dell'impazzimento, dell'ordinamento; ricovero per cani da pagliaio, che dovrebbero formulare giudizi di legittimità ed invece si acconciano a valutazioni di opportunità, chi può capire capisca (la differenza). Storia poco edificante, dunque. E cronaca di gente che entra ed esce, al servizio del Principe di turno andata e ritorno. Tanto però vado alle consultive, tanto per dire, appunto, quando ritorno. Che al giudicante d'un botto, sulla via del ritorno dalla dimora del Principe, di turno, sembra brutto. Inelegante. Anzi no, che un altro Principe chiama e non posso disperdere questo bagaglio di competenze, mie, e conoscenze, mie, queste ultime ancora più importanti. Quindi mi ri-accomodo. Nel caso non "salgo" né "scendo" (o "discendo"), ma mi "sposto", appunto, come dice quel saggio (se poi lo è, saggio). Meglio avere il culo sempre ben parato dalla sedia giusta al momento giusto. Non si sa mai.

Da: Per...14/09/2013 23:14:20
Caro Principe d (?), a logica, dovresti attenderei la benedizione della tua coscienza..

Da: xela per15/09/2013 09:22:51
Provo a rispondere da neofita


Per quella ordinaria la preparazione ovvero l'assimilazione delle materie deve raggiungere il 60 percentuale viceversa per il tar il 70-75 percentuale ; qui entrano in gioco il cosa ed il come
Assimilare delle materie, riporto la e mail di un famoso corso Bellomo;

a mio intuito e sulla base della tecnica dello stesso provo a ricostruire questo 75 percentuale di assimilazione che costituisce poi il grado di preparazione del candidato che ,  a sua volta, si riflette nell'elaborato…

a mio parere i punti sarebbero la completezza e la profondita' dell'argomento trattato ( parametri anche della valutazione), fonte tecnica giuridica…autore citato

oltremodo, poi, la preparazione e, quindi , l'assimilazione in termini di completezza e profondita' dell'argomento raggiunta con il 60 e quella del 70-75 non va vista , a mio parere , solo in termini di contenuto ma anche di metodo, giacche' indicando l'esempio della collega non sempre e' possibile sulla base del cosa si e' studiato fare una ricostrsuzione dell'istituto o ricordare la Sentenza ……

l'atto amministrativo retroattivo( qui si necessita di una assimilazione e preparazione maggiore non solo contenutistica)

l'importanza del come-si assimila

anche perche' le tracce tar sono di ampio respiro a volte richiedono la trattazione piu' che di un istituto la elaborazione di categorie generali di una materia o di principi teorici o dottrinali che non vengono trattati in manualistica, ma vanno ricostruiti in sede di concorso….

.vedi ultima traccia l'atto amministrativo retroattivo o traccia non estratta di civile sulla tipicita'….

Allora si potrebbe tendere al 75 percentuale assimilando o cercando  rispetto alla magistratura ordinaria quella concezione , appunto, sistemica del diritto civile ed amministrativo ovvero
Una preparazione basata anche sulle grande teorie dottrinali che sono alla base della ricostruzione degli istituti, e, non presenti sul manuale

Per civile teorie del negozio giuridico , sacco negozio contratto etc e non solo

In conclusione le tracce del concorso tar richiedono una preparazione ad ampio raggio strutturata:
solida preparazione teorica dottrinale( non quella manualistica od almeno non solo nel senso contenutistico) ed una  visione sistemica della materia ( principi e norme), non trascurando ad esempio il diritto successorio questo a mio parere fa il 75 percentuale….

Da: e già15/09/2013 17:23:45
"a logica" e "a intuito" diamo delle percentuali, forse numeri; se non diamo i numeri. Comunque buono l'impegno, che quello non guasta mai.
Peraltro, farsi benedire dalla propria coscienza pare non assicuri una completa assoluzione. La norma di riferimento, invero, prevede intanto che l'assoluzione provenga da un soggetto terzo. Un Ministro, del culto, abilitato. Quanto all'auto-benedizione, in mancanza di espresse previsioni permissive si dovrebbe andare per analogia. Quindi ancora un soggetto terzo. Auto-benedirsi nell'intimo della propria coscienza, dunque, non vale e non monda: dal peccato.
Meglio, in definitiva trovare chi benedice ab externo. E poi si paga il conto. Appunto.
Ma quello che conta davvero è il bunga bunga e che la patonza, per l'efffetto, giri, come affermava finemente un saggio del recente passato. Accessorium sequitur.

Da: Per...15/09/2013 18:33:51
Occorre forse guardare oltre i propri  orizzonti culturali e considerare che il termine benedizione puo anche intendersi in senso di espressione della propria coscienza. Esorterei qualche ateo/miscredente/ortodosso ad approfondire anche il diritto islamico per avere una visione completa della realtà..Le patonze, per chi non e' avvezzo, contribuiscono allo stordimento psicofisico!

Da: e già15/09/2013 19:38:20
Da un punto di vista teologico non sembra ortodosso. Anzi confuso. Ogni conato di coscienza, propria, ricadrebbe, potrebbe ricadere tra le benedizioni. Anche da parte di chi si è fatto teorico della libera circolazione della patonza; forse un retaggio di diritto comunitario e forse no.
D'altronde, anche l'eccesso di patonza conduce allo stordimento psicofisico, alla perdita di lucidità, come pure dimostrerebbero recenti vicende. L'eccesso di patonza, insomma, lambisce l'eccesso di potere, gli corre parallelo, a ben guardare, a ben intendere. Intelligenti pauca.
La radice di ogni eccesso è di frequente nel potere.
Migliorare contenuti e sintassi è già un traguardo. E già ad averne, di orizzonti culturali, da superare. Altrimenti andare oltre il niente; che sarebbe una contraddizione in termini, peraltro. Più proprio sarebbe a dirsi rimanere entro, allora.

Ti siano lievi gli studi, nel caso ed in ogni caso.

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Da: E già..15/09/2013 20:51:44
Se solo esistesse questo potere!

Caro/a,

amio avviso, la radice di ogni eccesso e' insita nella fragilità umana caro/a, non anche nel potere. Basti considerare che cio che comunemente definiamo prestigio/potere non e' altro che una elaborazione mentale, frutto, molto spesso, di retaggi culturali che ci trasciniamo dietro.

Non lasciamoci ingannare dalla posizione sociale che occupiamo ed evitiamo di incorrere nel triste errore di autodefinirci potenti.

Non siamo altro che esseri estremamente vulnerabili che tentano inquieti, ma invano, di ostentare forza e coraggio..

Da: Ciao ciao ciao15/09/2013 22:59:13
Ma non era il forum del concorso al TAR?

Da: e già15/09/2013 22:59:29
che già migliori... Un po' più conseguente, parrebbe, per quanto lirico.

Il potere esiste eccome, ma è una malattia. Il potere è del Maligno, degli angeli caduti. Il potere non è etico, non è morale, perché non può esserlo, per definizione. Chi se ne compiace, e trova il modo di stare vicino al Principe di turno, di lambirgli gli stivali con la saliva, non dovrebbe più giudicare, nessuno; dovrebbe solo fare il cortigiano come gli è di indole. Il cortigiano del potere del Principe cioè del Male; vassallo del male. Cosa vuoi che sia. allora, un semplice eccesso, uno sviamento. Cosa vuoi che sia compiacersi del garbuglio di norme e normicciuole  spacciandosi per esperto, di qualcosa, quando il tuo compito è insalivare lo stivale, del Principe di turno, sperando che egli non rammenti l'adagio "schiaccia il capo che ti bacia la pantofola prima che ti addenti il piede". Altrimenti quello prima o poi schiaccia, e non ti salvi neanche tu.
Divertiti, se ci riesci, con gli eccessi di potere, gli sviamenti, le percentuali e le Adunanze... Che già il nome... evoca esoterismi e associazioni collegate, per così dire, talune già vietate e consuete nell'ambiente.

Da: e già15/09/2013 23:01:16
si, era ed è quel forum, e questo fa parte della tua cultura generale e particolare, specifica. Stolto.

Da: Per ...15/09/2013 23:26:07
E dunque ora chiedi di essere assolto?

Da: E già..16/09/2013 00:40:56
Probabilmente, non condividiamo la stessa idea di potere.

In ogni caso, goditi pure quelli che tu definisci eccessi o sviamenti di potere, senza dimenticare, tuttavia, che si tratta di piaceri, alla lunga, non in grado di appagare completamente l'essere umano.
Occorre qualcosa di più profondo per essere felici, sai?

Da: Ciao ciao ciao16/09/2013 09:13:28
Perche' stolto? Rilassati.

Da: Mi viene in mente il testo di questa canzone...16/09/2013 09:26:05

Certi amori non finiscono
fanno dei giri immensi e poi ritornano
amori indivisibili, indissolubili, inseparabili
Ma amici mai
per chi si cerca come noi
non e' possibile
odiarsi mai per chi si ama come noi
basta sorridere ...



Da: Xx Leo16/09/2013 09:52:03
Qualcosa di nuovo sul concorso?

Da: leo16/09/2013 11:42:31
in breve (purtroppo non posso soffermarmi per ragioni di tempo) la differenza con il conc per magis ordin:
per civile la difficoltà è simile, per tribut basta preparaz universitaria, per amministr ci vuole qualcosa in più, soprattutto in termini di conoscenza della giurisprudenza CdS; la sentenza è una difficoltà ulteriore per chi non è già magistrato.
quante ore di studio? dipende dalle persone, a certuni me bastano poche, ad altri no, ma non serve esagerare, piuttosto concentrare la preparaz sui temi giusti.
cari saluti

Da: Dritta16/09/2013 13:52:21
Leo, la sentenza è dove cadono tutti, anche i magistrati ordinari, un abbraccio un tuo collega.

Da: Xx Leo16/09/2013 13:57:58
Grazie per i suggerimenti, sempre molto gentile!

Da: leo16/09/2013 15:54:19
ricambio l'abbraccio!

Da: Fil, per leo16/09/2013 16:30:01
Gentile leo, mi par di capire che, con una buona determinazione, un avv. del libero foro come me (37 anni) potrebbe avventurarsi, con uno studio di 2/3 ore al giorno (il mio decoroso studio professionale va portato avanti: sa, la pagnotta!).  Sono a un punto di svolta: per la decisione, un "imprimatur" (senza responsabilità, per carità, chè quelle sono personali!) mi potrebbe aiutare... ancora grazie.

Da: Grady16/09/2013 16:40:37
Grazie, Leo, per la gentile risposta, concisa ma chiara!Che, pero', mi induce a importunarti nuovamente per chiederti quali suggerimenti puoi darci per prepararci al meglio nella redazione della sentenza, che, mi sembra, sia la scriminante decisiva tra chi supera il concorso e chi no.A ma pare che lo studio di un manuale di processuale amministrativo non faccia la differenza, ma allora cosa si dovrebbe fare: seguire un corso ad hoc, leggere molte sentenze, provare a scriverne???Inoltre, mi sembra di capire che la preparazione nel diritto amministrativo debba essere piu' approfondita che non nel diritto civile, e che conseguentemente il tema in amministrativo debba dar conto di una conoscenza piu' vasta, completa e analitica di quanto non debba fare il tema di civile. Il che mi sembra perfettamente plausibile, ma allora perche' da piu' parti, anche autorevoli, si continua a dire che la vera differenza la fa il tema di civile (che pure e' disciplina che va conosciuta funditus in quanto alla base della scienza giuridica tutta)? GRAZIE ANCORA.

Da: Grady16/09/2013 17:48:22
e, poi, quali sono, secondo te, "i temi giusti"? Grazie per la disponibilità che ci accordi!

Da: e già16/09/2013 18:02:12
giovane di sopra (h 0:40), non hai colto, il senso, di chi si gode cosa. O di cosa per alcuni merita godimento e procura eventualmente felicità. Poco male. Ma non te lo metto ancora più in chiaro perché no. Del resto, se proprio vuoi scrivere una sentenza destreggiandoti in quel troiaio di norme e sottonorme, devi avere e sviluppare un'attitudine a leggere, rileggere, rivedere, interrogarti, rivedere ancora, dubitare, della qualità delle tue conclusioni. Oppure, se riuscirai, prendi lo scivolo della lectio facilior e agganci il carro giusto; per quanto, non immaginare che siano lì pronti ad accoglierti con la fanfara e prego si accomodi. (Ma meglio di no).

:: - ))

Da: E già ...16/09/2013 20:54:43
E caro mio/a,

ho colto il senso del tuo messaggio. Non a caso, ho definito lo stesso potere una mera elaborazione mentale e i suoi eccessi qualcosa di effimero.. Tu, pero, distrattamente, non hai compreso ciò che intendevo comunicarti, mi dispiace!

Da: cromo216/09/2013 21:03:06
Faccio fatica a capire la importanza dirimente della sentenza
Rispetto alle altre prove :deve essere chiara argomentata logica conseguente
Eccc..?

E le altre prove no??spiegatemi grazie

Da: cromo216/09/2013 21:19:09
Sono le questioni procsssuali forse difficili da azzecccare ?

Da: e già16/09/2013 21:31:28
non ne sarei così sicuro, fossi in te, che non abbia compreso.
Comunque, per quello che serve, il potere non è come tu dici una mera elaborazione mentale, una specie di sogno o di visione che.... puff!, svanisce quando ti svegli o se prendi un farmaco (fosse quella elaborazione dovuta ad una qualche apprezzabile patologia). Il potere è invece consistente, reale, pesante, tangibile; espressione delle pulsioni animali ancestrali, dell'aggressività e dell'egoismo che di esse (pulsioni) costituisce l'espressione (diciamo) dialettica, una volta che lo si cali (l'egoismo) in un vivere associato. Ed ubi societas ibi ius quale che sia lo ius: di buona o di cattiva qualità, prevalentemente quest'ultima per quanto riguarda il conglomerato-aggrovigliato di cui qui qualche volta si tratta. Al punto che diventa inestricabile e materia per taluni sedicenti sacerdoti, officianti di un rito pagano che non serve a migliorare la qualità della vita dei consociati. Serve piuttosto a lisciare il pelo del Principe di turno, a sfornargli tesi, teorie e sentenze bislacche a buon rendere, ché infatti rende. Ma non serve ad altro. E ad avere un residuo barlume di senso morale c'è poco da compiacersi che così sia, anche perché qualora interessasse, arrivare nei pressi della pantofola del Principe pure dipende da una serie di combinazioni non controllabili. Possibilità scarse per una vocazione servile (e malvagia), insomma.
Stai lieto.

Da: E già ..16/09/2013 21:50:15
Se il potere e' ciò che tu definisci il male, se fossi in te, ne starei lontano.. E se fossi gia potente (?) cercherei, con tutta la mia forza, di non farmi schiacciare..
Se, nonostante la mia forza e il mio coraggio, il potere dovesse schiacciarmi, significa che non ho abbastanza potere per contrastare il potere stesso. E a quel punto, devo constare che sono fragile e impotente.. ergo, non ho potere!

Da: Farad17/09/2013 15:19:10
Mi spiegate, per favore, come posso esercitarmi per scrivere la sentenza, anziche disquisire di potere e patonze? Grazie.

Da: -..-17/09/2013 17:21:25
::-))

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