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Sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale - illegittimità incarichi dirigenziali
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Da: ma da non crederci13/03/2016 12:06:44
Nonostante le linee guida non avessero mai previsto una posizione Pot per la DP Lecco oltre quella per ufficio controlli, è uscito il bando per una nuova Pot per U.T. ..ma sono andati persino oltre un loro indirizzo, cioè non rispettano e disattendono anche le loro stesse disposizioni...schizzofrenia pura o delirio di onnipotenza?...chiamate il 118 per favore!!!!

Da: Ex Territorio13/03/2016 15:04:07
Questi continuano a fare gli stracazzi che vogliono!
Creano nuove Pot ad personam mentre continuano a non voler pagare le posizioni organizzative dell'ex Territorio! State pur sicuri che li porteremo in tribunale (a presto) e qui pagheranno tutto!
Buon vomito a tutti!

Da: Legittimo 13/03/2016 15:55:41
Le merde devono cambiare aria.

Da: appunto13/03/2016 16:33:04
Andate!!! Se non vi va bene cambiate aria!!!

Da: anti-antares x appunto 13/03/2016 17:28:48
Ma vattene tu, Orlandi,Renzi ecc ecc!!!

Da: legittimo13/03/2016 19:51:12
cari amici legittimi non vi sembra che sfogarsi su forum ha i suoi limiti?!
incominciamo ad agire ognuno nel proprio piccolo, ognuno con il proprio sindacato, indipendentemente dalla sigla, vorrei vedere un sindacalista non d'accordo a rispettare la sentenza n. 37.
Poi si può incominciare a stigmatizzare questa illegittimità nell'ambito del proprio ufficio, certo con le cautele che il caso richiede, ma dire a tutti ( contribuenti compresi) che gli ex decaduti sono rientrati tra le POS e POT.
Trattare gli ex decaduti NON come Capo Uffici Controllo, rivolgersi direttamente al direttore provinciale perchè le POT solo funzionari con la delega a firmare atti di rilevanza esterna NON ad ORGANIZZARE gli Uffici Controlli ovvero gli uffici Terretoriali.
gli ex decaduti continuano ad essere degli USURPATORI.

BISOGNA FARE UN CONCORSO VALIDO E LEGITTIMO.
FINO ALLA FINE

 

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Da: ma da non crederci13/03/2016 21:22:15
Al mio capo ufficio non comunico neanche le ferie parlo direttamente con il direttore provinciale, al massimo mi faccio firmare una lettera di accompagnamento...non merita neanche il saluto. Poi solo Dirpubblica sta facendo qualcosa gli altri se ne fottono altamente.

Da: ma13/03/2016 21:47:10
Ne dici di cavolate legittimo!!! Le Pot hanno deleghe di funzione e possono, anzi devono, organizzare gli uffici che dirigono e tu devi sottostare alle loro direttive!!!  Poi provaci a fare quello che dici, se ne hai coraggio, e poi mi dirai le conseguenze...

Da: Ex reggente 14/03/2016 06:39:55
Semo tornati e mo so c.... Vostri!!!

Da: bla bla bla14/03/2016 07:15:32
pensiero di inizio settimana. I vermi sono esentati dal leggerlo
(ma, appunto, ex reggente) la testa è conformata al loro (penso al suo, perchè credo sia lo stesso (s)oggetto) fallimento
Lunedì ore 6:50
14 Marzo 2016 
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ItaliaOggi Numero 061  pag. 10 del 12/03/2016 | Indietro
 
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Tutti sono pressati dall'urgenza di fare in fretta. Anche le riforme che si riducono a parole
Un sistema economico assopito che non pensa più
In un mondo di contatti fulminei, vince il più svelto, non certo il più preparato
di Fabrizio Pezzani* *Ordinario di Finanza aziendale all'università Bocconi

Anthony Giddens della Lse (London School of Economics) ricordava impietosamente come l'Italia tendesse sempre a fare la fine della rana nella pentola portata ad ebollizione; la rana non percependo le variazioni termiche, se messa a freddo in una pentola sul fuoco a bollire, finisce cotta senza avvertire il rischio mortale se non quando è troppo tardi. Così oggi ci troviamo ad affrontare un vuoto culturale e di pensiero nella realtà di tutti i giorni rappresentato dalla rinuncia a pensare in modo creativo, ad affrontare con lucidità ed un pathos vero e ricco di solidarietà, il vuoto dell'egoismo e della solitudine quotidiani, il tutto sigillato appunto dal grigiore di una classe dirigente ossificata.

Da quarant'anni non produciamo più cultura vera ma viviamo di quella della rendita a tutti i livelli che brucia ricchezza ma non la crea ed il debito pubblico, fuori controllo, ne è la palese dimostrazione. Tutti evocano l'importanza del merito ma quello dell'appartenenza che si sposa, appunto, con la cultura parassitaria della rendita che porta ad un abbattimento delle competenze professionali e morali a tutti i livelli. Abbiamo pensato di continuare ad essere i cinesi d'Europa fino a quando quelli veri ci hanno riportato alla realtà ed alla necessità di ripensare un modello di sviluppo che sia coerente con la nostra storia, la nostra identità ed in linea con un mondo che cambia, smettendo di farci colonizzare da modelli culturali che non sono nostri e che sono già falliti dove sono stati pensati.

L'economia reale, l'artigianato, il commercio, la manifattura, il mondo agricolo, le medie e piccole imprese (95% degli occupati ) sono la nostra storia e da lì dobbiamo ripartire per dare speranza e fiducia ai giovani.

Avviare una semplice attività imprenditoriale oggi sembra più difficile che mandare un razzo sulla Luna, imbrigliati da una burocrazia ottusa e da una finanza locusta che ci ha fatto perdere il contatto con la nostra storia.

La politica dovrebbe aiutarci ad uscire da un guado in cui rischiamo di rimanere ma anch'essa è più ridondante di slogan che di idee innovative e coraggiose in grado di rispondere ad un mondo nuovo, una sfida che non possiamo affrontare con la retorica ma con il pensiero. Non si sente un politico fare un pensiero compiuto che abbia un suo senso espositivo ed una sua logica strutturale; alcuni di questi farebbero fatica a superare un test di ammissione all'asilo se ci fosse. In questa confusione non si riesce più a capire cosa è giusto e cosa no, cosa e come fare e cosa e come non fare e tutto finisce nel dramma delle inutili e dannose accuse reciproche.

Così siamo eternamente nella saga delle riforme- non riforme, tutte eteree e lontane dal risolvere i problemi, pressati dall'urgenza di fare alla svelta, ma pensare costa fatica , tempo e non paga subito e allora via con il nulla e con il gioco delle tre carte.

Abbiamo subìto un modello fatto di contatti fulminei, virtuali con un numero limitatissimo di parole, fatto di twitter, facebook, selfie e tutto l'armamentario che allontana dal pensiero vero. Questa non-cultura scivola sull'onda, come un «surf», più velocemente del tempo che sarebbe necessario per andare in profondità e provare a capire chi siamo, da dove veniamo e dove e come vogliamo andare così si perde la bussola e si diventa prigionieri di giochi più alti ed esterni a noi.

Ancora una volta, infatti, si affrontano i problemi a valle e non quelli a monte rischiando di andare in loop per l'asimmetria creata tra paese reale e quello istituzionale continuando a ragionare sui mezzi quando è giunto il tempo di mettere in discussione i fini. Paradossalmente, nonostante il «rigore» imposto dal novembre 2011 ad oggi, il debito è cresciuto del 25 %, nonostante le «lacrime e sangue», il crollo degli interessi sul debito grazie allo spread-chewingum con un peggioramento complessivo. Le agenzie di rating che ci avevano colpito ai quei tempi per l'inadeguatezza della tenuta politica oggi, che tutto è peggiorato, vedono meglio il nostro futuro con un opportunismo strumentale che ci fa capire quanto siamo ostaggio di interessi superiori e dimostra quanto la razionalità dei mercati da tempo sia solo «mitologia».

È lecito o no domandarsi se c'è qualcosa che non va nel modello di governance del paese e nella sua classe dirigente o dobbiamo ignorarlo presi dalla frenesia del cambiare senza capire dove ci stanno spingendo? È necessario smettere di perdere tempo in un dibattito inutile ed ozioso sul funzionamento tecnico delle istituzioni che non sposta i termini del problema; non staremo meglio con un senato elettivo, non elettivo, senza senato, con due senati se non ci sono gli uomini. Con una classe dirigente responsabile, onesta, di buon senso le riforme istituzionali non sono un problema. Il dibattito sulle eventuali riforme deve ripartire da un serio ed approfondito esame di «autocoscienza» sui valori fondanti una società .

Da: ma da non crederci14/03/2016 08:05:55
Ex reggente sei tornato dove?...torna a dormire che è meglio

Da: Hiram14/03/2016 08:14:13
Finalmente un articolo serio su un quotidiano italiano...strano?

Da: Ricalcolo14/03/2016 10:27:00
Qualcuno ha provato a ricalcolare la percentuale di sentenze favorevoli al Fisco, al netto di quelle vendute dai giudici tributari?

Da: legittimo15/03/2016 02:32:36
x ma del 13.03.2013 ore 21:47:10

vediamo chi le dice le cavolate. Forse non sono stato chiaro, dopo la sentenza n. 37 nel mio ufficio il capo ufficio controlli, il direttore del territoriale, il capo ufficio legale hanno ricoperto, con un nastro adesivo la targhetta della loro stanza, rispettivamente le parole " il capo", " il direttore". Dopo l'esatta "loro" assegnazione alle POT ( ci siamo capiti i medesimi funzionari) hanno tolto il nastro adesivo. E' chiaro adesso il mio intervento?
Le POT non hanno attribuito loro nessuna titolarietà agli uffici medesimi, è chiaro adesso?
ci sei o ci fai??????  

Da: bla bla bla15/03/2016 07:31:39
sempre in tema di onestà


ItaliaOggi Numero 063  pag. 13 del 15/03/2016 | Indietro

Il cameo di riccardo ruggeri
I supermanager che hanno fallito dicono: «Immaginate che cosa sarebbe successo senza le mie azioni». Nessuno lo sa. È una scusa da disperato
di Riccardo Ruggeri editore@grantorinolibri.it @editoreruggeri

Un preoccupato, ironico, Rino Formica sul Foglio riflette su «editoria di sostegno al potere» e «editoria di ricatto». Teme che l'informazione punti a quello che i supermanager chiamano «consolidamento», le cui prime vittime sarebbero i giornalisti, «appagati e fregati» ovvero «ribelli e zimbelli». Immagino i giornalisti non in quanto tali, ma terminali sensibili della comune libertà. Questo Cameo, dedicato a due Principi della comunicazione, Obama e Draghi, riuscirà a dare un piccolo contributo al dibattito?

Obama. Merita un sincero ringraziamento, a fine mandato si è confessato con Jeffrey Goldberg, per Atlantic. Lo ha fatto a cuore aperto, senza usare la lingua biforcuta che lo ha caratterizzato per sette anni. Io gli credo, era già allora in buona fede, semplicemente non era all'altezza di fare il presidente degli Stati Uniti, ma era (ed è), a differenza dei Clinton, una persone perbene. Ci ha messo un po' di tempo ad accorgersi che Sarkozy e Cameron, vedi caso Libia, erano due quaquaraquà, come purtroppo lo sono i 28 premier europei. Ci ha messo quattro anni per capire chi era Hillary. Italia Oggi di tutti costoro ne aveva scritto a lungo in tempi non sospetti. Chissà se si sarà reso conto dei danni fatti all'Italia con la sciagurata guerra alla Libia del 2011. Comunque, alla fine ha fatto outing, riconosciamolo.

Draghi. Anche lui è persona perbene, così il suo ineccepibile curriculum (certo, appena scavi trovi il panfilo Britannia, il ruolo pesante-pensante in Goldman&Sachs). Ma il curriculum ottimo per l'assunzione non è una garanzia sui risultati attesi. Nessuno che abbia il coraggio di dire che ha fallito, tutti lo coprono con nuvole di cipria profumata. L'inflazione doveva essere al 2%, invece è allo 0,1% (sic!). Certo, ricordiamo bene quel 26 luglio 2012, in piena tempesta finanziaria, quando pronunciò la mitica locuzione «whatever it takes» (faremo tutto ciò che sarà necessario) e i mercati si misero a cuccia, ma l'atteso innesco per lo sviluppo non si è verificato (il mercato è cosa seria).

Nel mondo del business e del management c'è un comportamento organizzativo tipico dei supermanager moderni, quando si accorgono di aver fallito, si aggrappano a quello che i colti chiamano «mondo controfattuale». Si difendono dicendo: «l'obiettivo non l'ho raggiunto, ma immaginate cosa sarebbe successo, in negativo, senza le mie azioni». Come ovvio nessuno lo sa, nessuno lo può provare, di norma è una scusa, chi vi ricorre è un disperato. Draghi vi è ricorso, forse sa che è a fine corsa, e noi con lui.

Provo ad analizzare, da uomo della strada, il suo sofisticato (sopravvalutato?) bazooka. Lo spariglio che doveva essere risolutivo, il Quantitative easing, ha clamorosamente fallito. Anziché buttare la medicina nel cassonetto apposito, insiste aumentandone le dosi da 60 a 80. Prendiamo la nuova medicina, Tltro. Alle banche verrà data liquidità illimitata purché facciano credito all'economia reale, con un tasso negativo dello 0,40%, cioè Bce pagherà (sic!) le Banche che chiederanno quattrini per prestarli a imprenditori privati. È come se io andassi in banca a chiedere un milione di e il direttore mi dicesse: «Eccole il milione, non deve pagare interessi, mi raccomando lo usi per fare investimenti utili e quando crede mi riporti 996 mila "» Mi chiederei dov'è il trucco? Come ovvio, da persona perbene non li prenderei.

Concordo con Draghi, questi sono «territori inesplorati», lui li complica ancora di più usando un linguaggio incomprensibile. Solo su un giornale svizzero ho trovato una traduzione chiara: «le mosse di Draghi equivalgono a una redistribuzione di risorse da risparmiatori, da casse pensioni, da assicurazioni, a favore delle banche (soffocate da sofferenze) e di Stati (pieni di debiti, con criminali disavanzi, governati da inetti). Cioè trasferisce i quattrini dal mondo perbene (noi) al mondo permale (loro). Caro Draghi questa non è politica monetaria ma politica, e lei non l'abbiamo né votato, né eletto.

Alle mie nuore e figli, imprenditori seri, ripeto sempre lo stesso ritornello «non prendete prestiti bancari di tal fatta, risparmiate, consumate il minimo indispensabile, autofinanziatevi, state lontani da queste Banche (Etruria è la norma, non l'eccezione), meno fatturato, ma sano, meno collaboratori, ma meglio retribuiti, ma state fuori dai ricatti del Sistema. Seguite la difficile, sofferta «strategia dell'onestà e della contro intuizione" (significa violare sempre e comunque le attese comuni)».

Presidente Draghi, lo so, è l'opposto di ciò che lei e i suoi mandanti pretendete, ma noi dobbiamo difenderci e sopravvivere. Non ce ne voglia.

© Riproduzione riservata

Da: Per i figli di nessuno15/03/2016 07:32:08
Rassegnatevi, il sistema plasmato sugli incaricati non cesserà mai. Oggi POS e POT, domani chissà con quale altra sigla ma la sostanza non cambia. I prescelti sono e saranno sempre lì. Il 175 non arriverà a nulla perché verrà annullato a seguito dell'impugnazione della graduatoria, ove questa verrà mai approvata. Ciò creerà la situazione d'emergenza per legittimare la proroga, di anno in anno, ma, di fatto, sine die, delle POT e POS.
Questo è! Possiamo lamentarci o sfogarci quanto vogliamo ma la realtà è questa. Rassegnatevi

Da: bla bla bla15/03/2016 07:37:30
ciliegia sulla torta

La burocrazia italiana non ce la fa a gestire più spesa pubblica
di Edoardo Narduzzi

Lo confesso: dello strampalato dibattito che da mesi accompagna le richieste di rilanciare la crescita del pil aumentando la spesa pubblica, cosiddetta maggiore flessibilità sui parametri del deficit statale rispetto ai trattati europei, ciò che mi lascia più basito è la totale assenza di ogni valutazione sulla capacità e sulla qualità della pubblica amministrazione italiana di saper gestire pro sviluppo l'eventuale maggiore spesa pubblica.

Il dibattito è pura teoria. Basterebbe verificare il tempo che impiega Invitalia a finanziare una start-up; gli anni che servono al Ministero dello sviluppo economico per liquidare un progetto di ricerca; la situazione da tangenti «a pioggia» fatta emergere dalle inchieste della magistratura in Anas (non riguarda la nuova gestione Armani che appare seria); la situazione da terzomondo della linea C della metro di Roma, l'unica che a un decennio dalla prima pietra non conosce alcuna stazione di scambio; la variante di Valico inaugurata da Renzi ma iniziata con il primo governo Prodi; il Mose di Venezia; il nuovo terminal dell'aeroporto di Fiumicino che a Dubai avrebbero realizzato in un quinto del tempo. Inutile girarci intorno: l'Italia non dispone di una burocrazia in grado di operare con i tempi e la qualità media dell'Eurozona e capace di attuare politiche pro cicliche in favore della crescita.

Il Ministero dello sviluppo economico ha impiegato oltre due anni per dare attuazione, per altro male, al credito di imposta sulle assunzioni di personale tecnico-scientifico altamente qualificato per attività di ricerca, nel frattempo le imprese che hanno investito pensando di interagire con una amministrazione europea hanno pagato dazio. Pensare o sperare che la pubblica amministrazione italiana possa ben gestire la maggiore spesa pubblica a lei affidata per stimolare la crescita significa non voler fare i conti con la realtà. Si può anche decidere di fare più deficit pubblico ma non ci si può illudere che tale manovra abbia un qualche effetto sul pil. Più semplicemente si tradurrà, tra qualche anno, in una pressione fiscale ancora più elevata. Per far crescere il pil va ridotta la dimensione della macchina pubblica e diminuito il numero delle funzioni a lei affidate. Con questa pubblica amministrazione di scarsissima qualità operativa è molto meglio ridurre le imposte, anche finanziando in deficit la manovra, che non aumentare il livello della spesa pubblica intermediata dalla burocrazia. Questo lo sanno bene a Bruxelles e ancora meglio alla Bce di Francoforte ed è la ragione principale per la quale non sono disponibili a cedere alle sirene della buona e giusta flessibilità per la finanza pubblica che vogliono far gestire più spesa pubblica ad una pubblica amministrazione colabrodo.




gestire  Ministero  spesa  italiana  pubblica  burocrazia


Da: Hiram15/03/2016 08:13:03
Contro l'inerzia e l'immobilismo della P.A. che vorrebbe con un muro di gomma bloccare il cambiamento di questo mal costume che oggi colpisce ogni apparato dello Stato.http://www.dirpubblica.it/contents.aspx?id=1603

Da: ah però15/03/2016 09:55:31
rassegna stampa AE di oggi Nuovo Corriere nazionale: concorso  per  400  dirigenti, bando x giugno; sarà vero ( a quasi un  anno dalla sentenza del 17 marzo)?

Da: Hiram15/03/2016 12:02:20
Ah però. ... allora perché tutta questa premura a coprire posti vecchi ed anche nuovi mai previsti con Pos e Pot se fra 9 mesi, nel bene o nel male andranno a casa?
I conti non tornano!!!

Da: xxyyzz15/03/2016 16:38:16
nuovo corriere nazionale??

Da: bisignanus15/03/2016 16:57:51
Dobbiamo ringraziare la Orlandi con l'infelice uscita sul lato oscuro dell'accertamento e non di altro per avere questa attenzione maniacale ogni sera in tv?http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/rapine-in-corso_25100.shtml

Da: ORPO SEMPLICE 15/03/2016 17:07:56
Fisco: Ag. Entrate condanna con fermezza toni utilizzati in servizio Striscia



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Da: x Hiram15/03/2016 17:16:34
Le POT dovrebbero essere sostituite dai vincitori del concorso, le Pos no perchè non sono dirigenziali. Io invece mi preoccuperei degli articoli 19 perchè vanno a diminuire i posti vacanti e tutto senza alcun concorso.

Da: ORPO SEMPLICE 15/03/2016 17:17:48
Se pubblicassero gli incarichi....

Da: 15/03/2016 17:56:16
Amministrazione trasparente

Il Dlgs 33/2013 ha riordinato la disciplina sugli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle Pubbliche Amministrazioni. Come previsto dal decreto legislativo, la sezione "Trasparenza, valutazione e merito" è sostituita da "Amministrazione trasparente".

Questa sezione contiene i dati e i documenti relativi all'organizzazione, all'attività amministrativa e ai servizi erogati dall' Agenzia delle Entrate.

L'Agenzia delle Entrate rientra, per legge, tra le amministrazioni che svolgono attività di rilevante interesse pubblico. Pertanto, ai sensi della legge n. 147/2013, pubblica alcune delle informazioni previste dal Dlgs 33/2013 in forma volontaria quando gli pare e come gli pare.

Da: ORPO SEMPLICE 15/03/2016 18:05:15
E allora... Poi ci meravigliamo....

Da: 15/03/2016 19:05:00
L'Agenzia delle Entrate rientra, per legge, tra le amministrazioni che svolgono attività di rilevante interesse pubblico.

quanto sopra lo hanno stabilito da soli.

Da: prossimo concorso..????15/03/2016 19:46:53
ma insomma sto prossimo concorso da dirigente?

Da: bisignanus15/03/2016 20:10:20
Pare a giugno.

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