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Sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale - illegittimità incarichi dirigenziali
56952 messaggi, letto 1785524 volte
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Da: Junk Panena 04/01/2016 10:09:51
x concordo
Sei tu che non hai capito un cazzo (o fai finta): qua nessuno ha mai tessuto le lodi di quei 4 tromboni provenienti dai 999, lo dimostra il fatto che la stessa culona è diventata dirigente con quella farsa (oltre che leccando il culo ai comunisti e facendo favori alle coop, ma quella è un'altra storia).
Casomai qua si loda l'operato dei 39.000 che mandano avanti l'agenzia con stipendi da fame e nessuna prospettiva di carriera, di fatto mantenendo i lussi e i vizi degli 800 raccomandati, lecchini e mignotte varie.
Rimando al mittente la "disequazione" che tu stesso hai inventato:

"A proposito di strumentalizzazioni, CHI LAVORA IN AGENZIA sa BENISSIMO che un funzionario livellato mediamente, Nè lecchino nè raccomandato o quant'altro, è 50 volte MEGLIO DI UNO SCARICATO (O POS, o POT) specie se proviene dalla ex agenzia del territorio".

Da: X amateci e tutti04/01/2016 10:18:28
E' il "cerchio magico" che si autodifende a spada tratta e punta a dimostrare che è tutto nella norma, anche l'arbitrio,individuato dalla Corte Costituzionale, della reiterazione degli incarichi per aggirare l'obbligo del "concorso senza privilegi"!! Il loro maggiore timore e quello che giustamente li terrorizza è un intervento approfondito della Corte dei Conti!!!

Da: Junk Panena 04/01/2016 10:22:43
Per quello sopra:

L'intervento della Corte dei Conti ci sarà presto e sarà potente. Stavolta Dirpubblica non farà sconti a nessuno, mi risulta sia già partito un esposto, anche per il pregresso, e ne vedremo delle belle.

I raccomandati e le mignotte si preparassero a mettere le mani nel portafogli, che restituire 10 anni (in media) di ruberie non sarà facile.

Da: X JUNK PANENA e TUTTI04/01/2016 10:48:04
In qualunque settore operativo della Pubblica Amministrazione di qualunque parte del mondo (anche di quelle poche ancora incivili), a seguito di una conclamata illegittimità comè è stata quella dichiarata dalla Corte Costituzionale (massimo ed indiscutibile interprete della normativa regolamentatrice di aspetti fondamentali della "gestione" quali, come nel caso dell'AE, l'individuazione di figure dirigenziali e la loro retribuzione), sarebbero saltate, come suol dirsi, centinaia di teste e si sarebbero immediatamente attivate le procedure per il risarcimento del danno erariale. Qui non è successo nulla!! Ognuno è rimasto al proprio posto dai vertici fino ai beneficiari dell'illegittimità. Ad essi è stato consentito di rimanere a sbraitare ed a difendendo, ipocritamente, il proprio operato finalizzato solo ad aggirare le norme di accesso alla dirigenza pubblica, eludendone la portata garantista!  Succede solo da noi!! Per questo motivo succederà ancora !!!!

Da: ORPO SEMPLICE 04/01/2016 10:52:25
Signori, le carriere di molti PolPot esistono solo sulla carta. Facile avere master se ti viene assegnato ad hoc... Difficile è frequentarlo e pagarselo senza agevolazioni. Facile è comparire nel corso delle riunioni romane, mentre chi ha svolto lavoro e relazione rimane in ufficio. Facile è fare PR, difficile reggere l'urto allo sportello, scrivere e notificare in scadenza xchè qualche sgallettato/a non vi manda i documenti. Facile tornare indietro ed ottenere la stanza singola.... rinunciatari nella mia regione almeno una 20a. E per favore smettetela di dire che sono lì xchè lo meritavano....Da noi i sacripanti non hanno passato le POS e sono stati colloquiati per le POT.... Eddai, smettetela. I funzionari seri sono stufi dei vostri teatrini.

Da: Junk Panena 04/01/2016 10:55:02
Sottoscrivo PAROLA PER PAROLA gli ultimi 2 interventi

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Da: perfettamente d''accordo04/01/2016 10:57:32
Prima di tutto io non insulto. Non ho mai dato di leccaculo agli scaricati e tanto meno ho proferito accuse peggiori sparando nel mucchio. Agli ex incaricati che conoscevo ho detto in faccia quello che pensavo...a quelli che ritenevo che fossero lì per grazia ricevuta, perché riconosco che ce ne sono anche molti validi. Gli stesso, guarda caso, che non avrebbero problemi ad andare al concorso e vincerlo.
Ma proprio per questo ancora, voi convinti assertori della superiorità morale ed intellettuale degli ex incaricati, non avete spiegato per quale motivo non avete insistito per andare ad un concorso serio immediatamente anziché premere in tutte le direzioni per una sanatoria generale.
Un po' troppo comodo fare i i tolleranti, le vittime dei fubziobari rancorosi ma poi guardarsi bene dall'affrontare una prova concorsuale alla pari con gli "inferiori ".
Cosa temevate? Che vi mangiassimo durante la prova?
Via....su....ritentate....sarete più fortunati.

Da: amateci 04/01/2016 10:59:47
nON CI POSSONO PRENDERE PIU' PER IL CULO
QUESTO UN PO' LI DISTURBA

Da: BAH !04/01/2016 11:01:24
Cara Orpa,
condivido il tuo pensiero ed esprimo però il mio rispetto ( attenzione parlo solo di rispetto) per gli scaricati che almeno hanno avuto il coraggio di affrontare le prove POS. Mentre disprezzo coloro che trombati alle POS si sono riproposti per le POT. Che vergogna !!!!

Da: nuove definizioni04/01/2016 11:07:14
1) Scaricati ritornati in sella con una POS = Ricaricati
2) Scaricati ritornati in sella con una POT = Ricaricati a tempo
3) Scaricati trombati alle POS e POT = Ribaltati

Qualcuno è in grado di dire quanti sono per singola categoria ?

Da: perfettamente d''accordo04/01/2016 12:16:40
Ma a questo demente che intasa il forum con le sue stronzate non potrebbero morire entrambi i genitori?
Almeno potrebbe postare i necrologi di quei due poveri meschini.

Da: NON DATE DA MANGIARE al PORCO04/01/2016 12:47:52
Troll (Internet)
Un troll, nel gergo di internet e in particolare delle comunità virtuali, è un soggetto che interagisce con gli altri tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso, con l'obiettivo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi.[1][2][3]
  Agire come troll è un gioco di false identità, compiuto senza il consenso degli altri partecipanti. Il troll cerca di farsi passare per un legittimo utente che condivide gli stessi interessi e argomenti degli altri; i membri del gruppo, se riconoscono un troll o altri impostori, cercano sia di distinguere i messaggi reali da quelli degli impostori, sia di fare in modo che l'impostore abbandoni il gruppo. Il successo o meno di questi tentativi dipende da quanto sono bravi (sia gli utenti che i troll) ad individuare le rispettive identità; alla fine, il successo o meno di questa strategia dipende da quanto diminuisce il divertimento che il troll ricava da questo gioco a causa del "prezzo" imposto dal gruppo.[5] »

« D'altro canto i troll possono danneggiare il gruppo in molti modi. Possono interrompere le discussioni, dare cattivi consigli, minare la fiducia reciproca della comunità degli utenti. Inoltre un gruppo di discussione che sia stato oggetto di attacco di un troll può "sensibilizzarsi" e rifiutare di discutere o rispondere a domande oneste ma ingenue, scambiandole per ulteriori messaggi del troll: questo può portare a osteggiare un nuovo venuto, che non sa nulla di tutta la vicenda e si ritrova rabbiosamente "accusato". Anche se l'accusa è infondata, essere considerati dei troll è molto dannoso per la propria reputazione online.[5] »
Alimentare i troll (to feed the troll) è infine una locuzione utilizzata per indicare il "dare corda" ai provocatori, rispondendo loro ripetutamente e dando loro così nuovo materiale su cui agire. "Per favore non alimentate i troll" (please don't feed the troll) è perciò un suggerimento comune che gli utenti esperti inviano ai nuovi, quando pensano di aver individuato un troll, al quale l'utente sta involontariamente dando benzina da gettare sul fuoco.

Nel caso di forum non moderati, si possono presentare troll che disturbano la conversazione con ragionamenti pseudo-realistici usando una terminologia sofisticata che mette in ombra chi sostiene i giusti principi creando ovvie reazioni ed esasperando gli animi. In primo luogo non bisogna lasciarsi coinvolgere nel turpiloquio e bisogna mantenere la calma. La contromisura consiste nell'indicare tranquillamente la persona come troll, nel farla esprimere su concetti o principi di validità universale e quindi di isolarlo evidenziando questo comportamento da troll quale è.

Da: BAH !04/01/2016 12:49:37
please don't feed the troll

Da: BAH !04/01/2016 12:49:53
please don't feed the troll

Da: NUOVE DEFINIZIONI04/01/2016 12:51:19
Scaricati ritornati in sella con una POS = Ricaricati
2) Scaricati ritornati in sella con una POT = Ricaricati a tempo
3) Scaricati trombati alle POS e POT = Ribaltati

Qualcuno è in grado di dire quanti sono per singola categoria ?

Da: Coordinatore di sala04/01/2016 14:53:06
Bene, vedo che avete coperto il periodo di feste egregiamente: interventi insulsi e inutili ogni giorno dalla mattina alla sera nei giorni di festa.
Le vacanze sono finite, adesso andate a lavorare.

Da: perfettamente d''accordo04/01/2016 15:15:30
Copio-incollo per riportare la discussiobe su argomenti seri:

Prima di tutto io non insulto. Non ho mai dato di leccaculo agli scaricati e tanto meno ho proferito accuse peggiori sparando nel mucchio. Agli ex incaricati che conoscevo ho detto in faccia quello che pensavo...a quelli che ritenevo che fossero lì per grazia ricevuta, perché riconosco che ce ne sono anche molti validi. Gli stesso, guarda caso, che non avrebbero problemi ad andare al concorso e vincerlo.
Ma proprio per questo ancora, voi convinti assertori della superiorità morale ed intellettuale degli ex incaricati, non avete spiegato per quale motivo non avete insistito per andare ad un concorso serio immediatamente anziché premere in tutte le direzioni per una sanatoria generale.
Un po' troppo comodo fare i i tolleranti, le vittime dei fubziobari rancorosi ma poi guardarsi bene dall'affrontare una prova concorsuale alla pari con gli "inferiori ".
Cosa temevate? Che vi mangiassimo durante la prova?
Via....su....ritentate....sarete più fortunati.

Da: Orpo unicum04/01/2016 16:55:53
Con immenso dolore diamo notizia che perfettamente d'accordo è morto ammazzato dal rosicamento
Vittorio Santagostino
è tornato alla casa del Padre.- I funerali si svolge- ranno lunedì 4 gennaio alle ore 11 direttamente nella chiesa di San Pietro in Sala (piazza Wagner). - Milano, 2 gennaio 2016.
Pier Paolo, Giovanni, Renata, Benedetta, Elisa, Maria Chiara, Natalie, Sofia, Vittorio, Carlo e Ber- nardo ricordano con grande affetto e tenerezza il loro caro
nonno Vittorio - Milano, 2 gennaio 2016.
Mario Fochi, Nunzia e Brando Vitali con Antonio e Marta si stringono con molto affetto a Paola ed ai figli nel ricordo del carissimo, indimenticabile cu- gino
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Bianca con Alvise, Laura con Roberto, Doda con Marco, e Silvia sono affettuosamente vicini a Paola e a tutti i cugini per la scomparsa di
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giovanni e Cecilia Fumagalli sono vicini a Paola, Chiara, Valerio, Marco e Giulia nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Camogli, 3 gennaio 2016.
Roberta e Luca, Stefania e Giorgio con i figli sono vicini con affetto alla zia Paola e ai cugini nel ri- cordo dello
zio Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Luisa Tedeschi abbraccia Paola e i suoi figli ri- cordando
Vittorio
persona indimenticabile.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno, Bea, Nicolò, Barbara e Guido sono vicini a Paola e figli nel ricordo del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Gianna e Giuseppe Rodolfi partecipano con commosso affetto al dolore di Paola e figli per la scomparsa del carissimo
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Marino e Franca sono vicini a Paola per la scom- parsa di
Vittorio Santagostino
e inviano tante affettuose condoglianze a lei e a tutta la famiglia. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ernesto Elena e figli abbracciano commossi Pao- la e la sua famiglia nel ricordo di
Vittorio
dolce caro amico di tanti anni. - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Aldo e Marialaura Cannavale.
Giancarlo e Giovanna con Mario e Giulia, Anna, Cesare e Laura sono vicini con tanto affetto a Paola e figli ricordando il caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giancarlo e Giovanni con le loro famiglie si uni- scono al dolore di Marco, Giulia, Valerio, Chiara e della loro mamma per la scomparsa del papà
Vittorio Santagostino - Biella, 4 gennaio 2016.
Bernardo Negri da Oleggio, con i figli, Minù con Luigi, Dadi, Betty, Michele con Tui, si stringe affet- tuosamente a Paola ed ai figli, Chiara, Giulia, Va- lerio e Marco per la scomparsa di
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Giulio e Alessandra Fumagalli Romario con i figli sono affettuosamente vicini a Paola e famiglia nel dolore per la scomparsa di
Vittorio - Monza, 3 gennaio 2016.
Marco Francesca Raffaele e Maide si stringono forte a Giulia e a tutta la famiglia nel ricordo del caro papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Ugo e Micaela Fumagalli Romario con Giulio Barbara Prisca e le rispettive famiglie sono affet- tuosamente vicini a Paola Chiara Valerio Marco e Giulia ricordando i felici momenti trascorsi con
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Nicola e Sofia si stringono con affetto a Giulia e a tutta la sua famiglia nel dolore per la perdita del papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Rosalinda con famiglia è vicina a Paola e figli nel ricordo del carissimo amico
Vittorio - Milano, 4 gennaio 2016.
Dario Benedetta Soresina e figli si stringono con affetto a Paola e a tutta la sua famiglia per la scom- parsa del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Marco e Silvia Soresina, Amedeo e Luisa Ponzani con le loro famiglie abbracciano con affetto Paola e figli nel ricordo del caro
Dott. Ing. Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Emilio e Paola Respighi.
Uberto e Ada Manetti, Enrico e Gianna Belloni, addolorati, ricordano affettuosamente e pregano per
Vittorio Santagostino - Milano - Genova, 3 gennaio 2016.
Jacopo e Roberta, Alexander e Giordana, Giam- paolo e Rita sono vicini a Giulia per la perdita del suo caro papà
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Carlo e Mariasilvia sono vicini a tutta la famiglia Santagostino nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Cervinia, 3 gennaio 2016.
Vittorio, Fiorella Borghini e figli partecipano con vivo affettuoso dolore la morte del caro amico
Vittorio Santagostino
A Paola e ai suoi figli un caro e forte abbraccio. - Milano, 3 gennaio 2016.
Katinka e Pierandrea terranno sempre nel cuore
Vittorio
l'amico caro di una vita e abbracciano Paola con grande affetto. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ricorderemo sempre con grande affetto il nostro carissimo amico di sempre
Vittorio
Mario Grazia Ruggero Fiorenza con tutti i loro figli abbracciano Paola e la sua grande famiglia.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Pietro Francesca e Marco. - Luigi Bellini.
- Grazia Coppi.
- Eldo e Anna Jordan.
Roberto Beretta, ricordando lontani giorni sere- ni, è vicino a Paola, Chiara e a tutti i familiari, per la perdita del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Antonio e Ginia, con Enrico Elena Cecilia e le loro famiglie, abbracciano con tanto affetto Paola con tutti i suoi figli e nipoti nel ricordo del carissimo
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipa al lutto:
- Maddalena Massimini.
Vittorio Santagostino
Partecipano al lutto:
- Vittorianna Cervi Simoni.
- Maria Gamna Perna.
- Achille e Barbara De Tomasi.
- Paolo e Anna Lazzaroni Andina.
- Antonio, Mary Louise Sacconaghi e figli. - Carla, Laura, Pietro, Francesca Ceretti.
Dopo che una lunga malattia lo ha lentamente allontanato da noi, è salito in cielo il nostro
Renato Muzzin Scevola
libero finalmente di illuminare da lassù la vita dei suoi amati Pia, Paola, Giulia, Riccardo, dei piccoli adorati Edoardo e Camilla e di tutti coloro che ha amato e che lo porteranno sempre nel cuore.- I funerali avranno luogo martedì 5 gennaio alle ore 10.30 presso la parrocchia del Sacro Cuore a No- vara, viale Roma. - Novara, 4 gennaio 2016.
Ciao
Renato
tutti noi, Nini, Maurizio ed Emanuela, Alessandra ed Eugenio, Federica ti ricorderemo sempre con l'immenso affetto di una vita trascorsa insieme.- Grazie per il tuo sorriso e per la tua presenza che è stata una parte importante della nostra famiglia.- Ci stringiamo forte a Maria Pia, Paola e Giulia ed a tutti i tuoi cari. - Novara, 4 gennaio 2016.
Gli amici Nello Giuliana, Franca, Franco Ga- briella, Marisa, Renato Anna, Maurizio Anna, Ni- cola Lucia, Francesco Adriana, Carlo Lilli, Michele Patrizia, Edoardo Antonietta, Rita, Marco Isabella, Roberto Luciana si stringono con affetto a Pia e a tutta la sua famiglia nel ricordo di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno e Valeria, Carlo e Patrizia, Italo e Fiorella, Nico e Luisella con Franca, sono fraternamente vi- cini a Pia e famiglia per l'improvvisa scomparsa di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Fabrizio e Stella Cortese con Anna, Silvia e Ca- milla, addolorati sono affettuosamente vicini ai figli Fabio, Davide e Claudio nel momento del doloroso distacco dal loro caro papà
Alberto Brancaglion - Milano, 3 gennaio 2016.
È mancata all'affetto dei suoi cari
Ilaria Terzi Stangalino
Ne danno il doloroso annuncio il marito Ludovico, le figlie Maria Giulia e Costanza, i genitori Rosella ed Enos, la sorella Maria Letizia con Giovanni, i suoceri Patricia e Carlo, i cognati Enrico con Marta, Alvise con Valeria, nipoti e parenti tutti.- Le esequie si svolgeranno a Milano martedì 5 gennaio nella parrocchia di Santa Maria alla Fontana.- Per l'ora- rio telefonare allo 02.29514093.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Toni e Giovanna con Anna e Alberto abbraccia-
no commossi Ludo, Maria Giulia, Costanza e fami- glia e si uniscono nella preghiera ricordando la te- nerezza di
Ilaria - Milano, 3 gennaio 2016.
Milanese da quarantacinque anni, dopo aver de- dicato l'intera vita alla famiglia, a 80 anni è salita in paradiso
Yu Ying (Nenè) Cheng
Lo annunciano il marito, le figlie e i nipoti.- I fune- rali si terranno il 5 gennaio ore 15 nella chiesa Santa Maria Rossa, via Berra, Crescenzago.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Annamaria Bernardini de Pace ricorda con infi- nita nostalgia le parole, gli insegnamenti, l'ironia, la saggezza del
Dott. Manlio Esposito
un grande magistrato, un amico affettuoso. - Milano, 3 gennaio 2016.
I collaboratori e le segretarie dello studio legale Bernardini de Pace abbracciano Livia nel dolore per la morte del suo papà
Dott. Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Enrico e Clara Nicolini si uniscono al dolore di Valeria e dei figli per la scomparsa di
Manlio Esposito
ricordandone le doti di esemplare magistrato. - Milano, 4 gennaio 2016.
Concettina e Alessandra con Maura e Bruno piangono la scomparsa di
Manlio
il caro amico di una vita. - Nizza, 2 gennaio 2016.
Peppino e Giovanna Naponiello si uniscono commossi al dolore di Valeria e famiglia per la per- dita di
Manlio - Cannes, 2 gennaio 2016.
Giuseppe Naponiello, Maura Naponiello e lo Studio Associato Dottori Commercialisti partecipa- no al dolore della famiglia per la perdita del
dott. Manlio Esposito - Milano, 4 gennaio 2016.
Raffaele e Nuccy con Gabriele e Melania sono affettuosamente vicini a Valeria, Fabio, Mauro e Livia per l'improvvisa scomparsa del carissimo
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Giuseppe e Valeria Bernoni. - Antonio Labombarda.
Fulvio e Teresa Albini con i figli Annalisa Fede- rico Enrico sono affettuosamente vicini a Valeria Fabio Mauro e Livia per la perdita dell'amato
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Alan, Richard e Francesca Rizzi abbracciano con affetto Fabio per la scomparsa del caro papà
Dott. Manlio Esposito
Magistrato esemplare di grandi ideali. - Milano, 3 gennaio 2016.
Luigi, Alberta e familiari profondamente com- mossi partecipano al dolore di Valeria e figli per la scomparsa del carissimo amico
Manlio - Bergamo, 3 gennaio 2016.
Ernesto Caffo insieme ai membri del Consiglio Direttivo, gli operatori e tutti i volontari di Telefono Azzurro partecipa al dolore di Valeria e di tutta la sua famiglia per la perdita di
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Dott.ssa Cristina Libretti
Ricorderemo sempre la tua dolcezza e bontà d'ani- mo.- Gli amici della specialità.- Lucia Bigalli, Paola Beretta, Luca Brivio, Massimo Dones, Gianfranco Filiberti, Cinzia Foschi, Luciana Galli, Cettina Ge- rardis, Paola Iulita, Laura Loguercio, Mariateresa Lovallo, Daniela Marzano, Silvia Monti, Sara Nico- li, Marina Palmieri, Enrico Pezzotti, Patrizia Picco, Patrizia Stasi, Mauro Villa.
- Legnano, 4 gennaio 2016.
Umberto Quintavalle si inchina nel ricordo
dell'amico e uomo assolutamente straordinario
Enrico Crespi
esempio di vita e nobiltà d'animo ed è affettuosa- mente al fianco di Miriam in questo tristissimo mo- mento. - Milano, 4 gennaio 2016.
Dopo una vita intensa di lavoro e di soddisfazioni è mancato il
Dott. Sergio Villa
Lo annuncia con immenso dolore la moglie Rose- marie Palas.- Per i funerali rivolgersi al numero 02.32867. - Milano, 3 gennaio 2016.
Otto, Brigitte e Sacha partecipano commossi alla dipartita del cognato e zio
Dott. Sergio Villa - Vienna, 3 gennaio 2016.
Valeria Gualeni e famiglia sono affettuosamente vicine all'amica Rosemarie per la perdita del ma- rito
Dott. Sergio Villa - Milano, 3 gennaio 2016.
Sergio Villa
Partecipano al lutto:
- Pinuccia Tardivello.
- Giovanni e Maria Bolla.
Maurizio Quatrini sacrifica il rituale gallo al Mae- stro
Prof. Elio Polli
ricordando con gratitudine il suo sapiente insegna- mento dell'arte medica.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Fondazione e Associazione Assistenza Studio Malati Ematologici ASME partecipano al dolore per la perdita del consigliere e socio fondatore
Prof. Elio Polli
illustre ematologo, dedito alla scienza e alla clini- ca, di umana sensibilità.
- Milano, 4 gennaio 2016.
Gianfranco e Carla Barazzetta con i figli Paola e Riccardo con la moglie Renata partecipano com- mossi al dolore di Gianna e Alberto per la scom- parsa del caro amico di una vita
Giovanni Marinatto - Milano, 3 gennaio 2016.
La moglie Mariapia, i figli Marco e Giorgio con Tristana e Natascia e i nipotini piangono la scom- parsa del loro amato
Giancarlo Poletto
marito adorato, padre ineguagliabile e dolcissimo nonno. - Tradate, 2 gennaio 2016.
È mancato all'affetto dei suoi cari l'amatissimo zio
Giancarlo Viganoni
Ne danno il triste annuncio i nipoti e parenti tutti.- Per giorno e ora funerali contattare il 02.9242689 dopo le ore 15. - Milano, 2 gennaio 2016.
Mauro e Betty Quercioli con Isabella Bezzera so- no vicini al dottor Carlo Maria Colombo e alla sua famiglia per la prematura scomparsa della moglie
Rosangela Orsenigo Colombo - Milano, 2 gennaio 2016.
Isa e Guido sono vicini a Enrico con Guya per la perdita del caro papà
Giorgio Della Casa - Milano, 3 gennaio 2016.
Teresita Concetta Giovanetti
Cara Tere, sei stata il mio grande amore giovani- le!- Riposa in pace.- Ettore.
- Roma, 3 genneio 2016.
Lina Panasia
Ciao Lina amica carmenso dolore che il marito
Vittorio Santagostino
è tornato alla casa del Padre.- I funerali si svolge- ranno lunedì 4 gennaio alle ore 11 direttamente nella chiesa di San Pietro in Sala (piazza Wagner). - Milano, 2 gennaio 2016.
Pier Paolo, Giovanni, Renata, Benedetta, Elisa, Maria Chiara, Natalie, Sofia, Vittorio, Carlo e Ber- nardo ricordano con grande affetto e tenerezza il loro caro
nonno Vittorio - Milano, 2 gennaio 2016.
Mario Fochi, Nunzia e Brando Vitali con Antonio e Marta si stringono con molto affetto a Paola ed ai figli nel ricordo del carissimo, indimenticabile cu- gino
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Bianca con Alvise, Laura con Roberto, Doda con Marco, e Silvia sono affettuosamente vicini a Paola e a tutti i cugini per la scomparsa di
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giovanni e Cecilia Fumagalli sono vicini a Paola, Chiara, Valerio, Marco e Giulia nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Camogli, 3 gennaio 2016.
Roberta e Luca, Stefania e Giorgio con i figli sono vicini con affetto alla zia Paola e ai cugini nel ri- cordo dello
zio Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Luisa Tedeschi abbraccia Paola e i suoi figli ri- cordando
Vittorio
persona indimenticabile.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno, Bea, Nicolò, Barbara e Guido sono vicini a Paola e figli nel ricordo del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Gianna e Giuseppe Rodolfi partecipano con commosso affetto al dolore di Paola e figli per la scomparsa del carissimo
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Marino e Franca sono vicini a Paola per la scom- parsa di
Vittorio Santagostino
e inviano tante affettuose condoglianze a lei e a tutta la famiglia. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ernesto Elena e figli abbracciano commossi Pao- la e la sua famiglia nel ricordo di
Vittorio
dolce caro amico di tanti anni. - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Aldo e Marialaura Cannavale.
Giancarlo e Giovanna con Mario e Giulia, Anna, Cesare e Laura sono vicini con tanto affetto a Paola e figli ricordando il caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giancarlo e Giovanni con le loro famiglie si uni- scono al dolore di Marco, Giulia, Valerio, Chiara e della loro mamma per la scomparsa del papà
Vittorio Santagostino - Biella, 4 gennaio 2016.
Bernardo Negri da Oleggio, con i figli, Minù con Luigi, Dadi, Betty, Michele con Tui, si stringe affet- tuosamente a Paola ed ai figli, Chiara, Giulia, Va- lerio e Marco per la scomparsa di
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Giulio e Alessandra Fumagalli Romario con i figli sono affettuosamente vicini a Paola e famiglia nel dolore per la scomparsa di
Vittorio - Monza, 3 gennaio 2016.
Marco Francesca Raffaele e Maide si stringono forte a Giulia e a tutta la famiglia nel ricordo del caro papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Ugo e Micaela Fumagalli Romario con Giulio Barbara Prisca e le rispettive famiglie sono affet- tuosamente vicini a Paola Chiara Valerio Marco e Giulia ricordando i felici momenti trascorsi con
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Nicola e Sofia si stringono con affetto a Giulia e a tutta la sua famiglia nel dolore per la perdita del papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Rosalinda con famiglia è vicina a Paola e figli nel ricordo del carissimo amico
Vittorio - Milano, 4 gennaio 2016.
Dario Benedetta Soresina e figli si stringono con affetto a Paola e a tutta la sua famiglia per la scom- parsa del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Marco e Silvia Soresina, Amedeo e Luisa Ponzani con le loro famiglie abbracciano con affetto Paola e figli nel ricordo del caro
Dott. Ing. Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Emilio e Paola Respighi.
Uberto e Ada Manetti, Enrico e Gianna Belloni, addolorati, ricordano affettuosamente e pregano per
Vittorio Santagostino - Milano - Genova, 3 gennaio 2016.
Jacopo e Roberta, Alexander e Giordana, Giam- paolo e Rita sono vicini a Giulia per la perdita del suo caro papà
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Carlo e Mariasilvia sono vicini a tutta la famiglia Santagostino nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Cervinia, 3 gennaio 2016.
Vittorio, Fiorella Borghini e figli partecipano con vivo affettuoso dolore la morte del caro amico
Vittorio Santagostino
A Paola e ai suoi figli un caro e forte abbraccio. - Milano, 3 gennaio 2016.
Katinka e Pierandrea terranno sempre nel cuore
Vittorio
l'amico caro di una vita e abbracciano Paola con grande affetto. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ricorderemo sempre con grande affetto il nostro carissimo amico di sempre
Vittorio
Mario Grazia Ruggero Fiorenza con tutti i loro figli abbracciano Paola e la sua grande famiglia.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Pietro Francesca e Marco. - Luigi Bellini.
- Grazia Coppi.
- Eldo e Anna Jordan.
Roberto Beretta, ricordando lontani giorni sere- ni, è vicino a Paola, Chiara e a tutti i familiari, per la perdita del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Antonio e Ginia, con Enrico Elena Cecilia e le loro famiglie, abbracciano con tanto affetto Paola con tutti i suoi figli e nipoti nel ricordo del carissimo
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipa al lutto:
- Maddalena Massimini.
Vittorio Santagostino
Partecipano al lutto:
- Vittorianna Cervi Simoni.
- Maria Gamna Perna.
- Achille e Barbara De Tomasi.
- Paolo e Anna Lazzaroni Andina.
- Antonio, Mary Louise Sacconaghi e figli. - Carla, Laura, Pietro, Francesca Ceretti.
Dopo che una lunga malattia lo ha lentamente allontanato da noi, è salito in cielo il nostro
Renato Muzzin Scevola
libero finalmente di illuminare da lassù la vita dei suoi amati Pia, Paola, Giulia, Riccardo, dei piccoli adorati Edoardo e Camilla e di tutti coloro che ha amato e che lo porteranno sempre nel cuore.- I funerali avranno luogo martedì 5 gennaio alle ore 10.30 presso la parrocchia del Sacro Cuore a No- vara, viale Roma. - Novara, 4 gennaio 2016.
Ciao
Renato
tutti noi, Nini, Maurizio ed Emanuela, Alessandra ed Eugenio, Federica ti ricorderemo sempre con l'immenso affetto di una vita trascorsa insieme.- Grazie per il tuo sorriso e per la tua presenza che è stata una parte importante della nostra famiglia.- Ci stringiamo forte a Maria Pia, Paola e Giulia ed a tutti i tuoi cari. - Novara, 4 gennaio 2016.
Gli amici Nello Giuliana, Franca, Franco Ga- briella, Marisa, Renato Anna, Maurizio Anna, Ni- cola Lucia, Francesco Adriana, Carlo Lilli, Michele Patrizia, Edoardo Antonietta, Rita, Marco Isabella, Roberto Luciana si stringono con affetto a Pia e a tutta la sua famiglia nel ricordo di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno e Valeria, Carlo e Patrizia, Italo e Fiorella, Nico e Luisella con Franca, sono fraternamente vi- cini a Pia e famiglia per l'improvvisa scomparsa di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Fabrizio e Stella Cortese con Anna, Silvia e Ca- milla, addolorati sono affettuosamente vicini ai figli Fabio, Davide e Claudio nel momento del doloroso distacco dal loro caro papà
Alberto Brancaglion - Milano, 3 gennaio 2016.
È mancata all'affetto dei suoi cari
Ilaria Terzi Stangalino
Ne danno il doloroso annuncio il marito Ludovico, le figlie Maria Giulia e Costanza, i genitori Rosella ed Enos, la sorella Maria Letizia con Giovanni, i suoceri Patricia e Carlo, i cognati Enrico con Marta, Alvise con Valeria, nipoti e parenti tutti.- Le esequie si svolgeranno a Milano martedì 5 gennaio nella parrocchia di Santa Maria alla Fontana.- Per l'ora- rio telefonare allo 02.29514093.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Toni e Giovanna con Anna e Alberto abbraccia-
no commossi Ludo, Maria Giulia, Costanza e fami- glia e si uniscono nella preghiera ricordando la te- nerezza di
Ilaria - Milano, 3 gennaio 2016.
Milanese da quarantacinque anni, dopo aver de- dicato l'intera vita alla famiglia, a 80 anni è salita in paradiso
Yu Ying (Nenè) Cheng
Lo annunciano il marito, le figlie e i nipoti.- I fune- rali si terranno il 5 gennaio ore 15 nella chiesa Santa Maria Rossa, via Berra, Crescenzago.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Annamaria Bernardini de Pace ricorda con infi- nita nostalgia le parole, gli insegnamenti, l'ironia, la saggezza del
Dott. Manlio Esposito
un grande magistrato, un amico affettuoso. - Milano, 3 gennaio 2016.
I collaboratori e le segretarie dello studio legale Bernardini de Pace abbracciano Livia nel dolore per la morte del suo papà
Dott. Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Enrico e Clara Nicolini si uniscono al dolore di Valeria e dei figli per la scomparsa di
Manlio Esposito
ricordandone le doti di esemplare magistrato. - Milano, 4 gennaio 2016.
Concettina e Alessandra con Maura e Bruno piangono la scomparsa di
Manlio
il caro amico di una vita. - Nizza, 2 gennaio 2016.
Peppino e Giovanna Naponiello si uniscono commossi al dolore di Valeria e famiglia per la per- dita di
Manlio - Cannes, 2 gennaio 2016.
Giuseppe Naponiello, Maura Naponiello e lo Studio Associato Dottori Commercialisti partecipa- no al dolore della famiglia per la perdita del
dott. Manlio Esposito - Milano, 4 gennaio 2016.
Raffaele e Nuccy con Gabriele e Melania sono affettuosamente vicini a Valeria, Fabio, Mauro e Livia per l'improvvisa scomparsa del carissimo
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Giuseppe e Valeria Bernoni. - Antonio Labombarda.
Fulvio e Teresa Albini con i figli Annalisa Fede- rico Enrico sono affettuosamente vicini a Valeria Fabio Mauro e Livia per la perdita dell'amato
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Alan, Richard e Francesca Rizzi abbracciano con affetto Fabio per la scomparsa del caro papà
Dott. Manlio Esposito
Magistrato esemplare di grandi ideali. - Milano, 3 gennaio 2016.
Luigi, Alberta e familiari profondamente com- mossi partecipano al dolore di Valeria e figli per la scomparsa del carissimo amico
Manlio - Bergamo, 3 gennaio 2016.
Ernesto Caffo insieme ai membri del Consiglio Direttivo, gli operatori e tutti i volontari di Telefono Azzurro partecipa al dolore di Valeria e di tutta la sua famiglia per la perdita di
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Dott.ssa Cristina Libretti
Ricorderemo sempre la tua dolcezza e bontà d'ani- mo.- Gli amici della specialità.- Lucia Bigalli, Paola Beretta, Luca Brivio, Massimo Dones, Gianfranco Filiberti, Cinzia Foschi, Luciana Galli, Cettina Ge- rardis, Paola Iulita, Laura Loguercio, Mariateresa Lovallo, Daniela Marzano, Silvia Monti, Sara Nico- li, Marina Palmieri, Enrico Pezzotti, Patrizia Picco, Patrizia Stasi, Mauro Villa.
- Legnano, 4 gennaio 2016.
Umberto Quintavalle si inchina nel ricordo
dell'amico e uomo assolutamente straordinario
Enrico Crespi
esempio di vita e nobiltà d'animo ed è affettuosa- mente al fianco di Miriam in questo tristissimo mo- mento. - Milano, 4 gennaio 2016.
Dopo una vita intensa di lavoro e di soddisfazioni è mancato il
Dott. Sergio Villa
Lo annuncia con immenso dolore la moglie Rose- marie Palas.- Per i funerali rivolgersi al numero 02.32867. - Milano, 3 gennaio 2016.
Otto, Brigitte e Sacha partecipano commossi alla dipartita del cognato e zio
Dott. Sergio Villa - Vienna, 3 gennaio 2016.
Valeria Gualeni e famiglia sono affettuosamente vicine all'amica Rosemarie per la perdita del ma- rito
Dott. Sergio Villa - Milano, 3 gennaio 2016.
Sergio Villa
Partecipano al lutto:
- Pinuccia Tardivello.
- Giovanni e Maria Bolla.
Maurizio Quatrini sacrifica il rituale gallo al Mae- stro
Prof. Elio Polli
ricordando con gratitudine il suo sapiente insegna- mento dell'arte medica.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Fondazione e Associazione Assistenza Studio Malati Ematologici ASME partecipano al dolore per la perdita del consigliere e socio fondatore
Prof. Elio Polli
illustre ematologo, dedito alla scienza e alla clini- ca, di umana sensibilità.
- Milano, 4 gennaio 2016.
Gianfranco e Carla Barazzetta con i figli Paola e Riccardo con la moglie Renata partecipano com- mossi al dolore di Gianna e Alberto per la scom- parsa del caro amico di una vita
Giovanni Marinatto - Milano, 3 gennaio 2016.
La moglie Mariapia, i figli Marco e Giorgio con Tristana e Natascia e i nipotini piangono la scom- parsa del loro amato
Giancarlo Poletto
marito adorato, padre ineguagliabile e dolcissimo nonno. - Tradate, 2 gennaio 2016.
È mancato all'affetto dei suoi cari l'amatissimo zio
Giancarlo Viganoni
Ne danno il triste annuncio i nipoti e parenti tutti.- Per giorno e ora funerali contattare il 02.9242689 dopo le ore 15. - Milano, 2 gennaio 2016.
Mauro e Betty Quercioli con Isabella Bezzera so- no vicini al dottor Carlo Maria Colombo e alla sua famiglia per la prematura scomparsa della moglie
Rosangela Orsenigo Colombo - Milano, 2 gennaio 2016.
Isa e Guido sono vicini a Enrico con Guya per la perdita del caro papà
Giorgio Della Casa - Milano, 3 gennaio 2016.
Teresita Concetta Giovanetti
Cara Tere, sei stata il mio grande amore giovani- le!- Riposa in pace.- Ettore.
- Roma, 3 genneio 2016.
Lina Panasia
Ciao Lina amica car

Da: Orpo unicum04/01/2016 16:59:34
Con immenso dolore diamo notizia che perfettamente d'accordo è morto ammazzato dal rosicamento
Vittorio Santagostino
è tornato alla casa del Padre.- I funerali si svolge- ranno lunedì 4 gennaio alle ore 11 direttamente nella chiesa di San Pietro in Sala (piazza Wagner). - Milano, 2 gennaio 2016.
Pier Paolo, Giovanni, Renata, Benedetta, Elisa, Maria Chiara, Natalie, Sofia, Vittorio, Carlo e Ber- nardo ricordano con grande affetto e tenerezza il loro caro
nonno Vittorio - Milano, 2 gennaio 2016.
Mario Fochi, Nunzia e Brando Vitali con Antonio e Marta si stringono con molto affetto a Paola ed ai figli nel ricordo del carissimo, indimenticabile cu- gino
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Bianca con Alvise, Laura con Roberto, Doda con Marco, e Silvia sono affettuosamente vicini a Paola e a tutti i cugini per la scomparsa di
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giovanni e Cecilia Fumagalli sono vicini a Paola, Chiara, Valerio, Marco e Giulia nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Camogli, 3 gennaio 2016.
Roberta e Luca, Stefania e Giorgio con i figli sono vicini con affetto alla zia Paola e ai cugini nel ri- cordo dello
zio Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Luisa Tedeschi abbraccia Paola e i suoi figli ri- cordando
Vittorio
persona indimenticabile.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno, Bea, Nicolò, Barbara e Guido sono vicini a Paola e figli nel ricordo del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Gianna e Giuseppe Rodolfi partecipano con commosso affetto al dolore di Paola e figli per la scomparsa del carissimo
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Marino e Franca sono vicini a Paola per la scom- parsa di
Vittorio Santagostino
e inviano tante affettuose condoglianze a lei e a tutta la famiglia. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ernesto Elena e figli abbracciano commossi Pao- la e la sua famiglia nel ricordo di
Vittorio
dolce caro amico di tanti anni. - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Aldo e Marialaura Cannavale.
Giancarlo e Giovanna con Mario e Giulia, Anna, Cesare e Laura sono vicini con tanto affetto a Paola e figli ricordando il caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giancarlo e Giovanni con le loro famiglie si uni- scono al dolore di Marco, Giulia, Valerio, Chiara e della loro mamma per la scomparsa del papà
Vittorio Santagostino - Biella, 4 gennaio 2016.
Bernardo Negri da Oleggio, con i figli, Minù con Luigi, Dadi, Betty, Michele con Tui, si stringe affet- tuosamente a Paola ed ai figli, Chiara, Giulia, Va- lerio e Marco per la scomparsa di
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Giulio e Alessandra Fumagalli Romario con i figli sono affettuosamente vicini a Paola e famiglia nel dolore per la scomparsa di
Vittorio - Monza, 3 gennaio 2016.
Marco Francesca Raffaele e Maide si stringono forte a Giulia e a tutta la famiglia nel ricordo del caro papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Ugo e Micaela Fumagalli Romario con Giulio Barbara Prisca e le rispettive famiglie sono affet- tuosamente vicini a Paola Chiara Valerio Marco e Giulia ricordando i felici momenti trascorsi con
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Nicola e Sofia si stringono con affetto a Giulia e a tutta la sua famiglia nel dolore per la perdita del papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Rosalinda con famiglia è vicina a Paola e figli nel ricordo del carissimo amico
Vittorio - Milano, 4 gennaio 2016.
Dario Benedetta Soresina e figli si stringono con affetto a Paola e a tutta la sua famiglia per la scom- parsa del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Marco e Silvia Soresina, Amedeo e Luisa Ponzani con le loro famiglie abbracciano con affetto Paola e figli nel ricordo del caro
Dott. Ing. Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Emilio e Paola Respighi.
Uberto e Ada Manetti, Enrico e Gianna Belloni, addolorati, ricordano affettuosamente e pregano per
Vittorio Santagostino - Milano - Genova, 3 gennaio 2016.
Jacopo e Roberta, Alexander e Giordana, Giam- paolo e Rita sono vicini a Giulia per la perdita del suo caro papà
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Carlo e Mariasilvia sono vicini a tutta la famiglia Santagostino nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Cervinia, 3 gennaio 2016.
Vittorio, Fiorella Borghini e figli partecipano con vivo affettuoso dolore la morte del caro amico
Vittorio Santagostino
A Paola e ai suoi figli un caro e forte abbraccio. - Milano, 3 gennaio 2016.
Katinka e Pierandrea terranno sempre nel cuore
Vittorio
l'amico caro di una vita e abbracciano Paola con grande affetto. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ricorderemo sempre con grande affetto il nostro carissimo amico di sempre
Vittorio
Mario Grazia Ruggero Fiorenza con tutti i loro figli abbracciano Paola e la sua grande famiglia.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Pietro Francesca e Marco. - Luigi Bellini.
- Grazia Coppi.
- Eldo e Anna Jordan.
Roberto Beretta, ricordando lontani giorni sere- ni, è vicino a Paola, Chiara e a tutti i familiari, per la perdita del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Antonio e Ginia, con Enrico Elena Cecilia e le loro famiglie, abbracciano con tanto affetto Paola con tutti i suoi figli e nipoti nel ricordo del carissimo
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipa al lutto:
- Maddalena Massimini.
Vittorio Santagostino
Partecipano al lutto:
- Vittorianna Cervi Simoni.
- Maria Gamna Perna.
- Achille e Barbara De Tomasi.
- Paolo e Anna Lazzaroni Andina.
- Antonio, Mary Louise Sacconaghi e figli. - Carla, Laura, Pietro, Francesca Ceretti.
Dopo che una lunga malattia lo ha lentamente allontanato da noi, è salito in cielo il nostro
Renato Muzzin Scevola
libero finalmente di illuminare da lassù la vita dei suoi amati Pia, Paola, Giulia, Riccardo, dei piccoli adorati Edoardo e Camilla e di tutti coloro che ha amato e che lo porteranno sempre nel cuore.- I funerali avranno luogo martedì 5 gennaio alle ore 10.30 presso la parrocchia del Sacro Cuore a No- vara, viale Roma. - Novara, 4 gennaio 2016.
Ciao
Renato
tutti noi, Nini, Maurizio ed Emanuela, Alessandra ed Eugenio, Federica ti ricorderemo sempre con l'immenso affetto di una vita trascorsa insieme.- Grazie per il tuo sorriso e per la tua presenza che è stata una parte importante della nostra famiglia.- Ci stringiamo forte a Maria Pia, Paola e Giulia ed a tutti i tuoi cari. - Novara, 4 gennaio 2016.
Gli amici Nello Giuliana, Franca, Franco Ga- briella, Marisa, Renato Anna, Maurizio Anna, Ni- cola Lucia, Francesco Adriana, Carlo Lilli, Michele Patrizia, Edoardo Antonietta, Rita, Marco Isabella, Roberto Luciana si stringono con affetto a Pia e a tutta la sua famiglia nel ricordo di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno e Valeria, Carlo e Patrizia, Italo e Fiorella, Nico e Luisella con Franca, sono fraternamente vi- cini a Pia e famiglia per l'improvvisa scomparsa di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Fabrizio e Stella Cortese con Anna, Silvia e Ca- milla, addolorati sono affettuosamente vicini ai figli Fabio, Davide e Claudio nel momento del doloroso distacco dal loro caro papà
Alberto Brancaglion - Milano, 3 gennaio 2016.
È mancata all'affetto dei suoi cari
Ilaria Terzi Stangalino
Ne danno il doloroso annuncio il marito Ludovico, le figlie Maria Giulia e Costanza, i genitori Rosella ed Enos, la sorella Maria Letizia con Giovanni, i suoceri Patricia e Carlo, i cognati Enrico con Marta, Alvise con Valeria, nipoti e parenti tutti.- Le esequie si svolgeranno a Milano martedì 5 gennaio nella parrocchia di Santa Maria alla Fontana.- Per l'ora- rio telefonare allo 02.29514093.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Toni e Giovanna con Anna e Alberto abbraccia-
no commossi Ludo, Maria Giulia, Costanza e fami- glia e si uniscono nella preghiera ricordando la te- nerezza di
Ilaria - Milano, 3 gennaio 2016.
Milanese da quarantacinque anni, dopo aver de- dicato l'intera vita alla famiglia, a 80 anni è salita in paradiso
Yu Ying (Nenè) Cheng
Lo annunciano il marito, le figlie e i nipoti.- I fune- rali si terranno il 5 gennaio ore 15 nella chiesa Santa Maria Rossa, via Berra, Crescenzago.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Annamaria Bernardini de Pace ricorda con infi- nita nostalgia le parole, gli insegnamenti, l'ironia, la saggezza del
Dott. Manlio Esposito
un grande magistrato, un amico affettuoso. - Milano, 3 gennaio 2016.
I collaboratori e le segretarie dello studio legale Bernardini de Pace abbracciano Livia nel dolore per la morte del suo papà
Dott. Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Enrico e Clara Nicolini si uniscono al dolore di Valeria e dei figli per la scomparsa di
Manlio Esposito
ricordandone le doti di esemplare magistrato. - Milano, 4 gennaio 2016.
Concettina e Alessandra con Maura e Bruno piangono la scomparsa di
Manlio
il caro amico di una vita. - Nizza, 2 gennaio 2016.
Peppino e Giovanna Naponiello si uniscono commossi al dolore di Valeria e famiglia per la per- dita di
Manlio - Cannes, 2 gennaio 2016.
Giuseppe Naponiello, Maura Naponiello e lo Studio Associato Dottori Commercialisti partecipa- no al dolore della famiglia per la perdita del
dott. Manlio Esposito - Milano, 4 gennaio 2016.
Raffaele e Nuccy con Gabriele e Melania sono affettuosamente vicini a Valeria, Fabio, Mauro e Livia per l'improvvisa scomparsa del carissimo
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Giuseppe e Valeria Bernoni. - Antonio Labombarda.
Fulvio e Teresa Albini con i figli Annalisa Fede- rico Enrico sono affettuosamente vicini a Valeria Fabio Mauro e Livia per la perdita dell'amato
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Alan, Richard e Francesca Rizzi abbracciano con affetto Fabio per la scomparsa del caro papà
Dott. Manlio Esposito
Magistrato esemplare di grandi ideali. - Milano, 3 gennaio 2016.
Luigi, Alberta e familiari profondamente com- mossi partecipano al dolore di Valeria e figli per la scomparsa del carissimo amico
Manlio - Bergamo, 3 gennaio 2016.
Ernesto Caffo insieme ai membri del Consiglio Direttivo, gli operatori e tutti i volontari di Telefono Azzurro partecipa al dolore di Valeria e di tutta la sua famiglia per la perdita di
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Dott.ssa Cristina Libretti
Ricorderemo sempre la tua dolcezza e bontà d'ani- mo.- Gli amici della specialità.- Lucia Bigalli, Paola Beretta, Luca Brivio, Massimo Dones, Gianfranco Filiberti, Cinzia Foschi, Luciana Galli, Cettina Ge- rardis, Paola Iulita, Laura Loguercio, Mariateresa Lovallo, Daniela Marzano, Silvia Monti, Sara Nico- li, Marina Palmieri, Enrico Pezzotti, Patrizia Picco, Patrizia Stasi, Mauro Villa.
- Legnano, 4 gennaio 2016.
Umberto Quintavalle si inchina nel ricordo
dell'amico e uomo assolutamente straordinario
Enrico Crespi
esempio di vita e nobiltà d'animo ed è affettuosa- mente al fianco di Miriam in questo tristissimo mo- mento. - Milano, 4 gennaio 2016.
Dopo una vita intensa di lavoro e di soddisfazioni è mancato il
Dott. Sergio Villa
Lo annuncia con immenso dolore la moglie Rose- marie Palas.- Per i funerali rivolgersi al numero 02.32867. - Milano, 3 gennaio 2016.
Otto, Brigitte e Sacha partecipano commossi alla dipartita del cognato e zio
Dott. Sergio Villa - Vienna, 3 gennaio 2016.
Valeria Gualeni e famiglia sono affettuosamente vicine all'amica Rosemarie per la perdita del ma- rito
Dott. Sergio Villa - Milano, 3 gennaio 2016.
Sergio Villa
Partecipano al lutto:
- Pinuccia Tardivello.
- Giovanni e Maria Bolla.
Maurizio Quatrini sacrifica il rituale gallo al Mae- stro
Prof. Elio Polli
ricordando con gratitudine il suo sapiente insegna- mento dell'arte medica.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Fondazione e Associazione Assistenza Studio Malati Ematologici ASME partecipano al dolore per la perdita del consigliere e socio fondatore
Prof. Elio Polli
illustre ematologo, dedito alla scienza e alla clini- ca, di umana sensibilità.
- Milano, 4 gennaio 2016.
Gianfranco e Carla Barazzetta con i figli Paola e Riccardo con la moglie Renata partecipano com- mossi al dolore di Gianna e Alberto per la scom- parsa del caro amico di una vita
Giovanni Marinatto - Milano, 3 gennaio 2016.
La moglie Mariapia, i figli Marco e Giorgio con Tristana e Natascia e i nipotini piangono la scom- parsa del loro amato
Giancarlo Poletto
marito adorato, padre ineguagliabile e dolcissimo nonno. - Tradate, 2 gennaio 2016.
È mancato all'affetto dei suoi cari l'amatissimo zio
Giancarlo Viganoni
Ne danno il triste annuncio i nipoti e parenti tutti.- Per giorno e ora funerali contattare il 02.9242689 dopo le ore 15. - Milano, 2 gennaio 2016.
Mauro e Betty Quercioli con Isabella Bezzera so- no vicini al dottor Carlo Maria Colombo e alla sua famiglia per la prematura scomparsa della moglie
Rosangela Orsenigo Colombo - Milano, 2 gennaio 2016.
Isa e Guido sono vicini a Enrico con Guya per la perdita del caro papà
Giorgio Della Casa - Milano, 3 gennaio 2016.
Teresita Concetta Giovanetti
Cara Tere, sei stata il mio grande amore giovani- le!- Riposa in pace.- Ettore.
- Roma, 3 genneio 2016.
Lina Panasia
Ciao Lina amica carmenso dolore che il marito
Vittorio Santagostino
è tornato alla casa del Padre.- I funerali si svolge- ranno lunedì 4 gennaio alle ore 11 direttamente nella chiesa di San Pietro in Sala (piazza Wagner). - Milano, 2 gennaio 2016.
Pier Paolo, Giovanni, Renata, Benedetta, Elisa, Maria Chiara, Natalie, Sofia, Vittorio, Carlo e Ber- nardo ricordano con grande affetto e tenerezza il loro caro
nonno Vittorio - Milano, 2 gennaio 2016.
Mario Fochi, Nunzia e Brando Vitali con Antonio e Marta si stringono con molto affetto a Paola ed ai figli nel ricordo del carissimo, indimenticabile cu- gino
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Bianca con Alvise, Laura con Roberto, Doda con Marco, e Silvia sono affettuosamente vicini a Paola e a tutti i cugini per la scomparsa di
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giovanni e Cecilia Fumagalli sono vicini a Paola, Chiara, Valerio, Marco e Giulia nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Camogli, 3 gennaio 2016.
Roberta e Luca, Stefania e Giorgio con i figli sono vicini con affetto alla zia Paola e ai cugini nel ri- cordo dello
zio Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Luisa Tedeschi abbraccia Paola e i suoi figli ri- cordando
Vittorio
persona indimenticabile.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno, Bea, Nicolò, Barbara e Guido sono vicini a Paola e figli nel ricordo del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Gianna e Giuseppe Rodolfi partecipano con commosso affetto al dolore di Paola e figli per la scomparsa del carissimo
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Marino e Franca sono vicini a Paola per la scom- parsa di
Vittorio Santagostino
e inviano tante affettuose condoglianze a lei e a tutta la famiglia. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ernesto Elena e figli abbracciano commossi Pao- la e la sua famiglia nel ricordo di
Vittorio
dolce caro amico di tanti anni. - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Aldo e Marialaura Cannavale.
Giancarlo e Giovanna con Mario e Giulia, Anna, Cesare e Laura sono vicini con tanto affetto a Paola e figli ricordando il caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giancarlo e Giovanni con le loro famiglie si uni- scono al dolore di Marco, Giulia, Valerio, Chiara e della loro mamma per la scomparsa del papà
Vittorio Santagostino - Biella, 4 gennaio 2016.
Bernardo Negri da Oleggio, con i figli, Minù con Luigi, Dadi, Betty, Michele con Tui, si stringe affet- tuosamente a Paola ed ai figli, Chiara, Giulia, Va- lerio e Marco per la scomparsa di
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Giulio e Alessandra Fumagalli Romario con i figli sono affettuosamente vicini a Paola e famiglia nel dolore per la scomparsa di
Vittorio - Monza, 3 gennaio 2016.
Marco Francesca Raffaele e Maide si stringono forte a Giulia e a tutta la famiglia nel ricordo del caro papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Ugo e Micaela Fumagalli Romario con Giulio Barbara Prisca e le rispettive famiglie sono affet- tuosamente vicini a Paola Chiara Valerio Marco e Giulia ricordando i felici momenti trascorsi con
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Nicola e Sofia si stringono con affetto a Giulia e a tutta la sua famiglia nel dolore per la perdita del papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Rosalinda con famiglia è vicina a Paola e figli nel ricordo del carissimo amico
Vittorio - Milano, 4 gennaio 2016.
Dario Benedetta Soresina e figli si stringono con affetto a Paola e a tutta la sua famiglia per la scom- parsa del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Marco e Silvia Soresina, Amedeo e Luisa Ponzani con le loro famiglie abbracciano con affetto Paola e figli nel ricordo del caro
Dott. Ing. Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Emilio e Paola Respighi.
Uberto e Ada Manetti, Enrico e Gianna Belloni, addolorati, ricordano affettuosamente e pregano per
Vittorio Santagostino - Milano - Genova, 3 gennaio 2016.
Jacopo e Roberta, Alexander e Giordana, Giam- paolo e Rita sono vicini a Giulia per la perdita del suo caro papà
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Carlo e Mariasilvia sono vicini a tutta la famiglia Santagostino nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Cervinia, 3 gennaio 2016.
Vittorio, Fiorella Borghini e figli partecipano con vivo affettuoso dolore la morte del caro amico
Vittorio Santagostino
A Paola e ai suoi figli un caro e forte abbraccio. - Milano, 3 gennaio 2016.
Katinka e Pierandrea terranno sempre nel cuore
Vittorio
l'amico caro di una vita e abbracciano Paola con grande affetto. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ricorderemo sempre con grande affetto il nostro carissimo amico di sempre
Vittorio
Mario Grazia Ruggero Fiorenza con tutti i loro figli abbracciano Paola e la sua grande famiglia.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Pietro Francesca e Marco. - Luigi Bellini.
- Grazia Coppi.
- Eldo e Anna Jordan.
Roberto Beretta, ricordando lontani giorni sere- ni, è vicino a Paola, Chiara e a tutti i familiari, per la perdita del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Antonio e Ginia, con Enrico Elena Cecilia e le loro famiglie, abbracciano con tanto affetto Paola con tutti i suoi figli e nipoti nel ricordo del carissimo
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipa al lutto:
- Maddalena Massimini.
Vittorio Santagostino
Partecipano al lutto:
- Vittorianna Cervi Simoni.
- Maria Gamna Perna.
- Achille e Barbara De Tomasi.
- Paolo e Anna Lazzaroni Andina.
- Antonio, Mary Louise Sacconaghi e figli. - Carla, Laura, Pietro, Francesca Ceretti.
Dopo che una lunga malattia lo ha lentamente allontanato da noi, è salito in cielo il nostro
Renato Muzzin Scevola
libero finalmente di illuminare da lassù la vita dei suoi amati Pia, Paola, Giulia, Riccardo, dei piccoli adorati Edoardo e Camilla e di tutti coloro che ha amato e che lo porteranno sempre nel cuore.- I funerali avranno luogo martedì 5 gennaio alle ore 10.30 presso la parrocchia del Sacro Cuore a No- vara, viale Roma. - Novara, 4 gennaio 2016.
Ciao
Renato
tutti noi, Nini, Maurizio ed Emanuela, Alessandra ed Eugenio, Federica ti ricorderemo sempre con l'immenso affetto di una vita trascorsa insieme.- Grazie per il tuo sorriso e per la tua presenza che è stata una parte importante della nostra famiglia.- Ci stringiamo forte a Maria Pia, Paola e Giulia ed a tutti i tuoi cari. - Novara, 4 gennaio 2016.
Gli amici Nello Giuliana, Franca, Franco Ga- briella, Marisa, Renato Anna, Maurizio Anna, Ni- cola Lucia, Francesco Adriana, Carlo Lilli, Michele Patrizia, Edoardo Antonietta, Rita, Marco Isabella, Roberto Luciana si stringono con affetto a Pia e a tutta la sua famiglia nel ricordo di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno e Valeria, Carlo e Patrizia, Italo e Fiorella, Nico e Luisella con Franca, sono fraternamente vi- cini a Pia e famiglia per l'improvvisa scomparsa di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Fabrizio e Stella Cortese con Anna, Silvia e Ca- milla, addolorati sono affettuosamente vicini ai figli Fabio, Davide e Claudio nel momento del doloroso distacco dal loro caro papà
Alberto Brancaglion - Milano, 3 gennaio 2016.
È mancata all'affetto dei suoi cari
Ilaria Terzi Stangalino
Ne danno il doloroso annuncio il marito Ludovico, le figlie Maria Giulia e Costanza, i genitori Rosella ed Enos, la sorella Maria Letizia con Giovanni, i suoceri Patricia e Carlo, i cognati Enrico con Marta, Alvise con Valeria, nipoti e parenti tutti.- Le esequie si svolgeranno a Milano martedì 5 gennaio nella parrocchia di Santa Maria alla Fontana.- Per l'ora- rio telefonare allo 02.29514093.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Toni e Giovanna con Anna e Alberto abbraccia-
no commossi Ludo, Maria Giulia, Costanza e fami- glia e si uniscono nella preghiera ricordando la te- nerezza di
Ilaria - Milano, 3 gennaio 2016.
Milanese da quarantacinque anni, dopo aver de- dicato l'intera vita alla famiglia, a 80 anni è salita in paradiso
Yu Ying (Nenè) Cheng
Lo annunciano il marito, le figlie e i nipoti.- I fune- rali si terranno il 5 gennaio ore 15 nella chiesa Santa Maria Rossa, via Berra, Crescenzago.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Annamaria Bernardini de Pace ricorda con infi- nita nostalgia le parole, gli insegnamenti, l'ironia, la saggezza del
Dott. Manlio Esposito
un grande magistrato, un amico affettuoso. - Milano, 3 gennaio 2016.
I collaboratori e le segretarie dello studio legale Bernardini de Pace abbracciano Livia nel dolore per la morte del suo papà
Dott. Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Enrico e Clara Nicolini si uniscono al dolore di Valeria e dei figli per la scomparsa di
Manlio Esposito
ricordandone le doti di esemplare magistrato. - Milano, 4 gennaio 2016.
Concettina e Alessandra con Maura e Bruno piangono la scomparsa di
Manlio
il caro amico di una vita. - Nizza, 2 gennaio 2016.
Peppino e Giovanna Naponiello si uniscono commossi al dolore di Valeria e famiglia per la per- dita di
Manlio - Cannes, 2 gennaio 2016.
Giuseppe Naponiello, Maura Naponiello e lo Studio Associato Dottori Commercialisti partecipa- no al dolore della famiglia per la perdita del
dott. Manlio Esposito - Milano, 4 gennaio 2016.
Raffaele e Nuccy con Gabriele e Melania sono affettuosamente vicini a Valeria, Fabio, Mauro e Livia per l'improvvisa scomparsa del carissimo
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Giuseppe e Valeria Bernoni. - Antonio Labombarda.
Fulvio e Teresa Albini con i figli Annalisa Fede- rico Enrico sono affettuosamente vicini a Valeria Fabio Mauro e Livia per la perdita dell'amato
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Alan, Richard e Francesca Rizzi abbracciano con affetto Fabio per la scomparsa del caro papà
Dott. Manlio Esposito
Magistrato esemplare di grandi ideali. - Milano, 3 gennaio 2016.
Luigi, Alberta e familiari profondamente com- mossi partecipano al dolore di Valeria e figli per la scomparsa del carissimo amico
Manlio - Bergamo, 3 gennaio 2016.
Ernesto Caffo insieme ai membri del Consiglio Direttivo, gli operatori e tutti i volontari di Telefono Azzurro partecipa al dolore di Valeria e di tutta la sua famiglia per la perdita di
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Dott.ssa Cristina Libretti
Ricorderemo sempre la tua dolcezza e bontà d'ani- mo.- Gli amici della specialità.- Lucia Bigalli, Paola Beretta, Luca Brivio, Massimo Dones, Gianfranco Filiberti, Cinzia Foschi, Luciana Galli, Cettina Ge- rardis, Paola Iulita, Laura Loguercio, Mariateresa Lovallo, Daniela Marzano, Silvia Monti, Sara Nico- li, Marina Palmieri, Enrico Pezzotti, Patrizia Picco, Patrizia Stasi, Mauro Villa.
- Legnano, 4 gennaio 2016.
Umberto Quintavalle si inchina nel ricordo
dell'amico e uomo assolutamente straordinario
Enrico Crespi
esempio di vita e nobiltà d'animo ed è affettuosa- mente al fianco di Miriam in questo tristissimo mo- mento. - Milano, 4 gennaio 2016.
Dopo una vita intensa di lavoro e di soddisfazioni è mancato il
Dott. Sergio Villa
Lo annuncia con immenso dolore la moglie Rose- marie Palas.- Per i funerali rivolgersi al numero 02.32867. - Milano, 3 gennaio 2016.
Otto, Brigitte e Sacha partecipano commossi alla dipartita del cognato e zio
Dott. Sergio Villa - Vienna, 3 gennaio 2016.
Valeria Gualeni e famiglia sono affettuosamente vicine all'amica Rosemarie per la perdita del ma- rito
Dott. Sergio Villa - Milano, 3 gennaio 2016.
Sergio Villa
Partecipano al lutto:
- Pinuccia Tardivello.
- Giovanni e Maria Bolla.
Maurizio Quatrini sacrifica il rituale gallo al Mae- stro
Prof. Elio Polli
ricordando con gratitudine il suo sapiente insegna- mento dell'arte medica.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Fondazione e Associazione Assistenza Studio Malati Ematologici ASME partecipano al dolore per la perdita del consigliere e socio fondatore
Prof. Elio Polli
illustre ematologo, dedito alla scienza e alla clini- ca, di umana sensibilità.
- Milano, 4 gennaio 2016.
Gianfranco e Carla Barazzetta con i figli Paola e Riccardo con la moglie Renata partecipano com- mossi al dolore di Gianna e Alberto per la scom- parsa del caro amico di una vita
Giovanni Marinatto - Milano, 3 gennaio 2016.
La moglie Mariapia, i figli Marco e Giorgio con Tristana e Natascia e i nipotini piangono la scom- parsa del loro amato
Giancarlo Poletto
marito adorato, padre ineguagliabile e dolcissimo nonno. - Tradate, 2 gennaio 2016.
È mancato all'affetto dei suoi cari l'amatissimo zio
Giancarlo Viganoni
Ne danno il triste annuncio i nipoti e parenti tutti.- Per giorno e ora funerali contattare il 02.9242689 dopo le ore 15. - Milano, 2 gennaio 2016.
Mauro e Betty Quercioli con Isabella Bezzera so- no vicini al dottor Carlo Maria Colombo e alla sua famiglia per la prematura scomparsa della moglie
Rosangela Orsenigo Colombo - Milano, 2 gennaio 2016.
Isa e Guido sono vicini a Enrico con Guya per la perdita del caro papà
Giorgio Della Casa - Milano, 3 gennaio 2016.
Teresita Concetta Giovanetti
Cara Tere, sei stata il mio grande amore giovani- le!- Riposa in pace.- Ettore.
- Roma, 3 genneio 2016.
Lina Panasia
Con immenso dolore diamo notizia che oerfettamente d'accordo è morto ammazzato dal rosicamento
Vittorio Santagostino
è tornato alla casa del Padre.- I funerali si svolge- ranno lunedì 4 gennaio alle ore 11 direttamente nella chiesa di San Pietro in Sala (piazza Wagner). - Milano, 2 gennaio 2016.
Pier Paolo, Giovanni, Renata, Benedetta, Elisa, Maria Chiara, Natalie, Sofia, Vittorio, Carlo e Ber- nardo ricordano con grande affetto e tenerezza il loro caro
nonno Vittorio - Milano, 2 gennaio 2016.
Mario Fochi, Nunzia e Brando Vitali con Antonio e Marta si stringono con molto affetto a Paola ed ai figli nel ricordo del carissimo, indimenticabile cu- gino
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Bianca con Alvise, Laura con Roberto, Doda con Marco, e Silvia sono affettuosamente vicini a Paola e a tutti i cugini per la scomparsa di
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giovanni e Cecilia Fumagalli sono vicini a Paola, Chiara, Valerio, Marco e Giulia nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Camogli, 3 gennaio 2016.
Roberta e Luca, Stefania e Giorgio con i figli sono vicini con affetto alla zia Paola e ai cugini nel ri- cordo dello
zio Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Luisa Tedeschi abbraccia Paola e i suoi figli ri- cordando
Vittorio
persona indimenticabile.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno, Bea, Nicolò, Barbara e Guido sono vicini a Paola e figli nel ricordo del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Gianna e Giuseppe Rodolfi partecipano con commosso affetto al dolore di Paola e figli per la scomparsa del carissimo
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Marino e Franca sono vicini a Paola per la scom- parsa di
Vittorio Santagostino
e inviano tante affettuose condoglianze a lei e a tutta la famiglia. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ernesto Elena e figli abbracciano commossi Pao- la e la sua famiglia nel ricordo di
Vittorio
dolce caro amico di tanti anni. - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Aldo e Marialaura Cannavale.
Giancarlo e Giovanna con Mario e Giulia, Anna, Cesare e Laura sono vicini con tanto affetto a Paola e figli ricordando il caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giancarlo e Giovanni con le loro famiglie si uni- scono al dolore di Marco, Giulia, Valerio, Chiara e della loro mamma per la scomparsa del papà
Vittorio Santagostino - Biella, 4 gennaio 2016.
Bernardo Negri da Oleggio, con i figli, Minù con Luigi, Dadi, Betty, Michele con Tui, si stringe affet- tuosamente a Paola ed ai figli, Chiara, Giulia, Va- lerio e Marco per la scomparsa di
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Giulio e Alessandra Fumagalli Romario con i figli sono affettuosamente vicini a Paola e famiglia nel dolore per la scomparsa di
Vittorio - Monza, 3 gennaio 2016.
Marco Francesca Raffaele e Maide si stringono forte a Giulia e a tutta la famiglia nel ricordo del caro papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Ugo e Micaela Fumagalli Romario con Giulio Barbara Prisca e le rispettive famiglie sono affet- tuosamente vicini a Paola Chiara Valerio Marco e Giulia ricordando i felici momenti trascorsi con
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Nicola e Sofia si stringono con affetto a Giulia e a tutta la sua famiglia nel dolore per la perdita del papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Rosalinda con famiglia è vicina a Paola e figli nel ricordo del carissimo amico
Vittorio - Milano, 4 gennaio 2016.
Dario Benedetta Soresina e figli si stringono con affetto a Paola e a tutta la sua famiglia per la scom- parsa del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Marco e Silvia Soresina, Amedeo e Luisa Ponzani con le loro famiglie abbracciano con affetto Paola e figli nel ricordo del caro
Dott. Ing. Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Emilio e Paola Respighi.
Uberto e Ada Manetti, Enrico e Gianna Belloni, addolorati, ricordano affettuosamente e pregano per
Vittorio Santagostino - Milano - Genova, 3 gennaio 2016.
Jacopo e Roberta, Alexander e Giordana, Giam- paolo e Rita sono vicini a Giulia per la perdita del suo caro papà
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Carlo e Mariasilvia sono vicini a tutta la famiglia Santagostino nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Cervinia, 3 gennaio 2016.
Vittorio, Fiorella Borghini e figli partecipano con vivo affettuoso dolore la morte del caro amico
Vittorio Santagostino
A Paola e ai suoi figli un caro e forte abbraccio. - Milano, 3 gennaio 2016.
Katinka e Pierandrea terranno sempre nel cuore
Vittorio
l'amico caro di una vita e abbracciano Paola con grande affetto. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ricorderemo sempre con grande affetto il nostro carissimo amico di sempre
Vittorio
Mario Grazia Ruggero Fiorenza con tutti i loro figli abbracciano Paola e la sua grande famiglia.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Pietro Francesca e Marco. - Luigi Bellini.
- Grazia Coppi.
- Eldo e Anna Jordan.
Roberto Beretta, ricordando lontani giorni sere- ni, è vicino a Paola, Chiara e a tutti i familiari, per la perdita del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Antonio e Ginia, con Enrico Elena Cecilia e le loro famiglie, abbracciano con tanto affetto Paola con tutti i suoi figli e nipoti nel ricordo del carissimo
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipa al lutto:
- Maddalena Massimini.
Vittorio Santagostino
Partecipano al lutto:
- Vittorianna Cervi Simoni.
- Maria Gamna Perna.
- Achille e Barbara De Tomasi.
- Paolo e Anna Lazzaroni Andina.
- Antonio, Mary Louise Sacconaghi e figli. - Carla, Laura, Pietro, Francesca Ceretti.
Dopo che una lunga malattia lo ha lentamente allontanato da noi, è salito in cielo il nostro
Renato Muzzin Scevola
libero finalmente di illuminare da lassù la vita dei suoi amati Pia, Paola, Giulia, Riccardo, dei piccoli adorati Edoardo e Camilla e di tutti coloro che ha amato e che lo porteranno sempre nel cuore.- I funerali avranno luogo martedì 5 gennaio alle ore 10.30 presso la parrocchia del Sacro Cuore a No- vara, viale Roma. - Novara, 4 gennaio 2016.
Ciao
Renato
tutti noi, Nini, Maurizio ed Emanuela, Alessandra ed Eugenio, Federica ti ricorderemo sempre con l'immenso affetto di una vita trascorsa insieme.- Grazie per il tuo sorriso e per la tua presenza che è stata una parte importante della nostra famiglia.- Ci stringiamo forte a Maria Pia, Paola e Giulia ed a tutti i tuoi cari. - Novara, 4 gennaio 2016.
Gli amici Nello Giuliana, Franca, Franco Ga- briella, Marisa, Renato Anna, Maurizio Anna, Ni- cola Lucia, Francesco Adriana, Carlo Lilli, Michele Patrizia, Edoardo Antonietta, Rita, Marco Isabella, Roberto Luciana si stringono con affetto a Pia e a tutta la sua famiglia nel ricordo di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno e Valeria, Carlo e Patrizia, Italo e Fiorella, Nico e Luisella con Franca, sono fraternamente vi- cini a Pia e famiglia per l'improvvisa scomparsa di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Fabrizio e Stella Cortese con Anna, Silvia e Ca- milla, addolorati sono affettuosamente vicini ai figli Fabio, Davide e Claudio nel momento del doloroso distacco dal loro caro papà
Alberto Brancaglion - Milano, 3 gennaio 2016.
È mancata all'affetto dei suoi cari
Ilaria Terzi Stangalino
Ne danno il doloroso annuncio il marito Ludovico, le figlie Maria Giulia e Costanza, i genitori Rosella ed Enos, la sorella Maria Letizia con Giovanni, i suoceri Patricia e Carlo, i cognati Enrico con Marta, Alvise con Valeria, nipoti e parenti tutti.- Le esequie si svolgeranno a Milano martedì 5 gennaio nella parrocchia di Santa Maria alla Fontana.- Per l'ora- rio telefonare allo 02.29514093.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Toni e Giovanna con Anna e Alberto abbraccia-
no commossi Ludo, Maria Giulia, Costanza e fami- glia e si uniscono nella preghiera ricordando la te- nerezza di
Ilaria - Milano, 3 gennaio 2016.
Milanese da quarantacinque anni, dopo aver de- dicato l'intera vita alla famiglia, a 80 anni è salita in paradiso
Yu Ying (Nenè) Cheng
Lo annunciano il marito, le figlie e i nipoti.- I fune- rali si terranno il 5 gennaio ore 15 nella chiesa Santa Maria Rossa, via Berra, Crescenzago.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Annamaria Bernardini de Pace ricorda con infi- nita nostalgia le parole, gli insegnamenti, l'ironia, la saggezza del
Dott. Manlio Esposito
un grande magistrato, un amico affettuoso. - Milano, 3 gennaio 2016.
I collaboratori e le segretarie dello studio legale Bernardini de Pace abbracciano Livia nel dolore per la morte del suo papà
Dott. Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Enrico e Clara Nicolini si uniscono al dolore di Valeria e dei figli per la scomparsa di
Manlio Esposito
ricordandone le doti di esemplare magistrato. - Milano, 4 gennaio 2016.
Concettina e Alessandra con Maura e Bruno piangono la scomparsa di
Manlio
il caro amico di una vita. - Nizza, 2 gennaio 2016.
Peppino e Giovanna Naponiello si uniscono commossi al dolore di Valeria e famiglia per la per- dita di
Manlio - Cannes, 2 gennaio 2016.
Giuseppe Naponiello, Maura Naponiello e lo Studio Associato Dottori Commercialisti partecipa- no al dolore della famiglia per la perdita del
dott. Manlio Esposito - Milano, 4 gennaio 2016.
Raffaele e Nuccy con Gabriele e Melania sono affettuosamente vicini a Valeria, Fabio, Mauro e Livia per l'improvvisa scomparsa del carissimo
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Giuseppe e Valeria Bernoni. - Antonio Labombarda.
Fulvio e Teresa Albini con i figli Annalisa Fede- rico Enrico sono affettuosamente vicini a Valeria Fabio Mauro e Livia per la perdita dell'amato
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Alan, Richard e Francesca Rizzi abbracciano con affetto Fabio per la scomparsa del caro papà
Dott. Manlio Esposito
Magistrato esemplare di grandi ideali. - Milano, 3 gennaio 2016.
Luigi, Alberta e familiari profondamente com- mossi partecipano al dolore di Valeria e figli per la scomparsa del carissimo amico
Manlio - Bergamo, 3 gennaio 2016.
Ernesto Caffo insieme ai membri del Consiglio Direttivo, gli operatori e tutti i volontari di Telefono Azzurro partecipa al dolore di Valeria e di tutta la sua famiglia per la perdita di
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Dott.ssa Cristina Libretti
Ricorderemo sempre la tua dolcezza e bontà d'ani- mo.- Gli amici della specialità.- Lucia Bigalli, Paola Beretta, Luca Brivio, Massimo Dones, Gianfranco Filiberti, Cinzia Foschi, Luciana Galli, Cettina Ge- rardis, Paola Iulita, Laura Loguercio, Mariateresa Lovallo, Daniela Marzano, Silvia Monti, Sara Nico- li, Marina Palmieri, Enrico Pezzotti, Patrizia Picco, Patrizia Stasi, Mauro Villa.
- Legnano, 4 gennaio 2016.
Umberto Quintavalle si inchina nel ricordo
dell'amico e uomo assolutamente straordinario
Enrico Crespi
esempio di vita e nobiltà d'animo ed è affettuosa- mente al fianco di Miriam in questo tristissimo mo- mento. - Milano, 4 gennaio 2016.
Dopo una vita intensa di lavoro e di soddisfazioni è mancato il
Dott. Sergio Villa
Lo annuncia con immenso dolore la moglie Rose- marie Palas.- Per i funerali rivolgersi al numero 02.32867. - Milano, 3 gennaio 2016.
Otto, Brigitte e Sacha partecipano commossi alla dipartita del cognato e zio
Dott. Sergio Villa - Vienna, 3 gennaio 2016.
Valeria Gualeni e famiglia sono affettuosamente vicine all'amica Rosemarie per la perdita del ma- rito
Dott. Sergio Villa - Milano, 3 gennaio 2016.
Sergio Villa
Partecipano al lutto:
- Pinuccia Tardivello.
- Giovanni e Maria Bolla.
Maurizio Quatrini sacrifica il rituale gallo al Mae- stro
Prof. Elio Polli
ricordando con gratitudine il suo sapiente insegna- mento dell'arte medica.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Fondazione e Associazione Assistenza Studio Malati Ematologici ASME partecipano al dolore per la perdita del consigliere e socio fondatore
Prof. Elio Polli
illustre ematologo, dedito alla scienza e alla clini- ca, di umana sensibilità.
- Milano, 4 gennaio 2016.
Gianfranco e Carla Barazzetta con i figli Paola e Riccardo con la moglie Renata partecipano com- mossi al dolore di Gianna e Alberto per la scom- parsa del caro amico di una vita
Giovanni Marinatto - Milano, 3 gennaio 2016.
La moglie Mariapia, i figli Marco e Giorgio con Tristana e Natascia e i nipotini piangono la scom- parsa del loro amato
Giancarlo Poletto
marito adorato, padre ineguagliabile e dolcissimo nonno. - Tradate, 2 gennaio 2016.
È mancato all'affetto dei suoi cari l'amatissimo zio
Giancarlo Viganoni
Ne danno il triste annuncio i nipoti e parenti tutti.- Per giorno e ora funerali contattare il 02.9242689 dopo le ore 15. - Milano, 2 gennaio 2016.
Mauro e Betty Quercioli con Isabella Bezzera so- no vicini al dottor Carlo Maria Colombo e alla sua famiglia per la prematura scomparsa della moglie
Rosangela Orsenigo Colombo - Milano, 2 gennaio 2016.
Isa e Guido sono vicini a Enrico con Guya per la perdita del caro papà
Giorgio Della Casa - Milano, 3 gennaio 2016.
Teresita Concetta Giovanetti
Cara Tere, sei stata il mio grande amore giovani- le!- Riposa in pace.- Ettore.
- Roma, 3 genneio 2016.
Lina Panasia
Ciao Lina amica carmenso dolore che il marito
Vittorio Santagostino
è tornato alla casa del Padre.- I funerali si svolge- ranno lunedì 4 gennaio alle ore 11 direttamente nella chiesa di San Pietro in Sala (piazza Wagner). - Milano, 2 gennaio 2016.
Pier Paolo, Giovanni, Renata, Benedetta, Elisa, Maria Chiara, Natalie, Sofia, Vittorio, Carlo e Ber- nardo ricordano con grande affetto e tenerezza il loro caro
nonno Vittorio - Milano, 2 gennaio 2016.
Mario Fochi, Nunzia e Brando Vitali con Antonio e Marta si stringono con molto affetto a Paola ed ai figli nel ricordo del carissimo, indimenticabile cu- gino
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Bianca con Alvise, Laura con Roberto, Doda con Marco, e Silvia sono affettuosamente vicini a Paola e a tutti i cugini per la scomparsa di
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giovanni e Cecilia Fumagalli sono vicini a Paola, Chiara, Valerio, Marco e Giulia nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Camogli, 3 gennaio 2016.
Roberta e Luca, Stefania e Giorgio con i figli sono vicini con affetto alla zia Paola e ai cugini nel ri- cordo dello
zio Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Luisa Tedeschi abbraccia Paola e i suoi figli ri- cordando
Vittorio
persona indimenticabile.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno, Bea, Nicolò, Barbara e Guido sono vicini a Paola e figli nel ricordo del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Gianna e Giuseppe Rodolfi partecipano con commosso affetto al dolore di Paola e figli per la scomparsa del carissimo
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Marino e Franca sono vicini a Paola per la scom- parsa di
Vittorio Santagostino
e inviano tante affettuose condoglianze a lei e a tutta la famiglia. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ernesto Elena e figli abbracciano commossi Pao- la e la sua famiglia nel ricordo di
Vittorio
dolce caro amico di tanti anni. - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Aldo e Marialaura Cannavale.
Giancarlo e Giovanna con Mario e Giulia, Anna, Cesare e Laura sono vicini con tanto affetto a Paola e figli ricordando il caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giancarlo e Giovanni con le loro famiglie si uni- scono al dolore di Marco, Giulia, Valerio, Chiara e della loro mamma per la scomparsa del papà
Vittorio Santagostino - Biella, 4 gennaio 2016.
Bernardo Negri da Oleggio, con i figli, Minù con Luigi, Dadi, Betty, Michele con Tui, si stringe affet- tuosamente a Paola ed ai figli, Chiara, Giulia, Va- lerio e Marco per la scomparsa di
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Giulio e Alessandra Fumagalli Romario con i figli sono affettuosamente vicini a Paola e famiglia nel dolore per la scomparsa di
Vittorio - Monza, 3 gennaio 2016.
Marco Francesca Raffaele e Maide si stringono forte a Giulia e a tutta la famiglia nel ricordo del caro papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Ugo e Micaela Fumagalli Romario con Giulio Barbara Prisca e le rispettive famiglie sono affet- tuosamente vicini a Paola Chiara Valerio Marco e Giulia ricordando i felici momenti trascorsi con
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Nicola e Sofia si stringono con affetto a Giulia e a tutta la sua famiglia nel dolore per la perdita del papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Rosalinda con famiglia è vicina a Paola e figli nel ricordo del carissimo amico
Vittorio - Milano, 4 gennaio 2016.
Dario Benedetta Soresina e figli si stringono con affetto a Paola e a tutta la sua famiglia per la scom- parsa del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Marco e Silvia Soresina, Amedeo e Luisa Ponzani con le loro famiglie abbracciano con affetto Paola e figli nel ricordo del caro
Dott. Ing. Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Emilio e Paola Respighi.
Uberto e Ada Manetti, Enrico e Gianna Belloni, addolorati, ricordano affettuosamente e pregano per
Vittorio Santagostino - Milano - Genova, 3 gennaio 2016.
Jacopo e Roberta, Alexander e Giordana, Giam- paolo e Rita sono vicini a Giulia per la perdita del suo caro papà
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Carlo e Mariasilvia sono vicini a tutta la famiglia Santagostino nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Cervinia, 3 gennaio 2016.
Vittorio, Fiorella Borghini e figli partecipano con vivo affettuoso dolore la morte del caro amico
Vittorio Santagostino
A Paola e ai suoi figli un caro e forte abbraccio. - Milano, 3 gennaio 2016.
Katinka e Pierandrea terranno sempre nel cuore
Vittorio
l'amico caro di una vita e abbracciano Paola con grande affetto. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ricorderemo sempre con grande affetto il nostro carissimo amico di sempre
Vittorio
Mario Grazia Ruggero Fiorenza con tutti i loro figli abbracciano Paola e la sua grande famiglia.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Pietro Francesca e Marco. - Luigi Bellini.
- Grazia Coppi.
- Eldo e Anna Jordan.
Roberto Beretta, ricordando lontani giorni sere- ni, è vicino a Paola, Chiara e a tutti i familiari, per la perdita del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Antonio e Ginia, con Enrico Elena Cecilia e le loro famiglie, abbracciano con tanto affetto Paola con tutti i suoi figli e nipoti nel ricordo del carissimo
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipa al lutto:
- Maddalena Massimini.
Vittorio Santagostino
Partecipano al lutto:
- Vittorianna Cervi Simoni.
- Maria Gamna Perna.
- Achille e Barbara De Tomasi.
- Paolo e Anna Lazzaroni Andina.
- Antonio, Mary Louise Sacconaghi e figli. - Carla, Laura, Pietro, Francesca Ceretti.
Dopo che una lunga malattia lo ha lentamente allontanato da noi, è salito in cielo il nostro
Renato Muzzin Scevola
libero finalmente di illuminare da lassù la vita dei suoi amati Pia, Paola, Giulia, Riccardo, dei piccoli adorati Edoardo e Camilla e di tutti coloro che ha amato e che lo porteranno sempre nel cuore.- I funerali avranno luogo martedì 5 gennaio alle ore 10.30 presso la parrocchia del Sacro Cuore a No- vara, viale Roma. - Novara, 4 gennaio 2016.
Ciao
Renato
tutti noi, Nini, Maurizio ed Emanuela, Alessandra ed Eugenio, Federica ti ricorderemo sempre con l'immenso affetto di una vita trascorsa insieme.- Grazie per il tuo sorriso e per la tua presenza che è stata una parte importante della nostra famiglia.- Ci stringiamo forte a Maria Pia, Paola e Giulia ed a tutti i tuoi cari. - Novara, 4 gennaio 2016.
Gli amici Nello Giuliana, Franca, Franco Ga- briella, Marisa, Renato Anna, Maurizio Anna, Ni- cola Lucia, Francesco Adriana, Carlo Lilli, Michele Patrizia, Edoardo Antonietta, Rita, Marco Isabella, Roberto Luciana si stringono con affetto a Pia e a tutta la sua famiglia nel ricordo di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno e Valeria, Carlo e Patrizia, Italo e Fiorella, Nico e Luisella con Franca, sono fraternamente vi- cini a Pia e famiglia per l'improvvisa scomparsa di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Fabrizio e Stella Cortese con Anna, Silvia e Ca- milla, addolorati sono affettuosamente vicini ai figli Fabio, Davide e Claudio nel momento del doloroso distacco dal loro caro papà
Alberto Brancaglion - Milano, 3 gennaio 2016.
È mancata all'affetto dei suoi cari
Ilaria Terzi Stangalino
Ne danno il doloroso annuncio il marito Ludovico, le figlie Maria Giulia e Costanza, i genitori Rosella ed Enos, la sorella Maria Letizia con Giovanni, i suoceri Patricia e Carlo, i cognati Enrico con Marta, Alvise con Valeria, nipoti e parenti tutti.- Le esequie si svolgeranno a Milano martedì 5 gennaio nella parrocchia di Santa Maria alla Fontana.- Per l'ora- rio telefonare allo 02.29514093.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Toni e Giovanna con Anna e Alberto abbraccia-
no commossi Ludo, Maria Giulia, Costanza e fami- glia e si uniscono nella preghiera ricordando la te- nerezza di
Ilaria - Milano, 3 gennaio 2016.
Milanese da quarantacinque anni, dopo aver de- dicato l'intera vita alla famiglia, a 80 anni è salita in paradiso
Yu Ying (Nenè) Cheng
Lo annunciano il marito, le figlie e i nipoti.- I fune- rali si terranno il 5 gennaio ore 15 nella chiesa Santa Maria Rossa, via Berra, Crescenzago.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Annamaria Bernardini de Pace ricorda con infi- nita nostalgia le parole, gli insegnamenti, l'ironia, la saggezza del
Dott. Manlio Esposito
un grande magistrato, un amico affettuoso. - Milano, 3 gennaio 2016.
I collaboratori e le segretarie dello studio legale Bernardini de Pace abbracciano Livia nel dolore per la morte del suo papà
Dott. Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Enrico e Clara Nicolini si uniscono al dolore di Valeria e dei figli per la scomparsa di
Manlio Esposito
ricordandone le doti di esemplare magistrato. - Milano, 4 gennaio 2016.
Concettina e Alessandra con Maura e Bruno piangono la scomparsa di
Manlio
il caro amico di una vita. - Nizza, 2 gennaio 2016.
Peppino e Giovanna Naponiello si uniscono commossi al dolore di Valeria e famiglia per la per- dita di
Manlio - Cannes, 2 gennaio 2016.
Giuseppe Naponiello, Maura Naponiello e lo Studio Associato Dottori Commercialisti partecipa- no al dolore della famiglia per la perdita del
dott. Manlio Esposito - Milano, 4 gennaio 2016.
Raffaele e Nuccy con Gabriele e Melania sono affettuosamente vicini a Valeria, Fabio, Mauro e Livia per l'improvvisa scomparsa del carissimo
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Giuseppe e Valeria Bernoni. - Antonio Labombarda.
Fulvio e Teresa Albini con i figli Annalisa Fede- rico Enrico sono affettuosamente vicini a Valeria Fabio Mauro e Livia per la perdita dell'amato
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Alan, Richard e Francesca Rizzi abbracciano con affetto Fabio per la scomparsa del caro papà
Dott. Manlio Esposito
Magistrato esemplare di grandi ideali. - Milano, 3 gennaio 2016.
Luigi, Alberta e familiari profondamente com- mossi partecipano al dolore di Valeria e figli per la scomparsa del carissimo amico
Manlio - Bergamo, 3 gennaio 2016.
Ernesto Caffo insieme ai membri del Consiglio Direttivo, gli operatori e tutti i volontari di Telefono Azzurro partecipa al dolore di Valeria e di tutta la sua famiglia per la perdita di
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Dott.ssa Cristina Libretti
Ricorderemo sempre la tua dolcezza e bontà d'ani- mo.- Gli amici della specialità.- Lucia Bigalli, Paola Beretta, Luca Brivio, Massimo Dones, Gianfranco Filiberti, Cinzia Foschi, Luciana Galli, Cettina Ge- rardis, Paola Iulita, Laura Loguercio, Mariateresa Lovallo, Daniela Marzano, Silvia Monti, Sara Nico- li, Marina Palmieri, Enrico Pezzotti, Patrizia Picco, Patrizia Stasi, Mauro Villa.
- Legnano, 4 gennaio 2016.
Umberto Quintavalle si inchina nel ricordo
dell'amico e uomo assolutamente straordinario
Enrico Crespi
esempio di vita e nobiltà d'animo ed è affettuosa- mente al fianco di Miriam in questo tristissimo mo- mento. - Milano, 4 gennaio 2016.
Dopo una vita intensa di lavoro e di soddisfazioni è mancato il
Dott. Sergio Villa
Lo annuncia con immenso dolore la moglie Rose- marie Palas.- Per i funerali rivolgersi al numero 02.32867. - Milano, 3 gennaio 2016.
Otto, Brigitte e Sacha partecipano commossi alla dipartita del cognato e zio
Dott. Sergio Villa - Vienna, 3 gennaio 2016.
Valeria Gualeni e famiglia sono affettuosamente vicine all'amica Rosemarie per la perdita del ma- rito
Dott. Sergio Villa - Milano, 3 gennaio 2016.
Sergio Villa
Partecipano al lutto:
- Pinuccia Tardivello.
- Giovanni e Maria Bolla.
Maurizio Quatrini sacrifica il rituale gallo al Mae- stro
Prof. Elio Polli
ricordando con gratitudine il suo sapiente insegna- mento dell'arte medica.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Fondazione e Associazione Assistenza Studio Malati Ematologici ASME partecipano al dolore per la perdita del consigliere e socio fondatore
Prof. Elio Polli
illustre ematologo, dedito alla scienza e alla clini- ca, di umana sensibilità.
- Milano, 4 gennaio 2016.
Gianfranco e Carla Barazzetta con i figli Paola e Riccardo con la moglie Renata partecipano com- mossi al dolore di Gianna e Alberto per la scom- parsa del caro amico di una vita
Giovanni Marinatto - Milano, 3 gennaio 2016.
La moglie Mariapia, i figli Marco e Giorgio con Tristana e Natascia e i nipotini piangono la scom- parsa del loro amato
Giancarlo Poletto
marito adorato, padre ineguagliabile e dolcissimo nonno. - Tradate, 2 gennaio 2016.
È mancato all'affetto dei suoi cari l'amatissimo zio
Giancarlo Viganoni
Ne danno il triste annuncio i nipoti e parenti tutti.- Per giorno e ora funerali contattare il 02.9242689 dopo le ore 15. - Milano, 2 gennaio 2016.
Mauro e Betty Quercioli con Isabella Bezzera so- no vicini al dottor Carlo Maria Colombo e alla sua famiglia per la prematura scomparsa della moglie
Rosangela Orsenigo Colombo - Milano, 2 gennaio 2016.
Isa e Guido sono vicini a Enrico con Guya per la perdita del caro papà
Giorgio Della Casa - Milano, 3 gennaio 2016.
Teresita Concetta Giovanetti
Cara Tere, sei stata il mio grande amore giovani- le!- Riposa in pace.- Ettore.
- Roma, 3 genneio 2016.
Lina Panasia
Con immenso dolore diamo notizia che oerfettamente d'accordo è morto ammazzato dal rosicamento
Vittorio Santagostino
è tornato alla casa del Padre.- I funerali si svolge- ranno lunedì 4 gennaio alle ore 11 direttamente nella chiesa di San Pietro in Sala (piazza Wagner). - Milano, 2 gennaio 2016.
Pier Paolo, Giovanni, Renata, Benedetta, Elisa, Maria Chiara, Natalie, Sofia, Vittorio, Carlo e Ber- nardo ricordano con grande affetto e tenerezza il loro caro
nonno Vittorio - Milano, 2 gennaio 2016.
Mario Fochi, Nunzia e Brando Vitali con Antonio e Marta si stringono con molto affetto a Paola ed ai figli nel ricordo del carissimo, indimenticabile cu- gino
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Bianca con Alvise, Laura con Roberto, Doda con Marco, e Silvia sono affettuosamente vicini a Paola e a tutti i cugini per la scomparsa di
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giovanni e Cecilia Fumagalli sono vicini a Paola, Chiara, Valerio, Marco e Giulia nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Camogli, 3 gennaio 2016.
Roberta e Luca, Stefania e Giorgio con i figli sono vicini con affetto alla zia Paola e ai cugini nel ri- cordo dello
zio Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Luisa Tedeschi abbraccia Paola e i suoi figli ri- cordando
Vittorio
persona indimenticabile.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno, Bea, Nicolò, Barbara e Guido sono vicini a Paola e figli nel ricordo del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Gianna e Giuseppe Rodolfi partecipano con commosso affetto al dolore di Paola e figli per la scomparsa del carissimo
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Marino e Franca sono vicini a Paola per la scom- parsa di
Vittorio Santagostino
e inviano tante affettuose condoglianze a lei e a tutta la famiglia. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ernesto Elena e figli abbracciano commossi Pao- la e la sua famiglia nel ricordo di
Vittorio
dolce caro amico di tanti anni. - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Aldo e Marialaura Cannavale.
Giancarlo e Giovanna con Mario e Giulia, Anna, Cesare e Laura sono vicini con tanto affetto a Paola e figli ricordando il caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giancarlo e Giovanni con le loro famiglie si uni- scono al dolore di Marco, Giulia, Valerio, Chiara e della loro mamma per la scomparsa del papà
Vittorio Santagostino - Biella, 4 gennaio 2016.
Bernardo Negri da Oleggio, con i figli, Minù con Luigi, Dadi, Betty, Michele con Tui, si stringe affet- tuosamente a Paola ed ai figli, Chiara, Giulia, Va- lerio e Marco per la scomparsa di
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Giulio e Alessandra Fumagalli Romario con i figli sono affettuosamente vicini a Paola e famiglia nel dolore per la scomparsa di
Vittorio - Monza, 3 gennaio 2016.
Marco Francesca Raffaele e Maide si stringono forte a Giulia e a tutta la famiglia nel ricordo del caro papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Ugo e Micaela Fumagalli Romario con Giulio Barbara Prisca e le rispettive famiglie sono affet- tuosamente vicini a Paola Chiara Valerio Marco e Giulia ricordando i felici momenti trascorsi con
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Nicola e Sofia si stringono con affetto a Giulia e a tutta la sua famiglia nel dolore per la perdita del papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Rosalinda con famiglia è vicina a Paola e figli nel ricordo del carissimo amico
Vittorio - Milano, 4 gennaio 2016.
Dario Benedetta Soresina e figli si stringono con affetto a Paola e a tutta la sua famiglia per la scom- parsa del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Marco e Silvia Soresina, Amedeo e Luisa Ponzani con le loro famiglie abbracciano con affetto Paola e figli nel ricordo del caro
Dott. Ing. Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Emilio e Paola Respighi.
Uberto e Ada Manetti, Enrico e Gianna Belloni, addolorati, ricordano affettuosamente e pregano per
Vittorio Santagostino - Milano - Genova, 3 gennaio 2016.
Jacopo e Roberta, Alexander e Giordana, Giam- paolo e Rita sono vicini a Giulia per la perdita del suo caro papà
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Carlo e Mariasilvia sono vicini a tutta la famiglia Santagostino nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Cervinia, 3 gennaio 2016.
Vittorio, Fiorella Borghini e figli partecipano con vivo affettuoso dolore la morte del caro amico
Vittorio Santagostino
A Paola e ai suoi figli un caro e forte abbraccio. - Milano, 3 gennaio 2016.
Katinka e Pierandrea terranno sempre nel cuore
Vittorio
l'amico caro di una vita e abbracciano Paola con grande affetto. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ricorderemo sempre con grande affetto il nostro carissimo amico di sempre
Vittorio
Mario Grazia Ruggero Fiorenza con tutti i loro figli abbracciano Paola e la sua grande famiglia.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Pietro Francesca e Marco. - Luigi Bellini.
- Grazia Coppi.
- Eldo e Anna Jordan.
Roberto Beretta, ricordando lontani giorni sere- ni, è vicino a Paola, Chiara e a tutti i familiari, per la perdita del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Antonio e Ginia, con Enrico Elena Cecilia e le loro famiglie, abbracciano con tanto affetto Paola con tutti i suoi figli e nipoti nel ricordo del carissimo
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipa al lutto:
- Maddalena Massimini.
Vittorio Santagostino
Partecipano al lutto:
- Vittorianna Cervi Simoni.
- Maria Gamna Perna.
- Achille e Barbara De Tomasi.
- Paolo e Anna Lazzaroni Andina.
- Antonio, Mary Louise Sacconaghi e figli. - Carla, Laura, Pietro, Francesca Ceretti.
Dopo che una lunga malattia lo ha lentamente allontanato da noi, è salito in cielo il nostro
Renato Muzzin Scevola
libero finalmente di illuminare da lassù la vita dei suoi amati Pia, Paola, Giulia, Riccardo, dei piccoli adorati Edoardo e Camilla e di tutti coloro che ha amato e che lo porteranno sempre nel cuore.- I funerali avranno luogo martedì 5 gennaio alle ore 10.30 presso la parrocchia del Sacro Cuore a No- vara, viale Roma. - Novara, 4 gennaio 2016.
Ciao
Renato
tutti noi, Nini, Maurizio ed Emanuela, Alessandra ed Eugenio, Federica ti ricorderemo sempre con l'immenso affetto di una vita trascorsa insieme.- Grazie per il tuo sorriso e per la tua presenza che è stata una parte importante della nostra famiglia.- Ci stringiamo forte a Maria Pia, Paola e Giulia ed a tutti i tuoi cari. - Novara, 4 gennaio 2016.
Gli amici Nello Giuliana, Franca, Franco Ga- briella, Marisa, Renato Anna, Maurizio Anna, Ni- cola Lucia, Francesco Adriana, Carlo Lilli, Michele Patrizia, Edoardo Antonietta, Rita, Marco Isabella, Roberto Luciana si stringono con affetto a Pia e a tutta la sua famiglia nel ricordo di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno e Valeria, Carlo e Patrizia, Italo e Fiorella, Nico e Luisella con Franca, sono fraternamente vi- cini a Pia e famiglia per l'improvvisa scomparsa di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Fabrizio e Stella Cortese con Anna, Silvia e Ca- milla, addolorati sono affettuosamente vicini ai figli Fabio, Davide e Claudio nel momento del doloroso distacco dal loro caro papà
Alberto Brancaglion - Milano, 3 gennaio 2016.
È mancata all'affetto dei suoi cari
Ilaria Terzi Stangalino
Ne danno il doloroso annuncio il marito Ludovico, le figlie Maria Giulia e Costanza, i genitori Rosella ed Enos, la sorella Maria Letizia con Giovanni, i suoceri Patricia e Carlo, i cognati Enrico con Marta, Alvise con Valeria, nipoti e parenti tutti.- Le esequie si svolgeranno a Milano martedì 5 gennaio nella parrocchia di Santa Maria alla Fontana.- Per l'ora- rio telefonare allo 02.29514093.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Toni e Giovanna con Anna e Alberto abbraccia-
no commossi Ludo, Maria Giulia, Costanza e fami- glia e si uniscono nella preghiera ricordando la te- nerezza di
Ilaria - Milano, 3 gennaio 2016.
Milanese da quarantacinque anni, dopo aver de- dicato l'intera vita alla famiglia, a 80 anni è salita in paradiso
Yu Ying (Nenè) Cheng
Lo annunciano il marito, le figlie e i nipoti.- I fune- rali si terranno il 5 gennaio ore 15 nella chiesa Santa Maria Rossa, via Berra, Crescenzago.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Annamaria Bernardini de Pace ricorda con infi- nita nostalgia le parole, gli insegnamenti, l'ironia, la saggezza del
Dott. Manlio Esposito
un grande magistrato, un amico affettuoso. - Milano, 3 gennaio 2016.
I collaboratori e le segretarie dello studio legale Bernardini de Pace abbracciano Livia nel dolore per la morte del suo papà
Dott. Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Enrico e Clara Nicolini si uniscono al dolore di Valeria e dei figli per la scomparsa di
Manlio Esposito
ricordandone le doti di esemplare magistrato. - Milano, 4 gennaio 2016.
Concettina e Alessandra con Maura e Bruno piangono la scomparsa di
Manlio
il caro amico di una vita. - Nizza, 2 gennaio 2016.
Peppino e Giovanna Naponiello si uniscono commossi al dolore di Valeria e famiglia per la per- dita di
Manlio - Cannes, 2 gennaio 2016.
Giuseppe Naponiello, Maura Naponiello e lo Studio Associato Dottori Commercialisti partecipa- no al dolore della famiglia per la perdita del
dott. Manlio Esposito - Milano, 4 gennaio 2016.
Raffaele e Nuccy con Gabriele e Melania sono affettuosamente vicini a Valeria, Fabio, Mauro e Livia per l'improvvisa scomparsa del carissimo
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Giuseppe e Valeria Bernoni. - Antonio Labombarda.
Fulvio e Teresa Albini con i figli Annalisa Fede- rico Enrico sono affettuosamente vicini a Valeria Fabio Mauro e Livia per la perdita dell'amato
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Alan, Richard e Francesca Rizzi abbracciano con affetto Fabio per la scomparsa del caro papà
Dott. Manlio Esposito
Magistrato esemplare di grandi ideali. - Milano, 3 gennaio 2016.
Luigi, Alberta e familiari profondamente com- mossi partecipano al dolore di Valeria e figli per la scomparsa del carissimo amico
Manlio - Bergamo, 3 gennaio 2016.
Ernesto Caffo insieme ai membri del Consiglio Direttivo, gli operatori e tutti i volontari di Telefono Azzurro partecipa al dolore di Valeria e di tutta la sua famiglia per la perdita di
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Dott.ssa Cristina Libretti
Ricorderemo sempre la tua dolcezza e bontà d'ani- mo.- Gli amici della specialità.- Lucia Bigalli, Paola Beretta, Luca Brivio, Massimo Dones, Gianfranco Filiberti, Cinzia Foschi, Luciana Galli, Cettina Ge- rardis, Paola Iulita, Laura Loguercio, Mariateresa Lovallo, Daniela Marzano, Silvia Monti, Sara Nico- li, Marina Palmieri, Enrico Pezzotti, Patrizia Picco, Patrizia Stasi, Mauro Villa.
- Legnano, 4 gennaio 2016.
Umberto Quintavalle si inchina nel ricordo
dell'amico e uomo assolutamente straordinario
Enrico Crespi
esempio di vita e nobiltà d'animo ed è affettuosa- mente al fianco di Miriam in questo tristissimo mo- mento. - Milano, 4 gennaio 2016.
Dopo una vita intensa di lavoro e di soddisfazioni è mancato il
Dott. Sergio Villa
Lo annuncia con immenso dolore la moglie Rose- marie Palas.- Per i funerali rivolgersi al numero 02.32867. - Milano, 3 gennaio 2016.
Otto, Brigitte e Sacha partecipano commossi alla dipartita del cognato e zio
Dott. Sergio Villa - Vienna, 3 gennaio 2016.
Valeria Gualeni e famiglia sono affettuosamente vicine all'amica Rosemarie per la perdita del ma- rito
Dott. Sergio Villa - Milano, 3 gennaio 2016.
Sergio Villa
Partecipano al lutto:
- Pinuccia Tardivello.
- Giovanni e Maria Bolla.
Maurizio Quatrini sacrifica il rituale gallo al Mae- stro
Prof. Elio Polli
ricordando con gratitudine il suo sapiente insegna- mento dell'arte medica.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Fondazione e Associazione Assistenza Studio Malati Ematologici ASME partecipano al dolore per la perdita del consigliere e socio fondatore
Prof. Elio Polli
illustre ematologo, dedito alla scienza e alla clini- ca, di umana sensibilità.
- Milano, 4 gennaio 2016.
Gianfranco e Carla Barazzetta con i figli Paola e Riccardo con la moglie Renata partecipano com- mossi al dolore di Gianna e Alberto per la scom- parsa del caro amico di una vita
Giovanni Marinatto - Milano, 3 gennaio 2016.
La moglie Mariapia, i figli Marco e Giorgio con Tristana e Natascia e i nipotini piangono la scom- parsa del loro amato
Giancarlo Poletto
marito adorato, padre ineguagliabile e dolcissimo nonno. - Tradate, 2 gennaio 2016.
È mancato all'affetto dei suoi cari l'amatissimo zio
Giancarlo Viganoni
Ne danno il triste annuncio i nipoti e parenti tutti.- Per giorno e ora funerali contattare il 02.9242689 dopo le ore 15. - Milano, 2 gennaio 2016.
Mauro e Betty Quercioli con Isabella Bezzera so- no vicini al dottor Carlo Maria Colombo e alla sua famiglia per la prematura scomparsa della moglie
Rosangela Orsenigo Colombo - Milano, 2 gennaio 2016.
Isa e Guido sono vicini a Enrico con Guya per la perdita del caro papà
Giorgio Della Casa - Milano, 3 gennaio 2016.
Teresita Concetta Giovanetti
Cara Tere, sei stata il mio grande amore giovani- le!- Riposa in pace.- Ettore.
- Roma, 3 genneio 2016.
Lina Panasia
Ciao Lina amica carmenso dolore che il marito
Vittorio Santagostino
è tornato alla casa del Padre.- I funerali si svolge- ranno lunedì 4 gennaio alle ore 11 direttamente nella chiesa di San Pietro in Sala (piazza Wagner). - Milano, 2 gennaio 2016.
Pier Paolo, Giovanni, Renata, Benedetta, Elisa, Maria Chiara, Natalie, Sofia, Vittorio, Carlo e Ber- nardo ricordano con grande affetto e tenerezza il loro caro
nonno Vittorio - Milano, 2 gennaio 2016.
Mario Fochi, Nunzia e Brando Vitali con Antonio e Marta si stringono con molto affetto a Paola ed ai figli nel ricordo del carissimo, indimenticabile cu- gino
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Bianca con Alvise, Laura con Roberto, Doda con Marco, e Silvia sono affettuosamente vicini a Paola e a tutti i cugini per la scomparsa di
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giovanni e Cecilia Fumagalli sono vicini a Paola, Chiara, Valerio, Marco e Giulia nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Camogli, 3 gennaio 2016.
Roberta e Luca, Stefania e Giorgio con i figli sono vicini con affetto alla zia Paola e ai cugini nel ri- cordo dello
zio Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Luisa Tedeschi abbraccia Paola e i suoi figli ri- cordando
Vittorio
persona indimenticabile.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno, Bea, Nicolò, Barbara e Guido sono vicini a Paola e figli nel ricordo del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Gianna e Giuseppe Rodolfi partecipano con commosso affetto al dolore di Paola e figli per la scomparsa del carissimo
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Marino e Franca sono vicini a Paola per la scom- parsa di
Vittorio Santagostino
e inviano tante affettuose condoglianze a lei e a tutta la famiglia. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ernesto Elena e figli abbracciano commossi Pao- la e la sua famiglia nel ricordo di
Vittorio
dolce caro amico di tanti anni. - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Aldo e Marialaura Cannavale.
Giancarlo e Giovanna con Mario e Giulia, Anna, Cesare e Laura sono vicini con tanto affetto a Paola e figli ricordando il caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giancarlo e Giovanni con le loro famiglie si uni- scono al dolore di Marco, Giulia, Valerio, Chiara e della loro mamma per la scomparsa del papà
Vittorio Santagostino - Biella, 4 gennaio 2016.
Bernardo Negri da Oleggio, con i figli, Minù con Luigi, Dadi, Betty, Michele con Tui, si stringe affet- tuosamente a Paola ed ai figli, Chiara, Giulia, Va- lerio e Marco per la scomparsa di
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Giulio e Alessandra Fumagalli Romario con i figli sono affettuosamente vicini a Paola e famiglia nel dolore per la scomparsa di
Vittorio - Monza, 3 gennaio 2016.
Marco Francesca Raffaele e Maide si stringono forte a Giulia e a tutta la famiglia nel ricordo del caro papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Ugo e Micaela Fumagalli Romario con Giulio Barbara Prisca e le rispettive famiglie sono affet- tuosamente vicini a Paola Chiara Valerio Marco e Giulia ricordando i felici momenti trascorsi con
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Nicola e Sofia si stringono con affetto a Giulia e a tutta la sua famiglia nel dolore per la perdita del papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Rosalinda con famiglia è vicina a Paola e figli nel ricordo del carissimo amico
Vittorio - Milano, 4 gennaio 2016.
Dario Benedetta Soresina e figli si stringono con affetto a Paola e a tutta la sua famiglia per la scom- parsa del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Marco e Silvia Soresina, Amedeo e Luisa Ponzani con le loro famiglie abbracciano con affetto Paola e figli nel ricordo del caro
Dott. Ing. Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Emilio e Paola Respighi.
Uberto e Ada Manetti, Enrico e Gianna Belloni, addolorati, ricordano affettuosamente e pregano per
Vittorio Santagostino - Milano - Genova, 3 gennaio 2016.
Jacopo e Roberta, Alexander e Giordana, Giam- paolo e Rita sono vicini a Giulia per la perdita del suo caro papà
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Carlo e Mariasilvia sono vicini a tutta la famiglia Santagostino nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Cervinia, 3 gennaio 2016.
Vittorio, Fiorella Borghini e figli partecipano con vivo affettuoso dolore la morte del caro amico
Vittorio Santagostino
A Paola e ai suoi figli un caro e forte abbraccio. - Milano, 3 gennaio 2016.
Katinka e Pierandrea terranno sempre nel cuore
Vittorio
l'amico caro di una vita e abbracciano Paola con grande affetto. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ricorderemo sempre con grande affetto il nostro carissimo amico di sempre
Vittorio
Mario Grazia Ruggero Fiorenza con tutti i loro figli abbracciano Paola e la sua grande famiglia.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Pietro Francesca e Marco. - Luigi Bellini.
- Grazia Coppi.
- Eldo e Anna Jordan.
Roberto Beretta, ricordando lontani giorni sere- ni, è vicino a Paola, Chiara e a tutti i familiari, per la perdita del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Antonio e Ginia, con Enrico Elena Cecilia e le loro famiglie, abbracciano con tanto affetto Paola con tutti i suoi figli e nipoti nel ricordo del carissimo
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipa al lutto:
- Maddalena Massimini.
Vittorio Santagostino
Partecipano al lutto:
- Vittorianna Cervi Simoni.
- Maria Gamna Perna.
- Achille e Barbara De Tomasi.
- Paolo e Anna Lazzaroni Andina.
- Antonio, Mary Louise Sacconaghi e figli. - Carla, Laura, Pietro, Francesca Ceretti.
Dopo che una lunga malattia lo ha lentamente allontanato da noi, è salito in cielo il nostro
Renato Muzzin Scevola
libero finalmente di illuminare da lassù la vita dei suoi amati Pia, Paola, Giulia, Riccardo, dei piccoli adorati Edoardo e Camilla e di tutti coloro che ha amato e che lo porteranno sempre nel cuore.- I funerali avranno luogo martedì 5 gennaio alle ore 10.30 presso la parrocchia del Sacro Cuore a No- vara, viale Roma. - Novara, 4 gennaio 2016.
Ciao
Renato
tutti noi, Nini, Maurizio ed Emanuela, Alessandra ed Eugenio, Federica ti ricorderemo sempre con l'immenso affetto di una vita trascorsa insieme.- Grazie per il tuo sorriso e per la tua presenza che è stata una parte importante della nostra famiglia.- Ci stringiamo forte a Maria Pia, Paola e Giulia ed a tutti i tuoi cari. - Novara, 4 gennaio 2016.
Gli amici Nello Giuliana, Franca, Franco Ga- briella, Marisa, Renato Anna, Maurizio Anna, Ni- cola Lucia, Francesco Adriana, Carlo Lilli, Michele Patrizia, Edoardo Antonietta, Rita, Marco Isabella, Roberto Luciana si stringono con affetto a Pia e a tutta la sua famiglia nel ricordo di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno e Valeria, Carlo e Patrizia, Italo e Fiorella, Nico e Luisella con Franca, sono fraternamente vi- cini a Pia e famiglia per l'improvvisa scomparsa di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Fabrizio e Stella Cortese con Anna, Silvia e Ca- milla, addolorati sono affettuosamente vicini ai figli Fabio, Davide e Claudio nel momento del doloroso distacco dal loro caro papà
Alberto Brancaglion - Milano, 3 gennaio 2016.
È mancata all'affetto dei suoi cari
Ilaria Terzi Stangalino
Ne danno il doloroso annuncio il marito Ludovico, le figlie Maria Giulia e Costanza, i genitori Rosella ed Enos, la sorella Maria Letizia con Giovanni, i suoceri Patricia e Carlo, i cognati Enrico con Marta, Alvise con Valeria, nipoti e parenti tutti.- Le esequie si svolgeranno a Milano martedì 5 gennaio nella parrocchia di Santa Maria alla Fontana.- Per l'ora- rio telefonare allo 02.29514093.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Toni e Giovanna con Anna e Alberto abbraccia-
no commossi Ludo, Maria Giulia, Costanza e fami- glia e si uniscono nella preghiera ricordando la te- nerezza di
Ilaria - Milano, 3 gennaio 2016.
Milanese da quarantacinque anni, dopo aver de- dicato l'intera vita alla famiglia, a 80 anni è salita in paradiso
Yu Ying (Nenè) Cheng
Lo annunciano il marito, le figlie e i nipoti.- I fune- rali si terranno il 5 gennaio ore 15 nella chiesa Santa Maria Rossa, via Berra, Crescenzago.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Annamaria Bernardini de Pace ricorda con infi- nita nostalgia le parole, gli insegnamenti, l'ironia, la saggezza del
Dott. Manlio Esposito
un grande magistrato, un amico affettuoso. - Milano, 3 gennaio 2016.
I collaboratori e le segretarie dello studio legale Bernardini de Pace abbracciano Livia nel dolore per la morte del suo papà
Dott. Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Enrico e Clara Nicolini si uniscono al dolore di Valeria e dei figli per la scomparsa di
Manlio Esposito
ricordandone le doti di esemplare magistrato. - Milano, 4 gennaio 2016.
Concettina e Alessandra con Maura e Bruno piangono la scomparsa di
Manlio
il caro amico di una vita. - Nizza, 2 gennaio 2016.
Peppino e Giovanna Naponiello si uniscono commossi al dolore di Valeria e famiglia per la per- dita di
Manlio - Cannes, 2 gennaio 2016.
Giuseppe Naponiello, Maura Naponiello e lo Studio Associato Dottori Commercialisti partecipa- no al dolore della famiglia per la perdita del
dott. Manlio Esposito - Milano, 4 gennaio 2016.
Raffaele e Nuccy con Gabriele e Melania sono affettuosamente vicini a Valeria, Fabio, Mauro e Livia per l'improvvisa scomparsa del carissimo
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Giuseppe e Valeria Bernoni. - Antonio Labombarda.
Fulvio e Teresa Albini con i figli Annalisa Fede- rico Enrico sono affettuosamente vicini a Valeria Fabio Mauro e Livia per la perdita dell'amato
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Alan, Richard e Francesca Rizzi abbracciano con affetto Fabio per la scomparsa del caro papà
Dott. Manlio Esposito
Magistrato esemplare di grandi ideali. - Milano, 3 gennaio 2016.
Luigi, Alberta e familiari profondamente com- mossi partecipano al dolore di Valeria e figli per la scomparsa del carissimo amico
Manlio - Bergamo, 3 gennaio 2016.
Ernesto Caffo insieme ai membri del Consiglio Direttivo, gli operatori e tutti i volontari di Telefono Azzurro partecipa al dolore di Valeria e di tutta la sua famiglia per la perdita di
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Dott.ssa Cristina Libretti
Ricorderemo sempre la tua dolcezza e bontà d'ani- mo.- Gli amici della specialità.- Lucia Bigalli, Paola Beretta, Luca Brivio, Massimo Dones, Gianfranco Filiberti, Cinzia Foschi, Luciana Galli, Cettina Ge- rardis, Paola Iulita, Laura Loguercio, Mariateresa Lovallo, Daniela Marzano, Silvia Monti, Sara Nico- li, Marina Palmieri, Enrico Pezzotti, Patrizia Picco, Patrizia Stasi, Mauro Villa.
- Legnano, 4 gennaio 2016.
Umberto Quintavalle si inchina nel ricordo
dell'amico e uomo assolutamente straordinario
Enrico Crespi
esempio di vita e nobiltà d'animo ed è affettuosa- mente al fianco di Miriam in questo tristissimo mo- mento. - Milano, 4 gennaio 2016.
Dopo una vita intensa di lavoro e di soddisfazioni è mancato il
Dott. Sergio Villa
Lo annuncia con immenso dolore la moglie Rose- marie Palas.- Per i funerali rivolgersi al numero 02.32867. - Milano, 3 gennaio 2016.
Otto, Brigitte e Sacha partecipano commossi alla dipartita del cognato e zio
Dott. Sergio Villa - Vienna, 3 gennaio 2016.
Valeria Gualeni e famiglia sono affettuosamente vicine all'amica Rosemarie per la perdita del ma- rito
Dott. Sergio Villa - Milano, 3 gennaio 2016.
Sergio Villa
Partecipano al lutto:
- Pinuccia Tardivello.
- Giovanni e Maria Bolla.
Maurizio Quatrini sacrifica il rituale gallo al Mae- stro
Prof. Elio Polli
ricordando con gratitudine il suo sapiente insegna- mento dell'arte medica.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Fondazione e Associazione Assistenza Studio Malati Ematologici ASME partecipano al dolore per la perdita del consigliere e socio fondatore
Prof. Elio Polli
illustre ematologo, dedito alla scienza e alla clini- ca, di umana sensibilità.
- Milano, 4 gennaio 2016.
Gianfranco e Carla Barazzetta con i figli Paola e Riccardo con la moglie Renata partecipano com- mossi al dolore di Gianna e Alberto per la scom- parsa del caro amico di una vita
Giovanni Marinatto - Milano, 3 gennaio 2016.
La moglie Mariapia, i figli Marco e Giorgio con Tristana e Natascia e i nipotini piangono la scom- parsa del loro amato
Giancarlo Poletto
marito adorato, padre ineguagliabile e dolcissimo nonno. - Tradate, 2 gennaio 2016.
È mancato all'affetto dei suoi cari l'amatissimo zio
Giancarlo Viganoni
Ne danno il triste annuncio i nipoti e parenti tutti.- Per giorno e ora funerali contattare il 02.9242689 dopo le ore 15. - Milano, 2 gennaio 2016.
Mauro e Betty Quercioli con Isabella Bezzera so- no vicini al dottor Carlo Maria Colombo e alla sua famiglia per la prematura scomparsa della moglie
Rosangela Orsenigo Colombo - Milano, 2 gennaio 2016.
Isa e Guido sono vicini a Enrico con Guya per la perdita del caro papà
Giorgio Della Casa - Milano, 3 gennaio 2016.
Teresita Concetta Giovanetti
Cara Tere, sei stata il mio grande amore giovani- le!- Riposa in pace.- Ettore.
- Roma, 3 genneio 2016.
Lina Panasia
Con immenso dolore diamo notizia che oerfettamente d'accordo è morto ammazzato dal rosicamento
Vittorio Santagostino
è tornato alla casa del Padre.- I funerali si svolge- ranno lunedì 4 gennaio alle ore 11 direttamente nella chiesa di San Pietro in Sala (piazza Wagner). - Milano, 2 gennaio 2016.
Pier Paolo, Giovanni, Renata, Benedetta, Elisa, Maria Chiara, Natalie, Sofia, Vittorio, Carlo e Ber- nardo ricordano con grande affetto e tenerezza il loro caro
nonno Vittorio - Milano, 2 gennaio 2016.
Mario Fochi, Nunzia e Brando Vitali con Antonio e Marta si stringono con molto affetto a Paola ed ai figli nel ricordo del carissimo, indimenticabile cu- gino
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Bianca con Alvise, Laura con Roberto, Doda con Marco, e Silvia sono affettuosamente vicini a Paola e a tutti i cugini per la scomparsa di
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giovanni e Cecilia Fumagalli sono vicini a Paola, Chiara, Valerio, Marco e Giulia nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Camogli, 3 gennaio 2016.
Roberta e Luca, Stefania e Giorgio con i figli sono vicini con affetto alla zia Paola e ai cugini nel ri- cordo dello
zio Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Luisa Tedeschi abbraccia Paola e i suoi figli ri- cordando
Vittorio
persona indimenticabile.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno, Bea, Nicolò, Barbara e Guido sono vicini a Paola e figli nel ricordo del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Gianna e Giuseppe Rodolfi partecipano con commosso affetto al dolore di Paola e figli per la scomparsa del carissimo
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Marino e Franca sono vicini a Paola per la scom- parsa di
Vittorio Santagostino
e inviano tante affettuose condoglianze a lei e a tutta la famiglia. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ernesto Elena e figli abbracciano commossi Pao- la e la sua famiglia nel ricordo di
Vittorio
dolce caro amico di tanti anni. - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Aldo e Marialaura Cannavale.
Giancarlo e Giovanna con Mario e Giulia, Anna, Cesare e Laura sono vicini con tanto affetto a Paola e figli ricordando il caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giancarlo e Giovanni con le loro famiglie si uni- scono al dolore di Marco, Giulia, Valerio, Chiara e della loro mamma per la scomparsa del papà
Vittorio Santagostino - Biella, 4 gennaio 2016.
Bernardo Negri da Oleggio, con i figli, Minù con Luigi, Dadi, Betty, Michele con Tui, si stringe affet- tuosamente a Paola ed ai figli, Chiara, Giulia, Va- lerio e Marco per la scomparsa di
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Giulio e Alessandra Fumagalli Romario con i figli sono affettuosamente vicini a Paola e famiglia nel dolore per la scomparsa di
Vittorio - Monza, 3 gennaio 2016.
Marco Francesca Raffaele e Maide si stringono forte a Giulia e a tutta la famiglia nel ricordo del caro papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Ugo e Micaela Fumagalli Romario con Giulio Barbara Prisca e le rispettive famiglie sono affet- tuosamente vicini a Paola Chiara Valerio Marco e Giulia ricordando i felici momenti trascorsi con
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Nicola e Sofia si stringono con affetto a Giulia e a tutta la sua famiglia nel dolore per la perdita del papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Rosalinda con famiglia è vicina a Paola e figli nel ricordo del carissimo amico
Vittorio - Milano, 4 gennaio 2016.
Dario Benedetta Soresina e figli si stringono con affetto a Paola e a tutta la sua famiglia per la scom- parsa del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Marco e Silvia Soresina, Amedeo e Luisa Ponzani con le loro famiglie abbracciano con affetto Paola e figli nel ricordo del caro
Dott. Ing. Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Emilio e Paola Respighi.
Uberto e Ada Manetti, Enrico e Gianna Belloni, addolorati, ricordano affettuosamente e pregano per
Vittorio Santagostino - Milano - Genova, 3 gennaio 2016.
Jacopo e Roberta, Alexander e Giordana, Giam- paolo e Rita sono vicini a Giulia per la perdita del suo caro papà
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Carlo e Mariasilvia sono vicini a tutta la famiglia Santagostino nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Cervinia, 3 gennaio 2016.
Vittorio, Fiorella Borghini e figli partecipano con vivo affettuoso dolore la morte del caro amico
Vittorio Santagostino
A Paola e ai suoi figli un caro e forte abbraccio. - Milano, 3 gennaio 2016.
Katinka e Pierandrea terranno sempre nel cuore
Vittorio
l'amico caro di una vita e abbracciano Paola con grande affetto. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ricorderemo sempre con grande affetto il nostro carissimo amico di sempre
Vittorio
Mario Grazia Ruggero Fiorenza con tutti i loro figli abbracciano Paola e la sua grande famiglia.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Pietro Francesca e Marco. - Luigi Bellini.
- Grazia Coppi.
- Eldo e Anna Jordan.
Roberto Beretta, ricordando lontani giorni sere- ni, è vicino a Paola, Chiara e a tutti i familiari, per la perdita del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Antonio e Ginia, con Enrico Elena Cecilia e le loro famiglie, abbracciano con tanto affetto Paola con tutti i suoi figli e nipoti nel ricordo del carissimo
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipa al lutto:
- Maddalena Massimini.
Vittorio Santagostino
Partecipano al lutto:
- Vittorianna Cervi Simoni.
- Maria Gamna Perna.
- Achille e Barbara De Tomasi.
- Paolo e Anna Lazzaroni Andina.
- Antonio, Mary Louise Sacconaghi e figli. - Carla, Laura, Pietro, Francesca Ceretti.
Dopo che una lunga malattia lo ha lentamente allontanato da noi, è salito in cielo il nostro
Renato Muzzin Scevola
libero finalmente di illuminare da lassù la vita dei suoi amati Pia, Paola, Giulia, Riccardo, dei piccoli adorati Edoardo e Camilla e di tutti coloro che ha amato e che lo porteranno sempre nel cuore.- I funerali avranno luogo martedì 5 gennaio alle ore 10.30 presso la parrocchia del Sacro Cuore a No- vara, viale Roma. - Novara, 4 gennaio 2016.
Ciao
Renato
tutti noi, Nini, Maurizio ed Emanuela, Alessandra ed Eugenio, Federica ti ricorderemo sempre con l'immenso affetto di una vita trascorsa insieme.- Grazie per il tuo sorriso e per la tua presenza che è stata una parte importante della nostra famiglia.- Ci stringiamo forte a Maria Pia, Paola e Giulia ed a tutti i tuoi cari. - Novara, 4 gennaio 2016.
Gli amici Nello Giuliana, Franca, Franco Ga- briella, Marisa, Renato Anna, Maurizio Anna, Ni- cola Lucia, Francesco Adriana, Carlo Lilli, Michele Patrizia, Edoardo Antonietta, Rita, Marco Isabella, Roberto Luciana si stringono con affetto a Pia e a tutta la sua famiglia nel ricordo di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno e Valeria, Carlo e Patrizia, Italo e Fiorella, Nico e Luisella con Franca, sono fraternamente vi- cini a Pia e famiglia per l'improvvisa scomparsa di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Fabrizio e Stella Cortese con Anna, Silvia e Ca- milla, addolorati sono affettuosamente vicini ai figli Fabio, Davide e Claudio nel momento del doloroso distacco dal loro caro papà
Alberto Brancaglion - Milano, 3 gennaio 2016.
È mancata all'affetto dei suoi cari
Ilaria Terzi Stangalino
Ne danno il doloroso annuncio il marito Ludovico, le figlie Maria Giulia e Costanza, i genitori Rosella ed Enos, la sorella Maria Letizia con Giovanni, i suoceri Patricia e Carlo, i cognati Enrico con Marta, Alvise con Valeria, nipoti e parenti tutti.- Le esequie si svolgeranno a Milano martedì 5 gennaio nella parrocchia di Santa Maria alla Fontana.- Per l'ora- rio telefonare allo 02.29514093.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Toni e Giovanna con Anna e Alberto abbraccia-
no commossi Ludo, Maria Giulia, Costanza e fami- glia e si uniscono nella preghiera ricordando la te- nerezza di
Ilaria - Milano, 3 gennaio 2016.
Milanese da quarantacinque anni, dopo aver de- dicato l'intera vita alla famiglia, a 80 anni è salita in paradiso
Yu Ying (Nenè) Cheng
Lo annunciano il marito, le figlie e i nipoti.- I fune- rali si terranno il 5 gennaio ore 15 nella chiesa Santa Maria Rossa, via Berra, Crescenzago.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Annamaria Bernardini de Pace ricorda con infi- nita nostalgia le parole, gli insegnamenti, l'ironia, la saggezza del
Dott. Manlio Esposito
un grande magistrato, un amico affettuoso. - Milano, 3 gennaio 2016.
I collaboratori e le segretarie dello studio legale Bernardini de Pace abbracciano Livia nel dolore per la morte del suo papà
Dott. Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Enrico e Clara Nicolini si uniscono al dolore di Valeria e dei figli per la scomparsa di
Manlio Esposito
ricordandone le doti di esemplare magistrato. - Milano, 4 gennaio 2016.
Concettina e Alessandra con Maura e Bruno piangono la scomparsa di
Manlio
il caro amico di una vita. - Nizza, 2 gennaio 2016.
Peppino e Giovanna Naponiello si uniscono commossi al dolore di Valeria e famiglia per la per- dita di
Manlio - Cannes, 2 gennaio 2016.
Giuseppe Naponiello, Maura Naponiello e lo Studio Associato Dottori Commercialisti partecipa- no al dolore della famiglia per la perdita del
dott. Manlio Esposito - Milano, 4 gennaio 2016.
Raffaele e Nuccy con Gabriele e Melania sono affettuosamente vicini a Valeria, Fabio, Mauro e Livia per l'improvvisa scomparsa del carissimo
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Giuseppe e Valeria Bernoni. - Antonio Labombarda.
Fulvio e Teresa Albini con i figli Annalisa Fede- rico Enrico sono affettuosamente vicini a Valeria Fabio Mauro e Livia per la perdita dell'amato
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Alan, Richard e Francesca Rizzi abbracciano con affetto Fabio per la scomparsa del caro papà
Dott. Manlio Esposito
Magistrato esemplare di grandi ideali. - Milano, 3 gennaio 2016.
Luigi, Alberta e familiari profondamente com- mossi partecipano al dolore di Valeria e figli per la scomparsa del carissimo amico
Manlio - Bergamo, 3 gennaio 2016.
Ernesto Caffo insieme ai membri del Consiglio Direttivo, gli operatori e tutti i volontari di Telefono Azzurro partecipa al dolore di Valeria e di tutta la sua famiglia per la perdita di
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Dott.ssa Cristina Libretti
Ricorderemo sempre la tua dolcezza e bontà d'ani- mo.- Gli amici della specialità.- Lucia Bigalli, Paola Beretta, Luca Brivio, Massimo Dones, Gianfranco Filiberti, Cinzia Foschi, Luciana Galli, Cettina Ge- rardis, Paola Iulita, Laura Loguercio, Mariateresa Lovallo, Daniela Marzano, Silvia Monti, Sara Nico- li, Marina Palmieri, Enrico Pezzotti, Patrizia Picco, Patrizia Stasi, Mauro Villa.
- Legnano, 4 gennaio 2016.
Umberto Quintavalle si inchina nel ricordo
dell'amico e uomo assolutamente straordinario
Enrico Crespi
esempio di vita e nobiltà d'animo ed è affettuosa- mente al fianco di Miriam in questo tristissimo mo- mento. - Milano, 4 gennaio 2016.
Dopo una vita intensa di lavoro e di soddisfazioni è mancato il
Dott. Sergio Villa
Lo annuncia con immenso dolore la moglie Rose- marie Palas.- Per i funerali rivolgersi al numero 02.32867. - Milano, 3 gennaio 2016.
Otto, Brigitte e Sacha partecipano commossi alla dipartita del cognato e zio
Dott. Sergio Villa - Vienna, 3 gennaio 2016.
Valeria Gualeni e famiglia sono affettuosamente vicine all'amica Rosemarie per la perdita del ma- rito
Dott. Sergio Villa - Milano, 3 gennaio 2016.
Sergio Villa
Partecipano al lutto:
- Pinuccia Tardivello.
- Giovanni e Maria Bolla.
Maurizio Quatrini sacrifica il rituale gallo al Mae- stro
Prof. Elio Polli
ricordando con gratitudine il suo sapiente insegna- mento dell'arte medica.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Fondazione e Associazione Assistenza Studio Malati Ematologici ASME partecipano al dolore per la perdita del consigliere e socio fondatore
Prof. Elio Polli
illustre ematologo, dedito alla scienza e alla clini- ca, di umana sensibilità.
- Milano, 4 gennaio 2016.
Gianfranco e Carla Barazzetta con i figli Paola e Riccardo con la moglie Renata partecipano com- mossi al dolore di Gianna e Alberto per la scom- parsa del caro amico di una vita
Giovanni Marinatto - Milano, 3 gennaio 2016.
La moglie Mariapia, i figli Marco e Giorgio con Tristana e Natascia e i nipotini piangono la scom- parsa del loro amato
Giancarlo Poletto
marito adorato, padre ineguagliabile e dolcissimo nonno. - Tradate, 2 gennaio 2016.
È mancato all'affetto dei suoi cari l'amatissimo zio
Giancarlo Viganoni
Ne danno il triste annuncio i nipoti e parenti tutti.- Per giorno e ora funerali contattare il 02.9242689 dopo le ore 15. - Milano, 2 gennaio 2016.
Mauro e Betty Quercioli con Isabella Bezzera so- no vicini al dottor Carlo Maria Colombo e alla sua famiglia per la prematura scomparsa della moglie
Rosangela Orsenigo Colombo - Milano, 2 gennaio 2016.
Isa e Guido sono vicini a Enrico con Guya per la perdita del caro papà
Giorgio Della Casa - Milano, 3 gennaio 2016.
Teresita Concetta Giovanetti
Cara Tere, sei stata il mio grande amore giovani- le!- Riposa in pace.- Ettore.
- Roma, 3 genneio 2016.
Lina Panasia
Ciao Lina amica carmenso dolore che il marito
Vittorio Santagostino
è tornato alla casa del Padre.- I funerali si svolge- ranno lunedì 4 gennaio alle ore 11 direttamente nella chiesa di San Pietro in Sala (piazza Wagner). - Milano, 2 gennaio 2016.
Pier Paolo, Giovanni, Renata, Benedetta, Elisa, Maria Chiara, Natalie, Sofia, Vittorio, Carlo e Ber- nardo ricordano con grande affetto e tenerezza il loro caro
nonno Vittorio - Milano, 2 gennaio 2016.
Mario Fochi, Nunzia e Brando Vitali con Antonio e Marta si stringono con molto affetto a Paola ed ai figli nel ricordo del carissimo, indimenticabile cu- gino
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Bianca con Alvise, Laura con Roberto, Doda con Marco, e Silvia sono affettuosamente vicini a Paola e a tutti i cugini per la scomparsa di
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giovanni e Cecilia Fumagalli sono vicini a Paola, Chiara, Valerio, Marco e Giulia nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Camogli, 3 gennaio 2016.
Roberta e Luca, Stefania e Giorgio con i figli sono vicini con affetto alla zia Paola e ai cugini nel ri- cordo dello
zio Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Luisa Tedeschi abbraccia Paola e i suoi figli ri- cordando
Vittorio
persona indimenticabile.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno, Bea, Nicolò, Barbara e Guido sono vicini a Paola e figli nel ricordo del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Gianna e Giuseppe Rodolfi partecipano con commosso affetto al dolore di Paola e figli per la scomparsa del carissimo
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Marino e Franca sono vicini a Paola per la scom- parsa di
Vittorio Santagostino
e inviano tante affettuose condoglianze a lei e a tutta la famiglia. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ernesto Elena e figli abbracciano commossi Pao- la e la sua famiglia nel ricordo di
Vittorio
dolce caro amico di tanti anni. - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Aldo e Marialaura Cannavale.
Giancarlo e Giovanna con Mario e Giulia, Anna, Cesare e Laura sono vicini con tanto affetto a Paola e figli ricordando il caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giancarlo e Giovanni con le loro famiglie si uni- scono al dolore di Marco, Giulia, Valerio, Chiara e della loro mamma per la scomparsa del papà
Vittorio Santagostino - Biella, 4 gennaio 2016.
Bernardo Negri da Oleggio, con i figli, Minù con Luigi, Dadi, Betty, Michele con Tui, si stringe affet- tuosamente a Paola ed ai figli, Chiara, Giulia, Va- lerio e Marco per la scomparsa di
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Giulio e Alessandra Fumagalli Romario con i figli sono affettuosamente vicini a Paola e famiglia nel dolore per la scomparsa di
Vittorio - Monza, 3 gennaio 2016.
Marco Francesca Raffaele e Maide si stringono forte a Giulia e a tutta la famiglia nel ricordo del caro papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Ugo e Micaela Fumagalli Romario con Giulio Barbara Prisca e le rispettive famiglie sono affet- tuosamente vicini a Paola Chiara Valerio Marco e Giulia ricordando i felici momenti trascorsi con
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Nicola e Sofia si stringono con affetto a Giulia e a tutta la sua famiglia nel dolore per la perdita del papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Rosalinda con famiglia è vicina a Paola e figli nel ricordo del carissimo amico
Vittorio - Milano, 4 gennaio 2016.
Dario Benedetta Soresina e figli si stringono con affetto a Paola e a tutta la sua famiglia per la scom- parsa del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Marco e Silvia Soresina, Amedeo e Luisa Ponzani con le loro famiglie abbracciano con affetto Paola e figli nel ricordo del caro
Dott. Ing. Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Emilio e Paola Respighi.
Uberto e Ada Manetti, Enrico e Gianna Belloni, addolorati, ricordano affettuosamente e pregano per
Vittorio Santagostino - Milano - Genova, 3 gennaio 2016.
Jacopo e Roberta, Alexander e Giordana, Giam- paolo e Rita sono vicini a Giulia per la perdita del suo caro papà
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Carlo e Mariasilvia sono vicini a tutta la famiglia Santagostino nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Cervinia, 3 gennaio 2016.
Vittorio, Fiorella Borghini e figli partecipano con vivo affettuoso dolore la morte del caro amico
Vittorio Santagostino
A Paola e ai suoi figli un caro e forte abbraccio. - Milano, 3 gennaio 2016.
Katinka e Pierandrea terranno sempre nel cuore
Vittorio
l'amico caro di una vita e abbracciano Paola con grande affetto. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ricorderemo sempre con grande affetto il nostro carissimo amico di sempre
Vittorio
Mario Grazia Ruggero Fiorenza con tutti i loro figli abbracciano Paola e la sua grande famiglia.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Pietro Francesca e Marco. - Luigi Bellini.
- Grazia Coppi.
- Eldo e Anna Jordan.
Roberto Beretta, ricordando lontani giorni sere- ni, è vicino a Paola, Chiara e a tutti i familiari, per la perdita del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Antonio e Ginia, con Enrico Elena Cecilia e le loro famiglie, abbracciano con tanto affetto Paola con tutti i suoi figli e nipoti nel ricordo del carissimo
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipa al lutto:
- Maddalena Massimini.
Vittorio Santagostino
Partecipano al lutto:
- Vittorianna Cervi Simoni.
- Maria Gamna Perna.
- Achille e Barbara De Tomasi.
- Paolo e Anna Lazzaroni Andina.
- Antonio, Mary Louise Sacconaghi e figli. - Carla, Laura, Pietro, Francesca Ceretti.
Dopo che una lunga malattia lo ha lentamente allontanato da noi, è salito in cielo il nostro
Renato Muzzin Scevola
libero finalmente di illuminare da lassù la vita dei suoi amati Pia, Paola, Giulia, Riccardo, dei piccoli adorati Edoardo e Camilla e di tutti coloro che ha amato e che lo porteranno sempre nel cuore.- I funerali avranno luogo martedì 5 gennaio alle ore 10.30 presso la parrocchia del Sacro Cuore a No- vara, viale Roma. - Novara, 4 gennaio 2016.
Ciao
Renato
tutti noi, Nini, Maurizio ed Emanuela, Alessandra ed Eugenio, Federica ti ricorderemo sempre con l'immenso affetto di una vita trascorsa insieme.- Grazie per il tuo sorriso e per la tua presenza che è stata una parte importante della nostra famiglia.- Ci stringiamo forte a Maria Pia, Paola e Giulia ed a tutti i tuoi cari. - Novara, 4 gennaio 2016.
Gli amici Nello Giuliana, Franca, Franco Ga- briella, Marisa, Renato Anna, Maurizio Anna, Ni- cola Lucia, Francesco Adriana, Carlo Lilli, Michele Patrizia, Edoardo Antonietta, Rita, Marco Isabella, Roberto Luciana si stringono con affetto a Pia e a tutta la sua famiglia nel ricordo di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno e Valeria, Carlo e Patrizia, Italo e Fiorella, Nico e Luisella con Franca, sono fraternamente vi- cini a Pia e famiglia per l'improvvisa scomparsa di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Fabrizio e Stella Cortese con Anna, Silvia e Ca- milla, addolorati sono affettuosamente vicini ai figli Fabio, Davide e Claudio nel momento del doloroso distacco dal loro caro papà
Alberto Brancaglion - Milano, 3 gennaio 2016.
È mancata all'affetto dei suoi cari
Ilaria Terzi Stangalino
Ne danno il doloroso annuncio il marito Ludovico, le figlie Maria Giulia e Costanza, i genitori Rosella ed Enos, la sorella Maria Letizia con Giovanni, i suoceri Patricia e Carlo, i cognati Enrico con Marta, Alvise con Valeria, nipoti e parenti tutti.- Le esequie si svolgeranno a Milano martedì 5 gennaio nella parrocchia di Santa Maria alla Fontana.- Per l'ora- rio telefonare allo 02.29514093.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Toni e Giovanna con Anna e Alberto abbraccia-
no commossi Ludo, Maria Giulia, Costanza e fami- glia e si uniscono nella preghiera ricordando la te- nerezza di
Ilaria - Milano, 3 gennaio 2016.
Milanese da quarantacinque anni, dopo aver de- dicato l'intera vita alla famiglia, a 80 anni è salita in paradiso
Yu Ying (Nenè) Cheng
Lo annunciano il marito, le figlie e i nipoti.- I fune- rali si terranno il 5 gennaio ore 15 nella chiesa Santa Maria Rossa, via Berra, Crescenzago.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Annamaria Bernardini de Pace ricorda con infi- nita nostalgia le parole, gli insegnamenti, l'ironia, la saggezza del
Dott. Manlio Esposito
un grande magistrato, un amico affettuoso. - Milano, 3 gennaio 2016.
I collaboratori e le segretarie dello studio legale Bernardini de Pace abbracciano Livia nel dolore per la morte del suo papà
Dott. Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Enrico e Clara Nicolini si uniscono al dolore di Valeria e dei figli per la scomparsa di
Manlio Esposito
ricordandone le doti di esemplare magistrato. - Milano, 4 gennaio 2016.
Concettina e Alessandra con Maura e Bruno piangono la scomparsa di
Manlio
il caro amico di una vita. - Nizza, 2 gennaio 2016.
Peppino e Giovanna Naponiello si uniscono commossi al dolore di Valeria e famiglia per la per- dita di
Manlio - Cannes, 2 gennaio 2016.
Giuseppe Naponiello, Maura Naponiello e lo Studio Associato Dottori Commercialisti partecipa- no al dolore della famiglia per la perdita del
dott. Manlio Esposito - Milano, 4 gennaio 2016.
Raffaele e Nuccy con Gabriele e Melania sono affettuosamente vicini a Valeria, Fabio, Mauro e Livia per l'improvvisa scomparsa del carissimo
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Giuseppe e Valeria Bernoni. - Antonio Labombarda.
Fulvio e Teresa Albini con i figli Annalisa Fede- rico Enrico sono affettuosamente vicini a Valeria Fabio Mauro e Livia per la perdita dell'amato
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Alan, Richard e Francesca Rizzi abbracciano con affetto Fabio per la scomparsa del caro papà
Dott. Manlio Esposito
Magistrato esemplare di grandi ideali. - Milano, 3 gennaio 2016.
Luigi, Alberta e familiari profondamente com- mossi partecipano al dolore di Valeria e figli per la scomparsa del carissimo amico
Manlio - Bergamo, 3 gennaio 2016.
Ernesto Caffo insieme ai membri del Consiglio Direttivo, gli operatori e tutti i volontari di Telefono Azzurro partecipa al dolore di Valeria e di tutta la sua famiglia per la perdita di
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Dott.ssa Cristina Libretti
Ricorderemo sempre la tua dolcezza e bontà d'ani- mo.- Gli amici della specialità.- Lucia Bigalli, Paola Beretta, Luca Brivio, Massimo Dones, Gianfranco Filiberti, Cinzia Foschi, Luciana Galli, Cettina Ge- rardis, Paola Iulita, Laura Loguercio, Mariateresa Lovallo, Daniela Marzano, Silvia Monti, Sara Nico- li, Marina Palmieri, Enrico Pezzotti, Patrizia Picco, Patrizia Stasi, Mauro Villa.
- Legnano, 4 gennaio 2016.
Umberto Quintavalle si inchina nel ricordo
dell'amico e uomo assolutamente straordinario
Enrico Crespi
esempio di vita e nobiltà d'animo ed è affettuosa- mente al fianco di Miriam in questo tristissimo mo- mento. - Milano, 4 gennaio 2016.
Dopo una vita intensa di lavoro e di soddisfazioni è mancato il
Dott. Sergio Villa
Lo annuncia con immenso dolore la moglie Rose- marie Palas.- Per i funerali rivolgersi al numero 02.32867. - Milano, 3 gennaio 2016.
Otto, Brigitte e Sacha partecipano commossi alla dipartita del cognato e zio
Dott. Sergio Villa - Vienna, 3 gennaio 2016.
Valeria Gualeni e famiglia sono affettuosamente vicine all'amica Rosemarie per la perdita del ma- rito
Dott. Sergio Villa - Milano, 3 gennaio 2016.
Sergio Villa
Partecipano al lutto:
- Pinuccia Tardivello.
- Giovanni e Maria Bolla.
Maurizio Quatrini sacrifica il rituale gallo al Mae- stro
Prof. Elio Polli
ricordando con gratitudine il suo sapiente insegna- mento dell'arte medica.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Fondazione e Associazione Assistenza Studio Malati Ematologici ASME partecipano al dolore per la perdita del consigliere e socio fondatore
Prof. Elio Polli
illustre ematologo, dedito alla scienza e alla clini- ca, di umana sensibilità.
- Milano, 4 gennaio 2016.
Gianfranco e Carla Barazzetta con i figli Paola e Riccardo con la moglie Renata partecipano com- mossi al dolore di Gianna e Alberto per la scom- parsa del caro amico di una vita
Giovanni Marinatto - Milano, 3 gennaio 2016.
La moglie Mariapia, i figli Marco e Giorgio con Tristana e Natascia e i nipotini piangono la scom- parsa del loro amato
Giancarlo Poletto
marito adorato, padre ineguagliabile e dolcissimo nonno. - Tradate, 2 gennaio 2016.
È mancato all'affetto dei suoi cari l'amatissimo zio
Giancarlo Viganoni
Ne danno il triste annuncio i nipoti e parenti tutti.- Per giorno e ora funerali contattare il 02.9242689 dopo le ore 15. - Milano, 2 gennaio 2016.
Mauro e Betty Quercioli con Isabella Bezzera so- no vicini al dottor Carlo Maria Colombo e alla sua famiglia per la prematura scomparsa della moglie
Rosangela Orsenigo Colombo - Milano, 2 gennaio 2016.
Isa e Guido sono vicini a Enrico con Guya per la perdita del caro papà
Giorgio Della Casa - Milano, 3 gennaio 2016.
Teresita Concetta Giovanetti
Cara Tere, sei stata il mio grande amore giovani- le!- Riposa in pace.- Ettore.
- Roma, 3 genneio 2016.
Lina Panasia
Con immenso dolore diamo notizia che oerfettamente d'accordo è morto ammazzato dal rosicamento
Vittorio Santagostino
è tornato alla casa del Padre.- I funerali si svolge- ranno lunedì 4 gennaio alle ore 11 direttamente nella chiesa di San Pietro in Sala (piazza Wagner). - Milano, 2 gennaio 2016.
Pier Paolo, Giovanni, Renata, Benedetta, Elisa, Maria Chiara, Natalie, Sofia, Vittorio, Carlo e Ber- nardo ricordano con grande affetto e tenerezza il loro caro
nonno Vittorio - Milano, 2 gennaio 2016.
Mario Fochi, Nunzia e Brando Vitali con Antonio e Marta si stringono con molto affetto a Paola ed ai figli nel ricordo del carissimo, indimenticabile cu- gino
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Bianca con Alvise, Laura con Roberto, Doda con Marco, e Silvia sono affettuosamente vicini a Paola e a tutti i cugini per la scomparsa di
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giovanni e Cecilia Fumagalli sono vicini a Paola, Chiara, Valerio, Marco e Giulia nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Camogli, 3 gennaio 2016.
Roberta e Luca, Stefania e Giorgio con i figli sono vicini con affetto alla zia Paola e ai cugini nel ri- cordo dello
zio Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Luisa Tedeschi abbraccia Paola e i suoi figli ri- cordando
Vittorio
persona indimenticabile.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno, Bea, Nicolò, Barbara e Guido sono vicini a Paola e figli nel ricordo del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Gianna e Giuseppe Rodolfi partecipano con commosso affetto al dolore di Paola e figli per la scomparsa del carissimo
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Marino e Franca sono vicini a Paola per la scom- parsa di
Vittorio Santagostino
e inviano tante affettuose condoglianze a lei e a tutta la famiglia. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ernesto Elena e figli abbracciano commossi Pao- la e la sua famiglia nel ricordo di
Vittorio
dolce caro amico di tanti anni. - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Aldo e Marialaura Cannavale.
Giancarlo e Giovanna con Mario e Giulia, Anna, Cesare e Laura sono vicini con tanto affetto a Paola e figli ricordando il caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giancarlo e Giovanni con le loro famiglie si uni- scono al dolore di Marco, Giulia, Valerio, Chiara e della loro mamma per la scomparsa del papà
Vittorio Santagostino - Biella, 4 gennaio 2016.
Bernardo Negri da Oleggio, con i figli, Minù con Luigi, Dadi, Betty, Michele con Tui, si stringe affet- tuosamente a Paola ed ai figli, Chiara, Giulia, Va- lerio e Marco per la scomparsa di
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Giulio e Alessandra Fumagalli Romario con i figli sono affettuosamente vicini a Paola e famiglia nel dolore per la scomparsa di
Vittorio - Monza, 3 gennaio 2016.
Marco Francesca Raffaele e Maide si stringono forte a Giulia e a tutta la famiglia nel ricordo del caro papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Ugo e Micaela Fumagalli Romario con Giulio Barbara Prisca e le rispettive famiglie sono affet- tuosamente vicini a Paola Chiara Valerio Marco e Giulia ricordando i felici momenti trascorsi con
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Nicola e Sofia si stringono con affetto a Giulia e a tutta la sua famiglia nel dolore per la perdita del papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Rosalinda con famiglia è vicina a Paola e figli nel ricordo del carissimo amico
Vittorio - Milano, 4 gennaio 2016.
Dario Benedetta Soresina e figli si stringono con affetto a Paola e a tutta la sua famiglia per la scom- parsa del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Marco e Silvia Soresina, Amedeo e Luisa Ponzani con le loro famiglie abbracciano con affetto Paola e figli nel ricordo del caro
Dott. Ing. Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Emilio e Paola Respighi.
Uberto e Ada Manetti, Enrico e Gianna Belloni, addolorati, ricordano affettuosamente e pregano per
Vittorio Santagostino - Milano - Genova, 3 gennaio 2016.
Jacopo e Roberta, Alexander e Giordana, Giam- paolo e Rita sono vicini a Giulia per la perdita del suo caro papà
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Carlo e Mariasilvia sono vicini a tutta la famiglia Santagostino nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Cervinia, 3 gennaio 2016.
Vittorio, Fiorella Borghini e figli partecipano con vivo affettuoso dolore la morte del caro amico
Vittorio Santagostino
A Paola e ai suoi figli un caro e forte abbraccio. - Milano, 3 gennaio 2016.
Katinka e Pierandrea terranno sempre nel cuore
Vittorio
l'amico caro di una vita e abbracciano Paola con grande affetto. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ricorderemo sempre con grande affetto il nostro carissimo amico di sempre
Vittorio
Mario Grazia Ruggero Fiorenza con tutti i loro figli abbracciano Paola e la sua grande famiglia.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Pietro Francesca e Marco. - Luigi Bellini.
- Grazia Coppi.
- Eldo e Anna Jordan.
Roberto Beretta, ricordando lontani giorni sere- ni, è vicino a Paola, Chiara e a tutti i familiari, per la perdita del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Antonio e Ginia, con Enrico Elena Cecilia e le loro famiglie, abbracciano con tanto affetto Paola con tutti i suoi figli e nipoti nel ricordo del carissimo
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipa al lutto:
- Maddalena Massimini.
Vittorio Santagostino
Partecipano al lutto:
- Vittorianna Cervi Simoni.
- Maria Gamna Perna.
- Achille e Barbara De Tomasi.
- Paolo e Anna Lazzaroni Andina.
- Antonio, Mary Louise Sacconaghi e figli. - Carla, Laura, Pietro, Francesca Ceretti.
Dopo che una lunga malattia lo ha lentamente allontanato da noi, è salito in cielo il nostro
Renato Muzzin Scevola
libero finalmente di illuminare da lassù la vita dei suoi amati Pia, Paola, Giulia, Riccardo, dei piccoli adorati Edoardo e Camilla e di tutti coloro che ha amato e che lo porteranno sempre nel cuore.- I funerali avranno luogo martedì 5 gennaio alle ore 10.30 presso la parrocchia del Sacro Cuore a No- vara, viale Roma. - Novara, 4 gennaio 2016.
Ciao
Renato
tutti noi, Nini, Maurizio ed Emanuela, Alessandra ed Eugenio, Federica ti ricorderemo sempre con l'immenso affetto di una vita trascorsa insieme.- Grazie per il tuo sorriso e per la tua presenza che è stata una parte importante della nostra famiglia.- Ci stringiamo forte a Maria Pia, Paola e Giulia ed a tutti i tuoi cari. - Novara, 4 gennaio 2016.
Gli amici Nello Giuliana, Franca, Franco Ga- briella, Marisa, Renato Anna, Maurizio Anna, Ni- cola Lucia, Francesco Adriana, Carlo Lilli, Michele Patrizia, Edoardo Antonietta, Rita, Marco Isabella, Roberto Luciana si stringono con affetto a Pia e a tutta la sua famiglia nel ricordo di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno e Valeria, Carlo e Patrizia, Italo e Fiorella, Nico e Luisella con Franca, sono fraternamente vi- cini a Pia e famiglia per l'improvvisa scomparsa di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Fabrizio e Stella Cortese con Anna, Silvia e Ca- milla, addolorati sono affettuosamente vicini ai figli Fabio, Davide e Claudio nel momento del doloroso distacco dal loro caro papà
Alberto Brancaglion - Milano, 3 gennaio 2016.
È mancata all'affetto dei suoi cari
Ilaria Terzi Stangalino
Ne danno il doloroso annuncio il marito Ludovico, le figlie Maria Giulia e Costanza, i genitori Rosella ed Enos, la sorella Maria Letizia con Giovanni, i suoceri Patricia e Carlo, i cognati Enrico con Marta, Alvise con Valeria, nipoti e parenti tutti.- Le esequie si svolgeranno a Milano martedì 5 gennaio nella parrocchia di Santa Maria alla Fontana.- Per l'ora- rio telefonare allo 02.29514093.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Toni e Giovanna con Anna e Alberto abbraccia-
no commossi Ludo, Maria Giulia, Costanza e fami- glia e si uniscono nella preghiera ricordando la te- nerezza di
Ilaria - Milano, 3 gennaio 2016.
Milanese da quarantacinque anni, dopo aver de- dicato l'intera vita alla famiglia, a 80 anni è salita in paradiso
Yu Ying (Nenè) Cheng
Lo annunciano il marito, le figlie e i nipoti.- I fune- rali si terranno il 5 gennaio ore 15 nella chiesa Santa Maria Rossa, via Berra, Crescenzago.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Annamaria Bernardini de Pace ricorda con infi- nita nostalgia le parole, gli insegnamenti, l'ironia, la saggezza del
Dott. Manlio Esposito
un grande magistrato, un amico affettuoso. - Milano, 3 gennaio 2016.
I collaboratori e le segretarie dello studio legale Bernardini de Pace abbracciano Livia nel dolore per la morte del suo papà
Dott. Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Enrico e Clara Nicolini si uniscono al dolore di Valeria e dei figli per la scomparsa di
Manlio Esposito
ricordandone le doti di esemplare magistrato. - Milano, 4 gennaio 2016.
Concettina e Alessandra con Maura e Bruno piangono la scomparsa di
Manlio
il caro amico di una vita. - Nizza, 2 gennaio 2016.
Peppino e Giovanna Naponiello si uniscono commossi al dolore di Valeria e famiglia per la per- dita di
Manlio - Cannes, 2 gennaio 2016.
Giuseppe Naponiello, Maura Naponiello e lo Studio Associato Dottori Commercialisti partecipa- no al dolore della famiglia per la perdita del
dott. Manlio Esposito - Milano, 4 gennaio 2016.
Raffaele e Nuccy con Gabriele e Melania sono affettuosamente vicini a Valeria, Fabio, Mauro e Livia per l'improvvisa scomparsa del carissimo
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Giuseppe e Valeria Bernoni. - Antonio Labombarda.
Fulvio e Teresa Albini con i figli Annalisa Fede- rico Enrico sono affettuosamente vicini a Valeria Fabio Mauro e Livia per la perdita dell'amato
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Alan, Richard e Francesca Rizzi abbracciano con affetto Fabio per la scomparsa del caro papà
Dott. Manlio Esposito
Magistrato esemplare di grandi ideali. - Milano, 3 gennaio 2016.
Luigi, Alberta e familiari profondamente com- mossi partecipano al dolore di Valeria e figli per la scomparsa del carissimo amico
Manlio - Bergamo, 3 gennaio 2016.
Ernesto Caffo insieme ai membri del Consiglio Direttivo, gli operatori e tutti i volontari di Telefono Azzurro partecipa al dolore di Valeria e di tutta la sua famiglia per la perdita di
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Dott.ssa Cristina Libretti
Ricorderemo sempre la tua dolcezza e bontà d'ani- mo.- Gli amici della specialità.- Lucia Bigalli, Paola Beretta, Luca Brivio, Massimo Dones, Gianfranco Filiberti, Cinzia Foschi, Luciana Galli, Cettina Ge- rardis, Paola Iulita, Laura Loguercio, Mariateresa Lovallo, Daniela Marzano, Silvia Monti, Sara Nico- li, Marina Palmieri, Enrico Pezzotti, Patrizia Picco, Patrizia Stasi, Mauro Villa.
- Legnano, 4 gennaio 2016.
Umberto Quintavalle si inchina nel ricordo
dell'amico e uomo assolutamente straordinario
Enrico Crespi
esempio di vita e nobiltà d'animo ed è affettuosa- mente al fianco di Miriam in questo tristissimo mo- mento. - Milano, 4 gennaio 2016.
Dopo una vita intensa di lavoro e di soddisfazioni è mancato il
Dott. Sergio Villa
Lo annuncia con immenso dolore la moglie Rose- marie Palas.- Per i funerali rivolgersi al numero 02.32867. - Milano, 3 gennaio 2016.
Otto, Brigitte e Sacha partecipano commossi alla dipartita del cognato e zio
Dott. Sergio Villa - Vienna, 3 gennaio 2016.
Valeria Gualeni e famiglia sono affettuosamente vicine all'amica Rosemarie per la perdita del ma- rito
Dott. Sergio Villa - Milano, 3 gennaio 2016.
Sergio Villa
Partecipano al lutto:
- Pinuccia Tardivello.
- Giovanni e Maria Bolla.
Maurizio Quatrini sacrifica il rituale gallo al Mae- stro
Prof. Elio Polli
ricordando con gratitudine il suo sapiente insegna- mento dell'arte medica.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Fondazione e Associazione Assistenza Studio Malati Ematologici ASME partecipano al dolore per la perdita del consigliere e socio fondatore
Prof. Elio Polli
illustre ematologo, dedito alla scienza e alla clini- ca, di umana sensibilità.
- Milano, 4 gennaio 2016.
Gianfranco e Carla Barazzetta con i figli Paola e Riccardo con la moglie Renata partecipano com- mossi al dolore di Gianna e Alberto per la scom- parsa del caro amico di una vita
Giovanni Marinatto - Milano, 3 gennaio 2016.
La moglie Mariapia, i figli Marco e Giorgio con Tristana e Natascia e i nipotini piangono la scom- parsa del loro amato
Giancarlo Poletto
marito adorato, padre ineguagliabile e dolcissimo nonno. - Tradate, 2 gennaio 2016.
È mancato all'affetto dei suoi cari l'amatissimo zio
Giancarlo Viganoni
Ne danno il triste annuncio i nipoti e parenti tutti.- Per giorno e ora funerali contattare il 02.9242689 dopo le ore 15. - Milano, 2 gennaio 2016.
Mauro e Betty Quercioli con Isabella Bezzera so- no vicini al dottor Carlo Maria Colombo e alla sua famiglia per la prematura scomparsa della moglie
Rosangela Orsenigo Colombo - Milano, 2 gennaio 2016.
Isa e Guido sono vicini a Enrico con Guya per la perdita del caro papà
Giorgio Della Casa - Milano, 3 gennaio 2016.
Teresita Concetta Giovanetti
Cara Tere, sei stata il mio grande amore giovani- le!- Riposa in pace.- Ettore.
- Roma, 3 genneio 2016.
Lina Panasia
Ciao Lina amica carmenso dolore che il marito
Vittorio Santagostino
è tornato alla casa del Padre.- I funerali si svolge- ranno lunedì 4 gennaio alle ore 11 direttamente nella chiesa di San Pietro in Sala (piazza Wagner). - Milano, 2 gennaio 2016.
Pier Paolo, Giovanni, Renata, Benedetta, Elisa, Maria Chiara, Natalie, Sofia, Vittorio, Carlo e Ber- nardo ricordano con grande affetto e tenerezza il loro caro
nonno Vittorio - Milano, 2 gennaio 2016.
Mario Fochi, Nunzia e Brando Vitali con Antonio e Marta si stringono con molto affetto a Paola ed ai figli nel ricordo del carissimo, indimenticabile cu- gino
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Bianca con Alvise, Laura con Roberto, Doda con Marco, e Silvia sono affettuosamente vicini a Paola e a tutti i cugini per la scomparsa di
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giovanni e Cecilia Fumagalli sono vicini a Paola, Chiara, Valerio, Marco e Giulia nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Camogli, 3 gennaio 2016.
Roberta e Luca, Stefania e Giorgio con i figli sono vicini con affetto alla zia Paola e ai cugini nel ri- cordo dello
zio Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Luisa Tedeschi abbraccia Paola e i suoi figli ri- cordando
Vittorio
persona indimenticabile.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno, Bea, Nicolò, Barbara e Guido sono vicini a Paola e figli nel ricordo del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Gianna e Giuseppe Rodolfi partecipano con commosso affetto al dolore di Paola e figli per la scomparsa del carissimo
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Marino e Franca sono vicini a Paola per la scom- parsa di
Vittorio Santagostino
e inviano tante affettuose condoglianze a lei e a tutta la famiglia. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ernesto Elena e figli abbracciano commossi Pao- la e la sua famiglia nel ricordo di
Vittorio
dolce caro amico di tanti anni. - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Aldo e Marialaura Cannavale.
Giancarlo e Giovanna con Mario e Giulia, Anna, Cesare e Laura sono vicini con tanto affetto a Paola e figli ricordando il caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giancarlo e Giovanni con le loro famiglie si uni- scono al dolore di Marco, Giulia, Valerio, Chiara e della loro mamma per la scomparsa del papà
Vittorio Santagostino - Biella, 4 gennaio 2016.
Bernardo Negri da Oleggio, con i figli, Minù con Luigi, Dadi, Betty, Michele con Tui, si stringe affet- tuosamente a Paola ed ai figli, Chiara, Giulia, Va- lerio e Marco per la scomparsa di
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Giulio e Alessandra Fumagalli Romario con i figli sono affettuosamente vicini a Paola e famiglia nel dolore per la scomparsa di
Vittorio - Monza, 3 gennaio 2016.
Marco Francesca Raffaele e Maide si stringono forte a Giulia e a tutta la famiglia nel ricordo del caro papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Ugo e Micaela Fumagalli Romario con Giulio Barbara Prisca e le rispettive famiglie sono affet- tuosamente vicini a Paola Chiara Valerio Marco e Giulia ricordando i felici momenti trascorsi con
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Nicola e Sofia si stringono con affetto a Giulia e a tutta la sua famiglia nel dolore per la perdita del papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Rosalinda con famiglia è vicina a Paola e figli nel ricordo del carissimo amico
Vittorio - Milano, 4 gennaio 2016.
Dario Benedetta Soresina e figli si stringono con affetto a Paola e a tutta la sua famiglia per la scom- parsa del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Marco e Silvia Soresina, Amedeo e Luisa Ponzani con le loro famiglie abbracciano con affetto Paola e figli nel ricordo del caro
Dott. Ing. Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Emilio e Paola Respighi.
Uberto e Ada Manetti, Enrico e Gianna Belloni, addolorati, ricordano affettuosamente e pregano per
Vittorio Santagostino - Milano - Genova, 3 gennaio 2016.
Jacopo e Roberta, Alexander e Giordana, Giam- paolo e Rita sono vicini a Giulia per la perdita del suo caro papà
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Carlo e Mariasilvia sono vicini a tutta la famiglia Santagostino nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Cervinia, 3 gennaio 2016.
Vittorio, Fiorella Borghini e figli partecipano con vivo affettuoso dolore la morte del caro amico
Vittorio Santagostino
A Paola e ai suoi figli un caro e forte abbraccio. - Milano, 3 gennaio 2016.
Katinka e Pierandrea terranno sempre nel cuore
Vittorio
l'amico caro di una vita e abbracciano Paola con grande affetto. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ricorderemo sempre con grande affetto il nostro carissimo amico di sempre
Vittorio
Mario Grazia Ruggero Fiorenza con tutti i loro figli abbracciano Paola e la sua grande famiglia.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Pietro Francesca e Marco. - Luigi Bellini.
- Grazia Coppi.
- Eldo e Anna Jordan.
Roberto Beretta, ricordando lontani giorni sere- ni, è vicino a Paola, Chiara e a tutti i familiari, per la perdita del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Antonio e Ginia, con Enrico Elena Cecilia e le loro famiglie, abbracciano con tanto affetto Paola con tutti i suoi figli e nipoti nel ricordo del carissimo
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipa al lutto:
- Maddalena Massimini.
Vittorio Santagostino
Partecipano al lutto:
- Vittorianna Cervi Simoni.
- Maria Gamna Perna.
- Achille e Barbara De Tomasi.
- Paolo e Anna Lazzaroni Andina.
- Antonio, Mary Louise Sacconaghi e figli. - Carla, Laura, Pietro, Francesca Ceretti.
Dopo che una lunga malattia lo ha lentamente allontanato da noi, è salito in cielo il nostro
Renato Muzzin Scevola
libero finalmente di illuminare da lassù la vita dei suoi amati Pia, Paola, Giulia, Riccardo, dei piccoli adorati Edoardo e Camilla e di tutti coloro che ha amato e che lo porteranno sempre nel cuore.- I funerali avranno luogo martedì 5 gennaio alle ore 10.30 presso la parrocchia del Sacro Cuore a No- vara, viale Roma. - Novara, 4 gennaio 2016.
Ciao
Renato
tutti noi, Nini, Maurizio ed Emanuela, Alessandra ed Eugenio, Federica ti ricorderemo sempre con l'immenso affetto di una vita trascorsa insieme.- Grazie per il tuo sorriso e per la tua presenza che è stata una parte importante della nostra famiglia.- Ci stringiamo forte a Maria Pia, Paola e Giulia ed a tutti i tuoi cari. - Novara, 4 gennaio 2016.
Gli amici Nello Giuliana, Franca, Franco Ga- briella, Marisa, Renato Anna, Maurizio Anna, Ni- cola Lucia, Francesco Adriana, Carlo Lilli, Michele Patrizia, Edoardo Antonietta, Rita, Marco Isabella, Roberto Luciana si stringono con affetto a Pia e a tutta la sua famiglia nel ricordo di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno e Valeria, Carlo e Patrizia, Italo e Fiorella, Nico e Luisella con Franca, sono fraternamente vi- cini a Pia e famiglia per l'improvvisa scomparsa di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Fabrizio e Stella Cortese con Anna, Silvia e Ca- milla, addolorati sono affettuosamente vicini ai figli Fabio, Davide e Claudio nel momento del doloroso distacco dal loro caro papà
Alberto Brancaglion - Milano, 3 gennaio 2016.
È mancata all'affetto dei suoi cari
Ilaria Terzi Stangalino
Ne danno il doloroso annuncio il marito Ludovico, le figlie Maria Giulia e Costanza, i genitori Rosella ed Enos, la sorella Maria Letizia con Giovanni, i suoceri Patricia e Carlo, i cognati Enrico con Marta, Alvise con Valeria, nipoti e parenti tutti.- Le esequie si svolgeranno a Milano martedì 5 gennaio nella parrocchia di Santa Maria alla Fontana.- Per l'ora- rio telefonare allo 02.29514093.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Toni e Giovanna con Anna e Alberto abbraccia-
no commossi Ludo, Maria Giulia, Costanza e fami- glia e si uniscono nella preghiera ricordando la te- nerezza di
Ilaria - Milano, 3 gennaio 2016.
Milanese da quarantacinque anni, dopo aver de- dicato l'intera vita alla famiglia, a 80 anni è salita in paradiso
Yu Ying (Nenè) Cheng
Lo annunciano il marito, le figlie e i nipoti.- I fune- rali si terranno il 5 gennaio ore 15 nella chiesa Santa Maria Rossa, via Berra, Crescenzago.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Annamaria Bernardini de Pace ricorda con infi- nita nostalgia le parole, gli insegnamenti, l'ironia, la saggezza del
Dott. Manlio Esposito
un grande magistrato, un amico affettuoso. - Milano, 3 gennaio 2016.
I collaboratori e le segretarie dello studio legale Bernardini de Pace abbracciano Livia nel dolore per la morte del suo papà
Dott. Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Enrico e Clara Nicolini si uniscono al dolore di Valeria e dei figli per la scomparsa di
Manlio Esposito
ricordandone le doti di esemplare magistrato. - Milano, 4 gennaio 2016.
Concettina e Alessandra con Maura e Bruno piangono la scomparsa di
Manlio
il caro amico di una vita. - Nizza, 2 gennaio 2016.
Peppino e Giovanna Naponiello si uniscono commossi al dolore di Valeria e famiglia per la per- dita di
Manlio - Cannes, 2 gennaio 2016.
Giuseppe Naponiello, Maura Naponiello e lo Studio Associato Dottori Commercialisti partecipa- no al dolore della famiglia per la perdita del
dott. Manlio Esposito - Milano, 4 gennaio 2016.
Raffaele e Nuccy con Gabriele e Melania sono affettuosamente vicini a Valeria, Fabio, Mauro e Livia per l'improvvisa scomparsa del carissimo
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Giuseppe e Valeria Bernoni. - Antonio Labombarda.
Fulvio e Teresa Albini con i figli Annalisa Fede- rico Enrico sono affettuosamente vicini a Valeria Fabio Mauro e Livia per la perdita dell'amato
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Alan, Richard e Francesca Rizzi abbracciano con affetto Fabio per la scomparsa del caro papà
Dott. Manlio Esposito
Magistrato esemplare di grandi ideali. - Milano, 3 gennaio 2016.
Luigi, Alberta e familiari profondamente com- mossi partecipano al dolore di Valeria e figli per la scomparsa del carissimo amico
Manlio - Bergamo, 3 gennaio 2016.
Ernesto Caffo insieme ai membri del Consiglio Direttivo, gli operatori e tutti i volontari di Telefono Azzurro partecipa al dolore di Valeria e di tutta la sua famiglia per la perdita di
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Dott.ssa Cristina Libretti
Ricorderemo sempre la tua dolcezza e bontà d'ani- mo.- Gli amici della specialità.- Lucia Bigalli, Paola Beretta, Luca Brivio, Massimo Dones, Gianfranco Filiberti, Cinzia Foschi, Luciana Galli, Cettina Ge- rardis, Paola Iulita, Laura Loguercio, Mariateresa Lovallo, Daniela Marzano, Silvia Monti, Sara Nico- li, Marina Palmieri, Enrico Pezzotti, Patrizia Picco, Patrizia Stasi, Mauro Villa.
- Legnano, 4 gennaio 2016.
Umberto Quintavalle si inchina nel ricordo
dell'amico e uomo assolutamente straordinario
Enrico Crespi
esempio di vita e nobiltà d'animo ed è affettuosa- mente al fianco di Miriam in questo tristissimo mo- mento. - Milano, 4 gennaio 2016.
Dopo una vita intensa di lavoro e di soddisfazioni è mancato il
Dott. Sergio Villa
Lo annuncia con immenso dolore la moglie Rose- marie Palas.- Per i funerali rivolgersi al numero 02.32867. - Milano, 3 gennaio 2016.
Otto, Brigitte e Sacha partecipano commossi alla dipartita del cognato e zio
Dott. Sergio Villa - Vienna, 3 gennaio 2016.
Valeria Gualeni e famiglia sono affettuosamente vicine all'amica Rosemarie per la perdita del ma- rito
Dott. Sergio Villa - Milano, 3 gennaio 2016.
Sergio Villa
Partecipano al lutto:
- Pinuccia Tardivello.
- Giovanni e Maria Bolla.
Maurizio Quatrini sacrifica il rituale gallo al Mae- stro
Prof. Elio Polli
ricordando con gratitudine il suo sapiente insegna- mento dell'arte medica.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Fondazione e Associazione Assistenza Studio Malati Ematologici ASME partecipano al dolore per la perdita del consigliere e socio fondatore
Prof. Elio Polli
illustre ematologo, dedito alla scienza e alla clini- ca, di umana sensibilità.
- Milano, 4 gennaio 2016.
Gianfranco e Carla Barazzetta con i figli Paola e Riccardo con la moglie Renata partecipano com- mossi al dolore di Gianna e Alberto per la scom- parsa del caro amico di una vita
Giovanni Marinatto - Milano, 3 gennaio 2016.
La moglie Mariapia, i figli Marco e Giorgio con Tristana e Natascia e i nipotini piangono la scom- parsa del loro amato
Giancarlo Poletto
marito adorato, padre ineguagliabile e dolcissimo nonno. - Tradate, 2 gennaio 2016.
È mancato all'affetto dei suoi cari l'amatissimo zio
Giancarlo Viganoni
Ne danno il triste annuncio i nipoti e parenti tutti.- Per giorno e ora funerali contattare il 02.9242689 dopo le ore 15. - Milano, 2 gennaio 2016.
Mauro e Betty Quercioli con Isabella Bezzera so- no vicini al dottor Carlo Maria Colombo e alla sua famiglia per la prematura scomparsa della moglie
Rosangela Orsenigo Colombo - Milano, 2 gennaio 2016.
Isa e Guido sono vicini a Enrico con Guya per la perdita del caro papà
Giorgio Della Casa - Milano, 3 gennaio 2016.
Teresita Concetta Giovanetti
Cara Tere, sei stata il mio grande amore giovani- le!- Riposa in pace.- Ettore.
- Roma, 3 genneio 2016.
Lina Panasia
Con immenso dolore diamo notizia che oerfettamente d'accordo è morto ammazzato dal rosicamento
Vittorio Santagostino
è tornato alla casa del Padre.- I funerali si svolge- ranno lunedì 4 gennaio alle ore 11 direttamente nella chiesa di San Pietro in Sala (piazza Wagner). - Milano, 2 gennaio 2016.
Pier Paolo, Giovanni, Renata, Benedetta, Elisa, Maria Chiara, Natalie, Sofia, Vittorio, Carlo e Ber- nardo ricordano con grande affetto e tenerezza il loro caro
nonno Vittorio - Milano, 2 gennaio 2016.
Mario Fochi, Nunzia e Brando Vitali con Antonio e Marta si stringono con molto affetto a Paola ed ai figli nel ricordo del carissimo, indimenticabile cu- gino
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Bianca con Alvise, Laura con Roberto, Doda con Marco, e Silvia sono affettuosamente vicini a Paola e a tutti i cugini per la scomparsa di
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giovanni e Cecilia Fumagalli sono vicini a Paola, Chiara, Valerio, Marco e Giulia nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Camogli, 3 gennaio 2016.
Roberta e Luca, Stefania e Giorgio con i figli sono vicini con affetto alla zia Paola e ai cugini nel ri- cordo dello
zio Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Luisa Tedeschi abbraccia Paola e i suoi figli ri- cordando
Vittorio
persona indimenticabile.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno, Bea, Nicolò, Barbara e Guido sono vicini a Paola e figli nel ricordo del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Gianna e Giuseppe Rodolfi partecipano con commosso affetto al dolore di Paola e figli per la scomparsa del carissimo
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Marino e Franca sono vicini a Paola per la scom- parsa di
Vittorio Santagostino
e inviano tante affettuose condoglianze a lei e a tutta la famiglia. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ernesto Elena e figli abbracciano commossi Pao- la e la sua famiglia nel ricordo di
Vittorio
dolce caro amico di tanti anni. - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Aldo e Marialaura Cannavale.
Giancarlo e Giovanna con Mario e Giulia, Anna, Cesare e Laura sono vicini con tanto affetto a Paola e figli ricordando il caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giancarlo e Giovanni con le loro famiglie si uni- scono al dolore di Marco, Giulia, Valerio, Chiara e della loro mamma per la scomparsa del papà
Vittorio Santagostino - Biella, 4 gennaio 2016.
Bernardo Negri da Oleggio, con i figli, Minù con Luigi, Dadi, Betty, Michele con Tui, si stringe affet- tuosamente a Paola ed ai figli, Chiara, Giulia, Va- lerio e Marco per la scomparsa di
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Giulio e Alessandra Fumagalli Romario con i figli sono affettuosamente vicini a Paola e famiglia nel dolore per la scomparsa di
Vittorio - Monza, 3 gennaio 2016.
Marco Francesca Raffaele e Maide si stringono forte a Giulia e a tutta la famiglia nel ricordo del caro papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Ugo e Micaela Fumagalli Romario con Giulio Barbara Prisca e le rispettive famiglie sono affet- tuosamente vicini a Paola Chiara Valerio Marco e Giulia ricordando i felici momenti trascorsi con
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Nicola e Sofia si stringono con affetto a Giulia e a tutta la sua famiglia nel dolore per la perdita del papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Rosalinda con famiglia è vicina a Paola e figli nel ricordo del carissimo amico
Vittorio - Milano, 4 gennaio 2016.
Dario Benedetta Soresina e figli si stringono con affetto a Paola e a tutta la sua famiglia per la scom- parsa del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Marco e Silvia Soresina, Amedeo e Luisa Ponzani con le loro famiglie abbracciano con affetto Paola e figli nel ricordo del caro
Dott. Ing. Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Emilio e Paola Respighi.
Uberto e Ada Manetti, Enrico e Gianna Belloni, addolorati, ricordano affettuosamente e pregano per
Vittorio Santagostino - Milano - Genova, 3 gennaio 2016.
Jacopo e Roberta, Alexander e Giordana, Giam- paolo e Rita sono vicini a Giulia per la perdita del suo caro papà
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Carlo e Mariasilvia sono vicini a tutta la famiglia Santagostino nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Cervinia, 3 gennaio 2016.
Vittorio, Fiorella Borghini e figli partecipano con vivo affettuoso dolore la morte del caro amico
Vittorio Santagostino
A Paola e ai suoi figli un caro e forte abbraccio. - Milano, 3 gennaio 2016.
Katinka e Pierandrea terranno sempre nel cuore
Vittorio
l'amico caro di una vita e abbracciano Paola con grande affetto. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ricorderemo sempre con grande affetto il nostro carissimo amico di sempre
Vittorio
Mario Grazia Ruggero Fiorenza con tutti i loro figli abbracciano Paola e la sua grande famiglia.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Pietro Francesca e Marco. - Luigi Bellini.
- Grazia Coppi.
- Eldo e Anna Jordan.
Roberto Beretta, ricordando lontani giorni sere- ni, è vicino a Paola, Chiara e a tutti i familiari, per la perdita del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Antonio e Ginia, con Enrico Elena Cecilia e le loro famiglie, abbracciano con tanto affetto Paola con tutti i suoi figli e nipoti nel ricordo del carissimo
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipa al lutto:
- Maddalena Massimini.
Vittorio Santagostino
Partecipano al lutto:
- Vittorianna Cervi Simoni.
- Maria Gamna Perna.
- Achille e Barbara De Tomasi.
- Paolo e Anna Lazzaroni Andina.
- Antonio, Mary Louise Sacconaghi e figli. - Carla, Laura, Pietro, Francesca Ceretti.
Dopo che una lunga malattia lo ha lentamente allontanato da noi, è salito in cielo il nostro
Renato Muzzin Scevola
libero finalmente di illuminare da lassù la vita dei suoi amati Pia, Paola, Giulia, Riccardo, dei piccoli adorati Edoardo e Camilla e di tutti coloro che ha amato e che lo porteranno sempre nel cuore.- I funerali avranno luogo martedì 5 gennaio alle ore 10.30 presso la parrocchia del Sacro Cuore a No- vara, viale Roma. - Novara, 4 gennaio 2016.
Ciao
Renato
tutti noi, Nini, Maurizio ed Emanuela, Alessandra ed Eugenio, Federica ti ricorderemo sempre con l'immenso affetto di una vita trascorsa insieme.- Grazie per il tuo sorriso e per la tua presenza che è stata una parte importante della nostra famiglia.- Ci stringiamo forte a Maria Pia, Paola e Giulia ed a tutti i tuoi cari. - Novara, 4 gennaio 2016.
Gli amici Nello Giuliana, Franca, Franco Ga- briella, Marisa, Renato Anna, Maurizio Anna, Ni- cola Lucia, Francesco Adriana, Carlo Lilli, Michele Patrizia, Edoardo Antonietta, Rita, Marco Isabella, Roberto Luciana si stringono con affetto a Pia e a tutta la sua famiglia nel ricordo di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno e Valeria, Carlo e Patrizia, Italo e Fiorella, Nico e Luisella con Franca, sono fraternamente vi- cini a Pia e famiglia per l'improvvisa scomparsa di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Fabrizio e Stella Cortese con Anna, Silvia e Ca- milla, addolorati sono affettuosamente vicini ai figli Fabio, Davide e Claudio nel momento del doloroso distacco dal loro caro papà
Alberto Brancaglion - Milano, 3 gennaio 2016.
È mancata all'affetto dei suoi cari
Ilaria Terzi Stangalino
Ne danno il doloroso annuncio il marito Ludovico, le figlie Maria Giulia e Costanza, i genitori Rosella ed Enos, la sorella Maria Letizia con Giovanni, i suoceri Patricia e Carlo, i cognati Enrico con Marta, Alvise con Valeria, nipoti e parenti tutti.- Le esequie si svolgeranno a Milano martedì 5 gennaio nella parrocchia di Santa Maria alla Fontana.- Per l'ora- rio telefonare allo 02.29514093.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Toni e Giovanna con Anna e Alberto abbraccia-
no commossi Ludo, Maria Giulia, Costanza e fami- glia e si uniscono nella preghiera ricordando la te- nerezza di
Ilaria - Milano, 3 gennaio 2016.
Milanese da quarantacinque anni, dopo aver de- dicato l'intera vita alla famiglia, a 80 anni è salita in paradiso
Yu Ying (Nenè) Cheng
Lo annunciano il marito, le figlie e i nipoti.- I fune- rali si terranno il 5 gennaio ore 15 nella chiesa Santa Maria Rossa, via Berra, Crescenzago.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Annamaria Bernardini de Pace ricorda con infi- nita nostalgia le parole, gli insegnamenti, l'ironia, la saggezza del
Dott. Manlio Esposito
un grande magistrato, un amico affettuoso. - Milano, 3 gennaio 2016.
I collaboratori e le segretarie dello studio legale Bernardini de Pace abbracciano Livia nel dolore per la morte del suo papà
Dott. Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Enrico e Clara Nicolini si uniscono al dolore di Valeria e dei figli per la scomparsa di
Manlio Esposito
ricordandone le doti di esemplare magistrato. - Milano, 4 gennaio 2016.
Concettina e Alessandra con Maura e Bruno piangono la scomparsa di
Manlio
il caro amico di una vita. - Nizza, 2 gennaio 2016.
Peppino e Giovanna Naponiello si uniscono commossi al dolore di Valeria e famiglia per la per- dita di
Manlio - Cannes, 2 gennaio 2016.
Giuseppe Naponiello, Maura Naponiello e lo Studio Associato Dottori Commercialisti partecipa- no al dolore della famiglia per la perdita del
dott. Manlio Esposito - Milano, 4 gennaio 2016.
Raffaele e Nuccy con Gabriele e Melania sono affettuosamente vicini a Valeria, Fabio, Mauro e Livia per l'improvvisa scomparsa del carissimo
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Giuseppe e Valeria Bernoni. - Antonio Labombarda.
Fulvio e Teresa Albini con i figli Annalisa Fede- rico Enrico sono affettuosamente vicini a Valeria Fabio Mauro e Livia per la perdita dell'amato
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Alan, Richard e Francesca Rizzi abbracciano con affetto Fabio per la scomparsa del caro papà
Dott. Manlio Esposito
Magistrato esemplare di grandi ideali. - Milano, 3 gennaio 2016.
Luigi, Alberta e familiari profondamente com- mossi partecipano al dolore di Valeria e figli per la scomparsa del carissimo amico
Manlio - Bergamo, 3 gennaio 2016.
Ernesto Caffo insieme ai membri del Consiglio Direttivo, gli operatori e tutti i volontari di Telefono Azzurro partecipa al dolore di Valeria e di tutta la sua famiglia per la perdita di
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Dott.ssa Cristina Libretti
Ricorderemo sempre la tua dolcezza e bontà d'ani- mo.- Gli amici della specialità.- Lucia Bigalli, Paola Beretta, Luca Brivio, Massimo Dones, Gianfranco Filiberti, Cinzia Foschi, Luciana Galli, Cettina Ge- rardis, Paola Iulita, Laura Loguercio, Mariateresa Lovallo, Daniela Marzano, Silvia Monti, Sara Nico- li, Marina Palmieri, Enrico Pezzotti, Patrizia Picco, Patrizia Stasi, Mauro Villa.
- Legnano, 4 gennaio 2016.
Umberto Quintavalle si inchina nel ricordo
dell'amico e uomo assolutamente straordinario
Enrico Crespi
esempio di vita e nobiltà d'animo ed è affettuosa- mente al fianco di Miriam in questo tristissimo mo- mento. - Milano, 4 gennaio 2016.
Dopo una vita intensa di lavoro e di soddisfazioni è mancato il
Dott. Sergio Villa
Lo annuncia con immenso dolore la moglie Rose- marie Palas.- Per i funerali rivolgersi al numero 02.32867. - Milano, 3 gennaio 2016.
Otto, Brigitte e Sacha partecipano commossi alla dipartita del cognato e zio
Dott. Sergio Villa - Vienna, 3 gennaio 2016.
Valeria Gualeni e famiglia sono affettuosamente vicine all'amica Rosemarie per la perdita del ma- rito
Dott. Sergio Villa - Milano, 3 gennaio 2016.
Sergio Villa
Partecipano al lutto:
- Pinuccia Tardivello.
- Giovanni e Maria Bolla.
Maurizio Quatrini sacrifica il rituale gallo al Mae- stro
Prof. Elio Polli
ricordando con gratitudine il suo sapiente insegna- mento dell'arte medica.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Fondazione e Associazione Assistenza Studio Malati Ematologici ASME partecipano al dolore per la perdita del consigliere e socio fondatore
Prof. Elio Polli
illustre ematologo, dedito alla scienza e alla clini- ca, di umana sensibilità.
- Milano, 4 gennaio 2016.
Gianfranco e Carla Barazzetta con i figli Paola e Riccardo con la moglie Renata partecipano com- mossi al dolore di Gianna e Alberto per la scom- parsa del caro amico di una vita
Giovanni Marinatto - Milano, 3 gennaio 2016.
La moglie Mariapia, i figli Marco e Giorgio con Tristana e Natascia e i nipotini piangono la scom- parsa del loro amato
Giancarlo Poletto
marito adorato, padre ineguagliabile e dolcissimo nonno. - Tradate, 2 gennaio 2016.
È mancato all'affetto dei suoi cari l'amatissimo zio
Giancarlo Viganoni
Ne danno il triste annuncio i nipoti e parenti tutti.- Per giorno e ora funerali contattare il 02.9242689 dopo le ore 15. - Milano, 2 gennaio 2016.
Mauro e Betty Quercioli con Isabella Bezzera so- no vicini al dottor Carlo Maria Colombo e alla sua famiglia per la prematura scomparsa della moglie
Rosangela Orsenigo Colombo - Milano, 2 gennaio 2016.
Isa e Guido sono vicini a Enrico con Guya per la perdita del caro papà
Giorgio Della Casa - Milano, 3 gennaio 2016.
Teresita Concetta Giovanetti
Cara Tere, sei stata il mio grande amore giovani- le!- Riposa in pace.- Ettore.
- Roma, 3 genneio 2016.
Lina Panasia
Ciao Lina amica carmenso dolore che il marito
Vittorio Santagostino
è tornato alla casa del Padre.- I funerali si svolge- ranno lunedì 4 gennaio alle ore 11 direttamente nella chiesa di San Pietro in Sala (piazza Wagner). - Milano, 2 gennaio 2016.
Pier Paolo, Giovanni, Renata, Benedetta, Elisa, Maria Chiara, Natalie, Sofia, Vittorio, Carlo e Ber- nardo ricordano con grande affetto e tenerezza il loro caro
nonno Vittorio - Milano, 2 gennaio 2016.
Mario Fochi, Nunzia e Brando Vitali con Antonio e Marta si stringono con molto affetto a Paola ed ai figli nel ricordo del carissimo, indimenticabile cu- gino
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Bianca con Alvise, Laura con Roberto, Doda con Marco, e Silvia sono affettuosamente vicini a Paola e a tutti i cugini per la scomparsa di
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giovanni e Cecilia Fumagalli sono vicini a Paola, Chiara, Valerio, Marco e Giulia nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Camogli, 3 gennaio 2016.
Roberta e Luca, Stefania e Giorgio con i figli sono vicini con affetto alla zia Paola e ai cugini nel ri- cordo dello
zio Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Luisa Tedeschi abbraccia Paola e i suoi figli ri- cordando
Vittorio
persona indimenticabile.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno, Bea, Nicolò, Barbara e Guido sono vicini a Paola e figli nel ricordo del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Gianna e Giuseppe Rodolfi partecipano con commosso affetto al dolore di Paola e figli per la scomparsa del carissimo
Vittorio Santagostino - Parma, 4 gennaio 2016.
Marino e Franca sono vicini a Paola per la scom- parsa di
Vittorio Santagostino
e inviano tante affettuose condoglianze a lei e a tutta la famiglia. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ernesto Elena e figli abbracciano commossi Pao- la e la sua famiglia nel ricordo di
Vittorio
dolce caro amico di tanti anni. - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Aldo e Marialaura Cannavale.
Giancarlo e Giovanna con Mario e Giulia, Anna, Cesare e Laura sono vicini con tanto affetto a Paola e figli ricordando il caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Giancarlo e Giovanni con le loro famiglie si uni- scono al dolore di Marco, Giulia, Valerio, Chiara e della loro mamma per la scomparsa del papà
Vittorio Santagostino - Biella, 4 gennaio 2016.
Bernardo Negri da Oleggio, con i figli, Minù con Luigi, Dadi, Betty, Michele con Tui, si stringe affet- tuosamente a Paola ed ai figli, Chiara, Giulia, Va- lerio e Marco per la scomparsa di
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Giulio e Alessandra Fumagalli Romario con i figli sono affettuosamente vicini a Paola e famiglia nel dolore per la scomparsa di
Vittorio - Monza, 3 gennaio 2016.
Marco Francesca Raffaele e Maide si stringono forte a Giulia e a tutta la famiglia nel ricordo del caro papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Ugo e Micaela Fumagalli Romario con Giulio Barbara Prisca e le rispettive famiglie sono affet- tuosamente vicini a Paola Chiara Valerio Marco e Giulia ricordando i felici momenti trascorsi con
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Nicola e Sofia si stringono con affetto a Giulia e a tutta la sua famiglia nel dolore per la perdita del papà
Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Rosalinda con famiglia è vicina a Paola e figli nel ricordo del carissimo amico
Vittorio - Milano, 4 gennaio 2016.
Dario Benedetta Soresina e figli si stringono con affetto a Paola e a tutta la sua famiglia per la scom- parsa del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Marco e Silvia Soresina, Amedeo e Luisa Ponzani con le loro famiglie abbracciano con affetto Paola e figli nel ricordo del caro
Dott. Ing. Vittorio Santagostino - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Emilio e Paola Respighi.
Uberto e Ada Manetti, Enrico e Gianna Belloni, addolorati, ricordano affettuosamente e pregano per
Vittorio Santagostino - Milano - Genova, 3 gennaio 2016.
Jacopo e Roberta, Alexander e Giordana, Giam- paolo e Rita sono vicini a Giulia per la perdita del suo caro papà
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Carlo e Mariasilvia sono vicini a tutta la famiglia Santagostino nel ricordo di
Vittorio Santagostino - Cervinia, 3 gennaio 2016.
Vittorio, Fiorella Borghini e figli partecipano con vivo affettuoso dolore la morte del caro amico
Vittorio Santagostino
A Paola e ai suoi figli un caro e forte abbraccio. - Milano, 3 gennaio 2016.
Katinka e Pierandrea terranno sempre nel cuore
Vittorio
l'amico caro di una vita e abbracciano Paola con grande affetto. - Milano, 3 gennaio 2016.
Ricorderemo sempre con grande affetto il nostro carissimo amico di sempre
Vittorio
Mario Grazia Ruggero Fiorenza con tutti i loro figli abbracciano Paola e la sua grande famiglia.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Pietro Francesca e Marco. - Luigi Bellini.
- Grazia Coppi.
- Eldo e Anna Jordan.
Roberto Beretta, ricordando lontani giorni sere- ni, è vicino a Paola, Chiara e a tutti i familiari, per la perdita del caro
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Antonio e Ginia, con Enrico Elena Cecilia e le loro famiglie, abbracciano con tanto affetto Paola con tutti i suoi figli e nipoti nel ricordo del carissimo
Vittorio - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipa al lutto:
- Maddalena Massimini.
Vittorio Santagostino
Partecipano al lutto:
- Vittorianna Cervi Simoni.
- Maria Gamna Perna.
- Achille e Barbara De Tomasi.
- Paolo e Anna Lazzaroni Andina.
- Antonio, Mary Louise Sacconaghi e figli. - Carla, Laura, Pietro, Francesca Ceretti.
Dopo che una lunga malattia lo ha lentamente allontanato da noi, è salito in cielo il nostro
Renato Muzzin Scevola
libero finalmente di illuminare da lassù la vita dei suoi amati Pia, Paola, Giulia, Riccardo, dei piccoli adorati Edoardo e Camilla e di tutti coloro che ha amato e che lo porteranno sempre nel cuore.- I funerali avranno luogo martedì 5 gennaio alle ore 10.30 presso la parrocchia del Sacro Cuore a No- vara, viale Roma. - Novara, 4 gennaio 2016.
Ciao
Renato
tutti noi, Nini, Maurizio ed Emanuela, Alessandra ed Eugenio, Federica ti ricorderemo sempre con l'immenso affetto di una vita trascorsa insieme.- Grazie per il tuo sorriso e per la tua presenza che è stata una parte importante della nostra famiglia.- Ci stringiamo forte a Maria Pia, Paola e Giulia ed a tutti i tuoi cari. - Novara, 4 gennaio 2016.
Gli amici Nello Giuliana, Franca, Franco Ga- briella, Marisa, Renato Anna, Maurizio Anna, Ni- cola Lucia, Francesco Adriana, Carlo Lilli, Michele Patrizia, Edoardo Antonietta, Rita, Marco Isabella, Roberto Luciana si stringono con affetto a Pia e a tutta la sua famiglia nel ricordo di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Bruno e Valeria, Carlo e Patrizia, Italo e Fiorella, Nico e Luisella con Franca, sono fraternamente vi- cini a Pia e famiglia per l'improvvisa scomparsa di
Renato - Milano, 3 gennaio 2016.
Fabrizio e Stella Cortese con Anna, Silvia e Ca- milla, addolorati sono affettuosamente vicini ai figli Fabio, Davide e Claudio nel momento del doloroso distacco dal loro caro papà
Alberto Brancaglion - Milano, 3 gennaio 2016.
È mancata all'affetto dei suoi cari
Ilaria Terzi Stangalino
Ne danno il doloroso annuncio il marito Ludovico, le figlie Maria Giulia e Costanza, i genitori Rosella ed Enos, la sorella Maria Letizia con Giovanni, i suoceri Patricia e Carlo, i cognati Enrico con Marta, Alvise con Valeria, nipoti e parenti tutti.- Le esequie si svolgeranno a Milano martedì 5 gennaio nella parrocchia di Santa Maria alla Fontana.- Per l'ora- rio telefonare allo 02.29514093.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Toni e Giovanna con Anna e Alberto abbraccia-
no commossi Ludo, Maria Giulia, Costanza e fami- glia e si uniscono nella preghiera ricordando la te- nerezza di
Ilaria - Milano, 3 gennaio 2016.
Milanese da quarantacinque anni, dopo aver de- dicato l'intera vita alla famiglia, a 80 anni è salita in paradiso
Yu Ying (Nenè) Cheng
Lo annunciano il marito, le figlie e i nipoti.- I fune- rali si terranno il 5 gennaio ore 15 nella chiesa Santa Maria Rossa, via Berra, Crescenzago.
- Milano, 2 gennaio 2016.
Annamaria Bernardini de Pace ricorda con infi- nita nostalgia le parole, gli insegnamenti, l'ironia, la saggezza del
Dott. Manlio Esposito
un grande magistrato, un amico affettuoso. - Milano, 3 gennaio 2016.
I collaboratori e le segretarie dello studio legale Bernardini de Pace abbracciano Livia nel dolore per la morte del suo papà
Dott. Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Enrico e Clara Nicolini si uniscono al dolore di Valeria e dei figli per la scomparsa di
Manlio Esposito
ricordandone le doti di esemplare magistrato. - Milano, 4 gennaio 2016.
Concettina e Alessandra con Maura e Bruno piangono la scomparsa di
Manlio
il caro amico di una vita. - Nizza, 2 gennaio 2016.
Peppino e Giovanna Naponiello si uniscono commossi al dolore di Valeria e famiglia per la per- dita di
Manlio - Cannes, 2 gennaio 2016.
Giuseppe Naponiello, Maura Naponiello e lo Studio Associato Dottori Commercialisti partecipa- no al dolore della famiglia per la perdita del
dott. Manlio Esposito - Milano, 4 gennaio 2016.
Raffaele e Nuccy con Gabriele e Melania sono affettuosamente vicini a Valeria, Fabio, Mauro e Livia per l'improvvisa scomparsa del carissimo
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Partecipano al lutto:
- Giuseppe e Valeria Bernoni. - Antonio Labombarda.
Fulvio e Teresa Albini con i figli Annalisa Fede- rico Enrico sono affettuosamente vicini a Valeria Fabio Mauro e Livia per la perdita dell'amato
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Alan, Richard e Francesca Rizzi abbracciano con affetto Fabio per la scomparsa del caro papà
Dott. Manlio Esposito
Magistrato esemplare di grandi ideali. - Milano, 3 gennaio 2016.
Luigi, Alberta e familiari profondamente com- mossi partecipano al dolore di Valeria e figli per la scomparsa del carissimo amico
Manlio - Bergamo, 3 gennaio 2016.
Ernesto Caffo insieme ai membri del Consiglio Direttivo, gli operatori e tutti i volontari di Telefono Azzurro partecipa al dolore di Valeria e di tutta la sua famiglia per la perdita di
Manlio Esposito - Milano, 3 gennaio 2016.
Dott.ssa Cristina Libretti
Ricorderemo sempre la tua dolcezza e bontà d'ani- mo.- Gli amici della specialità.- Lucia Bigalli, Paola Beretta, Luca Brivio, Massimo Dones, Gianfranco Filiberti, Cinzia Foschi, Luciana Galli, Cettina Ge- rardis, Paola Iulita, Laura Loguercio, Mariateresa Lovallo, Daniela Marzano, Silvia Monti, Sara Nico- li, Marina Palmieri, Enrico Pezzotti, Patrizia Picco, Patrizia Stasi, Mauro Villa.
- Legnano, 4 gennaio 2016.
Umberto Quintavalle si inchina nel ricordo
dell'amico e uomo assolutamente straordinario
Enrico Crespi
esempio di vita e nobiltà d'animo ed è affettuosa- mente al fianco di Miriam in questo tristissimo mo- mento. - Milano, 4 gennaio 2016.
Dopo una vita intensa di lavoro e di soddisfazioni è mancato il
Dott. Sergio Villa
Lo annuncia con immenso dolore la moglie Rose- marie Palas.- Per i funerali rivolgersi al numero 02.32867. - Milano, 3 gennaio 2016.
Otto, Brigitte e Sacha partecipano commossi alla dipartita del cognato e zio
Dott. Sergio Villa - Vienna, 3 gennaio 2016.
Valeria Gualeni e famiglia sono affettuosamente vicine all'amica Rosemarie per la perdita del ma- rito
Dott. Sergio Villa - Milano, 3 gennaio 2016.
Sergio Villa
Partecipano al lutto:
- Pinuccia Tardivello.
- Giovanni e Maria Bolla.
Maurizio Quatrini sacrifica il rituale gallo al Mae- stro
Prof. Elio Polli
ricordando con gratitudine il suo sapiente insegna- mento dell'arte medica.
- Milano, 3 gennaio 2016.
Fondazione e Associazione Assistenza Studio Malati Ematologici ASME partecipano al dolore per la perdita del consigliere e socio fondatore
Prof. Elio Polli
illustre ematologo, dedito alla scienza e alla clini- ca, di umana sensibilità.
- Milano, 4 gennaio 2016.
Gianfranco e Carla Barazzetta con i figli Paola e Riccardo con la moglie Renata partecipano com- mossi al dolore di Gianna e Alberto per la scom- parsa del caro amico di una vita
Giovanni Marinatto - Milano, 3 gennaio 2016.
La moglie Mariapia, i figli Marco e Giorgio con Tristana e Natascia e i nipotini piangono la scom- parsa del loro amato
Giancarlo Poletto
marito adorato, padre ineguagliabile e dolcissimo nonno. - Tradate, 2 gennaio 2016.
È mancato all'affetto dei suoi cari l'amatissimo zio
Giancarlo Viganoni
Ne danno il triste annuncio i nipoti e parenti tutti.- Per giorno e ora funerali contattare il 02.9242689 dopo le ore 15. - Milano, 2 gennaio 2016.
Mauro e Betty Quercioli con Isabella Bezzera so- no vicini al dottor Carlo Maria Colombo e alla sua famiglia per la prematura scomparsa della moglie
Rosangela Orsenigo Colombo - Milano, 2 gennaio 2016.
Isa e Guido sono vicini a Enrico con Guya per la perdita del caro papà
Giorgio Della Casa - Milano, 3 gennaio 2016.
Teresita Concetta Giovanetti
Cara Tere, sei stata il mio grande amore giovani- le!- Riposa in pace.- Ettore.
- Roma, 3 genneio 2016.
Lina Panasia
Ciao Lina amica car

Da: ernesto calindri04/01/2016 17:07:11
Ernesto Calindri (Certaldo, 5 febbraio 1909 - Milano, 9 giugno 1999) è stato un attore italiano di teatro, cinema e televisione. È annoverato fra i grandi, indimenticabili attori del teatro italiano[1][2][3][4].

Indice

    1 Biografia
        1.1 L'esordio nel cinema
        1.2 Il successo in teatro ed in televisione
        1.3 La pubblicità
        1.4 Gli ultimi spettacoli
    2 Filmografia
        2.1 Cinema
    3 Prosa radiofonica EIAR
    4 Prosa televisiva RAI
    5 Discografia
        5.1 Album
    6 Onorificenze
    7 Note
    8 Bibliografia
    9 Voci correlate
    10 Altri progetti
    11 Collegamenti esterni

Biografia
Luigi Cimara, Evi Maltagliati e Ernesto Calindri in Come tu mi vuoi di Pirandello negli studi radio EIAR nel 1941

Figlio d'arte (entrambi i genitori erano attori), e pur avendo iniziato a studiare ingegneria, fa il suo esordio non ancora ventenne quasi per caso nel 1928-29 nella compagnia di Luigi Carini, mettendosi subito in luce grazie alla figura slanciata ed alla impeccabile dizione, che gli conferiscono una rilevante presenza sulla scena. Nell'estate del 1937 viene chiamato da Renato Simoni a Venezia per sostenere la parte di Florindo ne Il bugiardo di Carlo Goldoni e da quel momento ha inizio la sua brillante carriera, in ruoli di primo piano e in un repertorio quanto mai vario, accanto a nomi importanti come quelli di Sergio Tofano, Luigi Cimara, Antonio Gandusio, Emma Gramatica, Laura Adani e Evi Maltagliati. Nel 1939 sposa l'attrice Roberta Mari, apparsa spesso in scena con lui. È padre dell'attore e doppiatore Gabriele Calindri.
L'esordio nel cinema

Ernesto Calindri approda al cinema nel 1935 con una parte nel film La sposa dei re di Duilio Coletti. Per lo più ottiene parti di comprimario nei tipici film dell'epoca cosiddetta dei telefoni bianchi. Forse la sua interpretazione più degna di nota di questo periodo è nel film I bambini ci guardano, diretto nel 1943 da Vittorio De Sica.
Il successo in teatro ed in televisione
Nella commedia Tre rosso dispari con Renata Seripa e Vittorio Gassman 1944

Nel dopoguerra Calindri continua a calcare le scene, riscuotendo consensi sempre più ampi grazie all'innata eleganza, all'ironia ed a quel suo fare sorridente e argutamente salottiero che ne fanno l'interprete ideale della commedia borghese leggera. Fa compagnia teatrale insieme a Laura Adani, Tino Carraro e al giovane Vittorio Gassman e nel 1945 per la regia di Luchino Visconti interpreta lavori di Schiller, Achard e Cocteau. nel 1950 crea la sua prima vera compagnia che comprende, fra gli altri, anche Lia Zoppelli, Valeria Valeri, Lauretta Masiero, Franco Volpi e Alberto Lionello,

Spesso recita in compagnia della moglie, l'attrice Roberta Mari.

Il nuovo mezzo televisivo consente ad Ernesto Calindri di raggiungere il grande pubblico, che si affeziona ben presto al suo personaggio. Vi esordisce nel 1958 apparendo sul piccolo schermo ne La spada di Damocle, commedia diretta da Vittorio Cottafavi e tratta dall'originale testo teatrale di Alfredo Testoni, seguiranno altre parti in originali televisivi tra cui Sole d'autunno, diretto da Giacomo Colli nel 1963, e sceneggiati quali Paura per Janet tratto da un racconto di Francis Durbridge e diretto da Daniele D'Anza. Si mette inoltre in luce come presentatore nel programma di intrattenimento Il signore delle 21, andato in onda nel maggio del 1962.

Sempre del 1962 è la sua interpretazione cinematografica più conosciuta, nel film Tototruffa '62 dove nella parte del Commissario Malvasia è la nemesi della coppia di ingegnosi truffatori composta da Totò e Nino Taranto.
La pubblicità

Con il diffondersi del cinema e della televisione, il numero degli spettatori a teatro in Italia calò drasticamente. Come a molti valenti attori prima di lui, ad Ernesto Calindri venne proposto di interpretare dei brevi filmati pubblicitari che andavano in onda nel popolare programma Carosello. Dapprima fu la volta della China Martini, per la quale interpretò delle scenette assieme all'amico e collega Franco Volpi nei panni di due ufficiali dell'Ottocento che commentavano gli avvenimenti e le novità finendo sempre col dire Düra minga!, cioè "non dura" in dialetto milanese. In seguito nel 1966 ebbe inizio la serie di filmati pubblicitari per il Cynar, noto aperitivo a base di carciofo, che legò indissolubilmente il nome di Calindri al liquore fino al 1984, rendendo lo slogan: "contro il logorìo della vita moderna" un'espressione ancora oggi di uso corrente. Famosissima, nel relativo spot pubblicitario del Cynar, l'inquadratura di Calindri intento a sorseggiare un bicchierino di liquore ed a leggere un giornale tranquillamente seduto davanti a un tavolino sistemato proprio al centro di una strada di città intensamente trafficata.
Gli ultimi spettacoli

Negli anni anni settanta ed ottanta, pur essendo ormai popolarissimo come personaggio televisivo, Ernesto Calindri non smette di calcare le tavole del palcoscenico. Alla sua attività di infaticabile interprete, il cui repertorio spazia da Feydeau a Rattigan, da Ionesco a Pirandello, alterna quella di insegnante di teatro che dal 1975 esercita per un decennio presso l'Accademia dei Filodrammatici di Milano. Interpreta inoltre un generale in pensione nello spettacolo televisivo Villa arzilla. Nell'estate del 1990 il produttore Natale Barbone lo chiama per interpretare con Lauretta Masiero lo spettacolo "Casina" di Tito Maccio Plauto, per la regia di Mario Morini

L'avanzare dell'età non sembra intaccare minimamente l'energia e la brillantezza di Calindri che anzi, ad ottant'anni suonati, sorprende tutti interpretando in teatro la commedia musicale Gigi di Colette, dove si esibisce addirittura come cantante e ballerino.

Muore quietamente nel sonno all'Istituto dei Tumori di Milano la sera del 9 giugno 1999 il giorno dopo la scomparsa di Corrado, poche ore dopo aver terminato di cenare con gli attori della sua compagnia teatrale con la quale, alla bella età di 90 anni, aveva da poco tempo iniziato a rappresentare Il borghese gentiluomo di Molière. In suo nome è stata creata una Fondazione che organizza un concorso per giovani autori europei di teatro. Inoltre la sua città natale di Certaldo ha intitolato a suo nome un premio teatrale.
Il Sindaco di Certaldo, Rosalba Spini, ha voluto ed ottenuto che Ernesto Calindri riposasse nel suo paese natale, e nel 2000 fu tumulato nel Cimitero Comunale
Filmografia
Cinema

    Freccia d'oro, regia di Piero Ballerini, Corrado D'Errico (1935)
    La sposa del re, regia di Duilo Coletti (1938)
    Finisce sempre così, regia di Enrico Susini (1939)
    La forza bruta, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1941)
    I bambini ci guardano, regia di Vittorio De Sica (1943)
    La primadonna, regia di Ivo Perilli (1943)
    T'amerò sempre, regia di Mario Camerini (1943)
    Scadenza trenta giorni, regia di Luigi Giacosi (1944)
    Incontro con Laura, regia di Carlo Alberto Felice (1945)
    Una lettera all'alba, regia di Giorgio Bianchi (1948)
    Al diavolo la celebrità, regia di Mario Monicelli, Steno (1949)
    Ho sognato il paradiso, regia di Giorgio Pastina (1949)
    Canzoni per le strade, regia di Mario Landi (1950)
    Buon viaggio, pover'uomo, regia di Giorgio Pàstina (1951)
    La presidentessa, regia di Pietro Germi (1952)
    L'ultimo amante, regia di Mario Mattoli (1955)
    Il momento più bello, regia di Luciano Emmer (1957)
    Policarpo, ufficiale di scrittura, regia di Mario Soldati (1958)
    Rascel marine, regia di Guido Leoni (1958)
    Le olimpiadi dei mariti, regia di Giorgio Bianchi (1960)
    La ragazza di mille mesi, regia di Steno (1961)
    Mariti a congresso, regia di Luigi Filippo D'Amico (1961)
    Tototruffa '62, regia di Camillo Mastrocinque (1961)
    Canzoni di ieri, canzoni di oggi, canzoni di domani, regia di Domenico Paolella (1962)
    L'assassino si chiama Pompeo, regia di Marino Girolami (1962)
    La smania addosso, regia di Marcello Andrei (1962)
    La tigre dei sette mari, regia di Luigi Capuano (1962)
    Le massaggiatrici, regia di Lucio Fulci (1962)
    Venere imperiale, regia di Jean Delannoy (1962)
    Divorzio alla siciliana, regia di Enzo Di Gianni (1963)
    I due sergenti del generale Custer, regia di Giorgio Simonelli (1965)
    Un ufficiale non si arrende mai nemmeno di fronte all'evidenza, firmato Colonnello Buttiglione, regia di Mino Guerrini (1973)
    Ladri di saponette, regia di Maurizio Nichetti (1989)

Prosa radiofonica EIAR

    Il bugiardo di Carlo Goldoni, regia di Renato Simoni, trasmessa il 25 luglio 1937.

Prosa televisiva RAI

    Il cadetto di Winslow di Terence Rattigan, regia di Franco Enriquez, trasmessa il 6 giugno 1954.
    Questi ragazzi di Gherardo Gherardi, regia di Claudio Fino, trasmessa il 29 giugno 1956.
    Giochi di prestigio, regia di Alberto Gagliardelli, trasmessa nel 1956.
    Si arrende a Bach, regia di Enrico Colosimo trasmessa il 6 settembre 1961.
    I burosauri, di Silvano Ambrogi.

Discografia
Album

    Dante - La divina commedia - Paradiso (Nuova Accademia Del Disco, BLI 2005, LP) con Giorgio Albertazzi, Tino Carraro, Anna Proclemer, Ottavio Fanfani

Onorificenze
Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria     Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
    «Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
â" 16 febbraio 1993[5]
Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria     Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
    â" 27 dicembre 1991[6]
Note

    ^ Teatro Manzoni: 5 Attori indimenticabili
    ^ Storia Radiotv Ernesto Calindri
    ^ Il Mondo di Carosello
    ^ Archivio Rai - Schede
    ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
    ^ Sito web del Quirinale: dettaglio dec

Da: ernesto calindri 204/01/2016 17:08:17
Ernesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel «Bugiardo» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una «ditta» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in «grandi successi d'ilarità» come «Tredici a tavola», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, «Sul lago dorato» e «Indovina chi viene a cena?», «Gigì» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâ". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella «sua» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  «Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchia», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicità», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta «col cuore gonfio di nostalgia». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: «Ci vediamo presto» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italiano.

Da: anti-antares x tutti 04/01/2016 17:18:10
Si stanchera' prima o poi...
Negli uffici, qualsiasi cosa le illegittime pos e pot vi dicano di fare, fatevela mettere per iscritto...Anche la piu' semplice...

Da: ernesto calindri 1+2= 304/01/2016 17:32:55
Ernesto Calindri (Certaldo, 5 febbraio 1909 - Milano, 9 giugno 1999) è stato un attore italiano di teatro, cinema e televisione. È annoverato fra i grandi, indimenticabili attori del teatro italiano[1][2][3][4].

Indice

    1 Biografia
        1.1 L'esordio nel cinema
        1.2 Il successo in teatro ed in televisione
        1.3 La pubblicità
        1.4 Gli ultimi spettacoli
    2 Filmografia
        2.1 Cinema
    3 Prosa radiofonica EIAR
    4 Prosa televisiva RAI
    5 Discografia
        5.1 Album
    6 Onorificenze
    7 Note
    8 Bibliografia
    9 Voci correlate
    10 Altri progetti
    11 Collegamenti esterni

Biografia
Luigi Cimara, Evi Maltagliati e Ernesto Calindri in Come tu mi vuoi di Pirandello negli studi radio EIAR nel 1941

Figlio d'arte (entrambi i genitori erano attori), e pur avendo iniziato a studiare ingegneria, fa il suo esordio non ancora ventenne quasi per caso nel 1928-29 nella compagnia di Luigi Carini, mettendosi subito in luce grazie alla figura slanciata ed alla impeccabile dizione, che gli conferiscono una rilevante presenza sulla scena. Nell'estate del 1937 viene chiamato da Renato Simoni a Venezia per sostenere la parte di Florindo ne Il bugiardo di Carlo Goldoni e da quel momento ha inizio la sua brillante carriera, in ruoli di primo piano e in un repertorio quanto mai vario, accanto a nomi importanti come quelli di Sergio Tofano, Luigi Cimara, Antonio Gandusio, Emma Gramatica, Laura Adani e Evi Maltagliati. Nel 1939 sposa l'attrice Roberta Mari, apparsa spesso in scena con lui. È padre dell'attore e doppiatore Gabriele Calindri.
L'esordio nel cinema

Ernesto Calindri approda al cinema nel 1935 con una parte nel film La sposa dei re di Duilio Coletti. Per lo più ottiene parti di comprimario nei tipici film dell'epoca cosiddetta dei telefoni bianchi. Forse la sua interpretazione più degna di nota di questo periodo è nel film I bambini ci guardano, diretto nel 1943 da Vittorio De Sica.
Il successo in teatro ed in televisione
Nella commedia Tre rosso dispari con Renata Seripa e Vittorio Gassman 1944

Nel dopoguerra Calindri continua a calcare le scene, riscuotendo consensi sempre più ampi grazie all'innata eleganza, all'ironia ed a quel suo fare sorridente e argutamente salottiero che ne fanno l'interprete ideale della commedia borghese leggera. Fa compagnia teatrale insieme a Laura Adani, Tino Carraro e al giovane Vittorio Gassman e nel 1945 per la regia di Luchino Visconti interpreta lavori di Schiller, Achard e Cocteau. nel 1950 crea la sua prima vera compagnia che comprende, fra gli altri, anche Lia Zoppelli, Valeria Valeri, Lauretta Masiero, Franco Volpi e Alberto Lionello,

Spesso recita in compagnia della moglie, l'attrice Roberta Mari.

Il nuovo mezzo televisivo consente ad Ernesto Calindri di raggiungere il grande pubblico, che si affeziona ben presto al suo personaggio. Vi esordisce nel 1958 apparendo sul piccolo schermo ne La spada di Damocle, commedia diretta da Vittorio Cottafavi e tratta dall'originale testo teatrale di Alfredo Testoni, seguiranno altre parti in originali televisivi tra cui Sole d'autunno, diretto da Giacomo Colli nel 1963, e sceneggiati quali Paura per Janet tratto da un racconto di Francis Durbridge e diretto da Daniele D'Anza. Si mette inoltre in luce come presentatore nel programma di intrattenimento Il signore delle 21, andato in onda nel maggio del 1962.

Sempre del 1962 è la sua interpretazione cinematografica più conosciuta, nel film Tototruffa '62 dove nella parte del Commissario Malvasia è la nemesi della coppia di ingegnosi truffatori composta da Totò e Nino Taranto.
La pubblicità

Con il diffondersi del cinema e della televisione, il numero degli spettatori a teatro in Italia calò drasticamente. Come a molti valenti attori prima di lui, ad Ernesto Calindri venne proposto di interpretare dei brevi filmati pubblicitari che andavano in onda nel popolare programma Carosello. Dapprima fu la volta della China Martini, per la quale interpretò delle scenette assieme all'amico e collega Franco Volpi nei panni di due ufficiali dell'Ottocento che commentavano gli avvenimenti e le novità finendo sempre col dire Düra minga!, cioè "non dura" in dialetto milanese. In seguito nel 1966 ebbe inizio la serie di filmati pubblicitari per il Cynar, noto aperitivo a base di carciofo, che legò indissolubilmente il nome di Calindri al liquore fino al 1984, rendendo lo slogan: "contro il logorìo della vita moderna" un'espressione ancora oggi di uso corrente. Famosissima, nel relativo spot pubblicitario del Cynar, l'inquadratura di Calindri intento a sorseggiare un bicchierino di liquore ed a leggere un giornale tranquillamente seduto davanti a un tavolino sistemato proprio al centro di una strada di città intensamente trafficata.
Gli ultimi spettacoli

Negli anni anni settanta ed ottanta, pur essendo ormai popolarissimo come personaggio televisivo, Ernesto Calindri non smette di calcare le tavole del palcoscenico. Alla sua attività di infaticabile interprete, il cui repertorio spazia da Feydeau a Rattigan, da Ionesco a Pirandello, alterna quella di insegnante di teatro che dal 1975 esercita per un decennio presso l'Accademia dei Filodrammatici di Milano. Interpreta inoltre un generale in pensione nello spettacolo televisivo Villa arzilla. Nell'estate del 1990 il produttore Natale Barbone lo chiama per interpretare con Lauretta Masiero lo spettacolo "Casina" di Tito Maccio Plauto, per la regia di Mario Morini

L'avanzare dell'età non sembra intaccare minimamente l'energia e la brillantezza di Calindri che anzi, ad ottant'anni suonati, sorprende tutti interpretando in teatro la commedia musicale Gigi di Colette, dove si esibisce addirittura come cantante e ballerino.

Muore quietamente nel sonno all'Istituto dei Tumori di Milano la sera del 9 giugno 1999 il giorno dopo la scomparsa di Corrado, poche ore dopo aver terminato di cenare con gli attori della sua compagnia teatrale con la quale, alla bella età di 90 anni, aveva da poco tempo iniziato a rappresentare Il borghese gentiluomo di Molière. In suo nome è stata creata una Fondazione che organizza un concorso per giovani autori europei di teatro. Inoltre la sua città natale di Certaldo ha intitolato a suo nome un premio teatrale.
Il Sindaco di Certaldo, Rosalba Spini, ha voluto ed ottenuto che Ernesto Calindri riposasse nel suo paese natale, e nel 2000 fu tumulato nel Cimitero Comunale
Filmografia
Cinema

    Freccia d'oro, regia di Piero Ballerini, Corrado D'Errico (1935)
    La sposa del re, regia di Duilo Coletti (1938)
    Finisce sempre così, regia di Enrico Susini (1939)
    La forza bruta, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1941)
    I bambini ci guardano, regia di Vittorio De Sica (1943)
    La primadonna, regia di Ivo Perilli (1943)
    T'amerò sempre, regia di Mario Camerini (1943)
    Scadenza trenta giorni, regia di Luigi Giacosi (1944)
    Incontro con Laura, regia di Carlo Alberto Felice (1945)
    Una lettera all'alba, regia di Giorgio Bianchi (1948)
    Al diavolo la celebrità, regia di Mario Monicelli, Steno (1949)
    Ho sognato il paradiso, regia di Giorgio Pastina (1949)
    Canzoni per le strade, regia di Mario Landi (1950)
    Buon viaggio, pover'uomo, regia di Giorgio Pàstina (1951)
    La presidentessa, regia di Pietro Germi (1952)
    L'ultimo amante, regia di Mario Mattoli (1955)
    Il momento più bello, regia di Luciano Emmer (1957)
    Policarpo, ufficiale di scrittura, regia di Mario Soldati (1958)
    Rascel marine, regia di Guido Leoni (1958)
    Le olimpiadi dei mariti, regia di Giorgio Bianchi (1960)
    La ragazza di mille mesi, regia di Steno (1961)
    Mariti a congresso, regia di Luigi Filippo D'Amico (1961)
    Tototruffa '62, regia di Camillo Mastrocinque (1961)
    Canzoni di ieri, canzoni di oggi, canzoni di domani, regia di Domenico Paolella (1962)
    L'assassino si chiama Pompeo, regia di Marino Girolami (1962)
    La smania addosso, regia di Marcello Andrei (1962)
    La tigre dei sette mari, regia di Luigi Capuano (1962)
    Le massaggiatrici, regia di Lucio Fulci (1962)
    Venere imperiale, regia di Jean Delannoy (1962)
    Divorzio alla siciliana, regia di Enzo Di Gianni (1963)
    I due sergenti del generale Custer, regia di Giorgio Simonelli (1965)
    Un ufficiale non si arrende mai nemmeno di fronte all'evidenza, firmato Colonnello Buttiglione, regia di Mino Guerrini (1973)
    Ladri di saponette, regia di Maurizio Nichetti (1989)

Prosa radiofonica EIAR

    Il bugiardo di Carlo Goldoni, regia di Renato Simoni, trasmessa il 25 luglio 1937.

Prosa televisiva RAI

    Il cadetto di Winslow di Terence Rattigan, regia di Franco Enriquez, trasmessa il 6 giugno 1954.
    Questi ragazzi di Gherardo Gherardi, regia di Claudio Fino, trasmessa il 29 giugno 1956.
    Giochi di prestigio, regia di Alberto Gagliardelli, trasmessa nel 1956.
    Si arrende a Bach, regia di Enrico Colosimo trasmessa il 6 settembre 1961.
    I burosauri, di Silvano Ambrogi.

Discografia
Album

    Dante - La divina commedia - Paradiso (Nuova Accademia Del Disco, BLI 2005, LP) con Giorgio Albertazzi, Tino Carraro, Anna Proclemer, Ottavio Fanfani

Onorificenze
Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria     Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
    ï¿«Di iniziativa del Presidente della Repubblicaï¿»
âï¿" 16 febbraio 1993[5]
Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria     Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
    âï¿" 27 dicembre 1991[6]
Note

    ^ Teatro Manzoni: 5 Attori indimenticabili
    ^ Storia Radiotv Ernesto Calindri
    ^ Il Mondo di Carosello
    ^ Archivio Rai - Schede
    ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
    ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decPer pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italiano.

Ernesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿«Bugiardoï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿«dittaï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿» come ï¿«Tredici a tavolaï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿«Sul lago doratoï¿» e ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿», ï¿«Gigìï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿«suaï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿«Ci vediamo prestoï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italianoErnesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿«Bugiardoï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿«dittaï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿» come ï¿«Tredici a tavolaï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿«Sul lago doratoï¿» e ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿», ï¿«Gigìï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿«suaï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿«Ci vediamo prestoï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italianoErnesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿«Bugiardoï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿«dittaï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿» come ï¿«Tredici a tavolaï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿«Sul lago doratoï¿» e ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿», ï¿«Gigìï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿«suaï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿«Ci vediamo prestoï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italianoErnesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿«Bugiardoï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿«dittaï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿» come ï¿«Tredici a tavolaï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿«Sul lago doratoï¿» e ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿», ï¿«Gigìï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿«suaï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿«Ci vediamo prestoï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italianoErnesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿«Bugiardoï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿«dittaï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿» come ï¿«Tredici a tavolaï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿«Sul lago doratoï¿» e ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿», ï¿«Gigìï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿«suaï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿«Ci vediamo prestoï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italianoErnesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿«Bugiardoï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿«dittaï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿» come ï¿«Tredici a tavolaï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿«Sul lago doratoï¿» e ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿», ï¿«Gigìï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿«suaï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿«Ci vediamo prestoï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italianoErnesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿«Bugiardoï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿«dittaï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿» come ï¿«Tredici a tavolaï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿«Sul lago doratoï¿» e ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿», ï¿«Gigìï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿«suaï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿«Ci vediamo prestoï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italiano

Da: amateci 04/01/2016 17:33:45
T pos..sa prende un colpo

Da: ernesto calindri 1+2 304/01/2016 17:35:46
Ernesto Calindri (Certaldo, 5 febbraio 1909 - Milano, 9 giugno 1999) è stato un attore italiano di teatro, cinema e televisione. È annoverato fra i grandi, indimenticabili attori del teatro italiano[1][2][3][4].

Indice

    1 Biografia
        1.1 L'esordio nel cinema
        1.2 Il successo in teatro ed in televisione
        1.3 La pubblicità
        1.4 Gli ultimi spettacoli
    2 Filmografia
        2.1 Cinema
    3 Prosa radiofonica EIAR
    4 Prosa televisiva RAI
    5 Discografia
        5.1 Album
    6 Onorificenze
    7 Note
    8 Bibliografia
    9 Voci correlate
    10 Altri progetti
    11 Collegamenti esterni

Biografia
Luigi Cimara, Evi Maltagliati e Ernesto Calindri in Come tu mi vuoi di Pirandello negli studi radio EIAR nel 1941

Figlio d'arte (entrambi i genitori erano attori), e pur avendo iniziato a studiare ingegneria, fa il suo esordio non ancora ventenne quasi per caso nel 1928-29 nella compagnia di Luigi Carini, mettendosi subito in luce grazie alla figura slanciata ed alla impeccabile dizione, che gli conferiscono una rilevante presenza sulla scena. Nell'estate del 1937 viene chiamato da Renato Simoni a Venezia per sostenere la parte di Florindo ne Il bugiardo di Carlo Goldoni e da quel momento ha inizio la sua brillante carriera, in ruoli di primo piano e in un repertorio quanto mai vario, accanto a nomi importanti come quelli di Sergio Tofano, Luigi Cimara, Antonio Gandusio, Emma Gramatica, Laura Adani e Evi Maltagliati. Nel 1939 sposa l'attrice Roberta Mari, apparsa spesso in scena con lui. È padre dell'attore e doppiatore Gabriele Calindri.
L'esordio nel cinema

Ernesto Calindri approda al cinema nel 1935 con una parte nel film La sposa dei re di Duilio Coletti. Per lo più ottiene parti di comprimario nei tipici film dell'epoca cosiddetta dei telefoni bianchi. Forse la sua interpretazione più degna di nota di questo periodo è nel film I bambini ci guardano, diretto nel 1943 da Vittorio De Sica.
Il successo in teatro ed in televisione
Nella commedia Tre rosso dispari con Renata Seripa e Vittorio Gassman 1944

Nel dopoguerra Calindri continua a calcare le scene, riscuotendo consensi sempre più ampi grazie all'innata eleganza, all'ironia ed a quel suo fare sorridente e argutamente salottiero che ne fanno l'interprete ideale della commedia borghese leggera. Fa compagnia teatrale insieme a Laura Adani, Tino Carraro e al giovane Vittorio Gassman e nel 1945 per la regia di Luchino Visconti interpreta lavori di Schiller, Achard e Cocteau. nel 1950 crea la sua prima vera compagnia che comprende, fra gli altri, anche Lia Zoppelli, Valeria Valeri, Lauretta Masiero, Franco Volpi e Alberto Lionello,

Spesso recita in compagnia della moglie, l'attrice Roberta Mari.

Il nuovo mezzo televisivo consente ad Ernesto Calindri di raggiungere il grande pubblico, che si affeziona ben presto al suo personaggio. Vi esordisce nel 1958 apparendo sul piccolo schermo ne La spada di Damocle, commedia diretta da Vittorio Cottafavi e tratta dall'originale testo teatrale di Alfredo Testoni, seguiranno altre parti in originali televisivi tra cui Sole d'autunno, diretto da Giacomo Colli nel 1963, e sceneggiati quali Paura per Janet tratto da un racconto di Francis Durbridge e diretto da Daniele D'Anza. Si mette inoltre in luce come presentatore nel programma di intrattenimento Il signore delle 21, andato in onda nel maggio del 1962.

Sempre del 1962 è la sua interpretazione cinematografica più conosciuta, nel film Tototruffa '62 dove nella parte del Commissario Malvasia è la nemesi della coppia di ingegnosi truffatori composta da Totò e Nino Taranto.
La pubblicità

Con il diffondersi del cinema e della televisione, il numero degli spettatori a teatro in Italia calò drasticamente. Come a molti valenti attori prima di lui, ad Ernesto Calindri venne proposto di interpretare dei brevi filmati pubblicitari che andavano in onda nel popolare programma Carosello. Dapprima fu la volta della China Martini, per la quale interpretò delle scenette assieme all'amico e collega Franco Volpi nei panni di due ufficiali dell'Ottocento che commentavano gli avvenimenti e le novità finendo sempre col dire Düra minga!, cioè "non dura" in dialetto milanese. In seguito nel 1966 ebbe inizio la serie di filmati pubblicitari per il Cynar, noto aperitivo a base di carciofo, che legò indissolubilmente il nome di Calindri al liquore fino al 1984, rendendo lo slogan: "contro il logorìo della vita moderna" un'espressione ancora oggi di uso corrente. Famosissima, nel relativo spot pubblicitario del Cynar, l'inquadratura di Calindri intento a sorseggiare un bicchierino di liquore ed a leggere un giornale tranquillamente seduto davanti a un tavolino sistemato proprio al centro di una strada di città intensamente trafficata.
Gli ultimi spettacoli

Negli anni anni settanta ed ottanta, pur essendo ormai popolarissimo come personaggio televisivo, Ernesto Calindri non smette di calcare le tavole del palcoscenico. Alla sua attività di infaticabile interprete, il cui repertorio spazia da Feydeau a Rattigan, da Ionesco a Pirandello, alterna quella di insegnante di teatro che dal 1975 esercita per un decennio presso l'Accademia dei Filodrammatici di Milano. Interpreta inoltre un generale in pensione nello spettacolo televisivo Villa arzilla. Nell'estate del 1990 il produttore Natale Barbone lo chiama per interpretare con Lauretta Masiero lo spettacolo "Casina" di Tito Maccio Plauto, per la regia di Mario Morini

L'avanzare dell'età non sembra intaccare minimamente l'energia e la brillantezza di Calindri che anzi, ad ottant'anni suonati, sorprende tutti interpretando in teatro la commedia musicale Gigi di Colette, dove si esibisce addirittura come cantante e ballerino.

Muore quietamente nel sonno all'Istituto dei Tumori di Milano la sera del 9 giugno 1999 il giorno dopo la scomparsa di Corrado, poche ore dopo aver terminato di cenare con gli attori della sua compagnia teatrale con la quale, alla bella età di 90 anni, aveva da poco tempo iniziato a rappresentare Il borghese gentiluomo di Molière. In suo nome è stata creata una Fondazione che organizza un concorso per giovani autori europei di teatro. Inoltre la sua città natale di Certaldo ha intitolato a suo nome un premio teatrale.
Il Sindaco di Certaldo, Rosalba Spini, ha voluto ed ottenuto che Ernesto Calindri riposasse nel suo paese natale, e nel 2000 fu tumulato nel Cimitero Comunale
Filmografia
Cinema

    Freccia d'oro, regia di Piero Ballerini, Corrado D'Errico (1935)
    La sposa del re, regia di Duilo Coletti (1938)
    Finisce sempre così, regia di Enrico Susini (1939)
    La forza bruta, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1941)
    I bambini ci guardano, regia di Vittorio De Sica (1943)
    La primadonna, regia di Ivo Perilli (1943)
    T'amerò sempre, regia di Mario Camerini (1943)
    Scadenza trenta giorni, regia di Luigi Giacosi (1944)
    Incontro con Laura, regia di Carlo Alberto Felice (1945)
    Una lettera all'alba, regia di Giorgio Bianchi (1948)
    Al diavolo la celebrità, regia di Mario Monicelli, Steno (1949)
    Ho sognato il paradiso, regia di Giorgio Pastina (1949)
    Canzoni per le strade, regia di Mario Landi (1950)
    Buon viaggio, pover'uomo, regia di Giorgio Pàstina (1951)
    La presidentessa, regia di Pietro Germi (1952)
    L'ultimo amante, regia di Mario Mattoli (1955)
    Il momento più bello, regia di Luciano Emmer (1957)
    Policarpo, ufficiale di scrittura, regia di Mario Soldati (1958)
    Rascel marine, regia di Guido Leoni (1958)
    Le olimpiadi dei mariti, regia di Giorgio Bianchi (1960)
    La ragazza di mille mesi, regia di Steno (1961)
    Mariti a congresso, regia di Luigi Filippo D'Amico (1961)
    Tototruffa '62, regia di Camillo Mastrocinque (1961)
    Canzoni di ieri, canzoni di oggi, canzoni di domani, regia di Domenico Paolella (1962)
    L'assassino si chiama Pompeo, regia di Marino Girolami (1962)
    La smania addosso, regia di Marcello Andrei (1962)
    La tigre dei sette mari, regia di Luigi Capuano (1962)
    Le massaggiatrici, regia di Lucio Fulci (1962)
    Venere imperiale, regia di Jean Delannoy (1962)
    Divorzio alla siciliana, regia di Enzo Di Gianni (1963)
    I due sergenti del generale Custer, regia di Giorgio Simonelli (1965)
    Un ufficiale non si arrende mai nemmeno di fronte all'evidenza, firmato Colonnello Buttiglione, regia di Mino Guerrini (1973)
    Ladri di saponette, regia di Maurizio Nichetti (1989)

Prosa radiofonica EIAR

    Il bugiardo di Carlo Goldoni, regia di Renato Simoni, trasmessa il 25 luglio 1937.

Prosa televisiva RAI

    Il cadetto di Winslow di Terence Rattigan, regia di Franco Enriquez, trasmessa il 6 giugno 1954.
    Questi ragazzi di Gherardo Gherardi, regia di Claudio Fino, trasmessa il 29 giugno 1956.
    Giochi di prestigio, regia di Alberto Gagliardelli, trasmessa nel 1956.
    Si arrende a Bach, regia di Enrico Colosimo trasmessa il 6 settembre 1961.
    I burosauri, di Silvano Ambrogi.

Discografia
Album

    Dante - La divina commedia - Paradiso (Nuova Accademia Del Disco, BLI 2005, LP) con Giorgio Albertazzi, Tino Carraro, Anna Proclemer, Ottavio Fanfani

Onorificenze
Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria     Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
    ï¿ï¿ï¿«Di iniziativa del Presidente della Repubblicaï¿ï¿ï¿»
âï¿ï¿" 16 febbraio 1993[5]
Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria     Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
    âï¿ï¿" 27 dicembre 1991[6]
Note

    ^ Teatro Manzoni: 5 Attori indimenticabili
    ^ Storia Radiotv Ernesto Calindri
    ^ Il Mondo di Carosello
    ^ Archivio Rai - Schede
    ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
    ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decPer pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italiano.

Ernesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿ï¿ï¿«Bugiardoï¿ï¿ï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿ï¿ï¿«dittaï¿ï¿ï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿ï¿ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿ï¿ï¿» come ï¿ï¿ï¿«Tredici a tavolaï¿ï¿ï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿ï¿ï¿«Sul lago doratoï¿ï¿ï¿» e ï¿ï¿ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿ï¿ï¿», ï¿ï¿ï¿«Gigìï¿ï¿ï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿ï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿ï¿ï¿«suaï¿ï¿ï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿ï¿ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿ï¿ï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿ï¿ï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿ï¿ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿ï¿ï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿ï¿ï¿«Ci vediamo prestoï¿ï¿ï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italianoErnesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿ï¿ï¿«Bugiardoï¿ï¿ï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿ï¿ï¿«dittaï¿ï¿ï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿ï¿ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿ï¿ï¿» come ï¿ï¿ï¿«Tredici a tavolaï¿ï¿ï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿ï¿ï¿«Sul lago doratoï¿ï¿ï¿» e ï¿ï¿ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿ï¿ï¿», ï¿ï¿ï¿«Gigìï¿ï¿ï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿ï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿ï¿ï¿«suaï¿ï¿ï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿ï¿ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿ï¿ï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿ï¿ï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿ï¿ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿ï¿ï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿ï¿ï¿«Ci vediamo prestoï¿ï¿ï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italianoErnesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿ï¿ï¿«Bugiardoï¿ï¿ï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿ï¿ï¿«dittaï¿ï¿ï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿ï¿ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿ï¿ï¿» come ï¿ï¿ï¿«Tredici a tavolaï¿ï¿ï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿ï¿ï¿«Sul lago doratoï¿ï¿ï¿» e ï¿ï¿ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿ï¿ï¿», ï¿ï¿ï¿«Gigìï¿ï¿ï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿ï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿ï¿ï¿«suaï¿ï¿ï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿ï¿ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿ï¿ï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿ï¿ï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿ï¿ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿ï¿ï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿ï¿ï¿«Ci vediamo prestoï¿ï¿ï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italianoErnesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿ï¿ï¿«Bugiardoï¿ï¿ï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿ï¿ï¿«dittaï¿ï¿ï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿ï¿ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿ï¿ï¿» come ï¿ï¿ï¿«Tredici a tavolaï¿ï¿ï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿ï¿ï¿«Sul lago doratoï¿ï¿ï¿» e ï¿ï¿ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿ï¿ï¿», ï¿ï¿ï¿«Gigìï¿ï¿ï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿ï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿ï¿ï¿«suaï¿ï¿ï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿ï¿ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿ï¿ï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿ï¿ï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿ï¿ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿ï¿ï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿ï¿ï¿«Ci vediamo prestoï¿ï¿ï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italianoErnesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿ï¿ï¿«Bugiardoï¿ï¿ï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿ï¿ï¿«dittaï¿ï¿ï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿ï¿ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿ï¿ï¿» come ï¿ï¿ï¿«Tredici a tavolaï¿ï¿ï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿ï¿ï¿«Sul lago doratoï¿ï¿ï¿» e ï¿ï¿ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿ï¿ï¿», ï¿ï¿ï¿«Gigìï¿ï¿ï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿ï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿ï¿ï¿«suaï¿ï¿ï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿ï¿ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿ï¿ï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿ï¿ï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿ï¿ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿ï¿ï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿ï¿ï¿«Ci vediamo prestoï¿ï¿ï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italianoErnesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿ï¿ï¿«Bugiardoï¿ï¿ï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿ï¿ï¿«dittaï¿ï¿ï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿ï¿ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿ï¿ï¿» come ï¿ï¿ï¿«Tredici a tavolaï¿ï¿ï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿ï¿ï¿«Sul lago doratoï¿ï¿ï¿» e ï¿ï¿ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿ï¿ï¿», ï¿ï¿ï¿«Gigìï¿ï¿ï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿ï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿ï¿ï¿«suaï¿ï¿ï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿ï¿ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿ï¿ï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿ï¿ï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿ï¿ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿ï¿ï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿ï¿ï¿«Ci vediamo prestoï¿ï¿ï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italianoErnesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿ï¿ï¿«Bugiardoï¿ï¿ï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿ï¿ï¿«dittaï¿ï¿ï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿ï¿ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿ï¿ï¿» come ï¿ï¿ï¿«Tredici a tavolaï¿ï¿ï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿ï¿ï¿«Sul lago doratoï¿ï¿ï¿» e ï¿ï¿ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿ï¿ï¿», ï¿ï¿ï¿«Gigìï¿ï¿ï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿ï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿ï¿ï¿«suaï¿ï¿ï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿ï¿ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿ï¿ï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿ï¿ï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿ï¿ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿ï¿ï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿ï¿ï¿«Ci vediamo prestoï¿ï¿ï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italiaErnesto Calindri (Certaldo, 5 febbraio 1909 - Milano, 9 giugno 1999) è stato un attore italiano di teatro, cinema e televisione. È annoverato fra i grandi, indimenticabili attori del teatro italiano[1][2][3][4].

Indice

    1 Biografia
        1.1 L'esordio nel cinema
        1.2 Il successo in teatro ed in televisione
        1.3 La pubblicità
        1.4 Gli ultimi spettacoli
    2 Filmografia
        2.1 Cinema
    3 Prosa radiofonica EIAR
    4 Prosa televisiva RAI
    5 Discografia
        5.1 Album
    6 Onorificenze
    7 Note
    8 Bibliografia
    9 Voci correlate
    10 Altri progetti
    11 Collegamenti esterni

Biografia
Luigi Cimara, Evi Maltagliati e Ernesto Calindri in Come tu mi vuoi di Pirandello negli studi radio EIAR nel 1941

Figlio d'arte (entrambi i genitori erano attori), e pur avendo iniziato a studiare ingegneria, fa il suo esordio non ancora ventenne quasi per caso nel 1928-29 nella compagnia di Luigi Carini, mettendosi subito in luce grazie alla figura slanciata ed alla impeccabile dizione, che gli conferiscono una rilevante presenza sulla scena. Nell'estate del 1937 viene chiamato da Renato Simoni a Venezia per sostenere la parte di Florindo ne Il bugiardo di Carlo Goldoni e da quel momento ha inizio la sua brillante carriera, in ruoli di primo piano e in un repertorio quanto mai vario, accanto a nomi importanti come quelli di Sergio Tofano, Luigi Cimara, Antonio Gandusio, Emma Gramatica, Laura Adani e Evi Maltagliati. Nel 1939 sposa l'attrice Roberta Mari, apparsa spesso in scena con lui. È padre dell'attore e doppiatore Gabriele Calindri.
L'esordio nel cinema

Ernesto Calindri approda al cinema nel 1935 con una parte nel film La sposa dei re di Duilio Coletti. Per lo più ottiene parti di comprimario nei tipici film dell'epoca cosiddetta dei telefoni bianchi. Forse la sua interpretazione più degna di nota di questo periodo è nel film I bambini ci guardano, diretto nel 1943 da Vittorio De Sica.
Il successo in teatro ed in televisione
Nella commedia Tre rosso dispari con Renata Seripa e Vittorio Gassman 1944

Nel dopoguerra Calindri continua a calcare le scene, riscuotendo consensi sempre più ampi grazie all'innata eleganza, all'ironia ed a quel suo fare sorridente e argutamente salottiero che ne fanno l'interprete ideale della commedia borghese leggera. Fa compagnia teatrale insieme a Laura Adani, Tino Carraro e al giovane Vittorio Gassman e nel 1945 per la regia di Luchino Visconti interpreta lavori di Schiller, Achard e Cocteau. nel 1950 crea la sua prima vera compagnia che comprende, fra gli altri, anche Lia Zoppelli, Valeria Valeri, Lauretta Masiero, Franco Volpi e Alberto Lionello,

Spesso recita in compagnia della moglie, l'attrice Roberta Mari.

Il nuovo mezzo televisivo consente ad Ernesto Calindri di raggiungere il grande pubblico, che si affeziona ben presto al suo personaggio. Vi esordisce nel 1958 apparendo sul piccolo schermo ne La spada di Damocle, commedia diretta da Vittorio Cottafavi e tratta dall'originale testo teatrale di Alfredo Testoni, seguiranno altre parti in originali televisivi tra cui Sole d'autunno, diretto da Giacomo Colli nel 1963, e sceneggiati quali Paura per Janet tratto da un racconto di Francis Durbridge e diretto da Daniele D'Anza. Si mette inoltre in luce come presentatore nel programma di intrattenimento Il signore delle 21, andato in onda nel maggio del 1962.

Sempre del 1962 è la sua interpretazione cinematografica più conosciuta, nel film Tototruffa '62 dove nella parte del Commissario Malvasia è la nemesi della coppia di ingegnosi truffatori composta da Totò e Nino Taranto.
La pubblicità

Con il diffondersi del cinema e della televisione, il numero degli spettatori a teatro in Italia calò drasticamente. Come a molti valenti attori prima di lui, ad Ernesto Calindri venne proposto di interpretare dei brevi filmati pubblicitari che andavano in onda nel popolare programma Carosello. Dapprima fu la volta della China Martini, per la quale interpretò delle scenette assieme all'amico e collega Franco Volpi nei panni di due ufficiali dell'Ottocento che commentavano gli avvenimenti e le novità finendo sempre col dire Düra minga!, cioè "non dura" in dialetto milanese. In seguito nel 1966 ebbe inizio la serie di filmati pubblicitari per il Cynar, noto aperitivo a base di carciofo, che legò indissolubilmente il nome di Calindri al liquore fino al 1984, rendendo lo slogan: "contro il logorìo della vita moderna" un'espressione ancora oggi di uso corrente. Famosissima, nel relativo spot pubblicitario del Cynar, l'inquadratura di Calindri intento a sorseggiare un bicchierino di liquore ed a leggere un giornale tranquillamente seduto davanti a un tavolino sistemato proprio al centro di una strada di città intensamente trafficata.
Gli ultimi spettacoli

Negli anni anni settanta ed ottanta, pur essendo ormai popolarissimo come personaggio televisivo, Ernesto Calindri non smette di calcare le tavole del palcoscenico. Alla sua attività di infaticabile interprete, il cui repertorio spazia da Feydeau a Rattigan, da Ionesco a Pirandello, alterna quella di insegnante di teatro che dal 1975 esercita per un decennio presso l'Accademia dei Filodrammatici di Milano. Interpreta inoltre un generale in pensione nello spettacolo televisivo Villa arzilla. Nell'estate del 1990 il produttore Natale Barbone lo chiama per interpretare con Lauretta Masiero lo spettacolo "Casina" di Tito Maccio Plauto, per la regia di Mario Morini

L'avanzare dell'età non sembra intaccare minimamente l'energia e la brillantezza di Calindri che anzi, ad ottant'anni suonati, sorprende tutti interpretando in teatro la commedia musicale Gigi di Colette, dove si esibisce addirittura come cantante e ballerino.

Muore quietamente nel sonno all'Istituto dei Tumori di Milano la sera del 9 giugno 1999 il giorno dopo la scomparsa di Corrado, poche ore dopo aver terminato di cenare con gli attori della sua compagnia teatrale con la quale, alla bella età di 90 anni, aveva da poco tempo iniziato a rappresentare Il borghese gentiluomo di Molière. In suo nome è stata creata una Fondazione che organizza un concorso per giovani autori europei di teatro. Inoltre la sua città natale di Certaldo ha intitolato a suo nome un premio teatrale.
Il Sindaco di Certaldo, Rosalba Spini, ha voluto ed ottenuto che Ernesto Calindri riposasse nel suo paese natale, e nel 2000 fu tumulato nel Cimitero Comunale
Filmografia
Cinema

    Freccia d'oro, regia di Piero Ballerini, Corrado D'Errico (1935)
    La sposa del re, regia di Duilo Coletti (1938)
    Finisce sempre così, regia di Enrico Susini (1939)
    La forza bruta, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1941)
    I bambini ci guardano, regia di Vittorio De Sica (1943)
    La primadonna, regia di Ivo Perilli (1943)
    T'amerò sempre, regia di Mario Camerini (1943)
    Scadenza trenta giorni, regia di Luigi Giacosi (1944)
    Incontro con Laura, regia di Carlo Alberto Felice (1945)
    Una lettera all'alba, regia di Giorgio Bianchi (1948)
    Al diavolo la celebrità, regia di Mario Monicelli, Steno (1949)
    Ho sognato il paradiso, regia di Giorgio Pastina (1949)
    Canzoni per le strade, regia di Mario Landi (1950)
    Buon viaggio, pover'uomo, regia di Giorgio Pàstina (1951)
    La presidentessa, regia di Pietro Germi (1952)
    L'ultimo amante, regia di Mario Mattoli (1955)
    Il momento più bello, regia di Luciano Emmer (1957)
    Policarpo, ufficiale di scrittura, regia di Mario Soldati (1958)
    Rascel marine, regia di Guido Leoni (1958)
    Le olimpiadi dei mariti, regia di Giorgio Bianchi (1960)
    La ragazza di mille mesi, regia di Steno (1961)
    Mariti a congresso, regia di Luigi Filippo D'Amico (1961)
    Tototruffa '62, regia di Camillo Mastrocinque (1961)
    Canzoni di ieri, canzoni di oggi, canzoni di domani, regia di Domenico Paolella (1962)
    L'assassino si chiama Pompeo, regia di Marino Girolami (1962)
    La smania addosso, regia di Marcello Andrei (1962)
    La tigre dei sette mari, regia di Luigi Capuano (1962)
    Le massaggiatrici, regia di Lucio Fulci (1962)
    Venere imperiale, regia di Jean Delannoy (1962)
    Divorzio alla siciliana, regia di Enzo Di Gianni (1963)
    I due sergenti del generale Custer, regia di Giorgio Simonelli (1965)
    Un ufficiale non si arrende mai nemmeno di fronte all'evidenza, firmato Colonnello Buttiglione, regia di Mino Guerrini (1973)
    Ladri di saponette, regia di Maurizio Nichetti (1989)

Prosa radiofonica EIAR

    Il bugiardo di Carlo Goldoni, regia di Renato Simoni, trasmessa il 25 luglio 1937.

Prosa televisiva RAI

    Il cadetto di Winslow di Terence Rattigan, regia di Franco Enriquez, trasmessa il 6 giugno 1954.
    Questi ragazzi di Gherardo Gherardi, regia di Claudio Fino, trasmessa il 29 giugno 1956.
    Giochi di prestigio, regia di Alberto Gagliardelli, trasmessa nel 1956.
    Si arrende a Bach, regia di Enrico Colosimo trasmessa il 6 settembre 1961.
    I burosauri, di Silvano Ambrogi.

Discografia
Album

    Dante - La divina commedia - Paradiso (Nuova Accademia Del Disco, BLI 2005, LP) con Giorgio Albertazzi, Tino Carraro, Anna Proclemer, Ottavio Fanfani

Onorificenze
Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria     Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
    ï¿ï¿ï¿«Di iniziativa del Presidente della Repubblicaï¿ï¿ï¿»
âï¿ï¿" 16 febbraio 1993[5]
Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria     Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
    âï¿ï¿" 27 dicembre 1991[6]
Note

    ^ Teatro Manzoni: 5 Attori indimenticabili
    ^ Storia Radiotv Ernesto Calindri
    ^ Il Mondo di Carosello
    ^ Archivio Rai - Schede
    ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
    ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decPer pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italiano.

Ernesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿ï¿ï¿«Bugiardoï¿ï¿ï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿ï¿ï¿«dittaï¿ï¿ï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿ï¿ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿ï¿ï¿» come ï¿ï¿ï¿«Tredici a tavolaï¿ï¿ï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿ï¿ï¿«Sul lago doratoï¿ï¿ï¿» e ï¿ï¿ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿ï¿ï¿», ï¿ï¿ï¿«Gigìï¿ï¿ï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿ï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿ï¿ï¿«suaï¿ï¿ï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿ï¿ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿ï¿ï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿ï¿ï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿ï¿ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿ï¿ï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿ï¿ï¿«Ci vediamo prestoï¿ï¿ï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italianoErnesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿ï¿ï¿«Bugiardoï¿ï¿ï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿ï¿ï¿«dittaï¿ï¿ï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿ï¿ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿ï¿ï¿» come ï¿ï¿ï¿«Tredici a tavolaï¿ï¿ï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿ï¿ï¿«Sul lago doratoï¿ï¿ï¿» e ï¿ï¿ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿ï¿ï¿», ï¿ï¿ï¿«Gigìï¿ï¿ï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿ï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿ï¿ï¿«suaï¿ï¿ï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿ï¿ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿ï¿ï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿ï¿ï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿ï¿ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿ï¿ï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿ï¿ï¿«Ci vediamo prestoï¿ï¿ï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italianoErnesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿ï¿ï¿«Bugiardoï¿ï¿ï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿ï¿ï¿«dittaï¿ï¿ï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿ï¿ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿ï¿ï¿» come ï¿ï¿ï¿«Tredici a tavolaï¿ï¿ï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿ï¿ï¿«Sul lago doratoï¿ï¿ï¿» e ï¿ï¿ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿ï¿ï¿», ï¿ï¿ï¿«Gigìï¿ï¿ï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿ï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿ï¿ï¿«suaï¿ï¿ï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿ï¿ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿ï¿ï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿ï¿ï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿ï¿ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿ï¿ï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿ï¿ï¿«Ci vediamo prestoï¿ï¿ï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italianoErnesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿ï¿ï¿«Bugiardoï¿ï¿ï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿ï¿ï¿«dittaï¿ï¿ï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿ï¿ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿ï¿ï¿» come ï¿ï¿ï¿«Tredici a tavolaï¿ï¿ï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿ï¿ï¿«Sul lago doratoï¿ï¿ï¿» e ï¿ï¿ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿ï¿ï¿», ï¿ï¿ï¿«Gigìï¿ï¿ï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿ï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿ï¿ï¿«suaï¿ï¿ï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿ï¿ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿ï¿ï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.

Per la televisione oltre alla riduzione per il piccolo schermo delle sue interpretazioni teatrali, Calindri era stato conduttore dello spettacolo di varietà Il signore delle 21, un salotto dove ospitava personaggi famosi, i maggiori interpreti del varietà stranieri (Frank Sinatra, Josephin Baker, Pat Boone, Louis Armstrong, Connie Francis, Caterina Valente, Dalida) e italiani.

Sempre in televisione Calindri fu interprete degli sceneggiati Paura per Janet e La fine dell'avventura, e della sit-com Villa Arzilla.  Il teatro era però la sua passione, il suo hobby, la fama e gli guadagno gli erano però arrivati, per sua stessa ammissione, dalla pubblicità:  "ho guadagnato più con gli spot pubblicitari in un paio d'anni, che in 70 di teatro" aveva dichiarato in occasione di uno dei nostri ultimi incontri.  E in effetti la China Martini con Franco Volpi, il Veramont e infine la Cynar gli avevano dato la possibilità di proseguire la sua carriera teatrale senza grossi affanni, il suo pubblico gli era comunque fedele, si augurava che noi insegnanti educassimo maggiormente gli studenti al teatro.  Mi aveva sorriso bonariamente quando gli avevo confidato che per presentarlo anticipatamente ai miei studenti, prima di portarli a vedere il suo Pensaci Giacomino, avevo detto loro:  "Calindri, quello del Cynar".  Anche per questa pubblicità Calindri aveva scelto Milano e, pur mostrandone i problemi di traffico e di smog, le aveva dato anche in questa circostanza una dimostrazione di affetto, come aveva fatto un decennio prima nel famoso sketch del "dura minga" girato con Franco Volpi per la China Martini. Lo spot del Cynar venne trasmesso in tv per 18 anni, dal 1967 al 1985: "quando entro nei bar e vengo riconosciuto non è certo per quel che faccio o ho fatto in teatro ma è per la pubblicitàï¿ï¿ï¿», ripeteva lui, consapevole. Calindri seduto in mezzo "al logorio della vita moderna" sorseggiava in tutta calma il suo amaro.

Molti furono i riconoscimenti artistici assegnati a Calindri: fu il Comune di Milano, il 7 dicembre 1986, nella persona dell'allora sindaco Carlo Tognoli, a conferirgli la benemerenza civica (medaglia d'oro), cui seguirono la Medaglia della Città di Milano (1988), il Premio Eduardo De Filippo (1988), il Premio Anfora Olearia (1989), il Premio Renato Simoni (1991), il Premio Salvo Randone (1991), nel 1992 rifiutò il titolo di Cavaliere di Gran Croce per i suoi 65 anni di teatro conferitogli dal Presidente della Repubblica.

All'inizio del mese di febbraio del 1999 Calindri aveva festeggiato i 90 in scena recitando Il borghese gentiluomo di Moliere, con un solo rammarico: non poter festeggiare interpretando il Goldoni vecchio nei Memoires che Strheler, scomparso un anno e mezzo prima, stava preparando per lui. "Il palcoscenico è la mia vita.  Quasi non mi sono accorto del tempo che passava. La mia longevità ha un segreto: il grande ottimismo".

Pochi giorni dopo le prime avvisaglie del cancro che lo stroncherà: in scena a Pescara Calindri aveva dovuto sospendere le recite e tornare a Milano dove era stato ricoverato all'Istituto dei Tumori. Dimesso era tornato a casa progettando di recitare ancora in autunno, ma una ricaduta lo aveva fatto rientrare all'inizio di giugno nuovamente in ospedale. Calindri morì all'Istituto dei Tumori di Milano il 9 giugno 1999. Sabato 12 giugno in piazza San Babila una folla commossa salutò Calindri, era presente la Milano dello spettacolo e della cultura, ma anche molta gente comune. Lauretta Masiero, Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Eva Magni, Luigi Lunari, Gianluca Guidi, scenografi, registi, impresari, costumisti e critici teatrali, parteciparono ai funerali. Sotto la navata centrale, ai lati della bara, i gonfaloni di Milano e di Certaldo: il comune in provincia di Firenze dove Ernesto Calindri era nato.  In prima fila il sindaco di Milano Gabriele Albertini, con la fascia tricolore, e l'assessore alla Cultura Salvatore Carrubba. Alla fine della Messa hanno scambiato due parole col figlio Gabriele (che ha due fratelli: Marco e Gilberto) e sono stati fra i primi a battere le mani quando si è spalancato il portale della chiesa. È stato il loro addio a un milanese d'adozione che la città, come ha detto il sacerdote nella cerimonia, saluta ï¿ï¿ï¿«col cuore gonfio di nostalgiaï¿ï¿ï¿». Anche Rosalba Spini, sindaco del paesino fiorentino, non volle mancare. L'ultima volta che l'aveva sentito era stato, poche settimane fa, per il suo compleanno: ï¿ï¿ï¿«Ci vediamo prestoï¿ï¿ï¿» le aveva assicurato lui al telefono, ringraziandola del regalo ricevuto.

Curioso destino per un toscano di Certaldo: quello di diventare uno dei personaggi simbolo di Milano, l'emblema di un'eleganza locale, fatta di ironia e discrezione, la bandiera di un ottimismo lombardo intriso di tenacissimo amore per il proprio mestiere e di doti che la città ha sempre avuto. Calindri, gentiluomo armato di serenità e di misura, da sempre aveva scelto di essere milanese, una casa a Brera, e abitudini meneghine, era una presenza lieta nel paesaggio del centro milanese. Quando entrava in un ristorante, al Rigolo in Largo Treves, o da Elio, in Via Fatebenefratelli, la gente si avvicinava al suo tavolo con rispettosa disinvoltura, come se andasse a rendere omaggio ad un parente di riguardo ma molto affabile. Lui rispondeva con una cordialità signorile, affettuosa. Le sue passeggiate, andatura un po' eretta e rigida da ufficiale di cavalleria, erano prolungamenti delle esibizioni teatrali. E infatti accettava il saluto degli sconosciuti con la naturalezza di chi sul palco abitava anche quando non recitava, perché aveva imparato che la differenza fra vita e rappresentazione con il tempo si era fatta sempre più sottile.

Per pochi mesi Calindri non ha potuto raggiungere la soglia del 2000, per poco non è morto sulle scene, come il suo amato Moliere. Fino all'ultimo però ha passeggiato per la sua Milano, mi sembra di vederlo ancora camminare per la Galleria, vicino a piazza San Babila, e andare dal suo barbiere prediletto in via Bigli, ma invece se ne è andato il "grande vecchio" del teatro italianoErnesto Calindri nacque a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio 1909, figlio di attori, Ernesto avrebbe dovuto fare l'ingegnere come il nonno, frequentò infatti la ingegneria, la morte del nonno e del padre, lo costrinsero a lavorare per mantenere la famiglia. Fu Ruggero Ruggeri, amico del padre, a dargli la prima scrittura in teatro come comparsa, sfruttando la sua alta statura interpretò la parte di un cameriere ne L'Artiglio di Bernstein. Una sera, avendo detto la sua battuta con inedita ironia e avendo sentito la platea corrispondergli in una risata, si rese conto di quale strumento aveva in mano. Dopo molti camerieri alti e distinti, fu Renato Simoni a offrirgli la prima occasione, Florindo nel ï¿ï¿ï¿«Bugiardoï¿ï¿ï¿» goldoniano, a Venezia nel '37. Un successo che festeggiò con un giro in gondola. La sua prima grande affermazione fu al Teatro Odeon di Milano. In 70 anni ininterrotti di carriera Calindri scelse sempre Milano come piazza preferita e come città dove vivere, Calindri era così diventato uno dei personaggi simbolo della nostra città.

Dal 1928 fino a pochi mesi prima della morte Calindri aveva calcato le scene di tutti i maggiori teatri italiani interpretando i maggiori classici, antichi e moderni, ma anche commedie leggere. Migliaia e migliaia di debutti, di camerini, di ammiratori, di pasti consumati o saltati sempre con allegria. Recitò al fianco dei mattatori di allora, con Cimara-Adani-Gassman, con la Merlini, Picasso, Pilotto, Ninchi, la Galli, la Borboni, Tofano, Gandusio, la Maltagliati. Nel 1950 diventò capocomico di una ï¿ï¿ï¿«dittaï¿ï¿ï¿» che restò celebre per il repertorio brillante, offrendo la battuta a colleghi come la Volonghi, Volpi, Valeria Valeri, la Zoppelli, la Solari e i giovani Lionello e Masiero, tutti coinvolti in ï¿ï¿ï¿«grandi successi d'ilaritàï¿ï¿ï¿» come ï¿ï¿ï¿«Tredici a tavolaï¿ï¿ï¿», ma anche in classici come L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde.  Calindri prese parte alla nascita degli Stabili di Milano e di Genova.  Portò in scena opere di Shakespeare, Molière, George Bernard Shaw e Pirandello. Tra le tante, L'avaro, Pensaci, Giacomino!, Sul lago dorato, Il borghese gentiluomo. Quest'ultima forse l'interpretazione che più gli si addiceva perché borghese e gentiluomo lo fu nell'accezione più ampia, non pochezza e presunzione, ma ironia sottile, umorismo, simpatia. Personaggio che ha attraversato generazioni, Calindri riscosse consenso e simpatie dalle diverse fasce di pubblico. Un repertorio differenziato, con Feydeau, Balzac, Rattigan, Ionesco e Molière. Tra i successi degli ultimi anni, in coppia con Liliana Feldman, ï¿ï¿ï¿«Sul lago doratoï¿ï¿ï¿» e ï¿ï¿ï¿«Indovina chi viene a cena?ï¿ï¿ï¿», ï¿ï¿ï¿«Gigìï¿ï¿ï¿» di Colette, e altri spettacoli allestiti spesso con la collaborazione dei figli.

Dal 1969 al 1975 diresse con Fantasio Piccoli il Teatro San Babila di Milano, non a caso i suoi funerali si svolsero nella chiesa a fianco del noto teatro. Nel 1972 si candidò alle elezioni politiche nelle fila della Democrazia Cristiana anche se, specificò successivamente nel corso di un'intervista, non fece nemmeno la campagna elettorale: "Andreotti mi aveva promesso tredici piazze pagate se mi fossi candidato, mi rifiutai però di parlare con lui al comizio conclusivo in piazza del Duomo, nonostante ciò presi 7.500 voti di preferenzaâï¿ï¿ï¿ï¿". Dal 1975 al 1985 Calindri insegnò all'Accademia dei Filodrammatici, nella ï¿ï¿ï¿«suaï¿ï¿ï¿» Milano, coltivò anche gli affetti casalinghi: l'adorata moglie Roberta Mari, 4 figli (Gabriele, Gilberto, Marta e Marco) e 4 nipoti.  ï¿ï¿ï¿«Sono un innamorato della vita dall'età della ragione, una persona senza interessi è già vecchiaï¿ï¿ï¿», ripeteva.

Ma insomma, chi era Calindri? Il garbo, la leggerezza, l'ironia di un fine teatrante di voce ferma e dizione perfetta, abituato da sempre ad auscultare dal palcoscenico i battiti del cuore del pubblico. "Sono democratico - disse un giorno - ma se potessi obbligherei tutti ad andare a teatro, almeno una volta al mese."

Calindri fu anche un attore cinematografico, seppur sottovalutato dalla critica, le sue apparizioni sul grande schermo furono venti, lontano da Roma e dagli ambienti di Cinecittà perché preferiva la concretezza di Milano, quando gli giungevano inviti dal mondo del cinema romano lui rispondeva: "firmate un contratto, datemi un anticipo e arrivo", non per mancanza di fiducia, o per avidità di denaro, ma perché Calindri, da buon lombardo, non amava perdere tempo.  I suoi impegni teatrali erano tanti e non poteva concedersi il lusso di passeggiare per via Veneto in attesa che qualcuno lo scritturasse. Eppure prese parte a film importanti come I bambini ci guardano di Vittorio De Sica, La Presidentessa di Pietro Germi e Venere imperiale di Jean Delannoy, anche se i più lo ricordano come il commissario di polizia Armando Malvasia, ex compagno di scuola dell'imbroglione Totò nel film Totòtruffa '62. Altro ruolo di carattere in Ladri di saponette per la regia di Maurizio Nichetti.


Da: l「妖怪の涙(後ç·)」04/01/2016 17:39:58
Comincia una nuova vita
「初恋」 - hatsukoi     29 marzo 1987
2     Nuovi amici di scuola
「µ·より愛'"めて」 - umi yori ai wokomete     5 aprile 1987
3     La cartolina
「からたち学'」 - karatachi gakuen     12 aprile 1987
4     Il capitano
「°しいè」 - atarashi i me     19 aprile 1987
5     Il ritorno di Corrado
「奪われたé"力」 - ubawa reta maryoku     26 aprile 1987
6     Vecchi rancori
「再äの涙」 - saikai no namida     3 maggio 1987
7     Una squadra tutta nuova
「é±の人」 - omokage no nin     10 maggio 1987
8     La gara di salto in alto
「µン¿はä処«」 - santa ha doko ni     17 maggio 1987
9     La partita di baseball
「港がäの±º斗」 - minato ga oka no ketsu to     24 maggio 1987
10     Lezioni di baseball
「学'の星」 - gakuen no hoshi     31 maggio 1987
11     Il concerto
「é'ないでジム!」 - nige naide jimu !     7 giugno 1987
12     Una lettera per Marina
「µ·のひびき」 - umi nohibiki     14 giugno 1987
13     La prima partita delle eliminatorie
「パパとデート」 - papa to deto     21 giugno 1987
14     Doveri di manager
「さまようé'春」 - samayō seishun     28 giugno 1987
15     Una partita difficile
「明日«èけるトランペット」 - ashita ni kake ru toranpetto     5 luglio 1987
16     Anche il tifo ha la sua parte
「制服はいやよ」 - seifuku haiyayo     12 luglio 1987
17     La sorpresa
「éの夜«çがèえる」 - yuki no yoru ni fue ga kie ru     2 agosto 1987
18     Forti emozioni
「しぶきのäのäºäºº」 - shibukino nakano futari     9 agosto 1987
19     Il primo bacio
「±éºな´é」 - kiken na nengoro     16 agosto 1987
20     Vacanze al mare
「スチュワーデスとパイロット」 - suchuwadesu to pairotto     30 agosto 1987
21     Una grigliata movimentata
「うそつき学'」 - usotsuki gakuen     6 settembre 1987
22     Il rivale
「è°かが呼"でいる」 - dareka ga yon deiru     13 settembre 1987
23     Scommettiamo
「即席キュー"ッド」 - sokuseki kyupiddo     20 settembre 1987
24     Cara marina
「あたしはè°なの?」 - atashiha dare nano ?     27 settembre 1987
25     Una serata in lavanderia
「±±のかなたへ」 - yama nokanatahe     4 ottobre 1987
26     L'appuntamento
「いたずらç子」 - itazura ōji     11 ottobre 1987
27     L' apparenza inganna
「èµいギャラック」 - akai gyarakku     18 ottobre 1987
28     Una notte tempestosa
「°ランドの天ä¿」 - gurando no tenshi     25 ottobre 1987
29     Tutti per il Baseball
「おねがいしまïす!」 - onegaishima ~ su !     1º novembre 1987
30     Come convincere un direttore
「人é«」 - ningyohime     8 novembre 1987
31     Il nuovo allenatore
「çµçのç様」 - sh«ten no ōsama     15 novembre 1987
32     Un insolito allenamento
「ç"きている««」 - iki teiru ruru     22 novembre 1987
33     Ricomincia il campionato
「子ジ«è'èく」 - ko jika machi wo iku     29 novembre 1987
34     Un allenatore all'avanguardia
「ささくれの歌」 - sasakureno uta     5 dicembre 1987
35     Romeo e Giulietta
「çé·ä変化」 - shachō shichihenge     12 dicembre 1987
36     La festa di Natale
「命売ります」 - inochi uri masu     19 dicembre 1987
37     Il Quiz in TV
「はじめての口ç´」 - hajimeteno kuchibeni     26 dicembre 1987
38     La prova di resistenza
「ジャン°«çé·」 - janguru banchō     10 gennaio 1988
39     La proposta
「マオ»なないで」 - mao shina naide     17 gennaio 1988
40     La sfida di Kendo
「豫«なるç"ç」 - hanayome ninaru kenky«     24 gennaio 1988
41     Andiamo a sciare?
「めぐりあい」 - meguriai     31 gennaio 1988
42     Avventura in montagna
「たったひとつのèé」 - tattahitotsuno kiroku     7 febbraio 1988
43     Una vecchia foto
「幽éがそ"«いる」 - y«rei gasokoniiru     14 febbraio 1988
44     Una partita di allenamento
「çµµのないア«バム」 - e nonai arubamu     21 febbraio 1988
45     La sfida
「日曜日のあいつ」 - nichiyōbi noaitsu     28 febbraio 1988
46     Una decisione difficile
「妖怪の涙(前ç·)」 - yōkai no namida ( zenpen )     6 marzo 1988
47     La lettera
「妖怪の涙(後ç·)」 - yōkai no namida ( kōhen )     13 marzo 1988
48     Festa d'addio
「またéう日まで」 - mata au nichi made

Da: Funzionario legittimo 04/01/2016 17:48:13
Forum specchio di chi lavora in ae.
Il coglione del copia incolla fa parte degli eletti leccaculo?

Da: anti-antares x legittimo 04/01/2016 18:01:21
Probabilmente si...
Si facesse sodomizzare dai suoi capi...

Da: ORPO SEMPLICE 04/01/2016 18:03:41
E' confermato visto il nick sottrattomi... Trattasi del troll scaricato. Non solo povera anima.... ex incaricato illegittimo, illegittimo, illegittimo...

Da: capra capreee04/01/2016 18:25:39
Non sapevo che Ernesto Calindri fosse morto. Pace all'anima sua.

Un tizio ha scritto che gli ex incaricati sono "più migliori" dei dirigenti di ruolo.

Mi immagino la scena.

Dir. "Incaricato, lei è un bravo funzionario. La propongo per un incarico e farle fare carriera"
Incar. " Grazie, Lei per me è di esempio. Darò il massimo per portare avanti la mission dell'Agenzia, mettendoci tutto me stesso su un letto di propensione all'altro e con una spruzzatina di tensione al risultato tutto mescolato pazientemente con una buona dose di problem solving"

Uscito dalla stanza l'ex incaricato pensa " sto trombone incompetente, che culo che ha avuto a diventare dirigente pur non capendo un cazzo. Mi merito il posto di questo inetto"

Caro amico, se non capisci che un ente pubblico non è un'impresa privata e che adottare le regole di managment (scimmiottate dai bocconiani, le cui teorie sono decisamente fallimentari) tipiche di grosse multinazionali in una pubblica amministrazione è non solo stupido ma anche deleterio.

Se proprio vuoi giocare a fare il manager fai allora come i manager veri che ogni 4-5 anni cambiano azienda e lavoro, cercando nuove sfide professionali ed entrando in un contesto internazionale (esistono 2 società italiane con sede in svizzera che si occupano, per conto di grosse multinazionali, di ricercare, selezionare e individuare manager per le loro filiali e strutture dislocate in tutto il mondo).

Se invece vuoi fare il manager selezionato da un incompetente (per tua stessa ammissione) e pagato con soldi pubblici e soggetto solo al raggiungimento di obiettivi che potrebbero essere tranquillamente raggiunti anche dall'ultimo dei capi team allora i casi sono due:
1) o ti piace fare il frocio col culo degli altri
2) non sei tanto migliore di chi ti ha selezionato

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