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MA PERCHE' OGNI ANNO DECINE DI MIGLIAIA DI COGLIONI SI ISCRIVONO IN GIURISPRUDENZA?
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Da: x tutti03/04/2013 16:51:50
Lega senza vergogna:
dopo 14 mesi di opposizione passa con la maggioranza

http://www.mininterno.net/fmess.asp?idt=15783

Da: avvpezzenti03/04/2013 19:04:14
Roma - L'Ateneo o la facoltà universitaria che impone il numero chiuso non viola il diritto allo studio di chi non viene ammesso.



Questa volta è la Corte europea per i diritti umani di Strasburgo a stabilire la legittimità dei test di ingresso che sono necessari per iscriversi ad alcune università e facoltà in Italia. Strasburgo infatti ha respinto il ricorso di otto cittadini italiani, con storie diverse ma tutte egualmente fallimentari rispetto all'aspirazione di iscriversi e frequentare l'università, incapaci di superare i test di accesso previsti nel nostro Paese in particolare per i corsi di Medicina, Veterinaria e Architettura e per le professioni sanitarie.
È già successo in passato che studenti esclusi facessero ricorso al Tar competente, ma è la prima volta che la questione finisce sul tavolo della Corte europea. I giudici di Strasburgo respingono il principio secondo cui porre un limite all'accesso rappresenti una violazione del diritto allo studio inalienabile per ogni individuo.
Il limite posto dalle università italiane, infatti, è secondo la Corte di Strasburgo «ragionevole» e non eccede il margine di discrezione concesso allo Stato, ma anzi è necessario per bilanciare gli interessi degli studenti con quelli della società.

Insomma in sostanza la Corte dice due cose abbastanza ovvie. Primo: gli atenei non possono ammettere tutti gli aspiranti studenti e nello stesso tempo mantenere un livello di istruzione di alta qualità. Secondo: è inutile far laureare un numero eccessivo di persone che sarebbero poi destinate alla disoccupazione. «Il diritto allo studio c'è - è scritto nella sentenza europea -. Ma soltanto in rapporto alla capacità ed alle risorse dell'università e in rapporto al bisogno che la società ha di certe professioni particolari, tenuto conto anche del fatto che la disoccupazione rappresenta un ulteriore costo per la comunità nel suo insieme».

Tra gli otto ricorrenti uno in particolare ha tentato tre volte di entrare a Medicina a Palermo non riuscendoci. Altri sei non avevano superato i test per Odontoiatria e l'ultimo invece era stato escluso da odontoiatria dopo 8 anni passati senza dare esami. In passato invece alcuni Tar avevano dato ragione agli studenti che avevano fatto ricorso contro l'esclusione, tanto da far sperare in una progressiva sparizione dei test d'accesso.

Ora però la Corte di Strasburgo offre una sponda a tutti i sostenitori della necessità di porre paletti all'ingresso. Ma l'associazione a difesa dei consumatori, il Codacons, promette battaglia. «Strasburgo ha preso una cantonata - dicono - e comunque i test di ingresso sono incostituzionali. Violano gli articoli 3, 33 e 34 della Carta Costituzionale e il libero accesso alle professioni». Dunque anche se Strasburgo ammette il numero chiuso il Codacons si riserva di presentare nuovi ricorsi davanti ai giudici italiani. Ricorsi che potrebbero essere numerosissimi visto che ad esempio nel 2012 complessivamente hanno tentato di entrare 68.292 studenti ma i posti disponibili erano soltanto 10.281.
Quella contro il numero chiuso è una vecchia battaglia che prosegue da anni a colpi di carta bollata. Da quando nel '99 l'allora ministro dell'Università Ortensio Zecchino introdusse il principio della programmazione e dei test d'accesso per alcune facoltà scientifiche. In Italia le prove di ammissione sono previste per Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria; Medicina Veterinaria; Architettura e per le professioni sanitarie come Fisioterapista e Logopedista.
Quasi tutte le università private prevedono test di accesso, come la Bocconi a Milano e la Luiss a Roma.

Da: deluso dal sistema03/04/2013 19:41:34
sono daccordo, ma per quelli che si sono laureati senza numero chiuso come la mettiamo? non è giusto che dopo l'università e la pratica forense uno debba rimanere al palo perchè non riesce a superare questo esame di abilitazione, che fa, l'aspirante avvocato tutta la vita? e non può nemmeno tornare indietro, gli anni passano, uno che ha 18 se non riesce ad entrare all'università col numero chiuso può sempre provare a fare altro, ma a 30 e più anni dove vai, non ti prende più nessuno a lavorare?? andremo ad ingorssare le fila dei migliaia di disoccupati che già ci sono. Siamo un po come gli esodati, senza un passato e senza un futuro

Da: avvpezzenti04/04/2013 20:47:25
Bisogna copiare dalla Germania.
Un unico esame, i primi in graduatoria che non vogliono fare gli avvocati, hanno la possibilità di optare anche per magistratura e notariato e per la pubblica amministrazione.
Ma si sa noi siamo italiani siamo più fortunati dei tedeschi, abbiamo tante cose in più rispetto alla Germania, il sole, i monumenti, le spiagge, Il papa, cosa vuoi di più nella vita?

Da: merlo05/04/2013 10:00:21
purtroppo l'italia dagli altri paesi copia solo le cose negative, mai quelle positive!!

Da: xmerlo06/04/2013 09:54:21
Concordo.
Vedi anche  il sistema degli ammortizzatori sociali che crea esclusi e privilegiati.

E' disponibile l'App ufficiale di Mininterno per Android.
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Da: merlo06/04/2013 17:38:34
anche l'ultima riforma del governo che entrerà in vigore a breve è fantastica, chi è disabile al 100% non avrà più diritto alla pensione di invalidità, chi ha una percentuale di invalidità più bassa invece continuerà a prendere la pensione!?! un grazie di cuore a tutti i tecnici di questo ex governo, Fornero e compagni!! ci aspettiamo grandi cose anche dai 10 saggi messi da quel pararinco di Napolitano!!!
Da popolo di precari ora scenderemo al livello di popolo di esodati!! pensionati senza più pensione, lavoratori senza più stipendio!!

Da: xmerlo07/04/2013 08:04:20
Il reddito minimo di cittadinanza, con un sistema di formazione professionale e collocamento al lavoro, ci porterebbe al pari dell'europa.
Tra i professionisti italiani il reddito minimo a 4.000 euro al mese c'è l'hanno solo i 4.900 notai italiani. Vi sembra giusto?

Da: merlo07/04/2013 08:48:52
sono talmente tante le cose in itlaia che non vanno e da cambiare che ci vorrebbe un goveno stabile per almeno 20-30 anni e che facesse riforme veramente utili, ma viste le premesse......

Da: magistrato quasi08/04/2013 01:30:36
non ho superato l'esame ma ci riprovo ancora sia uno che l'altro. Ho studiato altri 2 anni dopo la laurea in giurisprudenza e adesso a casa disoccupato. Mio figlio fara' tutto tranne giurisprudenza.
Sto' seguendo un corso di lingua tedesca e se riesco ... vado via :(

Da: x magistrato quasi08/04/2013 08:48:20
siamo nella stessa identica situazione, ma io ci ho rinunciato a ripeterlo l'esame, tanto nella migliore delle ipotesi i commissari non se li guardano nemmeno gli elaborati e quindi uno già ci va sfiduciato. I commissari hanno l'ordine di promuvere solo il 25% di noi, quindi quando saranno arrivati a quella percentuale gli altri, sia che hanno fatto bene i compiti sia che li hanno sbagliati, verranno bocciati lo stesso, altrimenti non si spiega perchè ogni anno da 10 anni a questa parte c'è statop un aumento esponenziale di bocciati  mentre prima le percentuali erano esattamente l'opposto, il 75% di promossi e 25% di bocciati. O forse negli ultimi dieci anni la preparazione dei prof universitati è scesa molto con conseguente minor preparazione dei laureati?

Da: xmerlo08/04/2013 16:21:30
Che Stato crudele, non orientare il 18enne nella scelta della giusta facoltà universitaria. Spremere le famiglie per più di 5 anni, mediante pagamento di tasse, libri, etc. per poi avere un titolo di studio iper-inflazionato, che vale meno di un buon diploma di scuola media superiore.
Ne vale la pena sprecare tanto tempo e tante risorse per acquisire una cultura giuridica di base inutile nel mercato del lavoro.

Da: ah, finalmente09/04/2013 15:52:57
Allora avete capitto che le università sono delle s.p.a. pure e semplici...e se ti ci accosti come assistente universitario capisci anche che c'è l'obbligo del 18...come a scuola della promozione..la cultura si vende già da anni. Cercate di fare gli artigiani!

Da: x ah09/04/2013 16:02:50
concordo, purtroppo col senno di poi..........., con la crisi generale e delle professioni in particolare che c'è oggi, se lo avessi saputo prima avrei fatto il meccanico!! ora è troppo tardi per fare qualsiasi cosa, a parte il clochard a Parigi

Da: xmerlo10/04/2013 15:47:57
http://quellichelafarmacia.com/13108/universita-a-numero-chiuso-fiafant-chiudere-le-facolta-per-2-3-anni-ambreck-no-al-numero-chiuso-il-diritto-allo-studio-viene-prima-di-tutto/comment-page-1/#.UWVs_7Xxplg

La proposta portata avanti dai Presidi delle Facoltà di farmacia di inserire un numero chiuso, o numero programmato che dir si voglia, sta facendo discutere molto. Anche all'interno del nostro giornale. Alcuni lettori si sono detti contrari, molti altri si sono detti a favore. Un vero scontro-incontro di pensieri, che coinvolge sentimenti profondi delle persone, filosofie, in un confronto che, se contenuto all'interno di parametri di rispetto reciproco, rappresenta una vera ricchezza. Abbiamo sentito in merito il parere di Anna Attolico, presidente Fiafant (Federazione Italiana Associazioni Farmacisti Non Titolari). Cosa pensa dottoressa Attolico della misura proposta dai Presidi italiani di farmacia? "Io le facoltà di farmacia, adesso, le chiuderei a tutti, se non a chi ha già una farmacia di famiglia. Non c'è lavoro. Ci sono colleghi con dottorati, specializzazioni, master… che stanno ad elemosinare qualche ora di lavoro ai corner dei supermercati. Bisogna essere sinceri, bisogna dire ai possibili colleghi di iscriversi ad un'altra facoltà per il momento. Ne riparleremo tra due o tre anni". Di parere diametralmente opposto è il dottor Ambreck, a cui ho chiesto un parere sul numero chiuso: "Io al numero chiuso sono totalmente contrario. Questo è il mio modo di vedere e di pensare, più o meno condivisibile. E' fuori di dubbio che la facoltà di farmacia vada ammodernata, ma il numero chiuso non mi piace. Io ritengo che se una persona vuole studiare debba essere preservato il suo diritto a farlo, prima di tutto. Deve essere conscio delle difficoltà a cui va incontro, ad un mercato con tantissimi competitors, ma non possiamo bloccare questa sua iniziativa. Non possiamo fermare il suo slancio. Chi è nella media avrà più difficoltà delle eccellenze, ma questo fa parte della vita. Non può essere una decisione presa dalle istituzioni".  Filosofie diverse, punti di vista opposti, scala delle priorità assolutamente divergenti. Quale è la vostra opinione in merito?

Da: merlo10/04/2013 15:59:50
Che ti devo dire, la crisi in ogni settore è così cronica che anch'io non saprei se oggi il numero chiuso in tutte le facoltà serva o no, pure se uno si iscrive ad un altra facoltà come consiglia la Attolico non è che cambia molto, lo dice lei stessa e lo sappiamo benissimo tutti: "non c'è lavoro". Le difficoltà di trovare lavoro ci sono ovunque, a farmacia, a medicina, a legge ecc ecc, forse solo le discipline tecniche offrono ancora qualcosa, ma chi non è proprio portato per quelle materie che deve fare?? deve essere il governo, quando ne avremo uno, a dare le linee guida su dove deve andare l'università italiana, a prescindere dal numero chiuso o meno, che è un falso problema secondo me. Occorre innanzitutto che alla offerta di lavoro corrisponda la domanda, cosa che oggi non c'è.

Da: xmerlo11/04/2013 14:22:07
«Il diritto allo studio c'è - è scritto nella sentenza europea -. Ma soltanto in rapporto alla capacità ed alle risorse dell'università e in rapporto al bisogno che la società ha di certe professioni particolari, tenuto conto anche del fatto che la disoccupazione rappresenta un ulteriore costo per la comunità nel suo insieme

Da: xmerlo11/04/2013 14:27:17
NAPOLI - Sono sempre più numerosi i corsi universitari in Italia a cui si accede attraverso i test di ammissione, sia quelli previsti dal ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca (regolati dalla legge 264/99), sia quelli determinati dai singoli atenei. In tutte le università statali sono sei gli ambiti di laurea a numero chiuso con test fissati dal Miur, con data unica e nella maggior parte anche con test uguali a livello nazionale.

Si tratta in particolare delle materie mediche e sanitarie: medicina e chirurgia, veterinaria, odontoiatria e protesi dentaria. A questi corsi si aggiungono poi tutti quelli di primo livello (triennali) dell'area sanitaria. Inoltre, sono obbligatori i test di ammissione per architettura e scienze della formazione primaria. Quest'anno anzichè a settembre, come da tradizione, le prove per entrare a medicina e odontoiatria si svolgeranno il 23 luglio (quelle per i corsi che saranno svolti in inglese sono in programma il 15 aprile). E a seguire, tutte le altre (veterinaria il 24 luglio, architettura il 25 luglio e soltanto le professioni sanitarie il 4 settembre).

Non solo. Nell'anno accademico 2014-2015 i test verranno ulteriormente anticipati, ad aprile. Scelte che hanno provocato le polemiche da parte delle associazioni degli studenti. Ma oltre a questi corsi storici a numero programmato, sono tantissimi quelli a numero chiuso per scelta delle singole università, una decisione voluta per poter garantire un livello qualitativo della didattica e dei servizi allo studente, come accade in alcuni atenei, ad esempio, per i corsi di scienze della comunicazione, psicologia, economia, scienze giuridiche. In questo caso, la presenza o meno del test e i relativi programmi d'esame devono essere verificati presso le singole università.

Per ingegneria, ad esempio, è stato dato vita ad un consorzio che comprende numerosi atenei italiani: in questo caso la prova ha caratteristiche nazionali per quanto riguarda la data di svolgimento della prova e il contenuto dei test. Sono poi storicamente legate al numero chiuso le ammissioni alle università non statali, come la Bocconi, la Cattolica, il Campus Biomedico o la Luiss. Un aiuto agli studenti alle prese con la scelta del futuro universitario viene dai tanti siti di orientamento che suggeriscono percorsi di preparazione o anche elenchi dei sempre più rari corsi ad accesso libero.

Da: 11/04/2013 14:34:10
io ho notato che in questo forum c'è qualcuno che incoraggia i ragazzi a non studiare e afre gli artigiani
non ho capito perché lo fa ma devo dire che ci sono tantissimi artigiani in crisi o che stanno chiudendo le attività e quindi nemmeno il suo mi sembra un saggio consiglio
ora vorrei chiedere a questa persona se lui o i suoi figli sono artigiani
quanto al numero chiuso sono d'accordo se la selezione è seria e onesta

Da: xmerlo12/04/2013 04:56:37
I medici dipendenti d'Italia secondo un rapporto della Fems non si possono affatto lamentare, anzi non possono che sorridere guardando le tasche degli altri colleghi d'Europa.

I nostri carnici bianchi hanno, difatti, gli stipendi tra i più alti nel Vecchio Continente: siamo addirittura terzi - dopo belgi e danesi - nella classifica dei salari massimi. E quinti - dopo olandesi, belgi (che però negli ospedali hanno un rapporto libero-professionale), danesi e francesi - per quelli minimi. A fare i conti in tasca - è proprio il caso di dirlo - ai dottori dipendenti in Europa è un'indagine curata dalla Ferns, la «Federazione europea dei medici salariati», che non senza qualche difficoltà e con le cautele del caso sulla precisione dei dati ha messo in fila tutte le buste paga. Un confronto con diverse sorprese, questo, che è stato presentato giovedì scorso a Catania durante l'incontro sulle condizioni di lavoro del medico in Europa, organizato dal-l'Anaao Assomed insieme alla Ferns, a cui il sindacato aderisce. Che ci tiene a precisare: «Tagliare gli stipendi dei medici non è la giusta via per risparmiare, ma solo per abbassare la qualità delle cure». Ebbene, come detto, i medici che lavorano nei nostri ospedali arrivano a guadagnare al massimo della loro carriera 10mila euro al mese lordi (9.425 se il dato si aggiusta con il potere d'acquisto), escludendo ovviamente altri introiti importanti come la libera professione. «I valori riportati - precisa la Ferns nel suo documento - sono da intendersi prima delle imposte sul reddito e delle trattenute previdenziali, ma questa seconda voce, a causa di differenti regole nella struttura del salario, nei singoli Paesi, possono essere assenti». Si guadagna di più indossando un camice (almeno ai livelli massimi) solo in Belgio (16.600 euro che diventano 15.901 in base al potere d'acquisto) e Danimarca (13330 euro che diventano 9.491 in base al costo della vita). Guadagnano di meno, tra gli altri, i medici inglesi, olandesi, francesi, svedesi e spagnoli. Quest'ultimi per gli stipendi massimi possono contare su buste paga che sono la metà dei colleghi italiani. «I valori massimi - aggiunge la Ferns - vengono raggiunti, in alcuni Paesi come Francia e Slovenia, attraverso scatti automatici di anzianità, in altri Paesi lo stipendio è legato alla posizione, come i Consultants inglesi e i medici italiani, che in numero molto limitato (capi Dipartimento) ricevono lo stipendio massimo». Per quanto riguarda gli stipendi minimi i medici italiani sono subito sotto il podio' con 4.569 euro lardi al mese (che diventano 4.241 in base al potere d'acquisto): si guadagna di più in Danimarca, Olanda, Belgio e Francia. Ma sono dietro di noi, tra gli altri, Germania, Fmlandia, Spagna, Svezia e Inghilterra. Il documento messo a punto dalla Federazione europea dei medici ha poi messo a confronto gli stipendi dei dottori con i salari medi nazionali guadagnati in ognuno dei Paesi preso in esame. E anche qui le sorprese non mancano.

«In alcuni casi (Finlandia, Francia, Germania, Polo-ria Slovenia) - scrive il documento - il salario minimo dei medici è pari al salario medio nazionale; in Belgio, Danimarca, Italia, Olanda e Slovacchia il salario minimo dei medici è superiore al salario medio nazionale; in Austria, Manda, Portogallo, Romania, Spagna, Svezia e Regno Unito, il salario medio è collocato fra i valori minimo e massimo dei salari dei medici; in alcuni casi il salario massimo dei medici è uguale al salario medio nazionale (Grecia e Malta) o persino inferiore (Repubblica Ceca e Ungheria)». Dallo studio risulta anche che dove si spende di più per il Welfare si guadagna di più come medico: «La protezione sociale - avverte, infatti, la Ferns - è maggiore nei Paesi membri dove anche i salari sono maggiori». Le analisi della Federazione dei medici salariati non finicre qui. Nel mirino delle critiche della Ferns c'è l'ipotesi a cui molti Governi stanno pensando di tagliare gli stipendi dei medici per risparmiare: «I salari, negli ospedali, incidono per il 60-65% dei costi totali», perciò il loro taglio rappresenta «un metodo immediato per risparmiare».

Ma per la Ferns questa non è la soluzione, la vera «immediata conseguenza è la riduzione della qualità delle cure». «Ma un maggiore problema - avverte la Federazione - è rappresentato dalle differenze esistenti fra i salari dei diversi Stati membri: la libera circolazione dei professionisti, nel nostro particolare caso dei medici, può produrre forti spinte migratorie da Paesi con più basse condizioni di lavoro e di salari, verso Paesi con carenza di medici, dove le condizioni sono molto migliori». La soluzione, spiega la Ferns, «non è certamente facile». Ma una via può essere una «maggiore omogeneità nelle condizioni di lavoro, stabilendo uno standard minimo per il finanziamento dei sistemi sanitari nazionali e che i salari per i medici siano un punto basilare di partenza».

Da: ma...12/04/2013 20:58:57
sono completamente d'accordo a metà

Da: xmerlo13/04/2013 09:03:11
Anch'io!
Un medico guadagna mediamente 4 volte un avvocato!
Quindi per pareggiare i redditi raddoppiare partendo dall'università il numero dei medici, dimezzare gli avvocati.

Da: xmerlo13/04/2013 09:14:31
Necessitano medici negli ospedali-

Il Resto del Carlino
Esami, ospedali aperti di notte
Il Resto del Carlino        
Rovigo, 13 aprile 2013 - PER RIDURRE le liste di attesa gli ospedali veneti apriranno di notte. Dal primo di settembre, dalle 20 alle 24, per almeno due giorni alla settimana e nei giorni festivi e prefestivi sarà infatti possibile ricevere prestazioni sanitarie che ...

Da: eppoi..13/04/2013 10:46:04
ci sono i furbi che vanno in Spagna all'insaputa dei colleghi..

Da: avvpezzenti13/04/2013 17:36:58
Si può andare in Spagna all'insaputa dei colleghi e diventare medico?

Da: TOBIAS ASSO DEL VOLANO13/04/2013 17:42:08
sì che si può io se solo lo potevo fare sarei andato volentieri

Da: avvpezzenti14/04/2013 08:09:31
E spero saresti diventato ginecologo anzichè di un altro  dei 300.000 abocati e\o avvocati.

Da: gato la merda14/04/2013 10:31:12
Sono io che usurpo il nome dell'immenso tobiad, abogato infranto e gay misero come mio padre che mi ha adottato perché lui ha un culo grosso e ingordo di cefali. Che schifo la figa, penso che percorrero' la strada di mio patre

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