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MA PERCHE' OGNI ANNO DECINE DI MIGLIAIA DI COGLIONI SI ISCRIVONO IN GIURISPRUDENZA?
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Da: chiciguadagna11/12/2012 05:46:32
avendo tanti coglioni aspiranti giuristi?
Difendendoli con diritto allo studio, alla libertà di scelta e bla bla bla, come se fosse vietato scegliere la facoltà di medicina o di giurisprudenza, solo che una scelta invece di un'altra, se non si hanno le spalle coperte (famiglia benestante che continua a mantenerti per  minimo altri 5 anni dopo la laurea) rappresenta una scelta da coglioni!
ecco chi ci guadagna dall'aumento del numero dei coglioni che si iscrivono in  giurisprudenza:

Università, i docenti italiani i più pagati d'Europa
Secondo un'indagine condotta dal quotidiano svizzero Neue Zürcher Zeitung in 28 paesi gli stipendi dei professori universitari italiani sarebbero i più alti. Lo stipendio mensile medio lordo sarebbe calcolabile intorno ai 13.677 franchi
di Maria Carola Catalano 27/06/2012
1 commenti
Con uno stipendio mensile medio lordo di 13.677 franchi svizzeri i docenti universitari italiani conquistano la vetta della classifica europea. Sono loro i più pagati secondo un'inchiesta condotta dal quotidiano svizzero Neue Zürcher Zeitung che interessa 28 paesi. A seguire troviamo i britannici, che guadagnano 12.554 franchi, dunque circa mille franchi in meno, e poi gli olandesi con uno stipendio di 10.685 franchi.

Lo studio riprende in parte la ricerca condotta da Altbach e pubblicata nel libro Paying the Professoriate, Routledge 2012. Secondo alcuni non sarebbe attendibile perchè non è molto chiaro il modo in cui i dati dei diversi Paesi siano stati messi a paragone.

Per cercare di mettere a tacere ogni dubbio prendiamo in considerazione le stime ufficiali italiane, ovvero quelle del Miur. Nell'anno 2011 un professore ordinario a tempo pieno è costato 90.970 euro. Dividendo la somma per 13 mensilità si ottiene la retribuzione mensile che equivale a quasi 7 mila euro lorde e a circa 4.021 euro nette.


Lo studio di Altabach conferma questi numeri. Dice infatti che lo stipendio lordo annuo di un professore ordinario è di 89.076 euro che, se diviso per 13 mensilità, equivale a poco più di 6.800 euro al mese. Mica male, no? Ancora di più se si considera il momento di crisi che stiamo vivendo. Momento in cui sono tante le famiglie che sono costrette a vivere con mille auro al mese. Possono quindi esserci dei dubbi sul modo in cui la classica è stata stilata ma almeno quelli sui conti che riguardano il nostro paese sono stati risolti.

Da: giorgiota 11/12/2012 15:41:32
DIMENTICHI CHE I CONCORSI PER DOCENTI UNIVERSITARI SONO TUTTI PER PARENTI ED AMICI

Da: ,,,,,,,,13/12/2012 06:50:54
Facoltà di Ingegneria

Corso di laurea in Ingegneria gestionale

Finalità e sbocchi occupazionali:
la rapida evoluzione delle tecnologie produttive e la rilevanza dei mutamenti nell'ambito gestionale-organizzativo, che stanno cambiando profondamente le strutture e i meccanismi operativi delle imprese, richiedono professionalità che associno ad una solida base di conoscenze tecnico-ingegneristiche le capacità per gestire in modo efficace il processo di cambiamento in atto. Oggi infatti, come è del resto attestato da numerose indagini, l'ingegnere è chiamato a svolgere non solo compiti di progettazione e realizzazione di impianti, macchinari, apparecchiature, ma anche, e in misura crescente, a ricoprire ruoli di progettazione, gestione, controllo dei sistemi e dei processi produttivi e di gestione della tecnologia, con particolare riguardo agli aspetti economici ed organizzativi. Il Corso di laurea in Ingegneria Gestionale risponde appunto alla necessità di formare ingegneri preparati a svolgere le funzioni sopraindicate, e dotati di una visione di insieme che assicuri la coerenza delle scelte tecnologiche con la strategia aziendale e con il contesto del settore industriale di appartenenza. Il Corso di laurea in Ingegneria Gestionale, a fianco dei principali contenuti di carattere più tradizionalmente ingegneristico, prevede ampio spazio per i contenuti e gli approcci sopra accennati, inseriti in più orientamenti finalizzati alla formazione di figure professionali che, condividendo una comune base tecnologica ed economica-organizzativa, sono indirizzate alla acquisizione di competenze e allo sviluppo di capacità specifiche di una ampia gamma di funzioni e ruoli aziendali reali. I ruoli e le funzioni cui ci si riferisce sono quelli che comunemente afferiscono all'area della Ingegneria della Produzione e della Ingegneria della Gestione d'impresa.
Per quanto riguarda gli sbocchi occupazionali risulta che lo spettro delle professioni e delle tipologie di imprese in cui i laureati stessi attualmente lavorano è assai ampio: in particolare circa il 60% dei laureati trova occupazione nell'industria, il 3% in banche e/o istituti finanziari, il 26% in società di consulenza ed il 9% in attività di ricerca. Le funzioni aziendali di sbocco risultano essere le seguenti: l'area Produzione e logistica (45% dei laureati) l'area Economia e gestione aziendale, pianificazione strategica, controllo di gestione, organizzazione, finanza (24%), l'area Sistemi informativi (9%), l'area Marketing, commerciale e vendite (16%).

Da: ,,,,,,,,13/12/2012 07:20:35
Purtroppo Sono  gli avvocati che In sei anni hanno perso il 9,3% del reddito nominale che in termini reali vuol dire -20,3%. Questo dipende anche dalla concorrenza, sempre più numerosa e agguerrita. Nel 1985 gli avvocati erano 48.300, oggi sono 240.000. E se a questo si somma il taglio delle parcelle, si può stare certi che il futuro per chi si iscrive a legge non è più così roseo come un tempo. Sessantacinque mila iscritti all'albo degli avvocati non sono neppure registrati alla Cassa di previdenza. Dei 162 mila iscritti invece, in 5 mila dichiarano un reddito pari a zero, in 28 mila 5.600 euro all'anno, 24 mila dichiarano 13.000 euro, 57 mila denunciano invece un reddito di 27.000 euro.

Da: <<<<<<<<<<<<<<<15/12/2012 05:12:50
Sbocchi Occupazionali per i laureati in Economia Aziendale

Il corso di Laurea in Economia Aziendale si propone di garantire una formazione tale da aprire ai propri laureati prospettive occupazionali in una ampia gamma di professioni dell'area economica.

Grazie all'acquisizione di conoscenze teoriche, di strumenti metodologici e di adeguate applicazioni pratiche condotte nel corso del triennio, i laureati in Economia Aziendale sono in grado di ambire alla copertura di ruoli di vario tipo, con responsabilità prevalentemente operative, in numerosi ambiti, tra i quali:

- Amministrazione, contabilità e controllo nelle imprese pubbliche;

- Amministrazione, contabilità e controllo nelle imprese private;

- Responsabile del personale e della gestione delle risorse umane;

- Attività di management, nelle imprese di produzione e di servizi, e nelle diverse funzioni aziendali;

- Attività di consulenza aziendale nelle diverse forme e nei differenti settori dell'area aziendale e dei mercati finanziari;

- Attività di supporto e di consulenza della clientela rtail, attività nel ramo dei servizi finanziari e commerciale svolta prevalentemente alle dipendenze di istituti bancari, assicurativi e finanziari;

- Attività operative nel settore dell'analisi dei rischi aziendali, in azienda e in istituzioni finanziarie;

- Attività di istruzione e di monitoraggio dei processi di affidamento della clientela bancaria;

- Attività libero-professionali in qualità di esperto contabile;

- Attività economiche, amministrative e gestionali nel settore pubblico e in istituzioni internazionali;

- Gestione, elaborazione, monitoraggio e analisi di dati statistici utili a fini previsionali nei diversi settori economici delle imprese.

La laurea in Economia Aziendale consente altresì l'accesso all'esame di stato per l'iscrizione alla sezione B dell'albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, secondo le procedure regolamentate dal predetto albo.

Il corso prepara alle professioni di:

Specialisti della gestione e del controllo nella Pubblica Amministrazione

Specialisti della gestione e del controllo nelle imprese private

Specialisti di problemi del personale e dell'organizzazione del lavoro

Specialisti in contabilità e problemi finanziari

Specialisti dell'Economia Aziendale
a collocazione sul mercato del lavoro e la possibilità di trovare un impiego, avviare una professione o sviluppare un'attività imprenditoriale che dia soddisfazione e adeguata retribuzione, rappresenta uno degli obiettivi che la Facoltà si pone per i suoi laureati e per il quale ha attivato una serie di iniziative e servizi.

Seguire gli studenti anche dopo la lurea consente di realizzare una più fattiva collaborazione con imprese e enti, finalizzata ad agevolare l'ingresso dei giovani laureati nel mondo del lavoro. Sotto questo profilo le imprese mostrano una notevole disponibilità alla collaborazione.
Le collaborazioni sono attive sia con le imprese del territorio, con le quali si è instaurato un rapporto duraturo e privilegiato, sia con quelle a livello regionale e nazionale.

Le attività sono diversificate in funzione dell'appartenenza dello studente ai diversi corsi di studio; è così più probabile, ad esemipo, che gli studenti iscrittti ai corsi di laurea magistrale in Marketing e Qualità sviluppino project work sulla customer satisfaction o sulle verifiche di qualità, mentre gli studenti di Consulenza e Controllo Aziendale realizzino un business plan o svolgano attività di tirocionio e praticantato presso studi professionali.

Periodicamente l'Ateneo organizza un Career Day invitando aziende e enti di interesse della Facoltà, a cui gli studenti possono partecipare per raccogliere infomrazioni sul mondo del lavoro o presentare il proprio curriculum.

Le attività realizzate e l'attenzione dedicata al post-lauream ha consentito alla Facoltà di raggiungere risultati molto lusinghieri (dati).

» Università&Lavoro
I dati della Facoltà di Economia



condizione occupazionale dei laureati nelle magistrali ad un anno dalla laurea

CONDIZIONE OCCUPAZIONALE    % LAUREATI
Lavora    97,00
Non lavora e non cerca    3,0
Non lavora ma cerca    ---
TOTALE    100,0
Quota che non lavora, non cerca, ma è impegnato in un corso universitario/praticantato    3,0
fonte: Alma Laurea: Indagine 2008 sulla condizione occupazionale dei laureati

Da: Avvocato neo15/12/2012 23:45:30
si molto meglio economia....legge è una vergogna ormai...la facoltà dei ridicoli....gente ke dovrebbe lavorare in fabbrica fa legge e prende pure 110

E' disponibile l'App ufficiale di Mininterno per Android.
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Da: <<<<<<<<<<<<<<<16/12/2012 04:36:34
La laurea in Ingegneria Meccanica è particolarmente indicata per chi desidera acquisire conoscenze avanzate degli aspetti metodologici ed operativi dell'ingegneria applicata alla meccanica e all'industria. I futuri laureati in Ingegneria Meccanica progetteranno e produrranno i componenti, i sistemi e gli impianti utilizzati dall'industria imparando anche a gestirne il funzionamento nel tempo, ma anche prestando controlli e verifiche per certificarne la corretta operatività e rispetto degli standard stabiliti.

Il laureato in Ingegneria Meccanica al conseguimento della laurea saprà operare con successo nei settori specifici dell'ingegneria meccanica: materiali, metodologie di progettazione, termo fluidodinamica, macchine a fluido e termiche, tecnologie di produzione, impianti industriali e relativi servizi tecnici. Avrà inoltre maturato capacità di lavoro in squadra sapendo adattare una pluralità di conoscenze trasversali alla realizzazione di opere ad alto livello tecnologico. Il laureato potrà continuare a specializzarsi con una laurea magistrale, favorendo la possibilità di una collocazione lavorativa di prestigio oppure può affacciarsi subito nel mondo del lavoro con buone capacità operative.


Percorsi di studio e requisiti d'accesso

La didattica del corso di laurea in Ingegneria Meccanica si orienta ad espandere e rafforzare le conoscenze delle discipline di base come la matematica, la fisica e la chimica considerate materie portanti del corso di studio. A queste discipline di base  ne fanno seguito altre indirizzate a fornire conoscenze specifiche dell'ingegneria come il disegno tecnico, l'elettrotecnica, scienza dei materiali, meccanica applicata, meccanica dei fluidi e strutturale. Grande importanza è data alla sperimentazione necessaria per concretizzare quanto studiato in progettazione di macchine e impianti industriali. In linea di massima il percorso mira dunque a creare solide basi in materie scientifiche per poi integrare con conoscenze più mirate alla realizzazione effettiva di opere ingegneristiche.

Prospettive di lavoro

Chi consegue una laurea in Ingegneria Meccanica trova uno sbocco lavorativo nel mercato del lavoro preferibilmente in veste di ingegnere meccanico. Le sue competenze trovano impiego nell'ambito della modellazione e della progettazione esecutiva di componenti, macchine e impianti di produzione oltre che collaudo, gestione e manutenzione. Le imprese che hanno maggior bisogno di questa figura professionale sono industrie meccaniche, elettromeccaniche e  metalmeccaniche. Tra le mansioni che l'ingegnere svolge vi sono la verifica delle prestazioni delle macchine e il controllo della loro affidabilità. In ambito di ricerca e sviluppo le conoscenze acquisite dal laureato possono essere impiegate per realizzare sistemi di propulsione e sistemi di conversione dell'energia con attenzione all'impatto ambientale.

Da: avvocato trombapraticanti16/12/2012 19:48:47
ci sono tanti coglioni aspiranti giuristi perchè ci sono tanti dominus tromba praticanti pronti a sfruttarli ed incularli a sangue

Semplice...............

Da: xbastacoglioni17/12/2012 07:51:36
Il Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia mira alla formazione di professionisti dotati di solide competenze scientifiche e della maturità umana e culturale necessarie a rispondere alle attese del paziente.

Il percorso formativo è articolato in una parte teorica relativa a scienze di base, scienze cliniche e scienze umane (antropologia, etica e bioetica). Dal IV al VI anno lo studente, seguito costantemente da un tutor professionalizzante, svolge un tirocinio clinico presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e altre strutture territoriali. Tutor personali sono disponibili a consigliare e guidare lo studente anche nelle attività d'apprendimento in aula e nella preparazione degli esami.

Gli studenti possono personalizzare il proprio piano di studi con attività didattiche elettive di loro particolare interesse, per complessivi 14 CFU (seminari, corsi monografici, partecipazione a convegni e congressi, attività di volontariato, internati clinici e di laboratorio in Italia e all'estero, etc).

Il numero limitato di studenti garantisce un facile e personale approccio ai docenti. Il rapporto docenti-studenti dell'Ateneo è di 1/14, considerati solo i docenti strutturati.

Da: xbastacoglioni17/12/2012 07:52:44
ROMA - Caccia aperta al «camice bianco». Migliaia di neodiplomati si sono cimentatiin tutta Italia con i test d'ammissione alle facoltà statali di Medicina e Odontoiatria.

I posti disponibili sono circa 11.000 e se li sono contesi in 77 mila, dunque solo un concorrente su 8 riuscirà a conquistare l'immatricolazione.
«Rispetto allo scorso anno la parte di biologia era più difficile - spiega Federico all'uscita dall'aula dell'università Sapienza di Roma e al secondo tentativo - mentre piu facile era la parte di matematica». I quesiti della prova d'accesso alle Facoltà di Medicina erano 80, divisi tra logica, cultura generale, fisica e matematica, chimica e biologia. «Il 7% degli iscritti alle prove per le Facoltà di Medicina della Sapienza non si è presentato questa mattina, un numero analogo a quello dello scorso anno. Mentre il 10% ha provato per la seconda volta», afferma Eugenio Gaudio, preside della Facoltà di Farmacia e Medicina dell'ateneo capitolino.
I risultati invece saranno resi noti l'11 settembre: ogni candidato, utilizzando le credenziali fornitegli contestualmente con il plico consegnato stamani, potrà visualizzare sia i risultati sia la scansione in pdf del proprio compito, così da accertare l'assenza di manomissioni esterne.

Le misure anti-furbetti. Come ogni anno sono state predisposte le consuete misure di sicurezza per evitare truffe e irregolarità: aule schermate e divieto ai candidati di portare con sè borse, libri, telefonini e finanche le penne, fornite dalle stesse commissioni di esame.
I candidati hanno avuto 2 ore di tempo per rispondere ai quesiti. Molti ragazzi erano al secondo tentativo, altri si sono iscritti a Facoltà affini, ma senza numero chiuso come Biologia, sperando di superare oggi i quiz e farsi riconoscere gli esami già sostenuti.

Da: xbastacoglioni17/12/2012 07:55:07
AMMISSIONE ALLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DELLA FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA         

Le Scuole di Specializzazione sono riservate a coloro che hanno conseguito la Laurea Specialistica in Medicina e Chirurgia e relativa abilitazione e, limitatamente a specifici indirizzi, a laureati abilitati di altre discipline.
Il titolo di studio può essere stato conseguito anche presso un'Università straniera, a condizione che sia ritenuto equipollente dalle competenti autorità accademiche italiane.
Si accede alle Scuole di Specializzazione mediante esame d'ammissione, sulla base del numero di posti resi ogni anno disponibili con Decreto Ministeriale.

Da: xbastacoglioni17/12/2012 07:56:46
Dopo le proteste degli specializzandi in medicina e dei dottorandi delle facoltà universitarie italiane, la commissione Finanze della Camera ha votato all'unanimità un emendamento al Decreto di semplificazione fiscale che elimina la tassazione sulle borse di studio.

Vittoria, dunque, per tutti gli specializzandi e i dottorandi che si sono mobilitati in queste ultime settimane per protestare contro la tassazione IRPEF sulle borse di studio e sugli assegni di formazione professionale. La Commissione Finanze della Camera ha, infatti, votato all'unanimità un emendamento al decreto di semplificazione fiscale che cancella la norma, già approvata in Senato.

La misura, prevista dalla prima versione del Decreto approvata dal Senato, imponeva che "le somme, da chiunque corrisposte , a titolo di borsa di studio o di assegno, premio o sussidio per fini di studio o di addestramento professionale" concorressero a "formare il reddito per la parte eccedente gli 11.500 euro". La Commissione Finanze della Camera dei Deputati ha approvato un emendamento al Dl fiscale che esenta le borse di studio dall'assoggettamento all'IRPEF.

In Senato era stato deciso che si pagassero tasse sulle borse di studio superiori agli 11.500 euro. A Palazzo Madama con il maxi-emendamento del 4 aprile scorso al ddl "recante disposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie" (ddl 3184), era stata introdotta la tassazione dell'IRPEF sulle borse di studio superiori agli 11.500 euro annui, creando scalpore nel mondo dell'Università e della ricerca.

Secondo le vecchie disposizioni, le borse di studio il cui ammontare fosse stato superiore agli 11.500 euro annui sarebbero state considerate reddito da lavoro dipendente e, perciò, sarebbe stato calcolato l'ammontare della tassa IRPEF sulla somma eccedente (e solo su quella) i suddetti 11.500 euro.

In applicazione di ciò, le categorie maggiormente penalizzate sarebbero risultate quelle dei medici specializzandi i quali percepiscono circa 25.000 euro lordi all'anno (attualmente esenti da tasse) e che, stando al calcolo percentuale, avrebbero subito un prelievo mensile di circa 300 euro, pari al 23% di quanto percepito. Accanto a loro, sarebbero stati ugualmente colpiti tutti i dottorandi di qualsiasi Facoltà la cui borsa di studio ammonta ad una cifra superiore a quella indicata dalla norma (sebbene la tassazione avrebbe avuto un peso decisamente inferiore o tendente allo zero).

Se le borse di studio fossero state considerate "reddito", allora i borsisti avrebbero dovuto essere considerati "lavoratori" a tutti gli effetti e, pertanto, godere dei diritti che competono appunto ai lavatori, ivi comprese ferie, maternità e tredicesima.

Vivo compiacimento è stato espresso dal presidente della Crui (Conferenza dei Rettori delle Università italiane), Marco Mancini. "L'azione del ministro Profumo, di tanti parlamentari, della stessa Crui ma, soprattutto, la legittima protesta di tanti giovani - ha dichiarato- ha bloccato un provvedimento assolutamente ingiusto. Si tratta, ora, di vigilare perché non vi siano sorprese durante l'iter parlamentare".

Da: xbastacoglioni17/12/2012 08:02:17
SPECIALIZZANDO IN MEDICINA = REDDITO  EURO 25.000 NON TASSABILI;

PRATICANTE AVVOCATO = EQUO COMPENSO= REDDITO ZERO = COGLIONE

Da: xbasta18/12/2012 12:05:10
www.mat.unical.it/informatica/DomandeFrequenti#Sbocchi_lavorativi

Sbocchi lavorativi
Avrò difficoltà a trovare lavoro con la laurea in Informatica?
Le prime statistiche a nostra disposizione ci dicono che, escluso quegli studenti che scelgono di proseguire gli studi per la laurea specialistica, praticamente il 100% dei neo-laureati trova lavoro nei primi mesi che seguono il conseguimento del titolo.
Le previsioni sono molto ottimistiche anche per i laureati di secondo livello, i primi dei quali hanno conseguito il titolo nel corso del 2007.
I nostri laureati trovano impiego sia negli enti della pubblica amministrazione (i quali si stanno informatizzando ad un passo piuttosto rapido), che in imprese private di qualsiasi dimensione e importanza.
Il polo informatico di Cosenza è sede di svariate aziende di importanza sia multinazionale che nazionale (Netikos, Etnoteam, E-Guide, CM Sistemi, Pitagora, VP-Tech, ID-Technology ecc.). Queste imprese assorbono normalmente molti dei nostri laureati più brillanti. Spesso i nostri studenti vengono assunti al termine dello stage di fine corso che viene tenuto in azienda.
Il collegamento tra azienda e università è garantito da diverse collaborazioni, oltrechè dalla presenza di alcune aziende "spin-off" (quali Exeura Knowledge Management Solutions) che gravitano attorno al mondo dell'Università e hanno con essa legami molto stretti.
Cosa posso fare con la mia laurea?
I nostri laureati sono molto ricercati in tutti quei (numerosissimi) contesti dove sia richiesto di risolvere un problema che riguardi il trattamento e la trasmissione di informazioni.
Si occupano di progettazione di basi di dati, di sviluppo software avanzato, di web publishing, di gestione della conoscenza (Knowledge management), di sviluppo di reti di calcolatori, telefonia e telecomunicazioni.

Da: xbastacoglioni20/12/2012 06:03:50
Corso di Laurea in Matematica

Il corso di Laurea mira a fornire un'adeguata preparazione di base nell'ambito della matematica, con la possibilità per lo studente di orientarsi verso profili di tipo culturale, didattico, professionale o di eccellenza.

Percorsi

Il corso di Laurea in Matematica si articola in due percorsi.

Percorso in Matematica
All'interno del percorso in Matematica si configurano un curriculum didattico, indicato per coloro che intendono dedicarsi all'insegnamento, e uno generale, per coloro che puntano a proseguire gli studi dopo la Laurea di primo livello e con l'intenzione di dedicarsi alla ricerca.

Percorso in Matematica per le Applicazioni
Questo percorso è particolarmente indicato sia per coloro che desiderano acquisire una certa abilità nel predisporre modelli per problemi, per esempio di tipo economico-finanziario o industriale o ambientale-biomedico, sia per coloro che vogliono proseguire con la ricerca nei campi suddetti

Sbocchi professionali

I laureati in Matematica non hanno mai avuto difficoltà a trovare un lavoro adeguato alla loro qualificazione. Negli ultimi anni la percentuale dei laureati in matematica a Pavia che hanno trovato lavoro nella scuola è stata di circa il 35%, quella di coloro che si sono dedicati alla ricerca di poco meno del 10%, mentre i rimanenti hanno trovato lavoro nell'industria e nei servizi. Il numero delle offerte di lavoro che  richiedono una Laurea in Matematica è paragonabile, in proporzione al numero di laureati in matematica, al dato corrispondente per leLauree in ingegneria informatica o elettronica. Le offerte di lavoro si possono suddividere, in base al tipo di lavoro proposto, come segue: produzione di software 34%, consulting finanziario 22%, banche, intermediazione finanziaria, assicurazioni 11%, consulting direzionale e aziendale 9%, industria elettronica 7%, industria meccanica 3%, altro 14%.

Da: ignoranti23/12/2012 10:25:12
http://www.style.it/news/le-notizie-del-giorno/2009/12/22/orbetello-la-storia-dei-laureati-ignoranti.aspx


Da: hyò-.f24/12/2012 05:31:46
Durante la correzione degli scritti qualcuno ha pensato a uno scherzo anticipato di Carnevale. Prove di esame sostituite da qualche buontempone? Macché, i fogli, con tanto di timbro, firme e controfirme, erano assolutamente originali, così come l'orribile svolgimento. Già, perché non solo le risposte alle domande giuridiche e di cultura generale contenevano inesattezze madornali, ma gli elaborati erano infarciti di errori di grammatica e di sintassi. Terza persona del verbo avere senza la "h", "s" al posto della "z", frasi senza il soggetto, tempi sbagliati. E con alcune "perle" da manuale dell'asineria: anomala scritto "a nomala", ragazzi scritto con una "z" sola, superficie senza la "i". E alla domanda su quali fossero le competenze del sindaco qualcuno ha risposto: «Il sindaco dichiara lo stato di guerra», mentre un candidato ha scritto che «per impugnare una contravvenzione devi fare una raccomandata, ma per vincerla devi andare dall'avvocato».
ORTOGRAFIA E SINTASSI - E così i candidati del concorso per un posto di funzionario di settimo livello riservato ai laureati in Giurisprudenza per il delicato Ufficio appalti sono stati tutti bocciati, o meglio non sono stati ammessi agli orali. È accaduto nel Comune di Orbetello, 15 mila abitanti, un sindaco-ministro (Altero Matteoli), una storia illustre, paesaggi straordinari sulla laguna che divide la Maremma dall'Argentario. «Purtroppo errori e inesattezze erano così evidenti - spiega Angelo Ruggiero, segretario generale del Comune - che non è stato possibile ammettere nessun candidato. Siamo stati sorpresi non solo dall'impreparazione dei candidati su alcuni argomenti, che comunque erano indispensabili per poter ottenere l'idoneità alla prova orale, ma dagli errori di ortografia e sintassi, cose che si dovrebbero imparare alle elementari e invece, dopo una laurea, non sono state ancora assimilate». Secondo Ruggiero, spesso i candidati preparano il concorso con approssimazione. «Una volta un concorso da funzionario - spiega - si preparava in almeno sei mesi di studio durissimo. Oggi in quindici giorni si pretende di poter superare una prova che ovviamente non può essere semplice».

IMPREPARAZIONE STRAORDINARIA - L'elenco completo degli strafalcioni (compresi quelli di altre prove analoghe) non è stato reso noto. Ma dagli uffici municipali si conferma tutto, anzi si rincara la dose. «Ormai da anni questi ragazzi, nonostante la laurea, arrivano con una impreparazione straordinaria agli scritti» dicono in Comune. I candidati dell'ultimo concorso si erano presentati da ogni parte d'Italia, soprattutto dal Sud. «Solo alcuni, dopo aver visto le domande - dice uno degli esaminatori -, hanno deciso di lasciare perdere. Gli altri hanno deciso di sfidare la fortuna». Nessuno è stato ammesso agli orali e adesso si dovrà indire un nuovo concorso sperando in una migliore preparazione degli aspiranti funzionari. Magari con qualche corso accelerato di cultura generale.

Da: wtrtr29/12/2012 05:55:00
L'Italia sarà anche paese di santi, poeti e marinai, ma non è di certo il paese dei magistrati e men che meno di grandi scrittori. L'ultimo concorso per magistrati del nostro paese ne è un fulgido esempio: errori di grammatica, strafalcioni di ortografia, l'ignoranza e l'impreparazione contenuta nei 4 mila compiti consegnati lo scorso novembre hanno impedito agli esaminatori di assegnare tutte le toghe disponibili. Su 380 posti ne sono stati coperti solo 322.
Se già il fato che il 90% dei candidati  sia stato respinto è sconfortante, il dato più tragico è relativo alla tipologia di errori riscontrati nei compiti. Ciò che ha choccato gli esaminatori non è tanto l'ignoranza dimostrata dai candidati sulla materia trattata, quanto l'incapacità di scrivere in un linguaggio corretto. "La conoscenza dell'italiano  è una precondizione per partecipare al concorso, ma alcuni candidati non ce l'avevano" : sono le parole di Matteo Frasca, giudice di corte d'appello a Palermo. Ed aggiunge "Se il mio maestro delle elementari avesse visto in un mio compito verbi coniugati come in certe prove che ci sono state consegnate, mi avrebbe dato una bacchettata sulle dita".E se pensiamo che gli aspiranti magistrati che hanno preso parte al concorso erano tutti laureati ed in molti casi già avvocati, giudici onorari, funzionari della pubblica amministrazione, o studiosi con tanto di dottorato ci rendiamo conto della gravità dell'accaduto.
Fino a ieri sembrava che le leggi sulla privacy impedissero la pubblicazione degli errori. Ma qualche strafalcione è già trapelato: moltissimi gli "essere" e "avere" scritti senza accento, tanti gli "un" dotati di apostrofo anche per i nomi maschili, per non parlare del candidato che ha scritto riscuotere con la "q",di quello che ha scritto "Corte dell'Aiax", invece di "Corte dell'Aja, o di chi si è lasciato andare ad espressioni non propriamente giuridiche come "Finché la barca va" o "Per fare un albero ci vuole un fiore".
Si attende con ansia il "bestiario" che raccolga gli errori più strani e ci faccia ridere, per non piangere, sull'ignoranza dei laureati in Giurisprudenza prodotti dall'Università Italiana.

Da: wtrtr29/12/2012 05:59:04
http://erroritaliani.blogspot.it/2010/09/magistrati-ignoranti-di-lingua-italiana.html

Da: Forza Merkel!29/12/2012 17:20:50
Giurisprudenza:
Giovani
italiani
ultra
rintronati
idioti
senza
possibilità
reali
unici
deficenti
europi
neanche
zappatori
australiani

Da: xkth30/12/2012 13:42:37
http://www.corriereuniv.it/cms/2012/01/valore-legale-del-titolo-di-studio-da-ridiscutere/

Alla luce dell'aperta consultazione pubblica sul valore legale del titolo di studio, proposta dal governo Monti, apriamo il dibattito sulle pagine di corriereuniv, riportando il commento di un nostro lettore in merito all'articolo Abolizione del titolo del valore legale

Dapprima non volevo rispondere, ma poi, considerando che questa è una delle prime pagine che compaiono sull'argomento cercando su Google, ho deciso di farlo, perché la leggono in molti e mi sembra doveroso chiarire qualche punto rispetto al Dr. Gian Piero Bomboi, che ha ben articolato il Suo discorso.

1) Vedo che non disdegna l'uso del titolo "Dr." neppure su internet: è un suo sacrosanto diritto, del resto sancito dalla legge. Ma in ciò vedo una certa ironia. Io comunque, pur essendo a favore del valore legale del titolo di studio, non userò il mio.

2) Riguardo a questo:
"Conosco tantissime persone non laureate le quali svolgono mansioni dirigenziali e di coordinamento di team di laureati - conosco laureati con incarichi minori come precari e con stipendi da 600 Euro al mese."

anch'io sa? Generalmente si tratta, o di persone di una certa età che fondarono imprese in altri tempi, oppure, più generalmente oggi, dei loro figli, oppure i mariti delle figlie. I laureati che conosce Lei con stipendi da 600 euro  al mese, non sono pagati così perché incompetenti, ma perché questo è l'ordine di grandezza delle paghe di chi comincia a lavorare oggi come laureato, se appunto non è figlio di papà o simili. Poi certo gli incompetenti ci sono in tutti i campi… tra i laureati e i non laureati. Dico questo perché, leggendo il Suo intervento, mi par di intuire che Lei suggerisca l'idea che la Laurea non solo non sia garanzia di capacità (cosa su cui concordo), ma che sia quasi una sorta di garanzia di incapacità.

3) Quindi, riguardo a questo:
"Il valore Legale è un danno perché spesso crea una protezione all'incompetenza."

è un pensiero assolutamente infondato. Mi chiedo cosa vuole di più: in Italia i laureati vengono pagati una miseria, sono precari e possono essere licenziati in qualunque momento, eppure… "il valore Legale è un danno perché crea una protezione all'incompetenza". In che cosa consisterebbe questa "protezione"? Chiedo con sincera curiosità!

4) su questo:
"Nel mondo del lavoro, deve prevalere il "merito" che non può essere scritto su un pezzo di carta, garantito in nome della Legge!"

nel mondo del lavoro, il merito -può- prevalere (e spesso non accade) indipendentemente dal valore legale del titolo di studio. Semmai, io mi preoccuperei di più delle leggi che REGOLANO il mondo del lavoro. Perché se è vero che il merito va dimostrato sul campo indipendentemente dal titolo di studio (legale o no che sia), è vero anche che NON si può pagare uno che ha fatto l'Università, 600 euro  al mese o anche meno. E non dico questo perché un laureato sia più "bello" di un non laureato, ma per la semplice constatazione che lo studio fatto, nel lavoro, viene messo a disposizione del Bene comune e, quindi, l'investimento di tempo, denaro e fatica, va premiato.

A tal proposito, ci si chiede perché il numero dei laureati diminuisca, nonostante tutte le estemporanee controriforme. Ebbene, per capire il perché di questo fenomeno bisogna mettersi nei panni di un 18enne: è logico che sempre meno persone vogliano intraprendere gli studi universitari se sanno che, una volta terminati (a 26-29 anni), prenderanno la stessa paga di un ragazzo di bottega di 15 anni, che non permetterà loro di mantenersi dignitosamente.

Dev'essere prevista una sorta di compensazione e, infatti, lo stipendio legato al titolo di studio serviva proprio ad evitare simili contraddizioni, che alla lunga indeboliscono il Paese, perché lo privano di un importante contributo. Il valore legale esiste in molti paesi, tra cui la Francia. Insomma, se la Sua preoccupazione è che un laureato, oggi, solo perché tale, sia "protetto", si sbaglia di grosso. Il problema semmai è esattamente all'opposto.

5) Su questo:
""pensiamo a coloro che hanno studiato da autodidatta, sui libri per tanti anni; appassionati della conoscenza ma … impossibilitati il più delle volte per povertà". Testardi che non si sono arresi alla difficoltà e hanno deciso di percorrere la strada più difficile diretta all'obiettivo."

mi sa che un pensiero un po' pindarico! Voglio proprio vederlo uno, che è povero e non può studiare e che quindi deve lavorare per sopravvivere, studiare a tempo perso gl'integrali doppi e la Fisica teorica. Lo studio da autodidatta esiste, ma non sarà mai pari alla preparazione universitaria. A meno che uno non sia un Leopardi, pieno di soldi e che trascorre la vita chiuso in biblioteca per puro amore del sapere, ma non credo sia frequente!

6) Su questo:
"La verità è che: "o si è capaci o si è ignoranti". Il risultato del valore Legale di un titolo di studio è il seguente: "un Medico di un paese extra comunitario, non può operare sul nostro territorio; eppure ha le stesse competenze di un laureato italiano."

a me sembra giusto, e mi pare che Lei si contraddica. Da una parte vuole l'abolizione del valore legale, perché proteggerebbe "l'incompetenza", dall'altra vuole una sorta di estensione del valore del titolo di studio all'intero globo, cosicché uno che è laureato da qualche parte chissà dove in Medicina, possa esercitare anche in Italia.

7) Riguardo a questo:
"In ultimo: ci sono paesi più evoluti del nostro (es. gli USA) dove è possibile ottenere una Laurea attraverso la "valutazione" dell'esperienza o "merito".

In posti che Lei reputa meno evoluti, ma senz'altro con forti complessi di inferiorità, esiste lo stesso: si chiama "Laurea ad honoris causa".

8) Su questo:
"Chi assume ha tutti l'interesse ad assumere chi veramente può dimostrare di essere competente; in questi casi la Laurea è l'ultima cosa che può fare la differenza."

Sul fatto che la Laurea sia l'ultima cosa a far la differenza in caso di assunzione, ha perfettamente ragione nella quasi la totalità dei casi. Ma si badi bene al perché di questo! Una volta, NON era così. Attualmente, oltre il 90% delle imprese italiane non arriva ai 10 dipendenti. Neanche il 2-3% è classificabile come "grande impresa". In sostanza, la grande industria manifatturiera, ma anche solo quella "media", sono morte e quel poco che c'è è agonizzante. Si faccia caso ai termini: 20-30 anni fa si parlava di "industriali", oggi si parla di "imprenditori". ConfIndustria ormai è una sorta di ConfArtigianato e l'imprenditore è ormai poco più di un negoziante. Le microscopiche imprese italiane -ha ragione in questo-, generalmente non se ne fanno assolutamente NIENTE di un laureato: sono molto più interessate, semmai, all'operaio specializzato.

Ma questo, NON perché la laurea non serva o sia un vuoto contenitore, ma perché è il mondo industriale e produttivo ad essere profondamente cambiato, in molto molto molto peggio! In verità il laureato, oggi, è mediamente una figura professionale sovradimensionata rispetto all'attuale mondo produttivo. E che il mondo produttivo italiano non abbia bisogno quasi per niente di laureati,

NON è per niente un buon segno per l'Italia! Ciò è anche indicativo del fatto che il "grosso" del problema non sia nell'Università, ma nel mondo produttivo e, a sua volta, nella Politica e nella sua deleteria incapacità di pianificare il futuro. (E qui ci sarebbe da discutere parecchio riguardo a persone che vedono riconosciuto il valore legale di essere Onorevole, senza neanche essere state elette… il famigerato Porcellum… e che poi vanno a rompere le scatole a chi la laurea se l'è sudata sui libri per 5 anni).

Comunque sia, quando l'Italia era una potenza economica, i laureati andavano a ruba. Ma i laureati, per potersi esprimere, hanno mediamente bisogno di grandi realtà industriali, che oggi mancano quasi del tutto: non certo di microscopite imprese a conduzione familiare di 3-4 persone! Un laureato in materie scientifiche, oggi e salvo eccezioni, può trovare giusta soddisfazione solo in quel poco che rimane: multinazionali come ENI, Edison, oppure per lo Stato. In caso contrario generalmente si ricade nel punto 2)

9) su questo:
"Una Laurea italiana ha solo valenza in un concorso pubblico, dove quello ciò che conta è, essere in regola con i timbri! Una Laurea italiana è niente: un laureato in Giurisprudenza deve sostenere l'esame di Stato, così dicasi per un Medico o un'Ingegnere; questo vuol dire che il titolo è niente, semplicemente un punto di partenza "indicativo"."

Infatti, il Concorso pubblico è l'unico (e giustamente unico) modo, per lavorare per lo Stato. E il perché sia giusto, è evidente: si fa un esame. Non è che uno va lì con il suo "pezzo di carta", e lo assumono. Come dice Lei, bisogna dimostrare coi fatti il proprio valore. E infatti il Concorso pubblico è un esame. Detto questo, mi pare che non sia a conoscenza di alcuni fatti.

1°: anche nei bandi relativi a concorsi pubblici sono spesso richiesti CV che garantiscano esperienza, per cui non è vero che per partecipare basta sempre solo il titolo.

2°: se l'amministrazione che indice il concorso, lo indice per laureati in Giurisprudenza e non in laureati in Filosofia, non è perché è costretta a far così, ma perché CERCA persone laureate in Giurisprudenza e, con il concorso, prendono le migliori e le più capaci. Come dice Lei: la Laurea è solo un punto di partenza, che da sola non garantisce niente.

D'altra parte, se per fare il Commissario bastasse la 3° media, richiederebbero come titolo di studio la 3° media! Cosa crede che cambierebbe abolendo il valore legale del titolo di studio? Pensa che le amministrazioni poi indirebbero concorsi sempre "aperti a tutti"? No: continuerebbero a indire bandi aperti a persone con un certo corso di studi, legale o no che sia il titolo. O crede davvero che l'Italia sia piena di Scienziati pazzi che legalmente hanno solo la 3° media, ma che sono veramente in grado di fare l'ingegnere o il commissario?

Da: xkth30/12/2012 13:51:53
http://yashantiblog.blogspot.it/2011/04/se-sei-laureato-ma-disoccupatoti-tirano.html

Ricordo bene. Uscita dal mio bel diploma di perito aziendale corrispondente in lingue estere, in quel del 2001, le banche, le aziende e gli studi professionali mercanteggiavano per convincere me e i miei cari colleghi che lavorare lì, proprio lì avrebbe dato un incipit sfolgorante alle nostre carriere.
Sbagliando s'impara, ai tempi ho optato per un disgraziatissimo pompa magna studio professionale  nel quale mi sono fatta sfruttare all'incirca un quattro cinque anni. Poi non ho imparato e mi sono iscritta a giurisprudenza che ancora mi fioccavano addosso offerte di lavoro come fossero arachidi in orario d'aperitivo.
Studiare di notte e lavorare di giorno in una deliziosa azienducola rivelatasi poi, una mediocre bettola governata da soggetti più che omofobi, è stata un'esperienza che tutti, almeno una volta, dovrebbero provare nel corso della vita. Dopo qualche anno, per evitare il suicidio, decido di approfondire solo gli studi in full immersion. Certo se avessi avuto la minima conferma che l'uomo fisicamente è animale in grado di prendersi a calci in culo da solo, l'avrei fatto, ma ero ancora troppo intenta a sognare grandi sogni.
Ho smesso di presentare il sette e trenta lo stesso anno in cui mi sono laureata e tutto questo solo perchè andavo pazza per la legge, la giurisprudenza e la cassazione.
Non ho avuto la sfortuna di finire in un call center, ma tanti si. E tanti lì sono rimasti. Sembra che giurisprudenza vada forte al call center. Ora, non vorrei sconvolgere qualche animo sensibile, ma i callcenteristi laureati non è che stanno lì perchè sono tutti idioti; probabilmente non hanno pezze d'appoggio economiche su cui poter sbattere  il proprio culo laureato. E abbiate pazienza, non tutti al mondo vogliono diventare anoressici; addirittura c'è ancora qualcuno a cui piace procurarsi un pò di cibo col sudore della propria fronte. La cultura è una gran bella cosa, ma certo non viene consegnata  in bollo su pergamena. Al call center non ci sono i diplomati, perchè molti di loro sopravvivono di lavori veri; non fanno gli stage, i tirocini, i co co co e pro pro pro. Lavorano, sono in gamba, ma sfortuna per noi, costano molto meno e allora in culo alla laurea, che sei troppo qualificato e ti devo pagare il doppio, addirittura ti devo pagare  le competenze acquisite. C'è da dire poi, che anche il diplomato ha i suoi problemi... se non conosce almeno dodici lingue, non ha  dieci anni di esperienza e un'età inferiore ai 25 fa la fine del laureato!
Cari diplomati, la cultura rende consapevoli e ognuno di noi dovrebbe essere in grado di vivere sapendo come  sta vivendo.
Cari laureati probabilmente in futuro avremo le tanto doverose possibilità che sogniamo. Ma ora no. Niente sogni. Niente di niente. Solo, è spiacevole che proprio a noi tocchi la parte dei coglioni che non capiscono un cazzo di quello che hanno studiato dopo averlo tanto studiato!

Da: vacchemagre03/01/2013 09:19:37
Di quanto calerà anche quest'anno il reddito dell'avvocato medio?
Medio significa che ci sono gli estremi al rialzo e nella stragrande maggioranza dei casi al ribasso.

http://www.murgialife.it/murgia/index.php?option=com_content&view=article&id=3560&Itemid=55

Da: vacchemagre03/01/2013 09:19:40
Di quanto calerà anche quest'anno il reddito dell'avvocato medio?
Medio significa che ci sono gli estremi al rialzo e nella stragrande maggioranza dei casi al ribasso.

http://www.murgialife.it/murgia/index.php?option=com_content&view=article&id=3560&Itemid=55

Da: rolando04/01/2013 15:07:15
si iscrivono in perche'poi vanno a prendersi il titolo in SPAGNA

Da: sanjo04/01/2013 16:03:28
eccoli!

Da: xrolando05/01/2013 08:58:38
Anche se riescono a prendersi il titolo in Spagna, sempre coglioni sono, anche se non di una coglionaggine italica pura, ma di tipo ibrido, cioè coglionaggine italo-spagnonala.
Dopo aver pesato anni sulle spalle della famiglia ai fini della pseudo istruzione universitaria, i coglioni peseranno ancora di più quando andranno in Spagna a prendere il titolo: mica sarà gratis?
E peseranno anche dopo il titolo, per parecchi anni prima di raggiungere l'autonomia finanziaria e guadagnare al netto delle spese la metà del salario di un operaio.
La lunghezza di questo calvario è riservata solo ai coglioni aspiranti giuristi, avvocati, et abdogati, concorsisti, italici o ispanici.
Si salvano coloro che diventano notai(appena apro bottega 4 mila euro al mese garantiti dall'ordine; invece gli avvocati i soldi lo vogliono dai neo iscritti, in cambio di niente). Ma il titolo di notaio posso andare a prendermelo in Spagna, con un quiz e un paio di crocette?

Da: 05/01/2013 13:34:43
per post delle 6.50 del 13/12/2012
sai quanti ingegneri bravi conosco che sono disoccupati e sai quanti ne conosco che nel settore pubblico guadagnano solo 1543 euro?(nel privato pure meno). Sono pochi quelli che riescono a farsi assumere in aziende famose e guadagnare bene (con lo straordinario però)
è finita, per tutte le lauree e per i diplomi è pure peggio.
Secondo te se i giovani trovassero lavoro dopo il diploma si iscriverebbero all'Università. Pochi lo farebbero.
E il diplomi secondo te preparano al marcato del lavoro? Sai quanti periti aziendali a spasso ci sono?

cmq concordo anche io che piuttosto che arricchire il sistema malato e arricchire i docenti maglio non iscriversi all'Università e studiare da soli.

Da: sai...07/01/2013 15:56:06
Invece quanti neo avvocati, facendo gli schiavi di studio a 5 anni dalla laurea guadagnano 300 euro al mese?
Una miriade in più rispetto agli  ingegneri che nel settore pubblico guadagnano solo 1543 euro.

Da: eh...07/01/2013 16:42:20
La maggior parte degli avvocati sono nati nel sud italia, la maggior parte degli ingegneri sono nati sopra il po....
Per cui non c'è da stupirsi se gli avvocati sono alla fame e gli ingegneri no....
Non è questione sud/nord.... ma semplici dati oggettivi.... al nord stanno i soldi al sud sta la fame!

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