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MA PERCHE' OGNI ANNO DECINE DI MIGLIAIA DI COGLIONI SI ISCRIVONO IN GIURISPRUDENZA?
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Da: avvpezzenti10/03/2013 10:20:26
i dentisti, con i loro 144,5 mila euro, si "classificano" al secondo posto dopo i notai (626 mila euro). Se poi si considera il rapporto fatturato-reddito con gli altri professionisti, ecco la conferma di come l'attività odontoiatrica sia paragonabile, per organizzazione e attrezzature impiegate, più a una impresa che a una attività professionale, dove solitamente l'attrezzatura necessaria si limita a computer e stampante.
Nello specifico i 40.534 studi dentistici italiani nel 2009 hanno fatturato 144,5 mila euro per un reddito dichiarato di 47,6 mila euro. Entrando più nel dettaglio, i 34.373 dentisti che esercitano la professione come persona fisica fatturano 127,1 mila euro per un reddito dichiarato di 45,8 mila euro; i 4.870 studi associati fatturano 224,8 mila euro per un reddito di 67,4 mila euro, mentre le 1.291 società di capitale fatturano 307mila euro per un reddito medio dichiarato di 19 mila euro.
Per quanto riguarda il numero degli studi, i dati del ministero della Finanze indicano che rispetto al 2008, in cui si era riscontrato un calo (-619 unità), nel 2009 tornano ad aumentare (+343), anche se di poco. Un incremento che non azzera il saldo negativo rispetto al 2007, quando gli studi dentistici erano 40.810. E il dato è probabilmente condizionato dalla curva demografica della professione, che va verso il pensionamento di molti professionisti non sostituti dai giovani laureati. A crescere maggiormente sono le società di persone (+156), dimostrando probabilmente la volontà dei professionisti di aggregarsi; meno marcato il numero di nuovi studi gestiti dal singolo (+57) e ancora meno le nuove società di capitale attivate (+40)

Da: asrm10/03/2013 20:26:48
per prendere il titolo no?

Da: avvpezzenti11/03/2013 17:07:28
All'inizio del 2012, i Commercialisti italiani nei 143 Ordini erano 113.235.

Rimandando alla lettura del Rapporto per i dati dettagliati, pare opportuno evidenziare la crescita degli iscritti dell'1% rispetto al 2011 e del 5,3% nel quadriennio 2008-2011. Dal 2007 al 2010, invece, il reddito professionale medio, desunto dalle statistiche reddituali delle Casse di Previdenza, si è ridotto del 3,5%, mentre nello stesso periodo il Pil nominale si è ridotto dello 0,01%.

Ancora in termini percentuali, il Rapporto mostra la ripresa del trend di crescita delle donne che si avvicinano alla nuova soglia del 31% (erano il 28% all'inizio del 2008)  e il calo progressivo dei giovani in atto sin dal 2008 spiegato in buona parte da dinamiche demografiche nazionali e percepibile dagli ultimi dati sulle iscrizioni agli Ordini nel corso del 2011.

Da: avvpezzenti11/03/2013 17:09:25
Se poi si prende il quinquennio 2005-2010 e si analizzano le professioni per area economico-sociale (Aes), area sanitaria (As) area tecnica (Pat)e area giuridica (Ag), proprio queste due ultime categorie hanno subìto più pesantemente l'impatto della crisi. Per i tecnici, la crisi dell'edilizia e le gare al massimo ribasso hanno ridomensionato fortemente i redditi. Gli avvocati, invece, sono cresciuti troppo. Circa 30mila nuovi ingressi l'anno, ma i giovani sono sempre più "proletari" della professione, faticano a mettersi in proprio e cresce la fascia di quelli che dichiarano meno della soglia minima che fa scattare il versamento contributivo alla Cassa forense. La sola area giuridica mostra nel biennio 2008-2010 una perdita di circa l'11 per cento. Se ingegneri, architetti e geometri mostrano che, sul fronte del reddito medio nominale, il reddito al nord raddoppia rispetto a quello dei colleghi del sud, l'area sanitaria si rileva la più "equa" nella distribuzione reddituale: le tre aree del Paese "viaggiano" attorno i 55mila euro. Del resto, anche una rapida occhiata ai redditi medi dichiarati ai fini Irpef e ai fatturati di alcune tra le principali categorie - tratti dai rispettivi bilanci consuntivi 2009 e 2010 in base a redditi e fatturati dichiarati per il 2008 e 2009 - mostra cali evidenti. Il reddito medio dichiarato degli avvocati è calato del 3% in un solo anno. Inoltre, i dati provvisori sui redditi 2010, che la Cassa forense ha diffuso venerdì scorso al Congresso dell'Oua (si veda Il Sole 24 Ore del 26 novembre) confermano il trend in discesa: imponibile 2010 a 47.822 euro (rispetto ai 48.805 euro dell'anno prima) e volume d'affari Iva a 72.186 euro (da 74.544 euro del 2009). Livello analogo (-3,5%) per quello dei dottori commercialisti. Tengono i ragionieri: la spiegazione è per lo più legata al fatto che la Cassa non ha praticamente nuovi ingressi, in quanto la professione è per i giovani quella del dottore commercialista, e che i professionisti più "maturi" hanno tendenzialmente una maggiore capacità di tenuta del reddito. Mentre il crollo si verifica per architetti (-9,7%) e ingegneri (-7,5%): alla frenata busca del mattone e del mercato edilizio privato si aggiunge anche la crisi delle opere pubbliche. Si lavora meno ed è molto faticoso farsi pagare. Sul versante del valore annuo del volume d'affari, quello prodotto dall'Adepp, nel 2009, è pari a circa il 3% del Pil italiano nel 2009 (il fatturato delle prime cinque società per fatturato, operanti in Italia, si colloca in un range compreso tra il 2 e l'8% del Pil 2009). Uno sguardo, infine, alla "popolazione" delle Casse. Il totale dei contribuenti è di poco sotto ai 2 milioni, con un aumento, nel 2010, dell'1,46%, un cospicuo incremento dei pensionati che proseguono nella contribuzione (+4,11%) e una discreta crescita degli iscritti attivi (+1,39 per cento)

Da: panta rei13/03/2013 08:06:07
http://attimofuggente.forumattivo.eu/t4170-dato-privato-mezzo-disoccupato
Basta dare una breve lettura agli annunci di lavoro per rendersi conto che forse la laurea in giurisprudenza si sta pian piano svalutando.
Le figure maggiormente ricercate provengono da economia, soprattutto indirizzo marketing, ma di un posto per giuristi neanche l'ombra.
Gli uffici legali nelle grandi aziende si appoggiano ormai tutti a studi esterni, la figura del consulente legale sta diventando leggenda, e forse l'unico spiraglio è rappresentato dalle risorse umane in cui intrattenere qualche rapporto con i sindacati.
Pare ormai che l'unico sbocco per questo indirizzo di studi sia quello delle classiche professioni.
Ma anche qui, potremmo aprire una parentesi decisamente lunga sulla difficoltà per diventare notai, o per riuscire a spuntarla tra i mille mila candidati nell'avvocatura.
A paga quasi zero, ça va sans dire.
Eppure una volta si diceva che la nostra università era l'unica aperta a qualunque lavoro, le leggi alla fine le si applicano ovunque e di conseguenza anche noi saremmo stati impiegabili in ogni dove!

Da: avvpezzenti15/03/2013 05:51:24
Tra le grandi nazioni del Vecchio Continente, soltanto la Spagna ha un dato peggiore del nostro (48,7%), mentre la Francia si trova leggermente sopra la media continentale (23,7%). Il modello più virtuoso da seguire in Europa, nella lotta alla disoccupazione degli under 24, è senza dubbio quello della Germania, dove la quota dei giovani in cerca di un impiego è pari ad appena il 7,8%: circa un quarto della percentuale che si registra nel nostro paese.
Sono cifre che sembrano "fantascienza" se paragonate alla realtà del nostro paese, dove si riscontra da tempo una grave contraddizione: mentre quasi un terzo degli under 24 è ancora "a spasso", un' indagine pubblicata da Confartigianato ha messo in evidenza che circa il 17% delle piccole aziende di tutta la Penisola dichiara di non riuscire a trovare manodopera qualificata da assumere.
oltre un terzo dei cittadini tedeschi muove i primi passi nel mondo del lavoro prima della maggiore età, mentre il 35% delle aziende presenti in Germania offre ai giovani dei programmi formativi, in stretta collaborazione con le autorità pubbliche.

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Da: avvpezzenti16/03/2013 06:47:37
Addetti all'accoglienza, ingegneri e operatori dell'estetica. Per i giovani sono questi i lavori che in Italia mostrano attualmente i trend di crescita più significativi. I dati arrivano dalle analisi di Datagiovani in base alle previsioni di assunzione per i giovani fino ai 29 anni nelle aziende italiane per il primo trimestre 2013,  secondo l'indagine Unioncamere-Ministero del Lavoro.

Da: pAINTERNO16/03/2013 10:06:11
saluti dalla P.A. ragazzi,non guadaganate troppo:)

Da: avvpezzenti16/03/2013 10:46:15
E infatti basta vedere come ad ogni concorso pubblico per pochi posti partecipare diverse decine di migliaia di candidati, dei quali la parte del leone la fanno gli avvocati, i laureati in giurisprudenza.

Da: grilloo18/03/2013 14:28:56
Mandare in pensione gli avvocati che hanno compiuto 75 anni.

Da: cambiamo lavoro24/03/2013 00:26:36
carta straccia l laurea in giurisprudenza in qesti periodi..
se si potesse vendere a venderei! venderei i ca..zo di 5 anni di studio anche domani a 3.000 euro

Da: tobias  -banned!-24/03/2013 11:10:12
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Da: ...24/03/2013 21:39:08
era meglio una volta quando migliaia d laureati in legge ottenevano il posto pubblico.

Da: statistiche25/03/2013 07:10:36
Il 2012 ha visto un aumento della disoccupazione anche tra i giovani under 35 laureati e alla ricerca del lavoro.  I laureati in cerca del lavoro sono arrivati al numero di 200mila, con un aumento del 28% rispetto al 2011. Rispetto al 2008 anno di inizio della crisi, l'aumento dei disoccupati laureati è del 43%.

I disoccupati sono  donne e cittadini nel Sud, ma la disoccupazione si estende anche oltre 300 mila persone, e tutte laureate. L'Istat fornisce i dati delle forze lavoro nel 2012, e nonostante gli studi effettuati si rimane intrappolati nella disoccupazione. Anche coloro che posseggono la laurea o un attestato post laurea, non sono dunque immuni dalla crisi.

Il Rapporto Istat-Cnel sul benessere equo e sostenibile nel 2011 riferisce che solo il 20,3% dei 30-34 enni hanno conseguito un titolo di studio universitario. Durante questi anni è aumentato il numero di laureati in Italia, l'incremento è stato del 4,7% tra il 2004 ed il 2011. Nel 2008 si sono laureati in Italia poco meno di 300 mila persone.

L'aumento del numero di laureati che si mettono alla ricerca di lavoro, è pari alla crescita delle persone con il titolo di studio più elevato.

La laurea rispetto agli altri titoli di studio ha un vantaggio nel campo della disoccupazione. Gli under 35 hanno un tasso di disoccupazione del 14,7% quindi meno degli italiani che si sono fermati alla scuola elementare, per il 24,9%. Gli italiani che si sono fermati alle scuole medie è pari al 24,8% ed i possessori di diploma rappresentano il 18,9%.

Nel 2012 lavorano un milione 139 mila laureati, sono inattivi più di un mezzo milione.

Da: x tutti25/03/2013 12:52:54
e la riforma leghista dell'esame di aiblitazione di 10 anni fa ha contribuito ad incrementare il numero dei disoccupati anche tra i laureati in legge, visto che ogni hanno solo il 25%, oramai per prassi consolidata tra i commissari, lo supera, mentre il restante 85 % è costrtetto a rifarlo l'anno dopo e così, anno dopo anno, si sommano i vecchi candidati ai nuovi, 4000 5000 6000, quanti  saranno questa'anno?

Da: x tutti25/03/2013 13:04:09
rettifico, il 75%

Da: ...25/03/2013 18:04:24
Quindi bisogna o diminuire il numero dei laureati in legge, o aumentare il numero il numero degli avvocati con redditi da fame.

Da: x ....26/03/2013 12:15:44
.......la prima che hai detto

e poi mica tutti quelli che si abilitano devono fare per forza gli avvocati? l'abilitazione arricchisce il curriculum e da più possibilità anche di essere assunti presso società. E poi se sei un buon avvocato non avrai mai un reddito da fame, ma questo è solo il mercato che lo decide, chi è scarso anche se è avvocato abilitato non guadagnerà mai molto. Ma almeno che ci diano la possibilità di metterci in gioco!!

Da: ...26/03/2013 21:14:38
Una laurea di qualità significa che ti fa acquisire le competenze richieste dal mercato del lavoro.
E non ci deve essere bisogno di fare o schiavetto di studio con il tirocinio gratuito, che fornisce manodopera gratis ai vecchi marpioni.
Il laureato in giurisprudenza fino a qualche anno fa non sosteneva nemmeno l'esame di una lingua straniera, infatti la loro elasticità mentale mediamente è inferiore ai laureati in economia o ingegneria, i quali sono aperti ad una visione internazionale della professione, con la capacità di utilizzare al meglio le neo-tecnologie e forme organizzative molto elastiche che prevedono l'utilizzazione anche del modello della società di capitali (si pensi alle società di ingegneria o ai centri di elaborazione dati), invece gli avvocati nel loro status prevedono solo i praticanti e i titolari di studio e non conoscono nemmeno la figura dell'avvocato dipendente (che invece di fatto esiste soprattutto nei grossi studi internazionali).
Altro che avanguardia della professione e riforma universitaria con previsione di scuola di specializzazione abilitante. 

Da: x ....27/03/2013 09:21:14
concordo

Da: ...28/03/2013 14:03:13
Anche gli ultimi dati diramati dall'Istat confermano che la laurea non dà più la garanzia di trovare lavoro. Secondo l'Istituto Nazionale di Statistica, infatti, nel 2012 il numero di laureati con meno di 35 anni che risultano disoccupati ha raggiunto le 200mila unità, facendo segnare un aumento del 28 per cento rispetto al 2011 e addirittura del 43 per cento se si prende come anno di riferimento il 2008. La laurea non è quindi sufficiente a tenere al riparo i giovani dalla disoccupazione conseguente alla contrazione di posti di lavoro causata dalla crisi economica che da anni attanaglia l'Europa e che in Italia colpisce più duramente rispetto a Paesi come Francia e Germania.


Il quadro che emerge dai dati Istat è in linea con quanto già evidenziato dal XV Rapporto AlmaLaurea sull'occupazione dei laureati, pubblicato poche settimane fa. Ancora una volta si evidenzia il divario esistente tra Nord e Sud e tra uomini e donne: benché ormai il fenomeno della disoccupazione tra i giovani in possesso di una laurea sia divenuto endemico e coinvolga tutto il territorio nazionale, sono le "dottoresse" e i ragazzi del Mezzogiorno a pagare il prezzo più alto della crisi.

L'Istat sottolinea anche come nel periodo di riferimento sia cresciuto il numero di laureati (che comunque resta al di sotto della media europea), cosa che ha di certo contribuito ad accrescere la percentuale dei senza lavoro tra coloro che hanno conseguito un titolo accademico. E la disoccupazione aumenta anche se si esce dalla fascia di età di riferimento, segno che per i dottori più "attempati" non va molto meglio: sono in tutto 307mila i laureati che cercano un impiego, il 32,3 per cento in più rispetto al 2011 (percentuale che supera l'incremento medio complessivo dei disoccupati, che si attesta al 30,1 per cento).

Da: ...28/03/2013 14:11:45
La disoccupazione dei laureati non e' solo un effetto della crisi, ma e' legata a cause a essa precedenti: e se si registra una recente impennata dei laureati, i 'lavori da laureato'(dirigenti, impiegati qualificati, capiufficio, grandi imprenditori e liberi professionsiti...) sono fermi da almeno tre decenni. E' quanto rileva un'analisi di Carlo Barone dell'Istituto Cattaneo di Bologna a commento dei recenti dati Istat 2012 sulle forze lavoro che segnalano, rispetto al 2008, un consistente aumento (+43%) del numero dei laureati in cerca di lavoro.
  (AGI) - Bologna, 26 mar. - L'economia italiana, sottolinea il Cattaneo, soffriva, gia' prima della crisi, di una cronica incapacita' di creare occupazione qualificata. Dall'altro lato, in questi anni il numero e la composizione dei laureati sono cresciuti in modo del tutto sganciato dalle effettive richieste del mondo del lavoro. Tra le cause, un'economia ancora basata su piccole imprese a basso utilizzo di capitale umano qualificato, e la contrazione del pubblico impiego, tradizionale bacino di sbocco per circa un quarto dei laureati italiani. Nel frattempo, il numero di laureati ha cominciato a crescere a ritmo sostenuto, registrando una vera impennata nell'ultima generazione, che comprende chi si e' laureato nel decennio passato (dovuta anche all'introduzione della laurea triennale, che ha stimolato le immatricolazioni). Da qui -secondo molti economisti e sociologi- il recente calo delle immatricolazioni, denunciato di recente dal Cun, come risposta "fisiologica" a questo surplus di laureati. Il Cattaneo sottolinea poi marcati squilibri tra i vari corsi di laurea.
  Alcuni scontano un drammatico esubero di laureati rispetto alle richieste del mercato del lavoro: ad esempio e' il caso di Scienze Politiche, Lingue, Conservazione dei beni culturali.
  Altri come Ingegneria o Informatica hanno invece carenza di laureati rispetto alla domanda effettiva, come emerge dalle indagini Excelsior-Unioncamere sui fabbisogni occupazionali delle imprese. Le situazione occupazionale dei laureati italiani, anche in tempi di crisi, e' quindi molto differenziata e non si presta a facili semplificazioni: il corso di laurea fa una notevole differenza. Ad esempio nel 2012 i laureati "magistrali" (laurea quinquennale) in Ingegneria delle telecomunicazioni hanno impiegato mediamente quattro mesi a trovare lavoro, mentre quelli in Scienze Politiche ne hanno impiegati nove, quindi piu' del doppio. Purtroppo l'impennata di immatricolati e laureati dell'ultima generazione ha coinvolto tutti i corsi di laurea in modo indifferenziato: quelli piu' inflazionati sono cresciuti a ritmo uguale, o addirittura superiore, di quelli con pochi laureati. L'esito paradossale - conclude il Cattaneo - e' che in Italia diffusi fenomeni di disoccupazione intellettuale di massa coesistono con le difficolta' dei datori di lavoro a reclutare laureati per alcuni profili.

Da: ...28/03/2013 20:26:09
Alcuni scontano un drammatico esubero di laureati rispetto alle richieste del mercato del lavoro: ad esempio e' il caso di Scienze Politiche, Lingue, Conservazione dei beni culturali.
  Altri come Ingegneria o Informatica hanno invece carenza di laureati rispetto alla domanda effettiva, come emerge dalle indagini Excelsior-Unioncamere sui fabbisogni occupazionali delle imprese

Da: ...29/03/2013 14:52:04
Le situazione occupazionale dei laureati italiani, anche in tempi di crisi, e' quindi molto differenziata e non si presta a facili semplificazioni: il corso di laurea fa una notevole differenza.

Da: merlo02/04/2013 09:47:04
forse per questo molti si sono buttati in politica, vedi i grillini molti di loro erano disoccupati ed ora sono passati da 0 euro al mese a 5.000 euro al mese dando una svolta alla loro vita!
quasi quasi.......

Da: tucano02/04/2013 09:50:22
da una postazione di call center ai banchi del Parlamento hanno fatto una bella carriera i grillini!!!!
ma durerà poco

Da: avvpezzenti03/04/2013 16:04:10
Con ordinanza n. 222 del 25/07/2012, depositata il 26/07/2012, il TAR L'Aquila ha riconosciuto l'iscrizione con riserva al primo anno del Corso di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria dell'Università degli Studi dell'Aquila alla studentessa comunitaria che era risultata soltanto idonea alla prova di ammissione, nell'ambito del contingente di posti riservato agli studenti extracomunitari residenti all'estero e rimasti vacanti.
Una studentessa, dopo avere sostenuto l'esame di ammissione al Corso di Laurea di Odontoiatria e Protesi Dentaria presso l'Università degli Studi dell'Aquila, risultava soltanto "idonea" ma non vincitrice della prova
Verificata la mancata "copertura" dei posti riservati agli studenti extracomunitari con riferimento al corso di Odontoiatria dell'Aquila, la stessa proponeva articolata e motivata istanza di iscrizione/immatricolazione.
L'Amministrazione si determinava negativamente ed avverso il rigetto dell'istanza la studentessa promuoveva ricorso dinanzi al TAR L'Aquila.
Il ricorso risultava fondato su molteplici motivi di diritto (legati anche al diritto comunitario) ma, in particolare, la difesa ha approfondito gli aspetti legati al principio di necessaria assegnazione di posti rimasti vacanti, prevalente rispetto a qualsiasi altro profilo giuridico.
La pronunzia, assolutamente "rivoluzionaria"  in materia, supera l'orientamento consolidato della giurisprudenza amministrativa, tesa a consentire l'assegnazione dei posti rimasti vacanti nell'ambito del contingente riservato agli studenti extracomunitari soltanto mediante scorrimento della graduatoria.

Da: x avvpezzenti03/04/2013 16:07:56
e che ci interessa?? sono due realtà diverse

Da: avvpezzenti03/04/2013 16:17:18
La povertà di conoscenze è l'anticamera della povertà economica".(Mario Draghi).
le leggi della concorrenza spingeranno alla differenziazione dell'offerta e all'innalzamento della specializzazione.
se un paese non riesce a mantenere il passo degli altri in termini di conoscenza e innovazione è destinato ad un declino più o meno rapido. Il nostro paese è su questa china.
errori di tipo programmatico: non abbiamo saputo investire sulla formazione delle nuove generazioni e sulla ricerca, cosa che hanno invece fatto molti paesi concorrenti con  serietà e coscienza.

Da: x avvpezzenti03/04/2013 16:22:24
vaglielo a dire a Monti e ai suoi tagli orizzontali alla scuola!

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