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MA PERCHE' OGNI ANNO DECINE DI MIGLIAIA DI COGLIONI SI ISCRIVONO IN GIURISPRUDENZA?
208 messaggi, letto 8717 volte
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Da: gunox09/02/2013 08:44:52
Figurati chi leggerà mai i suoi post...

Da: toverete interessanti retroscena09/02/2013 15:55:07
Leggete in bacheca:
"L'iter anomalo di approvazione della (contro)riforma forense in parlamento"

e traete le vostre conclusioni...
raga, votate e fate votare MoVimento 5 stelle,
un voto contro lo strapotere delle lobby e la vecchia partitocrazia...

Mandiamoli tutti a casa!!!

http://www.mininterno.net/fmess.asp?idt=15783

Da: concord10/02/2013 08:15:20
Da: xsalernitano    09/02/2013 8.31.38
Devi dire grazie per questo alla trasformazione delle università in laurefici, le quali ti danno scarsa formazione culturale e professionale!
Il diritto allo studio è diventato diritto al titolo e alla fame!
Solo che l'italiota baccalaureato vedendo scritto il suo nome sulla pergamena di laurea accanto al titolo dottore, si sentirà Albert Einstein, e del suo fallimento darà la colpa agli altri che sono ottusi e non lo comprendono.
Quanti soldi pubblici sprecati nelle università pubbliche e quanti neo-dottori  e neo-avvocati destinati a campare a 65 anni con l'assegno di pensione sociale al minimo!
Rispondi

Da: riform11/02/2013 16:10:12
La legge sul diritto allo studio «deve avere un respiro globale, dovendo accompagnare lo studente dalla porta di casa fino al teatro, alla libreria, alla mostra fotografica»: la pensa così Giuseppe Reale, studente in Medicina e candidato per la lista Rivoluzione Democratica Molise, che lancia le se proposte sul tema. Le proposte sono: Legge regionale sul Diritto allo studio; Trasporti: agevolazioni tariffarie (secondo fasce Isee), orari coerenti con le attività didattiche, servizio navette che colleghi i piccoli centri con i grandi, istituzione di un biglietto regionale giornaliero per l'accesso a tutti i trasporti; Mostre, cinema, concerti, etc.: agevolazioni biglietti; Potenziamento biblioteche universitarie; Mense studenti; 2) Ricerca e creazione di spazi di aggregazione (cercando di valorizzare il patrimonio già esistente); 3) Edilizia Scolastica; Messa in sicurezza edifici; Riqualificazione energetica per auto-sostentamento energetico e recupero fondi per piani di offerta formativa (fondi europei); Reddito di formazione dai 15 ai 29 anni; Università del Molise; Creazione di una città universitaria con riaccorpamento sedi diffuse, per abbattimento costi di segreterie, strutture, etc. Creazione di un Policlinico universitario a Campobasso, polo di ricerca e di alta specializzazione (affiancato a piano di riassetto Sanità pubblica); Abbassamento tariffe case dello studente; I fondi per queste proposte si trovano da: 1) tagli alle spese di consulenza regionali (1.500.000 euro  all'anno); 2) accentramento sedi distaccate della Regione Molise; 3) riqualificazione energetica edifici e vendita energia prodotta in eccesso; 4) detassazione strutture culturali che garantiscono agevolazioni agli studenti. «Il programma di Rivoluzione Democratica Molise è un programma dinamico e non statico che prevede il contributo di tutti. Questo è lo spirito che anima i Laboratori Permanenti, previsti nel programma - afferma il candidato - Questi si articolano come assemblee pubbliche a cui partecipino i cittadini, messi in condizione di controllare gli eletti e di proporre idee. Fare respirare il voto dei cittadini ci sembra prioritario nell'era della delega e del mutismo civico imposto e troppo spesso auto-imposto. Più ruscelli uniti formano un fiume; più fili insieme congiunti formano una corda che difficilmente si rompe (Confucio)».

Da: KYR11/02/2013 18:18:47
Ecco il testo della RIFORMA DELLE PROFESSIONI di agosto 2012
(si noti: di tutte le professioni, compresa quella di avvocato), voluta da monti,

emanato prima della nuova legge di (contro)riforma della professione forense, voluta dal popolo della libertà e dal partito democratico e, approvata senza numero legale dal senato, nello scorso dicembre):


Articolo 3, comma 5, lett. a),
del decreto legge 13 agosto 2011 n. 138:

"Con decreto del Presidente della Repubblica emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988 n. 400, gli ordinamenti professionali dovranno essere riformati entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto per recepire i seguenti principi:

a)l'accesso alla professione è LIBERO e il suo esercizio è fondato e ordinato sull'autonomia e sull'indipendenza di giudizio, intellettuale e tecnica, del professionista.

La LIMITAZIONE, in forza di una disposizione di legge, del numero di persone che sono titolate ad esercitare una certa professione in tutto il territorio dello Stato o in una certa area geografica, è consentita unicamente laddove essa risponda a ragioni di interesse pubblico (per i notai, NON PER GLI AVVOCATI, QUINDI, n.d.r.) e non introduca una discriminazione diretta o indiretta basata sulla nazionalità o, in caso di esercizio societario dell'attività in forma societaria, della sede legale della società professionale (...)"

5-bis "Le NORME VIGENTI sugli ordinamenti professionali sono ABROGATE con effetto dall'entrata in vigore del regolamento governativo (ovvero il Decreto Presidente della Repubblica cd. Professioni del 7 agosto 2012 n. 137, n.d.r.)  di cui al comma 5 e, IN OGNI CASO, DALLA DATA del 13 AGOSTO 2012".

Da: KYR11/02/2013 18:20:43
LEGGETE IN BAKECA:

L'ITER ANOMALO DI APPROVAZIONE DELLA (CONTRO) RIFORMA FORENSE IN PARLAMENTO

E TRAETE LE VOSTRE CONCLUSIONI

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Da: sìalnumerochiuso13/02/2013 07:27:53
Ma cosa ha detto, sostanzialmente, la Consulta in questa decisione che ha gettato nel panico i ragazzi e riacceso vecchie polemiche che già in passato avevano diviso il mondo accademico in favorevoli e contrari? Ha riconosciuto legittimo l'intervento del ministero per limitare gli accessi all'università, purchè sulla base di criteri generali. Ma ha anche "bacchettato" il Parlamento perché, di fatto, queste regole non esistono: "L'intera materia necessita di un'organizzazione sistematica legislativa finora sempre mancata", ha affermato la Corte. "Una sistemazione chiara che, da un lato, prevenga l'incertezza presso i potenziali iscritti interessati e il contenzioso che ne può derivare e nella quale, dall'altro, trovino posto tutti gli elementi che, secondo la Costituzione, devono concorrere a formare l'ordinamento universitario".

Stop ai ricorsi presentati dagli studenti esclusi dai test di selezione, insomma: lo sbarramento all'ingresso delle università è perfettamente legittimo. Ma occorre che sia una legge dello Stato a predeterminare i criteri "per l'individuazione in concreto delle scuole e dei corsi universitari rispetto ai quali valgono esigenze particolari di contenimento del sovraffollamento e si giustifichi quindi la limitazione nelle iscrizioni".

Da: sìalnumerochiuso15/02/2013 08:10:25
E così gli avvocati soprattutto sono i nuovi poveri.

Da: la diffida di todos15/02/2013 08:28:45
Pag.1593 esame avvocato spagna

Da: riform16/02/2013 08:20:49
Roma. Stop ai tagli e promesse di investimenti. Pur con accenti diversi è questo il comune denominatore delle politiche per l'istruzione delineate dai vari partiti nei programmi elettorali.
PD. Il partito di Bersani, se vince le elezioni, intende portare la spesa per l'istruzione dal 4,9% sul Pil di oggi al 6,3% di media Ocse, investendo dagli asili nido fino alle scuole di ogni ordine e grado. Alle elementari vuole il ritorno al tempo pieno mentre per le superiori punta all'introduzione di un biennio uguale per tutti e al rafforzamento dell'istruzione tecnica. Nella prossima legislatura il Pd intende partire da un piano straordinario contro la dispersione scolastica, dal varo di misure operative per il diritto allo studio e investimenti sulla ricerca avanzata nei settori trainanti e a più alto contenuto d'innovazione.
SEL. Ripristinare il tempo pieno a scuola e dire addio al numero chiuso per gli atenei, oltre a un piano straordinario per le assunzioni di docenti e ricercatori, una radicale modifica al sistema di valutazione delle istituzioni e, in generale, un incremento dei fondi per il sistema educativo: sono questi alcuni dei punti chiave del programma di Sel. Tra le proposte anche l'innalzamento a 18 anni dell'obbligo scolastico, un programma di edilizia scolastica, nonché la costruzione di nuovi nidi pubblici.
PDL. Propone di rafforzare l'autonomia dei singoli istituti nella scelta dei docenti, negli organici e nella gestione dell'offerta formativa. Individua l'inizio del percorso educativo a 5 anni e intende valorizzare l'inglese come lingua di insegnamento nei corsi di laurea. Tra gli obiettivi c'è anche quello di favorire il rapporto scuola-impresa sostenendo i percorsi di formazione professionale, sul modello delle scuole tecniche tedesche.
LEGA NORD. Ritiene che sia necessario garantire il massimo sostegno alla scuola non statale, incentivando così la concorrenza tra istituti scolastici. Rilancia pure le «classi ponte» per gli studenti stranieri.
MOVIMENTO 5 STELLE. Parla di abolizione del valore legale del titolo di studio, insegnamento obbligatorio dell'inglese a cominciare dall'asilo, abolizione della legge Gelmini, risorse finanziarie dello Stato erogate solo alla scuola pubblica, diffusione obbligatoria di internet nelle scuole, graduale sostituzione dei libri cartacei con quelli digitali, accesso pubblico via internet alle lezioni universitarie. Promette anche lo sviluppo delle strutture di accoglienza degli studenti e investimenti nella ricerca.
FERMARE IL DECLINO. Anche il movimento «Fare per fermare il declino» opta per l'abolizione del valore legale del titolo di studio. Intende poi aumentare la concorrenza fra istituzioni scolastiche e rafforzare la selezione meritocratica di docenti e studenti.
RIVOLUZIONE CIVILE. Sostiene il principio di difendere la scuola pubblica, una scuola che valorizzi gli insegnanti e gli studenti con l'università e la ricerca scientifica pubbliche non sottoposte al potere economico dei privati.

Da: ...17/02/2013 06:30:15
Il programma della sinistra e soprattutto del PD, non è male!

Da: universitafasulle19/02/2013 11:23:34
In certe regioni dell'Italia, le Università (non proprio fra le prime nelle classifiche mondiali) sfornano a nastro stuoli di laureati in materie umanistiche (filosofia, storia, letteratura, ecc.) destinati a infoltire le fila del precariato e dei portaborse politici, ma non tutti questi precari possono ambire a diventare docenti universitari (con posto fisso e vicino a casa) a meno di non moltiplicare le già numerose università umanistiche nel sud, che i pantaloni del nord dovranno poi mantenere. Esortare costoro a farsene una ragione e non essere schizzinosi (choosy) mettendo in conto la possibilità di fare tutt'altro nella vita, è ritenuta una gaffe, un'affermazione politically incorrect, come dire a un non vedente che è un cieco ed è questo che in realtà sono questi precari illusi, fra i quali "uno su mille ce la fa" come cantava Morandi. Inoltre, finché dovremo sottostare alle ideologie che ritengono gli studi universitari un diritto da includere nel welfare, le nostre università non scaleranno mai la classifica delle migliori. Già è costoso per lo stato garantire il diritto-dovere allo studio per le scuole primarie e secondarie di 1° e 2° grado, pertanto è interesse generale che alle università pubbliche acceda chi, indipendentemente dal reddito e dalla classe sociale, ne abbia le qualità e le capacità. Chi provenendo dalle classi sociali più povere (per le quali si potrebbe riservare un certo numero di posti) supera i test di ammissione con un determinato punteggio, andrà sostenuto con adeguate borse di studio la cui prorogazione sarà condizionata al superamento, con un adeguato punteggio e nei tempi previsti, degli esami del corso di studi intrapreso.

Dire, infine "paccata di miliardi" a proposito delle risorse (ipotetiche) che il governo avrebbe dovuto mettere sul piatto in cambio del "sì" dei sindacati alla riforma Fornero del mercato del lavoro, per gli osservatori (ufficiali e non) della sinistra, assuefatti come sono alle reboanti e retoriche esternazioni di Napoletano, è evidentemente considerato un linguaggio poco consono a un ministro del Governo Italiano, più adatto per rivolgersi ed entrare in sintonia con gli studenti (dai quali il termine è stato ovviamente coniato) che alle alte e potenti sfere del sindacato italiano che si sono sentite offese e sminuite dall'espressione imputata.

Da: universitafasulle19/02/2013 15:04:35
Dopo aver preso atto del decreto del Ministro Francesco Profumo che ha anticipato i test di ingresso alle facoltà a numero chiuso a metà luglio, si allunga il coro di proteste; i rappresentanti degli studenti  hanno manifestato il loro disaccordo con la scelta presa dal ministro.
Il presidente del «Progetto degli Universitari» , si è unito alla dichiarazione dei rappresentanti degli studenti facendo presente come negli ultimi anni «sia nato un grande business intorno ai test universitari andando a far perdere sempre più valore all'esame di maturità, fondamentale invece per la formazione degli studenti».
Il  Cus  ritiene che «quando si prendono decisioni del genere, che riguardano nello specifico il futuro degli studenti, bisogna analizzare anche tutti i contro che ne derivano, in quanto, essendo la preparazione ai test completamente diversa dalla preparazione alla maturità, molti studenti tenderanno a mettere in secondo piano l'esame di maturità per dedicarsi allo studio per i test d'ingresso all'università, considerando che questi ultimi sono fondamentali per loro futura carriera professionale.
Il problema non è in effetti di secondaria importanza, anche perché scuole e atenei ammettono di non essere pronti per dare una formazione ad hoc e di non avere oltretutto i fondi.
A rischio dunque i corsi pubblici di preparazione, mentre si profilano grandi affari per i privati: fino a 5mila euro per ogni aspirante matricola.

Da: universitafasulle19/02/2013 15:04:36
Dopo aver preso atto del decreto del Ministro Francesco Profumo che ha anticipato i test di ingresso alle facoltà a numero chiuso a metà luglio, si allunga il coro di proteste; i rappresentanti degli studenti  hanno manifestato il loro disaccordo con la scelta presa dal ministro.
Il presidente del «Progetto degli Universitari» , si è unito alla dichiarazione dei rappresentanti degli studenti facendo presente come negli ultimi anni «sia nato un grande business intorno ai test universitari andando a far perdere sempre più valore all'esame di maturità, fondamentale invece per la formazione degli studenti».
Il  Cus  ritiene che «quando si prendono decisioni del genere, che riguardano nello specifico il futuro degli studenti, bisogna analizzare anche tutti i contro che ne derivano, in quanto, essendo la preparazione ai test completamente diversa dalla preparazione alla maturità, molti studenti tenderanno a mettere in secondo piano l'esame di maturità per dedicarsi allo studio per i test d'ingresso all'università, considerando che questi ultimi sono fondamentali per loro futura carriera professionale.
Il problema non è in effetti di secondaria importanza, anche perché scuole e atenei ammettono di non essere pronti per dare una formazione ad hoc e di non avere oltretutto i fondi.
A rischio dunque i corsi pubblici di preparazione, mentre si profilano grandi affari per i privati: fino a 5mila euro per ogni aspirante matricola.

Da: universitafasulle19/02/2013 15:04:37
Dopo aver preso atto del decreto del Ministro Francesco Profumo che ha anticipato i test di ingresso alle facoltà a numero chiuso a metà luglio, si allunga il coro di proteste; i rappresentanti degli studenti  hanno manifestato il loro disaccordo con la scelta presa dal ministro.
Il presidente del «Progetto degli Universitari» , si è unito alla dichiarazione dei rappresentanti degli studenti facendo presente come negli ultimi anni «sia nato un grande business intorno ai test universitari andando a far perdere sempre più valore all'esame di maturità, fondamentale invece per la formazione degli studenti».
Il  Cus  ritiene che «quando si prendono decisioni del genere, che riguardano nello specifico il futuro degli studenti, bisogna analizzare anche tutti i contro che ne derivano, in quanto, essendo la preparazione ai test completamente diversa dalla preparazione alla maturità, molti studenti tenderanno a mettere in secondo piano l'esame di maturità per dedicarsi allo studio per i test d'ingresso all'università, considerando che questi ultimi sono fondamentali per loro futura carriera professionale.
Il problema non è in effetti di secondaria importanza, anche perché scuole e atenei ammettono di non essere pronti per dare una formazione ad hoc e di non avere oltretutto i fondi.
A rischio dunque i corsi pubblici di preparazione, mentre si profilano grandi affari per i privati: fino a 5mila euro per ogni aspirante matricola.

Da: ...20/02/2013 05:11:21
In certe regioni dell'Italia, le Università (non proprio fra le prime nelle classifiche mondiali) sfornano a nastro stuoli di laureati in materie umanistiche (filosofia, storia, letteratura, ecc.) destinati a infoltire le fila del precariato e dei portaborse politici, ma non tutti questi precari possono ambire a diventare docenti universitari (con posto fisso e vicino a casa) a meno di non moltiplicare le già numerose università umanistiche nel sud, che i pantaloni del nord dovranno poi mantenere.

Da: votiamo PD20/02/2013 19:36:11
Che introdurrà il reddito di cittadinanza per tutti i laureati in  materie umanistiche, tra cui i più numerosi sono quelli in giurisprudenza, con l'obbligo però di conseguire una nuova qualificazione professionale da spendere sul mercato del lavoro!
Votiamo PD!

Da: ciccia 21/02/2013 14:19:27
In un paese civile un laureato, avvocato...uno insomma che ha fatto una scelta di studio giusta o sbagliata che sia..) lavora..Io sono favorevole al numero chiuso. Sarei stata felice di esser messa fuori gioco a 18 anni, piuttosto che trovarmi a 30 anni con il titolo e vedere una lenta, lentissima risalita.
Il barista/estetista/ parrucchiere sta meglio di me. E logicamente non è un discorso solo economico o limitato a chi non è figlio di...Si tratta di non dover più aver bisogno dei genitori a questa età.Invece così non è.
Ora tutti diranno che sono l'unica 30enne sfigata..Ciao.

Da: mara221/02/2013 17:55:03
ciccia, sono PIENAMENTE daccordo con te!!! hai detto esattamente quello che penso io!

Da: votiamo PD21/02/2013 21:56:53
Prima degli anni 1990 c'era non solo il prestigio della libera professione, ma anche il lavoro pubblico e privato, oltre all'imprenditori

Da: forse non sai...24/02/2013 02:11:39

- Messaggio eliminato -

Da: 24/02/2013 19:11:45
concorso con ciccia è meglio essere tagliati fuori a 18 anni che a 30, si al numero chiuso

Da: xciccia25/02/2013 11:20:10
Io spero che vincano le proposte di reddito di cittadinanza, la cui copertura finanziaria si può attingere nella lotta all'evasione fiscale,  in modo da far finire lo sfruttamento dei contratti a progetto  al call center, per 200 oppure 300 euro al mese.

Da: nuoviscenari26/02/2013 07:59:17
Si deve prendere in considerazione il movimento 5 stelle, che propone programmi innovativi, oppure si deve rivotare.
Uno scenario veramente interessante.

Da: edc27/02/2013 19:46:13
La catena di supermercati LIDL, è disposta a pagare gli studi ai neo-diplomati, purchè si laureino in economia internazionale presso l'università di Stoccarda. Chissà perchè non è disposta a fare ciò per una laurea in legge, o in in'università italiana???

Da: ...02/03/2013 08:18:29
Non date ascolto ai millantatori, che vedono tutto nero e scoraggiano gli altri, ISCRIVETEVI IN GIURISPRUDENZA E CERCATE DI DIVENTARE AVVOCATI, AVRETE TUTTI UN FUTURO DI SUCCESSO, DI PRESTIGIO E DI RICCHEZZA,

http://www.agi.it/politica/notizie/201303011935-pol-rt10289-redditi_ecco_la_top_ten_berlusconi_paperone_ultimo_miserotti

la deputata di Fli Giulia Bongiorno si colloca al quarto posto con 1.930.000 di reddito imponibile; Maurizio Leo (Pdl) ha dichiarato 1.827.900. Segue la lunga lista di avvocati, guidata da Donato Bruno a 1.664.504 euro. Seguono Giuseppe Consolo a 1.478.903 euro, Maurizio Paniz 1.407.973 euro, Niccolo' Ghedini a 1.140.901 euro, Gaetano Pecorella a 986.856.

Da: ''èà_05/03/2013 14:18:38
Sì Sì.
Laureatevi tutti in legge.
Diventerete tutti ricchi e famosi come gli avvocati ut supra.

Da: grillismoforense07/03/2013 06:06:05
La moria degli avvocati

E' nata prima la causa o l'avvocato? Non ci sono dubbi: l'avvocato! Poiché ogni avvocato per vivere ha bisogno di un numero minimo di cause, queste tendono ad aumentare. E' la legge del mercato. Per questo ho accolto con favore la proposta di riforma forense di Alfano che elimina di fatto 50.000 avvocati in virtù dell'articolo 20 (*). La proposta è stata approvata dal Senato il 23 novembre 2010 e prevede la cancellazione dall'albo in caso di mancato raggiungimento di un reddito minimo o svolgimento continuativo della professione. Alfano è lui stesso avvocato, ma la legge, come è ovvio, non lo riguarda in quanto esclude dalla cancellazione dall'Albo gli avvocati parlamentari. Molti hanno seguito la sua stessa strada, infatti il numero di principi del foro è sterminato, grande a tal punto che per la mancanza di clienti si riciclano in Parlamento. E' la prima professione sia al Senato, con il 14,3%, che alla Camera, con il 14%. Ci sono più avvocati nella provincia di Roma che in tutta la Francia, uno ogni 109 cittadini. In Italia sono almeno 160.000. Se un tempo in ogni famiglia c'era un prete, oggi c'è un avvocato. Quando venne chiesto all'allora ministro della Giustizia Mastella di fissare dei paletti per l'iscrizione all'albo, il ceppalonico ora rifugiato all'estero, rispose: "Ma come si fa se poi ci sono tanti ragazzi, soprattutto al Sud, in cerca di lavoro".
Meno avvocati significa meno cause a partire dalle querele. Io non potrei vivere senza avvocati dato il numero pressoché quotidiano di denunce che ricevo (e che quasi regolarmente vinco), ma ne farei volentieri a meno, anche per motivi economici. Oltre agli avvocati vanno diminuiti i processi, a partire dai tre gradi di giudizio che dovrebbero diventare due. Le cause si tramandano ormai di padre in figlio. Nel Programma del MoVimento 5 Stelle è riportato un punto molto importante per evitare intimidazioni da parte di politici, industriali e gradassi di ogni tipo insieme alle parcelle degli avvocati: "Depenalizzazione della querela per diffamazione e riconoscimento al querelato dello stesso importo richiesto in caso di non luogo a procedere (importo depositato presso il tribunale in anticipo in via cautelare all'atto della querela)". Se qualcuno ti denuncia e sbaglia deve pagare quello che ti ha chiesto come risarcimento per i danni morali. Italia, patria di santi, poeti, navigatori e legulei. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

(*) art. 20.
1. La permanenza dell'iscrizione all'albo è subordinata all'esercizio della professione in modo effettivo, continuativo, abituale e prevalente, salve le eccezioni previste anche in riferimento ai primi anni di esercizio professionale. Le modalità di accertamento dell'esercizio effettivo, continuativo, abituale e prevalente della professione, le eccezioni consentite e le modalità per la reiscrizione sono disciplinate con regolamento adottato ai sensi dell'articolo 1 e con le modalità nello stesso stabilite... 4. La mancanza della effettività, continuatività, abitualità e prevalenza dell'esercizio professionale comporta, se non sussistono giustificati motivi, la cancellazione dall'albo...

Da: grillismoforense08/03/2013 06:47:25
Beppe Grillo e una dichiarazione che profuma di "Vero". Su internet è un tripudio dei blog più disparati che riportano dati simili, saltati fuori come funghi soprattutto dopo che nel 2008 l'allora presidente vicario della Corte d'Appello di Roma, Claudio Fancelli, dichiarò che a Roma si trovavano tanti avvocati quanti in tutta la Francia e il Corriere ci scrisse un articolo. L'articolo precisava anche:"il presidente Fancelli non fa numeri, ma è sicuro dei suoi dati". Incuriositi, andiamo alla ricerca di questi dati. Risultato? Un'altra bufala che popola il web...

Partiamo dal primo dato: numero di avvocati in Italia. Che ce ne siano tanti è indubbio. Lo ha mostrato recentemente anche la Cepej (Commissione Europea per l'Efficienza della Giustizia, istituita in seno al Consiglio d'Europa) nell'ultimo Rapporto sui sistemi giudiziari europei del 2012. Si tratta di un tomo di 443 pagine che vi risparmiamo volentieri (un riassunto a cura del Sole 24 Ore è disponibile qui per chi fosse interessato) e andiamo dritti al punto. A pagina 309 si trova un elenco del numero di avvocati in 46 Paesi. I dati sono riferiti al 2010 e vedono l'Italia prepotentemente in testa con 211.962 avvocati. Ma il numero nel frattempo è aumentato, se si pensa che la recentissima Relazione sull'amministrazione della giustizia nell'anno 2012 specifica che gli iscritti all'albo nell'agosto 2012 sono 247.040. I dati, ripartiti per Regione, sono disponibili anche sul sito dell'Albo nazionale degli avvocati. Grillo ha dunque sottostimato notevolmente il dato: non 150mila, ma quasi 250mila avvocati affollano lo Stivale. Ben più staccati gli altri Paesi: la Gran Bretagna (i dati parlano di Regno Unito ma Grillo parla di Gran Bretagna - quindi sommiamo i valori di Inghilterra, Scozia e Galles) è seconda con 175.860 avvocati, seguita dalla Germania a quota 155.679 e la Spagna a 125.208. La Francia si distingue per un numero molto più basso di avvocati: 51.758 nel 2010 secondo i dati Cepj, anche se il Conseil National des Barreaux (l'Ordine degli Avvocati francese) parla di 53.744 avvocati al primo gennaio 2011, in aumento in media del 3,5% ogni anno, per cui possiamo stimare che ad oggi in Francia ci siano tra i 55 e i 60 mila avvocati.     

Veniamo ora al confronto Milano-Gran Bretagna. Un articolo del Corriere del 2010 parla di circa ventimila avvocati, dato confermato sul sito dell'Ordine degli avvocati di Milano, che annovera un totale di 17.162 avvocati, cui si aggiungono 1.613 praticanti abilitati al patrocinio. Considerando i dati sopra, vediamo che in Gran Bretagna gli avvocati sono dieci volte di più. Forse Grillo ha fatto confusione nel sistema britannico tra solicitors e barristers: in estrema sintesi, i primi essenzialmente prestano la consulenza legale ai clienti ed istruiscono la pratica mentre i secondi rappresentano e difendono la parte davanti alla Corte. Secondo il Legal Services Board, in Inghilterra e in Galles, nel 2012, ci sarebbero 15.204 barristers - un numero che, a fronte dei 17mila avvocati di Milano, confermerebbe la dichiarazione di Grillo. Tuttavia, anche i solicitors sono lawyers - avvocati - e non è corretto non considerarli tali.

Passiamo al confronto Roma-Francia. Dati ufficiali sul numero di avvocati iscritti all'Ordine di Roma non si trovano, ma diverse fonti parlano di cifre intorno alle 20mila unità: l'Unione dei giovani avvocati italiani (Ugai) ne rileva circa ventimila; l'articolo del Corriere citato sopra parla di 21mila avvocati; un partner dello studio legale Cleary Gottlieb su Repubblica sostiene ce ne siano 24 mila, così come afferma anche una recente inchiesta su Panorama. In ogni caso, secondo l'Albo nazionale, nel Lazio gli avvocati sono poco più di 30mila, quindi i numeri rimangono ben lontani da quelli francesi. Certo, se paragonati ai nostri cugini d'Oltralpe rimangono numeri notevoli, ma che a Roma ci siano più avvocati che in tutta la Francia sembra un mito da sfatare.

Da: grillismoforense08/03/2013 06:55:50
se si va al capoverso dedicato all'Istruzione, il programma è composto di alcuni punti schematici. Si parte dall'abolizione della legge Gelmini, ma una grande parte dell'impegno programmatico del M5S è dedicata alle risorse informatiche per la nuova didattica: "Diffusione obbligatoria di Internet nelle scuole, Graduale abolizione dei libri di scuola stampati, e quindi la loro gratuità, con l'accessibilità via Internet in formato digitale; Accesso pubblico via Internet alle lezioni universitarie; Insegnamento a distanza via Internet".
LA RICERCA - In una recente intervista al prestigiosissimo periodico New Scientist, Grillo ha poi ulteriormente sottolineato un punto del suo programma: "Uno dei nostri obiettivi principali è quello di ripristinare la meritocrazia all'interno della ricerca e il mondo accademico. Il clientelismo è diffuso anche lì. Vogliamo anche dare soldi alla ricerca pubblica che sta morendo"; e ancora: "Ci sono anche molti che vivono all'estero, che sono pronti a tornare per aiutare. Ci mandano tonnellate di tweet ogni giorno. In Italia, abbiamo menti tra le migliori del mondo e abbiamo lasciato andare tutti all'estero. Ma se diamo un segnale forte di cambiamento, torneranno".

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