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Sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale - illegittimità incarichi dirigenziali
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Da: Blacj29/03/2017 17:24:11
È la stessa domanda che ti volevo porre?  Semmai ci sarà questo cambiamento sarà una opportunità per tutti sia per coloro che decideranno di rimanere sia per coloro che decideranno di uscire dall'Ae. X Capra sinceramente non ho capito nulla della tua spiegazione con 1+1=2 o 1+1=3 Forse non sono l'unico.

Da: x Blacj 29/03/2017 17:51:25
Quindi non sei disinteressato

Da: Bella..29/03/2017 18:01:54
Se si vuole assumere chi si vuole come si vuole l'unica via è l'epe. Ma non sarebbe meglio stare nella pa e assumere con concorso ?

Da: x Blacj 29/03/2017 18:38:14
Ti risponde blacj

Da: operaioinculatodaaziendafiscale29/03/2017 18:40:17
ERAVAMO NEL 2014. STESSO BRODO. RIMARRA' SOLO CHI E' NATO PER IL SOLO SI. NON RIMARRA' CHI RICORDA DEL SUO ESSERE E DEGLI STUDI COMPIUTI E PER UNA SOLA RAGIONE: TROPPE RESPONSABILITA' ALL'INTERNO UN DI'AZIENDA ( QUANTO MENO DOVREMMO PASSARE QUADRI TUTTI GLI ACCERTATORI E I LEGALI MA QUESTO MAI AVVERRA'). SENZA ILLUSIONI MEGLIO ALTRE PP.AA.
ECCO IL TESTO ( VERGOGNA INFINITA SI MOSTRANO COME DEI BAMBINELLI DEL PRESEPE SCARRUPATO DA LORO STESSI. AVIT RIMAN'E' SOLUNTANT VUI).
XVII LEGISLATURA
   
CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 2473

PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa del deputato CATANOSO GENOESE
Disposizioni per l'inquadramento di soggetti incaricati di funzione dirigenziale presso l'Agenzia delle entrate nei ruoli dirigenziali della medesima
Presentata il 20 giugno 2014

     
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Onorevoli Colleghi! Si può affermare che il successo del progetto di ammodernamento delle pubbliche amministrazioni e la loro evoluta trasformazione in soggetti capaci di fornire soluzioni efficaci ed efficienti in termini di servizi all'utenza dipende in misura decisiva dalla figura e dalle capacità del dirigente, attore di un ruolo strategico del cambiamento, inteso come dimensione permanente della gestione in un mondo in continua e rapida evoluzione. 
      In questo nuovo panorama della pubblica amministrazione nascono l'Agenzia delle entrate e l'ex Agenzia del territorio, enti pubblici non economici istituiti ai sensi del decreto legislativo n. 300 del 1999 ed attivi dal 2001. L'Agenzia delle entrate è dotata di statuto e di regolamento di amministrazione, come lo era l'ex Agenzia del territorio. 
      L'Agenzia delle entrate e anche l'ex Agenzia del territorio hanno proceduto sin dalla loro attivazione all'affidamento di incarichi dirigenziali, anche di particolare rilievo, a personale non dirigente, senza procedere, secondo il disposto regolamentare, alla contestuale attivazione dei concorsi per la copertura delle posizioni dirigenziali disponibili e affidate temporaneamente.
      Le due Agenzie, tenuto conto della sempre maggiore carenza di dirigenti, a causa del progressivo collocamento a riposo degli stessi, e impossibilitate, per le vincolanti disposizioni legislative in materia di assunzione nel pubblico impiego, a promuovere (di fatto) apposite procedure concorsuali, hanno ricorso all'affidamento di incarichi dirigenziali provvisori, attraverso procedure selettive interne (cosiddette «interpelli»), previa specifica valutazione dell'idoneità a ricoprire provvisoriamente l'incarico. In particolare, nell'Agenzia delle entrate, dal 2001, sono stati conferiti a funzionari circa 800 incarichi dirigenziali, che rappresentano la larga maggioranza del totale dei posti assegnati, destinata ad aumentare per ovvie ragioni anagrafiche. Lo stesso è accaduto presso l'ex Agenzia del territorio, ove sono invece stati conferiti circa 170 incarichi dirigenziali. 
      Alla data attuale l'Agenzia del territorio è stata incorporata a quella delle entrate ai sensi del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 135 del 2012. 
      Il presupposto normativo che ha consentito alle due Agenzie la gestione autonoma di questa tipologia di contratti può essere rinvenuto nell'articolo 71, comma 3, lettera d), del decreto legislativo n. 300 del 1999, secondo cui ogni agenzia fiscale, con il proprio regolamento di amministrazione, «determina le regole per l'accesso alla dirigenza». Infatti, nel regolamento di amministrazione dell'agenzia delle entrate, all'articolo 24, comma 1, è previsto che «(...) l'Agenzia può stipulare, previa specifica valutazione dell'idoneità a ricoprire provvisoriamente l'incarico, contratti individuali di lavoro a termine con propri funzionari, con l'attribuzione dello stesso trattamento economico dei dirigenti, con l'obbligo di avviare nei sei mesi successivi la procedura selettiva». 
      Gli incarichi dirigenziali attribuiti sono stati assegnati in piena osservanza dell'articolo 19 del decreto legislativo n. 165 del 2001, recante la norma fondamentale che regola il conferimento degli incarichi dirigenziali. Tale norma stabilisce, infatti, che per il conferimento di ciascun incarico di funzione dirigenziale si deve tener conto, in relazione alla natura e alle caratteristiche degli obiettivi prefissati, delle attitudini e delle capacità professionali del singolo dirigente, valutate anche in considerazione dei risultati conseguiti. In sostanza, si tratta di combinare le caratteristiche oggettive legate alle funzioni proprie della posizione da ricoprire e agli obiettivi che vi sono connessi e i requisiti soggettivi costituiti dalla personalità del dirigente e dalla sua storia professionale. In relazione a tale criterio generale enunciato dalla legge, vanno evidenziati tre punti:
              1) il processo di conferimento degli incarichi dirigenziali ha inteso raccordare al più alto livello possibile le caratteristiche funzionali della posizione da ricoprire con le specifiche competenze professionali dei dirigenti, in funzione, prioritariamente, dell'efficacia e dell'efficienza del funzionamento delle strutture, valutate in un'ottica di considerazione generale del quadro complessivo delle posizioni dirigenziali, nonché della valorizzazione e della gratificazione professionale delle persone;
              2) per quel che riguarda le connotazioni funzionali delle posizioni da ricoprire sono stati oggetto di considerazione:
          a) le caratteristiche dimensionali e gestionali, anche in relazione alle criticità ambientali;
          b) gli obiettivi da perseguire nel presidio della posizione;
          c) il contesto in cui si inserisce il conferimento della posizione stessa;
          d) i requisiti specifici di esperienza e di preparazione professionali, specie ove abbiano particolare rilievo critico per la copertura della posizione, in ragione anche della rilevanza della posizione stessa nell'ordinamento dell'Agenzia;
              3) per quel che riguarda i profili professionali dei dirigenti sono stati considerati:
          a) le competenze possedute, quale somma delle conoscenze e delle capacità maturate in termini di sapere e di saper fare, nonché delle attitudini individuali;
          b) i risultati conseguiti e le prestazioni rese nei precedenti incarichi, desunti dal sistema di valutazione, con riferimento, fra l'altro, agli aspetti di gestione delle risorse e alle capacità di negoziazione e di gestione costruttiva delle situazioni conflittuali, anche con le organizzazioni sindacali;
          c) le aspettative di crescita professionale e di carriera coerenti con le esigenze gestionali e organizzative dell'Agenzia.
      Con tali procedure selettive sono stati conferiti ai funzionari, in possesso dei necessari requisiti, gli incarichi dirigenziali. Gli incarichi prevedono l'equiparazione in tutto e per tutto ai dirigenti di ruolo con le sole seguenti eccezioni:
              1) provvisorietà dell'incarico che, stante il contratto firmato, può essere revocato in qualsiasi momento e non solo a seguito di una valutazione negativa;
              2) mancato riconoscimento ai fini previdenziali e del trattamento di fine rapporto per la parte eccedente gli emolumenti previsti per la qualifica di funzionario.
      La valenza transitoria della norma regolamentare dell'Agenzia delle entrate (come anche quella dell'ex Agenzia del territorio) è stata di anno in anno rinnovata.
      Il blocco del turnover insieme alla complessità delle procedure concorsuali si sono mal conciliati con le urgenze operative ed organizzative dell'Agenzia delle entrate.
      La provvisorietà dell'incarico rappresenta un elemento di forte turbamento in considerazione del fatto che l'amministrazione potrebbe procedere all'interruzione del mandato anche per cause non dipendenti dall'operato del funzionario; la consapevolezza di questa situazione introduce un elemento destabilizzante soprattutto per chi svolge tale incarico già da diversi anni.
      Da qui nasce l'esigenza di procedure atte ad eliminare questo stato di precarietà per i soggetti incaricati di funzioni dirigenziali. È diffusa, invero, fra tanti dirigenti dell'Agenzia delle entrate la percezione di una sorta di incongruenza e di ingiustizia per il fatto che, ai fini del loro passaggio alla qualifica dirigenziale, non abbia potuto contare l'apprezzamento delle capacità e delle attitudini dimostrate concretamente, giorno per giorno, in una vita di lavoro. Indicazioni di segno diverso vengono, invece, oltre che dalle aziende più attente alla tematica della valutazione e della valorizzazione del capitale umano, dalle amministrazioni pubbliche di grandi Paesi, il cui «modello» non può essere ignorato.
      Bisogna considerare poi che i concorsi per la dirigenza, a oltre tredici anni dall'attivazione dell'Agenzia delle entrate, non sono stati espletati, ledendo le legittime aspettative di chi da tanti anni esercita le funzioni dirigenziali, senza averne neanche la retribuzione piena (ai fini contributivi e previdenziali), contravvenendo ai princìpi che stabiliscono parità di retribuzione quando si espletano i medesimi compiti (principio peraltro stabilito dal comma 5 dell'articolo 12 del regolamento di amministrazione dell'Agenzia delle entrate).
      La situazione di precarietà degli incaricati di funzioni dirigenziali si configura, tra l'altro, come un «ingiusto arricchimento» per l'amministrazione finanziaria. Infatti, i dirigenti incaricati, da una parte, vengono equiparati ai dirigenti di ruolo, in termini di funzioni e di responsabilità e, dall'altra, hanno un diverso trattamento economico e vivono nella costante condizione di provvisorietà dell'incarico stesso che, stante il contratto sottoscritto, potrebbe essere revocato in qualsiasi momento, anche a fronte di valutazioni non negative. Inoltre, agli stessi incaricati non viene ingiustamente riconosciuta, ai fini previdenziali e del trattamento di fine servizio, la parte eccedente gli emolumenti previsti per la qualifica di funzionario.
      Le emergenze sono note e, se è necessario puntare con decisione alla revisione della spesa, è però irrinunciabile il recupero dell'efficienza. In questo particolare momento di crisi economica e finanziaria, la scelta di inquadrare con uno specifico intervento normativo i funzionari pubblici, che da numerosi anni esercitano funzioni dirigenziali a tutti gli effetti, costituisce una soluzione di giustizia, oltre a determinare
un notevole risparmio per le casse dello Stato. 
      Da quanto esposto sorge l'esigenza di prevedere una normativa che, tenendo in gran conto le priorità della lotta all'evasione e all'elusione fiscali e dell'ormai necessaria revisione dei valori catastali, garantisce un migliore funzionamento del sistema fiscale mediante una dotazione organica dirigenziale coerente con gli obiettivi affidati dai vertici dell'Agenzia delle entrate.
      Pertanto si procede all'inserimento del personale in possesso di specifici requisiti nei ruoli della dirigenza.
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PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
      1. Il personale dell'Agenzia delle entrate con incarico di funzioni dirigenziali, con contratto stipulato ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, in possesso dei requisiti elencati al comma 2 del presente articolo, è inquadrato, nel ruolo dirigenziale dell'Agenzia delle entrate con lo stesso incarico ricoperto alla data di entrata in vigore della presente legge.
      2. Il personale da inquadrare nel ruolo dirigenziale dell'Agenzia delle entrate ai sensi del comma 1, deve possedere, alla data di entrata in vigore della presente legge, i seguenti requisiti:
          a) aver superato un concorso indetto della pubblica amministrazione per accedere a una qualifica per cui è necessaria la laurea magistrale o un titolo equipollente;
          b) essere inserito nei ruoli dell'Agenzia delle entrate o dell'ex Agenzia del territorio e avere un'anzianità di servizio nella pubblica amministrazione almeno pari a dieci anni con qualifica funzionale appartenente all'area contrattuale apicale;
          c) aver superato una procedura selettiva interna per l'accesso all'incarico dirigenziale con specifica valutazione dell'idoneità a ricoprire provvisoriamente l'incarico, prevista dal regolamento di amministrazione dell'Agenzia delle entrate ai sensi dell'articolo 71, comma 3, lettera d), del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e successive modificazioni;
          d) aver svolto, da almeno tre anni, in modo continuativo, funzioni dirigenziali presso l'Agenzia delle entrate o l'ex Agenzia del territorio, con formale contratto di incarico dirigenziale provvisorio,
ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, e aver ottenuto continuativamente, per l'incarico dirigenziale, valutazioni positive della gestione dei risultati.

Da: Xyz 29/03/2017 18:43:38
Ma i sindacati si interessano di ciò che avviene tra i piani alti di via Colombo e via XX Settembre ossia della 'incipiente ristrutturazione  e quindi dei probabili cambiamenti di status del personale ? Ho interrogato dei sindacalisti o presunti tali e nessuno dice di sapere alcunché, devo chiamare Barra ?

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Da: Vyssia 29/03/2017 18:46:48
Che proposta immonda !!!!!!!!!
Di che partito è ?

Da: Blacj29/03/2017 18:52:57
Qualche sindacato è a conoscenza però non si vuole sbottonare.

Da: Capra capreeee 29/03/2017 19:05:35
Operaio ma quella proposta di legge fu rispedita al mittente!

Ma statemi a sentire.

Metodo junker

La ripresenteranno tale e quale.

Da: Capra capreeee 29/03/2017 19:08:32
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Basilio_Catanoso

Se e' questo, giudicate voi.

Da: Blacj29/03/2017 19:13:00
Se vogliono dare maggiore autonomia l'unico strumento è l'Epe e speriamo bene che si verifichi. Te capì xCapra

Da: x Blacj29/03/2017 19:16:35
se vuoi l'epe vattene dall'ae

Da: Anche 29/03/2017 19:16:47
Io non ho ricevuto informazioni dai sindacati. Solo uno mi ha risposto, dando per certa l'imminente trasformazione in epe. Non sapendo quanto possa essere attendibile, non so proprio cosa pensare.

Da: Blacj29/03/2017 19:35:30
X Anche chiedi a Capra lui sa tutto

Da: x Blacj 29/03/2017 19:41:28
Studia un po'

Da: Blacj29/03/2017 19:48:29
Prrrr

Da: lavoratoriiiii29/03/2017 19:51:33
Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr

Da: Blacj29/03/2017 19:57:15
Qui qualcuno ama alimentare terrorismo su un eventuale cambiamento dell'Ae. Occorre dire che allo stato attuale non si sa nulla ed è errato alimentare questa ipotesi di cambiamento dell'Ae in Epe. C'è qualcuno che ha una notizia certa e fondata di questo cambiamento?  Credo proprio di no.Io mi auguro che avvenga così si spera in un maggior riconoscimento professionale

Da: epe 29/03/2017 19:57:48
Tutti via dall'epe

Da: x blacj 29/03/2017 20:01:43
Tu resta. Noi se n'annamo

Da: Vyssia 29/03/2017 20:04:56
Se vogliamo fare un passo avanti dobbiamo ritornare al 2010 prima dell'incomprensibile fusione Entrate Territorio, se poi vogliamo fare un altro passo ritorniamo al periodo antecedente l'avvento delle D.P.   Qunidi dopo aver respirato a lungo dividiamo gli Uffici Locali in Uffici Controllo e Servizi tenendo quelli con più di 30 persone e così avremmo  creato strutture "decenti" . Tutto il resto è f u f f a. . Ecco fatta una riforma  utile  Naturalmente gli uffici devono essere guidati da Dirigenti selezionati dal personale in servizio con procedure affidate a società esterne. Inoltre aboliamo gli Uffici Grandi Contribuenti :non devono come non servono gli art.19 -6 co - .

Da: x blacy 29/03/2017 20:09:47
L'epe sarebbe un'inculata pazzesca ... per tutti coloro che fanno il proprio lavoro.

Da: Blacj29/03/2017 20:15:46
Al momento non si sa nulla..se ci sono fonti certe allora ne possiamo parlare..per come la vedo io non è una inculata..però per chi non vuole rimanere avrà diritto di uscire..ma se qualcuno ha notizie più certe le può anche riportare in questo forum ma adesso stiamo discutendo di ipotesi.

Da: x vyssia 29/03/2017 20:17:36
Vyssia dai per certo lo scorrimento del 162.Ma la graduatoria e' scaduta serve un provvedimento per riattivarla.Fino a oggi non risulta alcun provvedimento che disponga lo scorrimento.

Da: ORPO__UNICUM29/03/2017 20:26:29
W Vyssia...ormai l'agenzia ha perso il contatto col territorio....e non vuole riconoscerlo. Ha ottime professionalità ma premia lecchini e paraculati....e' dura più vome contribuente che come dipendente. Uno spreco simile e senza sanzione....

Da: x blacy 29/03/2017 20:27:39
Che diritto è quello di uscire?!?
Vuoi dire che un avvocato (addetto all'ufficio legale) o un dottore commercialista (addetto all'accertamento) possano gioire nell'essere spediti nrlla cancelleria del giudice di pace, a fare fotocopie?!?
Si sarebbe obbligati ad accettare, per evitare i soliti ricatti: tanto, se non stai bene nell'A.E. odierna, nell'E.P.E. starai anche peggio.
Dopo diverrà tutto ancora più discrezionale (e discriminatorio) per chi non ha "santi in paradiso".

Da: ORPO__UNICUM29/03/2017 20:32:09
Gianni Trovati e Claudio Tucci per www.ilsole24ore.com

Mentre la riforma della pubblica amministrazione ora all'esame del Parlamento promette di rivoluzionare il sistema delle assunzioni pubbliche, abbandonando la vecchia pianta organica per misurare i nuovi ingressi sulla base dei fabbisogni effettivi, cresce alle porte della Pa la pressione per salire sull'ultimo treno del turn over tradizionale.

marianna madia
MARIANNA MADIA
Nei rami principali del settore pubblico si possono stimare quest'anno tra le 80mila e le 95mila assunzioni, con il numero definitivo che dipende da come si assesteranno le mosse nei due comparti dove è più forte la pressione per nuovi ingressi aggiuntivi: la scuola, prima di tutto, dove oltre al normale turn over (le stime parlano di circa 20-25mila cattedre), si aggiungeranno i posti che si convertiranno da «organico di fatto», finora assegnati a un supplente, a «organico di diritto», e quindi da coprire a tempo indeterminato, calcolati dal ministero dell'Istruzione in 25mila mentre all'Economia tagliano la stima a 11mila; e i Comuni, che attendono un intervento su misura per loro.

In base alle previsioni della riforma, poi, il passaggio dal vecchio al nuovo regime dovrebbe portare con sé 50mila stabilizzazioni in tre anni. Ma procediamo con ordine.

Enti locali

Il primo ampliamento degli spazi per nuove assunzioni riguarda i Comuni, e dovrebbe arrivare nei prossimi giorni come piatto forte del decreto enti locali in costruzione ormai da settimane. Ad alimentare le richieste dei sindaci c'è il fatto che in questi anni i Comuni hanno subito un doppio carico.

pubblica amministrazione
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Il primo, condiviso con gli altri settori dell'amministrazione, è rappresentato dai limiti stretti sul turn over, che negli enti sopra i 10mila abitanti (dove si concentra il 72% del personale comunale) permettono di dedicare a nuove assunzioni un quarto della spesa di personale, e lasciano spazi più ampi solo nei paesi più piccoli (turn over al 75% fra mille e 9.999 abitanti, e al 100% sotto i mille residenti).

Ma nel 2015-2016 il turn over ordinario si è bloccato del tutto, perché i sindaci (come le Regioni) hanno dovuto dedicare le proprie possibilità di assumere alla ricollocazione degli esuberi in arrivo dalle Province e dalle Città metropolitane, con un enorme giro di valzer del personale che si è concluso solo alla fine dello scorso anno.

Di qui i correttivi che dovrebbero arrivare con il decreto enti locali, e che in base alle ipotesi tecniche elaborate in questi giorni potrebbero alzare dal 25 al 50% il turn over nei Comuni più grandi e portarlo fino al 100% in quelli più piccoli che oggi si fermano al 75 per cento. In questo caso, sulla base della distribuzione attuale del personale fra le diverse classi demografiche, si possono stimare almeno 5mila assunzioni in più. Se invece il confronto politico portasse a far salire al 75% il turn over anche negli enti più grandi, i possibili nuovi ingressi aggiuntivi arriverebbero a quota 8-9mila.

Scuola

dirigente pubblica amministrazione
DIRIGENTE PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Dopo il maxi-piano che, nel 2015, ha stabilizzato circa 90mila professori (riportando il rapporto alunni/insegnanti a 9 a 1), a settembre scatterà una nuova ondata di assunzioni: oltre al turn over (da coprire al 50% stabilizzando precari storici delle «Gae» e al restante 50% da concorsi) si conteggeranno anche le cattedre trasformate da «organico di fatto» in «organico di diritto» (solo questa misura costa all'Erario 400 milioni l'anno, stanziati con la precedente legge di Bilancio).

Ma si rischia di non finire qui: fino a quando non decollerà il nuovo sistema di formazione iniziale dei docenti previsto da uno dei Dlgs attuativi della Buona Scuola, scatterà una fase transitoria nella quale torneranno i concorsi "semplificati" che potrebbero portare in cattedra stabilmente almeno ulteriori 60mila precari (in larga fetta abilitati delle seconde fasce d'istituto, gli altri addirittura non abilitati con 36 mesi di servizio alle spalle).

Questo meccanismo " transitorio" dovrebbe durare 4-5 anni in attesa dell'arrivo dei docenti formati con il nuovo sistema. Il punto è che, come accaduto con la riforma Renzi-Giannini, non entreranno a scuola i più bravi (le selezioni, c'è da immaginare, saranno piuttosto soft), e certamente non i giovani che vedranno, così, allungarsi sine die le attese per la cattedra. Inoltre, non si risolvono i problemi attuali della scuola: i precari sono al Sud, le cattedre al Nord. E, quindi, anche con questo meccanismo, da Bologna in su continueremo ad avere migliaia di cattedre scoperte anche per i prossimi anni (da coprire con supplenti), specie nelle materie scientifiche; e al Centro-Sud uno stock di docenti di ruolo, eccessivi rispetto al fabbisogno, che finiranno "parcheggiati" in sala docenti.

SCUOLA RENZI
SCUOLA RENZI
Pa centrale

Ma gli anni dell'emergenza che hanno guidato in questi anni le decisioni sul personale hanno costellato la pubblica amministrazione di situazioni eccezionali difficili da affrontare con regole ordinarie. I numeri, in questi casi, sono più piccoli, ma spesso si concentrano in snodi strategici per l'attività della nostra pubblica amministrazione.

Il caso più evidente è quello dell'agenzia delle Entrate, al centro di ogni strategia di governo che punta sulla lotta all'evasione. La vicenda è quella del concorso per 403 dirigenti, resa tormentata dai ricorsi contro la scelta dell'Agenzia di utilizzare i bandi già esistenti e bloccati dal contenzioso amministrativo, che si è conclusa con l'annullamento in autotutela deciso nei giorni scorsi.

Resta il fatto, però, che l'agenzia ha bisogno di queste figure per sostituire in modo strutturale i dirigenti interessati dalla proroga ripetuta più volte prima di essere bocciata dalla Corte costituzionale, e portare avanti in tanti compiti aggiuntivi affidati in questi anni all'amministrazione finanziaria, dalla voluntary alle oltre 4.500 istanze di patent box. Simile è la situazione dell'Anas, che chiede da tempo di poter assumere almeno 100 tecnici progettisti per realizzare davvero il rilancio delle opere sulla rete stradale su cui dovrebbe intervenire anche un capitolo della manovrina in arrivo con la correzione da 3,4 miliardi per rispondere alle richieste di Bruxelles.
renzi in una scuola di milano
RENZI IN UNA SCUOLA DI MILANO

La stabilizzazione

La ripresa delle assunzioni nel pubblico impiego è naturalmente una buona notizia per chi da anni tenta di ottenere un posto di lavoro stabile negli uffici dell'amministrazione ma si è scontrato con i limiti agli ingressi prima e con le mobilità obbligatorie poi.

Nelle graduatorie in vigore, e prorogate per l'ennesima volta dall'ultimo decreto di fine anno, ci sono ancora oltre 4mila vincitori di concorso in attesa del posto a cui hanno diritto e circa 150mila «idonei», persone cioè che non hanno vinto il concorso ma sono state giudicate comunque adatte a ricoprire la funzione messa a bando. Negli uffici pubblici, però, lavorano secondo i dati della Ragioneria generale oltre 81mila precari, titolari di contratti di collaborazione o di somministrazione oppure lavoratori socialmente utili.

A loro, il decreto sul pubblico impiego che tornerà sui tavoli del Governo per l'approvazione definitiva dopo l'esame delle commissioni parlamentari dedica un piano straordinario triennale di stabilizzazioni che in base ai calcoli del governo potrebbe coinvolgere fino a 50mila persone. Per sperare nella stabilizzazione, secondo il testo approvato in prima lettura poco più di un mese fa, occorre aver maturato tre anni di servizio negli ultimi otto anni all'interno dell'amministrazione che procede alle assunzioni, per cui i numeri effettivi dipenderanno dalla condizione dei singoli uffici pubblici.

Da: capra capreee29/03/2017 20:32:11
X BLAJI

DATTE NA MOSSA! INIZIA DA QUI

http://www.gruppoequitalia.it/equitalia/opencms/it/il-gruppo/lavoraconnoi/

dopo un annetto ritorna qui e facci sapere

Da: lavoratoriiiii29/03/2017 20:45:49
Ppppppppppprrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr

Da: Blacj29/03/2017 20:47:41
X Capra tu sei uno dei tanti che sta alimentando questa voce ..hai qualche certezza o notizia fondata..? Immagino proprio di no..abbiamo capito che non vedi l'ora che si faccia questo Epe ..purtroppo adesso non si sa niente.. è giusto che i diversi funzionari con titoli di avv. o commercialisti debbano aspirare a fare carriera e no a fare lo zerbino in qualche cancelleria. 

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