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Concorso DIRIGENTI SCOLASTICI 2017
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Da: nuvola64  07/07/2019 23:16:06
Scusami

Da: Ridendo07/07/2019 23:19:56
Diavoletto buono che copi i nick
Sei quello dell'altro giorno, vero?

Bel soliloquio
Più interessate di alcuno colloqui,
I miei compresi

Se si chiude tanto meglio

Pulizia degli onnipotenti è fatta

Anche una buona cernita degli invidiosi

direi missione compiuta

Ma temo che, appena mi volto, questi tornano all'attacco.

Se tacciono, bene

Se ricominciano si resiste.

Buonanotte a te



Da: XRidens07/07/2019 23:27:06
E' evidente che la tua vita fa schifo. Praticamente 24 ore su 24 sul forum attaccato al pc. Oltre al fatto che sei di una perfidia unica, infatti d'ora in poi ti chiamerò Perfidia.

Da: XRidens07/07/2019 23:27:49
Quando leggerai XPerfidia mi starò rivolgendo a te...

Da: TAR-Tara07/07/2019 23:34:25
La solfa che da più parti ormai si suona è che visto l'emergenza reggenze non è più possibile procrastinare l'immissione in ruolo dei nuovi DS. Ma questa è, appunto, una solfa monotona e ripetitiva e cela dietro un altro obiettivo, quello di nascondere il grande patrocchio di un concorso nato, apparentemente, sotto buoni auspici e finito in una gran bolla di sapone. Ci ha pensato infatti il Magistrato Sapone a fare uscire tanta schiuma dall'acqua sporca della vasca. E chi sono i responsabili? I responsabili non sono i circa tremila candidati che hanno superato le tre prove, non sono responsabili nemmeno i circa duemila dei cinquemila che non hanno superato lo scritto, i  ricorrenti, ma la colpa è del sistema tutto, da quello centrale a quello periferico, dai sindacati alle lobbies che hanno tratto un gran profitto di svariati milioni di euro, attingendo a mani basse dalle nostre tasche.
E alla fine era tutto uno scherzo. Ed è uno scherzo assurdo perché gli avvocati del ministero sapevano benissimo che il TAR avrebbe annullato, non tanto per il caso Sardegna che era un diversivo rispetto al vero grave motivo di rischio di annullamento, cioè l'incompatibilità di alcuni commissari in primis e la mancanza di  trasparenza che ha ammantato tutto il percorso, con una girandola infinita di commissari che si dimettevano, ogni giorno ce ne era qualcuno. Perché? davvero vogliamo credere che i commissari si dimettevano per via del carico di lavoro e della scarsa retribuzione? Forse sì, potrebbe essere una ragione tra altre mille di ragioni.

A pagarne le spese siamo sempre noi, docenti incapaci di fare fronte comune, divisi come siamo, non solo grazie alle diverse sigle sindacali, come anche grazie a quella autonomia scolastica che ci fa vedere il mondo della scuola non come un insieme, piuttosto come entità locali e territoriali.
Sebbene l'autonomia "funzionale" scolastica sia una conquista per la scuola italiana, il fatto che l'arruolamento dei DS e dei docenti venga trattato in modo nazionale e/o regionale mal si confà con una organizzazione complessa che dovrebbe scegliere al suo interno le persone valide per il coordinamento e all'esterno le risorse, anche di personale, per l'attuazione della missione educativa e di formazione che la scuola rappresenta. E' pur vero che la chiamata diretta dei docenti da parte dei Ds è fallita, non ha funzionato e non ha funzionato perché le regole non erano ancora chiare e non collaudate, ma non solo. Chi ha affossato la chiamata diretta? I sindacati. E perché? Perché il loro indotto si sarebbe ben presto esaurito se fossero stati i dirigenti a scegliersi la squadra.
L'unica sigla sindacale di categoria favorevole alla chiamata diretta dei docenti era ANP. Favorevole per i docenti ma sfavorevole per i DS: selezionati per titoli e successivamente per esame.
Cosa è rimasto della L. 107? Tranne l'organico di potenziamento, non sempre funzionale alle esigenze dell'istituto, cosa è rimasto di quell'impianto riformatore cha avrebbe dovuto cambiare la scuola italiana? Qualcuno potrebbe dire solo il PNSD ancora però lungi dall'essere attuato per la scarsità di investimenti.
Nulla da dire sulla preselettiva, è stato il fiore all'occhiello di tutto il carrozzone, ma non ha certo selezionato i migliori Ds, o almeno i Ds capaci di fare i Ds.

Dico questo perché alla solfa che c'è urgenza di avere i nuovi Ds a settembre io  rispondo con la mia personale esperienza: la scuola va avanti da anni con le reggenze e ancora non è né fallita né morta. Come non sono fallite né morte nemmeno quelle scuole senza DSGA e questo grazie agli staff, ai vicepresidi di lungo corso che hanno imparato il mestiere sul campo, agli amministrativi che ricoprono l'incarico di Dsga facente funzioni etc.
Sono sicuro che questo mio lungo discorso non farà piacere a molti, a quanti pensano che una soluzione politica il governo la troverà, come in passato, ma questi sfugge il fatto che nel 2006 e nel 2011 la soluzione politica si rese necessaria perché il TAR si era pronunciato dopo la nomina in ruolo dei Ds. Oggi è diverso. Oggi le condizioni sono mutate, grazie a una diversa sensibilità e all'avvento dei social che come un grande occhio registrano tutto, gran parte delle magagne possono essere dimostrate.
Noi dovremmo, vinti e vincitori, chiedere a gran voce la stessa cosa Trasparenza. Ma, purtroppo, non ci crediamo ancora di poter vedere attraverso le cose.
La seconda solfa, e chiudo, che mi pare monotona, riguarda quel continuo richiamo allo studio "matto e disperato" che gli idonei suonano a suon battuto, tanto che se dal primo di settembre avremo i nuovi Ds essi saranno tutti con la gobba come Leopardi, peccato però che in molti casi non avremo Ds con la stessa sensibilità e intelligenza di Giacomo.

Da: TAR-Tara07/07/2019 23:39:10
Scusate avevo bevuto troppo mi rimangio tutto

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Da: Hammer.44 07/07/2019 23:39:42

- Messaggio eliminato -

Da: TAR-Tara07/07/2019 23:41:05

  Così discesi del cerchio primaio
giù nel secondo, che men loco cinghia
e tanto più dolor, che punge a guaio.                       3
  Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia:
essamina le colpe ne l'intrata;
giudica e manda secondo ch'avvinghia.                       6
  Dico che quando l'anima mal nata
li vien dinanzi, tutta si confessa:
e quel conoscitor de le peccata                             9
  vede qual loco d'inferno è da essa;
cignesi con la coda tante volte
quantunque gradi vuol che giù sia messa.                    12
  Sempre dinanzi a lui ne stanno molte:
vanno a vicenda ciascuna al giudizio,
dicono e odono, e poi son giù volte.                        15
  «O tu che vieni al doloroso ospizio»,
disse Minòs a me quando mi vide,
lasciando l'atto di cotanto offizio,                        18
  «guarda com'entri e di cui tu ti fide;
non t'inganni l'ampiezza de l'intrare!».
E 'l duca mio a lui: «Perché pur gride?                     21
  Non impedir lo suo fatale andare:
vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare».                     24
  Or incomincian le dolenti note
a farmisi sentire; or son venuto
là dove molto pianto mi percuote.                           27
  Io venni in loco d'ogne luce muto,
che mugghia come fa mar per tempesta,
se da contrari venti è combattuto.                          30
  La bufera infernal, che mai non resta,
mena li spirti con la sua rapina;
voltando e percotendo li molesta.                           33
  Quando giungon davanti a la ruina,
quivi le strida, il compianto, il lamento;
bestemmian quivi la virtù divina.                           36
  Intesi ch'a così fatto tormento
enno dannati i peccator carnali,
che la ragion sommettono al talento.                        39
  E come li stornei ne portan l'ali
nel freddo tempo, a schiera larga e piena,
così quel fiato li spiriti mali                             42
  di qua, di là, di giù, di sù li mena;
nulla speranza li conforta mai,
non che di posa, ma di minor pena.                          45
  E come i gru van cantando lor lai,
faccendo in aere di sé lunga riga,
così vid'io venir, traendo guai,                            48
  ombre portate da la detta briga;
per ch'i' dissi: «Maestro, chi son quelle
genti che l'aura nera sì gastiga?».                         51
  «La prima di color di cui novelle
tu vuo' saper», mi disse quelli allotta,
«fu imperadrice di molte favelle.                           54
  A vizio di lussuria fu sì rotta,
che libito fé licito in sua legge,
per tòrre il biasmo in che era condotta.                    57
  Ell'è Semiramìs, di cui si legge
che succedette a Nino e fu sua sposa:
tenne la terra che 'l Soldan corregge.                      60
  L'altra è colei che s'ancise amorosa,
e ruppe fede al cener di Sicheo;
poi è Cleopatràs lussurïosa.                                63
  Elena vedi, per cui tanto reo
tempo si volse, e vedi 'l grande Achille,
che con amore al fine combatteo.                            66
  Vedi Parìs, Tristano»; e più di mille
ombre mostrommi e nominommi a dito,
ch'amor di nostra vita dipartille.                          69
  Poscia ch'io ebbi il mio dottore udito
nomar le donne antiche e ' cavalieri,
pietà mi giunse, e fui quasi smarrito.                      72
  I' cominciai: «Poeta, volontieri
parlerei a quei due che 'nsieme vanno,
e paion sì al vento esser leggieri».                        75
  Ed elli a me: «Vedrai quando saranno
più presso a noi; e tu allor li priega
per quello amor che i mena, ed ei verranno».                78
  Sì tosto come il vento a noi li piega,
mossi la voce: «O anime affannate,
venite a noi parlar, s'altri nol niega!».                   81
  Quali colombe dal disio chiamate
con l'ali alzate e ferme al dolce nido
vegnon per l'aere, dal voler portate;                       84
  cotali uscir de la schiera ov'è Dido,
a noi venendo per l'aere maligno,
sì forte fu l'affettüoso grido.                             87
  «O animal grazïoso e benigno
che visitando vai per l'aere perso
noi che tignemmo il mondo di sanguigno,                     90
  se fosse amico il re de l'universo,
noi pregheremmo lui de la tua pace,
poi c'hai pietà del nostro mal perverso.                    93
  Di quel che udire e che parlar vi piace,
noi udiremo e parleremo a voi,
mentre che 'l vento, come fa, ci tace.                      96
  Siede la terra dove nata fui
su la marina dove 'l Po discende
per aver pace co' seguaci sui.                              99
  Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.                 102
  Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.                      105
  Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense».
Queste parole da lor ci fuor porte.                         108
  Quand'io intesi quell'anime offense,
china' il viso, e tanto il tenni basso,
fin che 'l poeta mi disse: «Che pense?».                    111
  Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo!».                           114
  Poi mi rivolsi a loro e parla' io,
e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio.                           117
  Ma dimmi: al tempo d'i dolci sospiri,
a che e come concedette amore
che conosceste i dubbiosi disiri?».                         120
  E quella a me: «Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore.                     123
  Ma s'a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice.                          126
  Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.                        129
  Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.                      132
  Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,                       135
  la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante».                    138
  Mentre che l'uno spirto questo disse,
l'altro piangëa; sì che di pietade
io venni men così com'io morisse.                           141
  E caddi come corpo morto cade.

Da: TAR-Tara07/07/2019 23:42:57
Le disposizioni del presente decreto disciplinano l'organizzazione degli uffici e i rapporti di lavoro e di impiego alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, tenuto conto delle autonomie locali e di quelle delle regioni e delle province autonome, nel rispetto dell'articolo 97, comma primo, della Costituzione, al fine di:

a) accrescere l'efficienza delle amministrazioni in relazione a quella dei corrispondenti uffici e servizi dei Paesi dell'Unione europea, anche mediante il coordinato sviluppo di sistemi informativi pubblici;
b) razionalizzare il costo del lavoro pubblico, contenendo la spesa complessiva per il personale, diretta e indiretta, entro i vincoli di finanza pubblica;
c) realizzare la migliore utilizzazione delle risorse umane nelle pubbliche amministrazioni, assicurando la formazione e lo sviluppo professionale dei dipendenti, applicando condizioni uniformi rispetto a quelle del lavoro privato, garantendo pari opportunità alle lavoratrici ed ai lavoratori nonché l'assenza di qualunque forma di discriminazione e di violenza morale o psichica.

2. Per amministrazioni pubbliche si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane, e loro consorzi e associazioni, le istituzioni universitarie, gli Istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti i del Servizio sanitario nazionale, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) e le Agenzie di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300. Fino alla revisione organica della disciplina di settore, le disposizioni di cui al presente decreto continuano ad applicarsi anche al CONI.

3. Le disposizioni del presente decreto costituiscono principi fondamentali ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione. Le Regioni a statuto ordinario si attengono ad esse tenendo conto delle peculiarità dei rispettivi ordinamenti. I principi desumibili dall'articolo 2 della legge 23 ottobre 1992, n. 421, e successive modificazioni, e dall'articolo 11, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni ed integrazioni, costituiscono altresì, per le Regioni a statuto speciale e per le province autonome di Trento e di Bolzano, norme fondamentali di riforma economico-sociale della Repubblica

Da: Boh! 07/07/2019 23:43:10
Per Tar Tara sei un grande!

Da: XTAR-Tara07/07/2019 23:43:53
La tua "splendida" disamina non tiene minimamente in considerazione la figura dei Ds quali essere umani. Dici che la scuola è andata avanti benissimo grazie alle reggenze e al lavoro dei collaboratori. Ma tu hai provato a chiedere ai Ds cosa ne pensano davvero delle reggenze? Ce li vedi i DS, anche in quanto esseri umani, a dirigere 3 scuole in reggenza, ciascuna delle quali magari con molti plessi? Mi sembra che si stia perdendo completamente di vista il fattore umano e che si stiano dipingendo le scuole come macchine che vanno avanti motu proprio. Lasciando da parte i punti di vista degli uni e degli altri, credo che sarebbe molto più serio riflettere bene prima di scrivere delle considerazioni sconsiderate.

Da: Hammer.44 07/07/2019 23:44:33

- Messaggio eliminato -

Da: TAR-Tara07/07/2019 23:44:47
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno
nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Latera-
nensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle
due parti, non richiedono procedimento di revi-
sione costituzionale [138].
Art. 8.
Tutte le confessioni religiose sono egualmente
libere davanti alla legge [19, 20].
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica
hanno diritto di organizzarsi secondo i propri sta-
tuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento
giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per
legge sulla base di intese con le relative rappre-
sentanze.
Art. 9.
La Repubblica promuove lo sviluppo della cul-
tura e la ricerca scientifica e tecnica [33, 34].
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e ar-
tistico della Nazione.
Art. 10.
L'ordinamento giuridico italiano si conforma
alle norme del diritto internazionale general-
mente riconosciute.

Da: x Tar-Tara07/07/2019 23:45:30
chiunque tu sia, idoneo, ricorrente o altro, grazie per il bel testo, lucido e intelligente. Condivido in toto e non importa che io possa essere idonea, ricorrente o altro nella scuola. Grazie, è bello leggere buone e analisi non distorte dal pregiudizio.

Da: XTAR-Tara07/07/2019 23:46:58
Vedo che hai già una chiara idea di quale sarà il tuo luogo di residenza ultraterreno.

Da: TAR-Tara07/07/2019 23:47:17
TAR-Tara    07/07/2019 23.34.25
Questo è l'unico originale TAR-Tara. Io non faccio copia e incolla, anche se Dante lo rileggo molto volentieri in loco di cazzabùbboli.

Da: TAR-Tara07/07/2019 23:47:35
Hai ragione

Da: XTAR-Tara07/07/2019 23:48:38
Se solo aveste messo lo stesso impegno profuso per i ricorsi nella prova scritta, oggi staremmo a parlare d'altro.

Da: TAR-Tara07/07/2019 23:48:42
Che cosa hanno in comune un televisore e una formica? Le antenne!

Da: TAR-Tara07/07/2019 23:50:41
Il mondo ingiusto l'hanno da raddrizzare i poveri e lo raddrizzeranno solo quando l'avranno giudicato e condannato con mente aperta e sveglia come la può avere solo un povero che è stato a scuola.

Da: XTAR-Tara07/07/2019 23:51:37
Quindi tu, giusto??

Da: TAR-Tara07/07/2019 23:52:58
Fatti non foste a viver come bruti

Lasciate mininterno voi che entrate

Da: XTAR-Tara07/07/2019 23:54:49
Povero Dante, a quest'ora si starà rivoltando nella tomba.

Da: Origene di Alessandria (Piemonte)07/07/2019 23:56:53
Leggendo i post dei più accaniti ricorsisti-bocciati ci si rende facilmente conto del perchè di certi esiti. E' un vero peccato che l'interfaccia CINECA non permettesse il copia-incolla, ma solo il conferma e procedi.

Da: X Tar tara 07/07/2019 23:57:09
Lo si  era capito che avevi bevuto ...e di  brutto.
Comunque a settembre ti ritroverai tanti ds che non si chiameranno Giacomo ma che hanno  superato tutte le prove del concorso.

Da: TAR-Tara07/07/2019 23:57:16
TAR-Tara    07/07/2019 23.50.4
Questo non sono io. E' il burlone di turno, anche se non ha tutti i torti, il burlone.

Passo e chiudo. Vado a nanna. Da questo mento in poi non sono più io, se mai lo sono stato. Eh?

Un bacio ad "amico mio".

Da: TAR-Tara07/07/2019 23:58:01
Pultroppo voi qui non avete capito nulla.
Quando io parlo e vi dico, ma allora a che serve?
A nulla!!! E ripeto a nulla.
Era ovvio....
Ma allora mi spiegate a cosa serve e dove anno loro fa dire cosa e soprattutto come??? Eh sì vorrei vedere se avrebbero detto tutto ciò!
No. Io non ci sto

Da: Pax145708/07/2019 00:01:10
Pace fatta.
E guai a chi viene di nuovo qui domani.
Buonanotte

Da: XTAR-Tara08/07/2019 00:01:36
Orrore!!! "se avrebbero"???? E ancora avete il coraggio di scrivere di bocciature ingiuste!?!?

Da: Origene di Alessandria (Piemonte)08/07/2019 00:04:32
Poveri noi idonei, annullati da chi non sa scrivere nemmeno in un italiano medio.

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