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Preparazione concorso Tar 2022 53 posti
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Da: Accesso | 14/05/2023 17:10:36 |
Se non è accesso difensivo, può essere solo accesso civico | |
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Da: Ti rispondo io | 14/05/2023 23:22:47 |
Al precedente concorso ero iscritto ma non sono andato agli scritti. Ho fatto istanza di accesso civico e no mi è stato consentito, perché una clausola del bando secondo loro prevede che solo chi ha consegnato le 4 prove ha interesse a vedere gli scritti degli altri | |
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Da: Ti rispondo io | 14/05/2023 23:26:15 |
La clausola dice: in ragione di quanto previsto dall'art. 25, comma 2, della legge 7 agosto 1990, n. 241, le istanze di accesso inoltrate dai candidati successivamente allo svolgimento delle prove scritte, devono essere presentate direttamente alla Commissione, istituita presso il Consiglio di Stato - quale Organo che ha formato e detiene gli atti oggetto delle stesse istanze - al seguente indirizzo PEC: PECConcorsoRefTAR2021@ga-cert.it, che sarà attivata dopo la pubblicazione degli ammessi alle prove orali. In ogni caso, l'accesso sarà consentito nel rispetto dei criteri espressi dalla costante e consolidata giurisprudenza, in materia di accesso agli atti da parte dei candidati. | |
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Da: Che schifo | 14/05/2023 23:38:31 |
Quindi uno che si affaccia al concorso e vuole capire cosa bisogna fare per vincere... Non può farlo. Non è nel suo interesse. Applausi | |
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Da: Ti rispondo io | 14/05/2023 23:49:16 |
È talmente uno schifo che uno si deve iscrivere e consegnare a cappero 4 elaborati solo per avere diritto di accesso secondo loro | |
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Da: Ti rispondo io | 14/05/2023 23:49:41 |
È talmente uno schifo che uno si deve iscrivere e consegnare a cappero 4 elaborati solo per avere diritto di accesso secondo loro | |
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Da: Ti rispondo io | 14/05/2023 23:49:42 |
È talmente uno schifo che uno si deve iscrivere e consegnare a cappero 4 elaborati solo per avere diritto di accesso secondo loro | |
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Da: Per sopra | 15/05/2023 06:23:17 |
Chiedi, anche qui sul forum, a qualcuno che ha partecipato e consegnato di condividere le prove... | |
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Da: Accesso | 15/05/2023 09:15:23 |
Mi pare pubblichino dei libri con la copia del temi dei vincitori Comprati il libro, eventualmente | |
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Da: Son libri | 15/05/2023 16:31:17 |
Che evocano i temi dei vincitori ma chissà chi li scrive e come | |
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Da: ...! | 16/05/2023 01:42:04 |
Credo siano maturi i tempi per discutere di un problema oramai ineludibile. Tratto da giustiziainsieme.it (rivista della SSM) Alcune note su un problema molto avvertito. ​I corsi di preparazione al concorso e il futuro ruolo della Scuola Superiore della Magistratura . Sommario: 1. La selettività del concorso in magistratura e la nascita di una specifica domanda di formazione. - 2. Il monopolio dei corsi privati: semplice dato di fatto o necessità ? - 3. La riforma Cartabia e le modifiche in tema di corsi di preparazione al concorso in magistratura. - 4. I compiti attuali della Scuola Superiore della Magistratura e le forze a disposizione. - 5. L'ipotetica attuazione della riforma Cartabia a risorse invariate. - 6. La possibile soluzione: cambiare passo. * Il contributo si inserisce nell'approfondimento del tema Accesso in magistratura, precedenti contributi Accesso alla magistratura - 1. Pensieri sparsi sul concorso in magistratura di Giacomo Fumu, Riflessioni sul concorso in magistratura di Mario Cigna Il tirocinio formativo ex art. 73 d.l. n. 69/2013 di Ernesto Aghina, Il procedimento per la nomina e selezione dei giudici e pubblici ministeri nella Repubblica Federale Tedesca di Cristiano Valle, Percorsi di accesso alla magistratura in Ungheria di Anna Madarasi, L'accesso alla magistratura francese di Antonio Musella[*] Spunti per una nuova formazione comune per le professioni legali di Angelo Costanzo sotto la voce della rivista Ordinamento giudiziario. 1. La selettività del concorso in magistratura e la nascita di una specifica domanda di formazione. Poco più di due mesi fa hanno preso servizio 202 nuovi magistrati: sono i vincitori dell'ultimo concorso bandito dal Ministro della Giustizia circa tre anni prima. I posti a concorso erano in realtà 310, sicché più di un terzo dei posti disponibili non è stato coperto, nonostante i candidati che si sono presentati alle prove scritte siano stati ben 5827. Di questi, infatti, solo 220 (circa il 5% dei partecipanti) sono stati ammessi all'orale, ed un'altra ventina sono stati dichiarati inidonei all'esito delle interrogazioni. Si tratta di un divario tra aspiranti e vincitori impressionante e senza precedenti, anche se normalmente i posti a concorso non vengono mai coperti nonostante l'altissimo numero di partecipanti, sicché si può agevolmente comprendere il motivo per cui il concorso in magistratura sia considerato uno dei più impervi tentativi di accedere al mondo del lavoro per un laureato in giurisprudenza. Anche se la commissione che giudica i candidati varia nella sua composizione per ciascuno dei concorsi che periodicamente si succedono, il criterio di selezione improntato a massima severità sembra una costante, frutto consapevole di una scelta di non derogare al criterio della qualità , anche a costo di contribuire a non sanare i vuoti di organico che notoriamente affliggono i ranghi della magistratura. L'alto numero dei candidati è, per altro verso, conseguenza del fatto che il posto a concorso è uno dei posti più appetibili per un laureato in giurisprudenza, per numerosi e concorrenti motivi: prestigio della funzione, idealismo, soddisfazione intellettuale, lo stipendio (fisso e più che adeguato a soddisfare le esigenze di un buon tenore di vita). L'estrema selettività del concorso, unita alla sua appetibilità , ha generato negli anni una specifica domanda di formazione: si sono moltiplicati manuali di diritto dedicati espressamente allo sviluppo degli argomenti ritenuti papabili per le tracce scritte e sono sorti in tutta Italia corsi di preparazione al concorso in magistratura, soprattutto per colmare il gap tra una formazione universitaria totalmente declinata in esami orali e un concorso la cui selezione viene svolta, come si è visto in precedenza, in via pressoché esclusiva attraverso l'espletamento di prove scritte. L'utilità di questi corsi è dimostrata da un dato empirico: la quasi totalità dei magistrati italiani attualmente in servizio ha partecipato ad uno di questi corsi e indirettamente deve a questa esperienza almeno una parte della specifica preparazione giuridica utilizzata per l'accesso all'impiego desiderato. 2. Il monopolio dei corsi privati: semplice dato di fatto o necessità ? Di fatto, non è praticamente ipotizzabile diventare magistrati in Italia senza avere partecipato ad un corso di preparazione al concorso. È quindi evidente che si tratta di uno degli snodi fondamentali dell'accesso alla magistratura. Non può pertanto non destare preoccupazione il fatto che esso non sia allo stato regolamentato in alcun modo: l'organizzazione di questi corsi è del tutto estranea sia al mondo della magistratura che a quello universitario ed affidata interamente a privati. Non esistono requisiti soggettivi per aprire una scuola di preparazione al concorso, non vi sono controlli sulla didattica o sulla selezione dei docenti né sulle metolodogie formative scelte. Le uniche norme che stabiliscono chi può far parte di questo delicatissimo settore o come deve starci sono le regole del mercato, che dovrebbero premiare l'offerta formativa migliore. Ma dove non interviene provvidenzialmente la "mano invisibile" di Adam Smith …. vale tutto. Recenti episodi di cronaca giudiziaria, troppo noti anche per essere menzionati incidentalmente, hanno mostrato quanto possa essere pericolosa questa situazione di assoluta deregulation. La situazione attuale presenta un ulteriore profilo di singolarità , perché una regola in verità esiste: è quella che impedisce ai magistrati ordinari di organizzare e far parte, anche in via occasionale, dei corsi in esame. In particolare, l'articolo 3, 3° comma della circolare del C.S.M. sugli incarichi extragiudiziari 22581/2015 del 9 dicembre 2015 statuisce che "sono vietate l'organizzazione di scuole private di preparazione e concorsi o esami per l'accesso al pubblico impiego alle magistrature e alle altre professioni legali nonché la partecipazione, sotto qualsiasi forma ed indipendentemente dalle caratteristiche dimensionali, alla gestione economica, organizzativa e scientifica di tali scuole ovvero lo svolgimento presso di esse di attività di docenza, anche in via occasionale". La violazione di questo precetto costituisce illecito disciplinare a norma del d.l.vo 23 febbraio 2006, n. 109 aart. 3 comma 1 lettera d) secondo cui "costituiscono illeciti disciplinari al di fuori dell'esercizio delle funzioni: (…) d) lo svolgimento di attività incompatibili con la funzione giudiziaria di cui all'articolo 16, comma 1 del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, e successive modificazioni, o di attività tali da recare concreto pregiudizio all'assolvimento dei doveri disciplinati dall'articolo 1". In altri termini, attualmente, chiunque può insegnare ai laureati in giurisprudenza come prepararsi al concorso per diventare magistrati, persino (in ipotesi) un non laureato in legge, tranne i magistrati, cioè i futuri colleghi dei vincitori dei concorsi, che avrebbero ovviamente più di altri competenze giuridiche e potrebbero portare un dato di esperienza non surrogabile da parte di chi questo lavoro non svolge. La ratio di questo divieto risiede nella necessità di impedire il proliferare di incarichi extragiudiziari, peraltro di carattere particolarmente remunerativo ed impegnativo e dunque la tutela lato sensu del prestigio e della funzionalità della magistratura. Ma l'effetto è paradossale: è impedito ogni contatto tra chi chiede formazione per diventare magistrato e i maggiori esperti della materia, ovvero i magistrati medesimi. Né può essere trascurato che si è consegnato in questo modo l'accesso alla magistratura a privati estranei alla stessa, affidando al caso o alla buona volontà dei singoli la tenuta dell'offerta formativa, che ricomprende non solo la competenza giuridica in senso stretto ma anche l'insegnamento della cultura della giurisdizione e la trasmissione della sensibilità istituzionale che sono invece connaturati - salve dolorose eccezioni - all'essere magistrato. C'è da dire che molti di questi corsi sono gestiti da magistrati amministrativi o da ex magistrati ordinari, sicché di fatto il rischio ora paventato viene ad essere escluso, ma si tratta comunque di un effetto del tutto casuale. Desta preoccupazione il fatto che non esista alcuna regola che impedisca deviazioni da un percorso virtuoso lasciato alla singola iniziativa o alle leggi di mercato né alcuna previsione che bilanci l'esclusione dall'offerta formativa in questa fase dei naturali depositari della cultura della giurisdizione con la imposizione di regole per imporre una metodologia formativa in un settore formativo intrinsecamente connesso all'accesso alla magistratura. 3. La riforma Cartabia e le modifiche in tema di corsi di preparazione al concorso in magistratura. Da questa riflessione prende dunque le mosse la preannunciata riforma del sistema di accesso al concorso contenuta nella legge delega di riforma dell'ordinamento giudiziario, che fa parte del complesso di disposizioni legislative noto come "riforma Cartabia". In particolare, l'articolo 4 della legge numero 71 del 2022, rubricata "Deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio Superiore della Magistratura", nell'indicare al Governo i principi cui i decreti legislativi dovranno attenersi per il riassetto dell'accesso in magistratura, prescrive che essi debbano "prevedere che la Scuola superiore della magistratura organizzi, anche in sede decentrata, corsi di preparazione al concorso per magistrato ordinario per laureati". Con lo stesso provvedimento normativo è stato abolito l'obbligo di frequentazione di corsi presso una scuola di specializzazione (oltre al tirocinio presso gli uffici giudiziari), recidendo l'unico legame previsto tra mondo accademico ed accesso alla magistratura. La ratio della norma esaminata è, ad avviso di chi scrive, condivisibile. La Scuola Superiore della Magistratura è l'espressione più alta della formazione dei magistrati e costituisce dalla sua istituzione un baluardo della indipendenza della magistratura non solo a livello culturale e formativo in senso stretto ma ontologico, essendo formazione e legittimazione democratica dei magistrati concetti intimamente legati. Sembra più che opportuno che la Scuola partecipi alla formazione dei magistrati sin dall'inizio del loro approccio al loro futuro impiego. Prevedere un coinvolgimento dell'organo di formazione dei magistrati nella fase di preparazione al concorso in magistratura consentirebbe dunque di eliminare il divieto per i magistrati di fare formazione agli aspiranti colleghi ma canalizzerebbe questo intervento attraverso il filtro dell'istituzione addetta professionalmente alla formazione anziché lasciare l'iniziativa ai singoli magistrati. Verrebbero in tal modo neutralizzati i rischi (esorbitanti guadagni, estranei alla funzione giudiziaria e compromissioni dell'efficienza degli uffici per sottrazione di importanti risorse) sopra evidenziati. Tuttavia, se esercitata nei termini indicati dalla norma descritta, la delega porterebbe ad effetti esiziali non solo per la preparazione al concorso in magistratura, ma per la stessa Scuola Superiore della Magistratura e conseguentemente per la formazione dei magistrati in servizio. È infatti sufficiente comparare i compiti che ipoteticamente ricadrebbero sulla Scuola con le forze, materiali e umane, a disposizione per per evocare immediatamente l'immagine del cavallo tragicamente spirato sotto il carico insostenibile impostogli dal padrone in uno dei primi capitoli di "Delitto e castigo". 4. I compiti attuali della Scuola Superiore della Magistratura e le forze a disposizione. Il Comitato Direttivo della Scuola è composto da 12 persone. Quasi metà di loro - i cosiddetti "laici", nominati tra professori universitari e esponenti del foro - non svolgono questo compito in via esclusiva, ma continuano l'attività precedente, che li assorbiva fino al momento della nomina a tempo pieno. Nei tre Comitati Direttivi che si sono succeduti dall'istituzione della Scuola ad oggi solo uno dei quindici componenti laici ha sospeso l'attività precedentemente svolta in costanza del mandato. Su questi scarsi effettivi grava il compito di organizzare e gestire ogni anno circa 120 corsi di formazione permanente, il tirocinio di uno o due plotoni di MOT (la formazione dei colleghi vincitori di concorso prevede normalmente lo svolgimento presso la sede di Scandicci della Scuola di otto settimane di generico e nove di mirato, oltre alla preparazione ed alla gestione degli stages), numerosi corsi di formazione internazionale e di scambi EJTN, la formazione dei magistrati onorari, la formazione dei direttivi e semidirettivi (è in corso di svolgimento il primo corso post- riforma, che prevede una durata di tre settimane per quasi 250 aspiranti alle funzioni apicali), i corsi di riconversione, il coordinamento delle articolazioni territoriali dette "formazioni decentrate", oltre a una gran quantità di attività collaterali, alcune delle quali di rilevante impegno (tra di esse la gestione e l'aggiornamento del sito, della newsletter, del canale Youtube, dei Quaderni, dell'archivio dei materiali, la gestione delle attività amministrative e contabili, et cetera). La struttura amministrativa di supporto è costituita da un organico teorico di 50 unità , mai interamente coperto (il pensiero che la Scuola condivide questa condizione di cronica scopertura dell'organico con la totalità degli uffici giudiziari della penisola aiuta a sentirsi meno soli ma non risolve il problema). Negli ultimi anni la situazione, già critica, si è aggravata con l'attribuzione alla Scuola di compiti aggiuntivi comportanti ulteriori carichi: oltre a quello, notevolmente più gravoso rispetto al passato, della formazione dei direttivi (la cui durata non era predeterminata e si esauriva in poche sessioni mentre ora è stata portata per disposizione legislativa ad "almeno tre settimane" ed estesa ai semidirettivi, platea assai più numerosa di quella dei direttivi) è stato previsto un coinvolgimento della Scuola nella formazione degli addetti all'Ufficio per il Processo, in collaborazione con il Ministero della Giustizia; un notevole aggravio di lavoro è inoltre pervenuto dalle modifiche in tema di formazione dei magistrati onorari. 5. L'ipotetica attuazione della riforma Cartabia a risorse invariate. L'allestimento da parte della Scuola di un corso di preparazione al concorso in magistratura richiederebbe la predisposizione di un programma di lezione con cadenza almeno settimanale in via continuativa con argomenti differenti per almeno un anno, con attività collaterali di tutoraggio specifico e la gestione di esercitazioni scritte periodiche con conseguente necessità di correggere centinaia di elaborati ogni pochi giorni. Servirebbero magistrati in grado di organizzare e gestire la parte didattica e personale per la parte amministrativa e contabile. Si tratta di un surplus di attività , come dovrebbe risultare evidente da quanto detto in precedenza, che appare del tutto ingestibile con le attuali forze della Scuola, senza contare che mancherebbero le strutture ed il personale, già interamente impiegati per le attività già in essere. Né può essere di alcun aiuto l'inciso, pure contenuto nella delega legislativa in esame, che "suggerisce" di prevedere come unità di supporto le strutture territoriali della Scuola dislocate presso ciascuna Corte di Appello (le già richiamate unità di "formazione decentrata"). Anche queste sono infatti gravate da compiti in tutti i settori della formazione (permanente, iniziale, internazionale, onorari, ecc.) sia in proprio che come delegati dal Comitato Direttivo, potendo contare su forze ancora più esigue di quelle esistenti a livello centrale: buona parte delle strutture territoriali sono composte da pochissimi magistrati e quasi nessuna può avvalersi di personale amministrativo. Nessuna di esse ha una struttura autonoma dove svolgere la propria attività né una vera e propria "sede", sicché appare anche difficile ipotizzare come si possano articolare su base regionale i corsi di preparazione in esame. I formatori decentrati, peraltro, non svolgono la loro delicata e importante funzione a tempo pieno ma sono magistrati impegnati nelle normali attività di ufficio, che godono di un parziale esonero, basato su parametri spesso incongrui. La previsione di corsi di preparazione su base territoriale avrebbe il solo effetto, in definitiva, di moltiplicare il numero dei "cavalli" tragicamente schiacciati dal carico di dostoevskijana memoria. 6. La possibile soluzione: cambiare passo. Le problematiche sopra descritte non devono indurre, a mio avviso, a rigettare come inattuabile la previsione contenuta nella delega legislativa, anche perché come già detto in precedenza, la ratio che ispira la norma commentata appare pienamente condivisibile. Esiste un modo per attuare la previsione legislativa e "salvare" il cavallo: adeguare la struttura della Scuola ai nuovi compiti che via via si stanno aggiungendo a quelli tradizionali. L'istituzione di formazione dei magistrati sembra matura, dopo un decennio dalla sua nascita, per il completo svezzamento e la trasformazione in una struttura di carattere più stabile, magari con distaccamento a tempo indeterminato di un numero congruo di magistrati, professori e personale amministrativo, come già sperimentato con successo in altre realtà omologhe (si pensi alla Francia). Declinata in questo modo, la delega legislativa non solo non porterebbe svantaggi ma, nel realizzare la previsione di istituire presso la Scuola Superiore della Magistratura un corso di preparazione al concorso in magistratura, indirettamente farebbe compiere all'istituzione quel cambio di passo che appare ormai ineludibile. | |
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Da: ...! | 16/05/2023 01:50:30 |
Penso il discorso valga anche per le magistrature speciali... | |
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Da: Ducaconte Baladam | 1 - 16/05/2023 07:05:07 |
A prescindere dalle considerazioni preliminari piuttosto discutibili di quel documento, I corsi della SSM dovrebbero essere limitati a tiroconanti e personale dell'Ufficio del Processo. Inoltre non sono vietati corsi privati, per cui anche ammesso che i corsi vengano effettivamente implementati, non dovrebbe cambiare granché. Eventualmente, chi potrà accedere a questi corsi avrà la possibilità di usufruire di una preparazione migliore (a dar credito all'estensore dell'articolo). Il sistema non mi sembra applicabile alle selezioni per magistrature speciali, che conservano il carattere di concorso di secondo livello. | |
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Da: e comunque | 1 - 16/05/2023 09:54:20 |
così ce li scegliamo in fasce | |
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Da: Teresa1111 | 16/05/2023 12:35:10 |
Consigli per la preparazione di diritto civile? Quali libri e manuali consigliereste? | |
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Da: Teresa1111 | 16/05/2023 12:35:15 |
Consigli per la preparazione di diritto civile? Quali libri e manuali consigliereste? | |
Rispondi |
Da: Ducaconte Baladam | 16/05/2023 12:42:35 |
Civile? Torrente | |
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Da: Barclay | 16/05/2023 13:08:31 |
Torrente? Devo ridere? | |
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Da: Ducaconte Baladam | 16/05/2023 14:03:38 |
Motivo per cui dovresti ridere? | |
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Da: Barclay | 16/05/2023 14:41:46 |
Il Torrente non è consigliato neppure all'esame di diritto privato per le facoltà economiche... E' un motivo sufficientemente valido? | |
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Da: Ducaconte Baladam | 16/05/2023 15:08:39 |
Ma non è affatto cosi. Non ritengo in ogni caso importante cosa o chi suggeriscano le Universita'. Torrente è il miglior testo di diritto privato, a quanto mi consta. | |
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Da: Barclay | 2 - 16/05/2023 15:29:39 |
Per me è il Gazzoni. E a chi non lo ama posso suggerire il Trabucchi per esempio. Il Torrente lo ritengo estremamente semplicistico, a tratti persino incompleto. Ma ovviamente le opinioni sono di tutti. Io non lo consiglierei mai. | |
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Da: ...! | 16/05/2023 16:14:25 |
La riforma Cartabia prefigura lo scenario che nell'articolo è riportato. Sarà legge. Personalmente condivido le preoccupazioni che nell'articolo sono evidenziate. Sarà un marasma totale... Per Civile Gazzoni tutta la vita (per me). | |
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Da: Ducaconte Baladam | 16/05/2023 16:41:29 |
Quali preoccupazioni e quale marasma? | |
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Da: AlfredoCerruti | 16/05/2023 16:54:43 |
@Barclay : concordo appieno sulla scelta del Gazzoni. 'E un testo formativo che , come il Bianca, consente di imparare a ragionare . Il Diritto civile 'e come la matematica. Solo quando si ha una buona conoscenza della materia, delle regole e principi 'e possibile operare tutta una serie di collegamenti tra gli innumerevoli istituti . Ed è ciò che una commissione d'esame di qualità valuta positivamente agli scritti . Non la conoscenza mnemonica dell'ultima sentenza delle SSUU. Quanto ai manuali proposti dai vari corsi , sono testi di portata informativa che fungono da integratori essendo densi di aggiornamenti normativi e giurisprudenziali . Questi ultimi sono sicuramente indispensabili in seconda battuta. Ma se si è un pochino a corto di basi e principi generali non vanno bene . Spesso sono scritti a più mani e risultano alquanto disorganici | |
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Da: e comunque | 16/05/2023 17:59:00 |
Il diritto civile o lo conosci o devi avere chiavi di lettura e affidarti a una scuola. Mica lo puoi imparare in un anno e manco in 3 o 4. | |
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Da: x Teresa1111 | 16/05/2023 18:40:16 |
x Teresa1111: io ho preso un ottimo manuale scritto da un magistrato della Corte dei conti: chiaro, aggiornato, sintetico e che arriva dritto al punto tutto il resto è fuffa | |
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Da: Teresa1111 | 16/05/2023 22:53:52 |
Quale sarebbe questo manuale? Comunque grazie a tutti dei consigli, mi sembra che molti siate orientati sul Gazzoni. Pensavo di iniziare proprio da quello! | |
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Da: Ducaconte Baladam | 17/05/2023 05:50:58 |
@ e comunque : Affidarsi a una scuola per imparare il diritto civile? E quale sarebbe questa "scuola"? | |
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Da: e comunque | 17/05/2023 07:13:38 |
Se il civile non lo conosci o non lo applichi, e vuoi fare un tema da almeno 8 ti devi attrezzare per essere competitivo. Di scuole ce ne sono per tutti i gusti. Anche la peggiore deve accompagnare un libro, altrimenti ti impantani. Il tempo e' limitato. | |
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