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Quanti di voi sono avvocati ma hanno lasciato per un concorso pubblico?
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Da: x tutti14/05/2017 10:59:04
in un certo senso il soggetto che ripete il mantra delle eccellenze avvocatizie ha ragione.

Studiare una vita e poi guadagnare meno di un operaio non è un bel risultato.

Devo anche dire che molti avvocati non hanno proprio voglia di impegnarsi a migliorare la propria condizione e vivacchiano.

questo è molto triste e alla fine non porta risultati per loro, per la società e per il diritto in generale.

La condizione di rassegnazione ed accidia della classe forense non l'ho mai capita.
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Da: laurea in legge carta igienica15/05/2017 15:46:23
250.000 avvocati iscritti all'albo + i praticanti avvocati che premono per entrarvi, cioè altri 100.000 + altri 20.000 l'anno di neolaureati che si iscriveranno a breve nel registro dei praticanti avvocati per iniziare il tirocinio, non sono esageratamente troppi, sono un numero mostruoso di disperati che non ha riscontro in nessun'altra nazione europea e mondiale (altre nazioni che hanno una popolazione superiore a quella italiana, hanno un numero inferiore ad un quarto di avvocati iscritti all'albo).
Prova oggettivo di tale disastro è data dal fatto che al concorsino per 800 cancellieri per il quale è sufficiente un diplometto di scuola superiore, stanno partecipando 150.000 avvocati + 150.000 diplomati.
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Da: ...................16/05/2017 17:38:03
che cazzo si iscrivono a fare all'università? ancora non hanno capito che non serve a un cazzo?
Rispondi

Da: Quelli che oggi si16/05/2017 17:40:43
iscrivono a giurisprudenza devono essere dei dementi patentati (salvo i casi di situazioni alle spalle già avviate). Purtroppo quando illo tempore (1999) lo feci io, s'era totalmente ignari di ciò cui s'andava incontro.
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Da: ...................16/05/2017 17:43:08
ma perchè lettere, sociologia e scienze politiche sono meglio?
Rispondi

Da: No. In linea generale16/05/2017 17:58:14
le lauree dell'area umanistica sono tutte da evitare come la peste bubbonica. Ieri non si sapeva (più o meno), oggi lo si sa e non capisco il seguitare ostinatamente in cotanto autolesionismo. Mah.
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Da: ...................16/05/2017 22:11:05
utilizzano la laurea come morbida carta igienica....
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Da: ironhide17/05/2017 00:31:56
io non vorrei sfatarvi molti miti ma a breve diverse lauree "appetibili" come quelle sanitarie o alcuni rami di ingegneria faranno la fine di quella che era la prestigiosa giurisprudenza negli anni 80/90...è il mercato gente...e i settori che si saturano....
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Da: ...............17/05/2017 10:35:56
giustamente medicina cercano di preservarla non facendo neppure entrare la gente mettendo i quiz di sbarramento..
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Da: laurea in legge carta igienica21/05/2017 18:01:23

gran bretagna
Gli inglesi ci ripensano: troppa enfasi su lavoro e carriera nelle università
Il monito della responsabile dell'Ucas, l'ente che gestisce le ammissioni all'università: «Ragazzi, godetevi gli anni di studio, non pensate già alla carriera»
di Luigi Ippolito
shadow
54

Nelle ultime settimane, in Inghilterra, si è sviluppato un dibattito che, visto dall'Italia, ha un sapore surreale. Succede che la responsabile dello Ucas, il sistema centralizzato di ammissione universitaria - in Inghilterra non ci si iscrive alle università, sono tutte a numero chiuso e si fa domanda di ammissione attraverso un percorso a ostacoli che comincia anche prima dei 17 anni, e tutto passa attraverso lo Ucas - insomma la signora che presiede a tutto questo lancia un grosso sasso nello stagno e dice: ragazzi, basta con l'ossessione della carriera, non guardate agli studi solo come un ponte verso l'occupazione, non lanciatevi subito in un lavoro appena finiti i corsi, godetevi quegli anni, al limite divertitevi, poi tornate a casa da mamma e papà (perché in Inghilterra andare all'università significa uscire di casa), prendete tempo per guardarvi attorno e magari fare qualcos'altro, qualcosa di creativo, prima di chiudervi in un ufficio. In Italia abbiamo il problema della disconnessione fra scuola e mondo del lavoro, della laurea che non serve a trovare un impiego qualificato, della disoccupazione giovanile. In Inghilterra il dramma sembra essere che si trova lavoro troppo presto (e in un'economia che gode della piena occupazione c'è poco da meravigliarsi). Ma la questione toccata dalla responsabile dello Ucas è reale: e cioè la precoce colonizzazione del sistema educativo da parte delle aziende.

Studenti reclutati dalle aziende fin dalle superiori

In Inghilterra le banche d'investimento, le multinazionali della consulenza e dei servizi professionali, i grandi gruppi legali vanno a caccia di talenti nei corridoi universitari. E reclutano fra i giovani che hanno svolto degli stage già durante gli studi. Un anno dopo la laurea quasi tutti lavorano, e lo fanno là dove avevano ottenuto un apprendistato: nelle aziende d'élite la competizione per gli stage è più accesa che per i posti di lavoro. Ormai il setaccio è passato sempre più avanti: se una generazione fa gli stage si facevano dopo la laurea, adesso vengono offerti al primo anno di corso. E ci sono multinazionali che arrivano a reclutare i sedicenni offrendo periodi di prova che possono anche sfociare in una proposta di assunzione.

Il ritardo italiano

Oggi il ruolino di marcia degli studenti è fare uno stage al primo anno, una sostituzione al secondo ed essere assunti subito dopo la laurea. Questo significa passare gli anni universitari a mandare curricula, fare test attitudinali, sostenere interviste. A scapito della passione per gli studi. In Italia giustamente ci si pone il problema di come raccordare scuola e mondo del lavoro. Ma all'estremo opposto del pendolo c'è il caso inglese, dove il raccordo si è trasformato in un abbraccio soffocante. E ora ci si chiede se non sia il caso di mettere tra parentesi l'ossessione del mercato e riscoprire l'importanza della formazione personale, della paideia. Che non è mai fine a se stessa.
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Da: ......................21/05/2017 19:37:01
solo i migliori ricordatelo, solo i migliori...
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Da: mors tua vita mea21/05/2017 22:25:03
Da: ...............    17/05/2017 10.35.56
giustamente medicina cercano di preservarla non facendo neppure entrare la gente mettendo i quiz di sbarramento..
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Da: mors tua vita mea21/05/2017 22:40:53
Da: ...............    17/05/2017 10.35.56
giustamente medicina cercano di preservarla non facendo neppure entrare la gente mettendo i quiz di sbarramento..
Rispondi     
  

Giustamente i baroni luminari della medicina, si accontentano di avere meno galline da spennare nell'attività universitaria, in cambio di minore concorrenza nella libera professione.
I baroni avvocatizi invece spennano per bene lo studente, negli anni migliori della sua vita, illudendolo di entrare a far parte della casta avvocatizia, che in realtà si rivela poi una giungla che assicura un reddito pari ad un quarto di quello di un operaio metalmeccanico.
I baroni notarili sono i più crudeli di tutti. Niente barriere all'università e al tirocinio, salvo poi attribuire l'abilitazione professionale a uno sparuto numero di individui che si tramandano la professione per legami parentali all'interno della BELLA FAMIGLIA.

La casta notarizia è più crudele di quella medica, perchè prima ti fa investire soldi e gli anni migliori della tua vita e poi non ti dà nemmeno l'abilitazione ad esercitare come gli avvocati, che prima o poi riusciranno ad affigere la loro targhetta all'ingresso del loro studio, ricorrendo se necessario all'esame in Spagna o in Romania. I camici bianchi oggettivamente sono più seri, con il numero chiuso all'università non ti illudono e nemmeno ti fanno sprecare soldi e gli anni migliori della tua vita per diventare un professionista proletario.
Rispondi

Da: Sap 21/05/2017 23:20:43
Concordo a medicina almeno non li prendono in giro e poi c'è da dire che non permettono ad università telematiche come pegaso, cepu, di rilasciare il titolo di laurea. La laurea in Giurisprudenza ormai è stata  umiliata, ma chi dovrebbe intervenire se ne sbatte totalmente.
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Da: ......................22/05/2017 00:27:15
il livello scadente di tanti avvocati si spiega anche col fatto che molti di questi signori non dovrebbero neppure arrivare a prendersi la laurea.. le università dovrebbero essere molto più selettive e invece li mandano avanti facendo il loro male perchè si illudono, pensano di essere capaci ma poi il mondo dell'avvocatura li rimbalza via...
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Da: matematica22/05/2017 07:20:06
No, No, il mondo dell'avvocatura non li rimbalza via.
La casta notarizia, ci mette una pezza, dopo l'apertissima laurea in legge ed il successivo apertissimo tirocinio biennale, anch'esso a numero aperto, facendo abilitare non più di 500 sogetti ogni 3 anni, allineandosi a posteriori nei confronti dei dottori  30-35enni a quello che fanno i medici molto prima, nei confronti degli studenti 18enni con l'università a numero chiuso.
Il mondo avvocatizio invece non presenta nessuna barriera: università aperta, pratica forense aperta, esame di abilitazione senza numero chiuso, che ha portato al numero esorbitante di 250.000 avvocati. Nella sola Roma ci sono più avvocati che in tutta la Francia, la quale una popolazione di 80 milioni ben superiore ai 2 milioni di Roma.
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Da: laurea in legge carta igienica27/05/2017 08:57:03
Abogados-avvocati, il ministero cancella oltre 300 abilitazioni

Diventare avvocati senza esame di Stato, passando per Madrid, non è più possibile. Il ministero della Giustizia, con il rigetto di 332 riconoscimenti di titoli abilitativi acquisiti nella pensola iberica, ha di fatto chiuso la partita dopo la stretta che proprio la Spagna ha operato a partire dal 2011. Una partita che ha permesso di diventare avvocati senza esame di Stato, attraverso una semplice (seppur verosimilmente costosa) trafila burocratica che si snoda su quattro passaggi.
Rispondi

Da: laurea in legge carta igienica28/05/2017 08:44:47
Viva il numero chiuso e l'università cattiva
L'accesso libero alle università è solo uno specchietto per le allodole che serve a spostare il momento della selezione - classista, sessista e razzista - oltre l'università e non fa altro che conservare ancora meglio il controllo elitarista della società

In Italia ciclicamente si torna a parlare dell'eterna lotta tra due idee contrapposte: quella delle università ad accesso libero contro quella dell'università a numero chiuso. Sulla carta la linea rossa che le divide sembrerebbe sancire la differenza tra i progressisti democratici e i conservatori elitisti. Da una parte, infatti, sembrerebbero ritrovarsi i difensori della libertà, della democrazia e delle pari opportunità tra cittadini; dall'altra, al contrario, i difensori del privilegio, della classe, del censo e, più in generale, di una società piramidale e rigidamente divisa tra ricchi e poveri, sia in termini economici che di istruzione.

E proprio qui ci troviamo, oggi, a pochi giorni dall'annuncio dell'Università di Milano di aver approvato l'introduzione del numero chiuso anche nelle facoltà umanistiche dell'Università, seguita dalle proteste degli studenti e anche dalla scelta della ministra Fedeli di schierarsi contro la decisione del Senato accademico, approvata con 18 voti a favore, 11 contrari e 6 astenuti. Anche le associazioni studentesche hanno protestato, supportate da alcuni insegnanti, che si sono uniti alla protesta per difendere il diritto allo studio, ovvero uno dei pilastri su cui si basa la libertà e democraticità del nostro paese.

Eppure, nonostante queste premesse che porterebbero chiunque creda nella democrazia e nella libertà dell'individuo a parteggiare per l'accesso libero, se si osserva la questione con lucidità e senza l'ansia da tifo e la paura della complessità che sempre si accompagna a queste battaglie campali, ci si accorge che il campo è praticamente invertito. O meglio, che la difesa strenua dell'accesso libero non solo è una battaglia di retroguardia, ma è anche un'arma a doppio taglio che fa molto più comodo alle classi dominanti che a quelle subalterne.

L'accesso libero è uno specchietto per le allodole dietro a cui si cela il modo migliore per tenere la società legata ai modelli classisti, razzisti, sessisti e elitaristi. Ed è a tutto vantaggio delle classi dominanti. E il numero chiuso, al contrario e forse un po' controintuitivamente, garantisce la libertà di autorealizzarsi e di autodeterminarsi a tutti secondo le proprie possibilità. Alla base della difesa strenua di una cosa come l'accesso libero, che in realtà significa il suo contrario, ci sono degli errori di interpretazione.

    L'accesso libero è uno specchietto per le allodole dietro a cui si cela il modo migliore per tenere la società legata ai modelli classisti, razzisti, sessisti e elitaristi

Il primo è il legare la possibilità alla sua realizzazione, il che porta a pensare che la concessione a chiunque di una possibilità di realizzazione equivalga a concedere a tutti la realizzazione. Ma non è così. Sarebbe come dire che dare la possibilità a tutti di comprare un biglietto della lotteria equivalesse a dare a tutti la libertà di diventare ricchi, mentre non c'è gesto meno libero che quello di affidare i propri sogni di realizzazione a una lotteria.


Il terzo errore di interpretazione è l'illudersi di poter eliminare gli elementi classisti, razzisti, sessisti ed elitisti della nostra società soltanto concedendo anche ai figli delle classi subalterne di studiare. Anche qui, non è così. Affollare le università pubbliche significa depotenziarle e spostare il filtro dell'elitarismo oltre l'università.


    L'accesso libero è esattamente come la promessa di un paradiso dove gli ultimi saranno i primi.




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Da: SostienePereira  -banned!-28/05/2017 12:22:42
avremo dottori di ricerca, avvocati, specializzati in professioni legali che faranno gli assistenti giudiziari, una qualifica in cui resistono ancora persone assunte con la terza media. Vero che da una sputtanatissima università come la nostra non è detto che escano tutti PhD meritevoli di fare ricerca, ma insomma sembra evidente la sproporzione tra il bagaglio culturale e la posizione professionale offerta dal mercato del lavoro pubblico. Ma tant'è, 1350 euro/mese facendo l'avvocato non è facile metterli insieme, e quindi...
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Da: laurea in legge carta igienica28/05/2017 16:54:06
Invece di perdere soldi e tempo in 5 anni di università inutile, fare 2 anni di schiavetto di studio gratis per il tirocinio obbligatorio, affrontare spese di codici e libri e un ulteriore anno di studi per svolgere l'esame di abilitazione di avvocato i cui scritti, che si svolgono a dicembre di ogni anno, vengono corretti dopo 7 mesi e dopo un altro quadrimestre ti chiamano per l'orale, era meglio fare un concorso di bidello, ufficiale giudiziario, carabiniere o assistente amministrativo dopo il diploma.
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Da: impiegato_comunale 28/05/2017 18:14:37
quello che ho fatto io. Concorsi comunali subito dopo il diploma. Pochi anni di concorsi e sono entrato di ruolo. Sempre pensato che l'università è tempo e soldi buttati via.
Rispondi

Da: Onfalos 28/05/2017 18:17:10
Sì, ma senza laurea non puoi ambire ai concorsi più remunerativi e prestigiosi.
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Da: laurea in legge carta igienica28/05/2017 20:37:28
I concorsi più remunerativi e prestigiosi solo uno su mille li vince.
Per gli altri che sono la stragrande maggioranza rimangono le briciole, per le quali basta un semplice diploma.
Rispondi

Da: Onfalos  28/05/2017 20:40:06
Non dire boiate, per tutti i concorsi da funzionari ci vuole la laurea.
Rispondi

Da: laurea in legge carta igienica02/06/2017 12:25:13
Ti sei chiesto quanti diplomati progrediscono in carriera e fino a quali vertici mediante i concorsi interni nella pubblica amministrazione?????
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Da: Io da avvocato non02/06/2017 15:23:42
ci stavo con le spese, ora ho convertito lo studio legale in uno studio di cartomanzia e gli affari vanno benone
Rispondi

Da: Devo però aggiungere02/06/2017 15:25:49
che tra i cartomanti e gli astrologi solo le eccellenze guadagnano bene a arrivano a comprarsi la BMW, gli altri vanno a fare i concorsi per fattucchieri falliti
Rispondi

Da: niet02/06/2017 15:57:15
x sap
intanto cepu non è un'università telematica
è ovvio che medicina non può essere svolta come università telematica: la pratica come la fai? con la webcamera?
ma tu lo sai che in alcune telematiche (ho scritto alcune) il titolo di studio te lo sudi esattamente come nelle statali?
Rispondi

Da: laurea in legge carta igienica03/06/2017 13:55:43
Perchè in giurisprudenza la pratica come la fai?
Potevano fare l'università di medicina telematica e poi alla fine far svolgere la pratica nell'ultimo semestre dell'ultimo anno in uno studio medico, in una clinica o in un ospedale.
La differenza di regime dipendente dalla diversa prospettiva delle rispettive lobby.
Quella avvocatizia si approfitta nello sfruttare i laureati in legge gratis con il tirocinio obbligatorio per legge per accedere all'esame di abilitazione, il quale un minimo di selezione la svolge.
Quella medica, siccome il neolaureato che deve specializzarsi e deve essere pagato a 2000 euro al mese, ritiene opportuno e conveniente già eliminare la concorrenza, con il numero chiuso all'università.
Quest'ultima strada la ritengo meno crudele perchè a 18 anni, anche se ti precludono di diventare medico, hai tante altre possibilità davanti.
I guai sono per gli aspiranti avvocati a 30 e oltre anni.
Rispondi

Da: laurea in legge carta igienica03/06/2017 16:53:33
Un argomento affrontato a viso aperto durante l'ultimo convegno organizzato dal sindacato degli avvocati MGA, quello della tutela di situazioni professionali ambigue, collocate tra il lavoro autonomo (apparente) e il lavoro subordinato (effettivo). A denunciare la necessità di un intervento normativo che disciplini certi abusi è l'avvocato Antonio Coriolano, referente MGA per il foro di Trani.

"La premessa è d'obbligo. Parlo della mia categoria, soprattutto dei giovani avvocati e non della mia situazione personale.
Venerdì scorso, 26 maggio, ho assistito al convegno organizzato da MGA (sindacato di cui faccio parte) in cui si parlava di lavoro nero negli studi legali. Ho notato con piacere che molti colleghi erano presenti ed hanno apprezzato la bontà del tema. Esiste da un decennio la figura dell'avvocato monocommittente e tale figura deve essere regolamentata. Qualche collega ha negato tale figura, facendo finta di non vedere o di non sapere. Addirittura, qualcuno ha parlato dell'avvocato monocommittente, inquadrandolo come sfigato, grigio, incapace di avere clienti. Insomma un impiegato di basso livello che deve ringraziare il suo sfruttatore per quei 4 soldi che percepisce. Si, sfruttatore. Perché non si può definire dominus (parola che personalmente odio e che significa letteralmente padrone) chi ti riconosce 500 euro al mese, pretendendo che tu faccia 9 ore al giorno di lavoro, occupandoti indistintamente di udienze, cancelleria ed atti vari. Dietro questa figura si cela l'avvocato monocommittente, quello che tutti i santi giorni, anche quando non c'è udienza, deve andare in studio dal suo dominus perché deve scrivere un suo atto o andare in cancelleria. E per cosa? per 500 euro. Niente ferie, niente, malattia, niente palestra, niente caffè con un proprio cliente o amico. Niente di niente. Roba da pazzi. Roba da 3 euro l'ora.

Qualcuno rinfaccia l'uso di una stanza e delle utenze. La stanza e le utenze valgono 1000 euro? Non credo proprio. Questi colleghi, con gli anni, non cresceranno mai, non potranno mai avere una propria clientela, MA NON PER COLPA LORO, semplicemente perché lavorano 40 ore a settimana per un altro collega schiavista, per clienti che non conoscono, perché non decidono le strategie, perché non imparano a chiedere i soldi, perché non affrontano udienze importanti. Semplicemente perché non fanno gli avvocati, non esercitano la libera professiona, ma sono avvocati monocommittenti, spesso con partita IVA con sole 12 fatture del mesimo importo. Quelle che fanno al loro caro e furbacchione dominus. Questi colleghi li vogliamo tutelare? Noi di MGA vogliamo introdurre nell'avvocatura una legge che inquadri queste figure professionali, così come avviene per gli ingegneri, gli architetti, i medici. Vogliamo introdurre la figura dell'avvocato dipendente. Nessuno obbliga nessuno. Molti, come me, continueranno a fare la libera professione, sudando, trovando clienti e collaborazioni professionali. Però credo che sia più che giusto che chi voglia essere dipendente di un collega anziano possa rivendicare il diritto ad un salario/stipendio equo con il conseguente riconoscimento di tutti i diritti che spettano ai lavoratori. Il collega anziano, liberamente, sceglierà se avvalersi di giovani collaboratori o ritornare di mattina nelle aule di tribunale per discutere le cause e nel pomeriggio a scrivere gli atti. Nel futuro prossimo vorrei più diritti e meno privilegi. A partire dalla mia professione".
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