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POER Agenzia delle Entrate
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Da: In effetti  1  - 08/06/2019 14:16:17
Di chi è il copyright del FARLOCCO?

Da: Si08/06/2019 14:30:08
Pettirossi e un bravo funzionario che io conosco di persona e qualche sindacato avrebbe potuto fare a meno di strumentalizzare una frase  che noi vediamo scritta in molti edifici dell' Italia del Nord. Farebbe meglio il sindacato a occuparsi di altri problemi molto più importanti quali la procedura Poer.

Da: A tutt''ora 08/06/2019 14:30:41
Manca una parola di farlocco sul ricorso

Da: lambada  -banned!- 1  - 08/06/2019 14:36:23

- Messaggio eliminato -

Da: Benito.. 08/06/2019 14:50:19
Ma il quadro con la frase di Mussolini era stato messo da una nuova POER?
Qualcuno conferma?

Da: A tuttora 08/06/2019 14:50:55
Manca una parola di farlocco

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Da: A tuttora 08/06/2019 14:54:36
Manca una parola di poer etti

Da: W Poer etti 08/06/2019 15:20:07
È l'aratro che traccia il solco ma è la spada che lo difende". Si tratta di una delle frasi più celebri tra quelle attribuite a Benito Mussolini, che il duce avrebbe pronunciato in un discorso del 1934. La stessa frase che alcuni impiegati dell'Agenzia delle Entrate di Genova hanno trovato incorniciata in una stampa appesa al muro dell'ufficio di un dirigente dell'Ufficio territoriale di Genova 2, a Sampierdarena. La targa si trova a fianco di quella contenente la foto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La denuncia è arrivata alla segreteria genovese della Cgil, che ha espresso in un comunicato il suo sdegno sulla vicenda.

"Abbiamo ricevuto la segnalazione dai lavoratori che presso l'Ufficio Territoriale di Genova 2 dell'Agenzia delle Entrate, un Dirigente della stessa, ha affisso, allestendo il suo ufficio, una stampa con la scritta 'L'aratro traccia il solco, ma è la spada che lo difende', frase riferibile a Benito Mussolini, pronunciata in un suo discorso del 1934. Atti simili sono un segnale di ignoranza per quanto tragicamente accaduto durante la dittatura fascista. Auspichiamo un immediato intervento dei Direttori Regionale e Provinciale dell'Agenzia delle Entrate volto, oltre a porre immediato rimedio, a prendere le distanze da quanto accaduto", si legge nella nota diffusa dalla sigla sindacale. Che poi, come riporta Primocanale, ha aggiunto: "Si tratta di una grave offesa ai principi di libertà e democrazia sanciti dalla nostra Costituzione, nata dalla lotta di Liberazione antifascista, nel cui alveo agisce la pubblica amministrazione, con il fine di operare per conto dello Stato per rendere esigibili quei principi. Atti simili che, oltre a offendere i lavoratori ed i cittadini tutti, recano discredito sulla pubblica amministrazione vanno condannati e non si devono più ripetere".


Da: Fate 08/06/2019 15:22:33
Invece la grave offesa delle procedure Poer non la vede la ca ga il...

Da: Gli indignati  1  - 08/06/2019 15:34:21
Fatemi capire, come mai stavolta la ferita brucia cosi tanto? In passato con le nomine decise dall'alto nessuno protestava. Perche'? Perche' magari leccando e millantando qualcuno poteva aspirare ad una nomina. Con le poer invece c'era il baluardo delle prove scritte, che ha messo a nudo le lacune di molti, mentre autentici sconosciuti ma persone in gamba ce l'hanno fatta. Ripeto...molti dei detrattori delle poer hanno partecipato alla procedura e invece di interrogarsi sul.loro fallimento, riversano odio e invia nei confronti dei colleghi!

Da: Ciro.  1  - 08/06/2019 15:35:08
++++A BREVE BANDO DI MOBILITÀ INTERCOMPARTIMENTALE VERSO AGENZIA DOGANE++++

++++600 POSTI DISPONIBILI PER TERZA AREA FUNZIONALE+++++

++++300 POSTI DISPONIBILI PER SECONDA AREA FUNZIONALE++++

Da: Par condicio 08/06/2019 15:38:21

- Messaggio eliminato -

Da: Per passare in  1  - 08/06/2019 15:40:08

- Messaggio eliminato -

Da: Bah..  1  - 08/06/2019 15:44:17
Mi fate morire con le vostre certezze... ma secondo voi il Tar si prende la responsabilità di sospendere tutto dopo che sono già partite.. e se poi la corte da ragione all'agenzia...

Da: X gli infignati  1  - 08/06/2019 15:44:35

- Messaggio eliminato -

Da: Gnazio  1  - 08/06/2019 15:54:20
in agenzia entrate rimarranno solo quei 4 matusa dei dirigenti, le loro concubine POER e gli sfigati animali da soma artt. 17 e 18...

:-)

Da: Frazier08/06/2019 15:56:55
Sono i benvenuti

Da: Lucy in the sky with diamonds  1  - 08/06/2019 15:58:05

- Messaggio eliminato -

Da: Che cazzo vi scaldate tanto per 2 lire 08/06/2019 16:03:49
I componenti del Consiglio superiore della magistratura coinvolti nel caso Palamara perdono soltanto il "gettone"


Altro che linea dura. I quattro membri del Consiglio superiore della magistratura inciampati nelle intercettazioni del «caso Palamara», scoperti mentre partecipavano alle cene con Luca Lotti in cui si spartivano le poltrone degli uffici giudiziari, sono in questo momento «autosospesi» dal Csm. Cosa significhi in concreto è presto detto: sono pagati senza lavorare. Non partecipano ai lavori delle commissioni, non si presentano al plenum. Se ne stanno a casa loro. E a fine mese prendono lo stipendio.

Antonio Lepre, Corrado Cantoni, Paolo Criscuoli (di Magistratura Indipendente) e Gianluigi Morlini (di Unicost) hanno respinto bruscamente l'invito esplicito dell'Associazione nazionale magistrati e quello - altrettanto netto, anche se implicito - del Quirinale a dimettersi dal Csm per salvaguardare l'immagine dell'istituzione. Lo hanno fatto perché le dimissioni suonerebbero come una ammissione di colpevolezza, e i quattro rivendicano la propria innocenza, sostenendo che Luca Lotti - il plenipotenziario di Renzi sul fronte delle nomine - si materializzò a fine cena senza essere stato annunciato. «Siamo vittime di una caccia alle streghe», dice Criscuoli. Posizione legittima. Ma non è irrilevante il fatto che evitando di dimettersi i consiglieri continuano a prendere lo stipendio. Certo, prenderebbero lo stipendio ugualmente se si dimettessero, come ha fato il loro collega Luigi Spina, e tornassero negli uffici di provenienza. Ma in quel caso dovrebbero lavorare.

La «autosospensione» ha, economicamente parlando, una sola conseguenza: la perdita dei gettoni di presenza, che sono collegati alla partecipazione dei lavori e delle commissioni. Venalità a parte, la scelta dei quattro consiglieri solleva un tema rilevante: la sostanziale inamovibilità dei membri del Csm. Se l'organismo di autogoverno dei giudici si è trasformato nel corso degli anni in un potere irresponsabile, sottratto a qualunque controllo, è anche per questo. E dovrà farci i conti anche il presidente Mattarella, i cui propositi di «tolleranza zero» rischiano di andare a sbattere contro le garanzie di cui godono i membri del Consiglio.

Nella giornata di giovedì, davanti alle richieste di dimissioni che venivano dai magistrati di mezza Italia, è dovuta intervenire Alessandra Dal Moro, consigliere Csm di Magistratura democratica, con una mail indirizzata alla base. È un documento interessante, perché fa capire che o i diretti interessati scelgono di togliere il disturbo dimettendosi, o mandarli a casa è impossibile.

La Dal Moro spiega che la «autosospensione» è solo un termine giornalistico, e che per i quattro si tratta di «volontaria astensione dei consiglieri coinvolti dalle attività consiliari». Una effettiva sospensione dalla carica o una decadenza definitiva sarebbero possibili solo in cinque casi. Assai ardui (e in alcuni casi del tutto impossibili) da verificarsi.

Primo caso: il magistrato sottoposto a procedimento penale per un reato non colposo può essere sottoposto a «sospensione facoltativa», ma serve un voto del Plenum a scrutinio segreto e con una maggioranza dei due terzi: improbabile. Secondo caso, la sospensione automatica in caso di procedimento disciplinare con sospensione dalle funzioni o dallo stipendio: ipotesi impossibile, perché i membri del Csm non sono considerati in servizio attivo e quindi non possono essere sottoposti a procedimento disciplinare. Terzo caso: la decadenza in caso di condanna disciplinare a una sanzione più grave dell'ammonimento: vedi sopra. Quarto caso, la decadenza in caso di condanna penale irrevocabile: che, visti i tempi della giustizia, arriva solo quando il membro ha già finito il suo mandato.

Resta il quinto caso: sospensione se il consigliere finisce in galera. Vabbé, almeno in quel caso si può cacciarlo. Provvisoriamente.

Da: Che cazzo vi scaldate tanto per 2 lire 08/06/2019 16:08:06
A Luigi XVI gli fanno un baffo!

Da: Giusta constatazione 08/06/2019 16:19:15
Finalmente qualcuno se ne accorge ma sono solo un anello della lunga catena di STRAPAGATI a seguire: Parlamentari, Presidenti ed ex, tutto il personale dei palazzi, la manutenzione degli stessi, in Sanità medici della mutua, Sindaci grandi città, funzionari di regione, uffici e dipartimenti belle arti, dirigenti musei, l'elenco è lungo. Risultato 2 lavorano e 8 sono fannulloni cronici.

Ed io aggiungerei: dirigenti delle Agenzie Fiscali e poer (emanazioni degli stessi).

Da: X il manager che firma 100 accertamenti  1  - 08/06/2019 16:19:53
Oltre ai 30000 ml euro  perché si fa male al.polso per firmare 100 accertamenti che altri fanno, gli spetta anche il premio del.15% perché convalida ferie e permessi. Mamma mia come si fa

Da: Giusta constatazione 08/06/2019 16:21:29
Un essere vivente prima di morire si riempie di parassiti che accelerano il processo.

Da: Giusta constatazione 08/06/2019 16:22:34
Poi arrivano gli avvoltoi e le iene.

Da: ......x.08/06/2019 16:40:32
Agenzia dell'Entrate, dirigente appende frase del Duce in ufficio. La segnalazione dei dipendenti, la denuncia della Cgil
aratro spada frase duce agenzia entrate
"L'aratro traccia il solco, ma è la spada che lo difende", in bella vista vicino al ritratto del presidente della Repubblica

Genova. Una frase storica e "famosa" di Benito Mussolini, appesa in bella vista nel nuovo ufficio, a fianco al ritratto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Questa è la denuncia che arriva dalla Cgil, diffusa a seguito della segnalazione di alcuni dipendenti dell'Ufficio Territoriale di Genova 2 dell'Agenzia delle Entrate riguardo ad un dirigente che, allestendo il suo ufficio, ha appeso una stampa con la scritta "L'aratro traccia il solco, ma è la spada che lo difende", frase riferibile a Benito Mussolini, pronunciata in un suo discorso del 1934.

"Si tratta di una grave offesa ai principi di libertà e democrazia sanciti dalla nostra Costituzione, nata dalla lotta di Liberazione antifascista, nel cui alveo agisce la Pubblica Amministrazione, con il fine di operare per conto dello Stato per rendere esigibili quei principi - scrive il sindacato nella nota stampa - Atti simili che, oltre ad offendere i lavoratori ed i cittadini tutti, recano discredito sulla Pubblica Amministrazione vanno condannati e non si devono più ripetere. Sono segno di una "ascendenza" politica sconfitta e condannata dalla storia e segnale di ignoranza per quanto tragicamente accaduto durante la dittatura fascista".
E poi l'appello: "Auspichiamo un immediato intervento dei Direttori Regionale e Provinciale dell'Agenzia delle Entrate volto, oltre a porre immediato rimedio, a prendere le distanze da quanto accaduto".

Da: Mah 08/06/2019 17:12:00
Non si capisce il senso di appendere una frase simile in ufficio..forse serve per scoraggiare istanze di rimborso?

Detto questo, quel tipo è morto oltre 70 anni fa.
Forse leggendo un quadretto appeso in ufficio resusciterà?? Ma va..

Ma Con che faccia questi sindacalisti dicono di parlare a nome dei cittadini e dei lavoratori? Chi rappresentano, o meglio quanti rappresentano?
Hanno forse richiesto a qualcuno un parere su questa presa di posizione?

Tutto sto rumore per coprire il nulla assoluto che fanno (profumatamente pagati con ore e ore di distacco).

Inutili!

Da: Proiezione procedura poer  1  - 08/06/2019 17:13:47

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Da: Prima di appendere 08/06/2019 17:18:01

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Da: Qualcuno ha notizie  1  - 08/06/2019 17:20:22

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Da: Poer etti 2  - 08/06/2019 17:26:53

- Messaggio eliminato -

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