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Sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale - illegittimità incarichi dirigenziali
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Da: scaldabagno 2  - 30/05/2018 16:00:17
Zanetti: sui dirigenti delle Entrate niente soluzioni simili a quelle già bocciate dalla Consulta

�«L'ho detto da subito e lo ripeto: una soluzione va trovata in tempi rapidi, ma spero veramente che nessuno all'interno dell'Agenzia e del Mef pensi anche solamente di riproporre soluzioni normative analoghe a quelle del 2012 già sonoramente bocciate dalla Corte costituzionale. Sarebbe semplicemente folle, oltre che un prezzo troppo elevato da far pagare alla credibilità di tutto il governo e della maggioranza per la scarsa avvedutezza di pochi rispetto a un problema che era noto da tempo e poteva benissimo essere affrontato prima che scoppiasse l'emergenza�». È quanto afferma Enrico Zanetti, segretario di Scelta Civica e sottosegretario all'Economia, intervenendo sulla questione dei circa 800 dirigenti dell'agenzia delle Entrate a cui si sommano altri 400 delle Dogane, le cui nomine sono state dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale.

�«Sarebbe peraltro il caso - conclude Zanetti - mentre cerchiamo doverosamente di trovare le opportune soluzioni, che cominciassimo anche a cercare di individuare le responsabilità, perché ce ne sono�».

Tra le ipotesi circolate, come anticipato dal Sole 24 Ore, ci sarebbe quella di prorogare (secondo alcune voci anche di due anni) la validità degli incarichi fino ad oggi conferiti per poi portare a termine rapidamente un concorso aperto anche a soggetti esterni alle agenzie fiscali. Con una riserva (il sindacato avanza l'ipotesi di un 30%) per i dirigenti �«incaricati�» così come per quelli rimasti finora al palo perché si sono visti occupare la casella da un collega sulla base di una �«chiamata�» e non di un concorso.

Un'operazione che dovrà sfuggire a nuovi rilievi della Corte costituzionale così come all'ipotesi di nuovi stop di Tar e Consiglio di Stato. Ma già i sindacati avanzano delle riserve. Ad esempio, Dirpubblica sottolinea che �«in algebra zero moltiplicato per una qualsiasi quantità è pari a zero (0 incarichi nulli x 2 anni= 0) e qualsiasi cosa venga fatta in questo senso è incostituzionale�».

Il segretario nazionale con delega alle agenzie fiscali della Ugl-Intesa Fp, Giuseppe Piccione, si chiede invece chi pagherà i danni della situazione che si è venuta a creare. �«La firma su delega è prevista e gli atti firmati dai "nominati" non crediamo possano essere contestati - rimarca la nota diffusa dalla sigla sindacale - ma la domanda che ci poniamo è: con che criteri sono stati scelti i funzionari da nominare, dato che non hanno partecipato a nessun concorso pubblico? La Ugl-Intesa condivide le parole del direttore delle Entrate, Rossella Orlandi, che dichiara che senza queste nomine l'Agenzia avrebbe avuto un blocco, ma ribadiamo di volere conoscere quali siano stati i criteri adottati nelle scelte. Considerato che in Italia la meritocrazia nella Pubblica amministrazione è tanto declamata quanto non considerata�».

Intanto negli uffici...
Per fronteggiare ogni possibile intoppo, in molte sedi periferiche le funzioni dei dirigenti in procinto di essere retrocessi a funzionari è scattato l'interim dei direttori. Una mossa per garantire al massimo sia la validità degli atti emessi che le singole posizioni.
C'è poi un'altra strada allo studio: la reggenza, almeno finché non si concluda il concorso.

Da: Gyik55 2  - 30/05/2018 16:01:00
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Da: belloschifo30/05/2018 16:01:42
bello schifo

Da: anti antares30/05/2018 16:12:37
Saranno dimostrabili le tue ( che non hai mai, peraltro, esposto...), coglioncello ignorante...!
Intanto Borghi, Bagnai, Cesaratto, Sapir, Krugman ecc la pensano in tal senso...
Vedi te, coglionazzo...

Da: sfa30/05/2018 16:13:07
Anti non arrabbiarti le cose non le capiscono sono solo funzionari che, se laureati in economia, hanno preso il titolo ripetendo a memoria gli appunti. E poi l'economia è una materia difficile.

Da: Bull. 30/05/2018 16:16:56
Zanetti dice che vi sono RESPONSABILITÀ per l'attuale situazione dei dirigenti che certamente vanno. attribuite a chi ha bloccato lo SCORRIMENTO per assegnare dal 2000 in poi incarichi risultati ILLEGITTIMI . Giustissimo.Facciamo nomi e cognomi.

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Da: IL GIOCHINO DI MATTY & CO ORMAI è CHIARO.... 2  - 30/05/2018 16:27:21
No alla dittatura dello spread
Il Presidente della Repubblica sta cercando in queste ore di varare un governo con a capo un uomo proveniente dal Fondo Monetario Internazionale, che molto probabilmente non avrà nemmeno la maggioranza parlamentare. Un governo che nasce esplicitamente in ossequio alle politiche della Unione Europea e dell'Euro ed in contrasto esplicito a chiunque osi solo criticarle.
Come SGB non possiamo tacere su ciò che sta avvenendo nel nostro paese dove le più importanti istituzioni riconoscono come sovrane esclusivamente le decisioni di organismi che hanno prodotto decenni di politiche liberiste contro i lavoratori e contro chi è rimasto schiacciato dalla competizione economica globale.
Le politiche di austerity della UE, della BCE , del Fondo Monetario Internazionale e dei governi che li sostengono, sono state accompagnate in questi decenni dalla non belligeranza e a volte dal consenso esplicito dei maggiori sindacati del paese. Non ci meraviglia quindi che Cgil, cisl e Uil abbiano immediatamente sostenuto la scelta del presidente Mattarella di negare l'accesso al governo ad un ministro, proveniente dall'establishment ma critico con le attuali politiche monetarie europee. In questo dimostrano coerenza.
Che questo sia avvenuto con un ministro indicato da una forza politica con risvolti razzisti e xenofobi, contro cui noi ci battiamo quotidianamente, non cambia di una virgola la gravità dell'accaduto che va contro chiunque voglia rimettere in discussione accordi internazionali che hanno distrutto ogni autonomia decisionale in materia di economia,welfare, politiche del lavoro.
Le preoccupazioni dei mercati, la dittatura dello spread hanno la meglio sulla volontà popolare. E' forse questa la repubblica nata dalla Resistenza al nazi fascismo?
Non una parola è stata detta da coloro che difendono la scelta di Mattarella, contro l'obbligo di pareggio del bilancio in Costituzione, non una parola contro l'anticostituzionale riforma delle Province (il No al referendum contro la riforma della Costituzione avrebbe dovuto indurre a cancellare anche la Del Rio).
Forze sindacali, incapaci perfino di opporsi all'innalzamento dell'età pensionabile contro cui non hanno fatto nemmeno un'ora di sciopero.
Siamo il paese del paradosso dove grande parte della cosiddetta sinistra, o quanti ne sono eredi, stanno dalla parte dei poteri forti ma non si fanno problemi a schierarsi contro gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici
La nostra lotta contro la riduzione del potere di acquisto di salari e pensioni, il saccheggio della spesa pubblica tra privatizzazioni e tagli, la chiusura degli spazi di democrazia, passa anche contro chi vuole imporre la dittatura del mercato e della finanza. Chiunque esso sia.
______________________________________________
SGB - Sindacato Generale di Base, Milano Viale Marche 93 20159 Milano Tel. 0249766607 - fax 0238249352  www.sindacatosgb.it  nazionale@sindacatosgb.it

Da: Anti antares 2  - 30/05/2018 16:34:17
Io so tutto


Prrrrrrrrrrrrrttttt

Da: anti-antares x anti antares 30/05/2018 16:38:11
Non ho detto cio'...Ho fatto una critica al modo di porsi dei piu'...e alla presenza di "falle" interpretative...Null'altro...

Da: anti antares x antiantares x anti antares30/05/2018 17:07:29
mi si stanno confondendo le idee

Da: ITALIA SCHIAVA MICA DI ROMA 2  - 30/05/2018 17:08:11
Dobbiamo essere grati al tedesco Gunther Oettinger (CDU) per aver detto apertamente una spiacevole verità: "I mercati… insegneranno agli italiani a non votare per i partiti populisti". I veri amici sono quelli che ti mettono di fronte la realtà. La verità ci farà liberi. Angela Merkel aveva ricordato il giorno prima: "Anche con la Grecia di Tsipras all'inizio fu difficile, poi ci accordammo". Poi… dopo che gli spread avevano piegato i greci ribelli, e consegnato al Consiglio Europeo un Primo Ministro greco in ginocchio. Piangendo implorò pietà per il suo popolo, e salvò il posto, ma dovette ingoiare condizioni durissime. Una scena che ricorda quando Marco Aurelio (179) o Costanzo II (369) ricevevano i capi germani sconfitti.

Il significato delle parole di Oettinger è questo. "Gli italiani non sono un popolo libero, sono in una gabbia; e quanto più si lanciano contro le sbarre, tanto più si fanno male; i colpi che si infliggono sono il migliore modo per indurli a non riprovarci più". Rimuovere questa semplice realtà per noi è disastroso. Tutti i politici italiani hanno protestato, ma con motivazioni diverse. Per il Pd (e alcuni eurocrati): "Sono dichiarazioni soprattutto stupide". Ovvero: "molto meglio evitare, oltre il danno, anche le beffe", per non aizzare gli italiani, complicando il lavoro ai secondini. 


Matteo Salvini invece mischia indignazione e sorpresa. Pochi giorni prima - al "No" di Mattarella su Savona - aveva detto: "Oggi ho scoperto che gli italiani non sono liberi". Oggi? Dov'era in tutti questi anni? Dov'era nel luglio 2015, quando il Ministro delle Finanze tedesco Schaeuble disse al Consiglio Europeo che il trattamento riservato alla Grecia era "un avvertimento a tutti i populisti europei"? In realtà, Oettinger rende più difficile credere che un "governo del cambiamento" da un giorno all'altro porterà facilmente, basta volerlo, l'Italia fuori dalla gabbia degli spread: e magari anche tutti in vacanza al mare.

Ha protestato anche Mattarella: ha fatto benissimo a difendere l'onore dei suoi concittadini. Ma qui emerge una contraddizione fatale: sua, e di quei filo-euro che chiamano Di Maio e Salvini (e Savona) "bugiardi". Il Capo dello Stato, spiegando perché non autorizzava la nascita del governo gialloverde, ha sostenuto che se costoro volessero uscire dall'euro (e dal ricatto spread) devono dirlo apertamente in campagna elettorale. Sembra una cosa buona giusta e democratica… Ma il Presidente ha anche detto di voler bloccare Savona non per la linea politica  - facessero quel che volessero, per carità: infatti non aveva obiezioni su Giorgetti -, ma perché Savona aveva detto apertamente in passato che forse, in certe condizioni, sarebbe meglio uscire dall'euro; e ciò avrebbe provocato una disastrosa crisi finanziaria. Ma delle due l'una: bisogna dirlo apertamente o no?

Da: salvini con il governo tecnico30/05/2018 17:08:56
sputtanato

Da: The public manager30/05/2018 17:09:17
Un governo di manager unica soluzione alla crisi.

Da: Gyik55 2  - 30/05/2018 17:09:19
Matteo Salvini invece mischia indignazione e sorpresa. Pochi giorni prima - al "No" di Mattarella su Savona - aveva detto: "Oggi ho scoperto che gli italiani non sono liberi". Oggi? Dov'era in tutti questi anni? Dov'era nel luglio 2015, quando il Ministro delle Finanze tedesco Schaeuble disse al Consiglio Europeo che il trattamento riservato alla Grecia era "un avvertimento a tutti i populisti europei"? In realtà, Oettinger rende più difficile credere che un "governo del cambiamento" da un giorno all'altro porterà facilmente, basta volerlo, l'Italia fuori dalla gabbia degli spread: e magari anche tutti in vacanza al mare.

Da: il pirata orbo30/05/2018 17:20:49
siamo sbarcati sull'isola del Gabbiano subito dopo la terza luna
arrivati in 101 abbiamo in fretta occultato tutto, ma un indizio ci è sfuggito

eravamo tutti raccomandati e ci hanno sgamati.

Da: The public manager30/05/2018 17:21:57
Il ritorno alla lira equivarrebbe ad una patrimoniale (non tanto) occulta dall'ammontare imprevedibile (a mio avviso di almeno il 50/60%) checchè ne dicano Bagnai, Borghi, Krugman, ecc.

Da: 🌹30/05/2018 17:22:34
Che bravi.

Da: anti-antares x the public manager 30/05/2018 17:36:39
Cazzate.Se il passaggio alla nuova moneta si fa bene ( apprestando idonei correttivi ) si recuperera' parte del potere di acquisto perso con l'euro.Non dimentichiamo che grazie all'euro e' andato distrutto circa il 30 per cento della nostra capacita' produttiva.Tutto cio' per carenza di domanda aggregata e alto indebitamento privato cagionati dall'euro ( che e', per noi, una moneta "straniera", privata e troppo forte in rapporto alla nostra economia reale ).Piuttosto, nel 2002 venne pagata una patrimoniale implicita...soprattutto dai detentori di reddito fisso e dai pensionati...Pertanto, di cosa parliamo?
P.s: Svalutazione e inflazione non vanno a braccetto - vedasi quanto accadde all'atto della nostra uscita dallo sme "credibile".

Da: The public manager30/05/2018 17:42:02
L'unica strada è l'aggiustamento strutturale del ns sistema economico per adeguare la ns competitività a quello delle economie più forti.
Al momento non esistono alternative.
Come fu detto al momento dell'entrata nell'euro "l'euro è il chiodo nella roccia che ci aiuterà ad arrampicarci o che servirà per impiccarci".

Da: La Serva della Gleba 30/05/2018 18:27:47
Chi l'avrebbe mai detto che pm sillaba di economia?

Da: La Serva della Gleba 30/05/2018 18:30:13
Da https://www.nextquotidiano.it/spread-bce-italia/

il complotto della Bce sullo spread - estratto

Laura Castelli e le banche che fanno salire lo spread
Last but not least arriva Laura Castelli del MoVimento 5 Stelle che ha dichiarato ieri in un'intervista all'Huffington Post chje non solo l'aumento dello spread è dovuto al rallentamento (nei fatti non dimostrato se non addirittura inesistente) del Quantitative Easing maa anche dal fatto che le banche italiane hanno rallentato se non sospeso l'acquisto di BTP.

Riassumendo: lo spread raggiunge livelli che non si vedevano da anni per la scelta di Mattarella di incaricare un governo che non avrà la maggioranza?
«Sì, ma non solo. Abbiamo anche altre notizie, che oggi ci sono state confermate».
Ovvero?
«I dati delle ultime settimane confermano che la Bce e le banche italiane hanno rallentato se non sospeso l'acquisto di Btp sul mercato italiano contribuendo all'aumento dello spread. Domani c'è un'asta da 7 miliardi. Chi li comprerà? Le banche italiane che non hanno più liquidità?»
Mi scusi, di che stiamo parlando?
«Di un Quantitative Easing che si va indebolendo proprio nel momento in cui dovrebbe essere rinforzato per mettere in sicurezza la stabilità dell'eurozona».

Il fatto curioso è che la deputata del MoVimento 5 Stelle - quelli che tutelano i risparmi degli italiani nel contratto di governo - chieda alle banche italiane di usare i soldi dei cittadini italiani per acquistare titoli di Stato in questa situazione.
Davvero c'è un nesso di causa-effetto tra il Quantitative Easing e la salita dello spread?
Bisogna poi tenere conto di altri fattori. Il primo è che le risorse della BCE non sono illimitate (dal 2015 il QE è "costato" duemila miliardi di euro) e che quelle risorse sono di tutti i paesi europei. Il secondo è che la BCE non può comprare solo titoli di Stato italiani ma deve garantire il sostegno agli altri paesi dell'Eurozona. Sull'argomento è intervenuto anche Stefano Martinazzi, dottorando di ingegneria gestionale del Politecnico di Milano che su Facebook ha spiegato che è un errore affermare l'esistenza di una correlazione tra l'aumento dei tassi d'interesse e dei differenziali col bund e un (presunto) calo negli acquisti settimanali di titoli da parte della BCE.

Per dimostrarlo Martinazzi posta due grafici, il primo è lo storico del programma EAPP della Banca Centrale Europea (noto come Quantitative Easing).
https://www.nextquotidiano.it/wp-content/uploads/2018/05/minenna-bce-titoli-di-stato-spread-4.jpg

Nonostante il dimezzamento a gennaio 2018 - scrive Martinazzi - lo spread ha continuato a ridursi, ed il dimezzamento [degli acquisti con il QE] fu annunciato ad ottobre 2017.

https://www.nextquotidiano.it/wp-content/uploads/2018/05/minenna-bce-titoli-di-stato-spread-5.jpg

Quest'altro grafico mostra invece come, sempre rispetto all'andamento dello spread Bund-Btp, il picco di questi giorni sia particolarmente improvviso e non possa essere certo dovuto alla - presunta - riduzione degli acquisti in una settimana. Per fare un confronto un aumento così istantaneo e repentino non si era visto nemmeno nel 2011 (durante una crisi politica molto grave) o nel 1992 quando l'Italia dovette uscire dallo SME. Tutto sta ad indicare che la responsabilità della situazione attuale sia meramente e principalmente politica.

Da: The public manager 2  - 30/05/2018 18:31:11
Un po' mi ami Serva. Dimmi la verità?
Mi desideri anche?

Da: X The public manager 30/05/2018 18:42:55
Ci stanno già pensando con cottarelli FMI... Pirla! Mica pensano a te

Da: La Serva della Gleba 30/05/2018 18:44:04
Public io non amo nessuno, sono un indice sintetico.

Da: La vita  tutta un quiz30/05/2018 18:48:54

- Messaggio eliminato -

Da: La Serva della Gleba 30/05/2018 18:51:32
Sul sole24ore di oggi.. ma preciso che non ci credo, mi sembra impossibile che i nostri governanti ci vogliano così male..

Uscire dall'euro? Cosa succederebbe a stipendi, pensioni, mutui e bollette
Cosa accadrebbe se l'Italia uscisse dall'euro? Quale sarebbe il contraccolpo su stipendi, risparmi, pensioni, mutui, inflazione e spesa al supermercato?
Proviamo per un attimo a mettere da parte i colossali e pressoché insolubili problemi iniziali, dal quadro giuridico all'inevitabile fuga dei capitali (menzionata anche dal famoso "piano B" firmato da Paolo Savona, che ha studiato seriamente gli esempi della dissoluzione dell'Impero Austro-ungarico e dell'Unione Sovietica), fino alla possibilità più che concreta che l'Italia finisca in default.
Senza contare gli almeno 350-400 miliardi di euro che il nostro Paese dovrebbe pagare immediatamente perché in enorme deficit nel Target 2, il sistema di pagamenti delle banche centrali dell'eurozona. Fino alla prospettiva della stessa disgregazione dell'Unione monetaria.
Scogli insuperabili, prospettive sudamericane che nessuno vorrebbe vivere sulla sua pelle. Ma facciamo un piccolo esercizio d'accademia per capire come sarebbe l'Italia nella fantascientifica ipotesi di un ritorno alla lira, pianificata e composta anche se organizzata all'improvviso per non creare crisi di liquidità (come prevedeva il "piano B").
Uscire dall'euro: cosa succede all'inflazione
Libera dai vincoli comunitari, Bankitalia inizierebbe a stampare selvaggiamente moneta per sostenere il debito pubblico. Con un primo importante risultato: ritorneremmo all'inflazione a doppia cifra, quella che chi ha i capelli grigi ha già toccato con mano negli anni Settanta e Ottanta (quando sorpassò il 21%). Il caro vita farebbe volare i prezzi dei generi di consumo, schiacciando a terra il potere d'acquisto degli italiani, come potrebbero agevolmente raccontare i poveri venezuelani che pagano una sigaretta circa il 12% del loro stipendio minimo mensile. I prezzi di generi alimentari e materie prime importate andrebbero infatti alle stelle.

Il carovita rappresenterebbe insomma una colossale tassa patrimoniale sul collo degli italiani, soprattutto quelli con entrate fisse, facendo a pezzi il potere d'acquisto di stipendi e pensioni. Sempre che gli stipendi esistano ancora, poiché l'impennata dei costi di finanziamento delle aziende manderebbe al tappeto investimenti e imprese stesse, con il risultato di far impennare la disoccupazione. Della nuova lira ipersvalutata, infatti, incasserebbero qualche misero vantaggio solo le imprese che esportano prodotti a basso valore aggiunto, le quali comunque dovrebbero fare i conti con la perdita del potere d'acquisto delle famiglie italiane e la crisi dei consumi (ma anche con la necessità di adeguare gli stipendi alla corsa dell'inflazione, problema attuale del presidente argentino Macri). Chiunque desideri raccogliere capitali sui mercati internazionali a tassi accettabili, probabilmente sposterà l'azienda all'estero.
Uscire dall'euro: cosa succede a immobili, mutui e bollette
Anche i mutui immobiliari, dovuti a banche che probabilmente sarebbero state in buona parte nazionalizzate per garantirne la sopravvivenza, esploderebbero per l'effetto inflazione, per l'effetto tassi ma anche per l'effetto cambio: essendo stati stipulati in euro, diventerebbero sempre più cari perché la nuova lira difficilmente riuscirebbe a mantenere il passo con la vecchia moneta unica, resa forte dalla presenza della Germania nell'unione monetaria.
Stendiamo un velo pietoso sul capitolo bollette, visto che non siamo autosufficienti dal punto di vista energetico e che comprare elettricità e gas sui mercati esteri, con una lira svalutata, costerebbe un capitale (che poi finirebbe nelle bollette).
Uscire dall'euro: cosa succede a risparmio e investimenti
Anche i titoli di Stato perderebbero rapidamente valore, divorati dall'inflazione, mentre ovviamente il debito pubblico italiano diventerebbe sempre più difficile da collocare, con i mercati in grado di imporre tassi d'interesse enormi per prestare soldi all'Italia della nuova lira. Una valuta a livelli di fragilità simili a quelli del peso argentino e della lira turca, in caduta libera proprio nelle ultime settimane. Diventeremmo insomma un Paese emergente, in un triste tango a braccetto con Buenos Aires.

Da: Fate 30/05/2018 19:09:53
Non ho i mezzi di anti ho fatto i miei studi ragioneria economia e commercio e corso concorso a sspa ma penso che quando si é  in una posizione di inferiorità come la nostra rispetto a Franci è Germania o si subisce sempre i loro diktat, tipo bullismo, o ci si ribella rischiando  di gustarne tante. Altre vie non ci sono.
Una cosa potrebbe fare il nuovo governo togliere subito il pareggio di bilancio

Da: Fate 30/05/2018 19:10:40
Buscarne

Da: x serva 2  - 30/05/2018 19:29:13
L'indice ficcatelo nel culo!!!!

Da: x serva 2  - 30/05/2018 19:39:48
Avete rotto il cazzo con le vostre teorie economiche e con l'attuale situazione politica!! Parlate dell'Ae e della situazione in cui versa, porca puttena!!!!!

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