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Da: Enema16/12/2009 15:36:49
PARERE II*
Al fien di una corretta disamina del parere proposto alla mia attenzione preme preliminarmente tracciare i profili della presente problematica:
L'anello anticoncezionale ha lo stesso meccanismo d'azione della pillola, ma, al contrario di essa, non interferisce sul peso corporeo. E' bene però precisare che questo vantaggio non vale sempre in quanto le pillole anticoncezionali di ultima generazione non fanno ingrassare. Rispetto alla pillola anticoncezionale ha però altri vantaggi: risente meno del rischio di dimenticanze o ritardi di assunzione, delle variazioni dell'assorbimento intestinale e permette inoltre di assumere dosaggi bassissimi pur mantenendo un buon controllo del ciclo.

L'anello contraccettivo ormonale vaginale offre un discreto controllo del ciclo mestruale, è semplice da usare e presenta una bassa incidenza di effetti collaterali come: tensione mammaria, mal di testa e nausea. E' un anello trasparente e flessibile fatto di materiale anallergico, atossico, biocompatibile (Etilene Vinilacetato- EVA) e va cambiato una volta al mese.

Sul mercato italiano è possibile trovare il NuvaRing, un anello anticoncezionale che contiene due ormoni simili a quelli contenuti nella pillola: etinilestradiolo (estrogeno) e etonogestrel (progestinico). A differenza della somministrazione orale, tramite pillola contraccettiva, l'anello rilascia dosaggi bassissimi e costanti dei due ormoni attraverso la mucosa vaginale, una via ideale per la somministrazione di terapie ormonali in ginecologia ed ostetricia.

Grazie all'anello, l'assorbimento degli ormoni è più rapido e, a differenza della somministrazione orale, si salta una fase di "primo passaggio epatico", un passaggio che può essere fonte di maggiori effetti collaterali, interazioni con farmaci e controindicazioni. Un altro vantaggio dato dalla modalità di assunzione degli ormoni riguarda l'efficacia contraccettiva, essa è infatti garantita anche in caso di vomito e diarrea, situazioni che invece ne compromettono l'efficacia in caso di assunzione per via orale.

Come si usa l'anello anticoncezionale?

A differenza di altri metodi anticoncezionali come ad esempio la spirale, l'anello anticoncezionale va inserito in vagina e rimosso direttamente dalla donna. Bisogna ricordarsi che la rimozione va effettuata lo stesso giorno della settimana in cui era stato inserito. Se per esempio l'anello contraccettivo viene inserito il venerdì intorno alle 21.00, bisogna ricordarsi di rimuoverlo intorno alle 21.00 del venerdì della terza settimana successiva, per facilitare il compito è bene prendere un appunto sul calendario o segnarsi un promemoria sul cellulare.

L'anello deve essere quindi mantenuto in sede per tre settimane, poi segue una settimana di pausa senza l'anello dove compariranno le pseudomestruazioni. Nel caso in cui l'anello venga accidentalmente espulso, esso può essere lavato con acqua fredda o tiepida e deve essere reinserito immediatamente.

Prima di iniziare ad utilizzare l'anello contraccettivo è bene valutare le possibili controindicazioni con il proprio ginecologo. Per esempio bisogna escludere una possibile gravidanza in corso, eventuali malattie dell'apparato cardiocircolatorio, diabete o una ridotta tolleranza agli zuccheri, eventuali tumori maligni dell'apparato genitale e della mammella, ecc.. Infine, se si decide di adottare questo metodo anticoncezionale, è consigliabile smettere di fumare.

Da: la matta16/12/2009 15:37:37
per avviso ai colleghi    http://www.youtube.com/watch?v=4Rin98-pa4Y

Da: fidanzata16/12/2009 15:37:49
potenza?

Da: DOMAMDA16/12/2009 15:37:55
vorrei sapere x che ora finiscono a potenza..sapete qualcosa???

Da: Napoli:tranquilli16/12/2009 15:38:10
LA STORIA DI NAPOLI è UNA GROSSA BUFALA .... INVEZIONE DI UN CAZZARO.....

Da: fidanzata16/12/2009 15:40:44
per "domanda": da quanto ne sò a Potenza hannocominciato alle 10:30 ma non ho altre notizie...

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Da: Giudeo sapiens16/12/2009 15:40:46
TESTO DEFINITIVO PARERE N.1
Occorre risolvere la seguente questione giuridica: quella se il delitto relativo alla falsa attestazione del privato ex art. 483 cp concorra con il delitto di falsita’  per induzione in errore del pubblico ufficiale nella redazione dell'atto pubblico ex art. 48 e 479 cp al quale l'attestazione inerisca e quali siano le condizioni per la configurazione di questo secondo reato, in presenza (o meno) del primo.
Pochi personaggi omosessuali hanno lasciato nella storia un'eco scandalosa quanto un oggi oscuro sacerdote bresciano del Settecento, don Giuseppe Beccàrelli. Il processo che lo vide protagonista fu soggetto di sermoni, invettive, memoriali, sonetti, medaglie commemorative, stampe popolari e perfino un quadro "a futura memoria". Tutti ne parlarono, e ancora decenni dopo i fatti esso veniva citato come esempio e monito.

Certo, di solito don Giuseppe è citato nei libri di storia bresciana solo come infame eretico, ma dallo studio delle fonti appaiono verità ben più "eterodosse" e "scandalose".

Padre Giuseppe Beccarelli nacque a Pontoglio, un comune vicino a Brescia intorno al 1666. Di origini modeste, nulla sappiamo dei suoi studi. Sappiamo però che acquisì nome e credito sul finire del 1600, con l'apertura, presso il palazzo del nobile Cesare Martinengo a Brescia, di un collegio sul modello di quello dei gesuiti.

Il collegio ebbe molta fortuna e in breve fu frequentato da giovani nobili bresciani e non. Beccarelli parve possedere un talento particolare nell'educazione dei giovani, tanto che un manoscritto afferma che un collegiale non voleva tornare presso i suoi genitori per un periodo di vacanza per stare vicino all'educatore. Don Giuseppe divenne pure il confessore di molte giovani nobildonne.

La fortuna nell'organizzazione del collegio e le amicizie altolocate incominciarono però a procuragli inimicizie soprattutto tra i "concorrenti": i Padri filippini e i gesuiti. Non mancò allora chi spargesse la voce che l'educazione dei suoi allievi non andava esente da sospetti di eresia quietistica.

Scattò così una prima inchiesta nei suoi confronti, che si interruppe solo per la morte del vescovo Gradenigo, nel 1698. Ma già nel 1701 le voci e le manovre erano riprese a tal punto che l'educandato venne chiuso per intervento del governo veneziano.

Beccarelli s'adoperò con tutte le sue facoltà per riaprire il collegio. Dedicò al vescovo di Brescia Dolfìn una commedia intitolata La metamorfosi della modestia (inedita sino ad oggi)[1], e forte dell'appoggio dei nobili bresciani riuscì nel suo intento: il collegio riaprì sotto il nome e la direzione di un sacerdote suo discepolo.

Nel 1706, dopo due anni di vacanza del soglio vescovile cittadino, fu eletto il cardinale Giovanni Badoér, molto vicino ai gesuiti. La nuova lotta contro l'eresia colpì infine il nuovo collegio Beccarelli, chiuso il 30 maggio 1708 su ordine del Podestà bresciano. Dopo cinque giorni il prete fu arrestato e condotto dapprima "in un luogo segreto" e poi in un torrione del castello di Brescia, dove fu custodito a vista e dove gli fu proibito di scrivere lettere.

Nell'aprile dell'anno successivo si aprì infine il processo nei suoi confronti. Beccarelli ritenne che i giudici ecclesiastici fossero mal disposti verso di lui e tentò una mossa disperata e controcorrente, per quei tempi, chiedendo di essere processato dai tribunali laici anziché dal tribunale ecclesiastico. Ma il Senato di Venezia (città sotto il cui dominio si trovava allora Brescia), per intercessione dell'Arcivescovo stesso, respinse la richiesta.

Messo alle strette e rimasto solo Beccarelli confessò una vasta serie di proposizioni ereticali, ma questo non bastò a Badoer, che lo fece torturare perché confessasse altro ancora.

Alla fine del processo Beccarelli fu costretto ad abiurare in pubblica piazza e condannato il 13 settembre 1710 a sette anni di galera. Il 17 luglio 1711 il Consiglio dei Dieci di Venezia vagliò il processo e ne inasprì la pena, condannandolo al carcere a vita.

E nei Piombi, uno dei carceri di "massima sicurezza" del Palazzo Ducale di Venezia, Padre Giuseppe Beccarelli morì, il 5 luglio 1716.

I suoi due fratelli Bernardino e Giambattista cambiarono il cognome in Beltrami: a tal punto ormai il nome stesso era disonorante.

Questo è l'iter giudiziario, quello che di solito riportano i libri di storia bresciana. Ma come si spiega il fatto che la pena di sette anni affibbiatagli dall'Inquisizione, che aveva giurisdizione sul reato d'eresia, sia stata mutata in carcere a vita dal Consiglio dei Dieci, che aveva giurisdizione su reati penali? Che reato si sommava a quello di eresia?

Ce lo spiega un manoscritto conservato presso la Biblioteca Civica Di Brescia [2] che ci informa del fatto che tra i reati imputati al Beccarelli ci fosse quanto segue: "con X [dieci, Ndr] dei suoi collegiali arrivando sin a metter loro in bocca il membro virile insinuando non per ciò  peccato, che li timori da loro suggeriti erano scrupoli mossi dal demonio per far perdere la pace dell'anima" .

Tra le dichiarazioni che il prete ammise, sotto tortura, di aver fatto, appare poi anche l'affermazione "Che il matrimonio è il sacramento dei porci, che bisogna obbedir al direttore anco nelle cose repugnanti, che li bacci, tatti disonesti, pollutioni, adulteri, commerci carnali ed altre simili sensualità dishoneste con le persone dell'uno e dell'altro sesso non siino peccati" .

Beccàrelli fu dunque un mostro che violentava gli studenti o un outsider di troppo successo, trasformato per questo solo fatto in vittima sull'altare sacrificale della Chiesa cattolica?

Forse né l'uno né altro. Perché se forse non fu un mostro, non fu neppure un angelo innocente.

Alcuni suoi discepoli "...ravveduti, si condussero spontanei a confessare quanto sapevano..." e pareva che tali confessioni fossero perdute, non essendovene tracce nelle biblioteche di Brescia. Tuttavia dall'Archivio di Stato di Venezia [3] ne sono emerse alcune, ricopiate per consentire al Consiglio dei Dieci di emettere la propria sentenza.

Così, il 28 giugno 1708, il padre Francesco Bargnani testimoniò al tribunale di Venezia: Tre o quattro anni fà, cioè quando fu soppresso il collegio del S e D Giuseppe Beccàrelli in Brescia, d'ordine pubblico [per ordine delle autorità], io mi trovavo qui nel nostro Collegio della Salute per accidente in camera del padre Domenico Aldegieri, (...) e discorrendo seco da soli della detta sopression di Collegio mi disse che l'aspettava molti anni prima, e richiesto da me della cagione rispose così: "Perché ritrovandomi io in Brescia appresso i signori Aldigieri, uno dei figlioli di detto signor Aldigieri, ch'era in collegio del detto Beccarelli, non voleva ritornar più in detto collegio, adducendo per motivo la corruttela della disciplina con cui ivi si viveva, e raccontò che detto Beccarelli, chiamatolo un giorno a conferenza spirituale, gli comandò per prova d'ubidienza di soffrire [subire] attioni di peccato nefando [sodomia, omosessualità], dicendogli che si sciogliesse e calasse le braghezze [braghe, pantaloni].

Al che il figliolo, ripugnando [rifiutando] con dire che non voleva commettere tal peccato, soggionse il detto Beccarelli che tal'atto non era peccato, ma il figliolo repplicò, anche piangendo, che non voleva fare tali cose se prima non si consigliava col suo padre spirituale.

Allora il Beccarelli gli dimandò chi fosse il suo padre spirituale et egli rispose a [sic] un Prete della Congregazine di San Filippo Neri, detto della pace. Allora il detto Beccarelli, stato alquanto sopra di sé, disse al sudetto figliolo che non occorreva consigliarsi col padre spirituale, havendo a lui fatta questa dimanda solamente per provarlo". Così mi parlò il detto padre Aldigieri.

Il 3 luglio dello stesso anno fu interrogato padre Domenico Aldigieri:

"Undici o dodici anni fa in circa (che può esser più o meno), mentre io era di stanza a Salò un mio cugino che si chiama Domenico Aldigieri, bresciano, ch'era stato nel collegio del medesimo Becarelli ed adesso è medico di professione, e non sò se stia in Brescia o sia  condotto in alcuna di quelle terre del Bresciano, mi raccontò, non mi ricordo se in Brescia, in Salò o in quelle vicinanze, parmi [mi pare] da soli, che mentre stava alunno del detto Collegio andò una notte da lui il detto Becarelli al di lui letto, e voleva o vederlo nudo o andar in letto seco [con lui], o altra cosa di male che precisamente non mi ricordo, e solo sò che il mottivo (sic) per il quale era andato non era buono, per quanto mi diceva detto signor Domenico.

E mentre [poiché] esso haveva della repugnanza, detto Beccarelli li disse che si ricordasse di quel che si era letto di un santo, che si lasciava veder nudo, o andar nudo per le strade.

Insomma, Beccarelli angelo non fu. Tant'è che tra i numerosi motivi per cui fu condannato figurano i seguenti:

1) Che hebbe con un giovane prattica impura [rapporti sessuali] per molto tempo, a cui insegnò e fece credere che li atti disonesti che commetteva seco, cioè baci, toccamenti, polluzioni sino in bocca del medesimo, non erano peccati, e che però [perciò] non se ne doveva confessare, dicendoli che se li veniva qualche scrupolo per le suddette cose era una tentazione del Diavolo per levarli la pace dell'anima. Lo depone con giuramento l'istesso giovine. (...)

9) Che persuaso un giovine a riceverlo per padre spirituale, li dimandò se caso havesse commandato spogliarsi nudo sarebbe stato pronto à farlo, e rispondendo esso di sì li disse che mostrasse il suo passerino, o sia membro virile. Al che egli obbedì, e lo toccò et abbracciò, e per il corso di due o tre anni, dopo la conferenza spirituale fatta in camera sua lo toccava disonestamente, baciava, et abbraciava.

Et palesandoli esso giovine il scrupolo che ne aveva, li disse, per quietar la sua coscienza, che haveva usati seco [con lui] simili atti puramente per veder se haveva qualche difetto di rottura nelle parti pudende, e che dovesse quietarsi, senza pensar ad altro. Lo depone con giuramento esso giovane, ch'è personna nobile e religiosa.

10) Che admesso in camera sua un altro giovine per far conferenza spirituale, dopo la medesima li pose la mano nelle parti vergognose usque ad pollutionem [fino all'eiaculazione], et un'altra volta essortando il medesimo all'obbedienza, li slacciò i calzoni e tentò di sodomitarlo.

Anche in campagna faceva tirar la buschetta [tirare a sorte con la paglia] alli giovani, per far toccar la sorte à chi doveva andar seco [con lui] a dormire.

Lo depone con giuramento esso giovine, ch'è persona nobile etc...

Eretico e sodomita, padre Beccarelli non avrebbe lasciato traccia, come tanti altri suoi colleghi che riuscirono a "farla franca".

A distanza di trecento anni la necessità del ricordo non ha l'intenzione di una riabilitazione postuma, ma vuole solo ricollocare i tasselli di una storia omosessuale obliata impunemente e non a ragione da storici volutamente poco attenti.

Gli omosessuali ci sono sempre stati, i problemi erano diversi in passato ma le sofferenze umane simili: non possono essere dimenticati.

Quell'uomo ammanettato e dallo sguardo torvo, per quanto indegno, era uno di noi.



Da: vale16/12/2009 15:42:49
ma a Napoli non è successo assolutamente nulla!!!..

Da: sannita 7716/12/2009 15:43:35
Anche nel padiglione C????

Da: sandro16/12/2009 15:45:02
Al moralista di turno( quello che si chiama avviso ai colleghi) che, forse dimentica di essere stato anche lui un praticante, di essere stato maltrattato ed umiliato, in unidenza ed allo studio, di aver penato senza uno spoiccio in tasca per due anni, di aver studiato e lavorato gratis per tutto e per tutti. Credo proprio che, se lui è nato figlio di papà deve dire grazie ai suoi genitori che gli hanno pagato anche la carta igienica per pulirsi il suo fortunato c...... Io non sono nato figlio di papà e, credo c he la maggior parte dei ragazzi che stanno facendo l'esame in tutta italia non siano figli di papà. Allora, un momento di gioia e felicità, a parere mio, è consentito darglielo ma, soprattutto, aiutarli a superare questo esame. Se lo meritano per i due anni di sacrifici che hanno fatto. Se hai qualcosa in contrario, il moralista lo puoi fare facendoti inetrvistare in televisione. Lascia libero questo forum perchè noi, dobbiamo renderci utili per altri colleghi che lo chiedono.
Ti vorrei rispondere con la unica parola universale che conosco e che comincia per......... ma non lo faccio perchè, non ti meriti neppure quella.  

Da: bari16/12/2009 15:47:51
a che ora finiscono??
QUALCUNO MI RISPONDA PER FAVORE...

Da: e ru dito16/12/2009 15:48:05
La traccia sviluppata in pillole su:
Rocco Siffredi (born Rocco Antonio Tano, 4 May 1964)[1] is the stage name of an Italian pornographic actor, director and producer of pornographic movies. As of 2005, he has starred in more than 1,300 pornographic films.

Siffredi's screen name was reportedly inspired by a character from the movie Borsalino (1970), "Roch Siffredi", played by Alain Delon. He is also known as the "Italian Stallion", a reference to his penis size.

Da: Picasso16/12/2009 15:49:41
Sapete cosa succede a lecce? mi dicono che c'è un casino. Se sapete niente vi prego di informarmi.

Da: marta16/12/2009 15:51:51
scusate qualcuno sa quali sono gli elementi del reato art 73 dpr 309/90 (relativo alla traccia 1)

Da: lia16/12/2009 15:52:01
Anche io non ammetto questi moralismi,fin quando però si parla di gente che ha buttato il sangue per professione...invece sono d'accordo nel non aiutare le centinaia di dipendenti pubblici in corsa solo per il titolo!!

Da: Allah16/12/2009 15:52:05
siete tutti matti. che foro delle vergogne.

Da: la matta16/12/2009 15:52:29
nel padiglione c a napoli volano cuolli e cazz

Da: max 200916/12/2009 15:52:43
avvocato non era x te ma per avviso ai colleghi..comunque vaff.ulo pure ate!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Da: sarparello16/12/2009 15:53:20
@ avviso ai colleghi
ho superato l'esame l'anno scorso, ma sono qui nel tempo tra le udienze e lo studio per aiutare i ragazzi che sono dentro a passare un esame stupido nella sua concezione ed impostazione.
Io penso che tu quando scrivi un atto o un parere (ammesso e non concesso che tu ne scriva) utilizzi strumenti di documentazione giurica e dottrinale, valutando criticamente quali sono gli element utilòi, tra quelli ritrovati. Poi usi sicuramente un PC per scrivere e, quindi, se sbagli o vuoi raffinare un concetto, ci metti 3 nano secondi, mentre con la penna ci metti un secolo. Quindi usi i normali strumenti che usa un avvocato. Lì dentro tutto ciò non è possibile, quindi suppliamo in questo modo. Tu formalmente ai ragione, commettiamo un reato, ma sostanzialmente... devi solo andare a cagare!!!!!!!!!!!!!!

Da: Prince16/12/2009 15:54:34
AMMAZZA E QUANTI CAZZARI CI SONO CHE NON HANNO DA FARE UN CAZZO NELLA VITA!!!

Da: el cono16/12/2009 15:55:11
noooo.....a Napoli nel padiglione "C" volano i colli di ca..z....a Napoli non si capisce niente uomini impazziti e donne inviperite..Commissari che hanno ricevuto l'annunciazione dell'Arcangelo Gabriele....aahhaahahahaha RILASSATEVI!!!!!!!!Quanto ad avviso ai colleghi.....ma lo sapevi che copiano anke al concorso in magistratura......???!!!

Da: la matta16/12/2009 15:55:20
cmq la nstoria del padiglione c pare in parte sia vera...ho appena contattato un collega che mi ha confermato

Da: cas-sandro16/12/2009 15:57:59
è incredibile......travolti da ub'euforia baccanale, tutti i presenti al padiglione c  a napoli han trasformatoi l'esame in un culto orgiastico baccanale

Da: monetina16/12/2009 15:58:32
indipendentemente da quelli che ora si sono rilassati ed hanno voglia di scherzare, il compito da noi suggerito ai nostri colleghi che si trovano all'interno non gli garantisce minimamente la promozione anzi.....se l'esame fosse una cosa seria e meritocratica, non ci sarebbe bisogno di adoperare questi mezzi...ma se uno tiene al titolo deve fare il possibile per averlo.

Da: marcos7516/12/2009 16:02:14
HO LETTO QUESTE CONCLUSIONI, C'è UN PENALISTA CHE MI DICE SE è IL CASO DI INSERIRLE O MEGLIO STARE SUL SEMPLICE, GRAZIE

Sicuramente, invece, Sempronio dovrà rispondere del reato di cui all’art. 73 del DPR 309 del 1990, in quanto in casa sua sono stati rinvenuti mg 800 di eroina, suddivisa in due involocri, ed un bilancino di precisione. Infatti, sebbene, la quantità di stupefacente ritrovata sia inferiore ai limiti massimi indicati con decreto del Ministro della Salute, previsti allo stesso art. 73, co. 1 bis lett. a), non vi è dubbio che il rinvenimento del bilancino e la suddivisione in due involucri integrino le circostanze, previste dal secondo periodo dell'art. 73, co. 1 bis lett. a), per cui la modica quantità ritrovata non appare destinata ad un uso non esclusivamente personale;
Sempronio soggiacerà quindi alla pena, da uno a sei a anni e della multa da euro 3.000 a euro 26.000, di cui al 5° comma dell'art. 73 del DPR 309/90, essendo stata trovata in casa sua una modica quantità di stupefacente, che integra sicuramente la lieve entità dei fatti prevista dal comma 5 per l'applicazione della pena ridotta rispetto a quella prevista al primo comma dello stesso articolo. così come stabilito nella sentenza del 1994 n. 6339 della Corte di Cassazione

il rinvenimento di dosi parcellizzate, bilancino per la preparazione, rende illecita la detenzione di Sempronio che ne risponde in continuazione con la cessione delle due dosi a Tizio e Caio

Da: pollon16/12/2009 16:02:22
cosaaaa è successoooo ne padiglione C a napoli................

Da: pollon16/12/2009 16:08:21
per marcos

io siceramente lo inserire ma con molta attezione in quanto non richiesto dalla traccia...cmq risponde sicuramente anche di 73

Da: SPERIAMO CHE ME LA CAVO16/12/2009 16:09:18
notizie di lecce??per favore fatemi sapere qualcosa

Da: caroli16/12/2009 16:10:10
per cortesia notizie su Napoli..

Da: a domani16/12/2009 16:11:06
Raga a Bari hanno ormai tutto finito, fra poco distribuiranno ai candidati esausti dei bei piatti di orecchiette con cime di rapa...

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