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CONCORSO DS: ORALI IN CAMPANIA
75409 messaggi, letto 1419022 volte

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Da: fuori dal forum08/12/2012 15:25:32
i contendenti!
Rispondi

Da: waiting for....08/12/2012 15:34:34
VATTENE !
Rispondi

Da: mistero......08/12/2012 15:36:32
Gli interventi di prima volta sono sempre misurati, pertinenti e discreti, perciò non mi spiego come mai si trovi quasi sempre d'accordo con waiting, che è irruento e passionale; è comunque preparato e forse su questo e sul tedesco sono in sintonia ma certamente la loro compatibilità finisce qui, non possono avere niente altro in comune.
Infatti sull'uso di - mappina - prima volta non è proprio intervenuta ( o forse è fuori e ha di meglio da fare....), segno che sa dare alle cose e alle persone il peso che meritano.
Rispondi

Da: Waiting for... 08/12/2012 15:39:03
Prima volta non è intervenuta sull'uso di "mappina" perché, siccome è una persona intelligente ed arguta, avrà semplicemente sorriso al gioco di parole. Tutto qui

Adesso vi saluto.

Bye
Rispondi

Da: adesso08/12/2012 15:39:06
lo farete piangere!
Rispondi

Da: via gli abusivi dal concorso08/12/2012 15:43:18
....tutti gli abusivi:
-senza il superamento della preselezione,
-senza il necessario titolo culturale,
-senza il servizio necessario,
-senza una domanda prodotta nei tempi previsti.
Rispondi

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Da: adesso08/12/2012 15:44:06
ti hanno cacciato?
Rispondi

Da: Waiting for... 08/12/2012 15:51:14
Ultima osservazione: continuano a dire le solite corbellerie a proposito degli ABUSIVI. Gli ABUSIVI sono quelli che sono inseriti in elenco in maniera ILLEGITTIMA, perché non hanno superato la prova preselettiva, come mille volte specificato e dettagliatamente chiarito e dimostrato. Gli altri sono ammessi DE IURE, perché hanno dalla loro parte provvedimenti cautelari LEGITTIMI. Oltretutto, a parte l'aspetto legale, determinante tra la definizione di AVUSIVO e "riservista" (la posizione di riservista, chiaramente, è SANABILE o SANATA), anche la logica di un bambino comprende bene che chi NON ha superato una prova del concorso NON può essere equiparato a chi invece HA SUPERATO tutte le prove del concorso.
Quindi, chi continua a sparare sciocchezze del genere, farebbe meglio a tacere, onde evitare ulteriori figuracce.
E ora vado davvero
Bye bye
Rispondi

Da: questa è prima volta08/12/2012 15:52:17
http://www.youtube.com/watch?v=Ot6pSrKT1oc

non può amare una musica diversa.....
Rispondi

Da: avete capito?????08/12/2012 16:01:16
Ultima osservazione: continuano a dire le solite corbellerie a proposito degli ABUSIVI. Gli ABUSIVI sono quelli che sono inseriti in elenco in maniera ILLEGITTIMA, perché non hanno superato la prova preselettiva, come mille volte specificato e dettagliatamente chiarito e dimostrato. Gli altri sono ammessi DE IURE, perché hanno dalla loro parte provvedimenti cautelari LEGITTIMI. Oltretutto, a parte l'aspetto legale, determinante tra la definizione di AVUSIVO e "riservista" (la posizione di riservista, chiaramente, è SANABILE o SANATA), anche la logica di un bambino comprende bene che chi NON ha superato una prova del concorso NON può essere equiparato a chi invece HA SUPERATO tutte le prove del concorso.
Quindi, chi continua a sparare sciocchezze del genere, farebbe meglio a tacere, onde evitare ulteriori figuracce.
E ora vado davvero
Bye bye
Rispondi

Da: Qui ci sono08/12/2012 16:02:33
dei megalomani :

PRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR!
Rispondi

Da: Per te08/12/2012 16:04:07
http://www.youtube.com/watch?v=nIYfSvV2UlI
Rispondi

Da: non puoi amare un''altra musica08/12/2012 16:08:44
http://www.youtube.com/watch?v=pgpcpXCq3mw
Rispondi

Da: si è duplicato08/12/2012 16:17:37
: avete capito?????
waiting =

2 corpi e un'anima!
Rispondi

Da: via gli abusivi dal concorso08/12/2012 16:18:20
Da: Waiting for...     08/12/2012 15.51.14
Ultima osservazione: continuano a dire le solite corbellerie a proposito degli ABUSIVI. Gli ABUSIVI sono quelli che sono inseriti in elenco in maniera ILLEGITTIMA, perché non hanno superato la prova preselettiva, come mille volte specificato e dettagliatamente chiarito e dimostrato. Gli altri sono ammessi DE IURE, perché hanno dalla loro parte provvedimenti cautelari LEGITTIMI. Oltretutto, a parte l'aspetto legale, determinante tra la definizione di AVUSIVO e "riservista" (la posizione di riservista, chiaramente, è SANABILE o SANATA), anche la logica di un bambino comprende bene che chi NON ha superato una prova del concorso NON può essere equiparato a chi invece HA SUPERATO tutte le prove del concorso.
Quindi, chi continua a sparare sciocchezze del genere, farebbe meglio a tacere, onde evitare ulteriori figuracce.
E ora vado davvero
Bye bye

......quindi anche un bambino della quinta elementare, se ha superato la preselezione, non è abusivo e può diventare ds?
Bah!
Rispondi

Da: infatti08/12/2012 16:26:07
mio nipote di 8 anni nelle simulazioni ,imparate a

memoria raggiungeva il 90%,poi agli scritti

avrebbe copiato . Ma la C.I. lo ha tagliato

fuori ..... E'proprio un'ingiustizia........

viva i DS  dei pallini
Rispondi

Da: Waiting for... 08/12/2012 16:29:37
X via gli abusivi dal concorso.

Vedo che sei duro di comprendonio.
Ma rispiego, per chi è duro di comprendonio: possono diventare DS tutti coloro che cono NELLA legge e che HANNO superato le prove concorsuali. I 103 abusivi NON sono nella legge (per via del fatto che il TAR Campania ha, dichiarandosi NON competente a nel giudizio relativo alla sospensiva che aveva erroneamente concesso, ha dichiarato contestualmente la ILLEGITTIMITÀ della stessa sospensiva) e NON hanno superato una prova concorsuale. Gli altri sedici, che sono, questi SÌ, "riservisti" (e la cui riserva si scioglierà a breve) e NON ABUSIVI, come i suddetti 103, possono, per la LEGGE e per la LOGICA, diventare DS. Ho aggiunto che questo lo comprenderebbe anche un bambino. NON ho detto che un bambino può diventare Ds, pur se fosse in grado di superare questo concorso, per il semplice motivo che ad un bambino mancano i requisiti di legge (in PRIMO LUOGO legge EUROPEA; e poi LEGGE nazionale).
Questa è la spiegazione a prova di obiezioni di qualsiasi persona che ha problemi di comprensione.
Ora davvero non rispondo più a sciocchezze di qualsiasi genere.
Bye
Rispondi

Da: io sono idoneo e pleno iure08/12/2012 16:30:08
e voglio essere obiettivo:
qui qualunque cosa dica waiting gli date addosso, dire che chi ha superato preselezione e scritti è diverso da chi ha superato una o nessuna prova, mi pare cosa ovvia. Ma se la dice waiting, apriti cielo....
Poi con - mappina - avete proprio toppato : ma come poteva mai usarla con prima volta, quando si sente a pelle che la venera?
E lasciatelo stare, se lo provocate risponde, è chiaro, ma se lo rispettate, come fanno redpen, vesuvio e prima volta, allora è disponibile e gentile.
E' come siamo tutti, ha un'anima!
Rispondi

Da: Waiting for... 08/12/2012 16:36:43
X io sono idoneo e pieno iure

Ti ringrazio, chiaramente.
Il mio errore, a volte, è quello di rispondere a corbellerie così grosse che non meritano risposta.
In bocca al lupo per l'orale.
Rispondi

Da: waiting for....08/12/2012 16:40:27
Si chiama e si risponde da  solo !!!!!!!!
Rispondi

Da: Per te08/12/2012 16:43:43
http://www.youtube.com/watch?v=-KoGlmMUCAc
Rispondi

Da: pensami08/12/2012 16:45:56
in fondo siamo tutti un po' sospesi e alla ricerca di qualcosa....

http://www.youtube.com/watch?v=PFf6ich3OGI
Rispondi

Da: Per te08/12/2012 16:48:31
Www.trefredey.com
Rispondi

Da: grillo parlante 08/12/2012 16:49:22



Prima prova – 14 dicembre 2011
Dalla scuola delle conoscenze alla scuola delle competenze.
Il candidato, alla luce del dibattito attuale e delle diverse posizioni riportate dalla letteratura, delinei una idea di scuola dell'infanzia e / o di una dei due cicli dell'istruzione sul piano, ordinamentale, pedagogico-metodologico-didattico . Analizzi e descriva altresì le competenze del dirigente scolastico in relazione alla definizione e alla predisposizione di un piano dell'offerta formativa adeguato ai bisogni degli alunni e del territorio, anche tenendo conto delle problematiche dell'integrazione e dell'inclusione.



Il passaggio dalla scuola delle conoscenze alla scuola delle competenze è la conseguenza di un percorso di idee e di azioni generatosi nel contesto europeo dove, agli inizi del terzo millennio, è maturata la consapevolezza che l'UE sarà in grado di affrontare le sfide economiche e sociali del mondo della globalizzazione solo puntando sulla qualità della formazione e curando lo sviluppo di competenze di base dei suoi cittadini, competenze il cui possesso è elemento indispensabile all'esercizio di una cittadinanza attiva della parità di opportunità.
Così, il Consiglio europeo di Lisbona del 2000 indicava la necessità di definire competenze di base da assicurare lungo un apprendimento permanente, i Consigli europei di Stoccolma del 2001 e di Barcellona del 2002 sottoscrivevano gli obiettivi futuri concreti dei sistemi di istruzione e formazione europei, il Consiglio europeo di Bruxelles del marzo del 2005 nel Patto europeo per la gioventù, allegato alle conclusioni, sottolineava la necessità di incoraggiare lo sviluppo comune di competenze di base. Per realizzare una formazione di qualità, orientata al futuro e concepita in funzione delle esigenze della società europea, la Raccomandazione del Parlamento europeo del 18 dicembre 2006 individuava, infine, le otto competenze chiave per l'apprendimento permanente intese come una "combinazione di conoscenze, abilità e attitudini appropriate al contesto, di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personale, la cittadinanza attiva, l'inclusione, l'occupazione". Giacché in Europa i sistemi di istruzione e formazione differiscono, per dar vita a una cooperazione fra istituzioni di Paesi diversi, l'EQF (European Qualification Fremework), approvato con Raccomandazione del Parlamento europeo nell'aprile del 2008, ha fornito un quadro di livelli e descrittori di apprendimento e di competenze in modo sufficientemente generico da comprendere la varietà di qualifiche e le differenze di livello esistenti in ambito nazionale e settoriale. L'EQF definisce la competenza come "la comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità, capacità sociali e/o metodologiche in situazioni di lavoro e di studio e nello sviluppo personale", descrivendola in termini di responsabilità e autonomia e improntata all'obiettivo di promuovere la mobilità transfrontaliera dei cittadini e di agevolare l'apprendimento permanente.
Alla luce delle Raccomandazioni e delle azioni europee i sistemi nazionali scolastici hanno previsto e stanno prevedendo riforme, riordini, adeguamenti.
Il DM 22 agosto 2007 n. 139 – Regolamento sul nuovo obbligo d'istruzione – contiene le Indicazioni nazionali sulle competenze e i saperi che tutti i giovani devono possedere a sedici anni, cioè al compimento dell'obbligo scolastico. Esso stabilisce che l'obbligo di istruzione deve consentire, una volta conseguito il titolo conclusivo del primo ciclo, il possesso dei saperi e delle competenze previsti dai curricoli relativi ai primi due anni degli istituti di istruzione secondaria superiore. I saperi  e le competenze per l'assolvimento dell'obbligo dell'istruzione sono riferiti a quattro assi culturali (dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale) che costituiscono il tessuto per la costruzione di percorsi di apprendimento orientati all'acquisizione delle competenze chiave. Le otto competenze chiave (imparare ad imparare, progettare, comunicare, collaborare e partecipare, agire in modo autonomo e responsabile, risolvere problemi, individuare collegamenti e relazioni, acquisire ed interpretare informazioni), che tutti gli alunni devono acquisire, sono necessarie per la costruzione e il pieno sviluppo della loro personalità, di corrette e significative relazioni con gli altri e di una positiva interazione con la realtà naturale e sociale.
Anche nei Regolamenti nn. 87, 88, 89 emanati con il DPR 15 marzo 2010 si prevede il passaggio dall'apprendimento per discipline all'apprendimento per competenze attraverso una riorganizzazione delle conoscenze disciplinari, una maggiore flessibilità in rapporto alle quali articolare e differenziare i singoli percorsi formativi, curvandoli alle esigenze del territorio. In tutti i documenti del riordino del II ciclo d'istruzione c'è, inoltre, il riferimento alla didattica laboratoriale come modello pedagogico che promuove consapevoli processi di apprendimento in contesti operativi. In sintesi, l'approccio proposto è quello di arricchire la didattica per discipline selezionando i nuclei portanti dei saperi, rendere vitale e formativo l'insegnamento, introdurre esperienze di didattica attiva, aperte al contesto esterno, in modo che gli studenti possano essere protagonisti del loro cammino di apprendimento.
Il MIUR, con nota 12 aprile 2010, ai sensi del DM 27 gennaio 2010 n. 9, ha trasmesso il modello di certificato dei saperi e delle competenze degli studenti che hanno assolto all'obbligo, certificato, il cui rilascio da parte delle istituzioni scolastiche, è obbligatorio dall'anno sc. 2010/2011.
Tutto ciò cambia l'impianto che caratterizzava la scuola italiana, segnato profondamente dalla logica dei saperi trasmessi attraverso i programmi disciplinari, logica in cui la funzione primaria assegnata alla organizzazione era quella di rendere possibile il dispiegarsi graduale, completo e sistematico, lezione dopo lezione, dei saperi disciplinari, declinati in modo astratto, impersonale, per gli studenti di una certa fascia d'età, riuniti in gruppi di classi fissi.
Il Dirigente scolastico che, ai sensi dell'art. 25 del DLgs. 30 marzo 2991 n.16, assicura la gestione unitaria dell'istituzione, promuove gli interventi per assicurare la qualità dei processi formativi e la collaborazione delle risorse culturali, professionali, sociali ed economiche del territorio, deve promuovere una progettazione per competenze. Il Dirigente di un Liceo, per esempio, ad inizio d'anno scolastico, promuove l'azione di programmazione dei Dipartimenti disciplinari, che sono articolazioni del Collegio dei Docenti, fondata sulla scelta di nuclei fondanti di conoscenze relative alle competenze su cui sviluppare le "unità" formative di apprendimento. Inoltre il Dirigente predispone che i Consigli di Classe sostengano l'integrazione dei nuclei fondanti delle discipline. Un'oculata progettazione delle unità formative di apprendimento permette il conseguimento delle competenze-chiave. Nelle Indicazioni nazionali gli insegnamenti e le attività vengono presentati come depositi di conoscenze e abilità, che, secondo la logica dei piani di studio, devono essere tradotti in unità di apprendimento. La singola unità di apprendimento è il "luogo" dove si realizza l'incontro tra le diverse discipline, che non devono più procedere in parallelo, secondo una logica lineare, e i bisogni di ciascuno.
Il Dirigente promuove un'azione progettuale che ha il suo punto di avvio nella ricognizione il più possibile ampia e precisa delle esigenze formative degli studenti, delle famiglie, del territorio, dei bisogni organizzativi e delle risorse disponibili all'interno e all'esterno della scuola e, sulla base di tale ricognizione, impronta l'organizzazione didattica. Quest'ultima è infatti l'anello di congiunzione tra il Piano dell'offerta formativa, vero documento dell'identità culturale della scuola, e la sua concreta realizzazione. Ora, un conto è progettare un modello organizzativo la cui funzione primaria sia l'esplorazione sistematica dei saperi disciplinari, secondo la logica tradizionale dei programmi di una scuola intesa come luogo di trasmissione dei saperi, un altro è pensare un'organizzazione che sia funzionale al processo di crescita e maturazione dei singoli e dei gruppi, secondo la logica dei piani di studio personalizzati, che garantiscono l'acquisizione delle competenze. Insomma, ciò che deve trovare espressione nel POF, in termini di mete formative di istituto, altro non può essere se non una stilizzazione del PECUP, con la sua struttura e le sue articolazioni, che recepisca ed evidenzi le connotazioni e le sottolineature locali. Con la stilizzazione del PECUP e la sua connotazione rispetto al territorio, si dispone delle coordinate per procedere all'articolazione e all'organizzazione dell'offerta formativa, decidendo il tipo di modello di quota F/O (tempi strutturali, aggiuntivi, misti), l'articolazione della quota obbligatoria e di quella opzionale, anche tenendo conto delle problematiche dell'integrazione e dell'inclusione.
Nella scuola delle competenze va diffusa, inoltre, la cultura della valutazione delle competenze; quest'ultima deve tener conto della valutazione esterna, cioè  quella del Sistema nazionale di valutazione, che dall'anno scolastico 2010-2011 coinvolge anche gli alunni del II anno del secondo ciclo di istruzione. I dati delle rilevazioni esterne possono essere usati dalle scuole ai fini di una strategia di accountability e di miglioramento interno. La qualità esterna, corresponsabile dello sviluppo della qualità del sistema, se entra in sinergia con la valutazione interna e non viene vissuta come un accadimento, un atto isolato e momentaneo, può aiutare a chiarire limiti e punti di forza della performance degli studenti, può diventare occasione per migliorare le pratiche e i processi interni. Certamente non può bastare che siano implementati processi di valutazione; spetta al Dirigente promuovere un impegno della scuola nella ricerca, nella prassi della accumulazione di conoscenze scientifiche e di competenze tecniche del Collegio dei docenti per attivare la pratica corrente della valutazione per competenze finalizzata a realizzare un miglioramento misurabile rispetto ai risultati mediamente registrati sul territorio nazionale ed europeo.






























Seconda prova – 15 dicembre 2011
In una scuola si verifica una forte incidenza di evasione scolastica e di abbandono degli studi, nonché qualche episodio di bullismo nei confronti di alunni con problemi di socializzazione ed inserimento.
Il problema del bullismo viene divulgato dalla stampa e l'assessore comunale alle politiche sociali contatta la scuola affinché affronti il problema e sottolinea nel contempo la necessità di una maggiore collaborazione con quanti interessati nell'ambito del territorio a tutela dei minori e dei disabili.
Alla luce delle competenze del Dirigente, il candidato analizzi in particolare sia le problematiche relative al bullismo che alla dispersione scolastica ed individui le possibili strategie di soluzione, fornendo anche le motivazioni delle scelte operate con specifico riferimento al contesto ordinamentale e normativo.


La scuola è il luogo di crescita civile e culturale della persona e rappresenta insieme alla famiglia la risorsa più idonea ad arginare i rischi del dilagare di un fenomeno di caduta progressiva sia della cultura dell'osservanza delle regole sia della consapevolezza che la libertà personale si realizza nel rispetto degli altrui diritti e nell'adempimento dei propri doveri. Il compito della scuola, pertanto, è quello di far acquisire non solo competenze, ma anche valori da trasmettere per formare cittadini che abbiano senso d'identità, appartenenza e responsabilità. L'autonomia scolastica consente alle singole istituzioni di programmare e condividere con gli studenti, le famiglie e con le altre componenti scolastiche e le istituzioni del territorio il percorso educativo da seguire per la crescita umana e civile dei giovani.
Nella scuola media di un quartiere periferico di una grande città si verifica una forte incidenza di evasione scolastica e di abbandono degli studi. Il Dirigente scolastico, poiché ai sensi del DLgs 15 aprile 2005 n. 76 art. 5 provvede alla vigilanza sull'adempimento  del dovere di istruzione e formazione, ha già promosso azioni di intervento per la prevenzione e il recupero degli abbandoni, azioni che hanno trovato esplicitazione nel POF della scuola e che si basano principalmente sull'attivazione di coinvolgenti pratiche laboratoriali inserite nella progettazione didattica curricolare ed extracurricolare e che, tuttavia, non risultano del tutto efficaci. Alcuni episodi di bullismo portano la scuola alla ribalta della cronaca: si tratta di episodi tanto più gravi in quanto perpetrati nei confronti di alunni con problemi di socializzazione e di inserimento.
L'assessore comunale alle politiche sociali, ai sensi dell'art. 132 del DLgs 31 marzo 1998 n.112- Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli Enti locali- art.1 cc. a,b ("La legge regionale conferisce ai Comuni e agli Enti locali le funzioni e i compiti amministrativi concernenti i servizi sociali relativi ai minori, inclusi i minori a rischio di attività criminosa, i portatori di handicap…"), sulla base della propria competenza di promozione e coordinamento operativo di soggetti e di strutture che agiscono nell'ambito dei servizi sociali, contatta il Dirigente perché affronti il problema del bullismo e assicuri la tutela dei minori e dei disabili, anche attivando una maggiore collaborazione con quanti sul territorio siano coinvolti nella medesima tutela.
Di fronte al problema del bullismo, il Dirigente scolastico programma di intervenire su un doppio versante: da un lato provvedere a sanzionare i responsabili dell'accaduto, dall'altro individuare azioni in sinergia con gli Enti locali e le altre scuole del territorio per arginare i fenomeni e della dispersione e del bullismo.
Quindi, coinvolge gli Organi collegiali perché si individuino le sanzioni più adeguate nel Regolamento della Scuola da applicare nei confronti degli studenti autori degli atti di bullismo e, avvalendosi del Patto di corresponsabilità, acquisito e sottoscritto dai genitori all'atto dell'iscrizione dei propri figli nella scuola, rafforza la condivisione da parte dei genitori delle priorità educative e del rispetto dei diritti e dei doveri di tutte le componenti presenti nella scuola.
Gli aspetti procedimentali dell'azione disciplinare nei confronti degli studenti della scuola di I e II grado sono contenuti nello Statuto delle studentesse e degli studenti, emanato con DPR 24/06/1998 n. 249, entrato in vigore nell'anno scolastico 1998/99, modificato con il DPR 21/11/2007 n.235. Esso detta norme generali sui diritti e doveri degli studenti della scuola secondaria di I e II grado che le scuole devono declinare e sviluppare all'interno della propria realtà per formulare il Regolamento d'Istituto. Lo Statuto prevede il Patto di corresponsabilità con il quale si evidenzia il ruolo strategico che può essere svolto dalle famiglie nell'ambito di una alleanza educativa che coinvolge la scuola, gli studenti e i loro genitori. Poiché nell'attuazione delle sanzioni occorre ispirarsi al principio di gradualità, in stretta correlazione con la gravità della mancanza disciplinare connessa, il Dirigente, in considerazione della gravità degli atti di bullismo perpetrati nei confronti di alunni della scuola, peraltro con problemi di socializzazione e di inserimento, non ritiene di poter liquidare la faccenda con un rimprovero verbale. Quindi, convoca i Consigli delle classi di appartenenza degli studenti, essendo competenza del Consiglio di classe irrogare le sanzioni che non comportino l'allontanamento per un periodo superiore a 15 giorni. I Consigli di Classe, sulla base della considerazione che l'allontanamento dalla scuola degli studenti autori degli atti di bullismo potrebbe indurre gli stessi a peggiorare il loro comportamento nonché a suggerire ed alimentare il definitivo abbandono dalla scuola, predispongono che essi si impegnino per quindici giorni in attività di piccola manutenzione dei locali della scuola, nella frequenza di corsi di formazione su tematiche di rilevanza sociale e culturale predisposti dal CIC. Infatti, il testo normativo DPR 21/11/2007 n. 235 tende a sottolineare la funzione educativa della sanzione disciplinare, rafforzando la possibilità di recupero dello studente attraverso attività di natura sociale,  culturale e in generale a vantaggio della comunità (art. 4 c. 2).
Il secondo versante, su cui il Dirigente scolastico ha programmato di intervenire per affrontare in modo più efficace i punti di debolezza della scuola: dispersione, abbandono e fenomeni di bullismo, è quello di attivare, come suggerito dall'assessore comunale alle politiche sociali, una maggiore collaborazione con quanti sul territorio sono interessati alla tutela dei minori. Il DPR 8 marzo 1999 n. 275 delinea in maniera chiara i vari temi della concertazione e della intesa con gli Enti locali e con le diverse realtà istituzionali che il Dirigente può attivare. Quindi, il Dirigente della scuola in questione ritiene che per arginare i fenomeni di cui sopra sia utile un accordo di rete, ai sensi dell'art.7 del DPR 275/1999. Le reti, infatti, hanno una buona potenzialità di risoluzione dei problemi in quanto riescono a mettere in gioco molte risorse sia umane che materiali. Per la scuola, abituata tradizionalmente a rispondere solo del proprio ambito d'intervento, con l'accordo di rete, si realizza la possibilità di affermarsi sul territorio come una vera e propria agenzia sociale.
D'altra parte, le indagini nell'ambito del disagio giovanile dimostrano l'efficacia di azioni sinergiche tra le scuole del territorio e tra le scuole e gli enti locali nell'ambito della gestione dei servizi comuni. Inoltre, la scelta di partecipare ad una rete, che è un'esperienza significativa e rappresentativa dei processi di trasformazione e innovazione della scuola dell'autonomia, riflette la mission e la vision della scuola come sistema aperto, pone gli studenti al centro del percorso formativo.
Quindi, il Dirigente convoca il Collegio dei Docenti e poi il Consiglio d'Istituto per ottenere la delibera. La delibera del Consiglio d'Istituto è obbligatoria perché trattasi di  delibera "preventiva autorizzata" senza la quale il Dirigente non può transigere o realizzare l'iniziativa. Viene individuata dal Collegio dei Docenti una equipe del Progetto, costituita dal Dirigente stesso, dal DSGA, da un docente referente, dalla FS responsabile del rapporto con le istituzioni e gli enti territoriali. Il Dirigente partecipa alla conferenza dei dirigenti delle scuole coinvolte nel progetto, dove viene istituito un fondo spese con il contributo delle singole istituzioni scolastiche. Nella rete, attraverso vari contatti, vengono coinvolti i sevizi sociali, il tribunale minorile, l'ASL, le associazioni di volontariato. Quindi, tra le parti si stipula una convenzione. La convenzione, nella sua rilevanza giuridica, può essere definita come un atto negoziale bilaterale o plurilaterale con il quale due o più soggetti costituiscono, modificano o estinguono tra loro un rapporto giuridico. La convenzione richiede il consenso di tutti gli aderenti e, una volta stipulata, viene pubblicata all'albo d'Istituto. La convenzione prevede la sottoscrizione degli impegni reciproci e indica anche gli strumenti di controllo di gestione dei progetti che saranno attivati in sinergia tra la scuola in questione, le altre scuole, gli Enti locali coinvolti.
Rispondi

Da: Per te08/12/2012 16:54:38
http://www.youtube.com/watch?v=lwfR961buOA
Rispondi

Da: Balliamo?08/12/2012 17:08:26
http://www.youtube.com/watch?v=nVLd-TBlj7U
Rispondi

Da: abbiamo letto08/12/2012 17:28:40
le tue prove, Grillo parlante.
La forma è correttissima, nulla da dire.
Ma ti hanno bocciato per il contenuto, ovviamente. Nella prim prova non hai rispettato la traccia, laddove essa chiedeva espliciti riferimenti di letteratura (psicopedagogisti classici) e non hai neppure citato le Indicazioni Nazionali dalla Moratti. Non hai, inoltre, accennato all risoluzione dei problemi relativi ai diversamente abili, come pure richiesto dalla traccia.
Per quanto riguarda la seconda prova, la hai eseguita come se si trattasse di un tema, senza uno schema, indicando quello che dovrebbero fare i funzionari e i politici dell'ente locale, piuttosto che focalizzarti sull'azione del Ds. Infine, non hai neppure accennato al problema dei disabili, esplicitamente richiamato dalla traccia.
Quindi, non ammissione giustificatissima! Ineccepibile.
Rispondi

Da: abbiamo letto08/12/2012 17:32:54
nella traccia della prima prova quando si parla di integrazione e inclusione è da intendersi anche e, soprattutto, lo svantaggio degli alunni provenienti da ambienti sociali degradati, stranieri e anche disabili. Nulla di tutto ciò nel tuo tema.
Rispondi

Da: panterarosa08/12/2012 17:48:10
xWaiting
"Il mio errore, a volte, è quello di rispondere a corbellerie così grosse che non meritano risposta."

Già, è proprio così! Da molto tempo, infatti, non fai che dare e con sollecitudine sempre la medesima risposta. Ti faccio allora una domanda:ma tu credi davvero che i tipi non abbiano ancora capito? Devi sapere che quelli si divertono nel vederti perdere le staffe e se non la smetti una buona volta di rispondere, questa storiella andrà avanti fino al termine degli orali: hai capito questo? Ciao e buona domenica.;-))
Rispondi

Da: Waiting for... 08/12/2012 18:13:46
Buona domenica a te, Pantera.
Ti (ri)prometto di NON ricaderci:-)
Rispondi

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