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Dirigenti scolastici - Discussione generale fino al 2012
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Da: Trevize22/04/2012 17:34:04
@ ER
E' esattamente quello che sostengo nel post precedente: il DS deve conoscere e sul punto "conosco" a sufficienza, ritengo. Ecco perché non vedo differenze tra quanto scrivo io e quanto dicevi nel post di poc'anzi.

@Trevizie
"non ci crede nessuno che argomenteresti così, argomenterai come tutti secondo Europa etc...."

Vedrei differenze se tu pensassi che occorra essere "allineati" a una tendenza, ma tu stesso dici che non è così e dunque siamo perfettamente d'accordo.

Da: ER22/04/2012 17:35:39
sono femmina

Da: bolognattende22/04/2012 17:39:31
Definizione di competenza: saper utilizzare le proprie conoscenze, abilità ed attitudini personali per affrontare un problema reale in un contesto inedito; non un saper fare di tipo meramente applicativo, esecutivo, ma la capacità di trasferire il proprio sapere da un modello e da un ambiente artificiale e semplificato (la scuola) al mondo della esperienza quotidiana, conoscenza spendibile che dà accesso alla cittadinanza. Secondo me se cerchiamo di dare ai nostri studenti queste competenze non facciamo un piacere agli economisti, ma agli studenti stessi.

Da: Trevize22/04/2012 17:39:44
Molto piacere, incidentalmente maschio.
Rinnovo gli auguri per il prosieguo del concorso.

Da: SUPERSYMPAPERA22/04/2012 17:41:17
Buonasera a tutti.

Posto la direttiva MIUR relativa alla conferma degli incarichi di presidenza.
Volutamente mi astengo da qualsiasi approfondito commento; la situazione è fin troppo chiara, soprattutto per quanto riguarda la sempre più concreta opportunità per gli incaricati confermati di bypassare il concorso ordinario ed accedere al ruolo dirigenziale attraverso un canale riservato.

DIRETTIVA n. 21 dell'8 marzo 2012
Prot. n. AOODGPER.1770 dell'8 marzo 2012
Registrata Corte dei Conti il 2 aprile 2012
(Registro n. 4, fgl. n. 99)
VISTO il D.lgs. 30.3.2001, n. 165 e successive modificazioni, contenente norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche;
VISTA l'O.M. n. 40 del 23.3.2005, registrata alla Corte dei Conti il 5.5.2005, Reg. 2, Fg. 235, concernente il conferimento degli incarichi di presidenza nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, nelle scuole secondarie superiori e nelle istituzioni educative;
VISTO l'art. 1 sexies del D.L. 31.1.2005, n. 7, convertito, con modificazioni, nella Legge 31.3.2005, n. 43;
VISTO il D.L. 13.12.2007, n. 248 convertito, con modificazioni nella legge 28.02.2008, n. 31;
CONSIDERATO che, ai sensi del succitato art. 1 sexies "a decorrere dall'anno scolastico 2006/2007 non sono più conferiti nuovi incarichi di presidenza, fatta salva la conferma degli incarichi già conferiti. I posti vacanti di dirigente scolastico sono conferiti con incarico di reggenza";
VISTA la direttiva n. 30 del 13 aprile 2011 prot. n. AOODGPER.3260 del 13 aprile 2011 registrata alla Corte dei Conti il 13 maggio 2011, Reg. n. 6 , fgl. n. 4, con la quale sono state definite le modalità e i termini per l'attuazione del medesimo art. 1 sexies, per la conferma degli incarichi conferiti nell'a.s. 2005/2006;
VISTO il C.C.N.L., Area V - dirigenza scolastica, sottoscritto in data 11.4.2006, con particolare riferimento all'art. 19;
VISTO il C.C.N.L., comparto Scuola, sottoscritto in data 29.11.2007;
VISTO il C.C.N.L., comparto Scuola, relativo al biennio economico 2008/2009, sottoscritto in data 23.1.2009;
VISTO il C.C.N.L., Area V - dirigenza scolastica, sottoscritto in data 15.7.2010;
RITENUTA, pertanto, la necessità di emanare una direttiva per dare attuazione al predetto art. 1 sexies per la conferma degli incarichi conferiti nell'a.s. 2011/2012;
EMANA
la seguente direttiva per l'applicazione dell'art. 1 sexies del D.L. 31/01/2005, n. 7, convertito, con modificazioni, nella legge 31.3.2005, n. 43.
Articolo 1
1. In applicazione dell'art. 1 sexies del D.L. n. 7/2005, convertito con modificazioni, nella Legge n. 43/2005, dall'anno scolastico 2006/2007 non sono più conferiti incarichi di presidenza, fatta salva la conferma degli incarichi già conferiti.
2. La conferma dei suddetti incarichi è disciplinata per l'anno scolastico 2012/2013 dalle disposizioni che seguono.
Il Ministro dell'Istruzione, dell' Università e della Ricerca
Direttiva inc. pres.
2012/2013 2
3. Le disposizioni contenute nella presente direttiva sono pubblicate dagli Uffici Scolastici Regionali - Uffici scolastici provinciali mediante affissione all'Albo il 20 marzo 2012 e diramate a mezzo delle reti INTERNET e INTRANET.
Articolo 2
1. Gli incarichi di presidenza già conferiti negli anni precedenti sono confermati a domanda sui posti residuati dopo eventuali nomine in ruolo e autorizzazioni all'accoglimento di istanze di riammissione e trattenimento in servizio.
2. Qualora si verifichi una riduzione dei posti vacanti e disponibili rispetto al numero degli aspiranti alla conferma sul posto ricoperto nell'anno scolastico 2011/2012, gli stessi possono essere assegnati a scuola o istituto nell'ambito della regione, secondo le modalità previste nel successivo art. 3, comma 2.
Articolo 3
1. Il Dirigente preposto all'Ufficio Scolastico Regionale o suo delegato fornisce alle Organizzazioni Sindacali l'informazione in merito alla situazione degli organici delle province e delle sedi vacanti e disponibili.
2. Gli aspiranti alla conferma dell'incarico debbono presentare domanda, in carta semplice, all'Ufficio Scolastico Regionale - Ufficio scolastico provinciale della provincia in cui hanno la sede di servizio in qualità di preside incaricato nel corrente anno scolastico, nel periodo dal 21 marzo al 19 aprile 2012. Nella domanda sono indicati il punteggio conseguito nella graduatoria per il conferimento degli incarichi di presidenza relativo all'anno scolastico 2005/2006, le sedi preferite e le istituzioni scolastiche in cui gli aspiranti desiderino essere assegnati, nonché il possesso di eventuali titoli di precedenza nella scelta della sede di cui all'art. 3, c. 4, dell'O.M. n. 40/2005.
3. Va altresì espressamente indicata l'eventuale preferenza ad essere prioritariamente confermati nella sede di servizio occupata nell'anno scolastico 2011/2012, ove disponibile, ovvero ad essere assegnati ad altra sede. Gli interessati, nel caso di mancanza di sedi nella provincia di appartenenza, devono dichiarare la propria eventuale disponibilità ad essere assegnati ad istituti disponibili in altra provincia della regione, indicando, nell'ordine, le province nell'ambito delle quali gli stessi desiderino essere assegnati.
4. Gli aspiranti che abbiano chiesto di permanere nella stessa scuola o istituto in cui ricoprano l'incarico di presidenza nell'anno scolastico in corso, qualora, in relazione ai posti disponibili, rientrino nel novero di coloro che abbiano titolo alla conferma secondo la graduatoria formulata in base al punteggio attribuito nell'anno scolastico 2005/2006 e sia disponibile la sede di cui trattasi, sono confermati nel medesimo incarico, per esigenze di continuità di direzione.
5. Successivamente si procede all'assegnazione della sede in relazione ai posti conferibili - secondo il turno di nomina e tenendo conto delle precedenze di cui all'art. 3, c. 4, della citata O.M. n. 40/2005 - sia per coloro la cui attuale sede d'incarico non sia più disponibile per conferma e sia nei confronti di coloro che desiderino essere assegnati ad altra sede.
6. Dopo le conferme degli incarichi di presidenza, in caso di riduzione dei posti vacanti e disponibili, il Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale o suo delegato, acquisisce i nominativi degli eventuali docenti che non hanno trovato conferma sul posto ricoperto nell'anno scolastico 2011/2012 e che abbiano dichiarato di voler essere confermati anche in altra provincia, il punteggio ad essi attribuito
Il Ministro dell'Istruzione, dell' Università e della Ricerca
Direttiva inc. pres.
2012/2013 3
nelle graduatorie relative all'anno scolastico 2005/2006 e le province per le quali i medesimi abbiano espresso la propria disponibilità ad essere assegnati.
7. IL Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale o suo delegato, acquisite le sedi vacanti e disponibili nell'ambito delle province della Regione, convoca i docenti che non hanno trovato conferma sul posto ricoperto nell'anno scolastico 2011/2012 e li invita a scegliere, seguendo l'ordine di punteggio, tra le sedi residue delle varie province, quella in cui gli stessi desiderino essere assegnati.
8. Gli interessati che abbiano ottenuto l'incarico negli anni precedenti a quello in corso possono presentare domanda, nei termini previsti dalla presente direttiva, direttamente al Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale di appartenenza, indicando il punteggio conseguito nella graduatoria per il conferimento degli incarichi di presidenza relativa all'anno scolastico 2005/2006, il possesso di eventuali titoli di precedenza di cui all'art. 3, c. 4, dell'O.M. n. 40/2005, la sede di attuale titolarità, la sede nella quale hanno prestato l'ultimo incarico di presidenza, le province nell'ambito delle quali siano disponibili ad ottenere la conferma dell'incarico.
9. La fase di cui ai precedenti commi 6, 7 e 8 segue quella relativa alla conferma degli incarichi in atto nell'anno scolastico 2011/2012.
10. Ai fini delle conferme nelle scuole aventi particolari finalità hanno precedenza coloro i quali siano in possesso dei titoli di specializzazione di cui all'art. 325 del D.lgs. n. 297/1994.
Articolo 4
1. I posti disponibili non assegnati per conferma ai sensi delle disposizioni contenute nei precedenti articoli sono successivamente conferiti con incarico di reggenza.
La presente direttiva sarà trasmessa alla Corte dei Conti per il visto e la registrazione.
Roma, 8 marzo 2012
IL MINISTRO
F.to Francesco Profumo

Da: Trevize22/04/2012 17:46:17
@ bolognattende
Ma perché, fino ad ora abbiamo chiesto ai nostri studenti di prendere ciò che imparano a scuola e gettarlo in un cestino perché non serve a niente nella vita pratica? gli abbiamo impedito di accedere alla cittadinanza?
Colleghi, ma è davvero questa la scuola in cui abbiamo lavorato fino a qualche anno fa?

Aggiungo un ulteriore dettaglio: la didattica per competenze è una didattica eminentemente "utilitarista", orientata a quanto "serve" una disciplina oppure un argomento. Attraverso questo orientamento stiamo spegnendo le discipline umanistiche (a cosa serve Dante?) e ci stiamo lanciando in uno sfrenato tecnicismo su cui è aperto un importante dibattito internazionale (segnalo Martha Nussbaum e le revisioni dei curricoli negli Stati Uniti, in Finlandia per quanto riguarda la matematica e via discorrendo) e anche nazionale: non sono l'unico a pensare che questo nuovo modello sia lontano dalla nostra tradizione culturale e scientifica e sia fonte di impoverimento dei nostri alunni.

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Da: evakant22/04/2012 17:52:32
Ciao a tutti.
È ormai chiaro che, dopo anni di licealizzazione dell'istruzione superiore, siamo passati in controtendenza alla professionalizzazione della stessa.
Se non è un disegno politico questo, ditemi voi cos'è...

@....

(....)!!!!

Da: CLBR22/04/2012 17:53:14
@ In calabria

Sono contento di quello che scrivi.

Io sono felice quanto sento le esperienze di coloro che sono stati ammessi e che affermano di avere fatto buone prove grazie alle loro abilità e capacità e non ad aiuti "legalmente "  non consentiti.
Credo veramente che tra i numerosi ammessi ci siano molti candidati competenti. E meno male....

Per mandare avanti società, scuole, istituzioni varie sono necessarie  persone molto capaci. Altrimenti  non andrebbero avanti da sole.

A volte le scuole sono mandate  avanti e gestite efficacemente non dai DS, ma dai vice o da colleghi capaci che fanno il grosso del lavoro per i DS. Per cui le persone competenti servono ad ogni livello e sono quelle che mandano avanti veramente le cose.

Resto comuque dell'opinione, però, che tanti ammessi agli orali avrebbero avuto meno possibilità  di essere ammessi se avessero veramente fatto delle prove leali, senza l'aiutino di temi già  pronti, di manuali , di foglietti vari ecc. 

In un concorso  8 ore sembrano tante, ma passano veloci come se fossero minuti. Consultare appunti e manuali o altro è un grosso vantaggio, che alcuni hanno avuto e altri no.

Credimi, la mia osservazione va in questa direzione e mi piacerebbe veramente sentire tra i 193 ammessi della Calabria , tantissimi altri che dicessero qualche cosa del genere: "ho fatto due discrete/buone prove da solo, senza ricorrere a nient'altro che la mia esperienze e le mie capacità. Tutto quello che ho scritto è farina del mio sacco"

Speriamo quindi in altre, numerose, testimonianze in tal senso.

Da: ecco perchè....22/04/2012 17:53:19
.... c'è qualcuno come 21/21 che cazzeggia nel forum.....

Da: bolognattende22/04/2012 17:56:14
Condividere una didattica per competenze non significa fare una classifica di discipline utili e inutili. Dante serve enormemente anche a costruire competenze di cittadino italiano competente rispetto alla sua lingua e alla sua cultura. La differenza semmai è tra uno studente che ha imparato a memoria la parafrasi di canto di Dante e un'altro che è in grado di fare una parafrasi, tra uno che conosce tutti i tempi verbali in lingua francese e uno che sa seguire una conferenza in francese e porre delle domande, tra uno che sa risolvere le equazioni di primo grado nel libro di matematica e uno che sa riconoscere se per calcolare quanto incide una tassa su un servizio o un prodotto deve applicare una equazione di primo grado.

Da: Aetnanet22/04/2012 17:58:15
I criteri di valutazione
Era evidente che in un concorso nazionale, di cui è stata solo parzialmente decentrata la gestione, i criteri di valutazione avrebbero dovuto essere uniformi per tutte le regioni ed esposti nel bando. Così non è stato ed è ora molto istruttivo leggerli e constatare l'abisso tra le varie commissioni. In diversi casi si ha la sensazione che siano stati adottati più come "atto dovuto" che come strumento di correzione e valutazione.

Ci siamo assunti l'onere di raccogliere i criteri di valutazione predisposti da tutte le singole commissioni.

Ne mancano all'appello tre, Sardegna, Calabria e Piemonte, che a tutt'oggi non li hanno pubblicati, nonostante le ultime due regioni abbiano già esposto i risultati degli scritti.

I criteri di valutazione raccolti presentano un'ampia gamma di tipologie, da quelli più sofisticati, con l'indicazione degli indicatori e delle scale dei punteggi, come quelli della Puglia ( a cui si sono ispirate le commissioni dell'Abruzzo e della Sicilia), fino a quelli assolutamente generici, discrezionali, non comparabili, e anche indifferenziati per le due prove, di alcune altre regioni.

Un altro elemento interessante è costituito dalle date di pubblicazione dei criteri di valutazione, che spaziano da gennaio ad aprile, il che può significare che i criteri sono stati approntati più, come si diceva, per atto dovuto che come strumento per la correzione e la valutazione delle prove.

D'altra parte, diciamolo francamente, avendo centinaia di temi da correggere ciascuno di 8 o 10 pagine, che criteri volete mai che segua la commissione, è già molto se ciascun elaborato viene letto integralmente!

Infine, mentre i due elaborati avrebbero dovuto essere corretti contestualmente, alcune commissioni hanno corretto prima tutte le prime prove, e solo successivamente tutte le seconde prove. Alcune commissioni avevano addirittura annunciato in sede di scritti che, poiché è richiesto che entrambe le prove siano sufficienti, se la prima non lo fosse stato non avrebbero proceduto alla correzione della seconda. Il che viola palesemente le norme. Vogliamo augurarci che così non sia stato.

Da: .22/04/2012 17:58:24
Concordo pienamente con Bolognattende. Anch'io intendo le competenze in questo modo e non in senso utilitaristico.

Da: Cosa loro22/04/2012 18:00:03
La Calabria non ha ancora pubblicato i criteri di valutazione.
Cui prodest ?

Da: Prisci22/04/2012 18:04:27
Non credo che necessariamente una didattica che tenga conto delle competenze (sia intese come traguardi, sia intese come oggetto di valutazione), oltre che delle conoscenze, porti necessariamente a quello sfrenato tecnicismo paventato da Trevize e altri. Se da una parte abbiamo, e non lo sottovaluto, il rischio di un arido empirismo ove dovessimo concentrarci solo sulle competenze isolandole dai contesti di apprendimento che le legittimano, dall'altra occorre non sottovalutare il rischio di un vuoto verbalismo nozionistico che non giova a nessuno. Puntare anche alle competenze significa secondo me inverare le conoscenze, vivificarle. Anche Dante o Lucrezio o Kant sono potenti occasioni di mettere alla prova se i nostri alunni sanno trasformare le conoscenze in competenze, anzi, è soprattutto nella cultura umanistica che si gioca la sfida più appassionante per noi docenti. Conoscere le regole dell'ablativo assoluto deve trasformarsi nel saper tradurre; conoscere la fisica di Aristotele deve trasformarsi nel capire perché Galileo ha ridondato le metodologie della scienza,  e così via. Competenza non vuol dire stringere bulloni o comunque avere una visione utilitaristica della cultura...

Da: Prisci22/04/2012 18:06:14
Due cose: mi scuso per le ripetizioni, perché non avevo riletto, e nel frattempo altri hanno postato, di cui condivido ogni parola. IMHO...

Da: in Calabria22/04/2012 18:08:43
CLBR

io non mi sento particolarmente competente, ho fatto per ora due scritti valutati positivamente da una commissione che ora dovrà valutarmi all'orale, probabilmente alla ricerca di aspetti non indagati nelle prove scritte. Comunque come molti ritengo che questo tipo di selezione non sia calibrata per selezionare in assoluto i migliori. la preselettiva, che puntava sul fattore tempo, penalizzava i più anziani, le prove scritte chi non è di penna facile, l'orale, probabilmente, chi non è capace di sinossi o al contrario chi non è analitico. in attesa vado a studiare, confidando nel fatto che la "preparazione è la migliore raccomandazione".

Da: Trevize22/04/2012 18:09:26
Caro/a collega, io non so cosa insegni: ma queste cose non avvenivano anche prima? Un docente di lettere non insegnava a farla, la parafrasi? e no sa distinguere tra chi la sa fare e chi l'ha imparata pedestremente a memoria da internet? Davvero la scuola "di prima" insegnava solo nozioni meccaniche e prive di relazioni con altri concetti?
Perdonami, ma questa possibile interpretazione del tuo pensiero mi pare ingenerosa nei confronti di tanti insegnanti che credono in ciò che fanno e per i tanti colleghi che pur lavorando in "zone di frontiera" cercano ugualmente di aprire strade di cittadinanza e conoscenza nei ragazzi con i quali lavorano e lo fanno con passione e professionalità. I buoni insegnanti hanno SEMPRE cercato metodi e didattiche nuovi e differenti per far sì che i ragazzi imparassero a farle, le cose che si propongono in classe, e non a memorizzarle; a mettere in piedi un reticolato concettuale che chiamiamo cultura e che è alla base di una cittadinanza consapevole da ben prima che qualcuno inventasse le competenze.
Quanto alle graduatorie per discipline, stanno nei documenti ministeriali a partire dall'Atto di Indirizzo del Ministro Gelmini del 2008, mi pare; e credo non ti sia sfuggito il dibattito sull'argomento anche in Italia, da Umberto Galimberti in poi; né le analisi della fondazione Agnelli in particolare, cui il MIUR sta di fatto appaltando tutta la partita della valutazione.

Da: evakant22/04/2012 18:12:44
Noi dovremmo valutare le competenze dei nostri alunni.
Ma x diventare dirigenti continuano a valutare le nostre conoscenze.
Strano modus operandi...

Da: bolognattende22/04/2012 18:18:21
Mi concederai però che la scuola tradizionalmente ha privilegiato la riproduzione di concetti  da parte degli studenti piuttosto che la consapevole reinterpretazione e applicazione degli stessi. Come mai la stragrande maggioranza delle terze prove all'esame di stato utilizza le tipologie A. B e C  (trattazione sintetica di argomenti; quesiti a risposta singola; quesiti a risposta multipla) che ripropongono il tradizionale schema domanda-risposta e quasi nessuno le tipologie E, F e G (soluzione di problemi; casi pratici e professionali; sviluppo di progetti) che più si avvicinano alla valutazione autentica?

Da: luc22/04/2012 18:18:23
@ pugliesi tutti
che dite? la settimana prossima è la nostra?

Da: bolognattende22/04/2012 18:22:09
@evakant
Lo studio di caso doveva valutare delle competenze, credo.

Da: 2012 22/04/2012 18:23:27
Rispondo a CLBR:
Posso testimoniare che ho svolto le mie due prove senza l'aiuto di foglietti o altro; ero nell'ultima aula. Ritengo di aver svolto delle ottime prove: pertinenti la traccia, ricche di riferimenti ma non ridondante, con gli esatti riferimenti normativi e i corretti richiami. Originale, perché non copiata e non frutto di plagio.
Non sono stata ammessa alle prove orali.
La prossima volta copierò anch'io.
Fra.

Da: evakant22/04/2012 18:24:47
@bolognattende
sì, avrebbe dovuto farlo...

Da: lombardo22/04/2012 18:25:52
Accountability autoreferenziale, evidence-based, burocratica... che due palle! Quasi come i sitemi scolastici europei.

@...
(....)!!!

Da: Trevize22/04/2012 18:28:20
@ bolognattende
Teoria del tutto personale: più che di scuola tradizionale (che comunque non difendo a prescindere) in molti casi si sono scelte le linee didattiche di "minor resistenza" nei confronti delle famiglie. Si è passati dal tema al saggio breve, dalla trattazione orale e scritta di argomenti filosofici ai quesiti a risposta multipla; e ciò accade anche nelle Università. Credo cioè che negli ultimi anni ci sia stato un sostanziale cale di qualità nelle nostre scuole, a partire dalla primaria; e basterebbe un confronto sui contenuti dei programmi nel tempo.
Il dibattito sui "compiti a casa" è significativo: tutti ne vogliono una riduzione o la cancellazione senza considerare la possibilità che una certa quota di esercitazioni sia funzionale alla adeguata "padronanza" del compito: tradurre dal latino, dal greco, risolvere delle equazioni, argomentare un concetto filosofico; e alla necessaria, lenta costruzione di un proprio metodo di studio e di indagine dei concetti. Anche a proposito della scuola primaria, è passata nella didattica di tutti i giorni l'idea della scuola- gioco, delle didattiche "creative", dell'apprendimento senza sforzo. I genitori ci hanno creduto e molti insegnanti se ne sono convinti a loro volta; oppure ci si sono adattati per non discutere troppo e incentivare il dissidio scuola-famiglia.
Non credo che le competenze ci risolleveranno: per quanto oscure (la definizione postata non è esaustiva e non è della pedagogia), anche esse hanno bisogno di buoni insegnanti, di esercitazioni, di impegno e di sforzo individuale. Arrivano cioè ultime dopo tutti i prerequisiti citati (molti che non ho citato).
Ti ringrazio per le argomentazioni.

Da: evakant22/04/2012 18:28:55
@...
No, no, come i sistemi scolastici europei solo la pedagogia...


(....!!!)

Da: Trevize22/04/2012 18:30:08
pardon: e NON incentivare il dissidio scuola-famiglia.

Da: ...........22/04/2012 18:32:10
mi allineo 2012. Non so perchè avevo creduto a ferrei controlli, al rischio di eventuali esclusioni....Ovviamente se avessi avuto con me il necessario avrei copiato anch'io.

Da: bolognattende22/04/2012 18:34:50
Sarebbe buono se l'esame orale del concorso (ammesso che ci arriviamo) affrontasse le questioni a questo livello di dibattito e non si risolvesse appunto nella richiesta di un elenco di nozioni. Forse così si potrebbero davvero verificare le competenze di un buon dirigente scolastico che non deve essere solo un manager di tipo amministrativo.
Buono studio

Da: Groviera22/04/2012 18:37:04
salve forum

vi sto leggendo in questi giorni e a parte qualche intevento e le rime di Dante Alighieri, la gioia dei colleghi che sono stati ammessi e le informazioni sulle domande poste in alcune regioni,  non c'è molto da commentare.
Finalmente si scrive ancora di qualcosa collegata al concorso: le competenze.
Personalmente, trovo interessante il fatto che si sia passati dalla valutazione di semplici conoscenze  alla richiesta di valutare le competenze. Il problema è che non siamo attrezzati, nè vedo come potremmo esserlo. In teoria dovremmo possedere un "big brother" con cui monitorare i comportamenti dei nostri alunni.
Concludo affermando che qualunque cosa certifichiamo, a scuola, non è competenza ma  ancora una conoscenza. Il cambio del nome è una strategia per allinearci alla normativa europea.
Per esempio,  la scuola guida, che certifica un sapere pratico: essere in grado di condurre un veicolo non certifica una vera e propria competenza che è un agire con padronanza in situazione.

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