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Nuovi incarichi di presidenza
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Da: MR03/02/2012 23:30:26
R E P U B B L I C A I T A L I A N A
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio
(Sezione Terza)
ha pronunciato la presente
ORDINANZA
sul ricorso numero di registro generale XXXXXX del 2011, proposto da:
xxxxxxxxxxxxx, rappresentati e difesi dall'avv. xxxxxx, con domicilio eletto presso xxxxxxxxxxx, viale xxx, 000;
contro
Ministero dell'Istruzione dell'Universita' e della Ricerca, rappresentato e difeso
dall'Avvocatura, domiciliata per legge in Roma, via xxxxxx, xx; MIUR; nei confronti di Formez Pa, rappresentato e difeso dall'avv. Marcello Cardi, con domicilio eletto presso xxxxxxxx in Roma, via xxxxxxxxx, xx; e con l'intervento di ad opponendum:
Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola - Anp, rappresentato e difeso dagli avv. Federico Tedeschini,  con domicilio eletto presso xxxxxx, via xxxxxxxx xx;
per l'annullamento
- del giudizio di NON IDONEITÀ dei ricorrenti all'ammissione alle prove scritte del concorso, per esami e titoli, per il reclutamento di n. 2386 Dirigenti Scolastici per la scuola primaria, secondaria di primo grado, secondaria di secondo grado e per gli istituti educativi, indetto con d.d. del 13 luglio 2011, pubblicato nella G.U.
n. 56 del 15 luglio 2011, IV^ s.s.;
- della graduatoria finale relativa alla Regione Campania della prova preselettiva per l'ammissione alle prove scritte di detto concorso, pubblicata sul sito www.formezitalia.it in data 3/11/2011, prova a seguito della quale i professori ricorrenti sono risultati NON IDONEI e pertanto esclusi dal novero dei partecipanti alle prove scritte [doc. 1];
- della nota pubblicata in data 7 ottobre 2011 [doc. 2], con la quale il MIUR ha comunicato il Foglio Istruzioni definitivo per i candidati, successivamente conosciuta;
- per quanto di ragione del decreto datato 13 luglio 2011 [doc. 3] a firma del  Direttore Generale Dott. Luciano Chiappetta, del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - Dipartimento per l'Istruzione - Direzione Generale per il Personale scolastico - Ufficio II, con cui è stato indetto un concorso per esami e titoli per il reclutamento, nell'ambito dell'amministrazione scolastica periferica, di n. 2.386 dirigenti scolastici dei ruoli regionali nella parte in
cui non ha previsto alcuna disciplina dei criteri e delle modalità di predisposizione dei quesiti a risposta multipla, di tenuta del relativo archivio e delle forme di pubblicità dello stesso, delle modalità di svolgimento della prova e dei criteri di distribuzione dei quesiti tra le diverse materie e i vari gradi di difficoltà;
- di ogni altro atto presupposto, connesso e/o consequenziale.
Visti il ricorso e i relativi allegati;
Visti tutti gli atti della causa;
Visti gli atti di costituzione in giudizio di Ministero dell'Istruzione dell'Universita' e
della Ricerca e di Formez Pa;
Visto l'art. 16, co. 2, cod. proc. amm.;
Relatore nella camera di consiglio del giorno 02 febbraio 2012 il dott. XXXXXXXXXXX  e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;
Ritenuto, alla stregua di quanto precede, che vanno considerati privi di efficacia le misure cautelari disposte con il decreto presidenziale n. 661/2011;
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, Roma, Sezione
Terza, dichiara inconsistenti le motivazioni aggiuntive addotte.
Compensazione per le spese.
La presente ordinanza sarà eseguita dall'Amministrazione ed è depositata presso la
segreteria del tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.

Da: non idoneo04/02/2012 10:46:44
per DIFFERENZE 03/02/2012  18.34.27

Notate che raffinatezza :
"Elio71    03/02/2012   21.04.33
Vorrei fare una scorreggia che getti fuori dal mio culo escrementi e frammenta di merda.
E' il mio regalo per gli INIDONEI.
Gustino i miasmi che il mio culo propaga!!!


Ti rispondo: SE QUESTI SARANNO I FUTURI DIRIGENTI....POVERA SOCIETA', POVERI BAMBINI, POVERI ADOLESCENTI, POVERI RAGAZZI, POVERI GENITORI.... E, SOPRATTUTTO, POVERA SCUOLA!!!!!!!
VERGOGNATEVI !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!



Da: tutto finisce bene...06/02/2012 22:16:33
Avv. Pasquale Marotta - Nella Camera di Consiglio del 02/02/2012, il TAR Lazio - Roma, sez. III Bis, ha respinto la domanda cautelare adducendo la seguente motivazione: "Rilevato che le prove scritte del concorso di cui trattasi si sono già svolte nei giorni 14 e 15 dicembre 2011; che i ricorrenti alle stesse prove scritte non hanno partecipato non essendo stati ammessi in esito alle prove preselettive dagli stessi svolte e non superate; che pertanto allo stato i ricorrenti non otterrebbero alcun diretto vantaggio neanche dall'accoglimento della domanda cautelare"

Il TAR, quindi, ha ribadito quanto già sostenuto nella precedente ord.za emessa nella seduta del 25/11/2011, non entrando nel merito dei motivi del ricorso.

Valuterò, nei prossimi giorni, l'opportunità di presentare l'appello in Consiglio di Stato avverso la predetta ordinanza, per cercare di ottenere una pronuncia di merito sui quesiti errati o mal formulati, così come, del resto, lo stesso Consiglio di Stato ha già fatto nella seduta dell'11 gennaio 2012.

È evidente che tale eventuale decisione potrà essere utilizzata nel giudizio di merito dinanzi al TAR Lazio Roma, ancora pendente.

Ad ogni buon conto, a prescindere dalla proposizione dell'appello, solleciterò, ancora una volta, il TAR Lazio affinché fissi l'udienza di merito nel più breve tempo possibile.




... E ADDIO ANCHE AGLI INCARICHI!

Da: riconoscimento dell’indennità di reggenza e l’inde10/02/2012 19:33:38
Il dimensionamento ha vanificato le nostre aspirazioni di diventare dirigenti e i nostri anni di duro studio e lavoro accanto a presidi per lo più impreparati e incapaci. Ci hanno preso in giro e ci hanno fatto perdere un sacco di tempo e quattrini. Cari colleghi vicari chiediamo con forza almeno quello che ci spetta per legge: il riconoscimento dell'indennità di reggenza e l'indennità di funzione superiore.

Da: ex vicario12/02/2012 15:26:42
Non sono più disposto a lavorare per i dirigenti reggenti sacrificando anche le ferie estive ( devo ancora avere 20 giorni di ferie dall'anno scorso che perderò) sentendo dire oltretutto nei forum che siamo "lecchini". La manovra economica di luglio  ha anche tagliato le ore di esonero per le scuole complesse ed ora ha l'esonero totale solo chi ha 55 classi nel proprio Istituto. Metà orario insegno e tutto il resto che non è solo la metà, mi dedico al vicariato di un dirigente reggente che ogni tanto fa delle apparizioni. Ho alle spalle 12 anni di vicariato di cui 4 a reggenza, ma a settembre ritornerò a svolgere le mie 18 ore in classe.
So che non importa a nessuno quello che dico, ma qualche informazione può sempre servire a chi crede di fare il dirigente delegando il vicario.

Da: x ex vicario12/02/2012 20:28:26
Perchè non ti dimetti????

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Da: Vicari e non vicari12/02/2012 21:29:05
Ci hanno preso per il c@@o a tutti, vicari e non vicari.

A proposito di dimensionamento, molte scuole razionalizzate sono rimaste con meno di 600 alunni (400 per quelle montane) andranno a reggenza con ulteriore ammanco per i posti messi a concorso.

Risultato meno posti e nessuna indennità o esonero.



Da: ex vicario13/02/2012 17:32:30
x post del 12/02/2012 ore 20,28

Aspetto l'anno scolastico nuovo, gli impegni presi vanno mantenuti.

Da: perché dimetterti?14/02/2012 09:00:32
... anzi dobbiamo rivendicare assieme i nostri diritti previsti dalla normativa.

Da: Luciano Chiappetta14/02/2012 15:31:04
Prot. n. AOODGPER.1012
Destinatari
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Dipartimento per l'Istruzione
Direzione Generale per il Personale scolastico - Ufficio II

Roma, 14 febbraio 2012

Oggetto: DD.DD.GG. 13.7.2011 e 14.7.2011 - Concorso Dirigenti Scolastici - Termine finale dichiarazione possesso titoli


In riferimento alla nota prot. n. AOODGPER.10314 del 14 dicembre 2011, concernente la dichiarazione del possesso dei titoli degli aspiranti, ammessi oppure ammessi con sospensiva alle prove scritte, alle procedure concorsuali per il reclutamento dei Dirigenti Scolastici in oggetto, si comunica quanto segue.
La funzionalità, disponibile dal 20 Dicembre 2011 nell'ambito dell'applicativo Istanze On Line, verrà chiusa il 16 marzo 2012.
Dopo la data di scadenza del termine fissato codesti Uffici Scolastici Regionali, nell'ambito dell'applicazione di gestione dei Dirigenti Scolastici, potranno accedere ai dati inseriti dai candidati nella dichiarazione, operare le valutazioni di propria competenza e registrare i riscontri effettuati.
Il sistema supporterà gli utenti nel calcolo del punteggio maturato da ciascun candidato e consentirà, inoltre, la produzione della relativa reportistica riepilogativa.
Per la massima diffusione la presente nota sarà pubblicata sulla rete INTRANET e sul sito INTERNET del Ministero.
IL DIRETTORE GENERALE
F.to Luciano Chiappetta

Da: dalla CGIL15/02/2012 23:04:15
I docenti che sostituiscono i dirigenti scolastici o che svolgono le funzioni di collaboratore e vicario del dirigente hanno diritto, per contratto e per giustizia, a un'indennità di funzione, proprio perché svolgono un'attività diversa da quella normale. Eppure nella circolare sul programma annuale 2012, emanata con molto ritardo il 24 dicembre, il Miur sostiene che, poiché i dirigenti non possono essere sostituiti, non viene assegnato alle scuole alcun finanziamento per le indennità spettanti per contratto ai docenti collaboratori nelle scuole affidate a reggenza. Ma come si fa a negare un problema che riguarda oltre 2.000 scuole? Il Miur sta risparmiando sulla spalle di chi lavora ben 90 milioni di euro.

La FLC CGIL di fronte alla sordità dell'amministrazione ha prodotto ricorsi per decreto ingiuntivo accolti già da diversi giudici della Toscana e della Lombardia. Di fronte a queste ripetuti pronunciamenti il Miur dovrebbe prendere atto che è tempo di trovare una soluzione simile a quella già individuata per i sostituti dei Dsga.

Infatti, dopo le innumerevoli pressioni della FLC il pagamento dell'indennità agli assistenti amministrativi che sostituiscono i Dsga è stata positivamente risolta con il suo spostamento a carico del Mef che la liquida insieme allo stipendio mensile.

Da: dall''altro forum19/02/2012 18:11:24
Da: IL PUNTO DELLA SITUAZIONE    19/02/2012 12.36.45
(CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA CAMPANIA)

Si è corso seriamente il rischio che l'intero procedimento concorsuale saltasse. Tale pericolo non è del tutto scongiurato, ma appare ben probabile che fra un paio di mesi terminino le correzioni degli scritti e che si espletino le prove orali. Far saltare il concorso a quel punto sarebbe impensabile. Va detto, inoltre, per onor di cronaca, che nella regione Valle d'Aosta le correzioni degli scritti sono già state completate (12 ammessi) e che a breve il concorso avrà termine.
Altro discorso si deve fare per quanto concerne la Campania.
L'ammissione con sospensiva di oltre 400 ricorrenti, avvenuta il pomeriggio del 13 dicembre, a poche ore dalla prima prova scritta, ha già prodotto alcune significative conseguenze:
1) Ha costretto l'USR a nominare una sottocommissione in più, dovendo necessariamente correggere anche gli elaborati dei ricorrenti, indipendentemente dal pronunciamento del TAR regionale.
2) Ha provocato notevole clamore e risentimento, sia tra gli idonei, sia tra gli altri non idonei esclusi dalle prove scritte, in quanto i ricorrenti riammessi avevano già in precedenza presentato ricorso al TAR del Lazio e non avevano ottenuto alcuna sospensiva. Occorre dire che i TAR di altre regioni hanno già dichiarato la propria incompetenza territoriale in merito a questo argomento.
L'udienza del TAR per l'esame "nel merito" della situazione dei ricorrenti campani era fissata per il 14 gennaio, ma il tribunale amministrativo ha dovuto rinviare l'udienza al 22 febbraio (si vocifera che i legali dei ricorrenti si siano presentati volontariamente in ritardo per ottenere tale slittamento).
A questo punto si attende il pronunciamento del TAR campano. A rigor di logica dovrebbe ammettere la propria incompetenza territoriale. Tuttavia esiste il pericolo di ulteriori slittamenti dell'udienza, magari manovrati ad arte da abili avvocati. Se si giungerà alla conclusione delle correzioni, i ricorrenti le cui prove scritte saranno giudicate almeno sufficienti saranno ammessi A PIENO DIRITTO a partecipare agli orali, pur non avendo superato la preselezione (alcuni che conosco personalmente ammettono di aver totalizzato un punteggio inferiore a 30/100).

Da: ma20/02/2012 21:43:47
che vergogna


Da: Tar della campania22/02/2012 20:26:24
Ricorsi rigettati, domani mattina la pubblicazione sul sito.

Da: x Tar della campania24/02/2012 21:33:01
La tua notizia è falsa

Da: infatti ma...25/02/2012 00:32:27
sono spariti pure i ricorsi!

...
Dettaglio  del Ricorso

Con i dati specificati non è stato trovato nessun Ricorso

Da: dall''altro forum25/02/2012 14:10:44
Da: ALL''ERTA    25/02/2012 10.08.31
AI CAMPANI. Dovremmo forse preoccuparci per l'esubero dei dirigenti in campania. 140 circa che devono essere ridistribuiti dopo I DIMENSIONAMENTI . tutti o quasi hanno chiesto la proroga avendo raggiunto i limiti di età/anzianità. Forse dovremmo preoccuparci di queste possibili proroghe che il Direttore USR potrebbe accettare data la valenzia
1)dei dirigenti che hanno maturato l'età,
2)dei dirigenti, soprattutto che pur avendo i 40 anni di servizio,non avendo raggiunto l'età anagrafica ( per queste eventuali conferme si profila, io credo, il danno erariale per la PA vista la situazione di esubero che vedrebbe molti a spasso in caso di conferma). I nostri posti sono già sfumati, e il nostro concorso si allontana all'orizzonte perchè la situazione è già congestionata. vi siete chiesti perchè proprio in Campania non si sappia niente? Come sempre noi della Campania faremo la fine delle botti di coccio tra le botti di ferro.... più numerosi allo start iniziale; più numerosi dopo la prima selezione nella proporzione candidati -posti; più esposti per le insolvenze della nostra "regione" che, in generale fatica sempre per ...stare al passo (non è una polemica, ma una constatazione).
Forse alla fine ci daranno il contentino di vincere ed essere immessi in una graduatoria honoris causa e magari il concorso lo potremo sostenere solo tra.... dieci anni. Mi chiedo, i sindacati che fanno?

Da: Presidi incaricati: stabilizzazione?    27/02/2012 15:16:05
       
Una risoluzione presentata in VII Commissione Cultura dai deputati Granata, Di Biagio e Barbaro chiede al Governo di "predisporre entro il mese di giugno adeguate iniziative volte a stabilizzare i professionisti che attualmente svolgono le funzioni di dirigente scolastico o di preside incaricato, ai sensi di quanto disposto dall'articolo 1-sexsies del decreto legge 31 gennaio 2005, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 marzo 2005, n. 43".
L'articolo citato prevede che, a decorrere dall'a.s. 2006/2007 non siano più disposti nuovi incarichi di presidenza, fatta salva la conferma degli incarichi già assegnati. In realtà ci trova ad avere presidi incaricati che da anni prestano servizio svolgendo la funzione dirigenziale con le stesse mansioni e responsabilità dei colleghi contrattualmente inseriti nell'area V della dirigenza scolastica.
Peraltro, sembra che i presidi incaricati siano pronti a rivolgersi al giudice del lavoro per il riconoscimento della stabilizzazione e il risarcimento del danno causato dal mancato impegno dell'Amministrazione a risolvere la problematica e dall'insistenza dell'uso dello strumento dell'incarico a tempo determinato.

Da: E'' Giustissimo!27/02/2012 17:02:43
Ma in Italia i presidi incaricati sono pochissimi, nella mia provincia ce n'è uno!
E i vicari con tanti anni di servizio e con la reggenza che hanno svolto il lavoro dei dirigenti!
A LORO NON PENSA NESSUNO!

Da: stabilizziamo27/02/2012 17:20:07
anche i vicari allora!

Da: EVVIVA!27/02/2012 17:30:33
I campani del ricorso 6350 sono fuori! VIVA LA giustizia!

Da: EVVIVA!28/02/2012 15:06:30
e anche di quello n. 6298!

Da: vicaria28/02/2012 18:57:09
I vicari, soprattutto quelli con reggenza,che ogni giorno affrontano molteplici difficoltà e che comunque hanno acquisito competenze sul campo,hanno diritto ad essere riconosciuti professionalmente ed economicamente. Si spera anche in una loro stabiizzazione!

Da: x vicaria28/02/2012 19:12:52
Cosa vuol dire stabilizzazione???

Da: Per gli incaricati28/02/2012 21:40:35
credo che stabilizzazione significhi l'immissione  in ruolo, non so in che modo. Se è una proposta si svilupperà.

Da: lollia01/03/2012 14:18:56
cari colleghi
vorrei ricordarvi che nella P.A. si entra per concorso.Come si pensa di stabilizzare i vicari? con concorsi riservati solo per loro? mi sembra veramente un'utopia!!!
Non sarebbe proprio giusto.

Da: x lollia01/03/2012 15:39:36
Tranquilla! La proposta parlamentare non si riferisce ai vicari, ma ai dirigenti incaricati che da tempo sono confermati. Un tempo per loro era bandito il concorso riservato che aveva la stessa validità di quello ordinario anche se era più semplice.
Non facciamo per favore polemiche sui vicari oltretutto non è il forum giusto.

Da: Conferma incarichi di presidenza02/03/2012 10:24:29
Il MIUR ci ha informato che la Direttiva per la conferma degli incarichi di presidenza per l'a.s. 2012/13 è alla firma del Ministro.
La Direttiva ribadisce che non sono più conferiti gli incarichi di presidenza, fatta salva la conferma degli incarichi già conferiti.
Gli aspiranti alla conferma dell'incarico debbono presentare domanda nel periodo dal 21 marzo al 19 aprile 2012.
Pubblicheremo la Direttiva non appena sarà ufficiale.


X VOI CHE SPERATE, NIENTE! IH, IH, IH, IHHHHH!

Da: conoscenza06/03/2012 13:23:50
   
Spesso non sono  stato d'accordo con lui ma stavolta ha scritto un'analisi condivisibilissima, ed è tutto vero purtroppo. a cominciare dalla premessa. Bravo Nuzzaci


Dirigenti Scolastici: La patacca della sperimentazione della valutazione " VALES " e l'ennesima turlupinatura della dirigenza scolastica 


1 - La parola magica è sempre quella: sperimentazione. Che, sposandosi con il mantra della �«peculiare complessità�» della scuola e della sublime �«specificità�» della sua dirigenza, potrà, ancora una volta, consentire all'amministrazione e alle corporazioni sindacali di sterilizzare l'imperativo della legge.
Il meccanismo è collaudato da un ventennio: dalla cosiddetta prima privatizzazione del pubblico impiego (legge delega 421/92 e decreto legislativo 29/93), passando per la seconda privatizzazione (legge 59/97 ed una serie di decreti attuativi, poi confluiti nel d.lgs. 165/01), sino alla riforma Brunetta (legge 15/09 e d.lgs. 150/09, poi integrato, ma esso restando meramente virtuale, dal D.P.C.M. 27-1-11, concernente la specifica valutazione degli insegnanti).
Insomma, per la scuola, la legge è tam quam non esset. Col che ci si è altresì bellamente sottratti all'impegno che il nostro governo aveva preso con la comunità europea: di fornire assicurazioni, hic et nunc, in ordine all'accountability delle istituzioni scolastiche e sui programmi di ristrutturazione per quelle che avessero registrato risultati insoddisfacenti; di chiarire come intendesse valorizzare il ruolo degli insegnanti di ogni singola scuola e quale tipo di incentivi volesse mettere in campo.
A dire il  vero, nel solco delle coordinate legali e delle istanze comunitarie dianzi cennate si era mosso il ministro Gelmimi, proponendo due percorsi - sperimentali, naturalmente! - in parte paralleli, volutamente di basso profilo, all'insegna di un astrattamente sano realismo, ma in buona sostanza piuttosto improvvisati e, per molti versi, implausibili: premiare - selettivamente - il merito con poco più di 31 milioni di euro, destinati ad un ristretto campione di insegnanti (Progetto Valorizza, di durata annuale) a ad un altrettanto esiguo numero di scuole (Progetto VSQ - Valutazione per lo sviluppo della qualità delle scuole, triennale).
Ma il neoministro dell'istruzione Francesco Profumo ne ha decretato il deprofundis, con una spettacolare marcia all'indietro.
Per la valutazione dei docenti la partita finisce qui; forse la si potrà riprendere più in là, molto più in là, dopo che l'attuale governo tecnico di salute pubblica avrà esaurito il suo breve mandato.
Lo si potrà fare in seguito ai necessari approfondimenti [si approfondisce da due decenni!] e al coinvolgimento delle comunità professionali e degli esperti di settore [magari in occasione della preannunciata, per l'autunno, conferenza nazionale sulla scuola, dopo quella del 1990,che preparò l'avvento dell'autonomia cartacea].
Per la valutazione �«premiale�» delle scuole già selezionate ( e destinatarie di un budget di centomila euro cadauna) il progetto in corso continuerà nei prossimi due anni (sempreché vengano realmente assicurate le inerenti risorse finanziarie), ma sarà ad esaurimento; nel senso che, espressamente, quali che potranno essere gli esiti, non verrà più riproposto: e allora, verrebbe fatto di domandarsi, che senso ha portarlo a termine?
Dunque, niente sistematica, selettiva e trasparente valutazione delle performance di ogni istituzione scolastica e dei soggetti (di tutti i soggetti) professionali ivi operanti, in termini di (accertati) meriti individuali e dei relativi apporti recati alla struttura o unità organizzativa (tale è ogni istituzione scolastica, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, d.lgs. 165/01).

2 - Adesso il progetto sostitutivo - uno solo - è denominato VALES, acronimo significante �«Valutazione e sviluppo della scuola�».
E' rivolto a non più di 300 scuole, tenendosi conto dell'ordine cronologico di presentazione delle domande e della necessità di garantire un'equilibrata distribuzione sul territorio nazionale, nonché assicurandosi un'equa rappresentatività nel primo e nel secondo ciclo d'istruzione.
Ad ogni scuola prescelta sarà garantita l'astronomica cifra oscillante tra i diecimila e i ventimila euro (nella misura massima fa 6 milioni di euro, contro i 31 milioni delle due sperimentazioni già naufragate), per sostenere l'implementazione del progetto nella sua durata triennale, che si prefigge lo scopo di individuare e verificare sul campo la fattibilità di metodi, criteri, procedure e strumenti che permettano di valutare i punti di forza e di debolezza del singolo istituto, nonché dell'azione del dirigente scolastico.
Nella prima fase si procede all'analisi della scuola come �«sistema complesso�», condotta da diverse prospettive, attraverso un protocollo di visita delle scuole gestito da nuclei di valutazione esterni coordinati da ispettori [ma dove sono?].
Al termine di questa prima fase di analisi, sarà consegnato alla singola scuola uno specifico rapporto di valutazione, sulla base del quale essa è invitata a progettare in autonomia un percorso di miglioramento, per la cui realizzazione sono previsti i ridicoli finanziamenti di cui sopra.
La scuola avrà a disposizione il successivo anno scolastico per condurre, dopo una fase di autovalutazione e di progettazione, opportune azioni di  miglioramento.
Nel corso del terzo e ultimo anno di sperimentazione la scuola sarà nuovamente valutata da parte del nucleo di valutazione esterno che, sulla base del rapporto iniziale, ne apprezzerà i risultati raggiunti.
All'interno del quadro di riferimento  descritto ed in coerenza con le linee di interventi istituzionali prefigurate per il progetto VALES, specifiche azioni  saranno avviate nelle regioni del mezzogiorno appartenenti all'Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia Sicilia).
Per queste aree territoriali le attività saranno realizzate con i fondi strutturali europei, nell'ambito del Programma Operativo Nazionale "Competenze per lo sviluppo" finanziato con il fondo sociale europeo 2007-2013.
Per la partecipazione alla sperimentazione è indispensabile la delibera positiva del collegio dei docenti, unitamente all'adesione del dirigente scolastico, che nel quadro della generale valutazione dell'istituzione scolastica dovrà essere - specificatamente e lui solo: non già i suoi docenti e il suo personale ATA - valutato.
Dopo il 12 marzo sapremo se le adesioni avranno registrato un semifallimento, come le ultime due abortite, oppure no; perché, questa volta, l'amministrazione, nella circolare n. 16 del 3 febbraio a firma del capodipartimento Giovanni Biondì, si è peritata di puntualizzare che l'accesso delle scuole alla nuova programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali europei �«sarà condizionato alla presenza di alcuni elementi strutturali, quali l'esistenza di sistemi di misurabilità dell'efficacia degli interventi e dei risultati�».
E si precisa altresì che, diversamente dal precedente progetto VSQ, non sono previste premialità alle scuole che raggiungono i risultati migliori, né penalizzazioni per le scuole deficitarie; che, anzi, queste ultime hanno un incentivo formidabile a permanere in una strutturale situazione di debolezza, perché saranno alimentate da ulteriori, promessi, finanziamenti a sostegno del loro piano di miglioramento, che potrebbero riverberarsi in positivo sulle remunerazioni del personale, nei cui confronti non sarà sanzionato alcun demerito: di sicuro per i docenti e per il personale ATA e - forse, oppure no? - per il dirigente scolastico.

3 - Il dirigente scolastico, per l'appunto, è fatto oggetto di un apposito capitolo nell'ambito di questo progetto valutativo, nella ragionevole presupposizione che la sua azione risulti fondamentale nel promuovere gli obiettivi di miglioramento del servizio, stimolando la collaborazione di tutta la comunità scolastica; pur in assenza di qualsivoglia strumento di gestione cogente, che non siano la sua autorevolezza e/o l'esemplarità del suo comportamento.
E sembra andar bene per tutti.
Va bene per i sindacati generalisti del comparto, rassicurati dal fatto che il dirigente scolastico non potrà valutare chicchessia, sicché il personale della scuola, massivo e fungibile, potrà continuare ad essere ammannito - e garantito - con slogan e parole d'ordine, secondo i perduranti canoni di un'omogenea, piatta ed avvilente cultura impiegatizia.
Va bene per il sedicente più autorevole e rappresentativo dei sindacati della dirigenza scolastica, che già aveva indirizzato all'ex ministro Gelmini l'invito a �«predisporre un progetto sperimentale in tema di valutazione dei dirigenti delle scuole con un impianto analogo a quello che sta(va) per prendere l'avvio relativamente ai docenti [ed ora non più riproposto]�».
Va bene per le anime belle delle eteree associazioni professionali, che vi trarranno alimento per continuare a disquisire di centralità della dirigenza scolastica, di professione emergente connotata da un'intrinseca dimensione di leadership democratica, distribuita, partecipata, orizzontale ed orientata al cambiamento: quindi leadership trasformazionale, emotiva, evocativa â�� visionaria!

Ed importa punto o poco che la legge (art. 5, d.lgs. 165/01, come modificato dal d.lgs. 150/09; lo stesso art. 25 del d.lgs. 165/01, citato, riguardante la supposta �«specificità�») dica e voglia tutt'altro (o anche altro).
Perché, in punto di diritto, il dirigente scolastico, come ogni �«normale�» dirigente pubblico:

è  �«datore di lavoro�» dialetticamente contrapposto, in una sorta di �«fisiologico�» conflitto d'interessi, ai �«lavoratori�» (personale docente e personale ATA) posti alle sue dirette dipendenze, in virtù dei richiami delle norme civilistiche e delle leggi speciali sul supporto di lavoro subordinato nell'impresa;
in quanto datore di lavoro e capo dell'impresa e/o dell'unità organizzativa (quale deve essere considerata ogni istituzione scolastica dotata di personalità giuridica per il doveroso esercizio della sua autonomia funzionale, ex art. 1, comma 2, d.lgs. 165/01), deve valutare i propri �«collaboratori�» (tutto il personale docente e ATA) perché ne possano essere apprezzate le prestazioni, in positivo (con effetti premiali, a principiare dalle dirette attribuzioni economiche) ovvero in negativo (con conseguenze sanzionatorie): tutto ciò nell'�«interesse dell'impresa�», ex artt. 2014 e 2016, codice civile (rectius: nell'interesse dell'istituzione scolastica e della sua mission);
da lui, pertanto, dipendono gerarchicamente (diverso discorso essendo quello sul come, con quali limiti, modalità e garanzie il rapporto di gerarchia debba essere agito) i suoi �«collaboratori�» (nel senso che i suoi dipendenti devono - obbligatoriamente - disporsi ad un comportamento collaborativo in relazione al conseguimento dei fini dell'impresa, poco rilevando che essa sia privata o pubblica) [art. 2086, c.c.]; che devono usare la diligenza richiesta dalla natura della prestazione dovuta.
E' ovvio che trattasi di generali paradigmi pur sempre da calibrare sulla peculiarità e sugli scopi del variegato mondo delle pubbliche amministrazioni e delle peculiarità dei soggetti in esse operanti, specialmente se attributari di più o meno ampia discrezionalità tecnico-professionale: vale certamente per la scuola, ma non solo.
Calibrati, però, ma non stravolti, sino ad essere neutralizzati. E a tal proposito ogni dirigente pubblico - che risponde dei risultati dell'unità organizzativa - è, ad un tempo, manager (connotazione ritenuta �«innaturale�», un corpo estraneo nel fatato mondo della scuola) e leader (per contro apprezzato, purché non autocratico).
E' manager nell'esercizio di competenze giuridico-organizzativo-gestionali, strumentali al conseguimento dello scopo istituzionale, secondo i canoni di efficienza-efficacia-economicità, dato che vengono usate cospicue risorse pubbliche, coattivamente prelevate dalla fiscalità generale, che pertanto devono essere giustificate, dunque rendicontate. E' leader in quanto deve essere capace di conseguire gli obiettivi assegnati nella chiarezza della mission e della vision: perciò motivando, coinvolgendo e valorizzando la risorsa fondamentale costituita dal fattore umano.
Ma non per questo può continuare a sostenersi che tale risorsa umana possa agire in assoluta libertà perché, alla fin fine, soggiace ai soli e domestici vincoli di natura morale, se non alla propria �«scienza e coscienza�».
E' perciò naturale, anzi indispensabile, che il dirigente scolastico, come tutti i dirigenti pubblici, dev'essere valutato secondo le disposizioni di legge (e, de residuo, del contratto collettivo nazionale di lavoro) e per gli effetti predeterminati dalla legge (e dal contratto): che non sono - le une e gli altri - quelli cui fa riferimento questo progetto sperimentale in tema di valutazione della dirigenza scolastica; il quinto, a far data dalla sua nascita nell'ordinamento giuridico, or sono dodici anni. 
Cinque sperimentazioni in dodici anni per valutare la dirigenza scolastica già costituiscono, di per sé, testimonianza inoppugnabile della loro fatua consistenza: dai SIVADIS 1, SIVADIS 2, SIVADIS 3 al caravanserraglio messo a punto dall'INVALSI e mandato al macero dal suo committente, l'allora ministro Fioroni, non appena emesso il primo vagito. Ed ora VALES, che eredita tutte le aporie dei precedenti progetti.
Un VALES che sembra valere veramente poco, come hanno scritto o lasciato intendere esperti di cose scolastiche, come M. Tiriticco e l'ispettore G. Cerini; che poi però s'industria nel tentare di trarne elementi e spunti di con divisibilità (che, astrattamente, non mancano) e dando mostra di crederci: a cominciare dal protocollo cui la valutazione del dirigente scolastico dovrà fare riferimento, strutturato in indicatori individuati all'interno delle seguenti macro-aree:

Direzione, coordinamento, valorizzazione delle risorse umane.
Organizzazione e gestione delle risorse finanziarie e strumentali.
Promozione della qualità dei processi interni alla comunità professionale.
Sviluppo delle innovazioni.
Attenzione alle famiglie e alla comunità sociale.
Collaborazione con i soggetti istituzionali, culturali, professionali, sociali ed economici del territorio.
E' un dispositivo sensato, potrebbe dirsi, perché tarato sulla peculiarità del luogo di esercizio della funzione dirigenziale scolastica, oggettivamente più complesso e meno standardizzabile rispetto ad un mero ufficio interno di una più ampia ed autonoma struttura organizzativa (poniamo: un ufficio scolastico regionale o una direzione generale del MIUR), chiamato a perseguire obiettivi circoscritti, più semplici, facilmente quantificabili (e facilmente valutabili).
Ma è un dispositivo che non ha richiesto un apprezzabile sforzo ideativo, altro non essendo che una (parziale) copiatura in pejus del modello figurante nell'art. 41 del CCNI del 31 agosto 1999 per una valutazione (sperimentale, è il caso di precisarlo?) degli allora capi d'istituto ancora appartenenti al comparto scuola ed in transito verso la qualifica dirigenziale (ed in attesa di essere collocati nella quinta autonoma area contrattuale, surrettiziamente e saldamente ancorata al ceppo d'origine: una riserva indiana per non infettare le dirigenze �«vere�», cioè quelle �«normali�», e quivi contemplare la sua ineffabile specificità).
Lo riportiamo di seguito, anche per significarne una più puntuale o dettagliata configurazione rispetto al più generico suo odierno clone:
Area 1: Direzione e organizzazione dell'istituzione scolastica

1.1. pianificazione e definizione P.O.F.
1.2. interventi specifici per l'apprendimento e il successo scolastico
1.3. autovalutazione d'istituto
Area 2: Relazioni interne ed esterne

2.1. comunicazione pubblica
2.2. relazioni istituzionali ed esterne
2.3. iniziative relative al rapporto scuola-famiglia
Area 3: Innovazione e sviluppo

3.1. sviluppo e diffusione progetti di ricerca e innovazione formativa
3.2. attivazione di accordi di reti, convenzioni, consorzi
Area 4: Valorizzazione delle risorse umane

4.1. formazione e sviluppo personale docente e ATA
4.2. modalità affidamento incarichi e funzioni
Area 5: Gestione delle risorse finanziarie e strumentali

5.1. gestione dei fondi d'istituto
5.2. utilizzo innovativo di tecnologie e infrastrutture disponibili.
Siamo così punto e a capo. E sono trascorsi, invano, tredici anni!
Basterebbe (anche) questo per comprendere quanto vale VALES, partecipe del collaudato gioco delle scatole cinesi, delle sperimentazioni che si rincorrono e spesso si sovrappongono, infine sciogliendosi come neve al sole; una sorta di cambiale puntualmente rinnovata prima della scadenza, di modo che non si porta mai all'incasso.
E così si continua - potrà continuarsi - a cincischiare. Perché è ora mai acclarato che una seria, e vera, valutazione non la vuole nessuno.
Non la vuole l'amministrazione: perché non è dotata di una tecnostruttura in grado di gestirla  e perché non ha né intende reperire le risorse finanziarie per remunerarla (retribuzione di risultato).
Non la vogliono le corporazioni sindacali generaliste di comparto; un'anomalia tutta italica, che tiene forzosamente e quasi indistintamente insieme docenti e personale amministrativo, dopo che ne sono felicemente fuoriusciti gli ex ispettori tecnici - ora dirigenti pleno iure e plena pecunia - e solo formalmente i dirigenti scolastici; dirigenti finti e perciò dirigenti pezzenti: se ne è accorta, dopo dieci anni, la rivista "Tuttoscuola", e sembra che la cosa stia, finalmente?, facendo rumore. Non la vogliono i sindacati del personale della scuola o �«lavoratori della conoscenza�» (sic!), non fosse altro perché un dirigente non valutato non può (non è legittimato a) valutare il personale dipendente, della cui gestione lo si pretende (lo pretende la legge) esclusivo responsabile.
Non la vogliono - e ci riesce ancora arduo  comprendere il perché - �«il più autorevole e rappresentativo dei sindacati della dirigenza scolastica�» e le associazioni sindacali professionali, turistico-convegnistiche, di categoria.
E forse non la vuole - con sommo autolesionismo - la categoria.
A parte ciò, sotto il profilo tecnico e con particolare riguardo alla dirigenza scolastica, la riproposta sperimentazione permane viziata dalla confusione tra valutazione dell'istituzione scolastica e valutazione delle prestazioni del suo dirigente.
La prima è preordinata (realizzandosi sapientemente un mix tra valutazione interna o autovalutazione e valutazione esterna ad opera di soggetti terzi) all'emersione dei punti di forza e di debolezza della �«struttura organizzativa�» onde apprestare conseguenti e coerenti interventi atti a consolidare gli uni e  migliorare gli altri, sicché ogni istituzione scolastica possa erogare una prestazione di qualità generalizzata, di tipo inclusivo, �«al fine di garantire il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema d'istruzione e con l'esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento�» (art. 1, comma 2, d.p.r. 275/99). Anche se fa specie leggere che, nell'anno di grazia 2012, non si è ancora riusciti a �«individuare e verificare sul campo la fattibilità di metodi, criteri, procedure e strumenti che permettano di valutare â���».
E nulla succede - meglio, non succede - per caso.
La seconda tipologia è finalizzata - anche con l'impiego di un'apposita, e differente, strumentazione - alla valutazione dei risultati dell'azione del dirigente (comprendente il conseguimento degli obiettivi assegnati e il comportamento organizzativo).
Certamente, ben possono integrarsi, ma restano - devono restare - distinte, concettualmente e per i diversi esiti cui mettono capo: interventi promozionali-supportivi-equitativi, ovvero premiali-sanzionatori (in positivo differenziata retribuzione di risultato, in negativo ed extrema ratio la risoluzione del rapporto di lavoro).
Nel mentre, un progetto predisposto per la valutazione dei punti di forza e di debolezza dell'istituzione scolastica, va surrettiziamente ad includere la valutazione delle prestazioni professionali di un solo soggetto - e, a questo punto incoerentemente, escludendo quelle di tutti gli altri soggetti (docenti e ATA) - non già per premiarlo e/o sanzionarlo, ma, soggetto minorenne, per orientarlo e assisterlo con una consulenza permanente affinché possa egli esplicare �«la sua azione fondamentale nel promuovere gli obiettivi di miglioramento del servizio scolastico, stimolando la collaborazione di tutta la comunità scolastica â�� �».
E' il privilegio della sua specificità! Che non è toccato in sorte ai generici, fungibili, �«non complessi�», e maggiorenni, dirigenti amministrativi e tecnici dello stesso datore di lavoro, il MIUR. Tal che, sottoposti ad un'ordinaria, prosaica, �«egoistica�» valutazione annuale, compendiata in due sole schede e contenente pochi, circoscritti, operazionalizzati obiettivi, si mettono, sempre annualmente, in tasca una retribuzione di risultato media pari a 30.000 euro, con punte che sfiorano i 70.000.
E'stampato sul sito del MIUR �«Trasparenza, Valutazione e Merito�», aggiornato all'8 febbraio 2012. Cliccare per credere!
Andiamo dunque a sperimentare, anche per non perdere i finanziamenti europei. Allegramente, però. Perché, comunque vada,  a fine anno ogni �«specifico�» dirigente scolastico percepirà i suoi bravi 2.000 - dicesi duemila - euro lordi, uguali per tutti, a meno che non abbia avuto l'improbabile sventura di essere incappato in una valutazione negativa formalizzata in atti.
E' così da dodici anni.
E lo sarà ancora per i prossimi tre. Giusto per prendere, e perdere, tempo.
-Francesco G. Nuzzaci-

Da: Altro che NUOVI INCARICHI, leggete qua!!!!!!!!!!!!06/03/2012 23:51:08
In ruolo anche i candidati non ammessi al corso di formazione
Semplificazioni: maglie larghe per diventare dirigenti scolastici


Un emendamento al decreto legge Semplificazioni approvato dalle commissioni Affari costituzionali e Attività produttive della Camera prevede che i professori che avevano superato le prove preselettive del concorso per diventare dirigenti scolastici, ma che non avevano partecipato al corso di formazione perchè non rientranti nel contingente previsto, saranno immessi in ruolo previa frequenza di un corso di quattro mesi e il superamento di un  colloquio finale.

Inoltre i professori che nel triennio 2008/09-2010/12 hanno avuto l'incarico di preside sono ammessi a un periodo di formazione, dopo il superamento di un colloquio selettivo, per poter essere poi immessi in ruolo.

L'emendamento stabilisce poi per coprire i posti vacanti, attualmente ricoperti con reggenze plurime, ai professori che hanno un contenzioso per la partecipazione ai concorsi a dirigente scolastico, "è temporaneamente affidato un incarico provvisorio di direzione della durata di un anno scolastico, rinnovabile fino alla copertura dei posti vacanti destinati ai vincitori del concorso ordinario".

La genesi della proposta non è chiara: è possibile che si sia inteso coprire in questo modo i numerosi posti che rimarranno vacanti nel nuovo anno scolastico malgrado il taglio di non pochi posti di dirigente derivante dalle nuove norme sul dimensionamento. Certo che emendamenti di questo genere richiamano alla memoria le famigerate 'leggine' sostenute in passato in Parlamento da maggioranze trasversali  pro questa o quella categoria. Non sarebbe meglio puntare su concorsi più frequenti, magari meglio organizzati?

tuttoscuola.com     martedì 6 marzo 2012

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