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Da: Victoria666  22/02/2019 11:46:14
Ops cio che l'alunno
Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 11:50:31
L. Sui dsa che prima non avevano una loro disciplina
L127 del 2010

Per gli alunni con dsa si compila il pdp
Per gli alunni disabili certificati ai sensi della l 104 si compila il pei.

Pei: piano educativo individualizzato
Pdp: piano didattico personalizzato

Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 11:51:04
Sto ripetendo dalle mie dispense!😃😃😃
Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 11:56:23
Scusate l. 170 2010 sui dsa

Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 12:00:37

I DSA sono i Disturbi Specifici dell'Apprendimento che coinvolgono l'abilità di lettura, di scrittura e di calcolo.
Li conosciamo con questi nomi:

Dislessia, che indica la difficoltà di lettura e scrittura

Disgrafia e disortografia indicano le difficoltà di scrittura

Discalculia, che indica la difficoltà di calcolo

La legge 170/2010 riconosce e descrive questi quattro disturbi dell'apprendimento, sottolinea la necessità di diagnosi rapide e affidabili e percorsi di abilitazione efficaci, descrive le norme e i criteri precisi per identificare precocemente i DSA e dare supporto nella scuola e all'università alle persone con DSA.


DSA, due parole chiave per comprenderne il significato: specifici ed evolutivi
Le caratteristiche dei disturbi dell'apprendimento che rientrano nei DSA ci permettono di capirli meglio:

Sono specifici perché riguardano esclusivamente alcuni processi di apprendimento, cioè automatismi che non si sviluppano durante il percorso scolastico come la lettura precisa e fluente, la capacità di scrivere senza errori, con grafia regolare e decifrabile e usando lo spazio in modo adeguato, di elaborare i numeri e calcolare
Hanno una matrice evolutiva: il disturbo dell'apprendimento si manifesta in età evolutiva, quando emerge la difficoltà del bambino a sviluppare una capacità che per gli altri invece diventa progressivamente un automatismo, ed è modificabile con interventi specifici. Il bambino con DSA non perde una capacità già acquisita anche solo in parte: i DSA non sono conseguenze di traumi, blocchi educativi, psicologici, relazionali e non nascono dalla poca applicazione allo studio
Hanno origine neurobiologica: quando parliamo di DSA, parliamo di sviluppo atipico o neurodiversità, di caratteristiche individuali e non di patologia. Una persona con DSA ha intelligenza e capacità cognitive adeguate alla sua età: può però apprendere con difficoltà e a ritmo più lento rispetto ai suoi coetanei perché fatica e disperde energie a causa delle sue caratteristiche individuali di apprendimento che la didattica in quel momento non asseconda
Diagnosi, potenziamento, riabilitazione
I Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) sono la causa principale di difficoltà scolastiche e di abbandono della scuola. In Italia, la diagnosi di questi disturbi è spesso insufficiente e le stime dicono che almeno due studenti con dislessia su tre non ricevono una diagnosi durante il percorso scolastico: le conseguenze negative del disturbo possono continuare anche in età adulta e influenzare le possibilità di successo all'università e nel mondo del lavoro. Riconoscere, diagnosticare, pianificare e usare interventi efficaci significa creare interventi personalizzati e adeguati alle caratteristiche individuali dello studente e al percorso di studi, che favoriscano e garantiscano l'apprendimento. L'obiettivo è rendere lo studente autonomo o il più autonomo possibile, con tutte le ricadute positive in termini di successo scolastico ma anche di autostima e gratificazione nella sfera lavorativa e personale.

Cosa fare se sospetti che tuo figlio possa avere un disturbo dell'apprendimento
Un disturbo specifico dell'apprendimento si può diagnosticare già al termine del primo anno della scuola primaria con un percorso di valutazione di alcune ore. Se pensi che tuo figlio possa avere un DSA o i suoi insegnanti ti hanno segnalato una difficoltà specifica: Chiedi un confronto con gli insegnanti, per collaborare a scegliere e applicare le strategie di potenziamento più adatte se l'attività didattica di recupero e potenziamento non si rivelano efficaci, rivolgiti al Servizio Sanitario Nazionale per una valutazione. Se i tempi di attesa sono troppo lunghi, puoi chiedere una prima valutazione a uno specialista privato Se lo specialista diagnostica un DSA, ti indicherà il percorso più adatto per tuo figlio, per compensare il suo disturbo e agevolarlo nello studio e nell'apprendimento La scuola che riceve una diagnosi di DSA scrive il Piano Didattico Personalizzato (PDP), dove indica le strategie e gli strumenti compensativi e dispensativi da usare per sostenere l'apprendimento

Abilitazione e strumenti compensativi
Uno studente con DSA può attenuare e compensare il suo disturbo di apprendimento e imparare al pari dei suoi compagni con interventi mirati e con gli strumenti compensativi e dispensativi pensati per aiutarlo a studiare e ad apprendere. I software compensativi di Anastasis aiutano gli studenti con DSA a compensare il disturbo specifico e a raggiungere gli obiettivi di apprendimento e, in futuro, quelli di lavoro. La parola riabilitazione è di uso comune tra specialisti, insegnanti e anche tra i genitori: nel caso degli studenti con DSA, è importante ricordare che non si riabilitano delle capacità perse ma si abilita la persona a raggiungere gli obiettivi con interventi specialistici, strategie e strumenti didattici adatti al suo modo di studiare e imparare. Approfondisci con le "Linee Guida per il Diritto allo studio degli alunni degli studenti con disturbi specifici dell'apprendimento.
 

Importante si manifestano solitamente al prima o seconda elementare.
In casi rari con dalla scuol a materna.
Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 12:08:23

Disgrafia

La disgrafia è un disturbo non verbale, che coinvolge tipicamente la scrittura di parole e di numeri e l'utilizzo del segno grafico, in misura lieve, media o severa. Il bambino con disgrafia può risultare anche impacciato ed in difficoltà con alcuni compiti di motricità fine. Può inoltre risultare poco organizzato nella gestione del materiale e del lavoro autonomo, anche intorno ai 10 o 11 anni, cioè alla fine della scuola elementare. Anche in assenza di altri disturbi, il bambino con disgrafia può avere difficoltà nella scrittura di numeri e nell'utilizzo dell'incolonnamento di cifre, se non è coadiuvato (soprattutto i primi tre anni) dall'insegnante attraverso l'utilizzo di strumenti come il colore.

E' importante sottolineare che: scrivere e incolonnare male i numeri comporta per questo bambino difficoltà nel ricostruire i calcoli correttamente. Quando poi deve disegnare figure o grafici, questo bambino può trovarsi molto in difficoltà: egli non solo fa molta fatica (anche con il righello), ma si rende anche conto che il risultato del suo lavoro è esteticamente scadente.
La sua prestazione sul piano grafico può migliorare con il tempo solo grazie all'intervento di figure esperte, quindi l'insegnante dovrebbe accogliere massimamente le sue difficoltà e garantirgli aiuto attraverso un affiancamento costante e consentendogli (quando così concordato anche con la famiglia) di utilizzare un PC per la scrittura di numeri, per il disegno di grafici e per il disegno di cartine geografiche. Se non è possibile utilizzare il PC  a scuola, per i motivi più vari, è necessario a casa. A scuola, è possibile sollevare il bambino da richieste grafiche proponendogli verifiche a risposta chiusa, o con schemi da riempire e numeri già incolonnati.

La Disgrafia può essere associata ad un altro Disturbo oppure a tutti gli altri, che ne vengono ovviamente aggravati.




















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Da: Victoria666  22/02/2019 12:22:55

Dislessia

Invertire le lettere ah al posto va...Non riconoscere i suoni simili...m n
La dislessia si manifesta con una minore correttezza e rapidità nella lettura ad alta voce rispetto a quanto atteso per età anagrafica e istruzione ricevuta
Leggi tutti gli articoli che parlano di Dislessia
Dislessia significato
La dislessia è un disturbo specifico dell'apprendimento (DSA). Da un punto di vista clinico, la dislessia si manifesta attraverso una minore correttezza e rapidità della lettura ad alta voce rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata, istruzione ricevuta. Risultano più o meno deficitarie la lettura di lettere, di parole e non-parole, di brani.

In generale, l'aspetto evolutivo della dislessia può ricordare un semplice rallentamento del processo di sviluppo. Tale considerazione è utile per l'individuazione di eventuali segnali anticipatori, fin dalla scuola dell'infanzia.

Dislessia - TAG
Dislessia: etimologia e storia
Il termine dislessia deriva dal greco ed è formato da dys, che significa mancante o inadeguato e lexis che significa parola o linguaggio, quindi sarà tradotto come linguaggio mancante o inadeguato.

Si tratta di una patologia relativamente giovane perché solo nello scorso secolo compare per la prima volta in ambito medico ad opera di Hinshelwood che scrisse un intero trattato su un caso di un ragazzo affetto da questo deficit. Precedentemente, tutti consideravano questa incapacità come imputabile alla sfera del linguaggio intesa in termini di incapacità di produzione linguistica o legata a ritardo mentale.

Con gli anni, sono state effettuate sempre più ricerche, anche con tecniche di neuroimaging, permettendo così di arricchire notevolmente le conoscenze già acquisite.

Ancora, in ogni caso, nell'immaginario collettivo questo deficit è associato a scarse capacità cognitive e intellettive. Niente di più falso, infatti i dislessici sono persone molto dotate; molte menti brillanti, che hanno segnato la nostra storia, erano e sono affette da tale patologia: Leonardo da Vinci, Albert Einstein, Alexander Graham Bell, Thomas Edison, Winston Churchill, Benjamin Franklin, John F. Kennedy, Mozart, John Lennon, Walt Disney, Tom Cruise, Cher, Pablo Picasso, Napoleone Bonaparte e tantissimi altri. Il dislessico, dunque, è una persona con una mente molto produttiva e creativa, altamente intelligente, che apprende diversamente dalle altre persone.

I sintomi della dislessia
La dislessia è un disturbo a carattere neurobiologico, che contraddistingue quei bambini che, nonostante abbiano uno sviluppo tipico, non acquisiscono o faticano ad acquisire una lettura fluente e accurata in termini di velocità e correttezza.

Nello specifico, i sintomi della dislessia riguardano la difficoltà a riconoscere le lettere, i segni dell'ortografia, le regole di conversione da grafemi a suono e nella costruzione di singoli suoni in parole, in maniera automatica.

Ciò significa che il bambino dislessico fatica a utilizzare queste competenze in maniera rapida e automatica (con dispendio di attenzione e risorse minimo), producendo molti errori.

A differenza di chi è in ritardo nell'acquisire la lettura, per un bambino con dislessia tale processo rimarrà lento e faticoso anche col procedere della scolarizzazione. Uno sviluppo delle competenze è sempre possibile, a prescindere dalla gravità di partenza; un bambino con dislessia non arriva però mai a normalizzare la sua competenza di lettura.

E' possibile porre diagnosi di dislessia a partire dalla fine della seconda classe della primaria.

Diagnosi della dislessia
Fare una diagnosi di dislessia significa circoscrivere il problema e dargli un nome, e cioè: riconoscere che quel bambino non è pigro, non è svogliato, non è poco intelligente; segnare un confine chiaro tra ciò che dipende dall'impegno del bambino e ciò che non dipende da lui, sapere che la dislessia ha certe caratteristiche e ch cosa si può fare; capire ciò che è modificabile e quello che serve per modificarlo; accettare che qualcosa non si modificherà.

La diagnosi di dislessia serve agli insegnanti e ai genitori, per riuscire a comprendere le strategie, le misure didattiche ed il trattamento da adottare per quel particolare bambino o ragazzo.

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Per fare diagnosi di dislessia ci si riferisce ai principali sistemi diagnostici internazionali (DSM IV-TR, ICD10) e, in modo particolare in ambito italiano, alle 'Raccomandazioni per la pratica clinica definite con il metodo della Consensus Conference' promossa nel 2007 dalle principali società scientifiche e associazioni italiane e alle indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanità del 2010.

Secondo un nuovo studio pubblicato su Current Biology la diagnosi di dislessia può essere fatta ancor prima che un bambino impari a leggere: sembra che alcuni deficit di attenzione visiva siano predittivi di successivi disturbi nella lettura, più di quanto lo siano le capacità linguistiche in fase di pre-lettura.

Strumenti di valutazione della dislessia
"La valutazione delle singole abilità deve prevedere l'utilizzo di prove standardizzate che esaminano la lettura (in alcune delle sue forme principali e, in particolare, ottenendo misure relative ad accuratezza e velocità nella lettura di parole, non-parole e brano)" (Cornoldi, C. & Tressoldi, P. (2014). Linee guida per la diagnosi dei profili di dislessia e disortografia previsti dalla legge 170: invito a un dibattito. Psicologia clinica dello sviluppo, 1/2014, pp. 75-92, doi: 10.1449/77111)

Antecedentemente a qualsiasi valutazione specifica è necessario testare l'intelligenza generale. Il gold standard per valutare le abilità cognitive generale dei bambini è la Wechsler Intelligence Scale for Children-IV (WISC-IV; David Wechsler, 2003). Utilizzata per valutare l'intelligenza come un insieme di abilità molteplici nei bambini tra i 6 e gli 11 anni, la WISC-IV si compone di 15 subtest (10 principali e 5 supplementari). Ciò che si ottiene sono 5 punteggi compositi rappresentati da: quoziente intellettivo totale (QIT), indice di comprensione verbale (ICV), indice di ragionamento percettivo (IPR), indice di memoria di lavoro (IML), indice di velocità di elaborazione (IVE).

In linea generale il quoziente intellettivo totale ha una media di punteggio pari a 100 (con una deviazione standard pari a 15) per cui la fascia di normalità va da un minimo di 85 a un massimo di 115. Un discorso a parte riguarda i casi di borderline cognitivo anche detto FIL (funzionamento intellettivo limite) ovvero sia quei bambini che ottengono punteggi compresi tra 70 e 85, in questi casi è più informativo ottenere il profilo di funzionamento cognitivo globale del soggetto.
La conoscenza del livello del quoziente intellettivo appare di fondamentale importanza poiché discrimina tra difficoltà causate da un disturbo specifico dell'apprendimento o da una disabilità intellettiva tramite il criterio della discrepanza (QI nella norma in contrapposizione ad una caduta negli apprendimenti uguale o maggiore a -2 deviazioni standard e <5° percentile).

Una volta appurato il livello intellettivo generale, si possono utilizzare test specifici per valutare gli apprendimenti.
È bene specificare che in linea generale e soprattutto ad una prima valutazione, anche se il caso si presenta come sospetta dislessia è buona prassi valutare anche la scrittura e il calcolo.
Volendo concentrarci sulla dislessia le prove maggiormente utilizzate sono prove di lettura di brano, parole e non parole oltre a prove di comprensione del testo (la prova di comprensione del testo non è necessaria a fini diagnostici ma fornisce informazioni utili circa il funzionamento globale).
Sicuramente il gruppo di ricerca padovano del prof. Cesare Cornoldi ha svolto un grande lavoro nel creare un test utile ad indagare proprio questi aspetti, sono infatti suoi i test maggiormente utilizzati nella valutazione della dislessia, qui se ne descrivono alcuni.

Prove MT-3 (Cornoldi, Colpo, Carretti, 2017): permettono di valutare la lettura in tutte le classi della scuola primaria e secondaria di primo grado (esistono prove anche per le scuole superiori: Prove MT Avanzate-3 e Prove MT 16-19). I testi presentati sono differenti, in termini di complessità, in base alla classe di riferimento: per ogni classe è prevista una prova di ingresso (ad eccezione della classe prima della scuola primaria) e una prova finale, in aggiunta per alcune classi sono previste anche prove intermedie. Le variabili che il clinico considera in modalità di somministrazione individuale sono la correttezza, valutabile con il numero di errori compiuti durante la lettura, e la velocità di lettura, valutando le sillabe lette al secondo mentre la comprensione del brano è valutata in modalità di somministrazione collettiva.
DDE-2 (Batteria per la valutazione della dislessia e della disortografia evolutiva -2. Sartori, Job, Tressoldi, 2007): si tratta in realtà di una batteria per la valutazione non solo della dislessia ma anche della disortografia. La batteria, in riferimento all'analisi del processo di lettura, è composta da prove riguardanti la lettura di liste di parole, non parole e frasi omofone non omografe. La lettura delle liste presentate è utile in quanto permette di valutare la lettura lessicale e fonologica delle parole, capire a chi livello si colloca il deficit di lettura e categorizzare la dislessia.

Seppur la diagnosi di dislessia non possa giungere prima della fine della seconda elementare, la ricerca ha identificato una serie di prerequisiti necessari allo sviluppo delle future abilità accademiche. A titolo informativo vengono proposti dei test che permettono l'identificazione della presenza dei prerequisiti in età prescolare o scolare: PRCR 2 (Prove di prerequisito per la diagnosi delle difficoltà di lettura e scrittura. Cornoldi, Miato, Molin, Poli, 2009), Test CMF (Valutazione delle competenze metafonologiche. Marotta, Ronchetti, Trasciani, Vicari, 2008), Test IPDA (Questionario Osservativo per l'identificazione precoce delle difficoltà di apprendimento. Terreni, Tretti, Corcella, Cornoldi, Tressoldi,2011).

Prima di concludere, è importante soffermarsi a riflettere sul fatto che, oltre alle abilità dominio specifiche, sono importanti anche le abilità trasversali che è utile valutare per ottenere un quadro clinico completo del profilo di funzionamento globale del bambino. Esse sono, per citarne alcune, la memoria, l'attenzione e le funzioni esecutive. La memoria di lavoro, molto spesso compromessa nei DSA, è valutabile ad esempio tramite il digit span avanti e indietro (presenti nella WISC-IV) e in particolare è testabile attraverso batteria specifiche (BVS-Corsi. Batteria per la valutazione della memoria visiva e spaziale. Mammarella, Toso, Pazzaglia, Cornoldi, 2008). Le funzioni esecutive invece sono misurabili, tra le altre, tramite prove di pianificazione (Test TOL. Torre di Londra. Fancello, Vio, Cianchetti, 2006) e di inibizione (alcuni esempi di test che valutano l'abilità sono: il test di stroop anche in versione numerica e il test delle ranette).

Dislessia e DSM V
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali 5 (DSM 5, 2015), per formulare la diagnosi di dislessia è necessario:

Avere un livello di lettura, misurato da test standardizzati, sulla performance, sulla velocità o sulla comprensione della lettura, al di sotto di quanto previsto in base all'età cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell'intelligenza e a un'istruzione adeguata rispetto all'età.
Che il deficit riscontrato interferisca in modo significativo con l'apprendimento scolastico o con le attività quotidiane che richiedono capacità di lettura.
Se presente un deficit sensoriale, le difficoltà di lettura devono andare al di là di quelle solitamente associate al deficit in questione.
Differenziare le normali variazioni nelle abilità di lettura dalla dislessia.
Quindi, la diagnosi di dislessia avviene quando il soggetto mostra capacità di lettura e scrittura sostanzialmente inferiori per età anagrafica, quoziente intellettivo e adeguata scolarità.

Dislessia e memoria di lavoro
La Dislessia è un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA) che va a incidere sulla capacità di leggere correttamente.

Un ipotesi sull'origine del disturbo vede la dislessia come il risultato di un deficit nella capacità del cervello di elaborare i suoni, soprattutto durante l'infanzia, così che chi ne è affetto fatica a imparare le connessioni tra suoni del linguaggio e parole su una pagina. Ma se la radice del problema è nell'analisi dei suoni, come si spiegano i musicisti dislessici?

Secondo i ricercatori la memoria di lavoro uditiva potrebbe agire come un collo di bottiglia sulle prestazioni delle persone dislessiche. Questa tesi è sostenuta anche dalla neuroscienziata Nina Kraus, ricercatrice in ambito musicale e linguistico alla Northwestern University, di cui viene riportata l'esplicativa affermazione:

Imparare una lingua richiede di effettuare collegamenti tra i suoni, il loro significato e i segni grafici che li rappresentano, e la memoria è una parte cruciale di questo processo: se non riesci a ricordare un suono, non è possibile effettuare questo collegamento.

Trattamento della dislessia
Il trattamento riabilitativo della dislessia interviene sul processo di lettura strumentale ed è condotto con l'utilizzo di software specifici e con metodi di tipo sub-lessicale che mirano ad automatizzare il rapporto tra sillabe e corrispondenze fonologiche. Questa tipologia di interventi ha dimostrato negli ultimi anni maggiori evidenze scientifiche (un trattamento viene definito efficace se migliora l'evoluzione del processo più della sua evoluzione naturale), come è dimostrato da ricerche condotte su pazienti dislessici di lingua italiana. Per garantire una continuità, l'intervento viene concordato con la famiglia e la scuola di appartenenza.

La dislessia negli adulti
La domanda di diagnostica relativa agli adulti non trova attualmente in Italia una risposta efficiente: i servizi che si occupano di diagnosi di dislessia in ambito evolutivo non possono prendere in carico soggetti di età superiore ai 18 anni; i servizi che effettuano diagnosi neuropsicologica nell'adulto, raramente si occupano di dislessia.

Inoltre esiste anche il problema della mancanza di strumenti diagnostici ampiamente validati per l'età adulta.

Una ricerca interessante, per poter ampliare le conoscenze riguardanti l'indagine degli aspetti psicopatologici nei giovani adulti con diagnosi di dislessia, è stata svolta di recente dal gruppo dell'Università di Padova (Cerea et al., 2015).

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Sempre da tale Università proviene il gruppo di ricerca (Martino, Pappalardo, Re, Tressoldi, Lucangeli et al., 2011) che ha presentato nel 2011 il protocollo di valutazione della dislessia evolutiva negli adulti. Il protocollo prevede le eseguenti prove: lettura (brano, parole, non-parole) comprensione, decisione lessicale in soppressione articolatoria, dettato, dettato in soppressione articolatoria, span (verbale, visuospaziale).

In particolare, le prove svolte con la soppressione articolatoria avrebbero un significativo valore discriminativo (nel distinguere fra specifici disturbi e casi di dubbia interpretazione) e valore informativo relativo al permanere di una fragilità anche in situazione di apparente recupero delle competenze.

Circa le difficoltà emotive in soggetti adulti con dislessia, inoltre, abbiamo pochi dati visto lo scarso numero di ricerche condotte in letteratura, soprattutto in Italia (Riddick et al., 1999; Carroll e Iles, 2006). Quello che si può affermare con certezza è che, con il passare del tempo e la scelta di un percorso riabilitativo, la dislessia può arrivare a significativi miglioramenti e questo porta alla diminuzione anche della sintomatologia ansioso-depressiva ad essa legata nell'infanzia, connessa probabilmente alle responsabilità scolastiche presenti in quella fase della vita.

Font e caratteri per la dislessia
Il tipo e il disegno del carattere (font) usato è un elemento fondamentale per chi ha un disturbo specifico dell'apprendimento. Infatti alcuni caratteri risultano ostici a una immediata comprensione, così come la presenza di una spaziatura standard.

Per facilitare la lettura e di conseguenza la comprensione del testo, sono stati creati font che comprendono caratteri ad alta leggibilità per dislessici e un'aumentata spaziatura. Riportiamo di seguito degli esempi.

OpenDyslexic: è un font totalmente gratuito, rivolto a tutti quelli che hanno difficoltà nella lettura ed è facilmente scaricabile sul proprio pc, iPhone, iPad e diverse versioni di Android. Le differenze con un qualsiasi altro font sono le seguenti: le lettere hanno una forma diversa, alcune parti sono evidenziate maggiormente di altre per sottolineare la differenza (b/p - p/q) e renderle di immediata leggibilità. OpenDyslexic mette a disposizione come caratteri: normale, corsivo, grassetto, corsivo-stili.
Easyreading: è un altro font ad alta leggibilità, usa spazi più ampi per evitare che le lettere si sovrappongano l'una sull'altra e per differenziare la punteggiatura.
Bianconero© è la prima font italiana gratuita per uso privato, messa a disposizione gratuitamente per tutte le istituzioni e i privati che la utilizzano per scopi non commerciali. È stata disegnata dai graphic designer Riccardo Lorusso e Umberto Mischi, con la consulenza di Alessandra Finzi (psicologa cognitiva), Daniele Zanoni (esperto di metodi di studio in disturbi dell'apprendimento) e Luciano Perondi (designer e docente di tipografia all'ISIA di Urbino). E' facilmente scaricabile e disponibile in due versioni: opentype, per la stampa, e truetype, per il web.
Applicazioni tablet & Computer per la dislessia
Il nome del primo Tablet in Europa pensato per il trattamento dei disturbi dell'apprendimento è EdiTouch. All'aspetto si presenta molto simile a un quaderno cartaceo, contiene numerose applicazioni di facile utilizzo, pensate grazie al contributo di genitori, logopedisti e terapisti esperti in disturbi specifici dell'apprendimento. Tra queste troviamo un e-book reader, una calcolatrice parlante, un'app pensata per la creazione di mappe concettuali e molto altro ancora. Vi sono inoltre diverse versioni del tablet, pensate rispettivamente per la scuola elementare, la scuola media e la scuola superiore.

Tra le App mediche sta poi guadagnando sempre maggior rilievo WinABC, un programma di lettura temporizzata utilizzato nella riabilitazione della dislessia, disponibile già da diverso tempo su pc, ora adattata all'uso su tablet, con tutti i vantaggi che questo strumento comporta.

WinABC si basa su un trattamento di tipo sub-lessicale, che è applicato a unità via via più ampie, a partire dalla lettera, passando per la sillaba e la parola intera. Il trattamento mira a supportare i bambini con difficoltà nella decifrazione, lenta o scorretta che sia, attraverso l'automatizzazione del riconoscimento sub-lessicale.
Dopo un trattamento di tre mesi con questo sistema di lettura i soggetti dislessici evidenziano un recupero di lettura superiore a quanto atteso dall'evoluzione spontanea (Tressoldi et al. 2001).

Esercizi per la dislessia
Le attività, gli esercizi e i giochi utili, svolgibili in ambito famigliare e scolastico, sono volti ad allenare la memoria e l'attenzione, ovvero gli aspetti bisognosi di maggior sostegno nei soggetti dislessici. Degli esempi sono:

Cerca la sillaba: ogni scheda è costituita da un insieme di parole, disegni e figure geometriche. Lo scopo del gioco è quello di cercare una determinata sillaba, ad esempio NE all'interno di tutte le parole presenti. Bisogna individuarle anche attraverso una lettura segmentata od insicura, che sarà affinata in un secondo momento.
Scambia l'iniziale: questo gioco prende spunto dal test chiamato 'Spoonerismo' e consiste nello scambiare l'iniziale di due parole creandone due nuove (es. Cani Mento; Mani Cento) Questo scambio di lettere, apparentemente banale, necessita di risorse attentive, mette in gioco la rielaborazione in memoria di lavoro e la capacità di rappresentazione della forma delle parole.
Spesso i bambini con disturbi specifici dell'apprendimento sono poco precisi anche nei gesti e in alcune attività manuali.

Ogni attività, artistica e manuale, infatti, presuppone il riaggiornamento della memoria di lavoro (working memory), la pianificazione e l'organizzazione, funzioni attentive e esecutive fondamentali per allenare e gestire al meglio una tra le funzioni più complesse come il problem solving.

Un'altra caratteristica che contraddistingue molti soggetti con dislessia è quella di presentare un fuoco dell'attenzione spostato lateralmente o non ben centrato.

Lavori manuali di bricolage fine aiutano a centrare il fuoco dell'attenzione, in particolare a migliorare la coordinazione oculo-manuale (Geiger e Lettvin,1987).

Ritagliare un disegno lungo i bordi, incollarlo nel punto indicato e accorpare le varie parti di un oggetto, senza l'aiuto di adulti (che dovranno comunque supervisionare, invogliare e mediare le difficoltà) sono attività che affinano ed educano il centramento del fuoco dell'attenzione.

Dislessia: cosa fare a casa
Aiutare il bambino con dislessia può essere un ottimo adiuvante alla cura e permette di aumentare competenze rafforzando l'autostima. Potrebbe essere necessario provare diversi approcci per trovare ciò che funziona meglio con il bambino, ognuno ha richieste specifiche. Di seguito alcune cose che potrebbero aiutare:

Leggere ad alta voce tutti i giorni, sia libri di animazione sia cose specifiche che possono catturare l'interesse del bambino.
Aumentare gli interessi del bambino. Fornire una varietà di materiali di lettura, come i fumetti, storie di mistero, ricette e articoli su sport o pop star.
Utilizzare audiolibri, l'ascolto aiuta il bambino a collegare i suoni con le parole che sta vedendo e ascoltando.
Aiuto tecnologico, dovuto a programmi di scrittura e ai loro controlli ortografici integrati che permettono immediatamente di modificare la parola on line.
Osservare e prendere appunti, sui comportamenti manifestati per verificare come agire più nello specifico.
Rinforzo: lodare il bambino aiuta a mantenere alta la motivazione e anche l'autostima.
Supportare ed essere empatici con il bambino aiuta a non entrare nel loop delle emozioni negative.
Le cause della dislessia
La dislessia è causata da differenze nelle aree del cervello che si occupano di linguaggio, che non sono ancora pienamente comprese. Diverse aree cerebrali interagiscono in modo complesso per coordinare la manipolazione delle parole necessaria per la lettura, la scrittura e l'ortografia. Per questo motivo le caratteristiche della dislessia in ogni persona dipenderanno da quali aree sono interessate e come. Ci possono essere problemi, per esempio, nel ricevere informazioni sensoriali attraverso la vista o l'udito, nel catturarle e strutturarle nel cervello, o nel recupero in un secondo momento, oppure ci possono essere problemi con la velocità di elaborazione delle informazioni. Scansioni cerebrali di immagini mostrano che quando le persone dislessiche tentano di elaborare le informazioni, il loro cervello funziona in modo diverso da quello delle persone non affette da dislessia.

Nulla di tutto ciò ha però a che fare con l'intelletto: le persone affette da dislessia mostrano un range normale di intelligenza. Fattori genetici o ereditati sono importanti per la dislessia ed anche altri membri della famiglia sono spesso colpiti.

Gli psicologi Friend, Olson e DeFries dell'Università di Boulder (Colorado) hanno studiato l'interazione tra variabili genetiche e ambientali nella genesi della dislessia, concentrandosi prevalentemente sull'influenza che il grado di istruzione dei genitori (variabile di tipo ambientale) ha sullo sviluppo di tale disturbo.

I risultati, pubblicati su Psychological Science, evidenziano la presenza di una significativa correlazione tra il livello di istruzione genitoriale e il grado di ereditarietà della dislessia: nelle coppie in cui l'istruzione dei genitori è più elevata, la dislessia dei figli è principalmente dovuta a cause di tipo genetico, l'opposto avviene nelle coppie i cui genitori presentano un'istruzione di grado inferiore, in tali casi infatti la dislessia sarebbe principalmente dovuta a cause di tipo ambientale e minor peso verrebbe a rivestire la componente genetica.

Secondo Andrea Facoetti, dell'Università degli Studi di Padova, la scoperta dello studio pubblicato su Current Biology circa la diagnosi precoce di dislessia, prima citato (cfr. Diagnosi della Dislessia), mette fine a un lungo periodo di dibattito sulle cause della dislessia e apre la strada a un nuovo pioneristico approccio per l'identificazione precoce e l'intervento in quel 10% dei bambini che lottano con difficoltà di lettura estreme.




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PSICOLOGIA
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Nello studio dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA), numerose evidenze scientifiche hanno dimostrato che le differenze fra i bambini che falliscono o hanno successo a scuola non sono solo di tipo metacognitivo ma anche di tipo emotivo-relazionale, un campo in cui la stima di sé ha un ruolo centrale.

Mio figlio ha un Disturbo Specifico dell'Apprendimento. Cosa vuol dire? Cosa posso fare per aiutarlo?
PSICOLOGIA
Mio figlio ha un Disturbo Specifico dell'Apprendimento. Cosa vuol dire? Cosa posso fare per aiutarlo?
Le famiglie di bambini DSA hanno bisogno di essere guidate nella conoscenza del problema in merito ai possibili sviluppi dell'esperienza scolastica, ma anche informate con professionalità e costanza sulle strategie didattiche che la scuola progetta per un apprendimento quanto più possibile sereno e inclusivo.

Prevenire la dislessia evolutiva giocando con i videogames
PSICOLOGIA
Prevenire la dislessia evolutiva giocando con i videogames
E' stato dimostrato che i videogames sono efficaci nella prevenzione e nel trattamento della dislessia evolutiva in quanto migliorano le abilità cognitive.

Disturbi Specifici dell'Apprendimento: la riabilitazione dei DSA - Report dal seminario di Genova
PSICOLOGIA
Disturbi Specifici dell'Apprendimento: la riabilitazione dei DSA - Report dal seminario di Genova
Il 29 Aprile presso il centro Psicoterapia e Scienza Cognitiva di Genova si è tenuto un seminario sui DSA e la riabilitazione con il supporto di alcune app.

Dislessia: come adattare le risorse glottodidattiche per l'apprendimento della lingua straniera
PSICOLOGIA
Dislessia: come adattare le risorse glottodidattiche per l'apprendimento della lingua straniera
Per i bambini affetti da dislessia risulta più difficile apprendere una lingua straniera ed è opportuno sapere quali risorse possono essere attivate

E' in arrivo Tachidino, il dinosauro che vince la dislessia
PSICOLOGIA
E' in arrivo Tachidino, il dinosauro che vince la dislessia
Tachidino è un software ideato dall'Istituto scientifico Medea per la riabilitazione delle difficoltà di lettura e scrittura dei bambini con DSA.

La Dislessia - Introduzione alla Psicologia
PSICOLOGIA
La Dislessia - Introduzione alla Psicologia
La dislessia è l'incapacità di riprodurre il linguaggio con la rapidità e le abilità normali che un soggetto dovrebbe possedere in relazione all'età.

Trattamento della dislessia: nuove tecniche per aiutare i dislessici nella lettura
NEUROSCIENZE
Trattamento della dislessia: nuove tecniche per aiutare i dislessici nella lettura
Uno studio ha permesso di individuare una nuova tecnica transcranica non invasiva efficace nel trattamento della dislessia.

Gli aspetti emotivi della dislessia evolutiva in infanzia, adolescenza e età adulta
PSICOLOGIA
Gli aspetti emotivi della dislessia evolutiva in infanzia, adolescenza e età adulta
Quali sono le conseguenze emotive della dislessia? da ansia e depressione nei bambini, a lamentele somatiche, problemi sociali e di attenzione negli adulti

Cosa si cela dietro alla co-occorrenza tra dislessia evolutiva e adhd?
NEUROSCIENZE PSICOLOGIA
Cosa si cela dietro alla co-occorrenza tra dislessia evolutiva e adhd?
La Dislessia Evolutiva sembra co-occorrere frequentemente con il Disturbo di Attenzione e Iperattività.






Perché accelerando la scomparsa delle parole migliorano le abilità di lettura nei bambini con dislessia? Il ruolo dell'attenzione spaziale
NEUROSCIENZE PSICOLOGIA
Perché accelerando la scomparsa delle parole migliorano le abilità di lettura nei bambini con dislessia? Il ruolo dell'attenzione spaziale
Il trattamento RAP (Reading Acceleration Program) migliora la velocità e l'accuratezza neella lettura nei bambini italiani affetti da dislessia

Dislessia - Definizione Psicopedia
PSICOPEDIA
Dislessia - Definizione Psicopedia
Consiste in una minore correttezza e rapidità della lettura ad alta voce rispetto a quanto atteso per età, classe frequentata e istruzione ricevuta.



Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 12:39:51
Arriminaaaaa dove staiiiiiii
Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 12:45:41

Disortografia

- Cause e Sintomi
Definizione
La disortografia è un disturbo specifico dell'apprendimento, che si manifesta come l'impossibilità a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in grafemi scritti.

Errori tipici riguardano le doppie, la difficoltà a distinguere lettere simili nella forma, l'inversione dei grafemi, l'uso dell'h o dell'apostrofo e la sostituzione di suoni simili; alcuni esempi: pala anziché palla, lanelo per dire l'anello, camica per camicia, vaccia invece di faccia, catolina invece di cartolina, F utilizzata al posto di V, T come D o L come R ecc.

La disortografia non è un disturbo che dipende dalle capacità intellettive, solitamente nella media, ma è riferito a un'abilità specifica. In particolare, questa problematica può derivare da difficoltà di linguaggio, scarse capacità di percezione e discriminazione uditiva e visiva, organizzazione spazio-temporale non ancora sufficientemente acquisita o lento processo nella simbolizzazione grafica.

Come altri disturbi dell'apprendimento, la disortografia può essere favorita da fattori che influiscono negativamente sullo sviluppo del bambino, quali grave isolamento sociale o deprivazione affettiva, stati d'ansia e scarsa autostima.
Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 12:51:39

Discalculia -

Cause e Sintomi
Definizione
La discalculia è un disturbo specifico dell'apprendimento, che si presenta nell'età evolutiva.

Questa condizione è caratterizzata da ridotte abilità di calcolo, dal punto di vista sia dell'organizzazione della cognizione numerica, sia delle strategie di ragionamento matematico.


Pertanto, le prestazioni di base di questi bambini intellettivamente normodotati risultano al di sotto del livello atteso rispetto all'età cronologica e alla classe frequentata.
La discalculia impedisce di raggiungere adeguati livelli di rapidità e di correttezza nelle operazioni aritmetiche (come soluzione di problemi, calcolo a mente e memorizzazione delle tabelline) e difficoltà procedurali nel calcolo (es. conteggio seriale in ordine crescente e decrescente, identificazione degli ordini di grandezza, riconoscimento e denominazione dei simboli matematici, lettura e scrittura di numeri ecc.).

Ciò interferisce negativamente con l'apprendimento scolastico e con le attività quotidiane che richiedono capacità di calcolo (discipline logiche e matematiche, fisica e chimica).

La discalculia non dipende da patologie organiche o danni neurologici; questo disturbo può presentarsi insieme a dislessia, e altri dsa
Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 12:53:46
Importante...
Per questi disturbi il docente compila il pdp
Trattasi di disturbi che si manifestano in alunni con un q.i. medio
Per questi alunni e' necessario un piano personalizzato che cmq realizza gli stessi obiettivi della classe!
Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 12:55:23
Chi vuol ricevere le dispense si faccia avanti....ci metteremo d'accordo....
Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 13:43:15
I corsi prevedono una presenza che varia da 2 o 3 giorni a settimana...so che vi saranno lezioni on line....per agevolare i corsisti
Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 14:05:56
L.170 2010 comprende assieme ai dsa anche i disturbi di disattenzione ed iperattività detti:
ADHD:

strategie didattiche e consigli per gli insegnanti
Gli insegnanti che si trovano a dover gestire bambini con ADHD

Non di rado accade che di fronte una diagnosi di ADHD a scuola gli insegnanti si trovino spaesati e immersi in un mondo che non capiscono e non sanno gestire. I comportamenti dei bambini con ADHD, d'altra parte, non sono facili da comprendere se non si ha un'opportuna formazione ed adeguare la didattica alla sintomatologia spesso non è agevole. La premessa per una buona didattica con questi bambini è la conoscenza.



Bisogna comprendere che il bambino non è volontariamente "disattento" o "distratto", ma non ha capacità di autoregolazione per cui non riesce a gestire i propri comportamenti e le emozioni, non colpevolizzarlo e cercare di attrarre la sua attenzione con metodologie adatte. Non accettare il bambino ed il suo problema equivale ad alimentare i vissuti di impotenza e incapacità con conseguente frustrazione che verrà sfogata, inevitabilmente, sul bambino.



Cos'è l'ADHD?
ADHD è l'acronimo di Attention Deficit Hyperactivity Disorder, tradotto in italiano come Disturbo di Deficit d'attenzione e/o iperattività e si configura come uno dei disturbi con una maggiore diffusione negli ultimi anni. Si tratta di un quadro patologico di difficile identificazione, in quanto il quadro si presenta sempre come molto eterogeneo con sintomi di disattenzione, iperattività o una commistione dei due. Tuttavia rilevarne la presenza è di estrema rilevanza per l'individuo in quanto tale disturbo si protrae fino all'età adulta e compromette significativamente le aree di vita più importanti. In questi soggetti spesso di verificano fenomeni di abbandono scolastico; le relazioni sociali non sono adeguate e le prestazioni scolastiche sono compromesse.

Si parla di ADHD con disattenzione predominante quando il problema centrale del bambino è proprio il deficit attentivo. L'attenzione selettiva e l'attenzione sostenuta risultano essere le più compromesse in questa tipologia di ADHD, ma anche le funzioni esecutive, in particolar modo la pianificazione e la memoria di lavoro, sono deficitarie. Questa discontinuità dell'attenzione compromette l'apprendimento, non permette lo sviluppo di abilità cognitive come il problem solving e di strategie comportamentali adeguate ad instaurare relazioni soddisfacenti con gli adulti ed i compagni.

Si parla di ADHD con impulsività e iperattività predominante, invece, quando la funzionalità attentiva risulta lievemente compromessa, mentre il focus del disturbo risiede nel comportamento ipercinetico e nella mancanza di autoregolazione. Questi deficit si traducono in un'attivazione motoria spropositata ed inappropriata, eloquio eccessivo, difficoltà di inibizione delle risposte e difficoltà nel rispettare regole e turni. Infine il tipo ADHD combinato presenta entrambe le classi di sintomi.



Come si comporta un alunno con ADHD a scuola?
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E' probabile che l'alunno con ADHD metta in atto alcuni comportamenti in conseguenza del suo quadro diagnostico. In base alla sintomatologia prevalente potrebbe, ad esempio, essere molto lento nell'iniziare le attività (prevalenza disattentiva) o, al contrario, essere impulsivo e precipitoso (prevalenza iperattiva) per cui ogni caso dev'essere valutato individualmente.

E' inoltre doveroso specificare che molti bambini presentano comportamenti simili, ma nel caso di alunni con ADHD si tratta di una disfunzione regolativa a base neurobiologica per cui non assimilabile per frequenza e intensità ad alunni svogliati o demotivati. Se avete dubbi in merito potrete segnalare la questione ai genitori che potranno rivolgersi ad uno specialista di competenza (Neuropsichiatra Infantile e Psicologo) per una valutazione.

Dopo queste doverose premesse adesso proveremo a fare alcuni esempi di situazioni che potrebbero verificarsi a scuola con un bambino con ADHD:
- Tendenza a dimenticare a casa i materiali per la scuola;
- Comportamenti da "buffone della classe";
- Tendenza a dimenticare di fare i compiti per casa;
- Richiede continui richiami per svolgere anche attività semplici;
- Spesso "spara" le risposte a caso;
- Infrange le regole dei giochi;
- Non è in grado di spiegare come ha svolto un'attività e se ha trovato difficoltà;
- Spesso il suo banco è un caos di oggetti non inerenti all'attività che sta svolgendo;
- Non riesce a pensare a soluzioni alternative alla propria nei problemi di matematica;
- Consegna i compiti senza averli riletti e commette errori di distrazione;
- Ha difficoltà nel ricordare nessi causa-effetto in una narrazione;
- Risponde prima che la domanda sia stata completata;
- Dimostra povertà lessicale nella produzione di testi scritti;
- Procede per prove ed errori.

Questi sono solo alcune delle situazioni che potrebbe dover affrontare un insegnante a scuola con un alunno ADHD in classe. Punizioni e rimproveri, come ben saprà chi ha dovuto affrontare questi momenti, non sono deterrenti e non hanno alcun tipo di effetto. Ciò accade perchè, come abbiamo detto precedentemente, il bambino non attua queste condotte volontariamente, ma esse sono frutto di una disfunzione regolativa. Dunque come affrontare questo disturbo.

Prima di entrare nel vivo della didattica speciale per ADHD è utile sapere che secondo la normativa scolastica italiana i casi di ADHD rientrano nella recente normativa sui BES (Bisogni Educativi Speciali) per cui, in caso di diagnosi certificata, se il Consiglio di Classe lo ritiene opportuno (non è quindi obbligatorio), è possibile redigere un Piano Didattico Personalizzato. Riporto di seguito la nota n. 2563/2013 p.2: "Non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l'adozione di particolari strategie didattiche".

Segnalo, inoltre, la possibilità di avvalersi di specifici teacher training, condotti da specialisti, per i casi di più difficile gestione.
Dopo queste doverose precisazioni ecco alcuni utili suggerimenti per la didattica con bambini con ADHD:

Strategie per il mantenimento dell'attenzione:
Assicurarsi che non ci siano fonti di rumore che possano distrarre il bambino;
Dare consegne brevi e di facile comprensione;
Cambiare spesso il tono della voce;
Utilizzare immagini, storie e video durante la spiegazione;
Evitare i rimproveri e/o i richiami generici, prediligere modalità alternative per generare curiosità nei bambini e dunque attrarne l'attenzione;
Utilizzare i gessi colorati alla lavagna;
Utilizzare esempi pratici dell'attività che si andrà a svolgere evitando le astrazioni;
Fare ripetere le consegne per assicurarsi la corretta comprensione del compito;
Usare il contatto oculare durante le spiegazioni;
Programmare la lezione in modo tale da non richiedere lo stesso livello d'attenzione per tutto il tempo.


Strategie per gestire l'iperattività:
Evitare lavori ripetitivi e particolarmente lunghi, anche se semplici;
Concordare preventivamente con il bambino le fasi del lavoro che si andranno a svolgere (compreso il controllo finale);
Assicurarsi che il bambino abbia compreso con chiarezza cosa deve fare;
Dare delle piccole ricompense che permettano lo sfogo fisico dell'energia (ad esempio: se ricontrolli quello che hai scritto puoi andare a prendere una merendina al distributore);
Dargli modo di uscire dalla classe in modo strutturato così da evitare "evasioni" (ad esempio: tu sei l'addetto alle fotocopie, quando serviranno andrai a farle tu);
Evitare di spiegare le consegne degli esercizi tutte insieme;
Creare delle routines di classe.
Chiaramente essere l'insegnante di un bambino con ADHD non è un'impresa facile, ma imparare a capire il loro funzionamento è la chiave per instaurare con loro un rapporto costruttivo che non sia fonte di stress per entrambi.



Rispondi

Da: Arrimina   2  1  - 22/02/2019 14:20:13
Victoria definita dai detrattori la "squilibrata" sta svolgendo una LECTIO MAGISTRALIS 
Victoria risponderà ai Vostri quesiti al termine della lezione
Rispondi

Da: Victoria666   1  1  - 22/02/2019 14:26:13
Arrimina!
Sono solo un utente che studia....ne più ne meno!

Si risponderò!

Sono una qualunque eh
Cmq l. 170 2010 parla di cio...va bene così!

Domani legge 104 n 192 sulle disabilita certificate!

Mai scrivete handicap...bocciatura assicurata
Rispondi

Da: Victoria666   1  - 22/02/2019 14:34:53
Se squilibrata significa essere così come sono..
Sono ben lieta di tal definizione
Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 14:44:50
Se squilibrata significa essere così come sono..
Sono ben lieta di tal definizione
Rispondi

Da: arrimina e Victoria  2  - 22/02/2019 14:45:30

- Messaggio eliminato -

Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 14:54:03
Grazie mille adorati cloni! Vi amiamo kiss
Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 14:57:53
Poi con umilmente vorrei inchino e il cappello tolto dalla testa...cappotto appeso e mano baciata!
Sei umile? Obbedisci altrimenti sarai fuori dalla corte!
In primis rispetto e paroline dolci per la regina Victoria e il principe arrimina!

Ops arrimina sei il mio re o il mio figlio?
Rispondi

Da: grande occasione  1  - 22/02/2019 15:01:42

- Messaggio eliminato -

Rispondi

Da: Arrimina   1  - 22/02/2019 15:10:28
Tempo al tempo
"Spesso non ce ne rendiamo conto, ma il tempo è un elemento molto importante delle nostre vite. Alcune volte sembra non passare mai, altre sembra volare. Quel che è certo è che da sempre scorre per tutti inesorabile e proprio per questo semplice motivo occorre cercare di non sprecarlo per niente al mondo"
Spero di essere stato chiaro
Detto questo invito tutti i partecipanti a domande pertinenti.
La regina Victoria in base ai suoi impegni reali risponderà

Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 15:11:23
Sempre utile per zappare la terra!
Il mio papà però mi impedisce cio....soluzione vorrebbe che io compri la motozappa e io prometto di farti lavorare nella mia terra incolta...
Buona occasione di lavoro no?
Rispondi

Da: Arrimina   1  1  - 22/02/2019 15:14:34
Approfittarne zappatore
Victoria ti offre un lavoro sicuro
Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 15:20:15
Arrimina mi fai morireeeee dalle risate!

Regina posso pur esserlo ma per la mia nobiltà di animo....altruismo e generosità!

Per il resto....mi definirei un uragano che quiete mai ha!

Che preserva dentro il suo ciclone gli amici...e se ha la possibilità rende a racchiudere nella sua sfera anche coloro che non sanno quel che dicono...

Tu sei protetto ormai sei il mio re!
Ma mai cattiveria solo grazia e benevolenza eh!
Frozen... il regno di ghiaccio ma che d'improvviso si trasformò in un caldo alveare grazie alla regina frozen....che ha saputo equilibrare la sua rabbia per donare amore!

Ummaro!


Rispondi

Da: Victoria666  22/02/2019 15:25:09
Il problema e' che mi fanno morire dalle risate anche i cloni!
Sono malata?
Ahuhahuhahuhahuha
Rispondi

Da: scusate m  1  - 22/02/2019 15:54:11

- Messaggio eliminato -

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Da: Arrimina  22/02/2019 16:01:01
scusate m
In tanti hanno posto questo quesito
In verità il forum ufficiale lo stai leggendo in questo momento
Se vuoi puoi usufruire gratuitamente di LECTIO MAGISTRALIS  condotte egregiamente da Victoria
Rispondi

Da: per farsi  2  - 22/02/2019 16:07:09

- Messaggio eliminato -

Rispondi

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