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CONCORSO DS: ORALI IN CAMPANIA
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Da: i nostri test05/09/2013 14:14:16
sono stati pubblicizzati con congruo anticipo, con correttore e poi sono stati eliminati circa 1000 per inesattezze;
tutti noi, ammessi e non, eravamo sullo stesso piano e abbiamo avuto uno sconto di 1000 quesiti su 6000, alcuni ce l'hanno fatta e altri no.
Punto. Semplice e ovvio, come è stato sentenziato.

Consiglio ai ricorrenti: è bel tempo.....che ne direste di fare un bagno ristoratore?
Rispondi

Da: tu invece05/09/2013 15:38:58
potresti fare il difensore del diavolo!
Rispondi

Da: sei tra quelli05/09/2013 15:40:32
papabili .......  raccomandato!

Ovvero imbroglione!!!!!!!!!!!!!!
Rispondi

Da: attenti alle ingiurie05/09/2013 20:13:57
......fanno male al vostro fegato e non spostano di una virgola la situazione.
Vi dipingono inoltre per quello che siete: poco capaci di argomentare e molto astiosi, viscerali nelle reazioni, professionalità docente zero.
Rispondi

Da: @attenti alle05/09/2013 20:45:10
ingiurie. I raccomandati sono la feccia del paese!

E nel caso del Concorso essere raccomandati significa fare un reato penale!

Altro che mal di fegato , se faranno le indagini a tappeto ci sarà

da piangere!  Ovviamente per chi ha imbrogliato!
Rispondi

Da: attenti alle ingiurie05/09/2013 20:48:02
Condivido in pieno, che paghi chi ha imbrogliato.

Ma non mi permetto di dire che tutti gli idonei sono raccomandati, è questa la piccola/grande differenza tra chi argomenta razionalmente e chi semplicemente " si sfoga " .
Rispondi

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Da: NJI05/09/2013 23:41:26
VGHY
Rispondi

Da: MKG06/09/2013 00:19:18
HyCO
Rispondi

Da: cape06/09/2013 00:58:20
cape cape

siete  Kape
Rispondi

Da: Perdente06/09/2013 01:09:38
Auguri a Waiting for, che ha già completato l'iter concorsuale e che adesso vede riconosciuto dal Tar del Lazio il suo sacrosanto diritto a partecipare a questo concorso. Gli auguro di diventare presto dirigente. E' giunto dove è giunto solo grazie al merito e all'impegno.
Rispondi

Da: w waiting for06/09/2013 07:12:48
anch'io voglio fare gli auguri a waiting for e dire che rimpiango i suoi confronti intelligenti con Prima volta
Rispondi

Da: massimo delle fratte ulberini06/09/2013 08:35:05
Siamo in attesa della sentenza del TAR Lazio che riconoscerà il " sacrosanto diritto " a partecipare al concorso Ds anche ai privi di qualsivoglia titolo di studio, a coloro che non sanno leggere, a coloro che non sanno scrivere ed anche a coloro che non hanno mai frequentato alcun tipo di scuola, ma anche a coloro che hanno commesso reati contro le istituzioni scolastiche, coloro che hanno dato fuoco alle scuole, o violentato bambini e adolescenti, a coloro che hanno costruito scuole pericolanti e poi cadute. Insomma che sia riconosciuto il "SACROSANTO DIRITTO"  a prendere per il culo le persone serie che, per esempio, al penultimo concorso non hanno fatto neanche domanda perché gli mancava un anno di ruolo, insomma: che sia riconosciuto il "sacrosanto diritto" a prendere per il culo questi deficienti che hanno creduto e credono di rispettare le regole.
Rispondi

Da: para ti06/09/2013 09:47:16
@massimo delle fratte ecc.ecc.

io non feci domanda al penultimo concorso, avevo più del necessario per i titoli e mi mancavano due anni di ruolo. Chi non aveva i titoli fu ammesso, chi non aveva gli anni di ruolo fu ammesso...questo ha determinato la moltitudine di ricorsi che affliggerà per sempre le procedure concorsuali
Rispondi

Da: Ironica verità06/09/2013 10:40:16
Rispondi

Da: Una dissonante polifonia identitaria06/09/2013 11:27:12
Una dissonante polifonia identitaria
Tra crisi economica e crisi dei valori, tra pensiero debole e ideologia, tra deterritorializzazione e localismo, tra antipolitica e corruzione, l'Italia del nuovo millennio è alle prese con un interminabile processo di ristrutturazione dell'identità, che tende ad assumere caratteri peculiari, conseguentemente alla specificità della situazione nazionale. L'identità contemporanea degli italiani è dinamica, come e più di ieri: si definisce in una costante manovra di costruzione e decostruzione, evolvendosi con il rinnovarsi dei riferimenti. Nel suo volume del 1995 Ethnos e civiltà. Identità etniche e valori democratici, pubblicato da Feltrinelli, Carlo Tullio-Altan utilizzava per il nostro Paese la metafora della polifonia dissonante, sostenendo la contraddittorietà dell'identità etnica italiana, la sua variabilità e imprevedibilità. La debolezza dei processi di mitopoiesi, di costruzione di immagini archetipiche e di valori simbolici, ha determinato disfunzioni che hanno profondamente segnato il nostro costume nazionale, sia sul versante istituzionale, sia su quello della moralità pubblica e privata. La carenza, sul piano dell'ethos, del senso dello Stato e di valori democratici e universalistici si evidenzia come il principale punto debole nell'elaborazione collettiva dell'etnicità italiana, a cui si aggiunge la sopravvivenza di anacronistiche forme legate al principio del genos. Tali lacune hanno determinato l'insorgere di un insieme disomogeneo di valori, spesso tra loro in contrasto, in una pluralità conflittuale: per questo motivo nel contesto italiano alcuni caratteri della postmodernità (frantumazione, incoerenza, contaminazione) sono apparsi in maniera forse ancor più evidente che altrove. Nella costruzione dell'identità collettiva l'istituzione gioca un ruolo di fondamentale importanza poiché indirizza, pena la sanzione o il mancato riconoscimento, verso determinati valori socialmente accettati. Nel contesto italiano il riferimento istituzionale è sempre stato debole, dal momento che i principi di fedeltà e di lealtà nei confronti dello Stato hanno avuto grandi difficoltà ad affermarsi. Gli italiani hanno dunque varcato la soglia della surmodernità privi non solo di verità filosofiche e metafisiche, ma anche di spirito pubblico, trovandosi doppiamente disorientati ad affrontare i disagi delle rivoluzionarie mutazioni in atto.
La scarsa propensione a perseguire il bene comune ed una più spiccata predilezione per il conseguimento dell'interesse privato si spiegano con anni di trasformismo sistematico: un simile modello politico, di ascendenza giolittiana, piuttosto che correggere la fiacca vita morale dei cittadini, ha preferito adoperare tale fattore negativo al fine di consolidare il proprio potere, attraverso la pratica clientelare. Le conseguenze dell'intrinseca debolezza dello Stato sono di vasta portata: si delinea una situazione socio-politica che ha forti ripercussioni sulla cultura e sulla produzione artistica. Senza contare che, a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, altri fattori intervengono a sconvolgere il già fragile assetto del nostro Paese. Il fenomeno del '68 porta a galla il profondo disagio giovanile di fronte alla corrente pratica politica: le nuove generazioni sono consapevoli delle inedite problematiche indotte dall'impressionante processo di sviluppo economico-tecnologico e delle loro conseguenze dirompenti sugli equilibri consolidati. La loro risposta è la mobilitazione e la protesta, segnali del riaffiorare di quel filone di giacobinismo eversivo che più di una volta ha caratterizzato le vicende della storia nazionale. La reazione dissidente di sinistra e l'egoistica accettazione delle consuetudini clientelari e del sistema partitico di gestione privatistica degli interessi pubblici hanno, in ogni caso, origine comune. Proprio la carente sensibilità nei confronti della razionale conduzione della cosa pubblica, la mancanza di senso dello Stato e di rispetto per l'interesse collettivo, la confusione tra le libertà naturali (i diritti del cittadino) ed un imprecisato spirito anarchico ed individualistico hanno generato da un lato il carattere anelastico della tradizione e dall'altro la disperata fuga in avanti delle avanguardie, nel segno dell'utopia. Nel tentativo di tracciare un profilo storico comparato delle identità nazionali europee, nel testo del 1999 Gli italiani in Europa, il già citato Carlo Tullio-Altan sosteneva che proprio: "Da queste due caratteristiche concomitanti deriva la duplice tendenza sia al conflitto ideologico senza mediazioni costruttive, sia ai compromessi di basso profilo fra interessi opposti, a spese delle risorse dello stato. [...] Queste distonie del sistema Italia, che si riproducono periodicamente dall'Unità in poi, sono largamente dipendenti dai limiti organici del nostro ethos, e cioè dalla scarsa condivisione e partecipazione a quei valori di convivenza e di solidarietà che rappresentano la spina dorsale della coscienza identitaria di un popolo".
La debolezza e l'inefficienza delle strutture pubbliche hanno avuto come primaria conseguenza la svalutazione della dimensione collettiva del vivere sociale, ma nello stesso tempo, per compensazione, hanno stimolato la capacità dei singoli di affrontare i problemi della vita in un'ottica individualistica, dotandoli di grande ingegno e dell'abilità di affrontare e risolvere ogni difficoltà con destrezza e in totale autonomia. Le ragioni storiche del limite dell'ethos italiano possono essere rintracciate nella somma complessa di diversi fattori. In primo luogo va ricordato l'avvicendarsi degli insediamenti più disparati sul nostro territorio, che, in momenti successivi, ha ospitato differenti popoli, subendo più volte la loro presenza come dominatori. Il divario tra le regioni settentrionali, prossime ai paesi in cui la tradizione democratica ha avuto origine e si è sviluppata in forme più avanzate, e quelle meridionali non ha certo contribuito a limitare la differenziazione e la disomogeneità. Inoltre un peso notevole va assegnato alla compresenza di due correnti di pensiero sociale, entrambe caratterizzate da una forte connotazione fideistica e radicate in profondità nella coscienza civile degli italiani, ma spesso inconciliabili fra loro: il cattolicesimo controriformista e la tendenza socialista ed anarchica. Fino al raggiungimento dell'unificazione del Paese, l'influenza del clero sulle masse contadine e sull'aristocrazia dominante era stata indiscussa; a partire dalla metà del XIX secolo una nuova forza sociale, con i suoi problemi e le sue convinzioni, si affacciò nel panorama italiano: l'emergente classe operaia e bracciantile. Gli ideali di cui si erano fatti portatori i lavoratori delle regioni industriali erano incompatibili con il conservatorismo religioso diffuso nella parte meridionale del paese, più arretrata dal punto di vista economico ed ancora dipendente in maniera esclusiva dall'agricoltura per la sussistenza. Dal canto suo il pensiero razionalistico di stampo liberale e democratico restava una prerogativa di una ristrettissima minoranza cittadina, che, pur avendo un notevole peso elettorale, non poteva certo determinare in maniera ampia e diffusa l'accettazione ed il riconoscimento di determinati valori civili in tutti gli strati della popolazione. L'unione di queste e simili concause ha cagionato per la multiforme e variegata realtà italiana la privazione dei principi dell'ordine sociale e della collaborazione ai fini dell'interesse generale. Per questo motivo il caso italiano rappresenta una particolare eccezione tra i paesi democratici europei, avendo maturato in ritardo ed in maniera incompleta un'identità collettiva.
Attraverso questa consapevolezza è possibile acquisire utili strumenti per la piena comprensione dei fenomeni culturali contemporanei e per un'analisi più attenta della produzione artistica italiana. Ogni intellettuale e ogni artista, anche colui che più si eleva e si distingue dalla folla, è infatti singolo individuo, ma anche, in una qualche misura, inevitabilmente, cittadino.
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Da: interventi troppo lunghi06/09/2013 18:44:35
sintetizza please . che vuoi?
Rispondi

Da: cosa vuole06/09/2013 20:33:27
???????????????????????????????????????
Rispondi

Da: @cosa vuole06/09/2013 20:34:18
copia e incolla
Rispondi

Da: rieccolo06/09/2013 20:36:35
il Wait

lo avete riesumato adesso come la mummia

si prenderà le sue vendette!

Idoneo del concorso del 2004

(alla faccia vostra
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Da: Si è riesumato da solo!!!!!!!!!!!!!!!!!06/09/2013 21:00:13
Rispondi

Da: Si  riesumato da solo!!!!!!!!!!!!!!!!!06/09/2013 21:00:48
Rispondi

Da: E'' fuoco di paglia06/09/2013 21:01:52
Destinato a spegnersi con la sua stessa acqua.
Rispondi

Da: @Perdente e @w waiting for06/09/2013 21:18:12
mi associo anche io agli auguri a waiting for, che sarà un ottimo Ds, a differenza dei vari massimi delle fratte ecc... ecc...
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Da: Fra poco06/09/2013 22:12:14
piangerò.....mi sembra di leggere il libro Cuore
Rispondi

Da: massimo delle fratte ulberini06/09/2013 22:58:19
@ @Perdente e @w waiting for

anche tu hai IL SACROSANTO DIRITTO ti auguro di essere presto sottosegretario
Rispondi

Da: @massimo ecc... ecc...06/09/2013 23:26:05
sei alquanto disturbato, noto....
Rispondi

Da: .@@@@@@06/09/2013 23:33:08
@waiting for....si dice che molti abbiano scoperto la tua vera identità'..........ovvero tutti coloro che hanno insegnato con te in un piccolo paese,in una piccola scuola della V.C....Si dice....

Rispondi

Da: massimo delle fratte ulberini06/09/2013 23:36:38
Non sono affatto disturbato, sei tu a non voler capire.
Rispondi

Da: ma che si dice?07/09/2013 01:08:31
waiting for è un insegnante e avrà anche lavorato in una piccola scuola...e allora?
Ha fatto ricorso e ha visto riconosciuto un diritto che l'ordinamento nazionale deve recepire dalle norme europee, direttamente applicabili, sull'equiparazione del servizio di ruolo e preruolo.
E allora?
I - se - non fanno la storia e i - si dice - ancor meno : dicono solo che chi si nasconde dietro tali locuzioni è piccino e non ha il coraggio di parlare chiaro.....valore umano pari a zero.
Rispondi

Da: Cara07/09/2013 07:57:53
Scusate con tutto il rispetto...ma abbiamo problemi più importanti che parlare di waiting....aspettiamo il calendario ...notizie?
Rispondi

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