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Dirigenti scolastici, il ricorso - messaggi fino al 2012
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Da: uomini o caporali17/11/2012 10:33:39
No, siamo la stessa persona!

: )

Da: evakant...17/11/2012 10:37:59
Sto passando la piastra sui capelli di uomini o caporali...

Da: @sput il misogino...17/11/2012 10:38:04
Nel suo crudo realismo, in modo spregiudicato e talvolta per bisogno di raggranellare quanto gli bastasse per vivere, Marziale disse e scrisse, quando potè, pane al pane e vino al vino, non dimenticandosi mai della massima «Primum vivere deinde philosophari»: ma quella massima riassume la filosofia inconsapevole di quasi tutti gli uomini. Di certo calcò spesso la mano con una crudele satira contro molti personaggi che affollavano la società del suo tempo; con il suo sguardo osservò attentamente ogni cosa ed ogni aspetto umano dal vizio capitale al più semplice gesto malizioso; con i suoi epigrammi scrutò le piccole vicende quotidiane e le rese eterne, incensò i potenti per necessità e per fame, ironizzò sulle donne con tremenda perfidia ma fu anche il poeta che si commosse alla morte della giovane Eròtion e i due epitaffi dedicati alla fanciulletta di appena sei anni «fragrante come una rosa di Pesto, dolce come il miele di Imetto» sono tra i più belli della letteratura latina. In questi epigrammi Marziale regalò una insolita delicata umanità e la sua figura di poeta si aprì ad una visione carezzevole ed amorosa che non troviamo di certo nei carmi satirici. A parte queste rare eccezioni alla sua natura, Marziale fu il poeta dei costumi, osservò la società romana ritraendone acutamente i vizi e i difetti ma giudicò sempre con la sua testa (a parte qualche bella parola spesa per il nuovo imperatore di turno e che rappresentava ormai un rinnovato esercizio per rimanere a galla e sopravvivere in un mare infestato da squali). Fin dall'inizio soffrì l'ingiustizia dei tempi sulla propria pelle sempre arrabattandosi chiedendo ora ad uno ora ad un'altro protettore od amico qualche sesterzio. Come lo stesso Marziale ci riferisce di sovente la gente per la strada si fermava a guardarlo e si meravigliava che un poeta così grande portasse un mantello lacero e scolorito. Se poi teniamo conto che quella bella "toga di finissima lana" non era altro che un regalo di un certo Partenio, forse un comandante militare di Domiziano, possiamo intuire che il poeta godeva del favore del principe nonché dell'amicizia e della considerazione dei funzionari che ruotavano intorno all'imperatore: era l'abito appropriato alla dignità di equestre ma era come una "lampada accesa sulla sua miseria". L'imperatore gli aveva dato un titolo, l'amico un elegante vestito degno d'un grande poeta: per Marziale, fu vero "memorabile dono" e di quella veste signorile fece grandissimo uso sino a che non la vide ridotta, dopo un anno, logora e stinta e ancora una volta degna della sua povertà.
E tale difficoltà del vivere lo accompagnò per quasi tutta la vita fino a fargli scrivere: «D'accordo, sono povero, lo sono sempre stato. Tutti però nel mondo mi leggono e tutti dicono: è lui! Questo privilegio a pochi lo ha concesso la morte: a me, vivo, lo concede la vita... Tu sei molto ricco, lo so, ma non potrai essere mai quel che sono io; quel che sei tu può esserlo il primo che capita!».
(Ogni volta che rileggo queste parole di Marziale devo ammettere che non posso far altro che immaginare la grande forza che doveva animarlo, la coscienza del proprio valore, la violenza nell'umiliare chi aveva da mettere sul piatto solo i soldi e null'altro: mentre lui poteva mettervi la sua arte sempiterna.)
Questa sicura coscienza della propria affermazione poetica come garanzia di una superiorità morale è un riconoscimento dei valori della propria satira che va oltre il gusto del ridere e del far ridere fino ad arrivare alla volontà di ammonire, di correggere, di stigmatizzare il vizio cosicché gli uomini leggendo i suoi epigrammi conoscano i propri costumi e diventino migliori: «agnoscat mores vita legatque suos». Ecco allora che emergono il senso etico e la pensosa umanità dell'epigramma satirico marzialiano. È doveroso comunque non fraintendere tale affermazione perché non v'è dubbio che la maggioranza degli epigrammi ha carattere satirico ed è qui che Marziale mette a fuoco le sue indubbie capacità ed affina sempre più la sua innata arguzia rivelando pienamente la sua figura più sincera e netta di uomo e di poeta.
Ma il buon Marziale si avvicina all'uomo non con la "violenza appassionata" di Catullo o con "l'austerità declamatoria" di Persio né con l'aggressività satirica esasperata fino al parossismo di Giovenale: piuttosto guarda all'uomo con un sorriso malizioso e spesso sfrontato ma sempre terribilmente spassoso, divertito e assai comprensivo dell'andazzo della vita e del destino che sa essere cinico e baro con chiunque: il grande Marziale mira a colpire il vizio e non l'individuo ben identificato con nome e cognome, tende a fotografare il peccato e non a garrotare il peccatore. Il suo motto è: «Parcere personis, dicere de vitiis».
Davanti ai suoi occhi ogni giorno passava una miriade di personaggi che ben potevano servire come "materiale umano creativo" per la sua arte. La sua parola nasceva sì dal mondo interiore del poeta ma era ispirata dalla realtà quotidiana dell'esistenza di singoli uomini e donne: la vita di Roma, senza distinzione sociale, con tutte le sue miserie, con gli innumerevoli vizi, i traffici, le calunnie e le debolezze è passata sotto la sua mano. Le sferzate satiriche non hanno risparmiato nessuno: gli amici avari (i più avari di tutti!), i filosofi da strapazzo, i medici becchini, gli avvocati imbroglioni, gli astrologi, i dentisti, i barbieri pericolosi, gli spacciatori di rimedi miracolosi, gli usurai, i buffoni, i ladri e i faccendieri, gli spreconi e gli spiantati, i cacciatori di dote e di eredità, i boriosi e i villani, i vecchi rimbambiti, donne vanesie e sdentate, le matrone galanti, gli adulteri incalliti, i giocatori d'azzardo e quant'altri potessero capitare a tiro.
E Marziale fu arguto poeta dei costumi con una sorprendente capacità di osservare la società romana e ritrarla negli epigrammi: ecco allora che prendono vita le figure di Otacilio, semplice incaricato di un rione, attanagliato dalla mania di superare tutti per importanza e per ricchezze ma davanti al console Torquato, padrone di una villa sontuosa, con terme e preziosi marmi colorati, può mettere sul piatto sono un piccolo fondo rustico ed una vasca da bagno; poi Attalo, il faccendone sempre pronto a far cause ed a trattar affari; Saleiano il cacciatore di eredità che piange cinicamente la morte della moglie Secondilla che gli portò in dote un milione di sesterzi; Ermòcrate, il medico la cui sola apparizione in sogno conduce alla morte (dal che si desume che Marziale dovesse avere qualche conto in sospeso con i medici); Lentino, ricco, stravecchio e senza figli, che pensa ancora a tingersi i capelli e crede di avere amici sinceri non immaginando che costoro si augurano solo la sua morte; e poi ancora efficaci profili di azzimati bellimbusti, di damerini della Roma imperiale che meritano di essere ricordati: «Un damerino è un uomo che ha i capelli divisi da una riga ben fatta, che emana sempre profumi, che canticchia fra i denti le canzoni d'Egitto e di Spagna e sa agitare in cadenza le sue braccia depilate, che non lascia mai in tutta la giornata le sedie delle dame e che ha sempre qualcosa da raccontare loro all'orecchio; che sa tutti i pettegolezzi di Roma e vi dirà il nome della donna di cui Tizio è invaghito e quali sono le compagnie che frequenta Caio».
 
Ma è soprattutto la donna e la vanità femminile che è messa sotto accusa in una serie infinita di figure femminili dalle quali traspare un certo misoginismo di Marziale: Fabulla, donna bellissima, graziosa e ricca ma che a troppo lodarsi diventa antipatica; Paola che finalmente ha messo giudizio e vuole sposare Prisco ma anch'egli è saggio e non ne vuole sapere; e poi Gellia che si vanta di avere antenati illustri e sostiene di non poter sposare che un senatore ma si è dovuta accontentare di un facchino; ed infine Aelia che viene straziata dal poeta che la ritrae ormai senza denti e finalmente può tossire tutto il giorno senza espellere più niente e via di seguito in questa sequela di personaggi che, fissati per sempre dalla mano di Marziale, esprimono in modo pungente e fulmineo l'anima autentica della società di quel tempo.

Da: @sput il misogino...17/11/2012 10:40:18
Ma è soprattutto la donna e la vanità femminile che è messa sotto accusa in una serie infinita di figure femminili dalle quali traspare un certo misoginismo di Marziale:EVAKANT, donna bellissima, graziosa e ricca ma che a troppo lodarsi diventa antipatica; LIBRETTO che finalmente ha messo giudizio e vuole sposare Prisco ma anch'egli è saggio e non ne vuole sapere; e poiVIPERA che si vanta di avere antenati illustri e sostiene di non poter sposare che un senatore ma si è dovuta accontentare di un facchino; ed infine NAIEENE che viene straziata dal poeta che la ritrae ormai senza denti e finalmente può tossire tutto il giorno senza espellere più niente e via di seguito in questa sequela di personaggi che, fissati per sempre dalla mano di Marziale, esprimono in modo pungente e fulmineo l'anima autentica della società di quel tempo.

Da: @sput il misogino...E LE SUE FANCIULLE17/11/2012 10:44:00
sput...abbiamo capito a chi t'ispiri!! ora e' tutto piu' chiaro! finalmente si chiude il cerchio! stamattina dopo un'interessante lezione di letteratura abbiamo definitivamente inquadrato il celeberrimo sput.,,,,,,,,,

Da: V for vendetta17/11/2012 11:07:59
Stamane 'influenza mi ha messo ko, nonostante tutto eviterò di vegetare sul forum come gli "utili idioti" e mi dedicherò, come al solito, alla più interessante vita reale.
Vorrei però sottolineare che io, lo ribadisco una volta per tutte, intervengo e sono sempre intervenuto soltanto con il mio vero nick.
Inoltre, come avevo già scritto tempo fa, non risponderò più alle farneticazioni del cane castrato sput. Chi sa leggere i post precedenti si renderà perfettamente conto di come stanno efettivamente le cose.
Cara vipera, la nostra incapacità di comprenderci è ormai evidente. Io considero il forum una cloaca massima, popolata da una sempre più squallida feccia fascita. Una massa di decerebrati senza cultura, pronta a sfogare, garantita dall'anonimato, i propri peggiori istinti.
La rappresentazione perfetta della società attuale.
Sono certo che un giorno ti incontrerò nella vita reale. Convincerti a stare dalla mia parte non è il mio scopo. Lascio il proselitismo ai poveri mentecatti che non vivono d'altro.
Forse ho sbagliato a intervenire, confondendomi con la putrida feccia che popola questo spazio. Ma la mia "pancia" a volte prevale sulla ragione. Non farmene una colpa vipera. Ti saluto

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Da: Sput-nick17/11/2012 11:12:00
E ce n'è voluto di tempo!!!
Tre lunghi giorni e una mega-figura di merda  per partorire la più originale recensione sugli epigrammi di Marco Valerio: "poesie prive di qualsiasi valore artistico" ! 
Complimenti, mi dici in quale liceo insegni????  Lo eviterò senz'paltro per mio figlio! ;-)
Si, lo ammetto, sono misogino. Le donne non mi sono mai piaciute ;-)))
X uomini o caporali
Allora oggi la palestra la fai tu al posto mio??? ;-)

Da: uomini o caporali17/11/2012 11:36:45
Non posso, mi sono bruciato i capelli e devo andare dal barbiere.

: )

Da: evakant...17/11/2012 11:45:35
@vfor
Guai a ragionare di pancia, mandando in vacanza il cervello...
Si rischiano brutte sorprese. Solo raramente accade il contrario...

@sput
Neanche a me...non saprei dove mettere le mani...

Da: evakant...17/11/2012 11:47:50
Uomini...
...però liscio sei fichissimo...

Da: Corto Maltese17/11/2012 11:57:25
X For vendetta
Da che pulpito arriva la predica sull'anonomato e correttezza
Credo che tu rappresenti perfette tutto quello che c'e di lurido sul forum

Da: Corto Maleste17/11/2012 12:02:36
errata corrige

anonimato

pefettamente

Da: evakant...17/11/2012 12:03:38
A parlare di fascismo ormai sono rimasti solo il ministro Cancellieri e pochissimi altri...

Da: Corto Maleste17/11/2012 12:03:48
perfettamente

scusate l' i-phone

Da: trombodirigente dimezzato17/11/2012 12:38:47
...da cotanta argomentazione (non di pancia).
Lo sai che il piacere è anche mio :-)

Dalle mie perti si dice vattelapesca, ma anche vatteneapesca è bello. Lo so che l'hai scritto apposta, non cominciare a dire che devi fare un disegno per farmi capire, come qualche giorno fa.

Da: @sput il misogino...E LE SUE FANCIULLE17/11/2012 12:50:28
Ma è soprattutto la donna e la vanità femminile che è messa sotto accusa in una serie infinita di figure femminili dalle quali traspare un certo misoginismo di Marziale:EVAKANT, donna bellissima, graziosa e ricca ma che a troppo lodarsi diventa antipatica; LIBRETTO che finalmente ha messo giudizio e vuole sposare Prisco ma anch'egli è saggio e non ne vuole sapere; e poiVIPERA che si vanta di avere antenati illustri e sostiene di non poter sposare che un senatore ma si è dovuta accontentare di un facchino; ed infine NAIEENE che viene straziata dal poeta che la ritrae ormai senza denti e finalmente può tossire tutto il giorno senza espellere più niente e via di seguito in questa sequela di personaggi che, fissati per sempre dalla mano di Marziale, esprimono in modo pungente e fulmineo l'anima autentica della società di quel tempo.

Da: @sput il misogino...E LE SUE FANCIULLE17/11/2012 12:53:41
I sani princìpi in bocca alle bigotte si sprecano di giorno e si sputtanano di notte.

Da: evakant.17/11/2012 13:16:38

Da: evakan17/11/2012 13:19:06

Da: evaka17/11/2012 13:19:38

Da: eva17/11/2012 13:21:31

Da: e17/11/2012 13:22:36

Da: .17/11/2012 13:23:18

Da: @sput il misogino...E LE SUE FANCIULLE17/11/2012 13:26:19
Ma è soprattutto la donna e la vanità femminile che è messa sotto accusa in una serie infinita di figure femminili dalle quali traspare un certo misoginismo di Marziale:EVAKANT, donna bellissima, graziosa e ricca ma che a troppo lodarsi diventa antipatica; LIBRETTO che finalmente ha messo giudizio e vuole sposare Prisco ma anch'egli è saggio e non ne vuole sapere; e poiVIPERA che si vanta di avere antenati illustri e sostiene di non poter sposare che un senatore ma si è dovuta accontentare di un facchino; ed infine NAIEENE che viene straziata dal poeta che la ritrae ormai senza denti e finalmente può tossire tutto il giorno senza espellere più niente e via di seguito in questa sequela di personaggi che, fissati per sempre dalla mano di Marziale, esprimono in modo pungente e fulmineo l'anima autentica della società di quel tempo.

Da: @sput il misogino...E LE SUE FANCIULLE17/11/2012 13:36:12
sput...abbiamo capito a chi t'ispiri!! ora e' tutto piu' chiaro! finalmente si chiude il cerchio! stamattina dopo un'interessante lezione di letteratura abbiamo definitivamente inquadrato il celeberrimo sput.,,,,,,,,,

Da: Sput-nick17/11/2012 13:47:06
Repetita iuvant...

Grazie Trombodirigente vatteneapesca, per i tuoi insegnamenti sull'idioma (non idiota X Idoma) lomabardo, sono sicuramente più interessanti dell'equazione di Bernoulli!
Io, per ricambiare, ti posso dare qualche ripetizione sul linguaggio laziale.... specie quello del corpo...così acchiappi meglio!

Da: evakant...17/11/2012 13:48:08
Chi mi pensa intensamente....proprio mentre mi sto disintossicando?

:-)

Da: Sput-nick17/11/2012 13:49:56
Per la serie "Gli utili idiomi"

vi abbiamo presentato.....Vattelapesca!

Da: girobatol 17/11/2012 13:52:24
E sempre dal "Marziale di Aprigliano" un caldo invito a tutti i trombofrequentatori del forum, tromboinferiori anzi tromboinfimi, nonché passati, presenti e futuri trombodocenti - povera scuola e poveri alunni - a consolarsi dei propri, per molti ineluttabili, insuccessi concorsuali all'insegna dei piaceri più autentici della vita:


Dunca, futtiti vue mo quatrarazzi,
scialativìla ccu' 'sti cunnarizzi,
sciacquativìli vue 'sti cugliunazzi
e a Venere mannati li pastizzi,
'nnarvulàtili e sparmatìli 'sti cazzi,
chiantàti corna ppe tutti 'sti pizzi;
jati gridannu ppe' tuttu lu munnu:
Viva lu cazzu, lu culu e lu cunnu!

Da: VforVendetta17/11/2012 13:53:02
SONO UN FASCISTA, UN NAZISTA, UN IGNORANTE E UN MAIALE...E ME NE VANTO.

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