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Polizia Penitenziaria, 133 vice commissari
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Da: mosè23/07/2010 10:03:45
come si fa a chiedere la chiusura di questo forum?????

Da: michele23/07/2010 10:13:50
ma la discussione alla camera non era fissata per il 22 luglio? perchè è saltata? e poi perchè sembra che il ddl che ci riguarda sembra svanito nel nulla? qualcuno serio può rispondere?

Da: problemi per le assunzioni23/07/2010 10:16:47
Il Capo del DAP, Pres. Ionta, ha convocato per oggi pomeriggio un incontro con tutte le OO.SS. della polizia penitenziaria e del personale del Comparto Ministeri. Dopo aver  osservato un minuto di silenzio in memoria del Dr. Quattrone,  abbiamo ascoltato l'introduzione del Pres. Ionta. Poi ho svolto il mio intervento (ascolta). In premessa ho voluto sottolineare come la notizia della morte del Dr. Quattrone ci avrebbe, inevitabilmente, contaminato nell'esposizione. Recependo l'invito ad essere sintetici, ho cercato di esporre all'Amministrazione un rapido flash-back della situazione attuale : dai 69mila detenuti  presenti ai 128 agenti penitenziari feriti. Una panoramica propedeutica ad una analisi critica. Non abbiamo di certo lesinato appunti  critici all'operato dl DAP. Ho subito fatto cenno alla paradossale situazione che vede 47 istituti senza direttore titolare, pur disponendo di circa 850 figure professionali abilitate al ruolo. Poi ho sottolineato come  il DM istitutivo del Direttore dell'Area Sicurezza non confacesse alle nostre aspettative, anticipando che avremmo inoltrato richiesta al Ministro Alfano di sospenderne la firma. Analogamente abbiamo sottolineato come sia stato promulgato un DM sugli UEPE senza alcun confronto con le OO.SS. Ma i punti salienti dell'intervento non potevano non toccare i veri nervi scoperti di questo difficile momento. Ho ribadito, pertanto, la necessità di un confronto sulle dotazioni organiche della p.p. impiegate "nei palazzi del potere"; di arrivare ad un nuovo DM sul modello organizzativo del servizio TP;  l'utilità di un confronto sulle assegnazioni dei neo agenti del 161° Corso; di rendere trasparenti i meccanismi di accesso al GOM e alle altre articolazioni del DAP. Così come abbiamo ricordato al Commissario Straordinario Ionta la necessità di prevedere un piano di manutenzione straordinaria per gli edifici penitenziari attualmente in funzione, ma piuttosto malmessi. Per chiudere ho invitato il Capo del DAP ( e per suo tramite il Ministro) a non fare più riferimento alle assunzioni in polizia penitenziaria se non quando avessero da comunicare cose certe ( che allo stato non ci sono). La replica del Pres. Ionta a conclusione del giro di interventi mi è parsa fuori dagli schemi canonici. Un po, devo essere sincero, mi ha sorpreso. Non solo per la schiettezza dell'intervento, quant'anche per una inaspettata limpidezza della comunicazione. Nulla di stravolgente, sia inteso. Ma  un segnale che indica una inversione di rotta pare cominciare a scorgersi. Il Pres. Ionta ha , in primis, rivendicato la scelta di un tavolo rappresentativo di tutte le professionalità per poi dire con estrema chiarezza che aveva piena coscienza dei problemi rappresentatigli. Ha ammesso che rispetto ale 2000 assunzioni vi sono delle difficoltà (legate soprattutto alle sfavorevoli contingenze) pur non disperando di poterle concretare entro l'anno. Ha inoltre comunicato che si sta lavorando alacremente ad un riassetto organizzativo del DAP che include anche l'ipotesi di rivedere i contingenti di personale colà assegnati. Il Capo del DAP ha voluto sottolineare come l'organizzazione (speriamo più efficiente e razionale) del DAP sia il primo passo necessario per poter riorganizzare il territorio (speriamo non nel prossimo secolo). Insomma un Capo del DAP che si è relazionato in modo nuovo. Non nascondendo le difficoltà, perdendo un po di quella presunzione che lo aveva caratterizzato negli altri incontri. Abbiamo colto  (almeno ci è parso) segnali di disponibilità perchè il futuro possa segnare confronti costruttivi. Come sempre saranno i fatti ad orientare il nostro giudizio. Per ora da quel versante c'è poco. Molto poco. E' ora che il DAP cominci a produrre un po di più. Anzi. Quel poco che fa,  deve farlo bene. Noi siamo pronti ad accompagnarli sulla retta via ..... ma devono volerlo. Non a caso mi sono permesso di offrire al Capo del DAP, meglio al Commissario Straordinario, la mia consulenza gratuita..... perchè in alcuni frangenti è anche utile avere al proprio fianco persone che sanno cos'è il carcere e come funziona un carcere ... !

Da: ......23/07/2010 10:26:04
allora se non è finita sta finendo!!!
io leggo tutto questo come una resa........
o sbaglio?

Da: x michele23/07/2010 10:27:44
la discussione è saltata probabilmente a causa del ddl intercettazioni che ha manipolato l'attenzione per tutta la settimana,non disperiamo e vediamo le convocazioni della commissione giustizia per la settimana prossima.

Da: x tutti23/07/2010 10:35:39
ma chi sarebbe quello che ha parlato? ma si può postare un intervento senza dire chi è che parla?????

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Da: .....23/07/2010 10:42:06
aspettiamo che il comitato ci dia notizie senza fare allarmismi...

Da: ......23/07/2010 11:06:14
ancora con questo comitato
è basta!
Se non scrive piu' è inutile nominarlo

Da: x x tutti23/07/2010 11:14:40
Probabilmente il signore non ha firmato il Suo intervento perchè tutti qui usiamo l'anonimato. Comunque è un noto sindacalista a cui rivolgo una domanda, è la prima volta che si imbatte (se è Lei) su questo forum?
Sa fornirci qualche notizia che riguardi noi?

Da: e intanto23/07/2010 11:33:44
il piano di edilizia penitenziaria va avanti.......

Da: ..........23/07/2010 12:04:09
http://www.camera.it/view/doc_viewer_full?url=http%3A//documenti.camera.it/_dati/leg16/lavori/bollet/201007/0722/pdf/02.pdf&back_to=http%3A//www.camera.it/210


a pag. 41, cioè rispondono alle interrogazioni parlamentari dicendo di aver già assunto 2000 agenti per l'emergenza, che faccia tosta, credo che questa cosa sià da segnalare quantomeno ai sindacati.

Da: idoneo23/07/2010 12:11:59
fanno sempre riferimento alla legge finanziaria, allora perchè ancora non hanno assunto nessuno?

Da: ...23/07/2010 12:16:46
Si dice, nella risposta, che la legge finanziaria consente l'assunzione delle 2000 unità. Il problema è che non si procede, forse perchè quei soldi li si vuole spendere diversamente, all'adozione del relativo provvedimento.

Da: x -------23/07/2010 12:24:32
Ciao, sai se si sono scomodati a rispondere alle "nostre" interpellanze/interrogazioni?

Da: trovato23/07/2010 12:32:16
Proprio per far fronte alla situazione di
difficoltà operativa evidenziata, la legge
finanziaria ha consentito lâassunzione di
2.000 nuovi agenti di Polizia Penitenziaria
nonché la possibilità di assumere (facendo
unâeccezione al generalizzato blocco dei
turn over) â" negli anni 2010, 2011 e 2012
â" personale di polizia penitenziaria nel
limite del contingente di quello cessato dal
servizio nel corso dellâanno precedente.

Da: .....23/07/2010 12:32:45
non capisco: la settimana scorsa si era al settimo cielo ora pessimismo cosmico.... perchè?

Da: 38 suicidio23/07/2010 13:21:06
A Catania Bicocca il 38° suicidio in carcere


â  Circa unâora fa, un detenuto ristretto alla Casa Circondariale di Catania Bicocca si è suicidato in cella con le recisione della carotide, con modalità ancora da accertare. Eâ il 38° suicidio in cella di questo funesto 2010â

Da: da ugl23/07/2010 13:25:28
Digressioni sulla convocazione del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, a firma del Capo del Dipartimento, dott. Franco Ionta, con oggetto âlâesame dellâattuale situazione ed interventi a medio e lungo periodo.â

Merita questa richiesta dâincontro un momento di riflessione, sia per la natura particolarmente apprezzabile della motivazione in un momento tanto difficile per il sistema penitenziario, ma anche perché diventa difficile in questo momento aggiungere nuovi elementi di riflessione rispetto a quanto già da qualche tempo si va dicendo quale sindacato di categoria.

Del resto, lâincontro fissato per oggi, 22 luglio, allâindomani di unâimpegnativa manifestazione del Comparto Sicurezza avutasi in Piazza Montecitorio per esprimere con forza la rabbia di un settore particolarmente sacrificato dai tagli della finanziaria, trova difficile collocazione in un contesto generale di disagi e lamentele per quanto sta accadendo.

Da mesi si sostengono le ragioni e la necessità di tenere i toni bassi rispetto a quanto di esplosivo potrebbe divenire la difficile situazione delle carceri italiane, ma nonostante tutto sâinasprisce un contesto lavorativo promettendo riduzioni di detenuti attraverso il ricorso alle misure alternative, riduzione dei disagi per nuove carceri e incremento di personale senza prestare la massima attenzione rispetto alla necessità di non ingenerare inutili attese, che, nel momento in cui sono disattese producono effetti contrari amplificati.
Câè bisogno di risposte. Di risposte concrete dal momento che di parole se ne sono dette, se ne stanno dicendo e se ne diranno, sicuramente tante.

In questâottica, mentre oggi eravamo vicino ai colleghi della Toscana con visite sui luoghi di lavoro delle strutture di Lucca e Prato, invece di assistere allâennesima riunione collegiale in cui tutti fanno la âlista della spesaâ e lâamministrazione descrive (fumosamente) le iniziative che dovrebbero essere realizzate per la tanto decantata âstabilizzazione delle carceriâ, siamo determinati anche questâanno a trascorrere il 15 agosto, giorno particolarissimo, negli Istituti Penitenziari della Repubblica nazionale, quale gesto di concreta appartenenza, solidarietà e vicinanza, soprattutto di vera attenzione, perché è importante dedicare, vivendo quel disagio, un momento alla Polizia Penitenziaria in uno di quei giorni a maggiore sofferenza.

Noi sicuramente ci saremo, e vorremo che con noi ci fossero anche settori dellâamministrazione penitenziaria diversi dalla sola Polizia Penitenziaria e dal sindacato quale gesto di solidarietà con chi alla fine realmente âporta la carrettaâ (come diceva mio nonno un tempo per indicare chi lavorava veramente), che, mentre tanti saranno a tavola con lâanguria sul piatto, devono garantire la sicurezza del Paese con lo stesso alto senso del dovere di sempre.

È importante che il Capo del dipartimento incontri le altre figure del sistema penitenziario, ma sarebbe ancora meglio se nellâambito delle varie strutture penitenziarie periferiche ci fosse un analogo spirito di incontro e confronto, che non si riduca solo a quanto le cose vanno male, molto male, come adesso e si deve giustificare un impegno rispetto ad una inerzia generale, di una politica che deve, deve fare e non fa.

Volevamo comunque ripetere che il personale è molto sfiduciato come si potrebbe facilmente rilevare dai nostri interventi epistolari che con sistematicità e attenzione rilevano i vari problemi che giornalmente sono costretti a vivere i lavoratori quali Poliziotti Penitenziari, ma anche quali rappresentanti sindacali.

Vorrebbe quasi la voglia di dire che per quante promesse sono state fatte oramai la Polizia Penitenziaria ha già visto la luna che non câè, ma vorrebbe solo vedere più semplicemente anche il pozzo, ad indicare la semplicità delle cose che si vuole e che sembrano tanto difficili da ottenere.

Se si riflette un attimo, facendo anche il punto della situazione di quanto sta accadendo ed è stato rilevato le cose da realizzare sono tante, e tutte significative, ma non impossibili:

âRideterminazioni degli organici, attraverso processi di nuove assunzioni che tengano conto dei tempi degli altri Corpi di Polizia. Di recente è stato fatto un intervento in cui si è sottolineato come il concorso per assunzione di Marescialli della Guardia di Finanza si conclude in un anno, in Polizia Penitenziaria, equivalente concorso per Ispettori della Polizia Penitenziaria sono anni che è in attesa di verificare una potenziale conclusione;
âRideterminazione piante organiche, ferme al DM 2001 distante dalla situazione reale, con uno stimolo nuovo affinché siano concentrate risorse per i compiti istituzionali, essendo evidente che il personale venga sempre più spesso distolto dai propri compiti e quindi abbiamo poche unità di servizio in turni quali quello notturno, pomeridiani ed altri;
âCertezza della mobilità, da anni oramai si attende di avere certezze sui tempi della mobilità al fine di fornire risposte a quel personale che aspira ad altre destinazioni lavorative senza trovare riscontro alle proprie richieste;
âInterventi correttivi sulla disciplina e sui rapporti informativi, divenuti ormai strumento poco aderente alla realtà, avendo perso lâoriginale funzione di stimolo lavorativo, e divenuti strumenti per punire il personale;
âAumento delle risorse per lo straordinario e il servizio missione, fondo che nonostante una progressiva riduzione del personale a fronte dâincrementi di detenuti e posti di servizio, continua ad essere depauperato;
âInterventi mirati per ridefinire relazioni sindacali in alcune realtà dove sono particolarmente critiche, infatti, è difficile sottolineare delle criticità e non trovare interventi risolutivi ma semplici riscontri di parte che non soddisfano e non risolvono;
âEtc. etc. et.

Cose che non richiedono sicuramente interventi epocali e particolarmente impegnativi, ma che vanno visti nellâottica di azioni indispensabili se si vuole stimolare e ricostruire un rapporto di fiducia con chi rappresenta e consente il funzionamento del Sistema Penitenziaria, e cioè la Polizia Penitenziaria.

Câè bisogno di battere un colpo, il nostro lo stiamo continuando a battere ma vorremo che arrivassero quelli che contano e che vogliono significare la risoluzione di qualche problema.

Da: lili23/07/2010 17:49:28
Caliendo: Maicon resta a meno che...

Da: complimenti23/07/2010 19:05:16
basta dirlo palesemente ke ormai è inutile attendere..noi ci credevamo davvero....nella nostra idoneità..ke sconforto!

Da: stefano23/07/2010 19:05:38
io credo che sia giusto x l'amnistia e indulto x risolvere tutti problemi del carcere x fare leggi vere con il tempo giusto cosi ci son.. tante persone che vengono recuperate quelli che vogliono tornare a delinguere tanto lo stato di oggi subito li mette dendro di nuovo spero che tutti son dacordo x amnistia e' indulto si da sempre un altra opportunit... a tutti

Da: bip23/07/2010 20:29:45
stefano va'  a farti un bagno dai... su su aria

Da: mah23/07/2010 21:24:48
CARCERI

Detenuto suicida a Catania
E' il 38esimo caso nel 2010

Il detenuto, 39 anni, recluso dal 2008, aveva già minacciato di uccidersi tagliandosi la gola. La Uil: "Il personale deve rinunciare ai diritti elementari e sottoporsi a turni massacranti per reggere la baracca"
Il carcere catanese di Bicocca
CATANIA - Ancora un suicidio nelle carceri italiane: questa mattina un detenuto della casa circondariale di Catania Bicocca si è ucciso in cella mentre si stava facendo la barba, recidendosi la carotide. "E' il 38esimo caso di questo funesto 2010", ha detto il segretario generale della Uil Pa Penitenziari, Eugenio Sarno. "Abbiamo la sensazione - ha aggiunto - che nemmeno questa strage silenziosa che si consuma all'interno delle nostre degradanti prigioni scuota dal torpore una classe politica che ha, evidentemente, accantonato la questione penitenziaria. Dal 1 gennaio 38 detenuti, quattro agenti penitenziari e un dirigente generale si sono suicidati".

La Procura della Repubblica di Catania ha aperto un'inchiesta. L'uomo si chiamava Andrea Corallo, aveva 39 anni e non era recluso nel settore di massima sicurezza. Secondo quanto riferito da Riccardo Arena, che cura la rubrica Radiocarcere su Radio Radicale, Corallo aveva iniziato "una rumorosa protesta e minacciava di uccidersi proprio tagliandosi la gola. I tentativi degli agenti di farlo calmare sono stati inutili". Andrea Corallo era in carcere dall'aprile del 2008 e divideva la cella con altri due detenuti, che sono stati sentiti dagli inquirenti.

"Nelle nostre galere - ha spiegato ancora Sarno - si continua a morire. E' forse il caso di approfondire ed investigare? Noi diremmo anche di risolvere. Invece nulla. Tutto è rimesso alla sola buona volontà e alle evidenti capacità del personale. Ma si continuano ad ammassare persone in spazi che non ci sono". "Il personale - ha sottolineato il sindacalista - deve rinunciare ai diritti elementari e sottoporsi a turni massacranti per reggere la baracca. La questione penitenziaria, nella sua drammaticità, è anche una questione morale. Per i tanti sprechi. Per l'incapacità di risolvere. Per l'indecenza delle strutture. Per il degrado degli ambienti. Per i rischi igienico-sanitari".

"Riceviamo continui inviti da parte del Dap (Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria) - ha concluso Sarno - a non allarmare. Ma noi non allarmiamo, informiamo sulle gravi realtà, nel tentativo di scuotere le coscienze, la società e la stampa. Che, però, restano indifferenti ai drammi quotidiani che si consumano all'interno di quelle  mura, che sempre più sono il confine tra civiltà e inciviltà".

L'allarme è condiviso anche dall'Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria): "Le proteste per le condizioni disumane dovute al sovraffollamento - ha detto il vice segretario generale Domenico Nicotra -  possono portare anche ad azioni dimostrative molto pericolose come quella di oggi. Purtroppo, questa volta, non è stato possibile salvare un'altra vita". 

Da: repubblica.it23/07/2010 21:26:44
PALERMO
Ucciardone, carcere al collasso
E i detenuti finiscono nel "canile"
Ispezione di Radicali e Ristretti Orizzonti dopo la denuncia di Radiocarcere: le persone in attesa di immatricolazione vengono chiuse in una cella larga un metro e mezzo in condizioni igieniche disastrose. E la struttura è sempre più abbandonata a se stessa
di RANIERI SALVADORINI


  Il penitenziario dell'Ucciardone a Palermo
IL PRIMO allarme l'aveva lanciato Radiocarcere di Riccardo Arena, che il 22 maggio del 2010 pubblicava la lettera di Giuseppe, 32 anni: "Cara Radiocarcere, sono un detenuto dell'Ucciardone e quando sono entrato qui dentro sono stato nel 'canile'. Ovvero una gabbietta, larga un metro e alta due, dove stai chiuso in pedi per ore, qualcuno anche per giorni, io ci sono stato 10 ore. E' stato terribile. Vomitavo, facevo i bisogni e piangevo. Ma nessuno è venuto a vedere come stavo".

La scorsa settimana una delegazione composta da Radicali, l'Associazione Ristretti Orizzonti, alcuni volontari e personale dell'Ufficio del Garante dei detenuti della Sicilia, si è recata in visita al carcere palermitano per un'ispezione. "Sono stati i detenuti a parlarci dell'esistenza del "canile" - spiega Rita Bernardini, deputata Radicale - e lo chiamano così perché, in pratica, non può essere definito diversamente: è una struttura separata dal carcere, ed è proprio come un canile, solo che vecchio, sporco e fatisciente". E' dove mettono i detenuti transitori, cioè gli arrestati, in attesa di essere immatricolati e, poi, smistati nelle sezioni del carcere. "Il giorno dell'ispezione dentro c'era un ragazzo - prosegue la Bernardini -, ma quando ho fatto per chiedergli da quanto tempo fosse lì dentro, di fatto, mi è stato impedito".

Gloria Cammarata, - Responsabile dello Sportello dell'Ufficio del Garante dei detenuti presso l'Ucciardone - il "canile"
lo descrive così: "le gabbie formano una sorta di struttura a "U", sono larghe forse un metro e mezzo, il tetto è una plastica ondulata deteriorata, la parete è una grata metallica molto fitta, non ci passa nemmeno un dito e l'unico punto luce è il blindo". Prosegue Cammarata: "Il pavimento è una gittata di cemento, e poi non c'è altro: solo un buco alla turca, protetto - si fa per dire - da un muretto molto basso, c'è solo sporco e le condizioni igieniche sono molto scarse". Inoltre, "tra queste 'celle' è stata ricavata anche l'infermeria dove i detenuti effettuano la prima visita medica".

Il Direttore dell'Ucciardone, Maurizio Veneziano, ha affermato che nel "canile" i detenuti non sostano più di 5 ore. Ma i detenuti, dice Rita Bernardini, raccontano un'altra verità. E secondo Laura Baccaro, psicologa e criminologa di Ristretti Orizzonti "nel momento in cui facciamo della legittimità di una situazione del genere solo una 'questione di ore' perdiamo di vista il problema: è giusto lasciare una persona in quelle condizioni?", si chiede l'esperta. "Il rischio è di perdere di vista proprio il concetto di legalità e di diritto pensando che in galera tutto sia concesso per il semplice fatto che non sono persone ma detenuti che devono scontare una pena. Un'idea di pena che si identifica con questo tipo di carcere", conclude, "si traduce in un processo di normalizzazione delle violazioni dei diritti umani che, in ultima istanza, coinvolge tutti: operatori, agenti e detenuti". 

"L'Ucciardone è il carcere simbolo del collasso delle carceri italiane", spiega anche Rosario Di Prima, responsabile per la Sicilia del Comparto Sicurezza Cgil-Funzione Pubblica. "La storia del canile è vera ed è brutta, ma non va dimenticato che in pochi carceri come nel nostro, nei limiti del possibile, c'è un lavoro così intenso per costruire un rapporto umano con i detenuti". Una testimonianza confermata sia dagli ispettori che dal Garante: Salvo Fleres, senatore Pdl e Coordinatore nazionale dei Garanti regionali segnala che i lavoratori dell'Ucciardone "fanno un ottimo lavoro, segnalano con precisione i casi d'ascolto e sono molto collaborativi, così come il direttore, ma purtroppo la situazione è disastrosa e va ben oltre le responsabilità dei singoli operatori". Quest'anno, inoltre, la Regione ha praticamente azzerato i finanziamenti agli uffici di Fleres: da 500 mila euro a 12 mila - "ci bastano per i francobolli per rispondere ai detenuti, e poco altro", spiega il Garante.

Il fitto dossier preparato dagli ispettori radicali descrive una situazione da incubo. Ecco un piccolo estratto: "All'Ucciardone ci sono 700 detenuti a fronte dei 430 previsti dal regolamento e l'organico della polizia è sotto di 160 agenti. Per le spese di ordinaria amministrazione il carcere dispone di 8 mila euro l'anno. Ci sono 1 solo infermiere e 1 solo medico che devono coprire per 24 ore tutto il carcere. Il 15 per cento dei detenuti è sieropositivo, sono difusissime malattie infettive e patologie psichiatriche di ogni genere. Non ci sono spazi di alcun genere, né per lavorare né di socialità. Un detenuto in cella n°1 ha fatto domanda per un colloquio 13 mesi fa e non ha avuto ancora risposta. In una cella un detenuto da solo con tubercolosi: indossa una mascherina ed è tenuto a distanza da tutti (detenuti e agenti). Solo dieci minuti d'aria al giorno, con caldo infernale. Difficile avere un colloquio con gli educatori, attese anche di 7 mesi". E poi: "I topi, gli scarafaggi, e le formiche nelle celle. Nell'area retrostante il passeggio, su cui si affacciano le celle, sono presenti animali morti e salgono odori insopportabili. Molti detenuti si privano di vedere i figli. Perquisizioni anche ai bambini con i cani, tolgono perfino i pannoloni".

Per riprendere le parole con cui il giovane ha scritto a Radiocarcere: "Dopo il canile mi hanno portato in uno stanzone pieno zeppo di detenuti. Lì c'era gente malata di mente, stranieri, tossicodipendenti in crisi d'astinenza, malati d'Aids. Dopo circa un mese mi hanno portato in quella che sarebbe diventata la mia cella e mi son detto: 'il peggio è passato!' E invece mi sbagliavo, l'inferno vero all'Ucciardone iniziava lì".

(23 luglio 2010) © Riproduzione riservata

Da: considerazioni24/07/2010 00:57:14
sembra quasi che si paragoni le carceri a delle discariche, dove gli avanzi, ahimè son uomini con una propria dignità. è inammissibile che seppur delinquenti, siano mortificati stando in spazi così stretti. ciò li esaspera, poveri uomini che non sono altro, e poveri noi che vorremmo collaborare e non ce ne danno la possibilità, alla faccia della idoneità che abbiamo ottenuto.
che schifo!

Da: paolo borsellino24/07/2010 09:05:18
di Anna Petrozzi - 22 luglio 2010
Paolo Borsellino allora come oggi fa da spartiacque. Il suo rigore, la sua dirittura morale, il suo intransigente senso dello Stato erano totalmente incompatibili con il progetto Italia che andava dispiegandosi nel biennio â92 e â93.



Per questo è stato eliminato e per questo la strage di Via DâAmelio è diventata tassello fondamentale di quel golpe, come ormai lo definiscono anche i magistrati, che ha destabilizzato il Paese per stabilizzare un nuovo equilibrio politico, economico e sociale, mafia ovviamente inclusa in fedele linea di continuità con la storia repubblicana.
Per coloro che, dâaccordo con Cosa Nostra, hanno pensato di sbarazzarsi di lui e di Falcone, ingombranti incarnazioni dello Stato possibile, pessimo e pericoloso esempio per lâidealità della gente onesta, questo ultimo anniversario di Via DâAmelio non deve essere stato granché piacevole.
Borsellino, incurante del tritolo che ha fatto a pezzi il suo corpo, si è ripresentato con tutto il suo fastidioso bagaglio di valori immortali. Non solo nei volti e nelle parole di suo fratello, di sua sorella e dei tanti giovani che a lui si ispirano e ai magistrati che seguono fedelmente le sue orme, ma ancora e sempre come un ostacolo. Questa volta messo di traverso ai piani di svuotamento di alcuni dei punti cardine della Costituzione: indipendenza della magistratura, libertà di informazione e legge uguale per tutti.
Il suo testimone questa volta è stato preso, non come ci si aspetterebbe dal partito che dovrebbe fare opposizione in questo Paese, non sia mai, ma da quella parte di maggioranza che proprio in nome di Borsellino ha deciso di puntare i piedi.
Ecco quindi Fabio Granata, esponente del Pdl, o meglio dellâormai più che definita corrente finiana, con una storia di impegno in materia di legalità, che, finalmente, può alzare la voce e affermare: âCi sono pezzi dello Stato, del Governo e della politica che fanno di tutto per ostacolare le indagini sulla strage di via D'Amelio e creare condizioni di delegittimazione della magistraturaâ.
Unâaccusa forte e chiara che ha suscitato le ovvie reazioni di certi suoi compagni di partito, tipo La Russa, Gasparri e Cicchitto, che di Borsellino non dovrebbero azzardarsi nemmeno a pronunciare il nome, ai quali non ha esitato a rispondere a tono:
âSulle mafie l'azione del governo è stata molto efficace e coerente sul piano repressivo. Sul piano legislativo, grazie al Parlamento e alla spinta di alcuni di noi, altrettanto efficace su Agenzia nazionale beni confiscati (approvata da un odg mio e di Angela Napoli). Sulle intercettazioni l'azione legislativa sta diventando accettabile attraverso la nostra spinta determinante, mentre sul rapporto con le Procure titolari di inchieste sulle stragi è piena di contraddizioni e di molti atteggiamenti pregiudizialmente ostili. Su Spatuzza le decisioni sono state gravi e da rivedere con senso di responsabilitàâ.
Lâaffaire Spatuzza, dopo il goffo tentativo dei Berluscones tramite i canali televisivi di regime, in testa TG1, di far passare la condanna di DellâUtri a sette anni come unâassoluzione, è diventato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il non aver concesso il programma di protezione al collaboratore che ha permesso di rivedere una parte della ricostruzione della fase preparatoria della strage Borsellino, aprendo ad inquietanti scenari di depistaggio di Stato, è stato un eclatante boomerang della maggioranza. Ha dimostrato senza più alcun dubbio che quella verità non la vogliono sapere, anzi che la vogliono proprio nascondere.
E su questo i finiani stanno facendo leva, mandando su tutte le furie il sottosegretario Mantovano che, con una reazione scomposta, si è addirittura rivolto al Csm per punire Lari, il capo della procura di Caltanissetta, magistrato di noto riserbo e rigore, perché ha osato esprimere perplessità su quella pretestuosa decisione che non ha nessun precedente nella storia.
In sua difesa è intervenuto proprio Granata:
âChe sulle stragi - aggiunge - ci sia il coinvolgimento pieno di pezzi dello Stato e che la decisione di non concedere il regime di protezione a Spatuzza siano elementi conclamati di difficoltà nell'accertamento di verità e giustizia è una verità oggettiva. Le mie, quindi,- replica ai suoi franchi tiratori - sono state parole non solo ampiamente 'entro le righe', ma doverose e comunque coerenti con la cultura politica che ha caratterizzato la mia militanza nella destra italianaâ.
Non è lâunico soggetto distonico, Granata, rispetto alle mire dei berlusconiani sempre più invischiati nei soliti intramontabili intrecci tra massonerie e malaffare. Ci si è messo pure Pisanu, il presidente della commissione antimafia, con un passato certo meno coerente di Granata, ma a quanto pare, determinato nel suo ruolo, al punto da indurre allâottimismo uno dei grandi nemici additati del regime: il magistrato Antonio Ingroia.
âDopo anni di afasia della politica â" ha dichiarato il procuratore - qualcosa sta cambiando. La visita della Commissione Antimafia a Palermo, le domande rivolte in audizione, il contenuto della relazione del presidente Pisanu, la sensibilità dimostrata dal presidente Fini, che ha sottolineato che Mangano non è un eroe, sono segnali positiviâ. Per il procuratore, le indagini della procura di Caltanissetta âstanno consentendo di rilevare scenari agghiaccianti che, purtroppo, danno ragione a chi come me, già nell'estate del '92, ebbe la certezza che quella di Via D'Amelio non era strage di sola mafiaâ. âDepistaggi di tipo istituzionale - conclude Ingroia - sarebbero incomprensibili se destinati a coprire uomini di mafia. Possono avere senso solo se destinati a coprire responsabilità di pezzi dello Statoâ.
Eccolo qui allora Paolo Borsellino in molte carni e in molte ossa, questa volta quale grimaldello in mano ai dissidenti che, almeno per dignità, non ci stanno a passare alla storia come complici del peggiore tentativo di sfascio della democrazia che si ricordi.
Chiaramente se questo governo dovesse crollare a colpi di legalità davvero sarebbe un inedito per questo Paese, anche se ciò non è sufficiente garanzia di tranquillità per ciò che potrebbe riservarci il futuro. Comunque, un passo alla volta. Per adesso ci basta sapere che per mettere in crisi un Governo pieno di corrotti, intrallazzatori e amici dei mafiosi ci sono ancora e sempre Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Da: Io24/07/2010 09:54:53
" Non li avete uccisi: le loro idee camminano sulle nostre gambe "

Da: ma24/07/2010 10:06:17
perchè vi allarmate tanto?solo per un ritardo nei lavori del ddl già alcuni gridano alla disfatta.Calmatevi e siate pazienti.

Da: wally24/07/2010 12:30:18
comitato dacci un minimo di notizie. grazie. un minimo...

Da: x wally24/07/2010 13:18:14
ricordati che ti rintracciamo in un attimo...

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