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Concorso Diplomatico 2017
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Da: Come22/02/2017 11:27:20
Se non la maggioranza, buona parte dei vincitori sono al terzo tentativo. Oltretutto, vincere "per sorte" al primo tentativo non è necessariamente positivo. La vita del diplomatico è entusiasmante ma anche difficile: bisogna avere idee chiare e fegato da vendere. Si paga anche la fortuna, prima o poi.
Rispondi

Da: @Come22/02/2017 11:36:45
Hai ragione
Rispondi

Da: Cammad 22/02/2017 16:34:24
Ciao, sono nuova nel forum e volevo chiedere a coloro che hanno intenzione di presentarsi alle prove psicoattitudinali, come le stanno preparando.

Grazie.
Rispondi

Da: @annosa questione22/02/2017 18:22:55
X esperienza personale il corso luiss è migliore della sioi. In + ci sono meno frequentanti e qst va tt a vantaggio di ki frequenta
Rispondi

Da: @Cammad22/02/2017 18:23:25
Studiando
Rispondi

Da: Cammad 22/02/2017 18:28:05
Risposta utilissima.
Rispondi

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Da: @Cammad22/02/2017 20:21:58
Purtroppo il quiz é tosto, unico modo é studiare bene e affidarsi al destino.
Rispondi

Da: john weak22/02/2017 20:56:15
che ne pensate del varsori, storia internazionale?
Rispondi

Da: @Cammad22/02/2017 22:53:22
Meglio Duroselle
Rispondi

Da: @annosa questione23/02/2017 02:06:10
Praticamente tutti quelli che vincono sono sioi, e per me conta questo. Poi fai tu.
Rispondi

Da: @@@@@23/02/2017 11:13:16
Stanno ancora a pensare a quale scuola iscriversi, ma i manuali ve li siete fatti? Guardate che ci manca poco e se non studiate non date la colpa alle scuole. Sono anni che molti pensano alle scuole, ai loro programmi e non studiano.
Rispondi

Da: B223/02/2017 11:59:33
Ho dato un'occhiata ai curricula dei vincitori dei concorsi degli anni scorsi. Per quanto molti siano notevoli, non mi sembra che le esperienze che diversi di loro possono vantare siano state necessariamente utili ai fini del superamento del concorso. Un utente, qualche post fa, scriveva che tutti i vincitori hanno curricula di rilievo, implicando, credo, che hanno vinto il concorso anche grazie alle loro esperienze pregresse. A mio parere, però, molte di queste esperienze non sono utili (né tantomeno imprescindibili) per la vittoria del concorso.
Faccio qualche esempio: a) molti vincitori hanno fatto l'Erasmus o un'esperienza di studio all'estero; b) tanti hanno anche fatto un tirocinio in qualche ambasciata o rappresentanza permanente. Queste due esperienze, secondo me, non sono fondamentali per vincere il concorso: a) l'Erasmus o altro possono aiutarti ad imparare una lingua ma, chi già la conosce o è dotato di buona forza di volontà per studiarla come si deve a casa, non deve a tutti i costi fare un'esperienza fuori per apprenderla; b) un tirocinio può aiutare a toccare con mano il tipo di lavoro che fa un diplomatico, ma non aiuta ad approfondire le proprie conoscenze ai fini del superamento del concorso.
Credo che le uniche esperienze pre-concorso effettivamente utili al superamento dello stesso siano, oltre a uno studio matto e disperatissimo, la frequenza di una buona scuola di preparazione e, forse, qualche master o dottorato che permettano di approfondire le materie concorsuali.

Voi cosa ne pensate? Quali sono, secondo voi, le esperienze che possono aggiungere quel quid indispensabile a superare il concorso?

P.S. Scusate per il post chilometrico.
Rispondi

Da: @B223/02/2017 12:07:17
tutto giusto, ossia ognuno se la racconti come vuole
Rispondi

Da: @@@@@23/02/2017 12:19:56
Studiare, studiare, studiare. Passare i quiz, passare gli scritti, rispondere bene alle domande sorteggiate all'orale. Punto.
Rispondi

Da: Untipoacaso23/02/2017 12:40:00
@B2. la tua interpretazione è interessante ma ti offro un altro spunto.
Il fatto che i vincitori abbiano un curriculum "ricco" (esperienze all'estero, stage MAECI CRUI etc...) è innanzitutto una prova della loro solida preparazione universitaria. I bandi per l'Erasmus, specialmente per le Università più prestigiose, sono molto competitivi così come il tirocinio MAECI CRUI (che ha delle "entry barriers" notevoli e una competizione agguerrita).
Che queste esperienze ti diano competenze direttamente spendibili al concorso è molto discutibile. In Erasmus migliori le lingue, ma alcuni corsi intensivi e focalizzati sul linguaggio accademico possono dare risultati migliori. Il MAECI-CRUI, e te lo dico da vincitore del bando 2016, non è un tirocinio particolarmente professionalizzante ma ti fa conoscere da vicino il mondo diplomatico, aumentando quindi le probabilità che tu decida di provare il concorso. Queste esperienze quindi non vanno viste come "fattori" che influenzano la vittoria al concorso, bensì come "sintomi".
Personalmente ho un curriculum molto simile a quello che tu hai descritto, questo non mi esime da uno studio matto e disperatissimo e non credo mi dia vantaggi diretti rispetto agli altri.   
Rispondi

Da: T. May23/02/2017 12:42:46
Per superare questo concorso ci vuole molta maturità. Lucidità e complessità del pensiero. Capacità di sintesi e profondità in ciò che si scrive. Al contrario di quello che tanti pensano, non è semplicemente un concorso nozionistico. Quando scrivi un tema comunichi anche il tuo modo di essere, comunichi le tue ansie, la tua capacità di argomentare e essere convincente.

Le esperienze professionali e accademiche sono determinanti in questo. Un tirocinio in un'ambasciata dà contezza di quello che significa scrivere e ragionate da dirigente dello stato. L'Erasmus e il confronto con metodi diversi di insegnamento più improntati al ragionamento critico aiutano a sviluppare capacità di sintesi e profondità di pensiero.

È un concorso difficile nel quale bisogna essere allo stesso tempo studiosissimi e diligenti, e curiosi e capaci di ragionare fuori dagli schemi precostituiti. Dalla lettura dei temi queste abilità si intuiscono. E sono abilità che non si trovano in alcun di nolfo o conforti. Sono abilità che vengono dalle esperienze di vita fatte.

Senza uno studio matto e disperato non si va da nessuna parte. Ma questo concorso non si vince rinchiudendosi con 30 libri in camera
Rispondi

Da: Untipoacaso23/02/2017 12:43:02
@B2. la tua interpretazione è interessante ma ti offro un altro spunto.
Il fatto che i vincitori abbiano un curriculum "ricco" (esperienze all'estero, stage MAECI CRUI etc...) è innanzitutto una prova della loro solida preparazione universitaria. I bandi per l'Erasmus, specialmente per le Università più prestigiose, sono molto competitivi così come il tirocinio MAECI CRUI (che ha delle "entry barriers" notevoli e una competizione agguerrita).
Che queste esperienze ti diano competenze direttamente spendibili al concorso è molto discutibile. In Erasmus migliori le lingue, ma alcuni corsi intensivi e focalizzati sul linguaggio accademico possono dare risultati migliori. Il MAECI-CRUI, e te lo dico da vincitore del bando 2016, non è un tirocinio particolarmente professionalizzante ma ti fa conoscere da vicino il mondo diplomatico, aumentando quindi le probabilità che tu decida di provare il concorso. Queste esperienze quindi non vanno viste come "fattori" che influenzano la vittoria al concorso, bensì come "sintomi".
Personalmente ho un curriculum molto simile a quello che tu hai descritto, questo non mi esime da uno studio matto e disperatissimo e non credo mi dia vantaggi diretti rispetto agli altri.   
Io credo però che qualche esperienza lavorativa pre-concorso sia utile se non altro a crearsi un diversivo e/o farsi un'idea di cosa c'è oltre al concorso. Inoltre, lavorare serve. Le deadline lavorative non possono essere spostate avanti come spesso si fa da studenti, ogni giorno hai a che fare con qualcuno che valuta il tuo lavoro e impari a curare aspetti che non esistono nella vita da studente (prima di tutti la gestione del tempo).
Rispondi

Da: Untipoacaso23/02/2017 12:59:42
Assolutamente d'accordo con T. May (con la quale mi congratulo anche per la bella frase "if you're a citizen of the world, you are a citizen of nowhere).
Io non ho ancora iniziato a preparare sto concorso e non so manco se lo farò. Sono qui per "farmi un'idea". Una mia prima impressione, probabilmente infondata, è che il concorso, per quanto appari nozionistico e pedante in realtà non lo è. O meglio, può non esserlo. Credo che la scelta di un programma così ampio e interdisciplinare, nonché la valutazione delle conoscenze tramite tema scritto mirino innanzitutto a verificare due competenze fondamentali. La prima è l'elasticità mentale, la capacità di affrontare tematiche diverse, di sviluppare un senso critico che permetta la stesura di analisi approfondite, concise e fondate anche su temi che non si padroneggiano perfettamente (ritengo impossibile avere una conoscenza approfondita del 100% del programma, per lo meno avendo una vita da vivere). L'altra, altrettanto importante, è l'abilità di comunicare, in modo ordinato e chiaro, un pensiero articolato. E credetemi, dopo un anno di lavoro, mi sono reso conto che non né facile né banale.
Per raggiungere questi obiettivi si può procedere in modo meccanico, tramite lo studio (in questo caso veramente matto e disperatissimo) del programma, non solo dal punto dei vista dei contenuti ma anche della forma. Si possono imparare a memoria analisi di fini opinionisti e intellettuali, oppure memorizzare date, eventi, nomi che forniscono solidità all'analisi personale. Vi è poi un metodo intuitivo, che come tutte le intuizioni, permette di "risparmiare tempo". Il problema è che, mentre il metodo meccanico lo si può apprendere step by step, quello intuitivo è quasi insito e dipende appunto dai percorso professionale e personale del candidato.
Rispondi

Da: Untipoacaso23/02/2017 13:00:06
Assolutamente d'accordo con T. May (con la quale mi congratulo anche per la bella frase "if you're a citizen of the world, you are a citizen of nowhere).
Io non ho ancora iniziato a preparare sto concorso e non so manco se lo farò. Sono qui per "farmi un'idea". Una mia prima impressione, probabilmente infondata, è che il concorso, per quanto appari nozionistico e pedante in realtà non lo è. O meglio, può non esserlo. Credo che la scelta di un programma così ampio e interdisciplinare, nonché la valutazione delle conoscenze tramite tema scritto mirino innanzitutto a verificare due competenze fondamentali. La prima è l'elasticità mentale, la capacità di affrontare tematiche diverse, di sviluppare un senso critico che permetta la stesura di analisi approfondite, concise e fondate anche su temi che non si padroneggiano perfettamente (ritengo impossibile avere una conoscenza approfondita del 100% del programma, per lo meno avendo una vita da vivere). L'altra, altrettanto importante, è l'abilità di comunicare, in modo ordinato e chiaro, un pensiero articolato. E credetemi, dopo un anno di lavoro, mi sono reso conto che non né facile né banale.
Per raggiungere questi obiettivi si può procedere in modo meccanico, tramite lo studio (in questo caso veramente matto e disperatissimo) del programma, non solo dal punto dei vista dei contenuti ma anche della forma. Si possono imparare a memoria analisi di fini opinionisti e intellettuali, oppure memorizzare date, eventi, nomi che forniscono solidità all'analisi personale. Vi è poi un metodo intuitivo, che come tutte le intuizioni, permette di "risparmiare tempo". Il problema è che, mentre il metodo meccanico lo si può apprendere step by step, quello intuitivo è quasi insito e dipende appunto dai percorso professionale e personale del candidato.
Rispondi

Da: Mah23/02/2017 13:06:44
Sono tutte stupidagini quelle che dite così come i possibili pregiudizi della commissione sui curricula.I motivi ve li elencherò in modo chiaro e coinciso in questo post
1)I compiti sono anonimi.Significa che potete essere anche dio ma loro non lo sapranno e valuteranno lo scritto
2)Nella domanda si chiede:Università data di conseguimento e voto(il voto non attribuisce punteggio quindi il motivo per cui viene richiesto non saprei dirvelo)
3)Ciò che valutano sono i titoli richiesti dal bando (master in materie internazionali, erasmus non potete manco inserirlo nella domanda, esperienze in ambasciate et similia)
4)Non potete mettere le certificazioni di inglese si richiede  solo in che lingua ( inglese possedete e altra lingua)

Quindi onestamente vi state facendo mille paranoie.Il concorso si vince studiando se studiare bene lo passate.I curriculum non servono a nulla se siete andati in Cina Cile o quant'altro.I titoli che servono per ulteriore punteggio sono specificati nel bando.
Vi parlo di una ragazza che conosco che aveva tipo 92 come voto di laurea ed è arrivata all'orale e se non erro l'ha passato.
Quindi dite cavolate con il fine di disincentivare la gente a partecipare.

Rispondi

Da: Torniamo Seri23/02/2017 13:39:44
"Vi parlo di una ragazza che conosco che aveva tipo 92 come voto di laurea ed è arrivata all'orale e se non erro l'ha passato" is the new "un mio cugino mi ha detto che..". Ma smettila a cazzaro!

Tornando seri, un ottimo curriculum accademico con tanto di esperienze all'estero non verrà valutato tra i titoli, ma basta leggere le prime 4 righe di un tema per capire lo spessore di un candidato. E, mi dispiace dovervi riportare alla realtà, ma se all'università studiavi dalle dispense e copiavi i quiz a risposta multipla dal compagno di banco, questo concorso non fa per te. E quando fallirai, non servirà a nulla dire "ao sto concorso è na farsa vincono solo i fiji de li ambasciatori". Magari sta scusa può funziona' ca fidanzatina, co tu madre..
Rispondi

Da: X torniamo seri 23/02/2017 13:46:46
Cazzado lo dici a tua sorella.Tanto con questa maleducazione non andrai da nessuna parte, ti conviene ritirarti il prima possibile onde evitare una brutta sconfitta.
La ragazzi di cui parlo vi è e sta sul forum.Basta che cerchi su google mininterno e la trovi.
Comunque lo spessore del curriculum non capisco come venga presa in considerazione visto che i compiti sono anonimi e che non puoi inviare al ministero il tuo curriculum in quanto il sito non da la possibilità.
Pensatela come volete, allora diciamo già che ci siamo che coloro che hanno 30 anni è inutile partecipare perché prediligono i giovani.
Cioè vi fate di brutto.Io penso a studiare bene soprattutto sono consapevole che il mio bel 110 e lode non mi permetterà di vincere il concorso in quanto ciò che valuteranno è lo scritto è la preselettiva.
Allora possiamo dire addirittura che chi fa bene la preselettiva ha un vantaggio perché si ha dimostrato il proprio valore.
Fate ragionamenti assurdi...
Rispondi

Da: Finalmente qualcun23/02/2017 13:48:52
Finalmente qualcuno che dice la verità.

L'80% di quelli che si presentano alle preselettive lo fanno perchè "bello fare il diplomatico", oppure "ma sai quanti soldi guadagna un ambasciatore?" o ancora "con la laurea in scienze politiche non si trova lavoro", "tanto non si paga", "che ne sai una botta di culo", etc.

Mi dispiace che nessuno intorno a voi (famiglia, amici, fidanzati, professori) sia stato sincero dicendovi: "Non fa per te, non perdere tempo". Basterebbe essere sinceri il più delle volte per non condannare una persona al fallimento e alla frustrazione. Hai ragione a dire che "sta scusa po regge ca mamma, ca fidanzata". C'è gente che studia per anni in prospettiva di questo concorso e non ci riesce, che speranze avete voi che gli esami li avete passati con la domandina a piacere.. Dai, non ci pensate, tanto tentar non nuoce, è ve'?
Rispondi

Da: @Cazzaro23/02/2017 13:58:19
La tua risposta è la migliore conferma alla mia tesi. Sei così ottuso (meglio narrow-minded, che fa più figo) da non riuscire a capire nemmeno dinanzi all'evidenza. Il 110 non fa punteggio, ma il percorso per arrivare a quel 110 lo ritrovi nei compiti scritti. L'esperienza fatta in Sudan non è tra i titoli valutabili, ma l'expertise acquisita la ritrovi nel tema in lingua. Il papà ambasciatore non serve per fare la telefonata al commissario (speriamo, ndt) ma il milieu in cui è cresciuto gli ha dato delle skills che non ritrovi sull'Albrecht-Carriè.

Purtroppo questo concorso non si prepara in tre mesi o tre anni. Si può dire che la preparazione parte dall'asilo. L'utilizzo di una forma verbale, il vocabolario, le lingue, le esperienze, lo studio, i libri letti, praticamente una vita intera in prospettiva.

Capisco che è dura da accettare. Continua pure ad illuderti con le storiella che il curriculum non lo valutano.
Rispondi

Da: @Finalmente qualcun23/02/2017 14:03:31
e non posso darti torto, del resto chi se l'è vista facile all'università non è detto che possa vedersela semplice anche al concorso. io mi sono laureato il 2014 ed il 2015 in poi ho assistito ad un aumento vertiginoso di laureati in corso ed una riduzione ei fuoricorso, non faccio tutta di l'erba un fascio ma molti, appena sfornati dalle università, sono quasi tutti take it easy. La realtà non è questa e lo si vedrà già ai quiz. Forse quest'anno manca anche l'ausilio delle scuole che comunque prima di iniziare un percorso con il discente, gli spiegano le difficoltà del concorso diplomatico. Se l'anno scorso la maggioranza degli iscritti erano persone che attendevano da due anni il bando, quest'anno senza dubbio aumenterà il numero di gente che verrà a farsi un passeggiata per tentare un concorso che non conoscono. Già l'anno scorso alle prove mi è toccato vedere gente che veniva a concorrere con la tuta sportiva, manco se stessero scaricando al mercato, chissà se ai loro esami universitari si presentavano davanti al prof. con la tuta da squadra calcistica. Il mondo si è trasformato in peggio...
Rispondi

Da: Untipoacaso23/02/2017 14:32:19
Non cogliere la differenza tra "sintomo" e "fattore" denota quella mancanza di senso analitico e critico che prima denunciavo. Avere un cv ricco denota, da un lato, una certa intraprendenza, una certa eccezionalità, un dinamismo che conferma che i vincitori del concorso non sono solo studenti zelanti. Dall'altro lato ti arricchisce di soft skills che tornano sempre utili. Per ultimo, fare esperienze, più o meno prestigiose (es: MAECI-CRUI), bisogna superare delle selezioni, il che conferma ancora una volta l'eccezionalità dei profili vincenti.
Che sia chiaro, nessuna di queste esperienza aumenta il tuo punteggio, ma non per questo è completamente inutile.
Non è solo lo studio che conta. E meno male. Altrimenti avremmo una schiera di neo-diplomatici secchioni zelanti segaioli...
Rispondi

Da: T May23/02/2017 14:47:05
Il fatto che in tanti usino la formula " il CV non fa punteggio" per sostenere che le esperienze di vita ( lavorative, accademiche e anche umane) non influiscano sul risultato ( risultato è cosa differente da punteggio) è molto indicativo. È davvero la raffigurazione plastica dell'ottusità burocratico-sindacale di chi non sa andare oltre le regolette e le considerazioni notarili.
Purtroppo anche persone così lo passano sto concorso. Ma per fortuna sono la minoranza
Rispondi

Da: Io 23/02/2017 14:51:07
Un concorso lo supero studiando non grazie al mio background.I commissari avranno solo un foglio con un compito scritto e daranno un voto in base all'elaborato.Poi se dite curriculum e quant altro si considerano sono opinioni meramente personali.
Ognuno ha le proprie idee.Un mio amico ha passato magistratura studiando non facendo pubblicazioni o cose per arricchire il curriculum ma stando a casa a studiare
Rispondi

Da: B223/02/2017 14:52:15
Nessuno ha mai detto che le esperienze curriculari fanno punteggio. La domanda era: possono essere utili ai fini della preparazione? Possono arricchire le proprie conoscenze aumentando le chances di vittoria.
Leggiamo bene i post prima di dare risposte sconclusionate :)
Rispondi

Da: Untipoacaso23/02/2017 14:55:42
Il tuo background e il tuo studio si intrecciano in una sintesi fluida dalla quale dipende il risultato del concorso, testina. Non è il concorso per assistente contabile al comune di Pordenone. Ma qui davvero mancano gli elementi essenziali della logica, della dialettica e, dai pochi commenti che ho letto, anche della prosa.
Rispondi

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