Da: Anna roma	12/12/2009 20:12:40
CIao compagni di sventura....ecco lee tracce propoate su altalx Traccia Tizio cittadino extracomunitario viene assolto dal Tribunale di Bergamo, con sentenza del 13 febbraio 2007, assolveva lâ��imputato F.S. perché il fatto non costituiva reato ex art. 14, comma 5 ter, D.Lgs. 286/98 per mancanza dellâ��elemento soggettivo del reato, atteso che lâ��imputato stesso era in attesa dei documenti necessari per il matrimonio, poi effettivamente avvenuto il 5 febbraio 2007. Ricorre per Cassazione il Procuratore generale della Repubblica presso la Corte d'appello di Brescia per violazione ed erronea applicazione della legge penale, perché l'esimente speciale opererebbe soltanto in presenza di una condizione di concreta inesigibilità non ravvisabile nel caso di specie. La soluzione proposta Negli ultimi decenni, infatti, lâ��Italia da paese tradizionalmente di emigranti si è trasformata in paese di immigrati con la conseguente necessità avvertita dal legislatore di approntare misure idonee per far fronte a tale fenomeno. La disciplina de qua si pone come obiettivo la regolazione dei flussi migratori e la rimozione di situazioni di illiceità e di pericolo originate dalla presenza dello straniero clandestino nel territorio dello Stato. In particolare il riferimento è ai c.d. migranti economici, non potendo tale disciplina essere applicata agli stranieri richiedenti diritto dâ��asilo o ai rifugiati. Per questi ultimi, infatti, il pericolo di persecuzioni per motivi di razza, lingua, religione, opinioni politiche esclude la possibilità di emettere nei loro confronti provvedimenti di espulsione o respingimento alla frontiera. Nella fattispecie in analisi viene in rilievo lâ��art. 14, comma 5 ter, D.Lgs. 286/98 ai sensi del quale, se lo straniero, in seguito allâ��ordine del Questore di lasciare il territorio entro cinque giorni, si intrattiene nel territorio dello Stato senza giustificato motivo, è soggetto a reclusione da uno a quattro anni. La formula â��senza giustificato motivoâ��, come affermato dalla Corte Costituzionale, è utilizzata dal legislatore nelle ipotesi in cui non è possibile individuare ab origine tutte le situazioni idonee a giustificare lâ��inosservanza del precetto penale. La formula de qua, come altre ad essa equivalente, id est â��senza giusta causaâ��, â��senza giusto motivoâ��, costituisce una valvola di sicurezza del sistema repressivo finalizzata ad evitare lâ��applicazione della sanzione penale in caso di situazioni ostative oggettive o soggettive ovvero quando è necessario tutelare interessi di rango pari o superiore a quelli protetti dalla norma incriminatrice. La Corte Costituzionale, al riguardo, ha considerato situazioni di inesigibilità del precetto penale lâ��assoluta impossidenza dello straniero, da non confondere col mero disagio economico, oppure il mancato rilascio da parte della competente autorità diplomatica o consolare dei documenti necessari pur sollecitamente e diligentemente richiesti. Sulla scia di tale orientamento si pone la Cassazione con la sentenza in esame, allorquando esclude che le nozze di uno straniero con la fidanzata italiana possano giustificare il mancato ritorno dellâ��immigrato nel suo paese dâ��origine, dopo lâ��ordine in tal senso del Questore. In altri termini, la inesigibilità del comportamento ha riguardo solo a situazioni ostative di particolare pregnanza, come quelle in precedenza indicate, da valutare caso per caso, che renda particolarmente difficoltoso o pericoloso lâ��adempimento dellâ��ordine impartito. In tali ipotesi non rientra lâ��attività burocratica necessaria per giungere a nozze, atteso che tale situazione non incide in alcun modo sulla possibilità di adempiere allâ��ordine del Questore e non comporta il rischio di essere perseguitati per motivi di sesso, lingua, razza, religione o opinioni politiche. Conclusione Le nozze non hanno "efficacia paralizzante" in quanto non rientrano nella nozione di giustificato motivo così come interpretata dall'illustrato quadro giurisprudenziale. Si veda: Corte di cassazione, sez. I penale, sentenza 12 febbraio 2008, n. 6605. Traccia Tizio cittadino extracomunitario viene assolto dal Tribunale di Bergamo, con sentenza del 13 febbraio 2007, assolveva lâ��imputato F.S. perché il fatto non costituiva reato ex art. 14, comma 5 ter, D.Lgs. 286/98 per mancanza dellâ��elemento soggettivo del reato, atteso che lâ��imputato stesso era in attesa dei documenti necessari per il matrimonio, poi effettivamente avvenuto il 5 febbraio 2007. Ricorre per Cassazione il Procuratore generale della Repubblica presso la Corte d'appello di Brescia per violazione ed erronea applicazione della legge penale, perché l'esimente speciale opererebbe soltanto in presenza di una condizione di concreta inesigibilità non ravvisabile nel caso di specie. La soluzione proposta Negli ultimi decenni, infatti, lâ��Italia da paese tradizionalmente di emigranti si è trasformata in paese di immigrati con la conseguente necessità avvertita dal legislatore di approntare misure idonee per far fronte a tale fenomeno. La disciplina de qua si pone come obiettivo la regolazione dei flussi migratori e la rimozione di situazioni di illiceità e di pericolo originate dalla presenza dello straniero clandestino nel territorio dello Stato. In particolare il riferimento è ai c.d. migranti economici, non potendo tale disciplina essere applicata agli stranieri richiedenti diritto dâ��asilo o ai rifugiati. Per questi ultimi, infatti, il pericolo di persecuzioni per motivi di razza, lingua, religione, opinioni politiche esclude la possibilità di emettere nei loro confronti provvedimenti di espulsione o respingimento alla frontiera. Nella fattispecie in analisi viene in rilievo lâ��art. 14, comma 5 ter, D.Lgs. 286/98 ai sensi del quale, se lo straniero, in seguito allâ��ordine del Questore di lasciare il territorio entro cinque giorni, si intrattiene nel territorio dello Stato senza giustificato motivo, è soggetto a reclusione da uno a quattro anni. La formula â��senza giustificato motivoâ��, come affermato dalla Corte Costituzionale, è utilizzata dal legislatore nelle ipotesi in cui non è possibile individuare ab origine tutte le situazioni idonee a giustificare lâ��inosservanza del precetto penale. La formula de qua, come altre ad essa equivalente, id est â��senza giusta causaâ��, â��senza giusto motivoâ��, costituisce una valvola di sicurezza del sistema repressivo finalizzata ad evitare lâ��applicazione della sanzione penale in caso di situazioni ostative oggettive o soggettive ovvero quando è necessario tutelare interessi di rango pari o superiore a quelli protetti dalla norma incriminatrice. La Corte Costituzionale, al riguardo, ha considerato situazioni di inesigibilità del precetto penale lâ��assoluta impossidenza dello straniero, da non confondere col mero disagio economico, oppure il mancato rilascio da parte della competente autorità diplomatica o consolare dei documenti necessari pur sollecitamente e diligentemente richiesti. Sulla scia di tale orientamento si pone la Cassazione con la sentenza in esame, allorquando esclude che le nozze di uno straniero con la fidanzata italiana possano giustificare il mancato ritorno dellâ��immigrato nel suo paese dâ��origine, dopo lâ��ordine in tal senso del Questore. In altri termini, la inesigibilità del comportamento ha riguardo solo a situazioni ostative di particolare pregnanza, come quelle in precedenza indicate, da valutare caso per caso, che renda particolarmente difficoltoso o pericoloso lâ��adempimento dellâ��ordine impartito. In tali ipotesi non rientra lâ��attività burocratica necessaria per giungere a nozze, atteso che tale situazione non incide in alcun modo sulla possibilità di adempiere allâ��ordine del Questore e non comporta il rischio di essere perseguitati per motivi di sesso, lingua, razza, religione o opinioni politiche. Conclusione Le nozze non hanno "efficacia paralizzante" in quanto non rientrano nella nozione di giustificato motivo così come interpretata dall'illustrato quadro giurisprudenziale. Si veda: Corte di cassazione, sez. I penale, sentenza 12 febbraio 2008, n. 6605.