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SNA (ex SSPA) - VII corso-concorso
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Da: Se se04/03/2018 16:42:19
Caro Loris1, si può fare anche di peggio.
Nei governi Berlusconi dopo il 2000, intrisi com'erano di odio e disprezzo per lo Stato e i dipendenti pubblici (il cui climax si è avuto con i decreti Brunetta, per chi ha memoria), non uscivano concorsi nelle amministrazioni centrali PER ANNI INTERI.
Restavano soltanto concorsi nelle forze dell'ordine, qualcosa nelle forze armate, e magistratura (ma solo perché, per quest'ultima, era inevitabile, e anche qui con notevoli ritardi).
Nei prossimi con governi che sfortunatamente saranno pro UE, siano essi di destra, di centro o penta stellati (la sinistra non la nomino neanche perchè non esiste più essendosi auto-rottamata), sotto I rigidi vincoli europei del fiscal compact, che ci imporranno di abbattere il debito a velocità draconiane, non ci saranno proprio più concorsi.
E bisognerà capire cosa resterà dello Stato, quanto riusciranno a smantellarlo in favore del moloch UE.
Una volta distrutto questo ente intermedio, ultima possibile barriera contro l'orda vandalica neo-liberista, di cui la non rappresentativa UE è perfetto cavallo di Troia, potremo finalmente essere competitivi con mercato, e soprattutto COI LAVORATORI cinesi, perchè dei diritti economici e sociali delle generazioni che ci hanno preceduto non resterà nulla.
La cosa triste è che queste elezioni di oggi avrebbero potuto servire agli Italiani per dare un solenne schiaffo a questi affamatori internazionali che giocano sulla vita delle persone con la stessa facilità con cui pigiano tasti per disinvestire sulle loro blue-chips, a fini speculativi.
Ma nessun partito o coalizione ha questa netta impronta anti UE e anti Euro, che sarebbe stata necessaria, se non partiti marginali come i comunisti di Rizzo, o Casapound,
Anzi, abbiamo un partito ampiamente finanziato da uno di questi affamatori internazionali, che non aveva nemmeno le firme necessarie per presentarsi, ma che è riuscito ciononostante a fare un'opulenta e lussuosa campagna elettorale, riempiendosi la bocca di Europa.
Il non aver saputo osare, da parte degli Italiani, di fronte allo schifo di tutti questi anni, il non essere stati in grado, dopo tante umiliazioni, di dare uno scatto di reni, come hanno fatto gli accorti inglesi, prima che la sciancata nave UE affondi, sarà oggetto di recriminazioni di molti in futuro, e oggetto di vergogna per tutti noi.

Da: X ...se se 04/03/2018 17:03:25
Chi parla di uscita dall' UE non ha la minima idea delle conseguenze economiche  che l'Italia potrebbe subire. Le regole sono state modificate nel corso degli anni e necessitano di ulteriori modifiche ma l'uscita sarebbe deleteria per il nostro Paese. inoltre un governo non deve assumere in pa un numero di persone superiore al dovuto ma deve puntare sulla crescita dell'economia e il rilancio dell'occupazione nel settore privato.

Da: ...04/03/2018 17:03:55

Da: ...04/03/2018 17:04:41
MA basta parliamo del concorso

Da: Se se04/03/2018 17:22:16
Ma smettiamola di dire cavolate!
Dopo decenni in cui siamo stati sotto il tacco di questa UE, che ha consentito delocalizzazioni selvagge, mancata tutela delle nostre produzioni più tipiche (la storia dei formaggi è nota, per esempio), una svalutazione salariale per consentire una maggiore competitività nei mercati internazionali a discapito della domanda interna, con conseguenti precarizzazione del lavoro e riduzioni delle medie stipendiali,non potendo più avvalerci del meccanismo del cambio, avendo perso il controllo della politica monetaria, visto crescere il debito pubblico, grazie al divorzio tesoro-Bankitalia, necessario all'imgresso nella moneta unica, ancora c'è qualcuno che crede di far terrorismo psicologico sui presunti rischi di un'uscita da UE e euro??
Cioè, per la paura ipocondriaca di quello che accadrebbe (il Regno Unito ha un'economia In crescita più dell'italia, al momento, nonostante i soliti  gufi europeisti gliela tirassero) dobbiamo ancora continuare a subire le REALI e già EVIDENTI devastazioni accadute in questi decenni??
A qualcuno davvero piace che l'agonia continui?
Persino il Capo Ufficio Studi della Consob ha pubblicato da poco un libro per contestare questi fomentatori di infondate paure, per dire che dall'euro (e quindi anche dall'UE) si può uscire, e anche bene.
Documentiamoci, per favore, prima di riproporre le solite mene da telegiornale di regime.
L'aria sta cambiando.
Finalmente si comincia a discutere apertamente di quello che prima era solo argomento tabù.
Purtroppo gli Italiani non sono audaci come gli Inglesi, e quindi a questa tornata il sistema avrà vinto ancora una volta.
Ma la prossima volta - se ci sarà ancora consentito di votare per un parlamento nazionale- dopo gli ulteriori sfaceli che queste politiche UE comporteranno, sarà veramente incredibile se non si verificherà un'ultima reazione, prima che il boia finasca il suo compito.

Da: X .....se se 04/03/2018 17:35:20
Come fai a paragonare Italia e Inghilterra??? Dimentichi che l'Inghilterra ha conservato dall'inizio la sua moneta noi no!!!! Parliamo con cognizione di causa. L'economia italiana non e' cosi' forte da poter abbandonare l'U.E e correre da sola. Le regole vanno corrette ma non facciamo polulismo senza sapere le conseguenze economiche.

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Da: Se se04/03/2018 17:59:54
Ma ti ha già risposto il Capo uffici studi della Consob.
Uscire dall'euro si può, e senza stragi.
Dopo di che, uscire dall'UE, che è il meccanismo ideologico creato per distruggere il nostro welfare, non è che un passaggio logico consequenziale, applicando l'art. 50 dei Trattati.
Cosa che diventerà semmai alquanto conveniente, considerando che, dopo l'uscita del Regno Unito, l'ammanco nelle casse di Bruxelles è tale da costringere, per coprire l'ammanco, a nuovi ingenti salassi i paesi contributori netti (cioè quelli che danno all'UE più di quello che ricevono) per, fra cui notoriamente figura, fra gli altri, anche il nostro Paese.
Senza considerare l'imminente Guerra doganale con gli USA, al solo fine di difendere l'acciaio tedesco.
Se questa UE avesse portato benessere all'Italia, si potrebbe persino parlare di un investimento.
Ma dato che questa UE ci ha solo impoverito, facendo arricchire (oltre alla Germania) i paesi dell'Est,anche grazie ai nostri contributi, direi che sarebbe proprio il momento di cambiare aria.
Se lo paghi la Germania il suo bel giocattolino mercantilista!

Da: Il 5 marzo .04/03/2018 18:03:37
Finiti i concorsi
Liberismo libertà E se ci sono le condizioni  fuori  dalla ue

Da: dirigenteIVcc04/03/2018 18:30:23
x Se Se: studia un po' prima di sparare sentenze fiume (specie se vuoi approcciarti al corso concorso sna).

Il divorzio Banca d'Italia - Governo dell'81 è stata una delle prime ancore di salvezza del nostro Paese, dal momento che ha interrotto il ben noto meccenismo dell'acquirente di ultima istanza dei titoli del debito rimasti invenduti sul mercato, che alimentava una inflazione costante e senza controllo. (Roba che si studia su qualunque manuale basico di macroeconomia).

Politica monetaria: E' passata alla BCE dopo l'entrata nell'Euro, ma cosa ci vuoi fare con la politica monetaria? sai a cosa serve? La svalutazione competitiva della lira ci aveva trasformato in una Repubblica delle Banane. PErchè? bene, studia il salario reale e scoprirai che svalutare la propria moneta senza limiti ti rende sì più competitivo nell'export ma dimezza il potere di acquisto dei lavoratori che sono pagati in quella moneta, rendendoli ancora più poveri. L'ITalia ad inizi anni 90, quando era sull'orlo del baratro, stile Argentina, aveva già svalutato l'impossibile, (ti dice nulla l'uscita dallo sme dell'Italia nel 92 dopo una svalutazione mostruosa della lira?))

Delocalizzazione: cosa c'entra l'UE? Un imprenditore già prima del mercato unico poteva decidere di sloggiare e andarsene ad aprire il suo bel capannone in Serbia o Romania, giusto per dirne un paio.

PS. Ricordo agli aspiranti dirigenti sna che politica economica è materia d'esame (grazie a dio)

Da: xxx04/03/2018 20:21:35
e management su che testo? Per favore, ragazzi, rispondetemi.

Da: Dirigente Vcc04/03/2018 20:27:41
Caro collega, permettimi di dirmi che, prima di tacitare gli altri, faresti bene a documentarti.
Al V corso concorso nel 2012 abbiamo studiato proprio le problematiche del debito pubblico, anche a causa della firma, in quel momento storico,  del trattato sulla governance Europea.
Spero anche nel IV.

Punto primo: Il divorzio Banca d'Italia- Governo del 1981, finalizzato al processo di unificazione monetaria Europea, ha messo il debito pubblico italiano nelle mani degli investitori  privati, non potendo la Banca centrale più acquistare I titoli del debito rimasti invenduti, creando così I presupposti necessari per cui i mercati finanziari internationali possano, adesso, neanche velatamente ricattarci regolarmente ad ogni tornata elettorale, con il famoso spread rispetto ai titoli dei paesi con economie più forti e debito più basso.
Prima di tale accordo, l'idea stessa che uno Stato potesse fallire era inconcepibile. Adesso invece sì.
Una delle mosse più disastrose per l'economia italiana, che infatti, fino agli anni 80, ha continuato a crescere impetuosamente per poi entrare in una fase di prolungato stallo.
L'iperinflazione, poi, non è una conseguenza di per sè necessaria della separazione o no fra Banca centrale e Tesoro, quanto l'effetto di cattive policy di fine tuning.
A testimonianza di ciò, l'Italia, in decenni di mancata separazione fra Banca e Tesoro non ha MAI raggiunto livelli di iper-inflazione!
E l'inflazione a due cifre dell'epoca era più dovuto allo shock esterno petrolifero che a una cattiva gestione della politica monetaria.
Studiosi di politica economica keynesiana non faticano a riconoscere questo.
Non voglio citare Bagnai, per evitare di buttarla in politica, ma ci sono fior di cattedratici a sostenere che fu una scelta tragica.
Come anche quella di entrare nell'eurozona, che NON è una Area Valutaria Ottimale, nè è stato fatto nulla finora perchè lo diventasse, con tutte le conseguenze negative che possiamo ora notare: politiche di svalutazioni salariale in assenza di trasferimenti interni dai Paesi più ricchi a quelli più poveri (veto tedesco).

Punto secondo: la svalutazione competitiva è fatta da tutti i paesi del mondo, al fine di riallineare gli squilibri della bilancia commerciale.
È una delle leve fondamentali di stabilizzazione dell'economia, di cui ci siamo privati per seguire lo sciagurato progetto di moneta unica, nonostante economisti rinomati, come Krugman, avessero avvertito delle possibili conseguenze negative.
Altro che Repubblica delle Banane! In quell'epoca il tasso reale di crescita del Paese teneva il passo con quello del l'inflazione, ed è per questo che quella tassa sull'inflazione che è l'inflazione non ha avuto conseguenza alcuna sul potere di acquisto degli Italiani.
Che è cresciuto parallelamente fino a quello delle maggiori economie europee, salvo declinare subito dopo il 1999, data dell'introduzione dell'euro.
E, d'altra parte, anche senza conoscere minimamente la politica economica, è fatto risaputo che gli anni '80 sono stati età dell'ottimismo, anni in cui l'Italia è stata la 4a o 5a potenza economica mondiale.
Piuttosto è stata proprio l'appartenenza allo SME, ancora una volta finalizzata al ravvicinamento delle politiche monetarie per raggiungere l'unificaizione, a essere stata un'insensatezza, dati i differenti modelli di sviluppo economico degli Stati partecipanti.
Ci si era posto dei vincoli assurdi, ancora una volta in nome di un fanatismo ideologico, costringendo poi la nostra Banca Centrale a dar fondo alle proprie riserve per mantenere la parità di cambio, facendo oltretutto sin d'allora enormi regali  ai grandi speculatori finanziari (un nome a caso... Soros!)

Punto terzo: cosa c'entra l'Europa con le delocalizzazioni? Non so se nel IV cc si studiasse diritto dell'UE, ma anche a una lettura superficiale di un manuale in materia, la libera circolazione delle merci, dei servizi e dei capitali è proprio uno dei suoi pilastri fondamentali.
Questi principi, che consentono a chi fa impresa di spostarla facilmente dove i costi sono più bassi,  uniti al divieto di aiuti di stato imposti dall'UE, fa sì che Paesi con costo del lavoro più basso, quali quelli dell'Est.  possano impunemente praticare forme di dumping salariale, distruggendo il nostro tessuto economico-industriale, che ivi emigra.
Se poi si considera che questi Paesi sono anche percettori netti di contributi europei tramite la politica dei fondi strutturali (prendono cioè più soldi di quelli che danno) , mentre l'Italia è contributore netto (dà piû di quel  he riceve) si capisce totalmente la misura in cui restare in questo modello di Unione Europea significhi essere cornuti e mazziati, per così dire, essendosi persi significativamente gran parte di quei vantaggi che l'Italia ebbe ad avere nei primi decenni di appartenenza alla CEE.

Ricordo anch'io agli aspiranti dirigenti l'importanza della politica economica, ed è bene che anche i colleghi ogni tanto si aggiornino, possibilmente senza limitarsi ai compendi usati all'epoca per preparare il concorso.




Da: ma..04/03/2018 20:43:52
..terminato il concorso-corso SNA è previsto l'accesso diretto al ruolo di dirigente o solo dopo un periodo come funzionari (come inizialmente contenuto nella proposta di d.lgs. sulla dirigenza pubblica)?

Da: x ma 04/03/2018 21:54:53
non è dato sapere.
Per questo che il bando imminente/immanente tarda a uscire.

Da: X  ma 04/03/2018 22:16:38
La riforma madia sulla dirigenza non e' stata completata, non e' cambiato nulla rispetto al passato in merito alla nomina dopo il superamento del corso concorso

Da: Il 5 marzo .04/03/2018 22:25:28
Cambierà tutto

Da: Gustav 04/03/2018 23:54:10
Sarebbe meglio concentrarsi sul nostro piccolo concorso. Sproloquiare di cose di cui non si ha la minima contezza mi sembra inutile e dannoso

Da: dirigenteIVcc05/03/2018 00:10:55
Caro Dirigente Vcc

ho letto con molto interesse il tuo intervento. Tuttavia non posso esimermi dal rilevare che alcune tue osservazioni appaiono piuttosto politically-oriented oltre che lacunose in alcuni punti e tecnicamente errate in altri.

Punto uno:
dici che il Divorzio BI - Governo ha messo il debito pubblico italiano in mano agli investitori privati.

La Tua affermazione è purtroppo errata.
I Titoli di stato sono stati da sempre collocati sul mercato degli investitori privati, d'altronde la logica del Divorzio era quella di evitare l'acquisto "di ultima istanza" da parte della B.I. Mi risulta che l'acquisto di ultima istanza consista nell'obbligo di acquisto da parte della B.I. dei Titoli rimasti invenduti alle aste di collocamento del Tesoro, dunque solo quei titoli non già acquistati in prima istanza da parte di investitori privati istituzionali.. traine le dovute considerazioni.

Ma pure a voler prendere, solo per un attimo, per buona la tua affermazione, mi sorgerebbe una domanda alla quale mi piacerebbe che tu rispondessi:
Oggi i Titoli sono collocati sul mercato e acquistati da investitori privati sulla base del tasso di interesse praticato e del prezzo di collocamento.
Qual è dunque la Tua "ricetta"? Eliminiamo il mercato e costringiamo di nuovo B.I. (ipotizzando per un attimo che possa farlo) a comprarsi i titoli del debito stampando moneta a go-go?? 
Si certo, si può fare, vediamo però gli effetti:
- Stampa di moneta collegata all'acquisto forzoso di titolli = aumento rapido dell'inflazione e impossibilità di controllarla con sole mosse di politica monetaria.
- Collocamento di titoli senza un equilibrio dettato dal mercato= aumento incontrollato del debito pubblico.

Vengo quindi al dunque: Hai detto che gli anni 80 sono stati gli anni dell'ottimismo...alla faccia!
dato che sarai informatissimo delle serie storiche del debito pubblico in Italia quantomeno dal 70 ad oggi, mi sorprende che ti sei (volutamente?) dimenticato di un piccolo dettaglio che si chiama debito pubblico. Per comodità ti riporto qualche serie storica:
- 1970 debito/pil = 40%
- 1980 debito/pil = 58%
- 1990 debito/pil = 94,8%
- 1993 debito/pil = 115%

Se ti tracci un grafico, e sarai certamente bravissimo a farlo, noterai una strana impennata del debito negli anni ruggenti durante i quali sostieni che tutto andava a gonfie vele (specie anni 80 e 90).
I dati tuttavia mostrano che in poco più di 20 anni il debito pubblico italiano da meno del 50% del PIL è passato a "doppiarlo" andando al 115% e costringendo lo Stato a vincolare una grossa fetta delle entrate per onorare il pagamento periodico dell'interesse sui titoli del debito.
IL debito che oggi ci troviamo a dover gestire è figlio e frutto delle scellerate politiche, sia fiscali sia monetarie, esercitate proprio in quegli anni che hai sostanzialmente definito di gioiosa crescita e che purtroppo la nostra e le future generazioni dovranno trascinarsi dietro come palla al piede..
Inutile prendersela con i mercati finanziari (nessuno è disposto a pagare se il rischio non è adeguatamente remunerato - leggi tasso di interesse - leggi spread con bund e altri t-bond).

In merito alla svalutazione competitiva non mi pronuncio.. ognuno si faccia la sua idea. Il futuro ci pone sfide con giganti asiatici che della svalutazione competitiva si fanno una risata: per pareggiare i prezzi praticati in oriente su molte categorie di prodotti bisognerebbe svalutare ad un punto insostenibile. Dato che la svalutazione passa, ancora una volta, da inflazione maggiore.

Punto terzo:
Quello che volevo dire, e mi pareva fosse chiaro, è che il tema delle delocalizzazioni trascende la prospettiva regionale dell'UE: se ti informi bene scoprirai che la gran parte del manifatturiero è stato delocalizzato in Paesi che non sono neanche parte dell'Unione Europea, vedi ad es. in Europa non UE: Serbia, Albania, Montenegro e fuori dall'Europa: Cina, Taiwan, Vietnam, India etc.
Spero che il concetto ora sia più chiaro: eliminando le 4 libertà del mercato unico pensi di aver risolto il problema? L'imprenditore mentre tu pensi, ha già spostato la produzione in Asia e messo in mobilità 500 persone, diritto europeo o meno!

Concludo citandoti il "compendio" su cui studiai al tempo macroeconomia: l'ottimo Dornbusch-Fisher, che ti consiglio vivamente! oltre a qualche lettura di attualità che non guasta!

Saluti


Da: wqw05/03/2018 01:06:49
Non sapete consigliare un testo di management e volete fare i dirigenti!!!

Da: Hallo Spank 05/03/2018 02:17:18
Io credo che non ce lo vogliono consigliare!
Anche io avevo posto la stessa domanda...per qualche consiglio sincero.  Ma qui non sono tutti disponibili...ahimè..

Da: sds05/03/2018 06:39:47
Ma te lo vedi un dirigente a perder tempo su un forum di aspiranti dirigenti...è un fake sicuro.

Da: Dirigente V cc05/03/2018 10:19:59
caro collega, a me pare di essere stato chiaro, e  quando ho detto che  con la separazione Bdi - Tesoro "il debito pubblico italiano è stato rimesso nelle mani degli investitori privati internazionali" facevo proprio riferimento al fatto che se viene precluso l'acquisto di ultima istanza da parte della Banca Centrale, intendendosi con quest'ultimo- per usare pure le tue stesse parole- "l'obbligo di acquisto da parte della B.I. dei Titoli rimasti invenduti alle aste di collocamento del Tesoro, dunque solo quei titoli non già acquistati in prima istanza da parte di investitori privati istituzionali" , si lascia il mercato a determinare la misura di tali interessi, prestando il fianco - come già avvenuto in molte occasioni- a veri e propri ricatti.
Nessun errore quindi, solo una diversa valutazione delle "conclusioni" che tu vorresti farmi trarre.
A tal proposito è sconcertante che sembra tu faccia finta di non comprendere l'importante conseguenza di quest'operazione, che dal 1981 è stata preclusa a Bankitalia.
Prima, nessuna asta poteva rimanere con degli invenduti.
Questo faceva sì che gli interessi non potessero essere comandati dal mercato.
Dal 1981, invece, si è lasciato che il mercato lo decidesse, sulla scorta del loro percepito rischio Paese.
In questo senso, evidentemente, con espressione ellittica, ho inteso dire che 'i mercati possono ricattarci ad ogni tornata elettorale".
E lo possono fare con lo spauracchio di un tasso che è fondamentalmente rimesso alle scelte dei mercati, che lo usano, e l'hanno fatto, anche per costringere i Paesi che si sottomettono a questo assurdo principio (separazione Banca Centrale- Tesoro) a seguire certi desiderata in relazione a riforme strutturali, che non sono certo nell'interesse del Paese, ma quello appunto di grandi gruppi internazionali.
Riforme che hanno visto il progressivo smantellamento di importanti istituti di welfare state, non ultimo dei quali interventi in materia lavoristica, intesi a  ridurre i diritti dei lavoratori.
Sotto questo profilo, come si fa a non ammettere che la misura del debito pubblico è stata rimessa in questo modo agli investitori privati, via il tasso di interesse demandato al mercato?
Vedo che nella seconda parte della risposta, tuttavia, cogli le implicazioni di questa sciagurata scelta, e cerchi di ribaltarne la manifesta nocività paventando rischi di iper-inflazione, poi errando su un possibile ulteriore effetto (se la Banca Centrale, infatti, ha l'obbligo di comprare i titoli invenduti per definizione NON può esserci aumento incontrollato del debito pubblico, dato che il tasso non lo decide il mercato!! Questa è logica, collega, tertium non datur).
Ma questa è una fallacia logica, che avevo già confutato nel mio primo messaggio!
Tale  fallacia consiste, come avevo già detto, nella tua automatica conclusion secondo cui la separazione Bdi- Tesoro determinerebbe automaticamente spirali inflazionistiche incontrollate.
Non è vero!
Se fosse come dici te, nei decenni in cui la separazione Bdi- Tesoro non esisteva, avremmo dovuto già aver sperimentato iperinflazione stille Zimbabwe.
Ciò non è avvenuto perchè le istituzioni di politica fiscale e monetaria non lo hanno permesso, e non si capisce perchè dovrebbe accadere ora.
Quanto ai dati sull'evoluzione del debito pubblico, in rapporto al PIL, vieni addirittura contro te stesso, argomentando a favore della mia tesi.
Infatti, riguardiamo i dati insieme:

- 1970 debito/pil = 40%
- 1980 debito/pil = 58%
- 1990 debito/pil = 94,8%
- 1993 debito/pil = 115%

Fino al 1970 il rapporto viaggiava al 40%.
Nel 1980, nonostante fosse stata introdotta la riforma del Sistema Sanitario Nazionale, a copertura universalistica (assai onerosa), anche grazie alla crescita sostenuta di allora del nostro Paese, l'aumento del rapporto è aumentato di soli 18 punti percentuali.

Nel 1981 c'è la separazione Bdi- Tesoro, si lascia che siano i mercati a determinare il tasso con cui si onora il debito sovrano, e che succede?
Il rapporto schizza, praticamente raddoppiando in un decennio, e aumentando di 20 punti percentuali in soli 3 anni (1990-1993)!
Grazie, dunque, caro collega, per aver fornito i dati a supporto di quanto da me detto in termini puramente qualitativi.

Circa le risate che si farebbero i giganti asiatici, faccio notare che la politica mercantilista della Cina, che ha portato a invadere i mercati occidentali dei loro prodotti, è stata favorita anche da una gestione della politica monetaria da parte delle autorità cinesi ampiamente svalutativa del reminbin nei confronti del dollaro.
Cosa che non credo possa esserti sfuggita, da osservatore attento qual credo tu sia, dato che è stata all'origine di molte tensioni fra USA e Cina.
Se lo fa la Cina, perchè mai sarebbe folle che lo facesse l'Italia?
L'Italia non può farlo, a causa dell'euro, valuta forte non adatta ai nostri fondamentali, e allora cosa fa per avere avanzi commerciali?
Comprime salari e precarizza il mercato del lavoro.
E' questo il futuro che vuoi consegnare ai tuoi figli?
Io, personalmente, no.
E, visti i risultati delle recenti elezioni, comprensibilmente credo molti altri (la politica economica è politica, anzi politica a livello di massimo sistema, carissimo, far finta di ignorarlo non elude il problema).

Sul tuo punto terzo: è vero che la delocalizzazione è favorita da accordi internazionali come quelli sul WTO.
A questo aggiungiamo il danno dell'UE, che consente forme di dumping sociale e salariale anche fra Stati membri, a a condizioni assai più facili che fra Stati non appartenenti a questa UE.
Infatti, uno Stato, fuori dall'UE, potrà sempre aiutare la propria industria nei confronti di chi adotta simili politiche di dumping.
Noi, invece, contro gli altri Stati membri che attuano simili politiche, non possiamo fare nulla, perchè ce lo vietano i trattati!!
E allora capitano casi come quelli dell'Embraco, dove il Governo non può far nulla, se non piangere miseria a Bruxelles, come ha fatto Calenda, ben sapendo di non poter far nulla, perchè tali sono le regole che ci vincolano.

Quanto ai testi, credo che tu abbia veramente bisogno di un buon ripasso  su testi maggiormente aggiornati.
Il Dornbusch andava per la maggiore anni fa, ora soppiantato dal Blanchard (che ha un ottimo capitolo sulle politiche di stabilizzazione, e sul debito pubblico, pur non avendo, come saprai, un'impronta keynesiana) o dal Mankiw.
Un buon Acocella (vecchia scuola italiana keynesiana) credo ti sarebbe oltremodo utile.
Cordialità.

Da: X dirigente vcc 05/03/2018 13:07:03
Che testo consigli per microeconomia?

Da: Sasuke30  05/03/2018 13:07:05
Ma secondo voi alla luce di questi risultati elettorali, il bando uscirà lo stesso?

Da: Telefonata05/03/2018 13:50:32
Il bando uscirà il 16 marzo 2018.

Da: per gli economisti saccenti degli ultimi post:05/03/2018 17:19:11
andate a cacare

Da: Il bando è 05/03/2018 18:43:01
Imminente

Da: Il bando è 05/03/2018 18:43:16
Imminente

Da: Hallo Spank 05/03/2018 18:49:07
Ci sono genii e Einstein vari ..noto ..
È diventato una specie di tribuna politica del web..
E noi che volevamo solo un pò d consigli su come studiare...
C avete eliminato del tutto. .non sappiamo come comunicare..
Grazie per la prepotenza con la quale vi siete appropriati di spazi per l informazione.  
Tutto sfoggio di cultura ed erudizione..

Da: news.... 05/03/2018 20:16:52
bando?

Da: Hallo Spank 05/03/2018 20:34:59
Il 16 marzo dicunt

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