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Concorso dirigenti scolastici - Preparazione agli SCRITTI
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Da: no quiz no ds | 16/12/2011 22:39:35 |
queste prove mi hano distrutto pensavo di essermi liberata e invece ripenso a cio' che ho scritto come ho scrito e cosa altro avrei potuto aggiungere quanto durerà ancora questo stress? qualcuno della sicilia può dirmi come ha sviluppato il caso grazie | |
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Da: Form. | 16/12/2011 22:39:43 |
filippo, sei rimasto soddisfatto? | |
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Da: Blackout | 16/12/2011 22:40:13 |
Si è vero useranno entrambe le prove una per pulirsi davanti e l'altra per pulirsi il di dietro, su questo nn ho dubbi, anche perchè dato che la maggior parte ha scritto cavolate magari scopiazzate quale altro uso potrebbero farne? un rotolo infinito dunque... | |
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Da: Filippo IV Il Bello | 16/12/2011 22:40:52 |
Sì sono soddisfatto. Qualunque sarà l'esito: ho scritto due bei testi. Il secondo poi ha un bel "mordente": ho applicato il "Case Study" americano. | |
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Da: Form. | 16/12/2011 22:42:05 |
blackout, forse con quello che hai scritto tu se ne può fare lo stesso uso! | |
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Da: ehi | 16/12/2011 22:42:30 |
Italians do it better! Arianna, ma non capisci niente???? SI diceva (Buon Natale) che avrebbero corretto solo una prova e se fosse andata male non la seconda! Io ho ribattuto che non possono farlo perchè, per PARARSI IL CULO CONTRO GLI EVENTUALI RICORRENTI che potrebbero chIedere la visione delle prove (procedura amministrativa concorsuale..STUDIATELA!!) sono obbligati a valutarla comunque altrimenti sono in difetto di procedura! CAPISCI O NO? | |
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Da: Form. | 16/12/2011 22:44:07 |
il case study americano, anche io ne avevo scaricati alcuni in inglese. Erano interessanti e aprlavano anche delle competenze del dirigente. | |
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Da: Blackout | 16/12/2011 22:44:29 |
i miei avranno due 30/30 perchè li ho fatti col didietro | |
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Da: ehi | 16/12/2011 22:45:27 |
Arianna tutta panna, fai un ragionamento che non ha ne' capo ne' coda ! A parte il fatto che sono soddisfattissimo delle mie prove, chi ha mai parlato di ricorso? Da come scrivi sei tu che hai qualche problema nel superare gli scritti e adesso stai rimuginando sulla tua collega furbacchiona che superera' le prove alla grande anche grazie alla complicita' dei soliti gonzi. Deferenti ossequi. | |
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Da: ehi | 16/12/2011 22:45:34 |
ottimo black out ..puoi già pagare da bere! | |
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Da: MARZIANAforever | 16/12/2011 22:45:48 |
in Sicilia controlli e tensione...alcuni candidati esclusi...vigilanza efficiente. Tracce coerenti e con ampia possibilità di trattazione. Le ho trovate lineari e ovvie per chi ha studiato ciò che è era importante studiare per questo concorso. | |
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Da: Petrus_Rapy | 16/12/2011 22:45:54 |
Per curiosità, sapete quanti sono stati esclusi, nelle due prove, per aver copiato? | |
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Da: Form. | 16/12/2011 22:46:22 |
black out, ognuno ha usato la parte migliore che ha! | |
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Da: arianna62 | 16/12/2011 22:46:35 |
ehi, ehi, non cambiati il nick, ti calza a pennello, lo stordito mi sembri tu!!!! Non era il mio post quello al quale ti riferisci.... Hai fatto tesoro della logica del ricorsista, non mi sembra vincente! Se hai scritto bene passi, altrimenti ri-passi! | |
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Da: delatore | 16/12/2011 22:47:13 |
@ petrus pochi: su questo forum molti hanno confessato il favoreggiamento | |
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Da: ehi | 16/12/2011 22:48:43 |
Arianna tutta panna, meglio stordito che gonzo come te ! Deferenti ossequi. | |
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Da: Petrus_Rapy | 16/12/2011 22:50:54 |
A Torino dovrebbero essere 13 gli esclusi al primo scritto, ma poi al secondo non lo so. Qualcuno ha altri dati? | |
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Da: Form. | 16/12/2011 22:51:13 |
ricapitolando, sono passata alla preselettiva senza raccomandazione, ho fatto due prove scritte dove alcuni candidati che copiavano sono stati espulsi, ma, ditemi, siamo diventati un paese normale? | |
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Da: delatore | 16/12/2011 22:52:04 |
@Form. quasi | |
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Da: ehi | 16/12/2011 22:53:36 |
Speriamo form, speriamo. Un primo incoraggiante passo l'abbiamo fatto con l'uscita di scena del rattuso di Arcore...... | |
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Da: Blackout | 16/12/2011 22:55:30 |
Siete degli illusi se pensate che non ci siano raccomandati, sempre Italia è, anche se al governo c'e' Rigor Montis | |
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Da: Filippo IV Il Bello | 16/12/2011 22:57:02 |
Case Study nella ricerca scientifica --- --- --- Il Case Study è una metodologia utilizzata nella ricerca scientifica per indagare fenomeni reali e complessi, molto spesso in via di definizione, i quali richiedono un approccio di tipo fenomenologico-interpretativo. Nello studio di caso l'indagine è guidata da un sistema di asserti flessibile, aperto ad ipotesi e teorie alternative indotte dall'evidenza empirica, in un processo di revisione continuo. Siamo nel campo della ricerca qualitativa, nella quale il disegno scientifico non è strutturato in modo rigido e definitivo, ma viene modellato in itinere ed è aperto a nuove costruzioni che implementano l'impianto teorico-conoscitivo esistente. Il caso, definito in termini tecnici unità di analisi, ossia entità sistemica, è collocato in una rete di contesti e di relazioni. Come meglio lo definisce Robert E. Stake in The Art of Case Study, in uno studio edito a Londra nel 1995, lo studio di caso rappresenta un sistema integrato, le cui componenti non necessariamente devono funzionare bene o apparire razionali, ed è studiato per facilitare la comprensione di qualcosa d'altro. Negli ultimi anni, lo studio di caso è stato particolarmente utilizzato in campo sociologico, psicologico, antropologico ed educativo e ha trovato applicazione nella formazione degli adulti per l'acquisizione di competenze professionali specifiche da spendere in ambito giuridico, medico, economico ed organizzativo. Nonostante il suo utilizzo significativo in diversi setting, questa metodologia continua a suscitare critiche e perplessità, soprattutto presso i sostenitori di un approccio sperimentale più rigoroso, di tipo quantitativo, i quali ritengono che le difficoltà di generalizzazione e di replica dei casi in condizioni diverse, rendono questa tecnica limitata ed utilizzabile solo nella fase esplorativa dell'indagine. Tra le definizioni di Case Study rinvenibili in letteratura, riportiamo quella di Robert K. Yin in Case Study Research: Design and Methods, del 1984, che evidenzia chiaramente gli elementi che caratterizzano questa tecnica, distinguendola dalle altre metodologie di ricerca. L'autore definisce lo studio di caso come un'indagine empirica che si propone di investigare un fenomeno contemporaneo nel suo contesto reale, quando i confini tra fenomeno e contesto non sono chiaramente evidenti, in cui vengono utilizzate fonti multiple di prova. Un Case Study è quindi un'indagine empirica, ossia un'indagine vincolata a conoscenze fattuali, oggettive e concrete, acquisite direttamente sul campo, nel corso della ricerca. Si tratta perciò di una modalità empirica. Che indaga un fenomeno, ancora non sufficientemente esplorato nella sua complessità e nella sua unicità, come parte di un contesto e delle sue interazioni, che privilegia strategie di analisi longitudinali ed ecologiche dei dati qualitativi e che persegue un intento prevalentemente idiografico, orientato cioè alla comprensione, alla descrizione e all'interpretazione di una situazione specifica per l'assunzione di una decisione successiva, piuttosto che per l'elaborazione di una teoria generale con caratteri di predittività. L'oggetto di studio di un caso è un fenomeno contemporaneo nel suo contesto reale, un fenomeno concreto direttamente osservabile ed analizzabile nel momento stesso in cui si verifica e all'interno del contesto in cui si verifica. Il caso dunque viene osservato, analizzato ed interpretato da una prospettiva multidimensionale e multilivello, di tipo sistemico, secondo un approccio olistico, attento alla unicità ed alla irripetibile complessità dei molteplici fattori interagenti e diversamente coinvolti. L'analisi del caso nel suo contesto reale rafforza il presupposto dell'indagine empirica, diversa da quella sperimentale, la quale, per protocollo, separa il fenomeno dal contesto e lo analizza in modo asettico nel laboratorio. Lo studio di caso in generale focalizza l'indagine su una o più situazioni che sono significative per rappresentare un fenomeno più ampio e circoscritto. Esso, tuttavia, può assumere significati e connotazioni scientifiche diverse in relazione al contesto di ricerca in cui viene utilizzato e agli scopi che si propone. In base al disegno di ricerca, in letteratura si distinguono due tipologie diverse di Case Study: - Studio di caso singolo, che è il disegno più comune e viene impiegato nell'osservazione e analisi di eventi e fenomeni particolari ed unici; - Studio di casi multipli, che studia processi e fenomeni ricorrenti attraverso l'analisi di più casi analoghi o situazioni simili tra loro ed utilizza lo stesso sistema di asserti iniziale. In relazione allo scopo dell'indagine, in letteratura si distinguono sei tipologie diverse di Case Study: - Studio di caso esplorativo, che raccoglie i primi dati conoscitivi sull'oggetto di interesse e chiarisce alcuni aspetti chiave del disegno di ricerca, che viene sviluppato subito dopo; - Studio di caso descrittivo, che indaga in profondità le caratteristiche particolari del singolo caso per esaminare l'intero contesto; - Studio di caso esplicativo, che si spinge oltre e tenta di spiegare le modalità e le cause di un evento-caso, senza alcuna pretesa di generalizzazione degli assunti; - Studio di caso intrinseco, che è usato per approfondire l'analisi di eventi unici e rari, difficilmente gestibili; - Studio di caso strumentale, che è usato per una situazione tipo; - Studio di caso intensivo, che tipizza singoli casi osservati in modo minuzioso e dettagliato in un arco di tempo lungo. Il Case Study, come ambito della ricerca scientifica di tipo qualitativo, è particolarmente indicato per le indagini in campo educativo, il cui oggetto di studio sono i fenomeni umani, complessi per loro stessa natura, i quali richiedono un approccio fenomenologico di tipo interpretativo globale. Lawrence Stenhouse, in Research as a Basis for Teaching, del 1985, individua quattro tipologie di studio di caso applicabili in campo educativo: - Studio di caso etnografico, che indaga un contesto educativo e scolastico nei suoi aspetti socio-culturali attraverso l'osservazione e l'analisi approfondita di un fenomeno sociale. E' particolarmente appropriato per conoscere "quando", "come"e "perché" le persone si comportano in un certo modo nella interazione con gli altri e con l'ambiente; - Studio di caso valutativo, che focalizza la sua attenzione prioritariamente sui programmi, sulle innovazioni introdotte nel sistema scolastico, sulle pratiche didattiche e sui modelli organizzativi, per verificarne l'impatto, l'efficacia e i risultati in termini di valore aggiunto; - Studio di caso educativo, che osserva ed analizza un fenomeno in modo sistematico e per un arco temporale mediamente lungo. Studia in profondità le esperienze degli studenti e degli insegnanti, osserva le loro azioni all'interno del contesto di vita e di relazioni, documenta andamenti e cambiamenti, analizza possibili relazioni tra performance e intervento didattico, fornisce possibili spiegazioni di effetti osservati, rileva possibili agenti di cambiamento e fattori di contesto promettenti all'interno del setting educativo, che possono incidere positivamente sui risultati; - Studio di caso nella ricerca azione, che studia un caso, coinvolgendo attivamente gli attori, con lo scopo di migliorare la qualità dell'azione dal suo interno. Nel Case Study, sul piano metodologico, si possono distinguere le seguenti fasi sequenziali, richiamate dallo stesso Robert K. Yin. Per progettare un Case Study si presuppone il possesso di alcuni prerequisiti di conoscenza e di abilità da parte dell'osservatore. Nello specifico, si tratta di: - capacità personali di osservazione e di ascolto, di intuizione e di immaginazione, di adattamento e di flessibilità in presenza di eventi imprevisti; - attitudine a porre domande significative e a fornire risposte circostanziate ed orientanti, ad operare ed interagire in gruppo; - conoscenze fondamentali di tipo teorico e procedurali sulla metodologia del Case Study; - abilità di analisi contestuale e di sintesi, di pensiero creativo e divergente, libero da pregiudizi ed equilibrato nelle valutazioni. Il possesso dei prerequisiti di ingresso indicati consente di elaborare un protocollo di studio valido e determinante per le fasi successive del lavoro e per l'affidabilità dell'impianto e dei risultati. Il protocollo comprende l'esplicitazione dell'oggetto dell'indagine, la selezione del caso, parte del fenomeno circoscritto e contemporaneo che si intende studiare, la sua descrizione e concettualizzazione e il postulato teorico. Indica, inoltre, le domande guida nel processo, le procedure, gli strumenti utilizzati, i criteri osservati per l'interpretazione dei dati, le fonti adottate per la raccolta, il format e il report. Definito il protocollo di studio, si può iniziare a lavorare sul campo, dando esecuzione al piano, attraverso un attento lavoro di raccolta dei dati, sostenuto ed orientato dalle domande-guida definite nella fase di progettazione e dall'uso contemporaneo delle fonti e dei dati conoscitivi empirici emergenti. Si tratta di un momento delicato che richiede molta attenzione nell'uso delle principali tecniche di raccolta. Ci si può servire dell'osservazione diretta con la visita in loco per raccogliere elementi informativi sul caso, dell'osservazione partecipata interagendo personalmente con il caso, della documentazione relativa al caso, degli archivi e banche dati, delle interviste di vario tipo (qualitativa, semistrutturata, focalizzata, etnografica, esperta e narrativa) del focus group e dei manufatti fisici. Una volta raccolti, i dati sono organizzati e documentati con l'utilizzo di sistemi noti negli studi sperimentali, come, ad esempio, il database. L'attenzione è diretta a portare ordine, a dare struttura, ad attribuire significati alla mole di dati raccolti, per trarre indicazioni utili agli scopi dell'indagine, attraverso l'identificazione di schemi, relazioni e frequenze; la categorizzazione e codificazione con il ricorso a griglie di lettura e matrici. Questo lavoro è caratterizzato da un processo continuo che collega costantemente i dati informativi raccolti alle intuizioni, alle idee, agli schemi di significato elaborati sia nel postulato teorico iniziale sia durante la conduzione del caso. Esso si conclude con una possibile spiegazione del caso, solo dopo la costruzione di un modello interpretativo unitario risultante dal confronto, in termine tecnico triangolazione dei dati ottenuti da fonti e soggetti diversi. Dalla lettura e analisi dei dati raccolti con criterio di triangolazione, il dirigente formula anche un possibile quadro interpretativo composto per: - Dissonanze; - Concordanze; - Criticità; - Punti di forza. A questo punto l'impegno si spende nella restituzione del percorso realizzato, dell'output dell'indagine, attraverso il resoconto analitico dello studio. Dall'analisi dei report utilizzati nella ricerca qualitativa e negli studi di caso, risultano alcuni elementi di struttura fissi, che ripercorrono il format di progetto utilizzato e che è possibile organizzare in cinque sezioni: - 1. Informazioni di sintesi sullo studio di caso affrontato attraverso il titolo e l'abstract; - 2. Caso e contesto con evidenza delle domande guida, dalle quali è possibile trarre parole chiave per la conduzione dello studio; - 3. Obiettivi dello studio, scelte metodologiche, strategiche, criteri e strumenti utilizzati; - 4. Risultanze dell'analisi dei dati; - 5. Discussioni del caso e conclusioni. Le ipotesi di soluzione possono prevedere una delle seguenti azioni del Dirigente Scolastico in maniera unica o integrata: - Leadership autoritaria: il dirigente assume autonomamente decisioni, distribuisce compiti, stabilisce tecniche e fasi, emana direttive. Occorre chiara normativa di riferimento. - Leadership carismatica: comunicazione "seduttiva". Tipica del Dirigente che ha cultura profonda. - Leadership partecipativa: il dirigente gestisce la condivisione del lavoro col gruppo. E' tipica di quei dirigenti che si trovino un gruppo di docenti da rimotivare. E' prevista per la soluzioni di casi non urgenti. - Leadership educativa: il dirigente ha profonde competenze didattiche; condivisione della politica educativa con i docenti, in cui ha valore la comune appartenenza professionale. - Leadership trasformazionale: implica relazioni mature, prevede la delega, contribuisce alla creazione di un'autentica cultura organizzativa, in cui il dirigente riconosce l'esigenza di miglioramento e definisce un piano di modifica e di miglioramento rispondente alle esigenze interne ed esterne. | |
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Da: Blackout | 16/12/2011 22:57:08 |
Ma poi dico come fa un futuro Ds a pensare che correggeranno solo una delle due prove se la prima risultasse insufficiente? Certo che con questo concorso molti si sono giocati il cervello | |
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Da: ehi | 16/12/2011 22:57:10 |
Speriamo che ci siano sempre meno raccomandati e sempre piu' competenti ! | |
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Da: alle Commissioni | 16/12/2011 22:57:14 |
nessuna pietà per chi risulta aver copiato: la capacità di chi valuta deve riconoscere chi ha scritto basandosi sulle sue sole forze e chi ha scopiazzato qua e là. | |
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Da: arianna62 | 16/12/2011 22:58:53 |
ehi, ehi.....ma non hai ancora capito che è il burattinaio che tira le fila di Monti? Non ha perso la faccia con questa manovra , che non si poteva evitare, e poi , al momento giusto, taglia i fili e torna in prima linea! parlo di Silvio, ovviamente. In attesa della prima prova, si discuteva tra colleghi del fatto che la Formez è proprietà della moglie di Brunetta....altro che paese normale! | |
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Da: ehi | 16/12/2011 22:59:10 |
Filippo iv etc. Etc.. Si e' ricordato che fa il docente ed e' salito in cattedra ! | |
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Da: Blackout | 16/12/2011 22:59:57 |
Ma scusa se non riescono nemmeno a mettere in carcere chi ammazza la gente perchè non trovano le prove come dovrebbero riconoscere i copiatori? Sulla base di quali parametri sarebbe possibile trombare nella valutazione un copiatore? Io credo nessuna! Semmai in sede di oroali si potrebbe accertare la presunta preparazione o meno | |
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Da: ehi | 16/12/2011 23:01:57 |
Arianna tutta panna Silvio for aver, ma pensiamo mai ai Pupari che tirano i fili del nano rattuso ( ottavo nano) di Arcore ? | |
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Da: Filippo IV Il Bello | 16/12/2011 23:02:54 |
@ ehi Ti da fastidio che ci siano docenti preparati ? | |
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